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mercoledì 23 luglio 2014

Miracolo italiano

Dopo sei anni di crisi i dati sulla situazione del lavoro nel paese sono ancora in peggioramento: aumenta la disoccupazione ma parallelamente crescono anche le morti sul lavoro. I dati record sulla disoccupazione (13,6%) che raggiunge il record assoluto dal 1977.Si conferma particolarmente catastrofica la situazione per i giovani, per i quali la disoccupazione è arrivata ormai al 46% (http://www.repubblica.it/economia/2014/06/03/news/disoccupazione_primi_3_mesi_2014_a_13_6_top_da_77-87931559/).  In pratica un giovane su due nell'Italia di Renzi è disoccupato. Altre notizie drammatiche arrivano dall'Osservatorio indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro, che rivela i dati completi degli incidenti mortali avvenuti nei posti di lavoro nella prima metà del 2014: sono aumentati addirittura del 13,1% (http://cadutisullavoro.blogspot.it/). La crescita record dei due dati (disoccupazione e morti sul lavoro) è solo in apparente contraddizione. In realtà è il risultato tragicamente logico di politiche di precarizzazione (in televisione la chiamano "flessibilità") che hanno cancellato progressivamente anche l'idea del diritto al lavoro e dei diritti di chi lavora, promuovendo un mercato selvaggiamente al ribasso che fa il gioco del grande capitale, delle banche e della finanza.  

Progetto per Volterra

venerdì 14 marzo 2014

Un’occasione perduta

Si rincorrono varie versioni su come si andata la vicenda della rottura definitiva delle trattative tra il Pd e Progetto Originario. La motivazione vera, tralasciando quella legata ad antipatie personali che spesso toglie lucidità alla discussione, risiede sostanzialmente nella freddezza dimostrata verso la richiesta di cimentarsi in vere primarie di coalizione. Per vere intendo non come quelle del 2009. Si chiedeva una competizione degna di questo nome, le cui regole dovevano essere scritte dalla coalizione stessa, ma i cui tempi per la preparazione dovevano essere congrui, adeguati a favorire la conoscenza dei candidati e la necessaria informazione sulle loro idee. Progetto Originario sapeva benissimo di partire svantaggiato. Non solo perché presentava come candidata la sottoscritta, assai meno conosciuta di un Paterni che da anni calca la scena volterrana, ma soprattutto perché si metteva a competere con il candidato del Pd, quello che molti chiamano non a caso il “Partitone” ed i suoi potenti mezzi. Il rischio tuttavia valeva l’impresa, almeno per noi. Mai come in questo momento si respira insofferenza verso la politica autoreferenziale, con le sue scelte “calate dall’alto”. Né si può certo dire che i partiti o i movimenti politici siano largamente rappresentativi della società civile. Perfino sotto elezioni si vedono assemblee di attivisti con numeri veramente risicati a fronte di un corpo elettorale che a Volterra si aggira attorno a 8600 persone. Ben pochi, però, sembrano toccati da questo chiaro segno di disaffezione dei cittadini verso la politica, quasi fosse una dato normale, semplicemente da registrare. Sia chiaro che anche le primarie, specie se vissute come una formalità o peggio come l'espropriazione di un diritto, possono presentare parecchi difetti. Spesso, infatti, sono state usate come strumento per “investire” il candidato già prescelto e non per farlo competere con altri candidati, verificando quanto veramente suscitasse consenso nei futuri elettori.  Prova evidente è quanto raccontato in questi giorni nelle  pagine dei  quotidiani all'indomani delle primarie del centro sinistra del 9 marzo, celebrate in alcuni comuni limitrofi (ad esempio a Cecina ), dove vengono riferiti numerosi episodi poco edificanti. A Volterra, alla fine è prevalsa nella coalizione la logica della semplice sommatoria elettorale: se Rifondazione sta con il Pd (già dal 2009 in coalizione con SEL e IDV), ci dovrebbero essere voti sufficienti per vincere a man bassa contro Buselli; chi ce lo fa fare di rischiare? Chiuso il discorso. Al di là delle più semplicistiche previsioni elettorali, che peraltro non solo in me suscitano parecchi dubbi, questa a mio parere resta un’occasione mancata. Non tanto perché confidassi nella possibilità di una sintesi programmatica particolarmente avanzata, specialmente su alcuni temi bollenti come la sanità e la difesa del territorio. Quanto perché avrei voluto vedere un segnale chiaro di rinnovamento di mentalità, aspettandomi quell'apertura verso l'esterno che, invece, quando siamo arrivati al dunque, per l'ennesima volta è mancata. Ecco perché non condivido quanto scritto dalla neo-coalizione nello scorso numero de La Spalletta, ovvero che ci sarebbe stata da parte nostra una mancanza di fiducia verso i partiti. A mio avviso la fiducia non è qualcosa di innato. Si nutre di comportamenti coerenti, di atteggiamenti di rispetto dell'altro e segni tangibili di lealtà. Quando questi non si verificano, la fiducia non può esserci.

Sonia Guarneri - Progetto Originario

venerdì 2 agosto 2013

Tre notizie da spiaggia

Dato che il caldo afoso della piena estate induce alla rilassatezza, e per chi può permetterselo al riposo e allo svago, pensiamo di fare cosa gradita ai lettori segnalando tre notiziole apparse proprio in questo periodo, forse poco valorizzate.
Il 28 luglio, in un Consiglio Comunale di mezza estate tenutosi a Bologna, una larga maggioranza (Pd, Pdl e lega) ha deciso di non tenere conto dell'esito del referendum consultivo che chiedeva di destinare per intero gli insufficienti fondi comunali alla scuola pubblica, evitando di finanziare, in una fase di estreme ristrettezze, con un milione di euro le scuole paritarie (in definitiva le scuole private delle organizzazioni cattoliche). Hanno votato contro il provvedimento firmato da un montiano del Centro Democratico i gruppi consiliari di 5 Stelle e Sel, mentre un solo consigliere del Pd, della corrente dei renziani, si è coraggiosamente astenuto. Il comitato promotore del referendum ha parlato di ipocrisia, mentre il sindaco Merola ha dichiarato di non temere la convergenza tra Pd e partiti della destra. Il Consiglio si consumava mentre Papa Francesco, durante il volo da Rio a Roma, dichiarava ai giornalisti presenti che tutte le lobby non vanno bene.
Passiamo alla laguna di Venezia. Qui, un'indagine delle Fiamme Gialle ha messo in seria discussione il Consorzio Venezia Nuova, che gestisce i fondi per la costruzione del Mose, l'opera ciclopica che dovrebbe salvare la città dall'acqua alta. La fine dei lavori è prevista per il 2016 e il costo totale dell'opera è stimato in 5.493 milioni di euro. Nel corso dell'indagine è stato arrestato il presidente del Consorzio Venezia Nuova, Mazzacurati, assieme a numerose altre persone accusate di turbativa d'asta (per aver pilotato l'assegnazione di appalti) e emissione di fatture false che si pensa servissero per creare fondi neri. Il fascicolo comprende ben 740 pagine di cui ben 400 sono coperte da omissis. Pare, infatti, che su molte figure di primo piano siano in corso ulteriori indagini (unico politico ufficialmente coinvolto finora è il sindaco di Venezia, Orsoni, alla guida di una maggioranza che va dal Pd all'Udc). Sotto la lente soprattutto i flussi di denaro che dal Consorzio sarebbero approdati ai soggetti più disparati. Sfiorati dall'indagine anche Gianni e Enrico Letta. Il Presidente del Consiglio a causa della perquisizione che avrebbe avuto luogo nella sede romana della sua Fondazione, “VeDrò”, a cui sarebbero arrivate sponsorizzazioni del Consorzio veneziano nel 2011 e nel 2012.
L'ultima notizia da spiaggia riguarda il sistema sanitario nazionale ed è ripresa da un'inchiesta de L'Epresso del 1 luglio. Da questa apprendiamo che per la prima volta in Italia due farmaci salvavita contro il cancro sono disponibili solo a pagamento. Chi vuole curarsi dovrà pagare più di 1.000 euro alla settimana. In attesa che la Costituzione venga cambiata, è stata semplicemente dimenticata. Infatti le autorità sanitarie il 27 maggio scorso hanno deciso che il Pertuzumab (Roche) e l'Afibercept (Sanofi-Aventis) siano ammessi alle farmacie ma a totale carico del malato. Il primo costa 6.000€ per le prime due somministrazioni e poi 3.000 ogni 21 giorni, mentre il secondo dovrebbe incidere per 4.000 euro ogni tre settimane. Ripetiamo: per la prima volta due farmaci salvavita sono stati ammessi dal servizio sanitario nazionale ma non rimborsati. Infatti, la nostra decennale Costituzione e i suoi garanti non hanno evitato che il ministro Balduzzi del governo Monti varasse una norma che permette che anche i farmaci ammessi come efficaci possano non essere ammessi al rimborso dal Ssn. Temporaneamente, un avverbio che in Italia sembra leggero come una piuma. Buone vacanze.
Progetto Originario



domenica 17 luglio 2011

Chi non ci sta

Abbiamo letto con soddisfazione ed interesse la coraggiosa presa di posizione, diramata nei giorni scorsi dall’Italia dei Valori, con  la quale il partito di Di Pietro rompe le fila del centrosinistra volterrano per contestare l’ingiustificata chiusura del Punto Nascita. Niente da dire, si tratta di una battaglia giusta per difendere l’elementare diritto alla salute di chi abita le nostre zone. Una scelta che fino a qualche anno fa sarebbe apparsa scontata soprattutto per la sinistra, ma che adesso, in un panorama politico sempre più piatto e impoverito, spicca per risolutezza. Il nuovo dirigismo presente al vertice dei partiti miscelato con la condiscendenza fiorita in molte sezioni locali, impediscono di fatto la nascita di posizioni autonome e quindi di un vero dibattito sui temi importanti come la sanità che, all’ombra di una grave crisi economica, rischia di essere modificata pesantemente nei suoi assetti, in assenza di una seria discussione di merito. La riforma sanitaria del 1978 ci appare molto più lontana dei trent’anni trascorsi, quando la legge quadro del settore emerse da una ricchissima discussione di merito tra le diverse visioni dei principali partiti (DC, PCI, PSI, PLI), che infine trovarono una ragionevole sintesi. Oggi, profonde modifiche degli assetti sanitari vengono attuate in sordina, senza alcuna reale discussione di merito. La presenza di ospedali sul territorio toscano è stata dimezzata negli anni, ma a seguito di quale progetto e dopo quale confronto  politico? Oggi molti reparti vengono soppressi e altri vengono accorpati e coordinati per intensità di cure, attraverso modifiche organizzative spesso discutibili, ma in assenza di un doveroso dibattito franco. Frutto avvelenato di una stagione di dirigismo, penetrato nelle politiche sanitarie con la figura dei direttori generali nominati direttamente dai vertici della politica regionale. Direttori generali che rispondono solo e soltanto a chi gli ha nominati e non ai territori dove operano le Asl. In questa situazione, per riportare i partiti politici a ragionare in maniera diversa e più aperta sui cambiamenti che si stanno verificando a spese degli utenti, è necessario che i cittadini si mobilitino direttamente, per dimostrare che la sanità pubblica sta a cuore a ciascuno. La prima proposta di Progetto Originario in merito è dunque questa. Non teniamo scollegate le varie vertenze che sono sbocciate in giro per la Toscana. Abbiamo già cominciato a lavorare ad un coordinamento da realizzarsi nei prossimi mesi tra i soggetti interessati a parlare di ciò che sta avvenendo alla sanità pubblica. Ma allargando lo stesso principio che poi è anche principio di solidarietà, invitiamo a collaborare tra loro i soggetti mobilitatisi per alcune recenti vertenze locali, quali la scuola media di Saline, la discarica di Riotorto presso Villamagna e i tagli all’ospedale. Per difendere più efficacemente l’insieme dei diritti messi in discussione ultimamente nel nostro territorio e purtroppo non soltanto qui. Ma anche per cercare di arrivare a comprende tutti assieme quali nessi vi siano tra le diverse crisi, solo apparentemente scollegate, che stanno colpendo diritti fondamentali quali la sanità, l’istruzione, la qualità dell’ambiente in cui viviamo e il lavoro. 


Progetto Originario