domenica 17 luglio 2011

Chi non ci sta

Abbiamo letto con soddisfazione ed interesse la coraggiosa presa di posizione, diramata nei giorni scorsi dall’Italia dei Valori, con  la quale il partito di Di Pietro rompe le fila del centrosinistra volterrano per contestare l’ingiustificata chiusura del Punto Nascita. Niente da dire, si tratta di una battaglia giusta per difendere l’elementare diritto alla salute di chi abita le nostre zone. Una scelta che fino a qualche anno fa sarebbe apparsa scontata soprattutto per la sinistra, ma che adesso, in un panorama politico sempre più piatto e impoverito, spicca per risolutezza. Il nuovo dirigismo presente al vertice dei partiti miscelato con la condiscendenza fiorita in molte sezioni locali, impediscono di fatto la nascita di posizioni autonome e quindi di un vero dibattito sui temi importanti come la sanità che, all’ombra di una grave crisi economica, rischia di essere modificata pesantemente nei suoi assetti, in assenza di una seria discussione di merito. La riforma sanitaria del 1978 ci appare molto più lontana dei trent’anni trascorsi, quando la legge quadro del settore emerse da una ricchissima discussione di merito tra le diverse visioni dei principali partiti (DC, PCI, PSI, PLI), che infine trovarono una ragionevole sintesi. Oggi, profonde modifiche degli assetti sanitari vengono attuate in sordina, senza alcuna reale discussione di merito. La presenza di ospedali sul territorio toscano è stata dimezzata negli anni, ma a seguito di quale progetto e dopo quale confronto  politico? Oggi molti reparti vengono soppressi e altri vengono accorpati e coordinati per intensità di cure, attraverso modifiche organizzative spesso discutibili, ma in assenza di un doveroso dibattito franco. Frutto avvelenato di una stagione di dirigismo, penetrato nelle politiche sanitarie con la figura dei direttori generali nominati direttamente dai vertici della politica regionale. Direttori generali che rispondono solo e soltanto a chi gli ha nominati e non ai territori dove operano le Asl. In questa situazione, per riportare i partiti politici a ragionare in maniera diversa e più aperta sui cambiamenti che si stanno verificando a spese degli utenti, è necessario che i cittadini si mobilitino direttamente, per dimostrare che la sanità pubblica sta a cuore a ciascuno. La prima proposta di Progetto Originario in merito è dunque questa. Non teniamo scollegate le varie vertenze che sono sbocciate in giro per la Toscana. Abbiamo già cominciato a lavorare ad un coordinamento da realizzarsi nei prossimi mesi tra i soggetti interessati a parlare di ciò che sta avvenendo alla sanità pubblica. Ma allargando lo stesso principio che poi è anche principio di solidarietà, invitiamo a collaborare tra loro i soggetti mobilitatisi per alcune recenti vertenze locali, quali la scuola media di Saline, la discarica di Riotorto presso Villamagna e i tagli all’ospedale. Per difendere più efficacemente l’insieme dei diritti messi in discussione ultimamente nel nostro territorio e purtroppo non soltanto qui. Ma anche per cercare di arrivare a comprende tutti assieme quali nessi vi siano tra le diverse crisi, solo apparentemente scollegate, che stanno colpendo diritti fondamentali quali la sanità, l’istruzione, la qualità dell’ambiente in cui viviamo e il lavoro. 


Progetto Originario

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