martedì 26 marzo 2013

La rissa e il limite

Con queste righe voglio in primo luogo ringraziare quanti in questi giorni mi hanno espresso la loro solidarietà in forma pubblica o privata per la campagna diffamatoria messa in scena contro di me dalla lista civica UpV e dai suoi degni alleati Bassini (Pdl) e Del Bigallo (La Destra). Per carattere sono abbastanza allergico alle carte bollate e infatti finora non ho mai querelato nessuno, nonostante avessi avuto più di un'occasione in passato per ricorrere al giudice. In questo caso, invece, credo che dovrò farlo per più di una ragione. La prima è per tutelarmi sotto il profilo professionale, perché lo scopo di queste persone è fare terra bruciata attorno ai loro avversari, senza farsi nessuno scrupolo. Lo hanno già dimostrato in tante occasioni: agendo senza pudore ai danni dei dipendenti comunali considerati non allineati, tentando di far allontanare i giornalisti scomodi delle testate locali, strozzando economicamente il Consorzio Turistico del poco malleabile Paterni, per non parlare degli squallidi maneggi a cui abbiamo dovuto assistere nei primi tempi della lista civica. 
La seconda ragione che mi spinge alla querela è l'esigenza di dare un monito a chi non conosce limiti perché non sa cosa sia l'etica. Tra poco più di un anno si terranno le elezioni amministrative e la campagna elettorale con simili interpreti rischia di trasformarsi in una guerra tribale, con insulti e calunnie (anche dietro anonimato) sempre all'ordine del giorno. Se qualcuno si modera un pò, non sarà male.
La terza ragione è per non farsi trascinare in uno scontro “alla pari”. Quando si subiscono colpi bassi, sale l'istinto di rendere subito pan per focaccia. Ma, per imbastire campagne diffamatorie mettendo nel mirino la vita professionale o privata dei nostri avversari politici, dovremmo portarci al loro livello, e questa sarebbe la peggiore sconfitta. Fin dalle prime riunioni di Progetto Originario abbiamo avuto ben chiara l'esigenza di non farci trasformare nell'immagine speculare di coloro contro cui stiamo lottando. Non è facile, perché occorre accettare lo scontro ad armi impari. Ma se vogliamo cambiare qualcosa realmente in questa città, non possiamo fare altrimenti. Oggi, per difenderci senza subire troppi abusi, quindi, può anche essere necessario ricorrere all'arbitrato della legge.
La quarta e ultima ragione che intendo rammentare è una minima esigenza di verità. Conterà pure poco, visto che in fondo si tratta delle questioni personali di un consigliere. Ma, come qualcuno potrà immaginare, al sottoscritto sta piuttosto a cuore non essere tacciato da procacciatore di clientele, visto che proprio il sistema clientelare è uno dei meccanismi che mi sta più sullo stomaco. Dico solo che in 17 anni di attività professionale con sede a Volterra non ho mai ricevuto uno straccio di incarico dal Comune in cui vivo. Sono stato così solerte nel costruire rapporti privilegiati che non solo non ho mai ricevuto incarichi dal Comune, ma neppure dalla banca cittadina, dalla Fondazione, dalla Asl, dal S. Chiara e tanto meno dalla Curia. Temo, quindi, di aver stabilito un record mondiale per una professione come la mia in un contesto tanto piccolo. Da anni sono consapevole che, se voglio lavorare con enti pubblici o altri soggetti di qualche rilevanza, sono costretto a cercarmi gli incarichi fuori Volterra, dove almeno usa fare valutazioni comparative tra più professionisti sulla base di offerte tecniche e di preventivi, anziché procedere ad affidare gli incarichi direttamente (“da amico ad amico”) come succede tanto spesso qui da noi. Sono cose di cui scrivo malvolentieri perché assumono connotazioni troppo personali e oggi mi vedo costretto a parlarne solo per sgombrare il campo da insinuazioni appositamente architettate per far sembrare tutti ugualmente compromessi nel sistema. Infatti, è questo, in sintesi, il messaggio che vuol far passare la maggioranza buselliana, pluriindagata e coperta dagli scandali (conclamati e in gestazione). Peccato che le cose non stiano esattamente così.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

Livorno striglia Asa mentre Volterra dorme

Perfino Cosimi, sindaco del Comune di Livorno (azionista di maggioranza in Asa) e presidente dell'Autorità Idrica Toscana, si è accorto che il modello Asa fa acqua da tutte le parti. Un improvviso guasto capitato all'acquedotto della città labronica ha messo a nudo una volta di più le insufficienze dell'azienda pubblico-privata per la gestione del servizio idrico, dimostratasi incapace di agire con la necessaria rapidità, lasciando così a secco gran parte della città per tre giorni. Il sindaco ha istituito d'urgenza una commissione consiliare per fare chiarezza sull'accaduto, partendo dal ruolo chiave ricoperto nella gestione del servizio dal socio privato, Iren Spa,  la stessa società che gestisce il controverso inceneritore di Parma.
La questione è apparsa subito molto seria, tanto che il presidente di Asa, Del Nista, ha già presentato le proprie dimissioni, che per il momento sono state congelate.
Sulla scorta di quanto accaduto, il sindaco Cosimi ha rilasciato dichiarazioni molto significative: “dopo quello che è successo sono sempre più convinto della necessità che il servizio idrico in Toscana debba tornare sotto il controllo esclusivo dei Comuni perché è strategico per lo sviluppo dei territori. D'altra parte al referendum sull'acqua mi sono schierato a favore, come il Pd, per la ripubblicizzazione del servizio idrico”. Quindi, ha proseguito: “la Regione Toscana deve prendere posizione in modo deciso e chiaro senza ambiguità” (La Nazione 19/3/2013).
Dunque anche in alcuni vertici del Pd toscano sta crescendo la consapevolezza che non si possa continuare ad ignorare l'esito dei referendum del 2011, tanto più se a fronte di esempi di gestione così inadeguati.
Nel mazzo di coloro che rimangono impassibili a difendere le magnifiche sorti di Asa e della sua scombinata gestione resta il sindaco di Volterra, Marco Buselli, ancora fermo sulla sua decisione del 9 novembre 2012, quando in Consiglio Comunale respinse il nostro invito ad assumere all'interno di Asa, in qualità di socio, le necessarie iniziative a difesa dell’esito del referendum. In quell'occasione Buselli, Bassini e soci bocciarono la nostra proposta di adesione alla campagna di “Obbedienza civile” promossa dal Forum Nazionale per l’acqua pubblica, schierandosi così contro le legittime richieste di tanti nostri concittadini volte ad ottenere il rimborso del 7% sulle bollette dell’acqua emesse a partire dal 21 luglio del 2011. Buselli assieme all'alleato Costanzi (La Destra), a suo tempo nominato membro dell'ATo 5 per il nostro Comune, in tema di servizi pubblici si sono dimostrati finora tra i più accaniti difensori dello status quo. Ricordiamo ancora quando Costanzi affermò dalle pagine di questo giornale che il referendum sarebbe rimasto inefficace in mancanza di un decreto di governo, in contrasto con quanto affermato già allora dalla Corte Costituzionale e confermato recentemente anche dal Consiglio di Stato.

Progetto Originario

E’ in arrivo la Tares

Di questi tempi ogni volta che una normativa si propone di “riordinare” qualcosa, ecco che ci troviamo di fronte ad un inasprimento delle tasse. E’ proprio il caso del decreto “Salva Italia” varato dal governo Monti, laddove ha previsto il “riordino” del sistema fiscale municipale dei rifiuti. Dal 1 gennaio 2013, dunque, è scomparsa la Tarsu ed è stata introdotta la Tares, ovvero il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi. Si tratta di un nuovo tributo, manco a dirlo più oneroso della vecchia Tarsu, il cui gettito è destinato sia alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani che dei costi relativi ai “servizi indivisibili” dei Comuni (es. l’illuminazione pubblica, la gestione della viabilità, la sicurezza, ecc.). Per cui da gennaio chiunque possieda, occupi o detenga locali o aree scoperte, adibiti a qualsiasi uso, suscettibili di produrre rifiuti urbani, è tenuto al pagamento della Tares. Per come è stata congegnata la Tares comporterà per forza di cose un onere maggiore per i cittadini. In primo luogo perché si stabilisce che quanto pagato dal cittadino per il servizio rifiuti debba coprire totalmente i relativi costi, cosa che invece non necessariamente avveniva con la Tarsu. In molti comuni avremo pertanto aggiustamenti della tariffa-base per garantire la copertura totale dei costi di gestione del servizio rifiuti. In secondo luogo pagheremo di più poiché tale tariffa dovrà andare a coprire anche il costo dei cosiddetti “servizi indivisibili” (che prima non erano previsti), mediante una maggiorazione della tariffa base di 30 centesimi al metro quadrato, con l’opportunità per i comuni di elevarla sino a 40 centesimi. Un tributo dunque basato sui mq e non rispondente al principio della capacità contributiva. La maggiorazione standard di 30 centesimi non costituirà peraltro un’entrata supplementare per i comuni, perché è prevista una riduzione di pari importo dei trasferimenti statali.
In buona sostanza la nuova tassa per i “servizi comunali” è diretta conseguenza del “federalismo” declinato all’italiana, in quanto comprenderà anche quote di tassazione che i cittadini dovranno versare ai comuni per servizi di carattere generalistico, con aliquote destinate alla sicurezza, all’illuminazione pubblica, alla gestione delle strade e dei luoghi pubblici, alla messa in sicurezza del territorio e in generale a servizi con caratteristiche di particolare onerosità per un ente locale. Ciò che però maggiormente colpisce è che ancora una volta lo Stato introduce nuove imposte in favore dei comuni, tagliando a quest’ultimi i trasferimenti statali per gli stessi importi. Ma lo Stato non taglia la sua spesa nella stessa misura. Quindi per il cittadino il federalismo fiscale non si traduce nel mero mutamento dell’ente che riscuote, ma nel raddoppio della pressione fiscale.  Questo ciò che stiamo osservando: la pressione fiscale dello stato centrale resta costante, nel contempo viene provocato l’aumento delle tasse degli enti locali e i servizi erogati vengono tagliati. E’ chiaro che così non si potrà andare avanti a lungo.
Merita evidenziare un altro aspetto dell’istituzione di questa neo tassa sui rifiuti e non solo, cioè la notevole libertà di manovra lasciata in capo ai sindaci per quanto riguarda la possibilità di rincari sulla tariffa base. La legge permette oscillazioni quantificabili in un range che va dai 30 ai 40 centesimi al metro quadrato, ma anche l’opportunità di stabilire autonomamente una tariffazione “di favore” in casi particolari. Il Comune con proprio regolamento potrà, infatti, prevedere riduzioni delle tariffe nella misura massima del 30% in alcuni casi, come ad esempio per abitazioni con unico occupante o per fabbricati rurali ad uso abitativo, oppure per abitazioni a disposizione per uso stagionale o per altro uso limitato. Ulteriori riduzioni delle tariffe sono possibili per le zone sprovviste del servizio di raccolta rifiuti e altre in misura proporzionale alla distanza dal più vicino punto di raccolta o laddove vi sia un controllo puntuale del rifiuto prodotto. Vedremo in che direzione andrà la nostra amministrazione e quali scelte proporrà prossimamente al Consiglio Comunale. Sarebbe peraltro interessante conoscere gli indirizzi che in proposito potrebbero venire anche dai cittadini invitati a partecipare al progetto “Bilancio Insieme”. Quale migliore occasione per condividere le scelte di bilancio della taratura di nuove voci che andranno prestissimo ad incrementare la pressione fiscale comunale? Ad oggi di certo sappiamo solo che gli aumenti ci saranno e che il termine di versamento della prima rata è previsto per il prossimo luglio. Per la condivisione non resta tanto tempo, dunque. Varrebbe la pena affrettarsi.

Progetto Originario

martedì 19 marzo 2013

I morti non votano

Sono ormai 15 giorni che abbiamo presentato al sindaco e all'assessore Moschi un'interpellanza per sapere che fine abbiano fatto i progetti e gli impegni assunti dalla maggioranza in tema di cimiteri comunali. Nel giugno scorso durante il Consiglio Comunale, in sede di approvazione di bilancio, fu ratificato un piano triennale delle opere pubbliche che prevedeva per il 2013 un investimento di ben 1.000.000 di euro per l'ampliamento del cimitero di Saline e per il 2014 un investimento addirittura da 6.000.000 di euro per l'adeguamento del cimitero di Volterra. All'atto di presentazione del programma delle opere pubbliche, simili previsioni furono giustificate sostenendo che la prolungata assenza di investimenti nel settore e l'attuale, grave la carenza di spazi nei principali cimiteri comunali avrebbero determinato per l'immediato futuro condizioni molto critiche, ai limiti di un vero e proprio allarme sociale. Di questo parlò il vicesindaco Fedeli al Consiglio Comunale il 22 Giugno scorso, quando affermò testualmente: “non si può non prevedere quello che per sessant'anni non è stato previsto: i cimiteri. Siamo con i cimiteri saturi!”. Nonostante ciò, andando a scorrere le delibere di Giunta dell'ultimo scorcio del 2012, abbiamo appreso che, dopo tanti allarmi, è stata cancellata la previsione degli interventi cimiteriali, definiti finora urgentissimi. O meglio, l'ampliamento del campo santo di Saline è stato fatto slittare al 2015, quando il problema scoppierà tra le mani della prossima amministrazione, mentre l'intervento su Volterra è definitivamente scomparso. E' chiaro che la programmazione di opere così importanti, delicate e costose richiede un impegno costante e una programmazione seria.  Tutto il contrario della programmazione a cui abbiamo assistito finora, fatta di progetti che appaiono e scompaiono ripetutamente dall'agenda del Comune, secondo le lune dell'assessore Moschi. Il (macabro) balletto degli investimenti sul cimitero di Saline appare purtroppo il caso più esemplare. Danneggiato gravemente, ormai da anni, per dissesti strutturali, aveva ottenuto lo stigma di intervento prioritario già nel 2010, quando furono previsti lavori di consolidamento per un impegno di spesa da 250.000 euro. Dopodiché tale previsione fu fatta ripetutamente slittare, fino alla nuova programmazione triennale del Giugno 2012, quando fu sostituita dall'indicazione di un nuovo ampliamento, che avrebbe dovuto essere realizzato quest'anno. Come abbiamo rivelato, però, anche questa idea nell'arco di 4 mesi è stata accantonata, o per meglio dire, ricacciata più in là di due anni. Eppure a quanto risulta la situazione a Saline è particolarmente grave per le cattive condizioni in cui versa il nucleo storico del cimitero, finora oggetto di vari e inefficaci interventi di rattoppo, costati complessivamente al Comune quasi quanto un progetto definitivo. Intanto la carenza di spazio comincia a farsi sentire, se è vero che alcuni cittadini segnalano recenti casi di macroscopiche difformità di trattamento per quanto riguarda il diritto delle famiglie di prolungare il periodo di tumulazione dei propri cari. Il timore è che l'emergenza, a forza di espedienti, venga ritardata di un paio di anni, per poi scoppiare quando potrebbe essere troppo grave e imminente per le forze del Comune. D'altra parte lavori di questo tipo non si prestano troppo alle fanfare né ai tagli dei nastri a favore di foto ricordo, che vanno tanto di moda in periodo elettorale. Attendiamo quindi fiduciosi la replica dell'amministrazione alla nostra interpellanza, sperando che fornisca l'occasione di un più pacato ragionamento.

Progetto Originario

Cantieri eterni

Nell'ottobre del 2011 il capogruppo di Progetto Originario presentò un'interrogazione al
sindaco per avere ragguagli sull'evoluzione del cantiere per la sistemazione della frana di
Doccia. Già a quell'epoca l'intervento sulla frana di Doccia era piuttosto datato, visto che fu
intrapreso un anno e mezzo prima, nella primavera 2010. Il progetto era stato reso possibile
da un finanziamento regionale dell'ordine di 100.000 euro, finalizzato a consolidare un trattdi crinale su cui corre una strada consorziata d'interesse pubblico.
I soldi furono quindi stanziati ma i lavori di consolidamento avviati si prolungarono più del dovuto, finché nel marzo 2011 il cantiere fu sospeso a causa di una ulteriore frana che interruppe l'unica strada di accesso, appena sotto Porta Menseri. Il sindaco a suo tempo affermò che il cantiere sarebbe stato riattivato, “non appena fosse stata riattivata la viabilità e quindi l'accesso al cantiere”.
Anche per il secondo dissesto c'è stato un finanziamento regionale e i lavori sotto
Porta Menseri sono stati conclusi nel 2012. La viabilità, dunque, è stata ripristinata da circa
un anno, ma il cantiere sulla strada di Doccia è rimasto fermo. Trascorsa l'estate 2011,
consumata anche l'estate 2012, abbiamo visto passare invano le stagioni più adatte per
portare a termine i lavori. Intanto, il cantiere sospeso ha subito le intemperie di almeno tre
inverni, con tutte le ripercussioni che possono derivare su quel tratto di strada e sui versanti
ancora minacciati da più di un processo franoso attivo. Il rischio è che la pioggia favorisca
la ripresa dei processi erosivi sui versanti e sulla sommità del crinale rimasti ancora privi di
adeguata protezione, vanificando così l'intervento parziale condotto in un primo momento.
Sarebbe un vero peccato scoprire di aver sprecato oltre 100.000 euro di denari pubblici,
quando è sempre più difficile reperire finanziamenti. E' vero che la strada in questione è
poco frequentata, ma è anche vero che è si tratta di una strada di interesse pubblico e
soprattutto la sola via utilizzabile da alcuni nuclei familiari verso le proprie case.


Il gruppo consiliare di Progetto Originario

Emergenza a termine

Con il 28 febbraio si conclude l’accoglienza dei profughi provenienti dai paesi dalla Libia dai tempi del conflitto. Una vicenda che per il Comune di Volterra prende avvio nella primavera 2011, quando l’amministrazione manifestò la sua disponibilità ad offrire ospitalità ad un primo gruppo di circa 20 cittadini pakistani che lavoravano in Libia, collocandoli provvisoriamente nell’atrio secondario della residenza S. Chiara. Seguì, poco dopo, l’arrivo di altri ospiti a più riprese e lo spostamento in quella che sarebbe stata la struttura di accoglienza definitiva ovvero i locali dismessi dell’ex scuola elementare di S. Chiara. Un’accoglienza finanziata con fondi europei arrivati  sul territorio attraverso il Ministero dell’Interno, grazie ai quali sono stati corrisposti all’ente ospitante fino a 43 euro al giorno per ciascun rifugiato. Soldi che, è bene sottolineare, sono andati  alle strutture ospitanti e non certo agli ospiti. Un’operazione che, in termini economici, di fatto, ha consentito all’Asp S. Chiara di ridurre di un terzo la sua perdita di gestione per l’anno 2012, tanto da arrivare a definire la gestione dell’emergenza profughi, nella Relazione del Presidente allegata al bilancio, come un nuovo “ramo di attività”. Nonostante la disponibilità di risorse, è evidente che è stata posta in essere un’accoglienza di fortuna, organizzata in strutture precarie, senza alcuno sforzo teso alla reale integrazione nel tessuto sociale cittadino o comunque a favorire percorsi di autonomia. Infatti, se l’operazione fosse stata gestita con i criteri della qualità dell’accoglienza e dell’inclusione sociale avremmo dovuto ricevere un numero molto più contenuto di ospiti, viste le limitate capacità di assorbimento del tessuto sociale e occupazionale della zona. Il Comune di Pomarance, per esempio, scelse di accogliere un solo nucleo familiare di rifugiati, nella prospettiva di riuscire ad inserirli progressivamente nel proprio contesto sociale.  Per i rifugiati del S. Chiara gli interventi ai fini dell’integrazione sono stati sporadici e perlopiù affidati alle associazioni di volontariato o culturali che da sempre si occupano di queste problematiche sul territorio, con il validissimo supporto dello Sportello Stranieri che al massimo delle sue possibilità ha seguito il percorso per il rilascio dei permessi di soggiorno per fini umanitari. Probabilmente i rifugiati indirizzati a Volterra non hanno vissuto una sorte peggiore di quelli affidati a molti altri centri in giro per l’Italia, ma certamente non sono stati accolti guardando all’obiettivo dei loro bisogni e quindi alle prospettive d’integrazione. I numeri presi in carico e le soluzioni precarie applicate hanno favorito anche molte incomprensioni: si è letto di tutto in questi mesi, anche di moti d’insofferenza verso chi veniva definito un peso per la comunità. La realtà, però, è quella che abbiamo appena esposto, in cui l’emergenza umanitaria è stata anche utilizzata per ravvenare bilanci esangui. Oggi, alla scadenza del periodo di accoglienza finanziato dallo Stato, queste persone, con in tasca un permesso annuale per motivi umanitari e 500euro di buona uscita,  sono lasciate “libere” di  trovare in proprio una nuova sistemazione in giro per l’Italia. Dove e come è affar loro. Chi ha utilizzato l’arrivo dei profughi per i propri fini, adesso, non può  girare la testa dall’altra parte. In 20 mesi di gestione dell’emergenza, con le risorse a disposizione, si è messa in piedi un’accoglienza senza futuro. Mero assistenzialismo fine a se stesso. Diciamo che in questo frangente si sente ancora di più la mancanza di una figura come don Vincenzo, sempre pronto a provvedere anche in assenza della mano pubblica.
Progetto Originario

venerdì 15 marzo 2013

Scomparsi gli investimenti per i cimiteri

Più volte negli ultimi due anni, in Consiglio Comunale, tecnici ed esponenti della maggioranza hanno rappresentato una situazione di pesante emergenza circa l'adeguatezza dei cimiteri comunali alle esigenze del presente e del prossimo futuro. Soprattutto il cimitero di Saline e quello di Volterra sono stati più volte descritti come prossimi alla completa saturazione. E sembra che anche a Villamagna la situazione non sia molto migliore. A Saline, poi, oltre ai problemi dovuti alla  mancanza di spazio si aggiunge una condizione di trascuratezza e decadimento strutturale delle principali opere murarie che si trascina da anni. Dunque, nel giugno scorso in Consiglio Comunale fu approvato un piano triennale delle opere pubbliche che prevedeva per il 2013 un investimento di ben 1.000.000 di euro finalizzato all'ampliamento del cimitero di Saline, mentre nel 2014 era previsto addirittura un progetto da 6.000.000 di euro per l'adeguamento del cimitero di Volterra. L'approvazione del piano triennale fu accompagnata da severe arringhe del sindaco, del vicesindaco e dell'assessore Moschi nei confronti delle passate amministrazioni, da cui avrebbero ereditato una situazione quasi ingovernabile per l'assenza di investimenti e di programmazione sul fronte dei cimiteri comunali. Dato che la necessità di grossi investimenti sui principali cimiteri comunali fu avallata in pieno anche dal responsabile del settore tecnico, non abbiamo ragione di pensare che il problema non fosse reale. Di recente, però, abbiamo scoperto che la Giunta Comunale ha approvato alla chetichella un nuovo Piano triennale delle opere pubbliche completamente diverso da quello di giugno. In soli quattro mesi, infatti, la programmazione delle opere pubbliche comunale è stata (per l'ennesima volta) completamente stravolta, proprio a partire dal capitolo dei cimiteri. L'ampliamento del cimitero di Saline è stato rimandato di due anni, al 2015, e quindi sulle spalle della prossima amministrazione, mentre l'investimento sul cimitero di Volterra è scomparso del tutto. Per questa ragione abbiamo presentato un'interpellanza al sindaco e all'assessore Moschi affinché chiariscano le ragioni di questo repentino cambio di rotta.
Proprio in questi giorni la Giunta comunale promuove una sorta di assemblee pubbliche, in cui chiede agli invitati di esprimere la loro preferenza rispetto ad un ristretto elenco di opere, preventivamente selezionate dall'assessore. In questo esiguo mazzo di progetti troviamo opere sportive o decorative di cui sentiamo parlare ormai da anni, ma anche qui gli interventi sui cimiteri non sono previsti.
Dato che i progetti necessari per il nostro Comune in materia di bisogni cimiteriali sono complessi e costosi, se la drammatica penuria di spazi che fu rappresentata in Consiglio Comunale nel giugno scorso corrispondesse anche solo in parte al vero, non sembra ragionevole trascurare il problema altri due anni. Rischiamo di arrivare ad una situazione di pericolosa emergenza, definitivamente ingovernabile.

Il gruppo consiliare di Progetto Originario

Un esempio da seguire

Recenti interventi finalizzati a demonizzare il nostro capogruppo Bernardini, reo di aver partecipato ad una selezione e di averla vinta per l’ottenimento di un incarico in un comune vicino,  offre l’occasione per tornare su un punto dolente ovvero i  rapporti tra professionisti e amministrazioni comunali, prendendo spunto proprio dal comune “coinvolto” che invece costituisce un ottimo esempio di buona amministrazione. Il Comune di Volterra infatti fa parte da anni di quella triste schiera di  amministrazioni che non vogliono darsi regole strette nell’affidamento di incarichi “diretti”  ai professionisti, limitandosi al rispetto dei requisiti formali minimi richiesti dalla legge. Stessa cosa accade per il conferimento di appalti. Eppure la legge e la successiva giurisprudenza, in particolare della Corte dei Conti, si sono sempre espresse in maniera chiara: sia negli appalti che negli incarichi, occorre rispettare sempre  il criterio della concorrenzialità, parità di trattamento,  trasparenza e rotazione. L’obiettivo è chiaramente quello di limitare il più possibile il sorgere di rapporti particolari e preferenziali tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati. Due anni fa, sulla scia di queste indicazioni, proponemmo all’amministrazione di Volterra di adottare procedure più trasparenti nell’attribuzione dei c.d. affidamenti diretti (quelli cioè di piccolo valore, per i quali la legge dà indicazioni di massima lasciando ai comuni la discrezionalità di darsi regole più o meno stringenti) proprio citando alcune tecniche richiamate dalla legge sugli appalti e utilizzate normalmente  da alcuni comuni della zona. Ovvero la creazione di pubblici elenchi dove inserire i soggetti privati che fossero interessati  a lavorare per l’Amministrazione pubblica, attraverso una cernita preventiva delle loro competenze e ovviamente attingendovi a rotazione previa raccolta di un ventaglio di preventivi che consentissero di avvalersi dell’offerta migliore. Un metodo dunque che favorisce la parità di trattamento e il risparmio economico, salvaguardando la competenza. Procedure semplici e trasparenti che ostacolerebbero la brutta abitudine del Comune di Volterra di “chiamare sempre i soliti”, tanto per usare un’espressione assai ricorrente. Inutile ricordare che il sindaco Buselli e i suoi (Bassini al seguito)  si sono opposti con tutte le forze a regole di questo tipo arrivando a sconfessare alcune decisioni prese nel 2009, addirittura dichiarando che non si potesse fare niente di tutto ciò perché la normativa non lo consentiva. Evidentemente invece questo può essere fatto se comuni come Cascina adottano proprio quelle modalità che noi proponemmo. Infatti loro hanno istituito gli elenchi dei professionisti, prevedendo un aggiornamento continuo e ogni qualvolta hanno bisogno di affidare un incarico richiedono a 5 iscritti nell’elenco che hanno i requisiti necessari di formulare un preventivo. Una volta raccolti i preventivi scelgono il migliore. Non solo, i dirigenti nelle determine di attribuzione dell’incarico danno conto di tutti i passaggi seguiti, indicando professionisti contattati e preventivi raccolti, nella piena trasparenza. Un bell’esempio di buona amministrazione che Buselli  avrebbe dovuto  imitare anziché proseguire con il vecchio andazzo. Difatti chi si presenta come paladino del rinnovamento dovrebbe appunto rinnovare, non tanto le persone, quanto i metodi. Perché se erano da condannare le vecchie clientele lo stesso vale per le nuove, perché sempre di  clientele si tratta.
Gruppo Consiliare- Progetto Originario

La legge del contrappasso

La consigliera Bassini, nel suo ruolo di portavoce della Lista Civica Uniti per Volterra e con l’eco degli “Amici del bar” (sosia dei secondi) in sottofondo, ha fatto scoperte veramente interessanti ultimamente. Nell’ordine ha scoperto: che Bernardini è un geologo che vive del suo lavoro e che in qualità di professionista ha partecipato ad una  pubblica selezione in un comune della Provincia, aggiudicandosi un incarico. Ha ritenuto che la faccenda fosse di pubblico interesse, perché notoriamente le faccende private dei consiglieri comunali debbono essere divulgate, al mero fine di fare un po’ di gossip. Capiamo, però, che Bassini è abituata al sistema praticato a Volterra, dove gli incarichi si affidano non tramite procedure ad evidenza pubblica come avviene nelle amministrazioni sane, ma con abbondante uso del sistema “fiduciario” che notoriamente è stretto parente del sistema “clientelare”. Dato che questo è il metodo “normale” praticato qui nei tempi di Buselli, proprio nel Comune dove lei siede in maggioranza, deve aver dedotto che avvenga sempre e dovunque così. Pertanto chissà quanto è rimasta sorpresa dopo aver appreso che negli altri comuni (non tutti sia chiaro) gli incarichi si affidano all’esito di procedure concorrenziali e attingendo a rotazione da pubblici registri. Ebbene la consigliera Bassini blatera di Bernardini che per lavoro partecipa alle normali gare che si tengono in altri comuni più o meno distanti da Volterra, ma rimane in religioso silenzio di fronte a ripetuti incarichi fiduciari, affidati nel comune dove lei, in veste di consigliera, avrebbe l’obbligo del controllo. Anzi, almeno in due occasioni ha votato in Consiglio Comunale assieme ai buselliani per impedire che proprio qui, a Volterra, gli affidamenti degli incarichi e dei lavori sotto la soglia potessero avvenire con pratiche trasparenti e aperte a tutti. Cosa che consente a questa amministrazione di affidare uno dopo l'altro serie interminabili di incarichi sempre alle stesse persone e alle stesse ditte. Senza il minimo ritegno. In effetti questi argomenti sono veri boomerang per l'amministrazione Buselli, che ha trasformato Volterra in uno dei Comuni più arretrati in materia di procedure concorrenziali e di trasparenza.  Per la signora Bassini vale quindi la legge del contrappasso, che la espone all'ennesima figuraccia. Se continua così potremmo addirittura pensare ad un almanacco a lei intitolato. Attendiamo fiduciosi la prossima puntata.
Susanna, Manola, Simone, Luigi C, Silvia, Francesco, Luigi B., Sonia, Silvana - Progetto Originario.