domenica 29 aprile 2012

L’ospedale, un bene di tutti

L'ospedale è un bene di tutti. Non è solo di SOS Volterra, solo del Sindaco, solo della lista civica o solo degli operatori.

La manifestazione di sabato 28 aprile è legittima, ma è stata organizzata e voluta per tenere divisi chi da sempre si batte per la difesa dei servizi sul territorio. Niente assemblee pubbliche, niente confronti. Si può solo aderire o non aderire. Nel totale dispregio di ciò che si chiama democrazia.

Purtroppo si è sprecata un'occasione importante di tenere insieme le forze di tutti. Una scelta miope e stupida, perché la manifestazione dura due ore e non porterà niente se non va nella direzione di costruire un percorso insieme.

Sosterremo sempre e comunque le iniziative volte a dare un contributo alla difesa dei nostri servizi, a fianco di quei cittadini che in buona fede e di qualsiasi appartenenza politica rivendicano il diritto alla tutela della salute.

Non rinunceremo mai, però, al rispetto del percorso democratico e del libero pensiero. Così come pretendiamo da chi governa coerenza. Quella che è mancata quando con la mano destra si è firmato un documento che penalizza il nostro ospedale e con la mano sinistra si alza il cartello per la protesta di piazza contro i tagli che si è contribuito ad autorizzare.



Progetto Originario

Quando la democrazia è di peso

E’ stata una brutta sorpresa leggere in queste settimane che la democrazia è considerata dal primo cittadino e dai suoi sostenitori “una noia” e una “perdita di tempo”. E’ facile in un periodo di profonda crisi morale ed economica offrire la sponda dell’aggregazione cieca, della fiducia incondizionata ad aspiranti capipopolo, presunti portatori degli interessi di tutti. In tempi di incertezze e paure ricorre nella storia la comparsa di movimenti o pulsioni politiche tese alla ricerca di scorciatoie autoritarie. Ancora oggi molte persone restano politicamente ingenue e, disorientate dall'incertezza, possono cadere nella trappola per correre sotto l'ombrello di presunti unti del Signore. La democrazia richiede un po' di pazienza, si sa. Le decisioni si potrebbero affrettare annullando il confronto e togliendo dignità alle opinioni diverse. Poco male se, ascoltando punti di vista molteplici, si potrebbe acquisire una visione più chiara e completa dei problemi. E magari anche una diversa consapevolezza delle responsabilità di chi governa. Proprio qui sta il punto. Questo non è ammesso. Chi decide non si discute e tanto meno si critica, secondo i suoi discepoli  c'è bisogno soltanto di accodarsi e fare massa. Chi argomenta, chi dissente è un “dispensatore di veleno”. Una visione rozza e gerarchica del potere, dove è ammesso solo il sostegno cieco o, in alternativa, lo scontro. Sembrerà strano ma queste sciagurate tendenze, che sembravano superate, riaffiorano, ritornano. Puntuali nei momenti bui della storia. Probabilmente in alcuni di noi questi istinti erano soltanto sopiti, mascherati da cerimoniali di superficie. La democrazia che si nutre di dubbi e verifiche, di libera circolazione di notizie e di teorie complesse fa presto a finire screditata. Eppure in questi giorni è stata celebrata la ricorrenza del 25 aprile. Una data che dovrebbe ricordarci come, proprio nei momenti di profonda crisi, il presidio dei valori fondanti della democrazia e il metodo democratico, sono i soli ad impedirci di scivolare pericolosamente verso un nuovo, moderno fascismo.

Sonia Guarneri, Progetto Originario

sabato 28 aprile 2012

Serenata celeste

Non ho intenzione di dedicare molte righe, per parte mia definitive, alla polemica innescata dal sindaco, perché di fronte a tanti problemi gravi trovo che simili schermaglie personali sulla stampa siano anche di cattivo gusto. Tanto più che lo stesso sindaco non si è mai dato pena di rispondere alle numerose domande pubbliche che gli sono state poste sul Protocollo per la Sanità, sul S. Chiara, sul progetto Puretta e su tanti altri temi di interesse generale.  Buselli in mancanza di argomenti corrobora la polemica ricorrendo ad un profluvio di epiteti poco lusinghieri, affibbiati agli interlocutori. L'ultimo coniato è “dispensatori di veleno”. Ironia della sorte, lo stesso numero de La Spalletta ospitava una lunga serie di articoli anonimi dei supporters del sindaco dedicati ai suoi avversari, il cui registro variava dal tono allusivo a quello offensivo vero e proprio. Viceversa il gruppo di Progetto Originario presentava due articoli, entrambi rigorosamente firmati, uno sul Consiglio Comunale di Zona che ospiterà i professori Cheli e Luzzati e l'altro sulla necessità di rigore democratico quando si affrontano temi delicati come la sanità (relegato a pag. 20, non lontano dall'inserto promozionale dell'amministrazione finanziato con soldi pubblici). Mi ha ricordato la storiella del bue che dà del cornuto all'asino, a riprova del fatto che una certa politica manca di tutto tranne che di sfrontatezza. 

Quanto all'appello all'unità, non posso che rammentare al sindaco che siamo stati a lungo uniti in materia di sanità. Fino a quando non ha epurato dal Protocollo sulle Politiche Sanitarie gli articoli ed i commi dedicati alla salvaguardia del reparto di Cardiologia, dell'attività Pediatrica, Ostetrica e di altre specialità ospedaliere. Quella sua iniziativa arbitraria non ha soltanto infranto un fronte politico: ha consentito in poche settimane al direttore generale Damone di eliminare le reperibilità ostetrica e pediatrica, portando all'azzeramento dei letti di degenza pediatrica nell'ospedale di Volterra. A breve, rischia di consentire l'accorpamento di Cardiologia e Medicina, con la cancellazione di tre infermieri di ruolo e una serie di ulteriori conseguenze negative. Dunque ci scuserà, il sindaco, se non gli intoniamo una “serenata celeste” come vorrebbe, ma ci permettiamo qualche critica. In fondo i suoi predecessori sono stati maltrattati per molto meno.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

lunedì 23 aprile 2012

SOS democrazia

L’intervento del presidente dell’associazione SOS Volterra, Alberto Chiodi, non lascia dubbi. E’ l'illustrazione del suo ben misero concetto di democrazia, che rafforza i dubbi sulla buona fede dell’associazione fondata dal sindaco. Chiodi dichiara che è stata fatta di proposito la scelta di evitare i confronti pubblici per l’organizzazione della manifestazione per l'ospedale, perché dice: “sarebbero scaturite altre bavose polemiche e una grossissima perdita di tempo”. A parte il gergo alla Calderoli, il concetto espresso è chiaro: trasparenza e democrazia sono robaccia e perdita di tempo. Il presidente di SOS prosegue, affermando di aver rinunciato ad un incontro con le forze politiche perché “sarebbe stato compito abbastanza arduo dato il poco tempo a disposizione” e poi “sarebbe nata solo tanta confusione”. Non solo quindi la democrazia fa perdere tempo, ma è pure generatrice di confusione. Ah, caro lei! Come sarebbe tutto più facile, più pulito, se uno solo decidesse per tutti... Nella stagione della democrazia sospesa, del governo-tecnico, si sentiva il bisogno della “piazza tecnica”. Mancava.
Ci ritroviamo dunque a dover spiegare perché in questi casi la democrazia serva. Serve, perché esprime un concetto di comunità più alto, che include anche il diritto alla copertura sanitaria per tutti. Serve perché la sanità non riguarda solo un'associazione, o un gruppo di persone e nemmeno i soli operatori ospedalieri. Riguarda tutti. Se vuole guardarla sotto un profilo più terra terra, Chiodi, serve anche per rendere più plurale ed incisiva una legittima protesta. Sia chiaro, infatti, che riteniamo legittime le richieste e le rimostranze degli operatori e degli utenti. Aggiungiamo che ci fa piacere che alcuni operatori abbiano deciso di mettersi in gioco direttamente per difendere non solo il loro posto di lavoro e la loro dignità professionale, ma anche il servizio che rendono alla collettività. Per anni abbiamo denunciato, talvolta in pochi, i rischi che correva il nostro ospedale e il sistema sanitario dell'Alta Val di Cecina. Adesso che le fosche previsioni si stanno avverando purtroppo, gli operatori fanno bene a muoversi. Attenti però alle strumentalizzazioni. Presidente e vicepresidente di SOS Volterra hanno un bel gridare “non vogliamo i partiti!”, avendo la tessera del partito del sindaco in tasca. Un filo di contraddizione affiora.
Il metodo difeso da Chiodi non a caso aderisce appieno a quello del sindaco. Un sistema che non ci stancheremo di rigettare. Perché non opera in modo trasparente. Perché elimina il confronto. Perché tende ad alzare gli steccati, piuttosto che abbatterli. Perché esclude, anziché includere. Sicuramente il confronto sul protocollo per le politiche sanitarie in Alta Val di Cecina potrebbe infastidire qualcuno. Che si troverebbe a dover rispondere a interrogativi imbarazzanti. Infatti, siamo in molti a pensare che il protocollo d’intesa, siglato dal sindaco e dal direttore generale della ASL 5, abbia prodotto come immediata, infausta conseguenza la soppressione delle reperibilità ostetrica e pediatrica, quindi l’azzeramento definitivo del settore materno-infantile. Ora quel protocollo renderà possibile, anzi imminente, lo spostamento della cardiologia in medicina generale, con la conseguente perdita di personale. E' buono un accordo se consente questi tagli? Forse sarebbe opportuno parlarne in assemblea pubblica.
Comunque la si pensi, riteniamo che non si possa rinunciare in nessun caso al metodo democratico, in particolare quando si parla di sanità. Se la sanità, l'ospedale, i servizi sul territorio sono beni di tutti, allora occorre includere tutti. Anche quelli che hanno opinioni diverse, anche le controparti. Nient'altro che l'ABC della democrazia. Puro e semplice.
Commissione Sanità - Progetto Originario

Convivere con Solvay

In questi ultimi mesi in varie occasioni le cronache dei giornali sono tornate a parlare della società Solvay. Un'azienda che svolge attività così imponenti a cavallo delle province di Pisa e Livorno da suscitare numerose polemiche e perfino scontri tra istituzioni. La nostra convinzione è che spesso alle pubbliche amministrazioni, specie alla parte politica, manchi un’adeguata conoscenza dei fenomeni complessi come quelli connessi ad un'impresa chimica di tali dimensioni. Senza i dovuti approfondimenti, prendere decisioni su questi temi che avranno conseguenze di lungo periodo è quantomeno avventato. Per fortuna gli strumenti conoscitivi disponibili oggi sono più numerosi e completi rispetto al passato. Occorre però utilizzarli. Per questo motivo il gruppo consiliare di Progetto Originario e quello di Sinistra per Volterra, accogliendo l'invito del Comitato per i beni comuni, hanno proposto al sindaco Buselli di organizzare un Consiglio Comunale Aperto di Zona in cui invitare i professori Cheli e Luzzati dell'Università di Pisa, che recentemente hanno condotto un'approfondita indagine sull'attività Solvay in Val di Cecina e le sue ricadute. Lo studio, finanziato dalla Regione, è stato pubblicato dalle Edizioni Plus e porta il titolo “Ricadute economiche, sociali e ambientali della Solvay in Val di Cecina”. Vi sono illustrati dal punto di vista scientifico i costi/benefici di un'attività iniziata al principio del secolo scorso e progressivamente modificatasi. Mentre metodi e ricadute della produzione si sono evolute inesorabilmente, sono cambiate anche le condizioni ambientali. Per esempio, la disponibilità d'acqua è sensibilmente inferiore rispetto al passato. Ma le regole stabilite dalle amministrazioni non sembrano essere state adeguatamente aggiornate, infatti, per restare sul tema della disponibilità idrica, il canone provinciale di concessione per l'acqua prelevata dall'azienda si limita a un centesimo di euro al metro cubo. Lo studio oltre ad investire i temi ambientali si concentra molto sugli aspetti economici, evidenziando l'evoluzione del rapporto ricchezza prodotta e redistribuita sulla Val di Cecina e la prospiciente costa. 
La proposta dei capigruppo Bernardini e Cucini  mira quindi ad offrire un'importante occasione di approfondimento a tutte le amministrazioni coinvolte a vario livello dall'attività Solvay (Volterra, Montecatini VC, Pomarance, Castelnuovo VC ma eventualmente anche quelle dalla bassa Val di Cecina che vorranno partecipare). Occasione che potrebbe senz'altro essere impiegata anche per rinnovare la possibilità di uno scambio di opinioni, alla luce di  più estese ed approfondite conoscenze. Il sindaco Buselli si è detto disponibile ad ospitare nel Comune di Volterra l'iniziativa, che dovrebbe tenersi entro il mese di maggio. Vista l'importanza dei temi trattati, ci auguriamo la partecipazione di un cospicuo numero di amministratori e di cittadini.
 
Progetto Originario, Commissione Ambiente      

lunedì 16 aprile 2012

Chi controlla il Santa Chiara?


Il 16 febbraio come Progetto Originario abbiamo presentato un'interrogazione al sindaco Buselli, affinché ci trasmettesse l'elenco degli incarichi professionali, delle consulenze ed eventuali affidamenti di lavori a ditte esterne (per importi superiori a 2.000,00 euro) affidati dall'azienda S. Chiara da giugno 2009 a dicembre 2011. Visto che l'azienda ha seri problemi di bilancio e tenuto conto della rocambolesca vicenda Orsi, ci sembrava che una simile richiesta fosse più che ragionevole. In questi giorni ci è arrivata la risposta: stilare un simile elenco è troppo impegnativo visto il personale amministrativo a disposizione dell'azienda.  Poiché i consiglieri comunali per legge hanno pieno diritto d'accesso a questi dati, la lettera proseguiva chiarendo che, se proprio queste informazioni ci interessano, possiamo sempre andare in sede e raccoglierli di persona. E' quanto faremo quanto prima. Non mettiamo assolutamente in dubbio il fatto che il personale amministrativo in forza all'azienda non sia molto e senz'altro avrà molte cose da fare, ma non possiamo fare a meno di porre pubblicamente al sindaco alcune ulteriori domande. Come può un sindaco e con lui l'amministrazione comunale controllare l'ASP S. Chiara, se non si dimostrano neppure in grado di farsi rilasciare l'elenco degli incarichi professionali assegnati? Le ASP (Aziende Servizi alla Persona) hanno personalità giuridica di diritto pubblico e il Comune di riferimento dovrebbe poter esercitare il controllo per mantenere una buona gestione. Nel caso del S. Chiara di oggi, con i gravi problemi di bilancio che conosciamo, il dovere dell'esercizio del controllo da parte del Comune è ancora più stringente, perché il rischio di mettere un piede in fallo cresce all'aumentare delle incognite irrisolte. Per questo ci saremmo aspettati che simili ricognizioni sui conti, che verificassero le fonti di spesa esterne, fossero già state disposte in occasione dei recenti avvicendamenti dei due presidenti e di altrettanti consigli di amministrazione. Come è stato possibile analizzare attentamente la serie dei bilanci in rosso senza vagliare queste voci di spesa?  Sicuramente non sarà il caso del S. Chiara ma in genere, quando si analizza il bilancio di un'azienda, la voce “consulenze” è una delle più indicative e quindi tra le più importanti da osservare. Ancor più ci meraviglia, poi, che anche il piano di sviluppo strategico approvato dal cda e dalla maggioranza in Consiglio Comunale, quello redatto dalla società Iris, non abbia posto tra le sue premesse una ricognizione puntuale delle spese, per fondarsi evidentemente sulla mera lettura del bilancio. Proprio perché le cose vanno molto male, non si può continuare a scherzare. Se crediamo ancora che il S. Chiara sia un'azienda pubblica importante per la città, abbiamo tutti il dovere, a cominciare dall'Amministrazione Comunale, di occuparcene con più scrupolo.

Progetto Originario

L'età della ragione

La scorsa settimana su questo giornale io e Progetto Originario siamo stati attaccati con perfetta sincronia (e stile simile) dal sindaco, da Emanuele Orsi, dalla nonna partecipativa, dagli anonimi “Amici del bar” e qualche altro pseudonimo può essermi sfuggito. Ogni orchestra ha il suo direttore, per cui rispondendo al sindaco spero di soddisfare tutti i musicanti. Caro sindaco, il tuo modo di fare politica, il linguaggio e i metodi che adotti fanno parte di un tipo di populismo il cui modello è la lega. Come la lega, cerchi di sfruttare un malessere causato da problemi reali, talvolta sacrosanti, per costruire attorno a te e ai tuoi alleati un facile consenso. I tagli all’ospedale costituiscono un problema vero e sentito, ma non è serio usare l’associazione SOS Volterra, di cui se non sbaglio sei presidente onorario, per pilotare una protesta che sostiene di voler stare “al sopra delle parti e dei partiti”. Perfino i bambini a Volterra sanno che SOS è l’associazione del sindaco. Anch’io fui tra i soci fondatori e conosco bene la sua natura: è tutt’altro che apolitica.
Anche tu come la lega non temi di contraddirti, anche platealmente, quando si tratta di puntellare i tuoi interessi. La lega era per l’abolizione delle Province, finché non ne ha conquistate numerose nelle Regioni del nord. Tu eri per l’abolizione della Società della Salute fino ad un minuto prima di diventarne presidente. Da quel momento ti sei opposto strenuamente perfino ad avviare una discussione interna alla lista civica sull’efficacia di quell’ente. Io e gli amici di Progetto ti abbiamo ripetutamente invitato a giocare a carte scoperte sul tema della sanità e dell’ospedale, proponendo un confronto aperto con tutti gli interlocutori. Magari per costruire una o più iniziative insieme, su un programma condiviso. Ma il confronto aperto proprio non fa per te. Dici di non voler parlare del Protocollo sulla Sanità che hai approvato in Comune, perché io non capirei. Tuttavia è ai cittadini, non a me, che devi spiegare perché tu e il tuo partito avete eliminato da quel documento, col vostro voto in Consiglio, gli impegni a tutela di cardiologia, ostetricia, pediatria e per la guardia attiva anestesiologica. Vedi, noi di Progetto Originario, avendo vissuto dal di dentro l’esperienza della lista civica, siamo diventati guardinghi di necessità. Quando ti abbiamo concesso fiducia, l’abbiamo pagata trovandoci Emanuele Orsi presidente del Santa Chiara e Amministratore Unico di ASV, un bilancio comunale fuori controllo, le dimissioni del professor Furlanis e Volterra fuori dall’Unione dei Comuni.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

sabato 14 aprile 2012

Caro Marco, hai gettato la maschera

 
Marco Buselli in risposta ad un articolo della Commissione Sanità di Progetto Originario in merito alla imminente manifestazione per l’ospedale ed al ruolo del sindaco, nello scorso numero de “La Spalletta” sceglie di replicare con un attacco personale al nostro capogruppo Fabio Bernardini.
Non ci sorprende, è il suo stile. Buselli ha sempre vissuto con difficoltà il confronto con Bernardini. Li distingue una  caratteristica: i salti in avanti del primo e la ragionevolezza e il rispetto per il percorso democratico del secondo. Bernardini, è vero, non agisce mai d’istinto ma in qualsiasi contesto si trovi, si  contraddistingue per  coerenza e coraggio.
L’attacco che gli rivolge Buselli  ne è una riprova. Marco dimentica di essere un Sindaco e di dover agire come tale e si lancia in una vera e propria aggressione alla persona.
I sindaci veri parlano con i documenti e con gli atti amministrativi, non con gli articoli sul giornale.  Questo perché le amministrazioni non le muovono le chiacchiere da bar ma gli atti che si firmano e i voti che si esprimono. E tu caro Sindaco hai firmato per la riorganizzazione dell’ospedale accordandoti  con Damone. Di cosa ti vai lamentando? Hai perfino trovato un punto di convergenza con il PD!!  di fatto hai approvato la chiusura del punto nascita, la permanenza di pediatria in medicina, il ridimensionamento del laboratorio analisi e in ultimo non hai voluto inserire alcuna salvaguardia per cardiologia. Lo dicono i tuoi atti, quelli che firmi nelle segrete stanze con il Direttore generale. Se non eri d’accordo, da sindaco, avresti dovuto non firmare.Perché adesso scendi in Piazza? Crediamo che sia piuttosto evidente che la tua è solo e ancora una volta propaganda politica, un tentativo maldestro di scrollarti le tue colpe.  Hai già gli strumenti per fare pressione sul Direttore Generale e ti sono dati dal ruolo che ricopri e dagli atti che puoi fare.
Crediamo sia piuttosto evidente l’inefficacia della tua azione di Sindaco, specialmente in sanità: in soli due anni abbiamo subito più tagli che negli ultimi 15. Un vero record.  Questa è la riprova più eclatante che prima di agire forse ti converrebbe riflettere. Impara qualcosa da Bernardini.
Manola, Simone, Luigi, Sonia, Silvia e Francesco-  Progetto Originario, Commissione Sanità

martedì 10 aprile 2012

Bastian contrari e orgogliosi di esserlo

La settimana scorsa leggendo un commento firmato da “Amici del bar”, uno dei numerosi pseudonimi usati per supportare l'operato del sindaco e della lista civica Uniti per Volterra, troviamo che ci viene rivolto un nuovo, garbato titolo, quello di “bastian contrari”.  Progetto Originario è quel gruppo di consiglieri comunali e di sostenitori attivi che fece la campagna elettorale con Buselli e che, alla luce della sua politica che rinnega gli impegni elettorali ed in sostanziale continuità col passato, nel dicembre 2010 ha lasciato tutte le cariche attribuite (2 assessorati e una delega ed altre nomine in enti e organismi interni ed esterni al Comune), collocandosi come gruppo indipendente in Consiglio Comunale. Gli interessati, per inciso, rifiutarono tutte le ulteriori offerte che, nella vecchia logica dell'occupazione dei posti, gli furono avanzate affinché si mettessero in riga senza far storie, tra cui: l'assessorato al bilancio, una nomina nell'organo di indirizzo della Fondazione CRV, la presidenza di ASV, la presidenza della Commissione Comunale Ambiente e Territorio, ecc.. Il ruolo di Progetto è stato ed è tutt’ora quello di esprimere una reale attività di proposta e di controllo rispetto all’azione di governo, rimanendo coerenti col programma elettorale con il quale ci presentammo agli elettori. Documentandosi il più puntualmente possibile su quanto accade in Comune, il gruppo rileva le cose che funzionano e quelle che non vanno, evidenzia le contraddizioni ed esprime un voto in piena libertà e coerente con i patti elettorali.

La Lista Civica “Uniti per Volterra” e 11 consiglieri con baricentro sbilanciato a destra sono ciò che rimane a Buselli, dopo la sua operazione di puro trasformismo. Tale compagine politica ha molti abusi di cui rendere conto alla città. Ad esempio deve rendere conto del perché ha affidato ruoli di rilievo (spesso ben  retribuiti) ad emeriti sconosciuti privi di competenza o del perché ha allontanato menti illuminate e eccellenti professionalità (si ricordi il vuoto lasciato dal  Prof. Furlanis). Dovrebbe spiegare anche perché ha abbandonato il principio di trasversalità, posto alla base del progetto votato dagli elettori, inglobando la consigliera Bassini espressione dell'estrema destra che non ha certo aderito a tale criterio. Concedendo a suggello del patto una nomina all'ATO-acqua in regalo al suo plenipotenziario Costanzi, rappresentante La Destra di Storace. Dovrebbe chiarire perché abbia assunto decisioni completamente contrarie al programma elettorale. Perché ha firmato un protocollo di intesa sul futuro dell’ospedale molto al ribasso, rispetto quanto promesso ai cittadini? Come mai non ha aderito all’Unione dei Comuni (obiettivo del programma elettorale), lasciando la città in posizione di isolamento rispetto la Val di Cecina e perdendo le deleghe in materia di bonifica, forestazione e agricoltura? Come mai ha abbandonato la viabilità minore, senza neppure sentire il parere degli interessati? Perché ha ridotto ad un campo di battaglia la macchina comunale, avvilendo professionalità e competenze? Perché non sono state ancora individuate le aree di espansione urbanistica diverse dal deprecato ed instabile “affaccio a sud”? Perché ha lasciato interdire nel silenzio l'accesso a tutta l'area di Poggio alle Croci? Ancora potremmo chieder loro come mai alle vecchie clientele se ne sono semplicemente sostituite delle nuove. Ma non avrebbe dovuto abbandonare il “metodo clientelare” per dare spazio a procedure trasparenti ad evidenza pubblica?

Cari Amici del bar, che vi mascherate da privati cittadini pur essendo parte politica, se essere bastian contrari vuol dire essere coerenti, a costo di rinunciare ai privilegi di una vittoria elettorale, allora sì, lo siamo. In un tempo in cui è senso comune usare la politica per ottenere posti al sole, le persone oneste hanno il dovere di non conformarsi a questo andazzo. Rispetto al vostro agire siamo certamente bastian contrari. E perfino orgogliosi di esserlo.

Progetto Originario

Il sale di domani

Dopo il mio ultimo articolo sulla vertenza Solvay, mi potevo aspettare una replica dell’ufficio stampa della multinazionale. E’ arrivata invece una risposta vagamente acida da parte della lista civica del sindaco. Da bravi soldatini, so che i rappresentanti di UpV non proferirebbero verbo se non comandati da Palazzo dei Priori. Non a caso il gruppo dirigente del 2010 che osò criticare il sindaco per le sue frequenti iniziative arbitrarie fu destituito. Operazione portata a termine reclutando un drappello di iscritti dell’ultimo minuto per modificare ad arte la maggioranza dell’assemblea. Il nuovo gruppo dirigente di Uniti per Volterra, quindi, è formato in gran parte da gente arrivata dopo la vittoria elettorale o dalle terze file dell’assemblea del 2009. Non c’è da stupirsi se chi ha scritto l’articolo della scorsa settimana è stato approssimativo e soprattutto si è lasciato sfuggire una emerita corbelleria. Qualsiasi persona di normale buon senso avrebbe intuito che, in fase di contenzioso legale aperto tra Solvay e il Comune di Volterra, non è molto astuto da parte del partito del sindaco affermare nero su bianco dalle colonne di un giornale che il cantiere dei Boschini è stato bloccato al fine di “coadiuvare” i “movimenti di protesta”. Sarà stato contento nel leggere questo brano l’architetto che ha sottoscritto le due determine dirigenziali che ordinarono il blocco. Documenti ovviamente motivati con argomenti puramente tecnici, in seguito impugnati dai legali di Solvay Italia. Ancora una volta emerge che spirito e cautela con cui sono affrontati certi argomenti possono risultare completamente diversi, a seconda che l’intento sia la ricerca di risultati concreti o fare il solletico sulla pancia all'elettorato. Sulla questione del contenzioso legale mi fermo qui, perché mi sembra che la posizione del mio Comune possa soltanto indebolirsi aggiungendo ulteriori considerazioni a riguardo.

Vengo ora alle imprecisioni e confermo l'opinione già espressa in Consiglio. Appresa la nuova situazione verificatasi ai Boschini, a mio parere, sarebbe stato più opportuno da parte dell'amministrazione comunale, prima di procedere al blocco, tentare la strada del dialogo. Convocando Solvay e informando l’ente più direttamente interessato (la Regione). Ritengo infatti che, dopo un unico incontro ufficiale avvenuto tra i responsabili Solvay Italia e quelli del Comune nel 2010, peraltro centrato sul tema generale della loro attività in Val di Cecina, non potessero considerarsi esauriti i tentativi di dialogo con l’azienda. Accertate le nuove subsidenze ai Boschini, un ulteriore sforzo di trattativa sarebbe stato indicato. Innanzitutto perché queste modificavano lo scenario, ma anche per dimostrare universalmente che l’eventuale avvio di un braccio di ferro dagli esiti incerti non era negli intenti del Comune. Infine, perché sono certo che qualsiasi soluzione del problema degna di questo nome potrà venire soltanto da un accordo mediato. Dunque vengo a rilanciare al partito del sindaco l'unica proposta concreta sentita finora. Visto che l'amministrazione di Pomarance una settimana fa ha annunciato pubblicamente che intende rinunciare al progetto di Puretta, penso che al Comune di Volterra si offra un'occasione unica per rompere gli indugi. Adesso Buselli è sollevato dalla responsabilità dello strappo, visto che il coraggio per annunciare il cambio di rotta l'ha trovato per primo il sindaco Martignoni. Ragione di più per stringersi attorno all'amministrazione di Pomarance e annunciare a nostra volta la rinuncia al progetto di Puretta. Verrebbe a coagularsi un'unità d'intenti decisiva. Avviando una nuova fase di intesa e distensione che contribuirebbe anche a riannodare le politiche di zona, mai tanto squassate come nell'ultimo anno. Eliminare l'improbabile progetto Puretta renderebbe efficaci le sentenze del TAR Toscano e del Consiglio di Stato sul progetto di coltivazione dei giacimenti salini ex Monopoli. Facendo giustizia degli espedienti poco lusinghieri messi in atto per aggirare il responso dei giudici. La Regione a quel punto dovrebbe riscrivere le prescrizioni al progetto di coltivazione con maggiore cura e approfondimento, cercando misure di mitigazione serie. Soprattutto si obbligherebbero tutti i soggetti interessati a sedersi intorno ad un tavolo, per riavviare una discussione complessiva sull'attività mineraria e sul suo peso. Per ricercare misure di contenimento dei prelievi compatibili con gli scenari futuri. Questa è la giusta strada. Ogni persona di buon senso, infatti, ha capito ormai che l'acqua disponibile negli anni a venire sarà sempre meno. Amministrazioni pubbliche serie non possono più permettersi di accettare gli enormi sprechi del passato e del presente.

Fabio Bernardini, Progetto Originario 


SOS, associazione di lotta e di governo

Finora SOS Volterra aveva glissato sulla questione del protocollo per le politiche sanitarie siglato dal Sindaco Buselli con la ASL, probabilmente per non mettere in luce le profonde contraddizioni di un Sindaco che prima si accorda con la ASL sul futuro della sanità in Val di Cecina e poi istiga la sua associazione alla protesta di piazza sullo stesso tema. Nell’ultimo numero di questo settimanale, invece, abbiamo letto che l’associazione del Sindaco si augura la firma a breve del protocollo, senza il quale “l’ospedale di Volterra rischia da un momento all’altro la chiusura”. A detta di SOS il protocollo costituisce uno strumento per individuare “i punti di sviluppo del nostro ospedale”, indispensabile perché “sul Piano Sanitario si dice chiaramente che laddove c’è un protocollo firmato, per quanto riguarda gli ospedali montani, determinate garanzie vengono fatte proprie dal Piano”. Ora delle due l'una: o il protocollo fornisce garanzie, dunque firmato quello non c'è motivo per manifestare, oppure non garantisce a sufficienza o affatto il futuro della sanità in Val di Cecina. In questo caso occorre manifestare semmai contro il protocollo che tratteggia i destini della sanità ospedaliera e territoriale in modo così poco convincente.

Noi propendiamo decisamente per questa seconda tesi. Infatti c’è da chiedersi di quali garanzie stiano parlando i signori di SOS, visto che nel documento non viene neppure citata la parola Cardiologia. Tanto per fare un esempio. Difatti l’accorpamento con Medicina sembra imminente. Il gruppo di Progetto Originario chiese in Consiglio Comunale di inserire alcuni passaggi nel protocollo a garanzia di Cardiologia, di Maternità, di Pediatria, ma le proposte furono bocciate proprio dal partito del Sindaco. E' tutto a verbale e dimostrabile. Perché il Sindaco non approvò gli emendamenti che avrebbero garantito il mantenimento dell'attuale livello di servizio a Cardiologia e Utic e un servizio dignitoso a Maternità e Pediatria? A noi viene a mente una sola risposta convincente: perché su questi temi aveva già accettato gli indirizzi del dr Damone in sede di discussione del protocollo. In pubblico però preferisce far finta di cadere dalle nuvole. Se trovate una risposta più credibile della nostra, fatevi pure avanti. Ci piacerebbe sentirla. 

Suggeriamo quindi all’associazione di leggere bene il protocollo. Questo entra in dettagli tecnici talvolta anche eccessivi per un documento di indirizzo quale dovrebbe essere, ma assolutamente non pone principi di garanzia per comparti delicati come quelli che abbiamo precedentemente indicato. O per il laboratorio analisi, per citarne un altro. Siccome la piattaforma della manifestazione promossa da SOS Volterra avanza anch'essa queste richieste, come può la stessa associazione inneggiare un protocollo che consente questi tagli? Non trovate contraddittorio approvare un simile documento e portarne in piazza uno di segno completamente diverso? In questi ultimi mesi Progetto Originario ha sollecitato più volte il Sindaco per porre rimedio a queste carenze prima di far approdare il protocollo in Regione per la firma definitiva. Ma nulla è stato fatto. Così il direttore generale ha potuto “riorganizzare” a suo piacimento reparti e servizi, senza di fatto violare i contenuti del protocollo. Più volte abbiamo denunciato l’azione sconsiderata della direzione Asl 5 nei confronti del nostro presidio, non ultime le soppressioni delle reperibilità pediatrica e ostetrica. Ma saremo ciechi se non vedessimo che queste derivano da un accordo con l’amministrazione comunale. Un accordo che si chiama protocollo d'intesa sulle politiche sanitarie in Val di Cecina. Un’associazione indipendente dovrebbe tenere di conto anche di questi fatti, per non apparire come un semplice strumento di propaganda nelle mani di un'amministrazione comunale in caduta libera.



Commissione Sanità – Progetto Originario

lunedì 2 aprile 2012

Per l’ospedale o per la faccia?

Mentre il neomovimento per l’ospedale promuove una manifestazione per il prossimo 28 aprile, voci di corridoio annunciano l’imminente accorpamento della Cardiologia alla Medicina Generale  già dal prossimo 1 di aprile. Contemporaneamente la Regione si accinge a varare il protocollo d’intesa già siglato dal sindaco Buselli e dalla direzione ASL 5 e approvato in Consiglio Comunale con i voti della maggioranza e del PD. Protocollo (accordo) che deliberatamente non contiene nessun vincolo che scongiuri l’accorpamento annunciato per la Cardiologia. Se allora dovessimo veder sfilare il Sindaco in fascia tricolore alla manifestazione del 28 di aprile, che tra le varie richieste avanzate alla ASL 5 annovera anche il mantenimento dell’attuale organizzazione della Cardiologia, dovrebbe sorgerci il ragionevole dubbio di essere presi per i fondelli. Perché, se il Sindaco voleva evitare l'accorpamento di Cardiologia, non ha inserito un paragrafo specifico nel protocollo, come gli chiese il gruppo consiliare di Progetto Originario? Se una amministrazione ha degli obiettivi, la strada maestra per raggiungerli è attraverso i suoi atti ufficiali. A meno che la manifestazione abbia tutt’altro scopo: salvare la faccia degli amministratori, e magari fargli anche un po' di propaganda a buon mercato, più che salvare l’ospedale. Almeno, prima di manifestare contro le politiche sanitarie in Val di Cecina, il Sindaco abbia l’accortezza di tirarsi fuori dall’accordo che quelle politiche hanno sottoscritto. Potrà così salvarsi la faccia a giusto titolo, esibendo un gesto di coerenza che gli eviterebbe di essere ricordato come il Sindaco con i piedi in due staffe.

Progetto Originario

Una partenza monca

SOS Volterra e un approssimativo e non meglio precisato “gruppo di cittadini” stanno organizzando una manifestazione pro-ospedale per il prossimo 28 aprile. Apprendiamo dal web e dai volantini la data, i contenuti della protesta ed i nomi di alcune associazioni, la maggior parte sportive e culturali, che parteciperanno all’iniziativa. Non leggiamo però sigle sindacali di rilevo, mancano importanti associazioni che operano nell’ambiente socio-sanitario, non compaiono gruppi politici locali. Non a caso. Salvo il partito del sindaco e l'associazione del sindaco, quest’ultimi non sono stati neppure contattati. E' il Sindaco, infatti, che ha moderato, con l'ausilio dell'assessore Lonzi, alcuni degli incontri preliminari tenutisi nelle scorse settimane, di cui siamo venuti a conoscenza per caso. Non abbiamo neppure visto pubblicizzare riunioni o assemblee pubbliche nelle quali sia stata minimamente discussa modalità, tempistica, piattaforma dell'imminente iniziativa. Tutto è già preconfezionato ad uso e consumo del partito del Sindaco, apparecchiato alla bisogna dalla fedelissima associazione SOS. Se l'obiettivo fosse stato la ricerca della massima condivisione per il raggiungimento del massimo di efficacia, si sarebbero dovute coinvolgere preliminarmente tutte le sigle, di qualsiasi colore e appartenenza: le diverse forze politiche, sindacali e tutti i cittadini che hanno a cuore le sorti dell’ospedale. Ma evidentemente più importante dell'efficacia del risultato è mettere il cappello sull'iniziativa, e poterne disporre. Se serve un bello spot che usi il malessere sull'ospedale: eccoci pronti, ci pensa SOS! Al diavolo condivisione e trasparenza, che del resto non sono mai piaciute a Buselli & c. E poi a questo modo gli organizzatori possono continuare ad ignorare alcune contraddizioni imbarazzanti. Come il protocollo d’intesa, con cui il Sindaco e la Asl 5 si sono già accordati e che è in corso d'approvazione anche presso la Regione. In quel protocollo non si parla neppure di sfuggita di Cardiologia, anzi sembra fatto apposta per ridurre l'ospedale ad un cronicario, dove ci sarà sempre meno posto per pazienti cosiddetti “acuti”.  Gli organizzatori della manifestazione, facenti capo all’associazione SOS Volterra, sembrano voler ignorare questi “dettagli”. Potrebbero mettere in imbarazzo un Sindaco sempre pronto a cavalcare la piazza.

Progetto Originario – Commissione Sanità

Dimmi con chi vai

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Il primo amico e consulente politico di fiducia di Moschi e Buselli fu Emanuele Orsi. Finché risultò privo dei requisiti a lungo decantati. La vicenda del curriculum si intrecciò con quella della scrittura privata per gli impianti minieolici, con risvolti così poco chiari da finire nelle aule del tribunale. Dove molte questioni aspettano ancora di essere dipanate. Poi è stata la volta di Alessio Berni, consigliere comunale di opposizione a Poggibonsi nonché coordinatore e uomo immagine della Federazione delle liste civiche, a cui ha aderito entusiasticamente nel 2011 il partito di Buselli e Moschi, Uniti per Volterra. Berni, oltre a venire a Volterra per tenere i propri comizi nella Sala del Maggior Consiglio in compagnia del sindaco, trovò anche il modo di intavolare collaborazioni di altro genere con l'amministrazione comunale. Attivo nel campo dell'intrattenimento, Berni, tramite semplice trattativa privata ottenne dagli uffici comunali per “Etruria Promozione”, l'associazione a lui collegata, licenza per celebrare l'evento dell'ultimo dell'anno 2011 e altre manifestazioni successive. Dopo lo scalpore suscitato dal precario assetto del tendone di Docciola, Il Tirreno del 27 Marzo rivela che anche il canone relativo al suolo pubblico non risulterebbe pagato da Etruria Promozione. Eppure nella risposta ad una nostra interpellanza, il responsabile del settore affermava: “Il pagamento del suolo pubblico è stato effettuato nei giorni antecedenti lo svolgimento della manifestazione”, riferendosi al veglione di fine anno. Come stanno dunque le cose? Siamo in presenza di una ricevuta contraffatta, oppure mente la “perfida” articolista de Il Tirreno? La circostanza, se confermata, sarebbe meno grave della mancata osservanza delle prescrizioni in ordine alla sicurezza del tendone, ma preciserebbe nitidamente stile e qualità dell'alleato del sindaco venuto da Poggibonsi. E' mai possibile che tutti gli uomini di fiducia calamitati da fuori da questa amministrazione siano di questa risma? Un infortunio può capitare, magari per superficialità, ignoranza o faciloneria. Due su due non sono un caso: sono frutto di evidenti affinità elettive.



Fabio Bernardini, Progetto Originario

Movimenti di banca

In occasione del Consiglio Comunale del 14 marzo scorso, abbiamo ricevuto per conoscenza, in qualità di gruppo consiliare,  la copia di una secca lettera di risposta inviata dai Sindacati Fabi, Fiba CISL e Fisac CGIL della Cassa di Risparmio di Volterra e indirizzata alla Lista Civica “Uniti per Volterra”. La lettera conteneva una replica puntuale alle affermazioni contenute negli articoli pubblicati dalla compagine politica del Sindaco  su “La Nazione” del 9 e su “La Spalletta” del 10 Marzo 2012.

Detti articoli attribuivano ai sindacati della banca fatti specifici quali la divulgazione a fini strumentali (ovvero l’attacco alla direzione aziendale) di alcuni risultati relativi al clima aziendale interno alla banca, giudicati non si sa per quale ragione “inattendibili” e continuavano con un attacco frontale alle rappresentanze dei lavoratori, sostenendo che fossero tutte ed indistintamente riconducibili ad una “certa parte politica”. La lettera di replica pone l’attenzione su due elementi ricorrenti negli interventi della Lista Civica: la diffusione di notizie non veritiere e la brutalità degli attacchi, fondati sempre su una presunta e non dimostrata appartenenza politica (che non sia filo-buselliana, si capisce). L’alterazione dei fatti e la diffusione di notizie non veritiere viene posta in luce dai sindacati, ricordando che in tempi non sospetti avevano già ribadito la loro estraneità alla diffusione di dati “sconvenienti” sia mediante comunicati interni all’azienda che pubblicamente attraverso un articolo apparso su Il Tirreno. Gli stessi sindacati reagiscono con decisione anche all’attacco della Lista che gli attribuisce un collegamento con un certo partito (che immaginiamo sia il PD). Fanno osservare le sigle sindacali, che chi è a conoscenza della storia e dei precedenti della Cassa, non potrebbe non notare come tale collegamento sia assolutamente arbitrario e gratuito coinvolgendo, fra l’altro, tre diversi sindacati di base i quali in alcun modo potrebbero trovare una stessa affinità politica. Tanto più che qualcuno di essi è definito addirittura a livello di statuto “apolitico e aconfessionale”.

Fatta questa premessa a riepilogo della vicenda, riteniamo che sia grave per un partito o lista civica che sia, l’alterazione dei fatti e l’attribuzione di condotte a chi non le ha poste in essere. Così come è assai grave liquidare ogni posizione “sgradita” con l’attribuzione strumentale di interessi di partito. Come se questa fosse la risposta universale a tutto: anatema-fotocopia, sempre buona a squalificare gli altrui argomenti, nella logica semplicistica e brutale dello scontro ideologico.

Soprattutto, ci pare inopportuna e pericolosa l’interferenza della politica nella dialettica “sindacati-azienda”, quando essa si riferisce ad evidenti problematiche interne e gestionali. Sicuramente non è un caso che con l’avvicinarsi del rinnovo delle cariche in Fondazione, e dunque il potenziale profilarsi di nuovi assetti nell'orbita della banca, gli interventi sul tema si moltiplichino e i toni si inaspriscano. Segno che non è affatto cambiata la tendenza delle formazioni politiche (civiche o meno) di farsi largo a suon di gomiti in tutti gli ambiti, specie dove vi siano grossi interessi economici, per ridisegnare a proprio vantaggio i futuri equilibri. Dunque salvaguardiamo la territorialità della CRV, certamente, ma cerchiamo di liberarla anche un po' dalle continue ingerenze politiche e di fazione. Mettendo al centro, una volta tanto, capacità e competenze delle persone, anziché le intramontabili tessere e consorterie.

Gruppo Consiliare Progetto Originario