domenica 27 gennaio 2013

Benzinopoli due, il ritorno



Altro che trasparenza! In questi giorni a voler verificare di persona i dati sui consumi anomali delle auto comunali sembra di andare in guerra. Tra dipendenti tesi e naturalmente preoccupati e un sindaco che sbraita minacce dalle colonne dei giornali, il clima si è fatto incandescente. Grazie al cielo, c'è chi non si fa intimidire e fa ancora il proprio dovere fino in fondo. E' grazie a queste persone che sono venuti alla luce nuovi elementi che precisano ed avvalorano il caso della Benzinopoli volterrana. Infatti, una relazione datata dicembre 2012, firmata dal ragioniere responsabile del bilancio comunale, mette in luce tutta una serie di nuovi casi di pieni fantasma.
La Fiat Punto del Comune la cui targa inizia per CK, in dotazione al settore economico, il giorno 29 maggio 2012 alle 8,30 del mattino avrebbe eseguito presso una stazione di servizio di Colle Val d'Elsa un rifornimento di gasolio per 80,67 euro. Cosa c'è di strano, si chiederanno i lettori? C'è di strano che quella Punto quel giorno non si è mossa dal garage, come attestano il registro di bordo e il contachilometri. L'auto non è stata utilizzata e i chilometri sono rimasti immutati (134.800km) per alcuni giorni, ma la scheda carburante in dotazione alla Punto (una specie di tessera bancomat che dovrebbe rimanere rigorosamente nell'auto) evidentemente si è mossa: è arrivata a Colle ed è stata impiegata per pagare un pieno di poco più di 80 euro a spese del Comune. La stessa cosa si è ripetuta con la stessa Punto il primo di settembre, ancora una volta a Colle Val d'Elsa, ma per “soli” 59,48 euro. Di nuovo il registro attesta che l'auto è rimasta ferma in garage, ma la scheda carburante ad essa associata anche questa volta ha viaggiato nella tasca di qualcuno ed è stata impiegata per fare rifornimento alle 12,00 del mattino.
Gli episodi “misteriosi” si estendono anche ad altre autovetture comunali. Il giorno 22 agosto, infatti, è capitato all'altra Punto, quella la cui targa inizia con le lettere DB. Il polo d'attrazione si concentra in Val d'Elsa, perché la stazione di servizio questa volta è quella di Poggibonsi per una spesa di 84,90 euro di gasolio. Dai documenti risulta che l'auto era stata prenotata ma non utilizzata, infatti il chilometraggio è rimasto immutato. La scheda carburante dell'auto, però, è arrivata a Poggibonsi per pagare il rifornimento a qualcuno.
Stessa auto, stessa storia il 19 settembre a Colle Val d'Elsa. Per la cronaca questa volta il pieno ci è costato 82,00 euro tondi tondi.
Altra anomalia da segnalare, ma ormai del tutto logica per chi ha capito l'antifona, che ben due dei quattro rifornimenti descritti hanno preso in carico quantità di carburante superiori alla capacità del serbatoio delle Punto (un massimo di 49 litri, secondo il manuale d'uso). 
La relazione prosegue e riporta altri casi di chiare anomalie, risalenti anche al periodo antecedente il 15 maggio 2012, il giorno dell'introduzione dei registri di bordo. Solo per fare un altro esempio, citiamo quella rilevata sulla Punto CK il 9 febbraio scorso. Secondo la documentazione l'auto doveva servire ad un assessore per un viaggio a Livorno, ma il rifornimento registrato dalla scheda carburante è stato eseguito a Campiglia M.ma, diversi chilometri fuori rotta. Anche in questa occasione è stata acquistata una quantità di carburante superiore alle dimensioni del serbatoio: 90,16 euro per 53 litri di gasolio contro una capacità del serbatoio di 49 litri. La relazione del funzionario che molto puntualmente documenta tutta una serie di casi “anomali” dello stesso tipo è stata inviata il 19 dicembre al sindaco e al revisore dei conti. Le reazioni del sindaco? Non ha assunto alcun provvedimento, non ne ha fatto parola in Consiglio Comunale e non ha sporto alcuna denuncia a nome dell'amministrazione.
Altre informazioni arrivano da Il Tirreno del 17 gennaio, che ha pubblicato i dati allegati alla relazione del funzionario da cui emergono i nomi degli utilizzatori delle auto nei giorni segnalati e in quelli immediatamente precedenti, da cui ci si può fare un'idea di chi abbia avuto a disposizione le schede carburante in quei frangenti. Ancora una volta emerge il nome dell'assessore Costa, membro della maggioranza in quota al partito dell'Udc, accanto al quale ci sarebbe una seconda persona (evidentemente più smaliziata) che ha sempre firmato i registri con uno scarabocchio illeggibile. Ricordiamo che l'assessore Costa, interrogato da una giornalista in settembre, aveva ammesso di aver utilizzato la scheda carburante della Brava istituzionale sulla sua auto privata. Ma aggiunse che si trattò di un unico caso sporadico, una sorta di incidente di percorso, lasciando inspiegati i consumi anomali di quella vettura (7km/litro) e ben tre rifornimenti “impossibili” di gasolio eseguiti su di un'auto a benzina.
Dopo gli ultimi accertamenti la situazione è diventata davvero molto delicata e spiacevole per tutti.  Evidentemente richiederebbe un minimo senso di responsabilità da parte di un'amministrazione che dimostra ad oltranza di non averne. Finora a Palazzo dei Priori sembra prevalere la scuola Scaiola: l'ex ministro che dichiarò ai giudici che qualcuno avrebbe acquistato per lui una bella fetta di una splendida villa romana “a sua insaputa”.

Progetto Originario

Il ballo di S. Vito



Nel mio ultimo intervento sapevo di toccare un nervo scoperto, quando ho citato come esempio di trattamento di favore i 4000 euro elargiti dal Comune nel 2012 all'associazione Sos-Volterra. Non fosse bastata l'eloquenza delle cifre, non potevo trovare miglior conferma alle mie affermazioni della reazione fuori misura e stizzita dei buselliani. Lista civica Upv, federazione civica e Amici del bar sembravano  morsi dalla tarantola, tanto si sono prodigati in anatemi e ingiurie. A parte la volgarità delle repliche, a ben guardare, alle osservazioni mosse da un consigliere su una voce di spesa comunale spettava replicare casomai agli amministratori della maggioranza che hanno compiuto quella scelta. Le tante risposte da parte delle sigle politiche (ufficiali e anonime) riconducibili ai buselliani sono invece del tutto fuori luogo, sebbene si spieghino benissimo con il ruolo tutto speciale che l'associazione Sos-Volterra gioca nell'apparato propagandistico della lista civica Upv.
In realtà questa stessa discussione, prima che su questo giornale, fu affrontata anche dalla giunta comunale nel 2010, alla presenza della segretaria comunale, dott.ssa Nuzzi. Assieme ad altri assessori, confortato dal parere della segretaria, sostenevo che l'amministrazione comunale dovesse non solo agire ma anche apparire perfettamente imparziale nei confronti dell'associazione Sos-Volterra a cui aderivano quasi tutti i membri della giunta. Inutile dire che non trovammo un accordo su questo punto. Il giorno dopo quella seduta di giunta io e, se non ricordo male, l'assessore Guarneri restituimmo la tessera dell'associazione.
Dato che nessuno degli interventi citati è entrato nel tema, spenderò solo due parole per replicare al presidente dell'associazione, Alberto Chiodi, rilevando per inciso nel suo scritto un linguaggio che non gli riconosco (“siamo spesso oggetto di critiche strumentali di chi non ha argomenti, se non quello di vomitare discredito...” cif. La Spalletta n. 3 pag. 9) o che almeno evitava di esibire fino a quando non è stato investito della carica di presidente di un'associazione culturale. Sul merito delle cifre da lui stesso computate, gli faccio notare che non sono molte le associazioni che possono sperare di ottenere dal Comune la liquidazione anticipata di un finanziamento di 3000€ per un progetto (il convegno sugli etruschi) che non sono riuscite a portare a termine. Non meno anomala la circostanza che questi soldi sarebbero stati tranquillamente sterzati su progetti, per così dire, “di riserva”, dal costo complessivo di 2.550€. E che dire dei restanti 450€? Sono la mancia? Non mi risulta che il Comune su progetti specifici possa stanziare (e in anticipo) finanziamenti del 120%. Scorrendo le cifre dei contributi comunali erogati nel 2012 alle altre associazioni culturali, solo per citare pochi esempi, osservo che alla Corale Puccini nel 2012 sono stati erogati 1000 euro, a Teatro di Nascosto 400, al GIAN 300 e all'Università della LiberaEtà 350. La sproporzione di trattamento mi pare evidente.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

Il teatro dell’assurdo





Se il mondo girasse nel verso giusto, oggi troveremmo scritto sul giornale che un assessore coinvolto nell’utilizzo improprio delle carte di credito del Comune (per sua stessa ammissione) ha rassegnato le dimissioni. Seguirebbero poi dei ringraziamenti a quel funzionario che svolgendo le sue mansioni, si è reso conto che qualcosa non quadrava e ha segnalato il tutto a  sindaco e alla giunta. Infine, troveremmo in calce, come minimo,  delle scuse del sindaco alla sua città, per essersi circondato di persone che non hanno ben compreso il rigore con cui si dovrebbero usare le risorse pubbliche. Tutto questo, si diceva, se il mondo girasse nel verso giusto. Pare invece di trovarsi in un teatrino dell’assurdo: Buselli, al di fuori di ogni ragionevolezza, minaccia azioni legali non verso chi abusando del suo ruolo cerca di trarne un profitto… ma verso chi ha consentito che le notizie sugli usi impropri dei soldi pubblici uscissero dal Palazzo! Come se non bastasse, al funzionario che gli mette sotto il naso numeri, circostanze ed abusi, rivolge un invito minaccioso: continua pure a fare le verifiche, ma qualsiasi conclusione tu decida di formulare lo  fai “a titolo personale”.  Come a dire che può raccogliere i dati che vuole, ma non deve interpretarli perché questa è cosa sgradita all’amministrazione. Eppure un sindaco dovrebbe sapere che non è un affare privato il modo in cui vengono spesi i soldi pubblici da soggetti che hanno un ruolo pubblico, ma è qualcosa che riguarda ogni singolo cittadino che paga le tasse. Dovrebbe, altresì, sapere che quando si ravvisano prove evidenti di usi impropri di risorse pubbliche sia i dipendenti che gli amministratori hanno l’obbligo di assumere tutte le iniziative necessarie per la salvaguardia della cosa pubblica. Entrambi i soggetti, ciascuno nel ruolo che gli spetta. Il sindaco ha (dovrebbe avere) l’obbligo di garantire che ogni centesimo che esce dalle casse comunali sia rendicontato e destinato solo a fini pubblici. Ed invece che fa? Esercita il suo potere per ristabilire non la legalità, ma il silenzio. Sono dunque  l’omertà e la minaccia i veri tratti salienti di questa amministrazione. I dipendenti non devono fare verifiche, ma limitarsi ad eseguire gli affari correnti. Non devono parlare con nessuno, tanto meno con i consiglieri delle minoranze. Infatti per quest’ultimi esercitare il mero controllo che è loro funzionale, qui a Volterra è divenuto un affare di stato, da vagliare preventivamente ad opera del segretario e da documentare con istanze scritte. Il tutto in completo dispregio della legge che stabilisce libertà di accesso ai consiglieri. Chi non si adegua rischia grosso: il sindaco promette querele a destra e a manca (a spese dei cittadini che pagheranno il conto degli avvocati), minaccia più o meno velatamente i dipendenti, fino all'allontanamento del personale sgradito dagli uffici “scomodi”. Tutti ricorderanno, a questo proposito, le vicende del precedente dirigente del settore tecnico: segnalò con relazione motivata l’irrealizzabilità del piano triennale delle opere pubbliche per i noti problemi legati al patto di stabilità e fu messo alla berlina; successivamente si rifiutò di firmare il blocco del cantiere Boschini di Solvay, perché si riteneva incompetente per materia e ne seguì l’allontanamento dall’ufficio. In entrambi i casi i fatti successivi dettero piena ragione al dirigente e torto al sindaco: il piano delle opere pubbliche è rimasto un bel sogno dell’assessore  Moschi e il blocco del cantiere Solvay è stato dichiarato illegittimo dal Tar proprio per difetto di competenza del Comune. Una fortuna che non sia stata accolta la domanda di risarcimento danni di Solvay, che avrebbe comportato per il Comune  ed il vice-dirigente firmatario un bell’esborso in denaro. Ma procedere con queste azioni di forza, in un continuo braccio di ferro, ciechi e sordi di fronte le precise responsabilità che discendono da certi comportamenti, dove sta portando? Buselli non è più minimamente credibile, perché è chiaro che non ha alcun interesse a ristabilire la correttezza dell’azione amministrativa essendo  più interessato a rimanere sullo scranno di primo cittadino a tutti i costi. La struttura comunale dal canto suo è oramai un campo di battaglia, tra uffici in perenne “riordino”, spostamento forzato del personale “ribelle” e via vai di segretari comunali, con i quali  il sindaco non sembra trovare pace (si va per 4 in 4 anni, un bel record!). Tra un anno e mezzo ci aspettano nuove elezioni e le macerie di un’amministrazione spregiudicata e arrogante saranno un’eredità difficile da gestire per chiunque.
Sonia Guarneri,  Progetto Originario




Piombo e nebbia



La lettura degli ultimi documenti emersi circa lo scandalo Benzinopoli offre un quadro desolante e allarmante insieme. Soltanto lo scorso settembre avevamo già dovuto osservare, con sconforto, documenti ufficiali dai contenuti  assurdi, che riferivano di rifornimenti di gasolio eseguiti su auto a benzina o rapporti secondo i quali auto accreditate di consumi pari a 14Km/l di carburante dal 2011 avrebbero avuto un crollo di prestazioni improvviso fino a 7Km/l. Le ulteriori verifiche ultimate a dicembre dall'ufficio economico del Comune hanno messo in luce altre anomalie su altre auto che gridano vendetta: rifornimenti di carburante per quantità superiori alla capacità del serbatoio, oppure automobili ferme ma con schede carburante che viaggiano e soprattutto che continuano a spendere soldi pubblici in rifornimenti fantasma. Se avessimo di fronte amministratori decenti qualcuno si sarebbe già dimesso o sarebbe stato allontanato per decisione del sindaco o del suo partito.  Invece assistiamo ad un'amministrazione che, in presenza fatti gravi che mettono a repentaglio beni e denari pubblici, prima ha bloccato il varo della commissione d'inchiesta che avrebbe fatto luce sugli abusi e sulle eventuali ruberie, poi ha lasciato al solo funzionario dell'economato tutto l'onere della denuncia alla Guardia di Finanza. Evidentemente questa amministrazione può starsene alla finestra, mentre le schede carburante del comune fanno rifornimenti a non si sa quali automobili private. Ancora una volta, l'ennesima, notiamo che i nomi saltati fuori fanno riferimento ad amministratori in quota Udc, un partito che al solito tace e si guarda bene da condannare certi episodi. Il sindaco Buselli, per parte sua, non solo ha ostacolato la formazione di una commissione d'indagine, ma adesso ha perfino deciso di procedere legalmente, a spese delle casse comunali ovvio, contro chi ha diffuso o diffonderà informazioni sui furti di benzina dalle auto del Comune. E' chiaro: Buselli non ce l'ha con chi fa rifornimento nella propria auto a spese del Comune, ce l'ha con chi permette che si sappia in giro.
La situazione è ormai fin troppo evidente e rivela nella sua dinamica un pratico esempio di come e quanto facilmente si diffonda la corruzione nel sistema Italia. Pur di non mettere a rischio il proprio posto, tutti gli esponenti della maggioranza a novembre votarono contro il varo della commissione d'inchiesta. Non uno che abbia detto: “voglio vederci chiaro”; oppure che abbia sentito il dovere di informare i cittadini dei gravi fatti accaduti in Comune. Di prendere le distanze con le proprie dimissioni da questa compagine impresentabile, poi, figuriamoci!, nemmeno a parlarne. Fanno di tutto affinché i fatti accertati dai dipendenti dell'ufficio economico rimangano chiusi tra le quattro mura di Palazzo dei Priori. Un palazzo di piombo, non di vetro come recitavano gli slogan elettorali del sindaco. Un palazzo di piombo e avvolto nelle nebbie dell'omertà. Tutti zitti, sperando che le notizie non trapelino, che la gente dimentichi presto e che la giustizia proceda a ritmo di lumaca magari fino alla prescrizione di eventuali reati. Al contrario noi facciamo appello agli organi inquirenti affinché lavorino celermente, perché non possiamo lasciare per mesi o anni ombre di questo tipo sull'amministrazione comunale di Volterra.

Progetto Originario

domenica 20 gennaio 2013

Idrocarburi volatili

 Pare proprio che la vicenda benzinopoli si stia arricchendo di ulteriori, preoccupanti sviluppi. Nonostante l'amministrazione Buselli abbia bloccato la nostra iniziativa per l'istituzione di una commissione consiliare d'inchiesta volta a far luce sugli usi e abusi delle auto comunali e delle relative schede carburante, sono comunque affiorati nuovi elementi che confermerebbero l'esistenza di presunti fatti illeciti. Questo è quanto possiamo dedurre, al momento attuale, dalla corrispondenza intercorsa tra il sindaco e un funzionario comunale del settore economico.
Risulta infatti che il sindaco, in data 13 dicembre, abbia richiesto con comunicazione scritta al dipendente comunale in questione un approfondimento “sui consumi dei mezzi di proprietà comunale” e nell'arco di tempo compreso tra il 2002 e oggi. Ricordiamo che poco più di un mese prima, il 9 novembre, la maggioranza col sindaco in testa aveva impedito il varo della commissione consiliare d'inchiesta. Il funzionario soltanto pochi giorni dopo ha risposto al primo cittadino, chiarendo che una verifica attendibile sui mezzi comunali e sui loro consumi è possibile risalendo “solo fino all'anno 2007” per la mancanza dei registri relativi agli anni antecedenti questa data. Molto più interessante, però, è quanto il funzionario in questione scrive al sindaco poche righe dopo, quando afferma che già dalle prime risultanze emerse dalla verifica si evincono “sufficienti elementi di criticità”, tali da approntare “uno specifico esposto che, anche a titolo personale, presenterò domattina al Comando della Guardia di Finanza”. Il funzionario, dunque, nel verificare la congruenza dei consumi delle auto comunali ha ravvisato la presenza di “anomalie” abbastanza preoccupanti da spingerlo a ricorrere per la seconda volta alla segnalazione ad un organo di polizia, affinché “effettui tutti i necessari approfondimenti, accertando eventuali responsabilità”. Rammentiamo ai lettori che una prima segnalazione era già stata consegnata nelle mani della Guardia di Finanza, alla luce degli strani pieni di gasolio fatti su auto a benzina e dei consumi anomali saltati fuori in seguito all'interrogazione presentata da Sonia Guarneri di Progetto Originario. Ancora una volta ci troviamo, dunque, a dover lodare la pulizia di comportamento di un dipendente comunale che, avendo ravvisato possibili abusi arrecanti danni alle casse del Comune, non ha messo la testa sotto la sabbia ma si è affrettato a darne segnalazione al sindaco, al revisore dei conti e per ultima alla Guardia di Finanza, nella prospettiva dell'accertamento di eventuali illeciti. Pare, infatti, che le ultime circostanze evidenzino ancora meglio delle precedenti chiari abusi nell'impiego delle tessere carburante, con le quali si possono pagare i rifornimenti eseguiti attingendo direttamente dal conto corrente del comune. I nuovi  fatti, desunti dall'indagine interna agli uffici, risultano concentrati tra l'inizio del 2011 e la fine dell'estate 2012, periodo in cui la nostra interrogazione portò per la prima volta sui giornali la vicenda, e focalizzerebbero l'attenzione su una/due persone dell'amministrazione.
Quella che risulta indecente è la replica fornita dal sindaco a questa grave segnalazione. Infatti, il giorno 29 dicembre Buselli ha risposto al funzionario per iscritto (prot. 12808/2012).  Nella lettera il sindaco si premura di “ringraziare” in maniera puramente formale il suo interlocutore, pensando bene di chiarire che “qualsiasi cosa lei decida di fare a titolo personale lo fa appunto a tale titolo”. A questo modo Buselli ha preso direttamente le distanze dalle ovvie esigenze di chiarezza e pulizia espresse dal dipendente, che avrebbe meritato pieno appoggio e la franca solidarietà dell'amministrazione.
Non è questo quanto ci si aspetterebbe da un sindaco degno di questo nome, ma dopo aver già bloccato la commissione d'inchiesta, simili prese di posizione in fondo appaiono logiche e, a loro modo, coerenti.
Con apposito accesso agli atti, un mese dopo il sindaco e la giunta, anche noi di PO siamo entrati in possesso della seconda Relazione compilata dagli uffici in merito alla vicenda e la stiamo attentamente valutando per eventuali, ulteriori iniziative di cui non mancheremo di informare i nostri concittadini.

Progetto Originario, il Gruppo consiliare

La logica del cappello



Alla fine, in qualche modo, nel Consiglio Comunale del 9 gennaio siamo riusciti a far passare la nostra proposta di istituire anche a Volterra il canone concordato. Come abbiamo già spiegato in altri precedenti interventi, si tratta di un contratto di locazione a prezzi calmierati, di cui potranno beneficiare gli inquilini ma anche i proprietari, che pagheranno  un'aliquota IMU più bassa e godere delle altre agevolazioni fiscali previste. Non solo, nell'occasione è perfino stata recuperata una proposta formulata in giugno in commissione regolamenti dal consigliere Dei riguardo all'IMU, volta ad introdurre agevolazioni a favore dei nuclei familiari dove vi siano uno o più portatori di handicap. Questo anche grazie al fatto che il gettito dell'imposta IMU per il Comune nel 2012 è stato perfino più alto delle attese: 3.298.000€ contro i 3.190.000€ preventivati. Si tratta di piccole riforme che, a nostro avviso, in questo periodo di crisi economica potranno portare qualche beneficio ad alcune decine di famiglie residenti. Intendiamoci, l'approvazione in Consiglio Comunale di un documento con simili indirizzi non vuol dire che queste riforme sono state attivate: significa soltanto che l'amministrazione comunale si è impegnata a portarle a termine in futuro. Quando e come non ci è stato specificato dalla maggioranza e da adesso dovremo costantemente vigilare, affinché vengano effettivamente realizzate secondo criteri ragionevoli e soprattutto in tempi accettabili.
Fino a qui abbiamo trattato la parte seria dell'iter vissuto dalla nostra proposta per l'istituzione del canone concordato nel Comune di Volterra. Ma avendo a che fare con l'amministrazione Buselli, non poteva certo mancare la pulcinellata finale. Infatti, sarebbe stato troppo aspettarsi un iter consiliare normale, con una discussione aperta sulla nostra proposta, magari arricchita da emendamenti e modifiche provenienti dagli altri gruppi. Invece abbiamo visto arrivare in consiglio la proposta-fotocopia della maggioranza, naturalmente arrivata 3 settimane dopo, con l'aggiunta delle tre righe in cui veniva recepita la proposta dell'ex assessore Dei (senza mai nominarlo). A chi non conosce personalmente i membri di questa maggioranza potrà sembrare infantile, per non dire ridicolo, che un gruppo consiliare cerchi di assumere la paternità delle proposte altrui  scopiazzando palesemente i documenti delle minoranze. Ma il senso del ridicolo è stato sfrattato da Palazzo dei Priori un paio d'anni fa. Così l’assessore Tonelli ha candidamente (o ingenuamente) detto allo scorso consiglio comunale di aver pedissequamente copiato l’ordine del giorno di Progetto Originario, aggiungendoci la proposta di Dei (che lei stessa aveva  a suo tempo bocciato), per poi presentare il nuovo documento a sua firma, come fosse sbocciato fresco fresco dalle loro menti. Dulcis in fundo, a dispetto della logica e della coerenza, la maggioranza ha  bocciato il documento originale presentato da P. O., che ricalcava per il 98% i contenuti del proprio: il clone che è stato infine approvato. Se le minoranze avessero “ragionato” come i buselliani, non sarebbe passato nessuno dei documenti, visto che quel giorno alla maggioranza mancava un consigliere. Abbiamo però pensato al bene dei cittadini e alla coerenza della nostra azione, votando sia il nostro documento che il clone. E abbiamo cercato di far prevalere l’obiettivo di introdurre qualcosa di positivo per la città, come l’introduzione dei contratti a canone concordato con beneficio di una aliquota Imu ridotta, arricchita dall'agevolazione per i soggetti affetti da handicap.
Del resto nessuno è rimasto sorpreso dall'accaduto, perché nessuno si aspetta più comportamenti corretti e civili da parte della lista Buselli. Attendiamo di vedere se i buselliani si riveleranno anche rapidi esecutori, attuando concretamente le proposte approvate. Finora hanno senz'altro dimostrato di essere svelti nel tentare di mettere il cappello sulle proposte degli altri.
Progetto Originario



ATTACCHI DI STIZZA




Chi ha partecipato allo scorso consiglio comunale ha nuovamente potuto verificare la fragilità di chi governa la città. Basta che un consigliere di maggioranza non possa (o non voglia) partecipare al consiglio oppure che si astenga da una votazione, che Buselli  non è in grado nemmeno di garantire l’approvazione di adempimenti di legge.
Qualche settimana fa toccò ad un provvedimento legato al bilancio che Bassini si astenne dal votare, costringendo la “maggioranza” al palo. Questa volta è toccato ad uno degli adempimenti previsti dal Decreto Monti. Bassini non era in consiglio e la maggioranza non è riuscita a farlo passare. 
Eppure Buselli le tenta di tutte per far sì che i suoi siano sempre perfettamente allineati come soldatini e soprattutto sempre presenti. Fissa le date del consiglio come pare a lui, tenendo conto delle sole esigenze della maggioranza, attiva procedure d’urgenza senza che vi siano i requisiti, omette gli adempimenti previsti dal Regolamento… insomma non esistono più regole né procedure pur di tenersi a galla. Soprattutto non esiste più alcuna autonomia di pensiero per i poveri consiglieri di UpV (e Bassini naturalmente),  ridotti ad ogni consiglio a riproporre la parata degli “yes-men”. Né può capitare loro un contrattempo, perché dopo due giorni vengono richiamati in fretta e furia a rimediare al pasticcio. Il tutto con maggiori costi per la collettività: doppie spese di convocazione e pubblicizzazione del consiglio, maggiori oneri per i dipendenti comunali che devono essere presenti oltre alle  doppie indennità per i consiglieri.
Di solito il tutto è avallato dall’interpretazione lassista delle norme da parte del segretario comunale  di turno, tanto che vengono sostituiti con una frequenza impressionante. Probabilmente dopo un po’ non hanno più voglia di coprire  le varie magagne di Buselli.
E’ un po’ avvilente ricordare i buoni propositi tante volte ripetuti in campagna elettorale, quando scrivevamo chi convinto e chi no - che ci saremmo attenuti ad un rigoroso rispetto della legalità,  valorizzando la diversità di pensiero anziché mortificarla. 
Il prossimo anno torneremo alle urne: ci avviamo, dunque, verso una nuova campagna elettorale. Siamo convinti che Buselli & Moschi cambieranno opportunamente il proprio programma elettorale, rendendolo più vicino alla loro reale sensibilità. Quella del governo ad ogni costo.
Progetto Originario

domenica 13 gennaio 2013

IL SINDACO GESTISCE IL CONSIGLIO COMUNALE COME UNA COSA SUA



Il Sindaco gestisce in modo autoritario e unilaterale il Consiglio Comunale non rispettando la legge, non rispettando le minoranze né il Comune stesso. Infatti, convoca per Sabato pomeriggio (a spese dei cittadini) un nuovo Consiglio perché non ha avuto i numeri per approvare due delibere. E così invece di prenderne atto e dialogare con le minoranze svolgendo il suo ruolo di Presidente del Consiglio, il Sindaco decide, senza sentire nessuno, di convocare di nuovo l’assemblea per dimostrare che comandano loro (come ha detto esplicitamente il Vicesindaco ieri).
La delibera sul regolamento di contabilità doveva essere approvata entro il 10, altrimenti i tempi possono slittare per legge di 60 giorni: quindi c’era ormai tempo fino al 10 Marzo e non esistono motivi di urgenza per riconvocare il Consiglio, se non la stizza del Sindaco. Anche l’ordine del giorno su cui discutere è arbitrario: solo le due delibere portate dalla maggioranza, escludendo ancora una volta due interrogazioni di Città aperta e una mozione di Progetto Originario che giacciono da molte settimane all'ufficio protocollo del Comune in attesa di essere discusse.

Noi ci siamo rivolti al Prefetto e continueremo a farlo, perché il Sindaco non può continuare a gestire contro legge il Consiglio Comunale come se fosse cosa sua. E’ evidente che lo fa per cercare di nascondere il più possibile le carenze di una maggioranza stentata e pasticciona. Perché non vuole confrontarsi mai con nessuno, togliendo dal tavolo di discussione gli argomenti scomodi, non avendo più né i numeri né le competenze. In ogni caso non può continuare a far pagare alla Città i suoi problemi pur di rimanere aggrappato al potere.

Rosa Dello Sbarba – Città aperta
Fabio Bernardini – Progetto Originario
Danilo Cucini – La sinistra per Volterra

E venne il peggio



Di solito cerco di rispondere dal giornale solo ai ragionamenti sul merito delle cose, tralasciando le insinuazioni di bassa lega. Per Barontini, appunto della lega, farò un'eccezione. Del resto ragionamenti di merito non ne leggo da tempo provenienti da parte della nuova alleanza  che dal 2011 governa Volterra (lista Buselli–UDC-La Destra-lega e PDL). Il rappresentante della lega la scorsa settimana mi ha preso di mira in un trafiletto, insinuando che la mia opposizione a Buselli potrebbe discendere da intese sottobanco col PD. Farò un'eccezione alla mia regola, dicevo, perché Barontini è un caso speciale. Lo conobbi in campagna elettorale, quando la lista civica era ancora in formazione. Da settimane venivo attaccato da componenti della destra opportunamente fomentate, tacciato di essere un “estremista no-global”. Barontini, se non erro, era all'epoca portavoce della lega per la Val di Cecina. Senza conoscermi, venne a cercarmi: si presentò, parlò della sua famiglia – il suo cognome è noto – della sua tradizione di sinistra e poi della sua definitiva scelta a favore della lega (allora partito di governo in ascesa). Aggiunse che era stato informato che “rischiavo” di prendere un certo numero di preferenze e mi propose di rappresentare il suo partito in lista civica, argomentando che in Toscana molta parte della lega proviene dalla sinistra. In cambio avrei avuto l'appoggio del partito di Bossi e la pacificazione sul mio nome di tutte le componenti del centrodestra. Ovviamente rifiutai. Non passò troppo tempo che tornò alla carica: eravamo alla vigilia di una votazione interna alla lista civica sulla mia estromissione che avrebbe aperto le porte alla destra tutta intera. Questa volta mi propose un accordo sotto traccia: non era necessaria la mia iscrizione, bastava che mi mettessi sotto la protezione della lega. Barontini sa che rifiutai di nuovo. Me la vidi da solo all'interno della lista civica. Anzi, non da solo, ma con l'aiuto del gruppo di amici con i quali mi trovo bene ancora adesso. Gente che non risponde ad ordini di partito e tanto meno a gruppi d'interesse. Vero, dunque, che l'amicizia interessata di soggetti politici (e anche economici) mi è stata offerta, e dopo di me anche ad altri di Progetto Originario. L'abbiamo sempre rifiutata. Barontini lo sa bene, perché è appunto uno di quelli che ci hanno provato. Resta un mistero, almeno per me, come faccia certa gente ad accusare altri di comportamenti che sono la loro normale prassi.
Noi abbiamo rifiutato le pastette, ma ben presto abbiamo avuto modo di osservare da vicino che fine abbia fatto la parte della lista civica che quella logica l'ha accettata. Ha trovato puntelli nell'estrema destra grazie ai quali ancora governa la città, d'accordo, ma a che prezzo? Non è rimasto nulla delle promesse elettorali e ancora meno della sua credibilità. Per non essere generico farò un piccolo esempio, tralasciando i casi più noti tipo benzinopoli. In campagna elettorale promettevamo di abbandonare la politica dei favoritismi, malvezzo attribuito alle precedenti amministrazioni. Oggi i favoritismi abitano Palazzo dei Priori più di prima. L'associazione fondata da Buselli e Moschi, SOS-Volterra, quest'anno ha ricevuto dal Comune 4.000 euro di soldi pubblici: 1.000 con delibera di Giunta 148/2012 e 3.000 con determina dirigenziale 379/2012.  Quasi tutte le altre associazioni sebbene più blasonate e meritevoli (Croce Rossa, Misericordia, Emergency, Anpi, Avis, ecc.) sono state lasciate indietro e di molte lunghezze. Evidentemente non dispiacevano i favoritismi; dispiaceva restarne esclusi. Caro Barontini, l'esperienza di questi ultimi tre anni e mezzo non mi ha fatto rivalutare le amministrazioni targate PD. Posso, però, dire a ragion veduta che l'amministrazione Buselli è riuscita a fare sicuramente peggio.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

Censurata dal sindaco la discussione su S. Chiara



L'argomento Santa Chiara, grazie alla mozione presentata da Progetto Originario, avrebbe dovuto essere il quarto punto all'ordine del giorno, dopo una mozione presentata da Cucini sul diritto di cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. Alla conferenza dei capigruppo del 19 dicembre la mozione era già stata depositata e il suo inserimento tra i temi del Consiglio era stata concordato tra tutti i presenti: Buselli, Tonelli, Cucini, Bettini e Bernardini. All'ultimo momento, invece, Buselli ha deciso di depennarla arbitrariamente, senza sentire il parere di nessuno. Semplicemente l'ha  cancellata dall'ordine del giorno. Una scorrettezza palese, purtroppo non nuova, contro il nostro gruppo e in spregio dell'istituzione del Consiglio e del suo Regolamento di cui abbiamo deciso di informare il Prefetto. Anche le altre minoranze hanno dovuto subire a più riprese i capricci di un sindaco che si riserva di inserire o censurare gli argomenti degli altri gruppi a suo piacimento, senza informare i diretti interessati. Da episodi simili sono già scaturite altre segnalazione alla Prefettura di Pisa, che evidentemente non sono bastate a migliorare i comportamenti del sindaco. Buselli da tempo abusa del suo ruolo di Presidente del Consiglio, per “congelare” a suo piacere i documenti di iniziativa delle minoranze che ritiene scomodi, ma si diletta anche nel fissare date e orari del Consiglio nella maniera più arbitraria, applicando costantemente la regola dei due pesi e due misure.
Da tempo il sindaco ha stabilito che documenti delle minoranze, per essere presi in considerazione per un loro eventuale (ma sempre incerto) inserimento all'ordine del giorno, debbono essere depositati all'ufficio protocollo del Comune con largo anticipo rispetto alla data del Consiglio. Viceversa quelli predisposti dalla maggioranza godono di una corsia preferenziale, dato che di norma arrivano al Protocollo (e quindi sono consultabili dagli altri gruppi) all'ultimo minuto. Una disparità che fa a pugni coi principi della democrazia, della parità di trattamento e con la sensibilità di qualsiasi persona civile.
Nella presente occasione, la censura forzata sul tema del S. Chiara preoccupa, però, anche per ragioni di merito. Dopo tanto parlare dai giornali in modo preoccupante ma sommario delle sue condizioni di bilancio, si teme che la situazione possa essere perfino più grave di quanto trapeli all'esterno. Ragione di più per richiedere, e con maggiore insistenza, chiarimenti dettagliati ai responsabili in sede istituzionale.
Progetto Originario

Canone concordato ed agevolazione sull’ IMU: cosa proponiamo



Abbiamo portato all’attenzione del Consiglio Comunale di questo mese una proposta volta al contrasto della crisi abitativa, ancora più acuita dalla crisi economica che stiamo attraversando.
La mozione che abbiamo presentato all’amministrazione sin da metà dicembre, chiede di intraprendere i passi necessari per istituire nel nostro Comune il canone concordato. Ovvero un contratto di locazione a prezzi calmierati, di cui possono beneficiare gli inquilini ma anche i proprietari, che potrebbero pagare una IMU più bassa e godere delle altre agevolazioni fiscali previste.
Il governo ha infatti stabilito che la decisione sull' aliquota imu ridotta perl'affitto a canone concordato spetti ai comuni, che la possono portare dal 7,6 fino al 4 per mille.
In una realtà come la nostra questo dispositivo potrebbe produrre alcuni effetti positivi. Di fronte alla possibilità di non riuscire ad affittare un appartamento ai prezzi di mercato, dovendo comunque sborsare un'imposta IMU molto salata per le seconde case sfitte, alcuni proprietari potrebbero decidere di accettare di aderire ai canoni concordati, per riuscire a stipulare un contratto di affitto stabile e pagare un'imposta più leggera.
Per fare questo, però, occorre mettere in atto alcune azioni preliminari precise. Ovvero che  Comune e associazioni più rappresentative di proprietari e di inquilini stabiliscano le modalità di valutazione degli immobili e, per ogni tipologia individuata e per ogni quartiere, definiscano la forbice prevista del canone, minimo e massimo.
Si chiede dunque che l’Amministrazione di Volterra intraprenda finalmente questo cammino. Crediamo che avendo depositato la proposta con largo anticipo, la maggioranza abbia avuto tutto il margine per approfondire la proposta. Con la speranza che non venga rigettata per il solo fatto che proviene dalla minoranza di PO.
Progetto Originario


venerdì 11 gennaio 2013

Giochi di prestigio

Recano i numeri  149, 153, 177 e 184  le  delibere comunali con le quali la giunta Buselli abbandonò la viabilità secondaria del suo territorio. Era il luglio 2011 e a sorpresa trovammo pubblicate sull’albo pretorio alcune delibere con le quali, senza l’avvio di alcun procedimento puntuale e senza il coinvolgimento dei cittadini direttamente interessati,  l’amministrazione volterrana, alla chetichella,  dichiarava  l’assenza di interesse pubblico  per le strade di Poggio Marzocchio, Rioddi, Villa, Doccia, Cerbaiola, Magiona, Vallelunga e Venzano. Tutte queste strade furono trasformate in vicinali private con conseguente avvio dello scioglimento dei consorzi stradali esistenti. Non paga, l'amministrazione Buselli  decideva che anche un tratto della strada di Sant’Ottaviano non aveva le caratteristiche per essere classificata comunale e ne disponeva la declassificazione a vicinale di uso pubblico.
Decisioni pesantissime, che furono assunte con grande superficialità e leggerezza, senza alcuna valutazione delle conseguenze per ampie parti di un territorio, spesso fragile e denso di problemi complessi, producendo ripercussioni niente affatto indifferenti per la circolazione, l’agricoltura, il turismo e per molte famiglie residenti. Alle obiezioni che vennero loro mosse, sindaco e giunta risposero con una serie di giochi di prestigio, che nella loro ottica dovevano servire per illudere gli sprovveduti frontisti e far credere loro che nulla di ciò che era stato scritto in quelle delibere fosse davvero rilevante. Si susseguirono dichiarazioni ai giornali contraddittorie, richieste di incontri di mediazione dove si prometteva di rivedere il tutto di lì a qualche giorno, qualche settimana… fino al Consiglio Comunale del 28 novembre 2011. In quell'occasione, finalmente, davanti ad una sala gremita di cittadini, tra cui i molti presidenti dei consorzi stradali, sotto il fuoco di fila delle opposizioni, il Sindaco dovette buttare giù la maschera: non intendeva rivedere quelle delibere, le strade restavano declassificate.
I frontisti più attivi e coraggiosi, consapevoli che allo scadere dei 60 giorni dalla loro pubblicazione quelle delibere divenivano definitive senza possibilità di appello, decisero di impugnarle al Tar. Si sa, i tempi della giustizia sono lunghi e difatti ancora non è stata celebrata la prima udienza, ma probabilmente a Buselli non è sfuggito il rischio che corre sotto campagna elettorale. Memore della recente sconfitta al Tar nel contenzioso con Solvay sul cantiere dei Boschini, Buselli deve aver cominciato a pensare che fosse meglio tentare di evitare altre figuracce davanti ai giudici e di conseguenza sui giornali. Dunque ha deciso di far finta che quelle delibere non esistano, riprendendo i suoi giochi di prestigio di un anno fa. Non revoca le delibere, che continuano ad essere pienamente efficaci, ma pone in essere una serie di attività che sembrerebbero in contraddizione con le decisioni formalmente assunte. Infatti, assistiamo all’apertura postuma di procedimenti che invece di anticipare le decisioni assunte, come la legge prevede, vengono proposti a valle di esse. Seguono ordini del giorno portati all’attenzione del Consiglio dalla provvidenziale consigliera Bassini che, dopo aver votato a sostegno delle improvvide decisioni di declassare le strade, muta “spontaneamente” le proprie convinzioni e chiede al sindaco il favore di ripensarci. Poi, più di recente, l'amministrazione pubblica alcuni avvisi tesi a richiedere ai cittadini se per caso, ad oltre un anno da quel Consiglio Comunale, volessero dire la loro sulle strade vicinali. Infine, e siamo all'attualità, la maggioranza si appresta a portare all’attenzione delle minoranze nuovi modelli di statuti, che da oltre un anno giacciono nei cassetti della scrivania del sindaco e dell'assessore.
Non sfugge a nessuno che un’amministrazione onesta e ragionevole che avesse cambiato idea rispetto alle proprie precedenti decisioni, sarebbe ripartita dall’inizio, cancellando gli atti di declassamento (per di più viziati proceduralmente). Questa amministrazione no. Per non voler ammettere di essersi sbagliata, lascia in piedi tutti gli atti assunti e di conseguenza lascia aperto un procedimento davanti al Tar contro molti sui cittadini. Solo per non dover ammettere platealmente i propri errori, tentando di cavarsela con i soliti giochetti di prestigio, che oramai non illudono più neppure i bambini.
L’attività fantasiosa del sindaco, però, ha un costo e anche salato. Vale la pena ricordare che per promuovere il giudizio davanti a Tar i frontisti stanno spendendo denaro delle proprie tasche e che questa amministrazione, per resistere in giudizio, ha impegnato qualcosa come 19.000 euro di soldi pubblici. Sicuramente sono denari che potevano essere utilizzati assai più utilmente in lavori di manutenzione a queste stesse strade che ormai versano in condizioni pessime.

Progetto Originario

Controcorrente

Non è facile di questi tempi avanzare proposte dai banchi dell'opposizione, come quella sul canone di affitto concordato che ci accingiamo a presentare al prossimo consiglio comunale. Continuare a proporre significa andare controcorrente, perché siamo in presenza di una situazione di conflitto politico molto aspro, in cui non è stato mai possibile accordarsi con la maggioranza neppure sulla data o l'orario dei consigli comunali. Da due anni a questa parte il sindaco decide la data delle sedute e la comunica alle minoranze, alle quali non resta che adattarsi. Quando un consigliere di minoranza quella data ha altri impegni, come è accaduto più volte, per esempio, al dott. Isolani perché atteso in sala operatoria, resta semplicemente tagliato fuori. Punto. Tanto per dire il clima.
Nonostante ciò, tentiamo di fare fino in fondo la nostra parte, alternando le critiche (meritatissime) alla maggioranza ad una serie di proposte che riteniamo utili per la città. Nella speranza che presto o tardi almeno una di queste venga raccolta dall'amministrazione Buselli. Magari potrebbe cominciare proprio da quella che abbiamo attualmente inserito nell'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale sul canone concordato. In definitiva stiamo offrendo alla maggioranza l'opportunità di affrontare, finalmente in modo concreto, i cronici problemi abitativi ben noti anche qui a Volterra. Il recente bando ERP emesso dal Comune (la graduatoria per le case popolari) ha confermato l'impossibilità per molte famiglie a basso reddito - ben 80 - di ottenere risposte adeguate alla loro legittima richiesta di ottenere una casa con affitto agevolato. Da anni, ormai, la gran parte di queste famiglie attende invano una risposta. Perché la disponibilità di alloggi da parte del Comune è irrisoria, per non dire nulla. Le ultime case popolari realizzate nel nostro comune risalgono ad alcuni decenni fa: dopodiché ci si è arenati in progetti interminabili come quello della ristrutturazione del padiglione Bianchi. Vista questa drammatica situazione e considerate le pesanti aliquote dell'IMU dal Comune di Volterra, abbiamo elaborato una proposta intesa a far incontrare due distinte necessità. La mozione che presentiamo chiede all'amministrazione di istituire finalmente nel nostro Comune il canone concordato, come avviene in molte altre realtà anche vicine a noi. In pratica si chiede di introdurre un equo canone riconosciuto, per creare una riserva di alloggi con prezzi degli affitti calmierati, riconoscendo ai proprietari di questi appartamenti una specifica aliquota IMU sensibilmente ridotta. La legge italiana prevede l'istituto del canone concordato, attribuendo  ai comuni la possibilità di istituirli secondo precisi criteri. Naturalmente, affinché il dispositivo sia efficace, occorre compensare i proprietari degli alloggi per i minori introiti derivanti dal canone di affitto con opportuni incentivi. Qui entra in ballo l'idea di una ulteriore aliquota IMU, agevolata rispetto a quella per le seconde case (anch'essa prevista dalla legge). In una realtà come la nostra questo dispositivo potrebbe produrre alcuni effetti positivi. Perché di fronte alla possibilità di non riuscire ad affittare un appartamento ai prezzi di mercato, dovendo comunque sborsare un'imposta IMU molto salata per le seconde case sfitte, alcuni proprietari potrebbero decidere di accettare di aderire ai canoni concordati per riuscire a stipulare un contratto di affitto stabile e pagare un'imposta più leggera. Naturalmente speriamo che la nostra mozione ottenga un'accoglienza diversa da quella che la maggioranza riservò alla nostra precedente proposta sull'IMU il giugno scorso. In quell'occasione proponemmo all'amministrazione di attenersi all'aliquota base sulla prima casa del 4 per mille, compensando le minori entrate con una piccola imposta di soggiorno di soli 3 euro a pernottamento per adulto. Dati i notevoli flussi turistici presenti a Volterra (180 mila pernottamenti), un'imposta di soggiorno molto bassa avrebbe permesso di ridurre in modo sensibile l'IMU sulla prima casa, facendo risparmiare alle famiglie volterrane 80 euro in media ciascuna. Nonostante l'idea avesse superato l'esame contabile del responsabile del bilancio comunale e del sindaco revisore dei conti, la maggioranza bocciò la mozione. Decidendo così di concentrare l'intero maggior carico fiscale sui propri cittadini, forse pensando che i bilanci familiari dei volterrani siano ancora abbastanza floridi da poter sopportare maggiori tasse. Purtroppo, non crediamo che questa idea corrisponda a realtà. Noi vediamo, invece, una cittadinanza molto impoverita, in alcuni settori ridotta quasi allo stremo. La recentissima nuova tassa sui rifiuti, la RES, che si stima più gravosa di circa il 36% rispetto alla vecchia TARSU, rischia di piegare definitivamente le ginocchia a molte famiglie e ad altrettante piccole imprese (secondo Confcommercio, la nuova tassa sui rifiuti nel caso di aziende di ristorazione e altre simili potrebbe aggravare il prelievo fino al 400% e addirittura del 600% nel caso di esercizi di vendita di ortofrutta). In questo periodo è come dare mazzate agli infermi. Per questo servono proposte controcorrente, tese a ridare fiato a tanti cittadini e piccole attività, ormai troppo duramente provati dalla crisi che toglie lavoro, da una parte, e dall'eccessivo carico fiscale, dall'altra.

                                                                                              Progetto Originario