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sabato 12 aprile 2014

Verso un comune a bassa pressione fiscale



Gli ultimi anni hanno visto scelte di politica nazionale dirette alla feroce riduzione dei trasferimenti economici ai comuni, accompagnata dalla possibilità di rifarsi, per questi ultimi, introducendo nuove voci fiscali e inasprendo le aliquote di quelle già esistenti per coprire i costi della elefantiaca macchina amministrativa e dei servizi.
E' circa del 38,5% la quota degli esborsi dei contribuenti costituita dai tributi comunali. Tra i quali troviamo l’addizionale comunale Irpef, la tariffa per l’asporto dei rifiuti, l’lci (ora Imu), fino alla tassa nuova di zecca per i cosiddetti “servizi indivisibili” (Tasi), che in sostanza andrà a sostituire l’introito proveniente dall’abolita Imu sulla prima casa.
In tutti quei comuni che mai hanno investito in efficienza, la politica nazionale degli ultimi governi si è tradotta nella necessità assoluta di incrementare fortemente la pressione fiscale, con l'innalzamento delle aliquote e l'inasprimento delle tariffe locali.
Il Comune di Volterra rientra senz’altro nel novero dei comuni meno virtuosi. Dal 2009 ad oggi si è assistito ad un aumento delle aliquote massime Irpef (dallo 0,20% sino allo 0,80%), all’aumento del costo pro-capite del servizio rifiuti, a cui si è sommata dal 2012 l’Imu. Per quest'ultima il Comune di Volterra scelse di applicare per le prime case un’aliquota superiore a quella base imposta dallo stato (dal 4 per mille al 5 per mille), con ulteriore aggravio della pressione fiscale sui cittadini residenti. Per il 2014 avremo le due nuove tasse: la Tasi da una parte e la nuova Tari per i rifiuti che andrà a sostituire la vecchia Tares. Riguardo alla Tari, non è ancora stato ancora predisposto il regolamento di attuazione, ma sappiamo già che per i volterrani sarà più pesante rispetto alla vecchia Tares, dato che nelle previsioni di bilancio il comune calcola di incassare per questa voce 2 milioni di euro contro l'1,8 dell’anno precedente. E 200 mila euro in più non sono noccioline, circa 50€ in media a famiglia.
Le ultime decisioni dell’amministrazione riguardo alla Tasi vanno nella medesima direzione. L’amministrazione non è stata capace di introdurre detrazioni significative, limitandosi a prevederle solo per gli immobili con rendita catastale sotto le 500 e per le famiglie con almeno 3 figli a carico (appena 61 famiglie in tutto il comune). Insomma scontiamo una politica tributaria costretta ad andare al traino delle emergenze e mai frutto di una programmazione seria. Una programmazione che, a quanto ci è dato vedere, è sempre mancata alle amministrazioni che si sono avvicendate alla guida del comune di Volterra. Tuttavia dopo 5 anni di studio ravvicinato di queste problematiche, oggi siamo in grado di dire che una programmazione delle azioni di governo che vada verso l’efficienza e l’abbattimento di costi, è possibile. Basta volerlo. Ricorrendo a competenze adeguate, nel doveroso sforzo di ridurre i numerosi sprechi ancora presenti nell'amministrazione comunale.
Invece di tagliare nastri e nastrini nell'inaugurazione di opere di puro arredo, per il solo gusto di postare una foto su facebook, ci vuole il coraggio di fare investimenti in opere e progetti magari meno adatti alle cerimonie, ma capaci di abbattere la spesa corrente. Interventi per accrescere l'efficienza energetica o volti ad incrementare la percentuale di raccolta differenziata, per esempio, consentirebbero di alleggerire la pressione fiscale sui cittadini, rendendo al tempo stesso i nostri servizi più moderni e funzionali. In molte realtà scelte simili sono già state intraprese con successo da diversi anni, promuovendo strategie complessive in cui sono premiati coloro che adottano condotte virtuose e capaci nel tempo di creare qualche posto di lavoro in più. 
Politiche di programmazione intelligenti, accompagnate da una gestione interna dei servizi e da una costante lotta all’evasione dei tributi locali, sarebbero in grado di impedire ulteriori aumenti tariffari e traghettare la città verso una gestione sostenibile dei servizi, dotandola di una struttura più agile e funzionale.
Dalle file dei banchi della minoranza abbiamo provato varie volte a proporre iniziative operative che andassero in questa direzione. Ricordiamo, tra le tante, la proposta di collocare pannelli solari sulla piscina comunale che avrebbe portato ad un abbattimento dei costi netti per spese di acqua calda pari a 35.000 € l’anno; oppure la scelta di investire per l’efficientamento energetico degli edifici comunali. La risposta di Buselli? Un secco no. Evidentemente gli è più congeniale la rapida via dell’aumento delle tasse.
Progetto per Volterra – Progetto Originario


sabato 5 aprile 2014

Tutto il necessario

In queste ultime due settimane a più di un membro del gruppo di Progetto Originario è capitato di scambiare qualche opinione con appartenenti a partiti politici tradizionali sul tema della nostra irrevocabile rottura con il PD volterrano. I più hanno capito benissimo che l'improvviso cambio di rotta deciso da Paterni e dai vertici del partito sulle primarie di coalizione non poteva che portare alla chiusura irrevocabile di ogni trattativa. Resta, però, una minoranza di persone ancora perplessa, per la quale valeva la pena comunque accettare qualche posto nel prossimo esecutivo pur di star dentro alla prossima amministrazione. Al fondo l'argomento principe è sempre lo stesso: vale sempre la pena stare dentro, perché dall'interno si può cercare di mitigare i difetti della coalizione. Poi, si sa, chi amministra amminestra, per cui un domani alla guida del Comune salteranno fuori chissà quanti buoni motivi per restare tutti uniti.
Per confutare questa tesi, ci basta citare l'esperienza che abbiamo vissuto sulla nostra pelle con l'ultima amministrazione. Infatti, per come la vediamo noi, una maggioranza può formarsi e reggere solo se cementata dalla stima e dalla fiducia. Dunque, se il gruppo dirigente del PD volterrano al primo impegno importante – le primarie - ha mancato la parola data, dimostrando di non essere affidabile, come potremmo costruirci insieme una maggioranza di governo? In realtà, prima ancora
del test di affidabilità sulle primarie, il PD volterrano nei nostri riguardi ne aveva fallito un altro, non meno importante. L'occasione venne da un tavolo di discussione programmatico che ebbe per tema la sanità. La proposta di riportare il comparto delle riabilitazioni cittadine (Auxilium Vitae e col tempo anche Inail) all'interno dell'ambito Asl nacque a quel tavolo e, secondo gli accordi, avrebbe dovuto essere annunciata congiuntamente da PO e PD. Il testo del comunicato fu scritto e condiviso ma, all'ultimo minuto, il PD chiese che fosse inviato solo a nostra firma. Il pretesto utilizzato fu “per non far nascere gelosie negli altri partiti di sinistra”, ma assicurarono che avrebbero sposato la proposta con un apposito comunicato stampa a strettissimo giro, due giorni. Per la cronaca, invece, lasciarono passare una settimana, per poi rimettere ogni decisione in merito in mano alla Regione. Per cui anche sui temi di programma il vertice del PD ci ha dimostrato la sua inaffidabilità. Buselli o Paterni, non è il nome che fa differenza, ma eventuali distinzioni di valori e qualità umane. E tra queste le più importanti sono l'affidabilità, la franchezza, la correttezza. Quando queste mancano, manca tutto il necessario. Resta casomai il superfluo, per chi si accontenta. Qualcuno si trova sempre.
Progetto Originario



sabato 8 marzo 2014

Indietro tutta del PD sulle primarie




La parola fine non è venuta attraverso una comunicazione ufficiale, ma anche il silenzio in certi casi è eloquente. La ratifica di una decisione ormai scontata da parte dei vertici del Pd è stata deliberata giovedì 27. Mentre, il giorno precedente, nella sede di Progetto Originario si era tenuta la riunione decisiva tra i rappresentanti della potenziale coalizione di centrosinistra per verificare la reale volontà delle varie forze politiche di sottoporre al voto degli elettori gli aspiranti candidati sindaco, Paterni (Pd) e Guarneri (PO). Contraddicendo le rassicurazioni ribadite fino a un mese fa, la maggioranza dei membri del Pd ha di fatto chiuso ogni spiraglio alle consultazioni nel centrosinistra, mandando alle ortiche l’alleanza con PO. Infatti, da tempo i dirigenti del Pd volterrano sapevano che una delle condizioni necessarie per raggiungere l’intesa erano le primarie di coalizione. Per tutto il mese di gennaio questa sembrava una condizione accettata dal Pd, ma arrivati al dunque, i vertici del partito non se la sono sentita di rischiare la consultazione popolare. Come ha ammesso onestamente un membro dei renziani alla riunione del 26, la dirigenza del partito democratico di Volterra non è ancora abituata a mettere in gioco il proprio candidato attraverso primarie vere. L’unica sfida di cui si ha memoria, quella del 2009 tra Dello Sbarba e Ginesi, assomigliava molto di più ad un’investitura per acclamazione che ad una competizione reale, mentre il confronto tra Guarneri e Paterni rischiava di essere troppo incerto per una dirigenza poco abituata a confrontarsi con l’esterno. La decisione contraddice platealmente quanto deliberato dallo stesso Pd appena un mese fa, ma il voltafaccia di Bettini e soci era nell'aria almeno dal 6 febbraio scorso. In quella data si tenne la prima riunione di coalizione, i vertici del Pd sostennero recisamente che il tema delle primarie doveva uscire sine die dall’ordine del giorno del tavolo tra alleati. Anche quella sera il solito esponente renziano provò a ricordare che l'assemblea del Pd aveva votato il 24 gennaio per le primarie di coalizione, ma fu subito platealmente corretto dal segretario Bettini, che ci tenne a precisare che la loro assemblea non aveva votato per le primarie di coalizione, ma “solo per la possibilità” che ci fossero primarie di coalizione. Una puntualizzazione in vetero politichese, che fu colta dagli esponenti di PO presenti all’incontro come un gran brutto segno per l'avvenire.
A questo punto non ci resta che costituire una nostra lista elettorale, che sia alternativa a UpV ma anche al Pd. Perché quando di una forza politica dimostra nei fatti di non essere affidabile già dai primissimi passi di un percorso comune, come potremmo sperare che tenga fede ai difficili impegni programmatici e di metodo nel corso di 5 lunghi anni?

Progetto Originario



venerdì 14 gennaio 2011

Mondo Nuovo e la vicenda di Villa Giardino

In queste settimane imperversano gli esposti dell’ex Presidente del S. Chiara e altrettanti articoli sulla stampa che lo vedono protagonista di attacchi anche molto spregiudicati, nei confronti del Sindaco e dei consiglieri che hanno fondato Progetto Originario. Non entro neppure nel merito delle reali motivazioni che spingono questa persona ad intervenire continuamente dopo quanto accaduto nei mesi scorsi e ad essere così sollecito nei confronti degli organi giudiziari su questioni a cui lui è tutt’altro che estraneo.
In merito alla vicenda della locazione di Villa Giardino e dei laboratori annessi, oggetto dell’ennesimo esposto, sulla quale Orsi mi tira in ballo desidero invece precisare alcuni passaggi e soprattutto ricordare, anche all’ex Presidente, aspetti che mi pare gli siano sfuggiti. L’associazione Mondo Nuovo opera da anni presso Villa Giardino, immobile di proprietà dell’ASP S. Chiara. Fino al 31 dicembre 2009, in conseguenza dei molteplici e consistenti lavori di ristrutturazione degli edifici, Mondo Nuovo ha potuto fruirne gratuitamente, come da accordo intercorso con l’Azienda.
Tutti eravamo consapevoli che a quella data si sarebbe proceduto alla stipula di un regolare contratto di locazione, il cui canone doveva essere concordato sulla scorta di una perizia tecnica.
E’ assolutamente falsa e tendenziosa l’affermazione di Orsi che l’associazione e io fossimo contrari alla stipula del contratto di locazione. Semplicemente, come prevedibile, si aprì una discussione sulla entità del canone d’affitto. L’allora Presidente del S.Chiara riteneva di applicare il criterio rigido di mercato, incompatibile con le possibilità di un’associazione senza fini di lucro. Mondo Nuovo per contro offriva una cifra minore ma più che dignitosa, in ragione soprattutto dell’insieme dei servizi che rende al territorio.
In questa presa di posizione delle parti, il Sindaco, come spesso gli succedeva, si dimostrò  nettamente a favore della tesi di Orsi. La mia posizione di assessore alle politiche sociali mi ha sempre obbligata a tener conto anche del importante ruolo che l’Associazione svolge  sul territorio e dell’utilità delle attività esercitate a sostegno dei ragazzi affetti da handicap e delle loro famiglie. Un’Associazione che ha dimostrato negli anni di possedere la capacità di calamitare sul nostro territorio numerosi finanziamenti sul versante sociale, grazie alle proprie riconosciute competenze e all’attitudine a fare rete con le scuole, con i servizi sociali e con gli enti.  Così come mi era assai chiara l’importanza di Villa Giardino nei progetti di inclusione sociale portati avanti da Mondo Nuovo con il sostegno degli enti pubblici e dell’azienda sanitaria.
Mi parve assolutamente sbilanciata la presa di posizione rigida assunta da Sindaco e Orsi e, al fine di favorire il confronto e ricercare con il contributo di tutti gli assessori una soluzione positiva,  portai la questione all’attenzione della Giunta. Tutti gli assessori presenti concordarono circa l’opportunità di ricercare una mediazione che consentisse la permanenza dell’associazione presso Villa Giardino e fu individuata una possibile soluzione per avvicinare le parti e favorire l’accordo. In questo percorso  rientrava anche l’effettuazione di una contro-perizia a carico dell’Associazione.
A riprova del ruolo marginale a cui era stata relegata la Giunta, quella proposta venne totalmente ignorata e nei successivi incontri avvenuti anche alla presenza di rappresentanti di altre amministrazioni ed enti  ( Regione, Provincia di Pisa, Comuni di Pomarance e Castelnuovo, Cesvot, Fondazione e Cassa di Risparmio), Orsi  ribadì la sua rigida posizione con l’avvallo del Sindaco. La contro-perizia presentata da Mondo Nuovo non fu tenuta in alcuna considerazione.
Contemporaneamente i rappresentanti dell’associazione mi riferirono che la Villa era oggetto di continue visite da parte di un fiduciario di Orsi che accompagnava piccoli gruppi di persone, per lo più  stranieri, a visionare l’immobile. Mai fu chiarito, nonostante molteplici sollecitazioni, se queste visite rientrassero in un progetto di alienazione della Villa. Quando avvenne la rimozione di Orsi dal suo incarico, la trattativa si interruppe.
In tutta la vicenda notai un accanimento eccessivo nei confronti di Mondo Nuovo e un tentativo anche abbastanza scoperto di lasciare all’associazione i soli locali dei laboratori. La mera questione economica non giustificava affatto tale atteggiamento. Basti pensare che la totalità di tutti gli affitti derivati dagli immobili di proprietà del S. Chiara rappresenta, secondo la “Relazione sulla gestione dell’esercizio 2009”  dell’ASP, appena il 2% dei ricavi. L’eventuale applicazione di un canone di affitto più contenuto per la Villa non poteva dunque rappresentare un mancato introito tale da risanare il bilancio dell’ente, il cui equilibrio andrà ricercato agendo su voci molto più consistenti.
La responsabilità del danno economico per l’Ente derivato dai mancati introiti che Orsi, a suo insindacabile giudizio, attribuisce alla mia persona, mi pare dunque un’assurdità. Infatti, le mie posizioni sulla questione sono sempre state improntate alla mediazione e perfettamente aderenti al mio ruolo. Non soltanto, ma sono state condivise da tutti gli assessori presenti in Giunta al momento in cui fu affrontato questo argomento, anche da quelli più lontani per competenza dalle Politiche Sociali che compresero i diversi profili che la questione investiva. Forse la vera responsabilità del mancato raggiungimento di un accordo è da ricercare nella ristrettezza di vedute di Orsi, che spesso è risultato incapace di gettare uno sguardo complessivo sui problemi, che tenesse conto non solo del mero profilo ragionieristico ma anche dei numerosi risvolti sociali e umani inclusi nella vicenda. Proprio quello sguardo d’insieme richiesto dal ruolo istituzionale che gli venne affidato, quando fu posto alla guida della principale azienda di servizi alla persona della zona.

Sonia Guarneri
Progetto Originario

giovedì 30 dicembre 2010

Una scuola dimezzata

Imbarazzante che tra le file della Lista Civica, forza di maggioranza, nel corso di un Consiglio Comunale aperto sulla scuola sedessero poco più di una manciata di consiglieri su tredici eletti. Ancora più preoccupante che nessun documento sia stato preparato dalla stessa maggioranza sulla scuola, per poterlo sottoporre al voto del Consiglio all’esito della discussione o, al limite, per proporre un’integrazione con eventuali documenti predisposti dalle opposizioni.
La Lista Civica, nonostante ciò, non perde occasione per dimostrare di avere una visione parziale di ciò che accade sotto i suoi occhi. Non nota neppure che al momento del voto del documento portato da Città Aperta e Sinistra per Volterra, i consiglieri “di maggioranza” si fossero ridotti a 4: Tonelli, Bernardini, Guarneri e Lonzi, oltre al Sindaco. Eppure nel suo articolo pubblicato nella scorsa Spalletta ciò che nota l’articolista della Lista, guarda il caso, è che Bernardini e Guarneri hanno  votato a favore del documento portato dalle minoranze di sinistra, tacciandoli di “essere sensibili al richiamo della giungla”, nonostante entrambi siano intervenuti per sostenere le ragioni del proprio voto ed entrambi abbiano invitato minoranze e maggioranza a ricercare un’unità di intenti. Forse con una maggioranza vera, come si è fatto in altre occasioni, si sarebbe potuto discutere di come emendare il documento per adattarlo alle sensibilità di tutti i consiglieri della Lista Civica. Ma non c’erano i numeri. E’ chiaro purtroppo che ciò che preme è qualcos’altro rispetto alla mediazione (cosa a cui da tempo si è rinunciato in favore della stretta logica dello scontro sulla base dei numeri) e alla discussione seria dei problemi della città . Ne è la dimostrazione lo scarso interesse dimostrato per la discussione in seno all’organo più alto dell’amministrazione su di un tema così delicato come la scuola. Le molte assenze, le defezioni alle chetichella di Moschi e Righi nel corso della seduta di Consiglio, prima del momento del voto, ci sembrano episodi rimarchevoli e tristemente significativi. Non si comprende poi per quale ragione l’Amministrazione Comunale di Volterra sia autorizzata a criticare (giustamente) la Regione quando assume provvedimenti che penalizzano la sanità volterrana, ma non si senta autorizzata a criticare il governo per una riforma che penalizza la nostra scuola. Avevamo stabilito che avremmo lottato contro quei provvedimenti che potessero penalizzare la nostra zona, da qualunque parte potessero arrivare i tagli, destra o sinistra. Invece sembra che nel corso dei mesi le cose abbiano assunto una piega diversa, ma senza che nessuno ci abbia spiegato le ragioni di tale cambio di rotta. Un cambio di rotta che evidentemente non condividiamo.

Progetto Originario Lista Civica

venerdì 17 dicembre 2010

Un Progetto aperto a tutti

Martedì scorso al cinema Centrale, Progetto Originario ha tenuto il suo primo incontro pubblico. Nonostante il freddo pungente siamo soddisfatti della partecipazione dei cittadini. Presenti,  tra il pubblico, i rappresentati dei  partiti di opposizione, il Sindaco, il Vicesindaco e alcuni consiglieri di maggioranza. Assenti, nonostante l’invito, i rappresentati del nuovo consiglio della Lista Civica Uniti per Volterra coi quali ci saremo volentieri confrontati. 
Ha aperto la serata l’assessore uscente Bernardini che ha ripercorso le principali tappe dell’amministrazione civica di Volterra di quest’ultimo anno e mezzo: dalla nascita della Lista Civica ai principali eventi che hanno condotto alla nascita di Progetto Originario fino all’uscita dalla Giunta.
La Lista Civica, nata come soggetto trasversale ed indipendente da formazioni politiche tradizionali e quindi privo di collante ideologico, necessitava, per poter procedere come movimento politico e come forza di governo, di altri presupposti che furono individuati nel metodo di lavoro, basato sulla condivisione, la partecipazione e la trasparenza. In omaggio a questi principi fu elaborato il programma di governo e furono assunti gli impegni con gli elettori. Purtroppo questi presupposti sono stati via via disattesi. L’abbandono del metodo della condivisione ha condotto l’amministrazione ad inanellare una serie di errori certamente non imputabili all’inesperienza. A cominciare dall’episodio delle dimissioni del professor Furlanis, l’architetto di fama internazionale e collaboratore stabile di alcuni Ministeri tra i quali quello ai Beni Culturali, ideatore di progetti che potevano rilanciare un settore strategico per Volterra come quello della cultura. L’inizio di una nuova fase del festival Volterrateatro (con l’istituzione di una direzione artistica composta da una commissione di esperti di livello internazionale), l’apertura di una scuola di teatro d’arte drammatica, una legge speciale per il museo Guarnacci, solo per citare qualche esempio, erano progetti a cui stava lavorando il professor Furlanis. Altro “incidente di percorso” il licenziamento dell’assessore all’Urbanistica Fambrini, professionista competente ed estremamente motivato che aveva sposato la causa della Lista Civica divenendone subito anche un iscritto, colpevole secondo il Sindaco di inefficienza per non aver prodotto la variante del regolamento urbanistico, quando in realtà era il suo capitolo di bilancio a non prevedere i fondi per procedere il tale direzione. Ulteriore tegola il licenziamento del direttore generale comunale, Patrizia Nuzzi, che ha vanificato il lavoro di mesi per la necessaria riorganizzazione del personale. La mancata riorganizzazione provocherà, in combinazione con la nuova legge finanziaria, l’ingessamento della macchina comunale, inibendo ogni possibilità di progressione di carriera, di assunzione e di ricambio in caso di pensionamento.
L’assessore uscente Guarneri ha concentrato il proprio intervento sulle problematiche legate all’approvazione del bilancio di previsione 2010 e sulla figura di Orsi, sul suo ruolo politico, di amministratore unico di ASAV nonché di presidente del S. Chiara. Un ruolo politico, contrastato internamente, ma che per più di un anno è stato oggettivamente assai influente nelle decisioni strategiche assunte dall’amministrazione, come ha dichiarato apertamente lui stesso. Come presidente del S. Chiara, azienda di servizi alla persona, ha evitato accuratamente di condividere o anche solo confrontare gli indirizzi da assegnare all’azienda con l’assessore di competenza e tanto meno con la Giunta. Il consigliere Cocucci ha infine illustrato, in un breve ma incisivo intervento, gli aspetti legati alla situazione critica del bilancio comunale e al piano triennale delle opere pubbliche. Un piano di interventi mirato ad obiettivi di immagine piuttosto che alla concretezza.  Cocucci ha poi sottolineato che l’esigua entità delle risorse a disposizione del Comune di Volterra avrebbe dovuto consigliare di concentrarsi su poche opere finanziabili di vera utilità: un nuovo asilo nido, l’edilizia popolare, un parcheggio.
 Questo vuole essere solo il primo episodio di un percorso di confronto con i cittadini e con le organizzazioni locali sulle problematiche della zona.  L’uscita dalla Giunta degli assessori Guarneri e Bernardini, a partire dal 31 di dicembre, inaugurerà una nuova fase nel percorso dell’attuale amministrazione assieme a nuove prospettive per la città.

Progetto Originario Lista Civica

martedì 14 dicembre 2010

Orsi e Fambrini, sguardi diversi su Volterra

Mi ha fatto piacere leggere la scorsa settimana su questo settimanale le opinioni dell’ex assessore all’Urbanistica, l’arch. Francesco Fambrini. Ho ritrovato la persona acuta, equilibrata ma anche appassionata che conosco e apprezzo. Il suo commento prende spunto da una lettera di Emanuele Orsi per tracciare il suo punto di vista sull’odierna Amministrazione Comunale di Volterra e sul progetto politico che le stava a monte. In prima battuta non si può proprio fare a meno di notare la differenza di stile tra i due, Orsi e Fambrini. Tanto appare risentito e allusivo l’uno, quanto suona lineare e disincantato l’altro. Del resto, anche in passato avevano dimostrato di avere personalità molto diverse e per certi versi contrapposte. Semplice e diretto, talvolta fino alla brutalità, l’assessore, articolato e ondivago il consulente politico di Moschi. Chi nell’amministrazione pendeva dalle labbra di Emanuele Orsi detestava Fambrini; chi stimava Fambrini mal sopportava Orsi e l’ambiguità del suo ruolo. Oggi, l’ex presidente del S. Chiara consuma la sua vendetta riservando al sindaco Buselli, reo di non averlo difeso abbastanza, lo stesso trattamento che soleva impartire qualche mese fa a chi gli intralciava la strada. Un altro al suo posto avrebbe pensato a scusarsi per essersi fregiato di titoli ed esperienze professionali di fantasia. A me personalmente Orsi non ha mai mostrato il suo curriculum, ma ricordo precisamente che un paio di volte mi parlò delle sue esperienze di lavoro a Milano e in Brasile in ruoli di tutto rispetto all’interno della Società Fontana, azienda di produzione di bulloneria con succursali diffuse in mezzo mondo. Alla fine è risultato tutto falso. Durante gli accertamenti compiuti in seguito alle note vicende, la Società Fontana smentì categoricamente di avere mai avuto niente a che fare con lui. Anzi, credo che, nella fase di maggior clamore dalla vicenda, i suoi legali rappresentanti abbiano inoltrato un esposto alla Procura della Repubblica a tutela del buon nome dell’azienda.
Ciò che più conta per me, però, è che la lettera di Francesco Fambrini offre finalmente l’occasione per tornare pubblicamente sulla sua esperienza all’interno dell’amministrazione, per rendergli qualche merito. Fambrini stava lavorando bene al suo assessorato, possedeva competenze specifiche e si era sinceramente appassionato al compito che gli era stato assegnato. Non riuscì a portare avanti la variante urbanistica necessaria ancora adesso alla città e al nostro territorio, unicamente perché non ebbe soldi sufficienti nel suo bilancio. Lo stanziamento adeguato arrivò soltanto pochissimi giorni prima del suo licenziamento e gli fu di fatto impossibile procedere all’assegnazione dell’incarico. Per me e per altri suoi colleghi assessori fu particolarmente doloroso assistere all’episodio della lettera di rimostranze dei professionisti locali e all’uso strumentale che ne venne fatto contro di lui. Quella vicenda, dopo le contrastate dimissioni del prof. Furlanis e l’uscita sulla stampa di una serie di scritti mirati a suo sfavore (naturalmente non firmati ma di chiara provenienza), contribuì ad esasperare il suo stato d’animo. Nell’ultimo spezzone del suo mandato più volte io, Graziano Gazzarri, Sonia Guarneri e Luigi Cocucci intervenimmo per dissuaderlo dal dimettersi. Come noto finì per essere allontanato dal sindaco, dopo l’ennesima discussione. Credo che in seguito gli sia rimasto il rammarico di non essersi congedato da Volterra di propria iniziativa. A soli sei mesi di distanza da quei giorni, io e Sonia Guarneri non abbiamo applicato a noi stessi la stessa logica che reclamavamo da lui, e abbiamo deciso di lasciare le nostre deleghe per reagire ad un andamento che non riconosciamo più per quello che avevamo pensato e promosso insieme ai primi membri della lista civica. Non concordo tuttavia con le conclusioni tratte da Fambrini, quando scrive che oggi “si è persa l’ultima speranza di sopravvivenza di una grande idea che aveva brillato alle ultime elezioni”. Può darsi, invece, che si sia persa per strada soltanto l’interpretazione, la traduzione in pratica di un’idea ancora valida, come dimostrano molte altre esperienze di liste civiche meno travagliate della nostra. In ogni caso non vale la pena perdersi d’animo. Di fronte a tanti problemi che attorniano la nostra zona, credo ancora che occorra riunire assieme tutte le forze migliori per tentare di sottrarsi ad un processo di declino preoccupante ma non ancora inarrestabile.  

Fabio Bernardini

sabato 4 dicembre 2010

Bernardini e Guarneri : le ragioni delle nostre dimissioni


La nostra decisione di rimettere le deleghe di Ambiente, Sociale e Bilancio nelle mani del sindaco di Volterra dal 31 Dicembre è avvenuta in seguito alla proposta di rimpasto, ma non è dovuta soltanto a questo episodio. Già da molti mesi è venuta diminuendo la nostra fiducia nelle capacità di questa Amministrazione di assolvere i compiti che ci eravamo dati e quindi di rispettare gli impegni presi con gli elettori. Il primo importante episodio che mise in dubbio la nostra tenuta, fu quello legato alle dimissioni del professor Furlanis dall’assessorato alla Cultura e Istruzione. Nelle nostre intenzioni la presenza del professore doveva rappresentare una delle risorse primarie su cui fondare il rilancio della nostra città. All’epoca delle sue dimissioni, sapendo che queste erano causate da ripetuti contrasti col sindaco, non solo noi ma l’intera Giunta, chiese a quest’ultimo di moderare le sue interferenze in questo settore, confidando nelle indiscusse competenze e capacità organizzative dell’assessore. Non fummo ascoltati. Dopodiché si sono susseguiti molti altri episodi dello stesso segno, che hanno progressivamente affievolito la nostra fiducia nell’Amministrazione che abbiamo contribuito a portare al governo della città. Dal caso Orsi in poi si è aperto in seno alla maggioranza un percorso di confronto duro, faticoso e purtroppo irrisolto. L’episodio del rimpasto  è caduto come la classica goccia in un bicchiere ormai pieno. Ricapitoliamo. Sabato 13 Novembre il sindaco comunicò al gruppo di maggioranza la sua proposta di rimpasto. Prevedeva nelle sue linee principali il trasferimento delle competenze in materia di Bilancio da Moschi a Guarneri, la creazione di un nuovo assessorato alle Manutenzioni da assegnare a Lonzi e il mantenimento permanente della delega all’Urbanistica nelle mani del sindaco. Questa ipotesi, a nostro avviso, non risponde ai bisogni del Comune, che richiede competenze specifiche e continuità di azione nel delicato settore dell’Urbanistica, già in sofferenza a causa della congiuntura economica e di un Regolamento Urbanistico approvato solo nel 2009 ma che travisa i reali bisogni di questo territorio. L’altro punto delicato è quello relativo ai Lavori Pubblici che, osservando da vicino come sono stati portati avanti finora, abbiamo maturato la convinzione che meritino sicuramente un impegno più trasparente e probabilmente maggiore competenza. Con tali premesse questo assessorato potrebbe e dovrebbe ricomprendere nel proprio ambito anche la delega alle manutenzioni, che generalmente gli appartiene per continuità d’azione. Abbiamo quindi ritenuto che le profonde divergenze d’opinione col sindaco dovessero esprimersi coerentemente con le nostre dimissioni, comunicate al Sindaco il 15 novembre all’indomani del rimpasto. Dimissioni che saranno rese pienamente efficaci dal 31 di Dicembre prossimo, per poter ultimare quegli interventi urgenti di nostra competenza già avviati e prossimi alla conclusione.


Sonia Guarneri e Fabio Bernardini   

lunedì 11 ottobre 2010

Un’occasione persa

Venerdì 1 ottobre in Consiglio Comunale si sono discusse le sorti dell’Azienda Santa Chiara e inevitabilmente del caso Orsi. Purtroppo un’importante occasione di confronto positivo è andata sprecata ed abbiamo assistito ad un brutto spettacolo che poteva essere evitato. Si è cercato lo scontro e non il dialogo, anche in un momento così difficile, quando opportunità e ragionevolezza lo esigevano. L’amministrazione comunale ha commesso un grave errore con la nomina di Orsi, evitando di accettare le dimissioni del Consiglio di Amministrazione (CdA), crediamo abbia perso l’occasione di sanare la complessa situazione creatasi. Le lamentele dei dipendenti, quelle delle organizzazioni sindacali, le richieste delle opposizioni ed il suggerimento di Progetto Originario di procedere a nuove nomine secondo criteri di vera trasparenza, utilizzando un bando pubblico, non sono valse a convincere il Sindaco a prendere tale provvedimento. Anzi, la rimanente parte del gruppo consiliare della Lista Civica, col pieno appoggio dalla consigliera Bassini, si è arroccata nell’erigere un muro difensivo attorno all’attuale CdA. Eppure dopo il clamore del caso Orsi, sarebbe servito un deciso segnale di svolta. Non si trattava di condannare gli attuali membri del CdA della casa di riposo, sebbene avessero nominato Orsi presidente, quanto di indicare un metodo diverso da quello infelicemente intrapreso un anno fa, ritornando alle nomine attraverso il bando pubblico anziché su scelta puramente discrezionale. Poteva essere affrontato il problema con umiltà, puntando alla costituzione di un nuovo CdA di garanzia, accreditato da tutti. Purtroppo così non è stato. Il Sindaco si è assunto la responsabilità della nomina di Orsi, ripercorrendo poi le tappe del lavoro svolto da CdA del S. Chiara con una relazione dettagliata, senza però, a nostro avviso, affrontare il vero problema politico e le questioni sollevate dalle opposizioni. L’assunzione di responsabilità impone l’indicazione di soluzioni nuove, mirate a sanare le difficili condizioni createsi. Tra gli amministratori solo gli assessori Guarneri e Bernardini hanno saputo responsabilmente chiedere scusa alla cittadinanza per non aver saputo vigilare puntualmente sulla situazione del S. Chiara, pretendendo da Orsi quella condivisione che è sicuramente mancata. A nostro parere sono poi risultati particolarmente inopportuni gli interventi verbalmente violenti, al limite dell’ingiuria, ben poco appropriati rispetto alla presente situazione e stridenti con la sede istituzionale che li ha raccolti. Anche la continua riproposizione dell’elenco degli errori commessi dalle amministrazioni passate può sembrare oggi, dopo 16 mesi di governo, un espediente retorico poco onorevole per sfuggire alle proprie responsabilità. A fine serata il voto poteva ancora risolvere dignitosamente una complicata seduta, ma anche in questo caso si è rifuggita una unanimità che sembrava a portata di mano. Il documento presentato dalle opposizioni di centro-sinistra chiedeva al Sindaco di procedere alla revoca del vecchio e alla nomina del nuovo Cda attraverso un bando pubblico, una volta condivisi tra maggioranza e opposizione criteri trasparenti di selezione. A metà serata, però, l’assessore Bernardini ha svelato la notizia della presentazione delle dimissioni spontanee dei membri del CdA espressi dal Comune di Volterra, proponendo perciò un emendamento al testo, per dare mandato al Sindaco, non tanto di revocare le nomine, quanto di accettare le loro dimissioni. L’emendamento è passato con 11 voti favorevoli: Città Aperta, Sinistra per Volterra, i consiglieri aderenti a Progetto Originario con la capogruppo Tonelli ai quali si è aggiunto il voto del Sindaco.  Successivamente però il documento emendato è stato respinto con 10 voti contro 10, perchè il Sindaco in questo caso si è espresso negativamente.  Il Cda del Santa Chiara pertanto resta al suo posto.
Progetto Originario Lista Civica