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lunedì 22 gennaio 2018

Il mercato della salute



Con l’inizio del 2018 l’assessore regionale, Stefania Saccardi, renziana doc, ha tagliato 1/3 dei posti letto di Medicina dell’Ospedale di Volterra mentre a Chirurgia e Ortopedia è andata anche peggio, è stata dimezzata. Per inciso: la Saccardi è quell’assessore Pd (area cattolica), proprietaria di 14 appartamenti ma che vive a Firenze in un quartierino di proprietà della Curia, anzi dell’Istituto per il Sostentamento del Clero, i cui beni sono amministrati da un certo Simone Saccardi, non un semplice omonimo, ma proprio il fratello dell’assessore. Sul sito della Regione l’assessore dichiarava il possesso di un solo appartamento ma, non facciamo i pignoli, una dimenticanza di 13 appartamenti su 14 ci può stare. Insomma, abbiamo a che fare con una persona che sa come si amministrano le cose in Italia; almeno le sue. Come dicevamo, mentre questo scrupoloso assessore taglia i posti letto all’ospedale di Volterra, dà il suo benestare alla realizzazione di un ospedalino privato a Capannoli, dove si praticherà anche la chirurgia, si badi bene, grazie a convenzioni con la Regione! Vale a dire che quest’ultima pagherà, con i soldi nostri, gli interventi:  il costo delle operazioni e anche i privatissimi margini di guadagno dell’imprenditore (che chissà perché per ora vuole mantenere l’anonimato).
A parere nostro ce n’è più che abbastanza per mandare al diavolo l’assessore Saccardi e tutta la sua filiera, da i reggi-sacco locali fino al borioso Matteo da Pontassieve.  
 Al giorno d’oggi, si sa, tutto è mercato: il lavoro, il tempo libero, l’informazione, la politica... Non c’è praticamente più un angolo della nostra vita che sia rimasto libero dall’incontrastato Signore del nostro tempo, il più universalmente riconosciuto tra gli dei, adorato in ogni angolo della Terra, dalla Cina agli USA. E’ brutto da dire che anche la salute dev’essere sottratta al campo del diritto per finire mercificata come ogni altra cosa; e appunto per questo i nostri politici non lo dicono apertamente - perderebbero altri voti - ma da anni praticano costantemente la via del mercato, spingendo il sistema sanitario nazionale nei pasciuti pascoli del commercio e della compravendita. Naturalmente le lobby della sanità privata, case farmaceutiche e assicurazioni in primis, sponsorizzano leader, partiti e giornali, così il cerchio si chiude. Tra i primi sponsor della Leopolda c’erano, per esempio, UniSalute (Assicurazione specializzata nel campo della salute del gruppo Unipol) e l’AIOP (Associazione Nazionale Ospedalità Privata).
Non a caso le Unità Sanitarie Locali (USL) già nel 1992 col governo Amato furono trasformate in AUSL. Da allora la A iniziale di “Azienda” ha progressivamente fagocitato tutti gli altri significati: cosa è rimasto dell’unità sanitaria locale (locale!) nella sterminata AUSL Toscana Nord Ovest (Massa, Carrara, Viareggio, Lucca, Pisa e Livorno)? La risposta è semplice, non c’è più nulla. Non c’è contatto con il territorio, non c’è omogeneità di bacino, soprattutto non c’è democrazia. C’è, invece, un grande calderone di scala regionale, burocratizzato, irrigidito e ingovernabile, dove qualsiasi tipo di controllo dalla periferia verso il centro è volutamente impossibile. Questo ha aperto e apre sempre più le porte alla sanità privata che, grazie a politiche compiacenti, mangia progressivamente gli spazi finora occupati dal sistema pubblico. Tale è evidentemente l’obiettivo che il PD e Forza Italia perseguono dagli anni ’90; finora sono riusciti a spingere verso il mercato privato della salute il 25% della spesa sanitaria nazionale (dati ISTAT), ma siamo in fase di accelerazione del processo e presto assisteremo ad una decisa impennata. Dunque o azzeriamo questo genere di partiti o rassegniamoci a vedere allargarsi sempre più le fila di ammalati che, non potendo pagare, non potranno neppure sperare di farsi curare. 
                                                                        Progetto per Volterra




venerdì 22 dicembre 2017

Buon Natale Val di Cecina!



Sotto l’alberello di Natale 2017 Volterra e la Val di Cecina troveranno  due regali non nuovi, anzi collegati ad una prassi consolidata da almeno due decenni. Il primo regalo, scontato fino alla noia, arriva direttamente dalla Regione Toscana ed è il drastico taglio dei posti letto dell’ospedale di Volterra e segnatamente per un terzo della sua capienza nel reparto di Medicina e il dimezzamento di quelli di Chirurgia e Ortopedia. Un bel sallasso, subito da due reparti di fondamentale importanza e che finora erano rimasti quasi indenni dai colpi di scure provenienti un anno sì e l’altro pure dal governo regionale. Infatti, il primo grave contraccolpo pare non sia tardato ad arrivare: ossia l’esodo del primario di Ortopedia, un professionista di spicco che, vista l’aria pesante che si respira nell’ospedale cittadino, ha pensato bene di trasferirsi a Lucca; sicuramente un luogo più sicuro per lavorare nel settore della sanità, volendosi concedere il lusso di un minimo di prospettiva. Per adesso non abbiamo notizie sulla fine che farà la sua equipe, ma siamo certi che non dovremo aspettare molto per apprendere il fatale  destino che toccherà al reparto che finora è stato “centro di rilievo regionale per le patologie vertebrali”. Ma evidentemente il “rilievo” da parte della Regione è come il raffreddore, va e viene.  In caso di dismissione, la costosa “tecnologia computerizzata di ultima generazione”, acquistata dalla Fondazione CRV e inaugurata con tanto clamore dall’ex Ministro Pd, Maria Chiara Carrozza, potremo scegliere se riadattarla come macchinetta del caffè da mettere in corsia a beneficio del personale e dei pochi, ultimi utenti oppure portarla al tradizionale mercatino di beneficenza di Emergency, per vedere se, almeno nel terzo mondo, qualcuno ne trarrà beneficio. E sia chiaro che noi, fin d’ora, puntiamo sulla seconda opzione, anche perché il caffè viene molto meglio con la moka. Anche il secondo regalo di Natale non è una sorpresa: si tratta dell’ennesimo ampliamento della discarica di Bulera, che calamiterà 700.000 metri cubi di rifiuti pericolosi dal mondo. Anche qui c’è lo zampino della Regione che ha approvato il progetto in sede di Valutazione d’Impatto Ambientale (ma ne ha mai disapprovato uno?). Il sito in questione è quanto mai errato, visto che si tratta di un impluvio direttamente collegato al fiume Cecina e proprio in prossimità del campo pozzi che serve il nostro acquedotto pubblico. Se fu sbagliata la scelta quell’ubicazione negli anni ’80, si potrebbe ancora capire con la profonda ignoranza di allora per le questioni ambientali. Oggi, reiterare l’errore è imperdonabile, tanto più su un progetto che non va a servizio dei bisogni del territorio ma improntato solo a fare cassa a spese di salute e ambiente. Si sente parlare spesso della sindrome Nimbi (Not in my back yard), come sintomo dell’egoismo dei cittadini. Sicuramente spesso il fattore egoistico in parte incide, quando si leva la protesta per opere impattanti che ci arrivano dietro casa. Ma che dire di istituzioni che non rispettano mai (ma proprio mai) i tempi e i termini per i quali è stata progettata un’opera, che per sua natura produce disagi, inquinamento, e rischi per la salute? Non c’è praticamente discarica che, quando si avvicina a fine vita, non sia ampliata, prolungata, raddoppiata…  Come dovrebbero fare i cittadini a fidarsi di amministratori così? Tanti auguri! Affinché il Natale oltre a questi regali così scontati, porti a tutti anche un po’ di sana indignazione e un briciolo di coraggio!
                                                                                 Progetto per Volterra

mercoledì 20 dicembre 2017

Ospedale di Volterra: il colpo di grazia



Il 2017 si chiude con la decisione della Regione Toscana di tagliare pesantemente i posti letti dell’ospedale di Volterra negli ultimi due reparti scampati alle precedenti tornate di colpi di scure. Il taglio deciso dall’assessora renziana, Saccardi, equivale alla perdita di 1/3 dei posti letto dell’area medica e di quasi il 50% dell’attuale dotazione dell’area chirurgica. La trattativa tra i Comuni, la Regione e i sindacati ha visto alla fine l’allineamento di tutti gli attori ai diktat della Regione, fatta esclusione per il Comune di Volterra. La CGIL, che per mesi ha dichiarato di essere contraria a quest’ennesima purga ai danni dell’ospedale del territorio, messa alle strette, si è di nuovo inchinata alla linea dettata dal PD. Diciamo subito che il gruppo di Progetto per Volterra è decisamente contrario a questa nuova “riorganizzazione”, termine truffaldino divenuto sinonimo di taglio indiscriminato e condanna l’atteggiamento remissivo mostrato da sindacalisti e da amministratori sempre più piegati al ruolo di yes-men.  La Regione, per bocca dell’Assessore alla Sanità, Stefania Saccardi, cerca come al solito di indorare la pillola alla popolazione, promettendo per il futuro un potenziamento dell’attività chirurgica in day hospital del nostro presidio. Ma tutte le precedenti promesse fatte per far digerire i passati tagli – a cominciare da Ostetricia e Pediatria - si sono rivelate fasulle, meri specchietti per le allodole. Dunque, più che lecito è dubitare di una politica regionale che chiede il sacrificio di un numero tale di posti letto da minare seriamente la possibilità di poter mantenere l’organizzazione necessaria ad un vero reparto di Chirurgia e Ortopedia. Infatti, la prima conseguenza di questo taglio è l’esodo dei professionisti più ambiziosi verso altri lidi, con il prevedibile corollario di ulteriori perdite per la sanità del nostro territorio. Perché alla perdita dei professionisti si collegherà il calo degli indici di attività, che a sua volta diverrà pretesto per ulteriori, definitivi tagli. Più o meno assistiamo ad un film già visto, messo in scena per il Punto Nascita , quando con lo stesso intento truffaldino venne sperimentato il reparto del parto naturale, organizzazione del tutto artificiale che servì a dimezzare i numeri del reparto per poi giustificarne la chiusura irrevocabile nel 2011. Già allora si disse che, nei disegni della Regione, presto sarebbe toccato a Chirurgia: con l’assessore imposto da Renzi, futura candidata alla guida della Toscana, ci siamo arrivati.  Lo scenario della sanità volterrana è tutto fuorché imprevedibile, perché il trend da vent’anni a questa parte è stato improntato ad un chiaro declino, nascosto, di volta in volta, sotto la veste di riorganizzazioni dettate dalla Regione e avallate dagli esponenti locali del PD che, come da copione, costituiscono il cavallo di Troia necessario a far digerire la purga.
                                                                                                       Progetto per Volterra