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domenica 19 maggio 2013

Forse belli, sicuramente addormentati



All'indomani del Consiglio Comunale del 16 aprile, dove fu portata in discussione la Variante al Regolamento Urbanistico, denunciammo su questo giornale le modalità incivili con cui era stato affrontato un argomento così delicato e pieno di implicazioni per la città. Il materiale (733 pagine di argomenti strettamente tecnici senza contare le tavole grafiche e gli atti) era stato recapitato ai consiglieri delle minoranze soltanto 4 giorni prima del Consiglio, impedendo loro, di fatto, di approfondire il tema. Contro ogni logica anche la Commissione Consiliare Ambiente e Territorio fu completamente estromessa da una reale discussione sui nuovi strumenti di pianificazione territoriale comunali. Del resto anche il processo di partecipazione dei cittadini e dei tecnici qualificati, previsto dalla LR 5/2005, è stato carente ed del tutto estemporaneo. A fronte di queste evidenze, durante la discussione in Consiglio Comunale, tutti i gruppi di minoranza chiesero al sindaco di rinviare l'argomento di due settimane, per poter approfondire adeguatamente un tema così importante ma anche per realizzare un minimo di confronto con le realtà più coinvolte. In quell'occasione sostenemmo che due settimane di attesa fossero una bazzecola in confronto ai 4 anni che l'amministrazione Buselli aveva impiegato per predisporre la Variante. Al solito Buselli negò ogni dilazione, a motivo dell'estrema urgenza del provvedimento.
Peccato che, al momento in cui scriviamo, ad un mese di distanza da quella solenne dichiarazione di urgenza del sindaco, apprendiamo che il provvedimento di adozione non è ancora efficace: è rimasto fermo, perché da allora giace in Segreteria in attesa della pubblicazione. La legge, infatti, prevede che l'adozione della Variante abbia inizio dalla data della sua pubblicazione. Una pubblicazione che procede a ritmi di lumaca, visto che manca ancora perfino all'albo pretorio. Ecco, quindi, sbugiardata una volta di più una maggioranza che s'inceppa continuamente lasciando incagliare gli atti per mesi nei propri uffici, salvo poi appellarsi ad una falsa urgenza per negare agli interlocutori legittimi il diritto ad essere informati.

Progetto Originario, il gruppo consiliare




domenica 5 maggio 2013

E che lo sperpero continui


Abbiamo poco più di un anno davanti prima di essere chiamati al voto per il rinnovo dell’amministrazione comunale volterrana e, se il buon giorno si vede dal mattino, continuerà lo sperpero di denaro pubblico in funzione della campagna elettorale di Buselli & co. Ricordiamo che la spesa corrente del Comune (il costo solo per il nudo sostentamento della macchina amministrativa) nell'ultimo anno è cresciuta di 400.000 euro, raggiungendo la bella cifra di 10.770.000 euro all'anno.
L'ultima novità è che l’amministrazione ha deciso di inaugurare una nuova voce di spesa: 5.000 euro extra per un addetto stampa esterno a disposizione del sindaco e della giunta come succede nei grandi comuni. Tutti sanno che per una campagna elettorale che si rispetti ci vuole un buona dose di propaganda, cosa di meglio che finanziarla con i soldi dei cittadini?
Poi, non può mancare l’entrata trionfale per la città. Per cui cadano pure a pezzi cimiteri, franino pure le strade piene di buche… ma l’assessore Moschi vuole inaugurare una bella rotatoria sulla via Pisana! Come disse una volta in Consiglio Comunale, una rotatoria c'è ormai perfino a Ponsacco, come può Volterra restare indietro? Ovviamente non mancherà una degna cerimonia di inaugurazione, come quella celebrata per la sostituzione di un metro di corrimano lungo le scale di Palazzo Pretorio, con tanto di sindaco agghindato in fascia tricolore. Si sa, questa amministrazione ama tanto le inaugurazioni col nastro, le forbici e lo spumante, tanto da cogliere qualsiasi occasione: perfino i lavoretti di manutenzione ordinaria sono un buon pretesto per le cerimonie. In mancanza d'altro, ci si accontenta.
Non poteva mancare, poi, un premio speciale per i neo-residenti: per loro l'Imu sarà al 4 per mille per i primi tre anni. Per i vecchi residenti, magari pensionati al minimo, esodati, famiglie monoreddito, disoccupati, invece, nessuno sconto. Rimane l’aliquota del 5 per mille, perché questi non sono funzionali alla futura grandezza della città. Pensando che i neo residenti, proprietari di immobili, capitati negli ultimi anni a Volterra, sono perlopiù abbienti cittadini stranieri oppure ricchi milanesi, c’è da chiedersi che bisogno avessero di una aliquota agevolata.
Eppure la crisi economica è evidente e nessuno può negare che molte famiglie volterrane siano in difficoltà. Nonostante ciò, per loro non c’è spazio per alcuno sconto sul costo dei servizi né alcun alleggerimento dell’imposizione fiscale comunale. Neppure si investe nelle opere pubbliche di primaria necessità oppure per quelle che farebbero ridurre la spesa pubblica e quindi le tasse (per esempio installando pannelli solari sugli edifici pubblici). Niente di tutto questo, si pensa alla propaganda elettorale, ai benestanti russi neo residenti o alle opere decorative da inaugurare con nastro tricolore e spumante.
Un atteggiamento infantile e fanfarone, che mal si concilia con un momento così difficile e con le promesse elettorali del 2009, in cui si rivendicava il cambiamento e l’attenzione ai cittadini ed ai loro bisogni. Acqua passata evidentemente. Dunque, che la festa continui... per un altro anno almeno.
Progetto Originario

martedì 30 aprile 2013

Canone concordato virtuale



L'interrogazionepresentata all'inizio di aprile da Cocucci se non altro ha riportato il tema del canone concordato nell'agenda del Comune dopo mesi di letargo. Infatti, nel Consiglio Comunale del 16 di aprile tra i documenti all'ordine del giorno è arrivata l'introduzione di nuove aliquote IMU, tra le quali quella dedicata alle seconde case concesse a canone concordato. Come è stato più volte ricordato, il canone concordato è un equo canone istituito a livello di zona. Quando presentammo la proposta per l'introduzione del canone concordato, intendevamo riferirci ad uno strumento che potesse rivelarsi efficace per immettere nel mercato locale una riserva di alloggi con prezzi degli affitti convenienti. L'obiettivo in concreto non sarà raggiunto, purtroppo, per il modo in cui l'Amministrazione Buselli ha tradotto in pratica la nostra proposta. Infatti, per invogliare i proprietari di seconde case a cedere i loro immobili a canone concordato, era necessario riconoscere loro una specifica aliquota IMU sensibilmente ridotta, per rendere economicamente allettante l'iniziativa. Invece la scelta dell'Amministrazione è stata davvero molto poco coraggiosa. Diminuendo l'aliquota da 0,89 a 0,76%, infatti, il risparmio dei proprietari risulta troppo esiguo per invogliarli seriamente a partecipare ad un accordo per l'equo canone. Un'imposta sulla seconda casa ridotta di poco più dell'uno per mille significa, per un immobile di media rendita catastale, un risparmio inferiore a 100 euro all'anno per il proprietario. Un incentivo solo simbolico: troppo poco per invogliare chiunque ad accettare di stipulare contratti a canone ridotto, anziché mantenere i prezzi di mercato. Che l'Amministrazione Buselli non facesse sul serio sul canone concordato, lo avevamo dedotto anche da un'altra circostanza. Infatti, perché l'aliquota agevolata sia realmente istituita, occorre attivare e portare a termine una ben determinata procedura prevista per legge. Questa comporta una serie di passaggi con le associazioni dei proprietari di immobili e con le associazioni inquilini, per addivenire ad un accordo condiviso sottoscritto dalle parti. Finora l'Amministrazione volterrana di questo percorso non ha intrapreso neppure il primo passo, per cui il canone concordato di fatto ancora non c'è. Dunque abbiamo un'aliquota ridotta (di pochissimo) per abitazioni che per adesso nel nostro Comune non esistono (dato che il canone concordato non è stato ancora istituito).
Sempre in tema di nuove aliquote Imu, un piccolo aiuto arriverà per le famiglie con disabili che abitano una casa di proprietà. La proposta dell'ex assessore Dei ha prodotto la riduzione dallo 0,5 al 0,4% per questa tipologia di famiglie. Si tratta di una modesta agevolazione, ma quantomeno questa non sarà solo virtuale.
Una patacca tipicamente buselliana ci sembra, invece, l'introduzione della terza aliquota agevolata inserita nel nuovo regolamento sull'Imu. Questa sarà esclusivamente rivolta ai proprietari freschi di residenza: i nuovi volterrani d'importazione. Se vengono da fuori, per 3 anni godranno di aliquota Imu agevolata per la prima casa: pagheranno lo 0,4%, anziché lo 0,5% richiesto a noi indigeni. La proposta ci sembra una patacca, perché tutti i dati confermano che le nuove residenze in grandissima parte sono costituite da famiglie di persone di età avanzata, provenienti dall'estero e generalmente abbienti. Insomma, gente che, per censo, non ha affatto bisogno dell'incentivo di qualche decina di euro. Occorre sottolineare peraltro che l'aliquota “prima casa” al 4 per mille risulta “aliquota agevolata” giusto qui a Volterra, perché negli altri comuni della Val di Cecina è la normale aliquota della prima casa applicata ai residenti. Ma è il contesto a rendere questa scelta inaccettabile. In questi ultimi anni, abbiamo assistito al rapido allargamento ed aggravamento del bisogno sociale. Molte famiglie tradizionali sono costituite da pensionati al minimo, esodati, disoccupati o sottoccupati che stanno scivolando in condizioni economiche critiche. Per questi casi, il cui numero cresce di mese in mese, il Comune non è in grado di fornire quasi nessuna alternativa o supporto. Di fronte all'incapacità di offrire risposte concrete alle famiglie che incontrano problemi gravi e urgenti, ci è sembrata davvero ingiusta e inaccettabile l'elargizione di un incentivo economico rivolto a nuclei familiari di anziani olandesi o milanesi benestanti, che vengono ad acquistare un costoso podere nella campagna volterrana.  

                                                                                   Progetto Originario

Sale ancora la spesa del Comune



Siamo giunti alla quarta approvazione del bilancio da parte della giunta Buselli e non possiamo far altro che costatare il totale fallimento dell'amministrazione nella realizzazione degli obiettivi minimi di bilancio tra cui spicca il tracollo delle opere pubbliche programmate.
Da una parte avevamo un piano di opere pubbliche faraonico, un libro dei sogni che è sempre stato utilizzato dal sindaco e dall'assessore per tappezzare le pagine dei giornali di titoloni, ma che si scontra anno dopo anno con la cruda realtà. Dopo quattro anni di governo cittadino siamo sempre alle chiacchiere e agli annunci, ma i fatti latitano (a parte il P.I.P. di Saline – desolatamente vuoto - programmato, progettato e finanziato dall'ex Sindaco Bartaloni). L'amministrazione anche quest'anno aveva promesso quasi un milione e mezzo di euro (1.422.604) di opere pubbliche: è riuscita a spendere solo il 5% (75.417) di quanto aveva preventivato. Aveva individuato 6 nuove opere pubbliche e ne ha realizzate zero.
Quindi constatiamo il costante vuoto delle opere pubbliche, ma non basta. Dall'altra parte abbiamo un bilancio in cui la spesa corrente (il soldi spesi solo per mandare avanti la macchina comunale) sotto la guida di questa giunta è sempre cresciuta. Nonostante i molti pensionamenti di dipendenti e le convenzioni col comune di Castelnuovo, che secondo Buselli avrebbero dovuto ottimizzare i servizi abbattendo i costi, la macchina comunale anche quest'anno vede aumentare la spesa per il proprio funzionamento di ben 400.000 euro. Una cifra incredibile, che poteva e doveva essere dedicata a tutt'altro.
Aver associato il trasporto scolastico con il comune di Castelnuovo, distante 40 km dal nostro, si è rivelata una genialata che costa al cittadino il 40% in più, arrivando a pesare sulle casse del Comune ben 223.959,00€. Il costo per l'energia elettrica è letteralmente esploso, per un 19% di aumento di consumi che porta la spesa a quasi 500.000 euro/anno. L'affidamento del servizio di sorveglianza delle strutture museali è cresciuto di oltre 200.000,00 €. Per le due leggere nevicate di questo inverno, l'amministrazione è riuscita a spendere il 600% della cifra prevista (arrivando a dilapidare 63.300 €) con la soddisfazione di aver lasciato immutati i disagi per i cittadini.
Da più parti si chiedono interventi di manutenzione:  sulle strade (piene di buche e frane), nelle scuole e nei servizi (calati costantemente in 4 anni: dagli autobus con meno corse, pediatria e reperibilità pediatrica tagliate, cimiteri saturi, cardiologia accorpata, polizia stradale chiusa, punto nascita soppresso, ecc.).
Conti alla mano la giunta Buselli costa ad ogni famiglia 800 euro/anno in più dell'amministrazione precedente, perché ha portato al massimo tutte le aliquote su cui aveva il potere di deliberare (IMU, addizionale IRPEF, TARSU), aumentando nello stesso tempo il costo dei pochi servizi rimasti, senza che i cittadini abbiano minimamente beneficiato di migliorie.
Il sindaco, giustamente, grida allo scandalo e minaccia manifestazioni per impedire che la Provincia sperperi soldi pubblici per un'inutile rotonda a La Sterza ma, con atteggiamento schizofrenico, desidera ardentemente spendere i soldi dei cittadini per fare una bella rotonda alla Conad. Dopo quattro anni, non ha ancora capito quali siano le priorità per Volterra. Per fortuna i cittadini l'hanno capito: cambiare sindaco.
Progetto Originario

domenica 21 aprile 2013

Urbanistica di fine corsa



Il programma elettorale della lista civica in tema di urbanistica prevedeva l'impiego esteso e diffuso del metodo partecipato. Anche in questo caso, fatta la festa gabbato lo santo, e una volta conquistata l'amministrazione le azioni di Buselli hanno palesato il metodo opposto: completamente autoreferenziale. Infatti, il giorno 16 aprile al Consiglio Comunale sono stati messi ai voti la Variante al Piano Regolatore vigente e il Piano Complesso d'Intervento riferito allo Schema Direttore 2 (SD2, zone di Docciola, La Stazione, Piazza XX Settembre, la Badia, ecc.), senza neppure aver espletato un passaggio illustrativo nella competente Commissione Ambiente e Territorio. Ad essere precisi, secondo il parere del suo presidente, Lonzi, i due temi sarebbero stati sufficientemente trattati dalla commissione consiliare perché in occasione di una sola riunione, nel giugno 2012, ne fu fatto accenno: dal verbale risultano 4 righe appena di menzione in tutto. Da notare che nel giugno 2012 non erano stati predisposti ancora gli elaborati dei due strumenti urbanistici. La stessa legge regionale n. 1/2005 prevede che il Comune attui un percorso partecipativo, informando e confrontandosi con la città, il territorio e le sue variegate realtà (associazioni, professionisti, imprenditori, cittadini, ecc.), prima dell'adozione di strumenti urbanistici. Ma i modi sono lasciati sostanzialmente alla sensibilità degli amministratori. Secondo il sindaco, che da 3 anni gestisce personalmente la delega all'urbanistica, tutti gli adempimenti necessari sarebbero stati abbondantemente espletati, organizzando 2-3 passeggiate nel corso di un anno. Gli stessi professionisti del settore sono stati di fatto esclusi. Una riunione con geometri, architetti e ingegneri è stata indetta dall'amministrazione appena il giorno precedente il Consiglio Comunale, invitando solo alcuni professionisti ed escludendo altri. Evidentemente un'operazione di microtrasparenza riservata a pochi: una vergogna che resterà per molti anni nella memoria di quei professionisti di cui evidentemente ci si ricorda solo quando debbono pagare tasse e tributi.
Di fronte ad una simile gestione e visto che agli stessi consiglieri comunali il materiale tecnico (733 pagine solo di relazioni, escludendo le tavole e gli atti) su cui erano chiamati a esprimersi era stato inviato loro solo con 4 giorni di anticipo rispetto alla data del Consiglio, tutti i gruppi di minoranza hanno chiesto un rinvio del voto per poter valutare con un minimo di cognizione di causa e per confrontarsi con cittadini ed elettori su un tema così importante. Il sindaco, come nel suo stile, ha rifiutato e di conseguenza i tre gruppi di minoranza al momento del voto sono usciti dall'aula. Ovviamente è ridicolo, dopo aver impiegato 4 anni a predisporre uno strumento di pianificazione, sostenere di non poter concedere due settimane alle minoranze. Ma Buselli è terrorizzato dal confronto in Consiglio: ha collezionato troppe figuracce in questi anni. Nei prossimi giorni avremo modo di tornare nel merito dei due strumenti urbanistici appena adottati perché non rinunciamo a fare le nostre osservazioni, ma alcune ulteriori valutazioni di ordine generale le possiamo sviluppare fin d'ora. Intanto sui tempi. Un Regolamento Urbanistico si sviluppa su un periodo di 5 anni. Il nostro ne ha compiuti 4 questo mese. Adottare adesso la variante, svolgendo tutte le operazioni previste dalla legge, tra osservazioni e confronto con le amministrazioni sovraordinate, significherà approvare le modifiche al Regolamento Urbanistico alla sua scadenza. Quando comunque andrà redatto il nuovo. Un modo come tanti per buttare soldi pubblici, tempo ed energie. Un discorso molto simile lo possiamo fare per il Piano Complesso d'Intervento relativo allo SD2 . Prima però va rimarcato che il programma elettorale della lista civica Uniti per Volterra prevedeva di abbandonare l'idea dei Piani Complessi, preferendo i più agili Piani Attuativi. In particolare il programma elettorale con cui noi di Progetto Originario e Uniti per Volterra ci presentammo agli elettori criticava l'adozione dei Piani Complessi, perché la complicazione e l'entità delle operazioni urbanistiche previste finisce per tagliare fuori le ditte ed i professionisti locali. Ma anche su questo tema Buselli ha fatto l'esatto contrario di quanto predicava. Inoltre adottare questo Piano a quattro anni dall'insediamento dell'Amministrazione è assurdo, perché la LR 1/2005 all'art. 57 chiarisce: “l'efficacia del Piano Complesso D'intervento è limitata alla permanenza in carica della giunta che l'ha promosso”. Prorogabile al più per 18 mesi e non oltre. Dunque un altro strumento urbanistico candidato alla totale inefficacia, che verrà lasciato come un inutile ma costoso relitto nei cassetti dell'amministrazione che andrà ad insediarsi il prossimo anno.

Progetto Originario, il gruppo consiliare




Morte a credito




Sono occorsi ben 42 giorni al sindaco Buselli per rispondere alle nostre domande sulla immotivata cancellazione degli impegni assunti solo nel giugno scorso per i cimiteri di Volterra e di Saline. Moschi, invece, pur chiamato in causa direttamente in qualità di titolare dell'assessorato alle opere pubbliche, non ha ritenuto di dover fornire alcuna spiegazione. L'interpellanza presentata da Bernardini il 4 marzo scorso, più volte rilanciata anche sulle pagine di questo giornale, chiedeva ragione dell'annullamento dei progetti di ampliamento dei due cimiteri, annunciati come impegni prioritari e urgentissimi dall'Amministrazione Comunale nel giugno 2012 e improvvisamente accantonati dalla Giunta dopo soli 4 mesi. La risposta scritta fornita dal sindaco nell'aula del Consiglio Comunale non spiega i motivi di una programmazione così balorda e contraddittoria, come quella operata dalla Giunta su questo delicato tema, anche se qualche ammissione si intravede nel rapido passaggio in cui afferma che “la questione della programmazione deve fare i conti con la capacità di spesa”. Evidentemente i 7 milioni di euro di investimenti per i cimiteri, annunciati al Consiglio Comunale da Moschi nel giugno scorso durante la presentazione del suo Piano triennale delle opere pubbliche, erano un bluff colossale o nel migliore dei casi un miraggio che, una volta ancora, non aveva fatto i conti con le reali possibilità del Comune. Purtroppo, la risposta del sindaco, pur annacquata tra mille distinguo, non ha dissolto affatto le nostre preoccupazioni sull'adeguatezza delle strutture cimiteriali comunali alle esigenze dell'imminente futuro. Tutt'altro. I dati forniti dai tecnici del Comune confermano una situazione di emergenza ormai alle porte, in cui non fare nulla appare irresponsabile. Infatti, secondo i calcoli eseguiti dagli uffici, gli ultimi spazi disponibili nel cimitero di Volterra saranno saturi già a marzo 2014, pur stringendo al massimo i loculi e operando un programma di riesumazioni accelerato. Spazio fino a marzo 2014 quindi, dopodichè il diluvio. Una bella tegola innescata sulla testa dell'amministrazione che si si insedierà dal prossimo anno a Palazzo dei Priori e sulla città. A Saline di Volterra la situazione sembra perfino peggiore, perchè secondo il sindaco, “si potrà arrivare a soddisfare le esigenze fino a fine anno, difficilmente oltre”. Appaiono molto brutte anche le condizioni del campo santo di San Cipriano dove, ci viene detto, la situazione “rimane critica” mentre, sempre secondo il sindaco, a Villamagna i problemi sarebbero minori.
Con la sua risposta il sindaco ha confermato la volontà di procrastinare a data da destinarsi anche gli impegni per il consolidamento del Cimitero di Saline, che versa in uno stato penoso da diversi anni. Difatti non parla più di quei 250.000 euro impegnati per l'intervento già nel 2009 e mai spesi, ma si limita a elencare una serie di piccole manutenzioni che restano ancora da fare, dopodichè - afferma - “si procederà al puntuale monitoraggio della struttura per la verifica della statica della stessa con successiva definizione di eventuali interventi di consolidamento”.
A fronte di risposte così inadeguate, abbiamo proposto al Consiglio Comunale del 16 una mozione che chiedeva al Sindaco e a Moschi l'impegno per reintrodurre nel calendario delle prossime opere pubbliche almeno gli interventi di adeguamento dei cimiteri comunali di Volterra e Saline. Per lasciare margine di trattativa e spazio di manovra alla maggioranza, il documento che abbiamo presentato al Consiglio non riportava cifre precise, tanto meno quelle fantascientifiche annunciate da Moschi nel Giugno 2012 (7 milioni di euro!), lasciando ai tecnici il compito di quantificare il valore delle opere più indispensabili. Ancora una volta, nonostante la nostra disponibilità alla trattativa su un tema così delicato, la mozione stata bocciata senza alcuna discussione di merito dal voto congiunto della lista Buselli e di Bassini, che confermano così una precisa volontà di continuare ad investire i soldi del Comune in lampioncini e altri orpelli. Lasciando indietro esigenze molto più concrete e, a nostro avviso, prioritarie.

Progetto Originario

Trasparenza zero



Al Consiglio Comunale del 16 aprile, per iniziativa del gruppo di Progetto Originario è stata presentata una mozione per introdurre la buona pratica di redarre il bilancio consolidato nella documentazione del bilancio comunale 2013. Il bilancio consolidato negli enti pubblici serve a rendere visibili i risultati di gestione delle numerose società dei servizi pubblici presenti sul territorio, introducendo un elemento di trasparenza e di controllo assai incisivo sul fenomeno delle partecipazioni societarie da parte del Comune. In parole povere, chiedevamo al sindaco e alla giunta di prevedere una forma di redazione del bilancio più completa rispetto a quella attuale, che evidenziasse tutte le attività e le passività interne ed esterne gravanti effettivamente sulle finanze municipali. Lo scopo è quello di rendere visibili a tutti i risultati annuali delle società partecipate e controllate dal Comune, come ad esempio: Asa, Asv, Cpt, Apes, S. Chiara, ecc. Organizzando anche uno spazio apposito sul sito web del Comune, dove fosse possibile documentarsi in modo semplice e accessibile a tutti. Come c'era da aspettarsi, il polo Buselli-Bassini ha detto no.
La ragione ufficiale ci è stata fornita dall'assessore Tonelli, che ha parlato di eccessivo impegno per gli uffici. Eppure le leggi nazionali renderanno obbligatoria la redazione del bilancio consolidato in tutti i Comuni tra soli 3 anni, dunque tanto valeva cominciare ad attrezzarsi fin d'ora. Come hanno già fatto molti Comuni italiani. Pisa, ad esempio, redige il bilancio in forma consolidata già da 8 anni.  Invece, niente. Dovremmo aspettare finché il Comune non sarà obbligato dallo Stato ad una maggiore trasparenza. Eppure anche dai dati desumibili dagli allegati al bilancio comunale del 2012 si può facilmente comprendere quanto sia indispensabile e urgente maggiore trasparenza nei rapporti tra enti locali e l'arcipelago di società di varia natura che provvedono ai servizi pubblici sul territorio. A titolo di esempio citiamo il caso Comune di Volterra-Asa. La situazione di esposizione debitoria di Asa rispetto al Comune di Volterra oscilla di una cifra vicina ai 103.000 euro, a seconda che si prendano per buoni i calcoli del Comune o quelli predisposti dagli uffici della stessa Asa. Una situazione assurda, che rende l'idea del caos che pervade i rapporti tra pubbliche amministrazioni e società partecipate. Visto che in definitiva tutti i guai ritornano sulle spalle dei contribuenti, in tempi così difficili, sarebbe stato un atto saggio introdurre un minimo di trasparenza e di chiarezza in un settore solitamente molto opaco. Per Buselli e soci, però, va bene così.

Progetto Originario

lunedì 15 aprile 2013

Presentata un'interrogazione sul canone concordato



Il 4 aprile è stata depositata al protocollo comunale dal consigliere Cocucci di Progetto Originario un'interrogazione sullo stato del procedimento per l'istituzione del canone concordato. Infatti, come qualcuno ricorderà, nel Consiglio Comunale del 9 gennaio scorso, il gruppo di Progetto Originario riuscì a far approvare dalla maggioranza l'impegno per l'istituzione del canone concordato nel Comune di Volterra. In parole povere, il canone concordato dovrebbe tradursi in un equo canone riconosciuto a livello di zona, per creare una riserva di alloggi con prezzi degli affitti calmierati rispetto ai prezzi di mercato, riconoscendo per contro ai proprietari delle case una specifica aliquota IMU sensibilmente ridotta.  Questa operazione è resa possibile dalla legge 431 del 1998, che fissa modalità e criteri della manovra, ma anche dal forte gettito che l'imposta IMU ha portato nel corso del 2012 nelle casse del Comune di Volterra:  3.298.000 euro. Oltre centomila euro in più rispetto alle attese della vigilia. A gennaio il Consiglio Comunale impegnò con una specifica mozione, dunque, l'amministrazione Buselli ad istituire sia il canone concordato che l'aliquota agevolata per le famiglie con disabili (su proposta del consigliere Pier Luigi Dei).
Trascorsi quattro mesi  senza che di queste operazioni si sia saputo più nulla, il consigliere Cocucci ha ritenuto utile stimolare di nuovo il sindaco e la Giunta con una precisa interrogazione. Infatti, l'esperienza con l'amministrazione Buselli ci ha ormai abituato a diffidare degli eccessivi tempi morti. Pena il mancato rispetto degli impegni assunti. Gli esempi che potremmo citare sono infiniti, ma in questo momento ci preme ricordarne almeno uno, oggetto di una nostra interpellanza in attesa di risposta da oltre un mese. Ovvero quello che chiede conto degli impegni di spesa sottoscritti da Buselli per l'ampliamento e il consolidamento dei cimiteri comunali, sancito nel giugno 2012 dal voto del Consiglio ma cancellato appena 4 mesi dopo un po' alla chetichella in sede di Giunta. Affinché non siano dimenticati e quindi disattesi anche gli impegni assunti dall'amministrazione di fronte al Consiglio per ridurre le aliquote IMU a favore delle famiglie con disabili e degli alloggi offerti a canone concordato, la scorsa settimana, abbiamo intrapreso l'iniziativa di questa nuova interrogazione da discutersi al prossimo Consiglio. Speriamo che aiuti l'Amministrazione a tenere presenti gli impegni presi.

                                                                                   Progetto Originario, il Gruppo Consiliare

Futuro del S. Chiara: le minoranze interpellano il sindaco




Già due settimane fa abbiamo scritto quanto l'incertezza sul S. Chiara sia aumenta. La risposta definitiva della Regione sulla possibilità che il S. Chiara possa in futuro ospitare almeno una parte delle persone oggi ricoverate nell'ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Montelupo è slittata di un anno. Almeno fino al 31 marzo del 2014 non ci saranno i fondi. Poi, chissà, visto i tempi che corrono. Però la relazione dei sindaci revisori dell'azienda S. Chiara parla chiaro: il tempo stringe e servono interventi importanti. Infatti, c'è poco da tergiversare, quando il collegio dei sindaci revisori esprime un parere sul bilancio previsionale del prossimo triennio e per l'anno 2013 “esprime grande preoccupazione per le previsioni del risultato economico fortemente negativo, pari ad una perdita d'esercizio di euro 562.895”. Un ammanco che sommato al debito già accumulato dall'azienda andrebbe a formare un buco di quasi due milioni di euro. Troppo, per prenderlo sottogamba, specialmente in tempi di tagli generalizzati come quelli attuali. Di fronte ad una situazione così delicata i gruppi di minoranza presenti in Comune - Città Aperta, Sinistra per Volterra e Progetto Originario – non possono accontentarsi delle affermazioni generiche, diramate dal Presidente Bacci attraverso la stampa, in cui parla del progetto presentato alla Regione per l’eventuale accoglienza dei degenti provenienti dall'ex ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo. Per questo, il giorno 9 aprile, è stata presentata al sindaco un'interpellanza congiunta e urgente. Per saperne di più, potendo contare su dati e impegni  precisi, se ce ne sono. Per esempio, vogliamo far luce sulla concreta possibilità di riadattare l’attuale struttura del Santa Chiara (spesa prevista di circa 300.000 €)  e di ristrutturare la ex scuola di Santa Chiara (per una spesa prevista di circa un milione di euro). Bacci ha dichiarato che la “ristrutturazione non peserà sulle casse dell'azienda ma che troverà copertura attraverso una serie di fondi pubblici già stanziati”; vorremmo che precisasse di quali fondi si tratta. E visto che secondo Bacci questa è l'ultima spiaggia per l'azienda, chiediamo anche di poter conoscere nel dettaglio i progetti di ristrutturazione predisposti dal S. Chiara, poiché finora ne abbiamo solo sentito accennare. L'interpellanza chiede quindi quali azioni siano al vaglio del Cda, nel breve termine, per evitare il deficit previsto dai revisori per l'anno in corso e su quali elementi il sindaco appoggi la sua opinione, quando afferma alla stampa che lo slittamento dei piani previsti per l'Opg avrà “un‘incidenza relativa” sulla salute dell'azienda. Infine, chiediamo risposte precise sul numero dei  profughi rimasti fino ad oggi in città e quali percorsi siano stati intrapresi dal Comune per garantire loro una prospettiva di inserimento nella comunità volterrana.

Alla luce del ritardo accumulato in questi anni nel percorso di risanamento dell'azienda e visti i recenti rinvii decisi dalle istituzioni sovraordinate, le minoranze confermano la necessità di riportare nell'aula del Consiglio Comunale tutti i passaggi salienti di questa fase. Data  l'importanza del tema, è stato chiesto al sindaco di inserire questo documento all'ordine del giorno del prossimo consiglio Comunale previsto il giorno 16 alle ore 15,00.


                                     Progetto Originario, il gruppo consiliare     

      

Più chiarezza sulle società del Comune



Non sappiamo più neppure dire quante volte, in questi ultimi due anni, abbiamo cercato di farci dire da sindaco e assessori lo stato di salute delle aziende partecipate e controllate dal Comune. Chiedere è lecito, e nel caso dei consiglieri comunali un diritto/dovere, ma ottenere risposte da Buselli si rivela sempre un calvario. Il caso più recente riguarda la nostra richiesta di aggiornamenti sull'enorme mutuo da 73,5 milioni di euro, che Asa spa contrasse con Monte dei Paschi Capital Services nel 2010. Soldi che in teoria avrebbero dovuto finanziare un cospicuo piano di investimenti su acquedotti, depuratori, ecc.. Però, vai a sapere quali investimenti sono stati compiuti nei primi due anni, cosa prevede il piano di rientro del debito e se questo viene rispettato. Di fatto non se ne sa più nulla. Se guardiamo sul sito web di Asa, il bilancio dell'azienda per il 2012 non risulta neppure pubblicato e d’altra parte neppure una volta il sindaco ha informato in merito il Consiglio Comunale. Eppure il Comune di Volterra è membro di Asa spa, società a maggioranza pubblica, e se quest'ultima andasse nei guai finanziariamente anche il nostro Comune sarebbe chiamato a risponderne attingendo alle proprie casse.
Negli ultimi anni le società partecipate dai Comuni e delle pubbliche amministrazioni in Italia sono proliferate e ciò ha reso la situazione dei conti pubblici ancora più incerta. Perché se il bilancio del Comune è reso noto a fine anno almeno ai consiglieri, spesso in pochi hanno notizie delle tante società partecipate e delle controllate. E non di rado quei pochi non si dimostrano neppure all’altezza di esercitare un controllo efficace. Altrimenti sarebbe difficile spiegare l’entità della crisi attuale dei conti pubblici. 
Per migliorare, nel nostro piccolo, una situazione a dir poco opaca, la scorsa settimana il gruppo di Progetto Originario ha depositato una mozione che richiede all'amministrazione di Volterra di adottare già da quest'anno la stesura del bilancio in forma consolidata. L’adozione del bilancio consolidato renderebbe visibili i risultati della gestione delle numerose società dei servizi pubblici sul territorio e introdurrebbe un elemento di trasparenza e di controllo assai incisivo sul fenomeno delle partecipazioni societarie. Una giungla che spesso si rivela formata da società ben poco virtuose. In pratica, chiediamo al sindaco e alla giunta di adottare per il Comune di Volterra una forma di redazione del bilancio che evidenzi tutte le attività e passività interne ed esterne, gravanti effettivamente sulle finanze municipali. Un unico documento che comprenda tutti i ricavi e i costi dell'ente, mettendo in luce, ad esempio, i risultati annuali di Asa, Asv, Cpt, S. Chiara, ecc.
Chiediamo anche che tutti i dati fondamentali delle varie società siano resi noti alla cittadinanza, sottoposta all'imposizione fiscale anche per l'erogazione dei beni e servizi gestiti da tali aziende. Per questo abbiamo proposto di individuare già da quest’anno per la rappresentazione del bilancio consolidato formati aperti, accessibili e intellegibili da inserire in forma digitale nel sito web del Comune.
Alcuni Comuni, anche a noi vicini, hanno già adottato questa pratica virtuosa. Il Comune  di Pisa, per esempio, che abbraccia un numero di società molto maggiore rispetto al Comune di Volterra. Del resto la stessa Corte dei Conti auspica l'adozione della contabilità in forma consolidata per gli enti locali, la cui assenza ha più volte messo in evidenza l'inadeguatezza del bilancio semplice di Comuni e Province a fornire informazioni esaustive sul reale stato di salute dei conti pubblici (Corte dei Conti, Sezione delle Autonomie, “Stato dei controlli della Corte dei Conti sugli organismi partecipati dagli enti locali”, Deliberazione n. 13/2008).
Questa in sintesi è la nostra più recente proposta. Attendiamo il Consiglio di martedì 16 per sapere cosa ne pensa la giunta Buselli.

Progetto Originario

venerdì 5 aprile 2013

Cimiteri: silenzio di tomba



 Il 4 di marzo è ormai lontano, i canonici venti giorni sono abbondantemente passati senza che il sindaco Buselli o l'assessore Moschi si siano degnati di rispondere alle domande poste sui cimiteri comunali. L'interpellanza del capogruppo Bernardini resta ancora in attesa di risposta da parte dell'amministrazione, come le nostre ripetute domande dalle pagine di questo giornale. Ermanno Marconcini, salinese doc, ha ripreso l'argomento per quanto riguarda le pessime condizioni in cui versa il cimitero di Saline, ma temiamo senza maggior fortuna. Il solito copione. Questa amministrazione appare sempre molto concentrata nella comunicazione, ma unicamente per alimentare polemiche triviali o per autoincensarsi. Quando si tratta di rispondere alle legittime domande sulle sue attivita' piuttosto che su opere o soldi pubblici, invece, resta sempre rigorosamente muta. Sia che gli interlocutori abbiano ruoli istituzionali sia che si tratti di semplici cittadini, l'atteggiamento degli amministratori volterrani è lo stesso: il silenzio. E quando la legge impone loro di replicare, le risposte sono tardive e a dir poco reticenti. 
Eppure le domande in questo caso sono estremamente semplici e ragionevoli. Perché in soli quattro mesi stata prima programmata e poi cancellata la previsione di importanti interventi di ampliamento (per complessivi sette milioni di euro) sul cimitero di Saline e su quello di Volterra? Può un Comune programmare a giugno e sprogrammare a ottobre il grosso del suo Piano triennale delle opere pubbliche, senza rendere conto a nessuno delle sue azioni contraddittorie? Lo abbiamo scritto altre volte: l'incapacità di programmare è il peggiore difetto di un'amministrazione, dato che viene a costare salata in termini di tempo e soprattutto di denaro.
Dato l'allarme sui residui spazi a disposizione nei cimiteri comunali lanciato dallo stesso sindaco e dal suo assessore soltanto nel giugno scorso, abbiamo quindi richiesto che venissero resi noti i dati reali sulle effettive disponibilita' di spazi cimiteriali e i relativi tempi di saturazione previsti, alla luce delle proiezioni statistiche sulle dinamiche della popolazione. Due calcoli abbastanza rapidi da farsi e a quanto risulta aggiornati dall'ufficio tecnico anche di recente.
Ovviamente speriamo che sindaco e l'assessore rispondano in modo esaustivo anche alla nostra domanda sul cimitero di Saline. Ovvero se non ritengono le prolungate condizioni di degrado in cui versa la struttura ormai meritevoli di un intervento definitivo. Torniamo a chiederlo, ricordando loro che anche il Programma triennale delle opere pubbliche appena scaduto (triennio 2010-12) conteneva un impegno di spesa di 250.000 euro per il consolidamento del cimitero di Saline. Un impegno mai mantenuto, purtroppo, ma ogni anno che passa i danni crescono.
Infine, attendiamo di sapere per quali ragioni, presso alcuni cimiteri, si siano verificati spiacevoli episodi di difformità di trattamento per quanto riguarda il diritto delle famiglie al prolungamento del periodo di tumulazione dei propri cari.
Domande semplici, come facile comprendere, tutte incentrate sulle strette competenze del Comune e nulla più. Restiamo pazientemente in attesa di risposte. 

Il gruppo consiliare di Progetto Originario


domenica 27 gennaio 2013

Il teatro dell’assurdo





Se il mondo girasse nel verso giusto, oggi troveremmo scritto sul giornale che un assessore coinvolto nell’utilizzo improprio delle carte di credito del Comune (per sua stessa ammissione) ha rassegnato le dimissioni. Seguirebbero poi dei ringraziamenti a quel funzionario che svolgendo le sue mansioni, si è reso conto che qualcosa non quadrava e ha segnalato il tutto a  sindaco e alla giunta. Infine, troveremmo in calce, come minimo,  delle scuse del sindaco alla sua città, per essersi circondato di persone che non hanno ben compreso il rigore con cui si dovrebbero usare le risorse pubbliche. Tutto questo, si diceva, se il mondo girasse nel verso giusto. Pare invece di trovarsi in un teatrino dell’assurdo: Buselli, al di fuori di ogni ragionevolezza, minaccia azioni legali non verso chi abusando del suo ruolo cerca di trarne un profitto… ma verso chi ha consentito che le notizie sugli usi impropri dei soldi pubblici uscissero dal Palazzo! Come se non bastasse, al funzionario che gli mette sotto il naso numeri, circostanze ed abusi, rivolge un invito minaccioso: continua pure a fare le verifiche, ma qualsiasi conclusione tu decida di formulare lo  fai “a titolo personale”.  Come a dire che può raccogliere i dati che vuole, ma non deve interpretarli perché questa è cosa sgradita all’amministrazione. Eppure un sindaco dovrebbe sapere che non è un affare privato il modo in cui vengono spesi i soldi pubblici da soggetti che hanno un ruolo pubblico, ma è qualcosa che riguarda ogni singolo cittadino che paga le tasse. Dovrebbe, altresì, sapere che quando si ravvisano prove evidenti di usi impropri di risorse pubbliche sia i dipendenti che gli amministratori hanno l’obbligo di assumere tutte le iniziative necessarie per la salvaguardia della cosa pubblica. Entrambi i soggetti, ciascuno nel ruolo che gli spetta. Il sindaco ha (dovrebbe avere) l’obbligo di garantire che ogni centesimo che esce dalle casse comunali sia rendicontato e destinato solo a fini pubblici. Ed invece che fa? Esercita il suo potere per ristabilire non la legalità, ma il silenzio. Sono dunque  l’omertà e la minaccia i veri tratti salienti di questa amministrazione. I dipendenti non devono fare verifiche, ma limitarsi ad eseguire gli affari correnti. Non devono parlare con nessuno, tanto meno con i consiglieri delle minoranze. Infatti per quest’ultimi esercitare il mero controllo che è loro funzionale, qui a Volterra è divenuto un affare di stato, da vagliare preventivamente ad opera del segretario e da documentare con istanze scritte. Il tutto in completo dispregio della legge che stabilisce libertà di accesso ai consiglieri. Chi non si adegua rischia grosso: il sindaco promette querele a destra e a manca (a spese dei cittadini che pagheranno il conto degli avvocati), minaccia più o meno velatamente i dipendenti, fino all'allontanamento del personale sgradito dagli uffici “scomodi”. Tutti ricorderanno, a questo proposito, le vicende del precedente dirigente del settore tecnico: segnalò con relazione motivata l’irrealizzabilità del piano triennale delle opere pubbliche per i noti problemi legati al patto di stabilità e fu messo alla berlina; successivamente si rifiutò di firmare il blocco del cantiere Boschini di Solvay, perché si riteneva incompetente per materia e ne seguì l’allontanamento dall’ufficio. In entrambi i casi i fatti successivi dettero piena ragione al dirigente e torto al sindaco: il piano delle opere pubbliche è rimasto un bel sogno dell’assessore  Moschi e il blocco del cantiere Solvay è stato dichiarato illegittimo dal Tar proprio per difetto di competenza del Comune. Una fortuna che non sia stata accolta la domanda di risarcimento danni di Solvay, che avrebbe comportato per il Comune  ed il vice-dirigente firmatario un bell’esborso in denaro. Ma procedere con queste azioni di forza, in un continuo braccio di ferro, ciechi e sordi di fronte le precise responsabilità che discendono da certi comportamenti, dove sta portando? Buselli non è più minimamente credibile, perché è chiaro che non ha alcun interesse a ristabilire la correttezza dell’azione amministrativa essendo  più interessato a rimanere sullo scranno di primo cittadino a tutti i costi. La struttura comunale dal canto suo è oramai un campo di battaglia, tra uffici in perenne “riordino”, spostamento forzato del personale “ribelle” e via vai di segretari comunali, con i quali  il sindaco non sembra trovare pace (si va per 4 in 4 anni, un bel record!). Tra un anno e mezzo ci aspettano nuove elezioni e le macerie di un’amministrazione spregiudicata e arrogante saranno un’eredità difficile da gestire per chiunque.
Sonia Guarneri,  Progetto Originario




domenica 20 gennaio 2013

La logica del cappello



Alla fine, in qualche modo, nel Consiglio Comunale del 9 gennaio siamo riusciti a far passare la nostra proposta di istituire anche a Volterra il canone concordato. Come abbiamo già spiegato in altri precedenti interventi, si tratta di un contratto di locazione a prezzi calmierati, di cui potranno beneficiare gli inquilini ma anche i proprietari, che pagheranno  un'aliquota IMU più bassa e godere delle altre agevolazioni fiscali previste. Non solo, nell'occasione è perfino stata recuperata una proposta formulata in giugno in commissione regolamenti dal consigliere Dei riguardo all'IMU, volta ad introdurre agevolazioni a favore dei nuclei familiari dove vi siano uno o più portatori di handicap. Questo anche grazie al fatto che il gettito dell'imposta IMU per il Comune nel 2012 è stato perfino più alto delle attese: 3.298.000€ contro i 3.190.000€ preventivati. Si tratta di piccole riforme che, a nostro avviso, in questo periodo di crisi economica potranno portare qualche beneficio ad alcune decine di famiglie residenti. Intendiamoci, l'approvazione in Consiglio Comunale di un documento con simili indirizzi non vuol dire che queste riforme sono state attivate: significa soltanto che l'amministrazione comunale si è impegnata a portarle a termine in futuro. Quando e come non ci è stato specificato dalla maggioranza e da adesso dovremo costantemente vigilare, affinché vengano effettivamente realizzate secondo criteri ragionevoli e soprattutto in tempi accettabili.
Fino a qui abbiamo trattato la parte seria dell'iter vissuto dalla nostra proposta per l'istituzione del canone concordato nel Comune di Volterra. Ma avendo a che fare con l'amministrazione Buselli, non poteva certo mancare la pulcinellata finale. Infatti, sarebbe stato troppo aspettarsi un iter consiliare normale, con una discussione aperta sulla nostra proposta, magari arricchita da emendamenti e modifiche provenienti dagli altri gruppi. Invece abbiamo visto arrivare in consiglio la proposta-fotocopia della maggioranza, naturalmente arrivata 3 settimane dopo, con l'aggiunta delle tre righe in cui veniva recepita la proposta dell'ex assessore Dei (senza mai nominarlo). A chi non conosce personalmente i membri di questa maggioranza potrà sembrare infantile, per non dire ridicolo, che un gruppo consiliare cerchi di assumere la paternità delle proposte altrui  scopiazzando palesemente i documenti delle minoranze. Ma il senso del ridicolo è stato sfrattato da Palazzo dei Priori un paio d'anni fa. Così l’assessore Tonelli ha candidamente (o ingenuamente) detto allo scorso consiglio comunale di aver pedissequamente copiato l’ordine del giorno di Progetto Originario, aggiungendoci la proposta di Dei (che lei stessa aveva  a suo tempo bocciato), per poi presentare il nuovo documento a sua firma, come fosse sbocciato fresco fresco dalle loro menti. Dulcis in fundo, a dispetto della logica e della coerenza, la maggioranza ha  bocciato il documento originale presentato da P. O., che ricalcava per il 98% i contenuti del proprio: il clone che è stato infine approvato. Se le minoranze avessero “ragionato” come i buselliani, non sarebbe passato nessuno dei documenti, visto che quel giorno alla maggioranza mancava un consigliere. Abbiamo però pensato al bene dei cittadini e alla coerenza della nostra azione, votando sia il nostro documento che il clone. E abbiamo cercato di far prevalere l’obiettivo di introdurre qualcosa di positivo per la città, come l’introduzione dei contratti a canone concordato con beneficio di una aliquota Imu ridotta, arricchita dall'agevolazione per i soggetti affetti da handicap.
Del resto nessuno è rimasto sorpreso dall'accaduto, perché nessuno si aspetta più comportamenti corretti e civili da parte della lista Buselli. Attendiamo di vedere se i buselliani si riveleranno anche rapidi esecutori, attuando concretamente le proposte approvate. Finora hanno senz'altro dimostrato di essere svelti nel tentare di mettere il cappello sulle proposte degli altri.
Progetto Originario



domenica 13 gennaio 2013

Canone concordato ed agevolazione sull’ IMU: cosa proponiamo



Abbiamo portato all’attenzione del Consiglio Comunale di questo mese una proposta volta al contrasto della crisi abitativa, ancora più acuita dalla crisi economica che stiamo attraversando.
La mozione che abbiamo presentato all’amministrazione sin da metà dicembre, chiede di intraprendere i passi necessari per istituire nel nostro Comune il canone concordato. Ovvero un contratto di locazione a prezzi calmierati, di cui possono beneficiare gli inquilini ma anche i proprietari, che potrebbero pagare una IMU più bassa e godere delle altre agevolazioni fiscali previste.
Il governo ha infatti stabilito che la decisione sull' aliquota imu ridotta perl'affitto a canone concordato spetti ai comuni, che la possono portare dal 7,6 fino al 4 per mille.
In una realtà come la nostra questo dispositivo potrebbe produrre alcuni effetti positivi. Di fronte alla possibilità di non riuscire ad affittare un appartamento ai prezzi di mercato, dovendo comunque sborsare un'imposta IMU molto salata per le seconde case sfitte, alcuni proprietari potrebbero decidere di accettare di aderire ai canoni concordati, per riuscire a stipulare un contratto di affitto stabile e pagare un'imposta più leggera.
Per fare questo, però, occorre mettere in atto alcune azioni preliminari precise. Ovvero che  Comune e associazioni più rappresentative di proprietari e di inquilini stabiliscano le modalità di valutazione degli immobili e, per ogni tipologia individuata e per ogni quartiere, definiscano la forbice prevista del canone, minimo e massimo.
Si chiede dunque che l’Amministrazione di Volterra intraprenda finalmente questo cammino. Crediamo che avendo depositato la proposta con largo anticipo, la maggioranza abbia avuto tutto il margine per approfondire la proposta. Con la speranza che non venga rigettata per il solo fatto che proviene dalla minoranza di PO.
Progetto Originario