venerdì 30 agosto 2013

Separati in casa

Non vorremmo che, per piccoli opportunismi o per la scarsa attitudine al confronto manifestata da alcune forze politiche, venisse frettolosamente riposto come uno dei tanti chiacchiericci estivi il tema essenziale delle future forme di rappresentanza dell'Alta Val di Cecina, rilanciato in luglio dall'ex sindaco Pacini con la proposta del Comune Unico. A nostro parere, invece, è utile mantenere vivo e aperto un dibattito molto attuale, forse addirittura obbligato per le difficili condizioni economiche del Paese, sulla necessità di ridare compattezza istituzionale alla nostra zona. Prendiamo spunto da due episodi recenti che vedono coinvolti i nostri Comuni. All'ultimo Consiglio Comunale tenutosi a Volterra, è stata votata la presa d'atto del recesso, deciso dal Comune di Montecatini nell'aprile scorso, dalla convenzione sul servizio della mensa scolastica, finora gestito in collaborazione tra i due Comuni. Da un certo punto di vista è naturale e quasi scontato che il Comune di Montecatini, facendo parte integrante dell'Unione dei Comuni, tenda a gestire attraverso questo strumento collegiale alcuni servizi, come appunto la mensa scolastica. Il problema è che Volterra, decidendo di restare fuori dall'Unione, sta perdendo progressivamente le connessioni politiche e amministrative con i propri vicini, andandosi a cercare problemi nuovi e non necessari. Infatti, durante la stessa seduta del Consiglio, abbiamo appreso che la prossima convenzione per la mensa scolastica Volterra la stipulerà sicuramente assieme al Comune di Castelnuovo, senza che ad oggi nessuno sappia quali ricadute questa scelta potrà avere sulla qualità del servizio e sui suoi costi finali. Se si considera che l'Istituto Comprensivo di Volterra raggruppa le scuole per l'infanzia, primarie e secondarie proprio dei Comuni di Volterra e Montecatini, mentre Castelnuovo dal punto di vista scolastico appartiene allo stesso Istituto Comprensivo di Pomarance e Monteverdi, si capisce come la situazione nel prossimo futuro rischi di ingarbugliarsi per ragioni che non hanno niente a che fare con la scuola, con la razionalità o con l'efficienza dei servizi.
Il secondo esempio riguarda la nascente comunità per adolescenti con problematiche comportamentali, che Asl 5 e Comune di Pomarance hanno stabilito verrà aperta nell'ex Villino Enel di Larderello, scatenando le rivendicazioni del Comune di Volterra e del Presidente dell'ASP S. Chiara. E' chiaro che stride la maturazione di una simile decisione al di fuori degli organismi socio sanitari collegiali. Soprattutto in presenza di strutture per i servizi alla persona già esistenti, quando si parla di attività che riguardano il bacino d'utenza dell'intera Asl 5 e potrebbero svilupparsi su tempi lunghi, con previsioni di budget assai rilevanti (oggi l'erogazione da parte di enti terzi di questo specifico servizio costa alla Asl 5 circa 900.000€ all'anno). Però è difficile leggere in questa decisione l'ultima conseguenza di una guerra ideologica, che vedrebbe contrapporre la Asl 5 all'amministrazione Buselli, come sostengono gli esponenti di Uniti per Volterra, dato che anche il Comune di Pomarance è retto da una lista civica che ha spodestato dopo tanti anni il Pd. Noi invece leggiamo in questo episodio uno dei frutti dell'attuale disgregazione politica in cui versa l'Alta Val di Cecina, iniziata con l'esplosione nel 2011 della ex Comunità Montana. Da quel momento, la formazione di due blocchi (l'Unione da una parte e Volterra-Castelnuovo dall'altra) ci ha spinti sul piano inclinato della progressiva contrapposizione, allentando i legami politici tra Comuni dell'Alta Val di Cecina e compromettendo molte opportunità di collaborazione reciproca. E' abbastanza logico pensare che l'eventuale formazione del cosiddetto Comune Unico Geotermico fornirebbe altro propellente al processo in atto dal 2011, cristallizzando ulteriormente le divisioni e offrendo nuovi spunti di competizione. Pare chiaro che la lista civica Uniti per Volterra abbia commesso un grave errore, decidendo di staccarsi dagli altri Comuni, e che continui a sbagliare affermando di potersi concedere il lusso di stare alla finestra a guardare cosa faranno gli altri, aspettando gli eventi. Si pensi, per esempio, ai numerosi finanziamenti regionali che generalmente vengono concessi anche su base territoriale: se uno dei blocchi vince, giocoforza l'altro perde. Ma più spesso, trattandosi di realtà numericamente modeste, temiamo che finiremo per perdere tutti contemporaneamente. Riteniamo, quindi, che sia necessario mettersi ad un tavolo quanto prima per riunire assieme le forze disponibili, riprendendo a tessere vecchi e nuovi processi di collaborazione e ritrovando unità di intenti.
Nel fuoco delle polemiche di questi ultimi mesi, più volte abbiamo sentito assessori o lo stesso sindaco esprimere giudizi sommari tesi a bollare tutte le Unioni dei Comuni come inefficienti. E' falso. Come tutte le cose umane, anche questa istituzione può fornire diversi esiti: dipende dai presupposti su cui è costruita e da come viene organizzata. Quando questi due pilastri - presupposti e organizzazione - sono solidi, le Unioni funzionano. Per quanto riguarda l'organizzazione la sua efficacia dipende dalle persone che se ne fanno carico, ma per quanto riguarda i presupposti (geografici, storici, infrastrutturali, ecc.) esistono principalmente due criteri ufficiali per stabilire se sussistano. Quello dei Sistemi Locali del Lavoro (SLL, utilizzato da Istat) e quello dei Sistemi Economici Locali (SEL, impiegato da Irpet). Il primo lega Volterra con Montecatini, mentre aggrega Pomarance con Castelnuovo e Monteverdi, disegnando uno scenario abbastanza diverso da quello attualmente costituito. Facendo riferimento, invece, al secondo criterio, quello dei Sistemi Economici Locali, tutta l'Alta e Media Val di Cecina appartiene ad un'unità omogenea, compresi i Comuni di Guardistallo, Montescudaio e Casale M.mo. Forse è questa la prospettiva più promettente alla quale dovremmo guardare.

Progetto Originario




Moschi, il nuovo asilo nido non è prioritario

Dall'ultimo Consiglio Comunale del 9 di Agosto abbiamo appreso che il progetto del nuovo asilo nido, previsto nella zona adiacente Villaggio Giardino, non è prioritario per il Comune. Infatti, la lista Uniti per Volterra e l'immancabile Bassini hanno respinto la mozione di Progetto Originario che testualmente chiedeva: 1) di assegnare la priorità tra le opere pubbliche previste per l’anno 2013 alla realizzazione del progetto di un nuovo asilo comunale, anticipando all’anno corrente gli interventi per garantire l’accessibilità dell’area; 2) di aggiornare i documenti di programmazione del Comune in materia di opere pubbliche in ragione di tale priorità.
Ma spieghiamo perché il gruppo di Progetto Originario ha sentito la necessità di presentare questa mozione. Già varie volte abbiamo parlato della facilità con cui questa Giunta contraddice le proprie scelte, impedendo di fatto di portare avanti una programmazione seria, specialmente in materia di Opere Pubbliche. Difatti, il Programma triennale delle opere pubbliche, rivoluzionato cento volte negli ultimi anni, da 9 mesi a questa parte è stato di nuovo, a più riprese modificato. In particolare la delibera di Giunta 157/2012, poi parzialmente modificata con successiva del. 29/2013, ha variato il piano triennale delle opere pubbliche, eliminando il progetto per la realizzazione dell’asilo nido comunale dalla lista delle priorità dell’anno 2013, e posponendo la sua attuazione all’anno 2014, peraltro anno di rinnovo dell’amministrazione. Successivamente la delibera approvata dal Consiglio Comunale il 28 giugno 2013 ha modificato per la terza volta in pochi mesi la programmazione delle opere pubbliche, inserendo nuovamente la realizzazione dell’opera ma senza l'indicazione di priorità rispetto agli altri interventi e senza precisare i tempi di esecuzione previsti.
Il progetto di quest'opera fu votato dal gruppo di Progetto Originario in Consiglio Comunale con la deliberazione n. 50 del luglio 2012, perché credevamo nella necessità di dare un nuovo asilo nido a Volterra, anche con l'intenzione di partecipare al bando della Regionale Toscana per il finanziamento di nuove infrastrutture per l’infanzia. Il decreto dirigenziale n. 907/2013 - emesso dalla Regione - ha stabilito che il progetto presentato dal Comune di Volterra è ammissibile a finanziamento, per un contributo della Regione di € 342.160 a fronte di un costo del progetto stimato dal tecnico in € 488.801. Chiariamo che l' “ammissione al finanziamento” di un progetto non equivale a dire che sarà senz'altro finanziato: il Comune riceverà i soldi previsti dal bando, se dimostrerà di saper svolgere tutte le attività propedeutiche al progetto nei tempi richiesti dalla Regione. In parole povere significa che il finanziamento regionale arriverà, se a marzo il progetto sarà allo stadio di cantiere. Dato che non sono in vista altri finanziamenti regionali per mancanza di progetti presentati dal nostro Comune, ritenevamo che l'amministrazione fosse d'accordo con noi nell'indicare oggi come prioritario il progetto dell'asilo nido. Per centrare con sicurezza l'obiettivo di questo finanziamento regionale, avviando così almeno il cantiere di un'opera pubblica significativa, rivolta al futuro. Per qualche oscuro motivo che speriamo sappia chiarire almeno ai cittadini, il 9 di agosto l'amministrazione ha bocciato questa proposta.

Progetto Originario, il Gruppo Consiliare




Il turismo e una maggiore equità fiscale

Abbiamo appreso da Il Tirreno di martedì 7 agosto scorso che anche gli operatori del settore, rappresentati dal Consorzio Turistico di Volterra, Valdicecina e Valdera, sono favorevoli all'ipotesi di una tassa di soggiorno comunale. Qualcuno ricorderà che, all'approvazione del bilancio previsionale 2012, il gruppo consiliare di Progetto Originario propose in questo senso un emendamento al bilancio, che fu respinto senza tanti complimenti dall'attuale maggioranza. Fa dunque piacere apprendere adesso che una simile ipotesi sia presa in seria considerazione da un soggetto competente e “terzo”, dove sono coinvolti direttamente gli operatori del settore. Un anno fa, quando formulammo la proposta, tentavamo di offrire all'amministrazione di Volterra una via alternativa che le consentisse di applicare un'aliquota IMU più leggera sulla prima casa. Infatti, spigavamo che sarebbe bastata una tassa di soggiorno leggera, in media di 1,5 €/giorno, considerati i flussi turistici storici, per consentire di portare dal 5 al 4 per mille l'aliquota IMU sulla prima casa. Una simile scelta avrebbe ridato una boccata d'ossigeno ai cittadini residenti, togliendo al Comune di Volterra il triste primato per l'aliquota IMU prima casa più elevata di tutta la Val di Cecina. I calcoli illustravano la possibilità concreta di risparmio per le famiglie residenti sensibile, in media 70-80€ all'anno, a fronte di una tassa di soggiorno tranquillamente sopportabile dal turista. Nell'ipotesi che avevamo formulato – conti alla mano confermati sia dal Sindaco Revisore che dal Ragioniere Comunale - questa operazione, dell'importo complessivo di 300.000 mila euro, avrebbe richiesto l'introduzione di una tassa di soggiorno (alberghiera) da 1,5 euro/giorno di media a persona (solo per gli adulti); variabile naturalmente in base alla categoria alberghiera. Sul turista questa novità avrebbe inciso all'incirca per il 2% sui costi di pernottamento. Esemplificando, per una vacanza di un fine settimana una famiglia di due persone avrebbe speso 6 € in più. Un aggravio sicuramente sopportabile che, per contro, avrebbe consentito di alleggerire l'IMU prima casa sui residenti in misura sensibile (70-80€ a famiglia).
La maggioranza, bocciando il nostro emendamento al bilancio, giustificò il proprio voto, appellandosi alla funzione strategica del turismo nell'economia volterrana, che rendeva impensabile l'introduzione di una tassa di soggiorno. Questa estate abbiamo avuto conferma che si trattava dell'ennesima bufala. L'amministrazione, abituata ad amministrare improvvisando, si è contraddetta platealmente una volta di più con la recente delibera di Giunta che ha riorganizzato i parcheggi vicini al centro storico, secondo uno schema che penalizza duramente proprio quei turisti che si predicava di voler tutelare come “risorsa strategica”.
Oggi l'apertura sull'argomento offerta dall'intervento dei membri del Consorzio Turistico, che citano l'esempio di quasi tutte le città turistiche principali, fa sperare che si possa tornare a ragionare sul tema delle imposte e del turismo con maggiore lucidità rispetto ad un anno fa. Se l'amministrazione fosse disponibile a fare qualche passo indietro dimostrando finalmente la reale volontà di correggere almeno i propri errori più macroscopici, saremmo sicuramente disponibili ad offrirle il nostro contributo su questo tema.

Progetto Originario



La Nazione 30 agosto 2013


Il Tirreno 30 agosto 2013


venerdì 23 agosto 2013

Tolleranza zero, anzi dieci.

L'estate volterrana 2013 la si potrebbe definire l'estate delle multe. O forse meglio, “la schizofrenica estate delle multe”. Perché nel comportamento dell'amministrazione non è certo mancata una certa dose di alterazione schizofrenica nella gestione delle innovazioni rivolte al traffico. Infatti, abbiamo osservato da parte dell'amministrazione atteggiamenti molto diversi dalle nuove regole sui parcheggi all'uso delle telecamere all'ingresso della ztl, da cui traspare la solita navigazione a vista, che contraddice le più elementari norme di programmazione necessarie per un ente pubblico. Del resto, già il varo di nuove regole in piena stagione turistica, quando i picchi di frequenze e di accessi alla città toccano i massimi livelli, è sintomo della mancanza di un minimo di pianificazione. Già alcune settimane fa avevamo notato la perdurante assenza di controlli nei parcheggi posti in prossimità del centro, tra cui l'importante “polmone” di Vallebona, da questa estate destinati ad uso esclusivo dei residenti (ma potremmo anche dire degli aventi diritto al voto) nel Comune di Volterra. Una decisione assai discutibile, non per niente presa solo dall'organo politico della Giunta senza avvalersi di alcuno studio specifico o di altri adeguati supporti tecnici: ma insomma se c'è una regola è giusto che si adottino anche le misure affinché venga rispettata. Quindi servirebbe un'adeguata segnaletica (che sia d'immediata lettura anche per chi viene da fuori); servirebbero parcheggi alternativi (o perlomeno l'attivazione di un servizio navetta verso i parcheggi più distanti o più scomodi) che offrano opzioni diverse a chi non è residente; per ultimo, servirebbero anche i controlli e mezzi dissuasivi proporzionati, affinché le nuove regole vengano osservate. A nostro avviso, per quanto riguarda il tema del riassetto dei parcheggi, l'amministrazione è stata carente su ciascuno di questi aspetti.
Sui varchi elettronici, invece, la vicenda ha preso una piega ben diversa, se si eccettua la carenza d'informazione ai cittadini e il varo delle novità in piena estate, aspetti che accomunano l'avvio delle telecamere e le nuove regole previste per i parcheggi. Premesso che riteniamo giusto e necessario regolamentare efficacemente il traffico nel centro storico, pensiamo vi si potesse arrivare senza “spargimenti di sangue”. Per quanto riguarda la distribuzione delle multe, con i varchi la mano dell'amministrazione è stata decisamente pesante, considerando che si parla di multe da 90 euro circa cadauna. Infatti, in questo caso, in assenza di vigilanza diretta degli addetti, fa la differenza la distanza temporale tra cui un automobilista commette l'infrazione e il momento in cui la multa viene notificata. Da un momento all'altro possono passare diversi giorni, anche alcune settimane, un lasso di tempo in cui l'automobilista continuando ad ignorare l'attivazione del nuovo dispositivo può accumulare molte contravvenzioni. Dunque, complice anche la precedente rilassatezza nei controlli, con l'innesto delle telecamere le multe sono arrivate a pioggia. Si sente dire che a qualcuno sono arrivate 10-20 multe, cumulando sanzioni per somme che complessivamente rischiano di mettere in seria difficoltà molte famiglie a medio basso reddito. Sembra, poi, alquanto vessatoria la pratica di sanzionare l'automobilista all'entrata e all'uscita della Ztl. Secondo il comune buon senso, si tratta di un'unica infrazione. Dunque perché togliere ad una persona oltre 180 euro, quando già 90 rappresentano una sanzione più che adeguata ad indurre comportamenti corretti nel prossimo futuro?
Progetto Originario



I primi della classe

Nel torrido Consiglio Comunale del 9 di agosto è stata ancora la crisi del S. Chiara al centro di un lungo dibattito. Con alcune notizie significative confermate dal Presidente Bacci: il taglio rilevante dei posti letto in convenzione con l’Usl; il naufragio di tutti i progetti più significativi per il rilancio dell’azienda ed infine il congelamento del cosiddetto Piano di rilancio aziendale varato poco più di un anno fa, mai partito e già del tutto arenato. Nessuna soluzione praticabile sembra dunque essere stata trovata per uscire da una crisi che viene da lontano ma che certo negli ultimi anni minaccia di travolgere l'azienda .
Quel che è più grave è stata la ripetuta affermazione di una sostanziale e perdurante mancanza di collaborazione e di coordinamento tra S. Chiara e Asl 5, due soggetti che viceversa per natura (due aziende pubbliche) e per finalità (l’assistenza alla persona) dovrebbero camminare a braccetto. A ciò si è aggiunta, più di recente, una sempre più palese ritrosia dei 4 Comuni della Alta Val di Cecina a programmare e governare in maniera coesa le politiche afferenti la salute del territorio, da anni gestite in forma associata. Con questa precisa finalità era nato nel 2004 il consorzio pubblico tra i quattro comuni della zona (Volterra, Montecatini V.C., Pomarance e Castelnuovo V.C.), i cui sindaci siedono nella Giunta esecutiva della Società della Salute insieme al Direttore Generale dell’Azienda USL 5 di Pisa. È la USL, infatti, ad occuparsi della gestione diretta dei servizi.
Da anni si cerca di realizzare la piena integrazione delle attività sanitarie e socio-sanitarie con le attività assistenziali di competenza degli enti locali, per evitare duplicazioni e favorire l’integrazione istituzionale e gestionale mettendo insieme le risorse. E' chiaro che questo percorso di integrazione negli ultimi anni ha avuto vita assai difficile per le divaricazioni createsi tra le istituzioni, tanto che la disgregazione di fatto trai soggetti presenti in Alta Val di Cecina sta incidendo negativamente anche sulla stessa sopravvivenza di aziende di servizi alla persona come il S. Chiara, essenziali nel nostro territorio per l’attività di assistenza che svolgono.
Non sarà, infatti, sfuggito ai lettori più attenti il fatto che mentre il S. Chiara si affanna per cercare di diversificare la propria offerta di assistenza alla persona, si parla dell’apertura di nuove strutture di assistenza, come il caso, riportato di recente dai quotidiani, della nascente comunità per adolescenti di Larderello. Questo episodio conferma, una volta di più, che i Comuni dell’Alta Val di Cecina, lungi dal lavorare insieme alla programmazione congiunta delle attività assistenziali, ormai procedono ognuno per la propria strada, cercando di accaparrarsi nuovi servizi e nuovi posti di lavoro stringendo intese esclusive con l’Azienda sanitaria, svuotando così il ruolo di coordinamento e la funzione di programmazione che, ad oggi, dovrebbe avere la Società della Salute nella quale tutti siedono. In questo quadro sempre più desolante, dove alla significativa riduzione delle risorse si aggiunge anche l’incapacità di collaborare tra i soggetti coinvolti, perfino quando si hanno gli strumenti per farlo, come si può pretendere di rilanciare aziende in crisi presentandosi come interlocutori credibili?

E come si può pretendere di rivendicare (anche giustamente) la vocazione naturale di Volterra ad accogliere le nuove attività di natura socio-sanitaria, quando proprio il Comune di Volterra ha scelto per primo di tagliare i ponti con tutti all'atto di nascita dell'Unione dei Comuni, in ossequio a logiche di mero campanile?
Progetto Originario

martedì 13 agosto 2013

Osservazioni presentate da PO per la variante al Regolamento Urbanistico



GRUPPO CONSILIARE
PROGETTO ORIGINARIO LISTA CIVICA

Spett. Sig. Sindaco Comune di Volterra, Marco Buselli



OGGETTO: OSSERVAZIONI (AI SENSI DELLA L. R. 1/2005) ALLA VARIANTE GESTIONALE DEL RU DI VOLTERRA adottata con Del. N° 30 C.C. Del 16/04/2013 e pubblicata sul B.U.R.T. In data 29/05/2013



Considerazioni Generali

La prima considerazione generale scaturisce dal contenuto della relazione della curatrice del processo partecipativo: “ Il processo partecipativo intitolato “L’urbanistica a piedi per Volterra” ha previsto più appuntamenti, articolati con metodi e impegni orari diversi, così da consentire ai cittadini di poter scegliere forma di coinvolgimento più gradita; nonostante questo la partecipazione dei “semplici cittadini” è stata piuttosto bassa (una decina di persone in tutto). Difficile capire se le motivazioni siano attribuibili al fatto che l’urbanistica è solitamente percepita come una materia un po’ ostica, da addetti ai lavori, oppure alla fiducia comunque riposta nell’operato dell’Amministrazione, più semplicemente, a una scarsa pubblicizzazione dell’iniziativa.”. Una decina di persone in tutto può essere considerato  un numero assolutamente insignificante rispetto alla comunità volterrana e va effettivamente ricercata la ragione per la quale così pochi cittadini si siano interessati ai temi in questione. Possono essere fatte alcune ipotesi: la prima è che, come conferma l'opinione espressa su vari mezzi di comunicazione della categoria dei tecnici dell'edilizia volterrani, gli incontri conoscitivi non siano stati pubblicizzati. Un'altra è che i cittadini non ripongano fiducia nell'amministrazione che li ha promossi oppure che i temi trattati nella variante non siano temi sentiti da chi abita il territorio. Ognuna di queste ipotesi dovrebbe fornire spunti di riflessione.

Un 'altra osservazione generale, che deriva direttamente dall'ultima ipotesi espressa sopra riguardo alla scarsa partecipazione concerne uno dei temi che in campagna elettorale era molto sentito dagli elettori e su cui il candidato Buselli si spese nel programma, dicendo che li avrebbe cancellati: gli SD (Schemi Direttori). Essi erano considerati dalla Lista Civica strumenti non adatti alla realtà di Volterra perchè implicavano interventi coordinati pubblico-privati poco plausibili nella nostra piccola realtà. Dal programma amministrativo “ Affinché non vengano esclusi i soggetti locali che lavorano nell’ambito dell’edilizia dai principali progetti previsti nelle aree a trasformazione (le nuove zone edificabili), si dovrà ripensare il ricorso all’uso dei Piani Complessi d’Intervento, limitandone l’uso solo ove davvero necessario (SD 1 ed SD 3). Per le restanti aree dovrà essere previsto il ricorso di strumenti più agili, quali i piani attuativi,guidati attraverso le linee di eventuali schede normative (con le quali si potranno predisporre progetti alla portata degli operatori edilizi volterrani)”. Una variante del genere non è coerente con ciò che era stato annunciato nel programma elettorale. Non è stato modificato nulla di rilevante: ci si è limitati a deperimetrare alcuni pezzi di territorio e a toglierli dagli SD assegnando loro un intervento diretto.

Ultima, breve, considerazione di carattere generale riguarda i tempi della Variante: è noto che il vigente RU è stato approvato nel 2009 e che, quindi, secondo le procedure canoniche indicate nella L.R. 1/2005, l'Amministrazione avrebbe già dovuto avviare le procedure per la sua revisione quinquennale. Tale revisione, che prevede la valutazione di ciò che è stato realizzato e di ciò che è rimasto sulla carta è un momento molto importante per apportare modifiche al RU e per aggiornarne il quadro conoscitivo in modo da approdare ad uno strumento attualizzato e auspicabilmente utile. In questa ottica si sarebbe dovuto procedere ad una revisione accurata del RU e utilizzare quel momento progettuale per inserire i contenuti che invece si sono voluti esplicitare con una variante gestionale tardiva ed onerosa dal punto di vista delle risorse pubbliche impiegate.

Osservazioni specifiche sulle norme variate:

OSSERVAZIONE N°1 :

Art. 51 bis c. 1  delle Norme di Attuazione del RU
Ampliamento cimitero: l'area in cui si prevede l'ampliamento presenta notevole delicatezza dal punto di vista geologico, per l'orografia del versante e soprattutto perché non risulta siano stati fatti studi di approfondimento per verificare la presenza di una falda idrica e la sua eventuale profondità. Si chiede, quindi, di portare avanti uno studio geologico accurato prima di progettare l'ampliamento dell'area cimiteriale.


OSSERVAZIONE N°2 :

Art. 95 bis c. 2  delle Norme di Attuazione del RU
Rispetto alle schede per gli edifici agricoli non classificati indicare il "risanamento conservativo" come attuale  intervento ammissibile è francamente poco tutelativo: con il risanamento si ammette, infatti, un intervento che può comprendere anche il cambio di destinazione d'uso. Sarebbe meglio inserire norme di salvaguardia che ammettessero interventi fino alla “manutenzione straordinaria” e se il proprietario ritiene di poter ottenere una abilitazione per interventi ulteriori dovrebbe presentare istanza per classificare il suo immobile, come prevedono le norme alla fine del medesimo comma 2.

OSSERVAZIONE N°3 :

Art. 95 bis c. 3  delle Norme di Attuazione del RU
Per la presentazione di istanza di classificazione dell'edificio da parte del privato non sembra corretto affermare che “In caso di approvazione della classificazione proposta, essa verrà ratificata dal Consiglio Comunale senza che tale procedura costituisca variante al presente RU
La ratifica del Consiglio Comunale di per sé significa che lo strumento urbanistico è stato variato e  questo implica l’obbligo di affrontare l'iter canonico di una variante con adozione, osservazioni dei privati (magari i confinanti a quell'edificio da schedare avrebbero qualcosa da ridire.....), controdeduzioni e approvazione.


OSSERVAZIONE N°4 :

Art. 98  c.4 delle Norme di Attuazione del RU
Non si capisce come mai si inserisca un progetto così fumoso all'interno della variante e perchè non si decida di sottoporre l'area a un piano di recupero. La giunta non è un organo che possa decidere in autonomia “...procedure da seguire, i contenuti e le caratteristiche degli interventi e delle funzioni ammissibili, le priorità di interesse generale e in particolare la funzionalità del sistema degli spazi pubblici e di uso pubblico, con specifico riguardo al sistema della mobilità e della sosta”. In simili ambiti è utile che le decisioni politiche siano integrate da competenze tecniche specifiche e che il piano fosse inserito in un più ampio ragionamento urbanistico. L’obiettivo può essere raggiunto predisponendo  un piano di recupero ad hoc.

OSSERVAZIONE N°5 :

Art. 122 delle Norme di Attuazione del RU
La  SS 68 fa parte delle grandi vie di comunicazione che vengono individuate nello strumento urbanistico sovraordinato al RU, quindi nel Piano Strutturale: per inserire ex novo o variare il percorso di una arteria del genere si deve far ricorso a variante al PS.

OSSERVAZIONE N°6 :

Art. 127 delle Norme di Attuazione del RU
Nuove edificazioni

Come considerazione generale a questo articolo si può affermare che non è giustificabile la previsione di ulteriore nuova edificazione dal momento che il mercato immobiliare è fermo da diversi anni, che non sono partiti neppure gli interventi di realizzazione di nuovi alloggi che erano già inseriti nel RU e che in Volterra sono presenti numerosissimi appartamenti vuoti.
La variante prevede nuova edificazione per un totale di 5.550 mq di SUL  per un numero max di 32 alloggi: numeri francamente eccessivi per essere inseriti in una variante gestionale che (lo dice il nome) ha lo scopo di migliorare l'operatività dello strumento urbanistico e non di ripianificare o ampliare l'offerta abitativa del comune. Per fare questo sarebbe necessaria una analisi mirata ad aggiornare il quadro conoscitivo del RU e verificare se ci sono le condizioni sociali e di mercato che giustifichino un incremento delle volumetrie da realizzare all'interno di questo RU. Se si considera che ogni 5 anni il RU deve essere revisionato per legge, era auspicabile attendere la naturale fase di revisione per prevedere eventuali volumi nuovi.

NE16
Area residenziale in zona San Felice:
l'area interessata dalla variazione è adiacente all'attuale polo scolastico di San Felice che, con la previsione di variante, vedrà per sempre compromessa ogni opportunità di un ampliamento, nel caso in cui in futuro ci fosse bisogno di ulteriori attrezzature scolastiche. Per tale motivo risulta urbanisticamente irrazionale occupare con edilizia residenziale, ancorchè PEEP, questa area.


NE 20
Costruzione della caserma della Guardia di Finanza: non sembra una collocazione urbanisticamente coerente, perchè l'area, che si trova vicinissima allo Stadio Comunale, presenta una vocazione ad impianti sportivi. Ne è conferma il fatto che il campo da calcio presente attualmente sull'area è molto frequentato e non sarebbe certamente gradita una sua soppressione, visto il suo uso come campo di calcio complementare allo Stadio.


OSSERVAZIONE N°7

Art. 129 comma 15 delle Norme di Attuazione del RU
Area a trasformazione dei  Macelli

L'individuazione dell'area ex Macelli come polo ad attrezzature pubbliche o di uso pubblico merita uno studio più approfondito e delle specifiche più chiare: cosa si vuole inserire in questi immobili? Se si pensa ad un quartiere fieristico per mostre o eventi (come l'amministrazione ha talvolta ipotizzato in via informale) si deve stare molto attenti nella valutazione degli accessi all'area. Attualmente la viabilità che conduce ai Macelli non è in grado di contenere grossi flussi e la zona non è nemmeno in grado di soddisfare necessità di sosta aggiuntive.

OSSERVAZIONE N°8

Art. 137 c. 5delle Norme di Attuazione del RU
Nuovo impianto di distribuzione di carburante sulla SS 68 nei pressi del podere Sasso Gianni

Non a caso all'interno della norma che prevede questa nuova infrastruttura si parla di mitigazione degli impatti paesaggistici: l'area presenta, infatti, un notevole pregio dal punto di vista del paesaggio e dell'ambiente naturale. A fronte di queste peculiari caratteristiche e considerando che un impianto di distribuzione carburanti, secondo le normative vigenti, deve essere realizzato su ampi spazi e deve prevedere ampie distanze dalla viabilità, viene da chiedersi se è davvero necessaria la sua previsione in quest'area. Sicuramente sarebbe urbanisticamente più coerente posizionare il nuovo impianto più vicino al centro abitato o comunque presso zone già urbanizzate. Considerazioni del genere sono decisamente ovvie e ampiamente consolidate: infatti, sono state mosse anche da cittadini e tecnici che hanno preso parte agli incontri conoscitivi in sede di predisposizione della variante, ma di essi finora non è stato tenuto conto.


OSSERVAZIONE N°9

Art. 19 delle Norme di Attuazione del RU
Realizzazione di un invaso artificiale

Si chiede di cancellare la previsione riportata all'Art. 19 delle Norme di RU per le sopravvenute conoscenze derivate  dallo studio condotto dai professori Molli e Cerrina, scaturito dalla Convenzione tra WWF e CNR di Pisa, che hanno evidenziato carenze nel quadro conoscitivo di supporto al progetto del Lago di Puretta e significative fragilità dell'area fino a poco tempo fa non considerate. 
Inoltre di recente sono state individuate soluzioni per l’approvvigionamento idrico alternative decisamente meno impattanti e meno costose, tali da poter considerare del tutto superata questa previsione.



I consiglieri

Fabio Bernardini


Luigi Antonio Cocucci


Sonia Guarneri


Vera Trinciarelli


venerdì 2 agosto 2013

A responsabilità limitata

Quest’ultima settimana ci è capitato di passare un paio di volte dal marciapiede che costeggia il lato nord del parcheggio di Vallebona. Visto il nuovo impiego del parcheggio, riservato solo ai residenti muniti di contrassegno, abbiamo rapidamente verificato la presenza del tagliando sul cruscotto delle auto in sosta. Questo è quanto abbiamo osservato. Sabato 27 luglio, intorno alle 19,30 lungo il lato del marciapiede che costeggia Viale Ferrucci, le auto munite del contrassegno dei residenti risultarono 14; 2 avevano il contrassegno per disabili e 12 erano prive di qualsiasi tagliando. Nessuna di queste era stata sanzionata dalla multa. Due giorni dopo, lunedì 29, un'analoga verifica è stata eseguita nel primo pomeriggio, alle ore 15,00 circa. In quest’occasione furono due le file di auto osservate: la solita fila adiacente al marciapiede e quella immediatamente più interna. Anche in questo caso molte auto non avrebbero avuto diritto di parcheggiare in quegli spazi, infatti 33 avevano il tesserino dei residenti sul cruscotto, 3 esibivano quello dei disabili e ben 21 automobili non mostravano alcun segno di identificazione. Sicuramente la gran parte di queste 21 auto apparteneva a turisti in visita a Volterra; a riprova di ciò possiamo aggiungere che 5-6 di queste mostravano l’inconfondibile targa con lo sfondo giallo, caratteristica delle automobili provenienti dai Paesi Bassi. Anche in questo caso nessuna delle auto prive di tagliando era stata sanzionata con la multa. Non è verosimile immaginare che la polizia municipale abbia deciso di propria iniziativa di trascurare per settimane la verifica del rispetto del nuovo regolamento nel parcheggio più importante presente in città.
Ora, come abbiamo già affermato in precedenti occasioni, Progetto Originario è contrario alla dura penalizzazione a cui il recente riassetto dei parcheggi deciso dalla Giunta sottopone i turisti. Per cui se l’Amministrazione volesse trovare una soluzione diversa dall’attuale, un pò più riguardosa verso i bisogni di turisti e lavoratori non residenti, certamente la saluteremmo con simpatia. Però si dà il caso che le regole attuali siano state fortemente volute da questa amministrazione, che prima le ha solennemente annunciate, poi le ha lungamente sperimentate e infine varate, prevedendo di riservare l’intero parcheggio di Vallebona ai soli residenti. Se questo è quanto prevedono le nuove norme comunali, ci aspettiamo che vengano fatte rispettare, come avverrebbe in qualsiasi municipio serio. Cosa manca? Manca l'assunzione di responsabilità, da parte della Giunta Comunale, rispetto ai provvedimenti che lei stessa ha emanato. Infatti, questa Amministrazione sembra specializzata nel tirare il sasso e nascondere la mano, continuando all’infinito a schivare le responsabilità delle proprie scelte. Ribadiamo: non avremmo nulla in contrario se il sindaco e la Giunta annunciassero un sopraggiunto ripensamento che annullasse la destinazione attuale del parcheggio. Ma è inammissibile andare avanti così continuando a far finta che le regole in corso non esistano, sebbene siano pienamente in vigore da oltre un mese. Non è rispettoso verso quei cittadini che hanno fatto la fila davanti all’URP per ottenere l’apposito tesserino di residente (pagando 5 euro) e non è rispettoso nemmeno per quei dipendenti che non sono messi in condizione di lavorare come dovrebbero.
Intanto, segnaliamo che al momento in cui scriviamo, dopo 2 mesi dalla sua presentazione, non abbiamo ancora ricevuto risposta dal sindaco alla nostra interrogazione sulla conformità dei parcheggi presenti in città, nonostante i tempi previsti siano scaduti da ben 25 giorni.
Progetto Originario



Tre notizie da spiaggia

Dato che il caldo afoso della piena estate induce alla rilassatezza, e per chi può permetterselo al riposo e allo svago, pensiamo di fare cosa gradita ai lettori segnalando tre notiziole apparse proprio in questo periodo, forse poco valorizzate.
Il 28 luglio, in un Consiglio Comunale di mezza estate tenutosi a Bologna, una larga maggioranza (Pd, Pdl e lega) ha deciso di non tenere conto dell'esito del referendum consultivo che chiedeva di destinare per intero gli insufficienti fondi comunali alla scuola pubblica, evitando di finanziare, in una fase di estreme ristrettezze, con un milione di euro le scuole paritarie (in definitiva le scuole private delle organizzazioni cattoliche). Hanno votato contro il provvedimento firmato da un montiano del Centro Democratico i gruppi consiliari di 5 Stelle e Sel, mentre un solo consigliere del Pd, della corrente dei renziani, si è coraggiosamente astenuto. Il comitato promotore del referendum ha parlato di ipocrisia, mentre il sindaco Merola ha dichiarato di non temere la convergenza tra Pd e partiti della destra. Il Consiglio si consumava mentre Papa Francesco, durante il volo da Rio a Roma, dichiarava ai giornalisti presenti che tutte le lobby non vanno bene.
Passiamo alla laguna di Venezia. Qui, un'indagine delle Fiamme Gialle ha messo in seria discussione il Consorzio Venezia Nuova, che gestisce i fondi per la costruzione del Mose, l'opera ciclopica che dovrebbe salvare la città dall'acqua alta. La fine dei lavori è prevista per il 2016 e il costo totale dell'opera è stimato in 5.493 milioni di euro. Nel corso dell'indagine è stato arrestato il presidente del Consorzio Venezia Nuova, Mazzacurati, assieme a numerose altre persone accusate di turbativa d'asta (per aver pilotato l'assegnazione di appalti) e emissione di fatture false che si pensa servissero per creare fondi neri. Il fascicolo comprende ben 740 pagine di cui ben 400 sono coperte da omissis. Pare, infatti, che su molte figure di primo piano siano in corso ulteriori indagini (unico politico ufficialmente coinvolto finora è il sindaco di Venezia, Orsoni, alla guida di una maggioranza che va dal Pd all'Udc). Sotto la lente soprattutto i flussi di denaro che dal Consorzio sarebbero approdati ai soggetti più disparati. Sfiorati dall'indagine anche Gianni e Enrico Letta. Il Presidente del Consiglio a causa della perquisizione che avrebbe avuto luogo nella sede romana della sua Fondazione, “VeDrò”, a cui sarebbero arrivate sponsorizzazioni del Consorzio veneziano nel 2011 e nel 2012.
L'ultima notizia da spiaggia riguarda il sistema sanitario nazionale ed è ripresa da un'inchiesta de L'Epresso del 1 luglio. Da questa apprendiamo che per la prima volta in Italia due farmaci salvavita contro il cancro sono disponibili solo a pagamento. Chi vuole curarsi dovrà pagare più di 1.000 euro alla settimana. In attesa che la Costituzione venga cambiata, è stata semplicemente dimenticata. Infatti le autorità sanitarie il 27 maggio scorso hanno deciso che il Pertuzumab (Roche) e l'Afibercept (Sanofi-Aventis) siano ammessi alle farmacie ma a totale carico del malato. Il primo costa 6.000€ per le prime due somministrazioni e poi 3.000 ogni 21 giorni, mentre il secondo dovrebbe incidere per 4.000 euro ogni tre settimane. Ripetiamo: per la prima volta due farmaci salvavita sono stati ammessi dal servizio sanitario nazionale ma non rimborsati. Infatti, la nostra decennale Costituzione e i suoi garanti non hanno evitato che il ministro Balduzzi del governo Monti varasse una norma che permette che anche i farmaci ammessi come efficaci possano non essere ammessi al rimborso dal Ssn. Temporaneamente, un avverbio che in Italia sembra leggero come una piuma. Buone vacanze.
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Partiti i varchi elettronici

In questi giorni sono piovute su molti cittadini una raffica di multe per l’accesso nel centro storico fuori dagli orari consentiti. Si sa l’occhio attento delle telecamere non perdona e i cittadini anche quando semplicemente distratti o disinformati, ne pagano le conseguenze, magari collezionando contravvenzioni multiple nella stessa giornata. Non sorprende, quindi, vedere in questi giorni la folla di cittadini che invade gli uffici della Polizia Municipale o che chiedono di spiegare le loro ragioni al sindaco.
Se da una parte è giusto regolamentare il centro storico, è anche vero che quando si introducono regole così stringenti, è d’obbligo accompagnarle con una campagna di informazione capillare.
Vi sono comuni che quando hanno deciso di installare i varchi elettronici, hanno inviato ai cittadini lettere, famiglia per famiglia, con le quali li si avvisava che da una certa data in poi si correva il rischio del verbale. Altri ancora, iniziata la fase di sperimentazione, hanno recapitato lettere ai cittadini-trasgressori per avvisarli che il tal giorno avevano compiuto un’infrazione e che da una certa data in avanti tali condotte sarebbero state sanzionate con conseguente notifica di veri e propri verbali di contestazione.
Affidare la comunicazione solo ad un paio di articoli sulla Nazione o sul sito del Comune è obiettivamente un po’ poco, soprattutto perché alla fine si incide pesantemente sulle tasche dei cittadini vessati da decine di multe in pochi giorni per la felicità delle casse comunali.
Sarebbe assurdo che si ripetesse anche qui a Volterra quello che successe qualche anno fa a Riparbella con le multe elevate con l’autovelox della Melatina. Centinaia di cittadini intasarono gli uffici del Giudice di Pace di Cecina con i loro ricorsi tanto che alla fine furono spesi migliaia di euro (di soldi pubblici) dal Comune per difendersi.


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