venerdì 20 luglio 2012

Rimborsi per l'acqua: secondo round

Molto positiva, perfino più del previsto. Così è risultata la risposta dei cittadini alla nostra iniziativa per chiedere in rispetto del referendum sull'acqua pubblica, a partire dal rimborso della quota corrispondente alla “remunerazione del capitale investito” sulle bollette di Asa. Soltanto sabato mattina moltissime persone hanno ritirato gli appositi moduli e richiesto informazioni per partecipare alla campagna di “Obbedienza civile”, lanciata dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua, che chiede il rispetto del voto di un anno fa. Si chiede il rispetto delle regole della democrazia e della legge. Infatti il risultato dei referendum e il decreto del Presidente della Repubblica immediatamente successivo (DPR 116/2011) imporrebbero l'immediata riduzione delle tariffe per l'acqua e l'abbandono delle logiche di mercato per l'organizzazione del servizio di questo bene primario indispensabile alla vita. In Toscana 10 anni di organizzazione dei servizi idrici delegati a società per azioni hanno ampiamente dimostrato come questo produca peggioramento drammatico del servizio e l'aumento costante delle tariffe. I referendum del 2011 confermarono che in tutto il Paese è maturata la stessa consapevolezza. Dunque perché adesso è così difficile tradurre in pratica un'indicazione tanto chiara, anche dopo il voto esplicito di circa 26 milioni di italiani? Semplicemente perché le società per azioni costruite in questi anni sono veri e propri centri di potere economico direttamente collegati al mondo politico.  Questa è una ragione tutta italiana, che sicuramente pesa, accanto alla quale ne troviamo un'altra, altrettanto importante. Infatti, molte società multinazionali hanno lavorato a lungo per costruire attraverso la legislazione dei singoli paesi europei ed extraeuropei un business sicuro con l'acqua: un bene di cui nessuno può fare a meno e in progressiva diminuzione. Per loro mollare questo osso prelibato non è facile e sicuramente stanno esercitando il loro potere di lobby sulla classe politica, affinché questo risultato referendario venga eluso. Per questo è necessario insistere. Magari con l'aiuto di tutte le persone che credono ancora nella democrazia e pensano non sia saggio rimettere tutto nelle mani del dio mercato: acqua, sanità, istruzione... Ci sono diritti che debbono essere difesi in quanto diritti, e l'accesso all'acqua è tra questi. La nostra campagna affinché si approdi concretamente alla ripubblicizzazione dell'acqua, dunque, proseguirà. Anche questo sabato mattina, con una nuova fase di distribuzione dei moduli e il ritiro di quelli già compilati.
  Progetto Originario

Spending review

A livello nazionale la chiamano “spending review”, ovvero la revisione delle voci che riguardano la spesa pubblica. Questo è quello che, in piccolo,  abbiamo proposto al Sindaco  anche per il nostro comune.  L’idea di fondo è stata quella di chiedere la razionalizzazione delle spesa pubblica senza toccare i servizi ai cittadini. Le proposte erano concrete e precise. Si partiva da un drastico taglio delle consulenze esterne, da una richiesta di verifica della congruità economica di quelle legali (palesemente fuori mercato), all’istituzione della buona pratica dell’acquisizione di più preventivi in caso di affidamento di lavori, fornitura di beni e di servizi, fino alla totale eliminazione delle spese inutili quali quelle di propaganda elettorale che non dovrebbero affatto essere finanziate coi soldi di tutti. Si chiedeva infine la realizzazione di opere tese alla riduzione dei costi di mantenimento delle strutture pubbliche, lasciando perdere pensiline, lampioncini e altri ammennicoli superflui. A titolo esemplificativo si chiedeva l’apposizione di pannelli solari sopra la piscina, che da sola ci faceva risparmiare ogni anno ben 35.000euro di spesa all’anno per il riscaldamento della struttura. Si chiedeva cioè di tendere verso una sempre maggiore razionalizzazione della spesa e al taglio degli sprechi, prima ancora  che dei servizi. Solo qualche assessore ha vacillato di fronte alle nostre proposte, ma si è rimesso in riga da solo. Poi è prevalso il solito atteggiamento di stizzoso rifiuto (colmo di senso d’insicurezza), che non fa bene ad una città in affanno come Volterra.
Gruppo Consiliare Progetto Originario

Senza regole

Oltre undici ore. Questa in conclusione è stata la durata del Consiglio Comunale fissato dal Sindaco Buselli per il 22 giugno 2012. Giornata scelta da lui,  così come l’orario e la lista degli argomenti in agenda. Ovviamente il Consiglio viene convocato  alle ore 15.00 per poi iniziare, per i soliti problemi dell’ultima ora,  alle ore 16,30. Chiusura dei lavori alle ore 3,30 del mattino. All’ordine del giorno ben venti punti tra cui alcune cosette da nulla come il bilancio di previsione e Poggio alle Croci. In un comune normale sia il bilancio che il Piano attuativo di Poggio alle Croci avrebbero meritato un Consiglio Comunale dedicato. Qui da noi no. I Consigli Comunali sono fatti per assolvere ad una fastidiosa formalità e soprattutto organizzati per garantire la presenza di undici consiglieri, i fedelissimi di Buselli, indispensabili per deliberare senza alcun accordo con gli altri gruppi.
Questo, nella logica di gestione del potere che non conosce regole, giustifica la convocazione dei consigli comunali a piacimento, nelle ore più improbabili, con valanghe di punti all’ordine del giorno, che generano discussioni prolungate fino all’alba del giorno dopo. Per non parlare del materiale oggetto di discussione trasmesso sempre all’ultimo tuffo, perché le minoranze meno ne sanno, meglio è.
Del resto affastellare una serie interminabile di argomenti, talora molto importanti, in un’unica seduta serve principalmente a trasformare il Consiglio Comunale da assemblea capace di entrare nel merito delle questioni in una stracca maratona caotica. Nella speranza, spesso vana, che in presenza di una soverchiante stanchezza fisica dei membri, il Consiglio Comunale almeno dalla metà in poi proceda per inerzia, per alzate di mano successive, possibilmente mute. Senza che la maggioranza debba fornire particolari spiegazioni al proprio operato e discussioni quasi azzerate. Anche perché la maggioranza sa fin troppo bene che quasi ogni volta che accetta il confronto si espone a figuracce clamorose. Come quelle in cui sono incappati il sindaco e l’assessore Lonzi durante l’ultima seduta del Consiglio, parlando di Poggio alle Croci. Quando, nel tentativo di giustificare il loro cambio di rotta con pieno assenso alla chiusura dell’area, hanno cercato di stravolgere i contenuti del programma elettorale della lista civica. Che perfino Cucini ha dimostrato di conoscere meglio di loro.
Sonia Guarneri, Progetto Originario

Occhio alla differenziata

In questi giorni il capogruppo di Progetto Originario ha depositato un'interpellanza al Sindaco che prende le mosse da un atto emanato nel novembre 2010, quando lo stesso Bernardini era assessore all'ambiente. Si tratta di una disposizione con cui l'ex assessore chiedeva al dirigente del settore tecnico di concentrarsi su due obiettivi prioritari in materia di politiche ambientali comunali: 1) rendere il servizio della raccolta differenziata “più efficiente e più economico”, ricorrendo allo strumento della gara per l'affidamento del servizio di ritiro delle diverse frazioni; 2) “Portare a termine il progetto di adeguamento del centro di raccolta comunale”. L'interpellanza premette che il dirigente Bianchi operò di conseguenza, proponendosi di “dar corso ad una procedura aperta (di gara) per verificare le migliori offerte sul mercato” a partire dall'aprile 2012 (determinazione dirigenziale 71/2011). Tuttavia, già nell'immediato il dirigente allargò significativamente rispetto al passato il ventaglio delle ditte interpellate nella richiesta di preventivi, realizzando rapidamente un notevole abbattimento dei costi per il Comune. Soprattutto in ragione della circostanza che le ditte più efficienti ed attrezzate, per taluni materiali, iniziarono a riconoscere la corresponsione di un utile al Comune in base alle quantità di materiale avviato al riutilizzo. Su questo punto, l'interpellanza chiede perché alla scadenza di aprile 2012 il nuovo responsabile del settore non abbia dato corso al procedimento di gara aperta, come indicato nelle determinazioni emanate dall'ing. Bianchi. Chiede anche ragione dei motivi per cui nelle ultime determinazioni dirigenziali si faccia riferimento soltanto a procedure di cottimo fiduciario per i prossimi affidamenti e se ciò derivi da una decisione di natura tecnica o politica. Ma sull'argomento viene anche fatta richiesta di conoscere i dati quantitativi aggiornati della RD suddivisi secondo le diverse frazioni,  nonché l'entità del risparmio totalizzato dal Comune applicando il principio della maggiore concorrenza.
Per quanto riguarda invece l'isola ecologica, l'interpellanza sottoscritta da Bernardini chiede di conoscere, oltre al cronoprogramma dei lavori previsti per l'adeguamento del centro comunale di raccolta rifiuti, se il Sindaco abbia provveduto finalmente ad affrontare e risolvere, come da impegni più volte assunti davanti alla Giunta, le difficoltà connesse con la diversa proprietà dell'area (la Asl 5) e ai rapporti contrattuali intercorsi tra la Asl 5 ed il Comune di Volterra. Il documento termina con la richiesta di risposta scritta e di inserimento della questione all'o.d.g. del prossimo Consiglio Comunale.

Progetto Originario

giovedì 5 luglio 2012

Referendum, come non farsi prendere in giro

Non è un caso se la diffidenza verso partiti e formazioni politiche in genere ha raggiunto livelli altissimi. Torniamo con la mente ad un anno fa, al tempo dei trionfo dei sì agli ultimi referendum.   Ripensiamo per qualche istante a quelli sulla pubblicizzazione dell'acqua in particolare. Le urne fornirono un risultato netto: gli italiani considerano l'acqua un bene primario, al di sopra della mera logica di mercato. Alcuni partiti, probabilmente sotto lo stimolo dei sondaggi della vigilia, saltarono all'ultimo minuto sul carro del vincitore. Evidentemente senza volere davvero rispettare la volontà popolare. Quella famosa “sovranità del popolo” tanto sbandierata e glorificata quando concede il potere per delega per 5 anni ad una ristretta compagine, diventa invece scomoda e quasi insopportabile quando pretende di intromettersi nelle questioni di merito. Fu così che anni fa il referendum per l'abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti venne eluso, semplicemente cambiando nome ai finanziamenti. Battezzati da allora in poi “rimborsi elettorali”, ma di fatto rimasti finanziamenti, anzi aumentando il budget previsto per soprammercato. Parimenti i referendum per l'acqua pubblica da un anno a questa parte sembra siano stati rimossi. Sarà che alla testa delle tante società di gestione c'è stata messa una bella fetta del sottobosco della politica, sarà perché dell'affare fanno parte società multinazionali assai influenti, fatto sta che all'atto pratico nessuno ha mosso foglia per rispettare l'esito dei due referendum. Certo, non è detto che la volontà della maggioranza esprima sempre la miglior soluzione possibile; tuttavia in democrazia il giudizio delle urne va rispettato sempre. Altrimenti non potremmo parlare di democrazia reale. E non potremmo parlare neppure di classe politica, ma solo di casta. In senso stretto.
Poiché, noi di Progetto Originario un anno or sono appoggiammo convintamente i referendum e continuiamo a credere nella necessità della forma democratica, intendiamo promuovere nel territorio del Comune di Volterra la campagna di “Obbedienza civile”, lanciata dal Forum italiano  dei movimenti per l'acqua, che chiede il rispetto del voto di un anno fa.
Per questo da sabato prossimo, cominceremo a distribuire ai cittadini i moduli per richiedere all'ente gestore del servizio idrico (Asa spa) il rimborso dell'importo sulla tariffa corrispondente alla “remunerazione del capitale investito”, in osservanza con quanto stabilito dal DPR 116/2011 e dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 26/2011. In pratica, dopo il referendum, le società di gestione del servizio idrico hanno perso il diritto di fare utili grazie all'acqua e in ossequio alla legge avrebbero dovuto provvedere ad abbassare le tariffe almeno del 7%: l'importo sulla tariffa pari alla “remunerazione del capitale investito”. Poiché nessun ente gestore ha rispettato questo obbligo, invitiamo tutti i cittadini a richiedere quanto dovuto con un apposito modulo, che provvederemo noi stessi a distribuire, ritirare e consegnare ad Asa. Sperando che ne arrivino in gran numero, affinché le società di gestione e le amministrazioni non possano continuare a far finta che il referendum non sia stato celebrato.

Il primo banchino per la distribuzione dei moduli al pubblico e per la diffusione di ulteriori informazioni verrà effettuato sabato prossimo, nel corso della mattina, nel centro di Volterra. Un ulteriore momento di informazione e distribuzione dei moduli avverrà mercoledì prossimo, dalle ore 17,00 alle 19,00 presso la sede di Progetto Originario (via Ricciarelli, 35).
Progetto Originario  

martedì 3 luglio 2012

La locumonia delle banane

I motivi ricorrenti della propaganda spicciola ripetuta dalla lista Buselli sono il richiamo all'antica gloria volterrana, talvolta perfino alle orgogliose origini etrusche e via di questo passo, tanto da far istallare sulle vie principali, all'entrata del territorio comunale, ampi cartelli stradali con l'antico nome etrusco di Volterra. Vista la situazione presente in cui versa la città, sicuramente è meglio guardare al passato, agli antichi splendori, quando Volterra era città colta, potente ed orgogliosa. Però, molta acqua è passata sotto i ponti dall'epoca etrusca e anche i condottieri alla guida dell'antica locumonia non sono più quelli di una volta! Si potrebbero citare molti esempi, ma in questi giorni è la penosa vicenda di Poggio alle Croci ad illustrare fino a che punto si sia ammosciato il fiero spirito nostrano. 
Il verbale del Consiglio Comunale Aperto del 28 Gennaio 2010 ci ricorda le “fermissime” opinioni degli attuali esponenti della maggioranza sul progetto di recupero di Poggio alle Croci, e soprattutto la loro dignitosa contrarietà ad ogni ipotesi di realizzazione di un enclave chiusa, dove non fosse previsto libero accesso ai volterrani. Buselli, infatti, proclamò solennemente dal suo scranno di primo cittadino: “la prima cosa che ho detto ai progettisti è che Poggio alle Croci non può diventare un’isola per la città e la città non deve diventare un’isola per Poggio alle Croci, perché un’area che, come dicevo prima, i nostri babbi e i nostri nonni hanno sudato e nonostante sia proprietà dell’ASL, comunque è pur sempre un sesto del tessuto urbano della città. Quindi Poggio alle Croci non un’isola, non un fortino inaccessibile, ma che ci sia un percorso all’interno che si possa fruire”. Insomma, non gliele mandò a dire... Durante lo stesso Consiglio, l'assessore Moschi, dal canto suo, non volle essere da meno e le cantò chiare ai progettisti: “Si parla di punti di accesso visivo per cui i volterrani da lontano possono vedere le parti, ma non fruirne o fruirne in minimissima parte. Questo è come togliere un pezzo di Volterra dalla città. Noi vorremmo che quest’area fosse quanto prima oggetto di interventi per la riqualificazione necessaria, però questo senza precludere l’accesso al pubblico, la possibilità da parte dei volterrani di poterne usufruire, sennò non ha senso l’operazione!”. Sottointeso: se l'operazione non ha senso, non troverà l'approvazione dell'Amministrazione, quindi dovrà essere rivista o sarà irrealizzabile.
Trascorsi due anni e mezzo, durante i quali i nostri amministratori hanno condotto personalmente la trattativa con i progettisti e l'acquirente, questi ultimi non hanno rettificato il progetto di un millimetro, al contrario del sindaco Buselli che ha rivisto completamente la sua “antica” opinione. Dimenticata la necessità di integrare Poggio alle Croci al resto della città, riposta in soffitta la dignità dei volterrani, Buselli, Moschi & c. debbono aver pensato che alla vigilia delle prossime elezioni del 2014, i tre milioni di euro di oneri di urbanizzazione stimati per la realizzazione del progetto, potrebbero tornagli comodi. Una vera manna, un tesoretto ragguardevole da potersi spendere in lampioncini, rotatorie, pensiline e via dicendo... per una grande operazione spot, sincronizzata sul prossimo appuntamento elettorale. Dunque, banditi gli scrupoli, al Consiglio Comunale di una settimana fa, Buselli ha presentato il Piano Attuativo per Poggio alle Croci, disegnato esattamente sul progetto che ereditò tre anni fa dall'Amministrazione precedente. Proprio quello che, precludendo il libero accesso all'area, gli era sembrato così ingeneroso e perfino avvilente per la città. Esattamente come continuiamo a vederlo noi ancora adesso.

Progetto Originario 

Un bilancio incorreggibile

Non possiamo affermare con certezza che si tratti della prima volta nella storia del Comune di Volterra, seppure i dipendenti in servizio non ricordino altri esempi di emendamenti al bilancio presentati da una minoranza. Per noi di “Progetto Originario” l'intento era quello di offrire proposte costruttive, che dessero modo alla maggioranza di migliorare la propria malcerta programmazione. Ma per essere costruttivi occorre essere in due, e l'attuale maggioranza non sembra gradire simili offerte.
Predisporre emendamenti al bilancio di una pubblica amministrazione presenta difficoltà reali, perché non basta dire cosa si vorrebbe e quanto verrebbe a costare: bisogna saper trovare nelle centinaia di capitoli del bilancio le voci da tagliare affinché i conti alla fine quadrino al centesimo. La proposta deve essere validata tecnicamente, quindi superare il vaglio dell'Ufficio di ragioneria e del Sindaco revisore dei conti, prima di approdare in Consiglio Comunale. I due emendamenti che abbiamo presentato venerdì 22 Giugno al Consiglio avevano superato tutti questi ostacoli. Il primo tendeva a dimostrare che abbattere l'enorme spesa corrente dell'ente è possibile, lavorando con serietà e guardando con più attenzione al domani. Il secondo proponeva di ridurre l'aliquota IMU sulla prima casa dal 5 al 4 per mille, compensando il minor introito con una piccola imposta di soggiorno. Andiamo a illustrarli brevemente. Il male del bilancio 2012 è ancora una volta l'aumento rilevante della spesa corrente, che semplificando potremmo indicare come il costo complessivo per il funzionamento della macchina comunale, cresciuto dell'8% solo nell'ultimo anno. Quando la spesa corrente (11,1 milioni) divora come nel nostro caso il 90% delle risorse dell'ente, vengono inevitabilmente a mancare i fondi per gli investimenti sulla città e sul territorio (solo 1,2 milioni per il 2012). Il nostro 1° emendamento intendeva dimostrare come si possa agire per contenere la spesa corrente, investendo in efficienza. L'idea intendeva abbattere il costo della fornitura di metano della piscina comunale, una voragine di circa 150.000 €/anno, attraverso la realizzazione di un impianto solare termico. Il costo dell'impianto è stimato in  € 114.575,00, secondo un progetto predisposto nel 2009 a cura dell'assessorato all'ambiente e già depositato in Comune. I primi 30.000 euro furono subito ottenuti dal Comune col bando 2009 della Fondazione CRV; fondi che peraltro rischiano di essere revocati a causa della prolungata inerzia dell'Amministrazione. Il resto dei soldi necessari sarebbero venuti da due voci:
1) togliendo 44.575 dai 100.000 euro previsti per incarichi esterni di lavoro autonomo: una cifra colossale che un Comune come il nostro non può permettersi di “macinare” nei secondo semestre del 2012 come l'Amministrazione vorrebbe.
2) I restanti 40,000 euro verrebbero ricavati congelando lo stravagante progetto di una rotatoria sulla Via Pisana.
Una volta realizzato, l’impianto solare determinerebbe la riduzione strutturale del consumo di metano per un risparmio prudentemente stimato in 35.000€ all'anno. Nel 2013 ipotizzavamo infine di impiegare questa somma in progetti di sostegno alla didattica nelle scuole, i cui finanziamenti verranno da quest'anno drasticamente ridotti dalla Regione.
Il secondo emendamento intendeva abbassare l'aliquota IMU sulla prima casa. Sappiamo che la nuova imposta sulla casa (IMU) a dicembre assesterà un bel colpo alle famiglie volterrane, che già l'anno scorso sono state penalizzate dall'aumento della tassa sui rifiuti (TARSU), mentre quest'anno subiranno l'aumento delle aliquote Irpef comunali, nonché dalla reintroduzione della tassa sugli immobili e le maggiori tariffe per alcuni servizi. La più indigesta tra le nuove imposte è l’IMU sulla prima casa che colpisce un bene indispensabile, senza guardare alle reali condizioni di reddito delle famiglie.
Abbiamo ritenuto quindi di proporre l'abbassamento dell’aliquota sulla prima casa al 0,4% anziché lo 0,5 introdotto dall'Amministrazione Buselli. Una differenza che alleggerirebbe in media di circa 80 euro l'imposta per ogni famiglia. Per poter colmare il minor gettito stimato in € 300.000, chiedevamo di introdurre un’imposta di soggiorno. Scelta questa già intrapresa quest'anno da quasi tutte le città con caratteristiche simili alla nostra, come San Gimignano, Montalcino, Cortona e tante altre. L'imposta permetterebbe di ripartire il peso dei sacrifici dovuti alle attuali difficoltà delle amministrazioni pubbliche su una base più ampia rispetto a quella della sola popolazione residente, così da essere leggera per singolo importo. Ipotizzando, infatti, di introdurre un’imposta media di 2 euro/giorno, calibrata sulla base della categoria delle strutture ricettive. In pratica ogni turista spenderebbe in media soltanto 6 euro in più per l'intero soggiorno (che statisticamente dura 3 giorni). Un piccolo sacrificio sostenibile, che avrebbe dato respiro alle famiglie volterrane pesantemente tartassate negli ultimi anni. Purtroppo i nostri due emendamenti sono stati respinti dal gruppo di Buselli e Bassini, senza fornire alcuna controproposta o spiegazione decente. La delusione non ci ha impedito di apprezzare il voto favorevole di Città Aperta e Sinistra per Volterra, che hanno capito la serietà e lo spirito delle proposte presentate.
Progetto Originario

Gli sprechi del comune

Venerdì 22 giugno si è tenuta la discussione sul bilancio di previsione 2012 del Comune di Volterra.
La scelta del nostro gruppo consiliare è stata quella di critica costruttiva e di proposta. Questo ci ha portati a cimentarci in proposte di emendamento al bilancio, che hanno superato il vaglio del responsabile del servizio e del revisore.
Oltre a questo abbiamo ritenuto utile presentare a chi governa il quadro degli interventi di razionalizzazione della spesa che possono essere fatti senza toccare le risorse necessarie per garantire i servizi ai cittadini ma agendo solo attraverso pratiche di buona amministrazione.
Da un esame attento del bilancio appaiono molteplici voci di spesa che sono del tutto esagerate o peggio inutili. In pole position vi sono le spese per  consulenze legate a progettazioni e per consulenze legali: totale ben 178.000,00 euro. Dando una scorsa al dettaglio di tali spese troviamo  incarichi per attività che possono tranquillamente essere svolte internamente dai nostri uffici, così come altri sono del tutti inutili in quanto si riferiscono a lavori di là da venire. Altri incarichi  ancora potrebbero essere conferiti unitamente ad altri Comuni, ottimizzando la spesa. Riguardo alla spesa per incarichi  legali si arriva addirittura a dei paradossi. Questa da sola assorbe ben 78.000,00 euro. Solo nel mese di gennaio di quest’anno l’amministrazione ha affidato tre costituzioni in giudizio davanti al Tar allo stesso professionista , il quale ha richiesto per ciascuna delle tre cause ben 19.000,00 euro. Giusto appena sotto il limite dei 20.000,00 euro sopra il quale sarebbe stato obbligatorio procedere all’acquisizione di più preventivi. Sarà un caso, ma è francamente curioso che cause di complessità assai diversa ci costino sempre la stessa somma (esosa)  e sempre appena sotto il limite per l’espletamento di gare. Di fronte a queste cifre da capogiro e a queste “coincidenze” di costi,  è veramente arrivato il momento di pretendere dagli uffici una seria ricognizione delle tariffe di mercato e l’acquisizione sempre e comunque di più preventivi, ferma restando la qualità professionale. Lo stesso riteniamo debba avvenire negli affidamenti di lavori, forniture e servizi. L’esperienza diretta ci ha insegnato che quando si procede alla richiesta di più preventivi, miracolosamente i prezzi si abbassano. Questo consente di arginare la pratica non proprio felice di creare rapporti preferenziali con ditte e professionisti, al di fuori di ogni effettiva ed accertata  convenienza economica per il comune.
Ci è sembrato altresì doveroso richiedere all’amministrazione di mettere a frutto concretamente  le sue alleanze politiche con i comuni vicini proprio nella logica del risparmio. Dopo aver sbandierato ai quattro venti quanto siamo stati furbi a non entrare nell’Unione dei Comuni e a ripiegare in una convenzione con Castelnuovo, forse sarebbe logico quantomeno metterla a frutto. Che senso ha per esempio aver scelto di gestire in convenzione  l’urbanistica lasciando che ciascuno dei comuni convenzionati mantenga (e si paghi) la propria  Commissione del paesaggio e Commissione edilizia? Unifichiamole, magari risparmieremo qualche spicciolo da spendere dove serve.
Che dire poi delle spese voluttuarie come l’acquisto di inserti  bimensili per pubblicizzare le magnificenze della Giunta sulla Spalletta? Forse è il caso che questi 2.541,00 euro che altro non sono che un contributo alla campagna elettorale del sindaco, siano finanziate con la cassa della lista civica e non con i soldi di tutti i cittadini, che hanno bisogno di altro.
Sul versante delle opere pubbliche si ritiene infine che in un contesto di carenze di risorse è forse il caso di dedicarsi a ciò che è necessario e che ci consente di abbattere i costi di gestione. Continuare ad impegnare pochi spiccioli sulla messa a norma di scuole, impianti sportivi ect non è una scelta razionale e impedisce l’abbattimento dei costi di riscaldamento,luce ed altre utenze, oltre a lasciare irrisolti i problemi sulla sicurezza. Ugualmente stupido è aver cancellato dalle opere pubbliche il posizionamento dei pannelli solari sulla piscina, che portava ad un risparmio di ben 35.000,00 sulla spesa di riscaldamento, opera finanziata dalla Fondazione che in neppure 3 anni si ripagava delle somme investite dal Comune.
Insomma crediamo di aver dato il nostro contributo proposito e concreto. Caduto nel vuoto, come sempre succede la dove non c’è un leale confronto democratico.
Progetto Originario- Gruppo Consiliare