martedì 27 dicembre 2011

I dissesti di Saline

Martedì per la terza volta, dall'avvio della nuova amministrazione, la questione Solvay è stata dibattuta in Consiglio Comunale. In questo caso sulla scia dei recenti dissesti verificatisi presso il bosco degli Spadini, quindi dei provvedimenti assunti dall'Ufficio Tecnico Comunale, le repliche della Provincia, della Regione, le rettifiche, ecc.
Città Aperta aveva annunciato da giorni un proprio documento. Poche ore prima del Consiglio anche la maggioranza ha inviato all'attenzione dei gruppi consiliari un proprio documento. Dei due nessuno ci è sembrato soddisfacente. Il documento di Città Aperta poneva l'accento sulla necessità di ricompattare le varie istituzioni ma su una un po' troppo generica difesa dell'ambiente e dell'occupazione. Il documento di Uniti per Volterra e quindi del sindaco si limitava invece a ribadire le responsabilità delle precedenti amministrazioni, senza fare un passo avanti. Per questo motivo abbiamo deciso di presentare un nostro documento sul tema che affrontasse i problemi contingenti. Il punto principale adesso è l'uso dell'acqua nei cantieri minerari da parte di Solvay e le prescrizioni che questo uso comporta.
Ignorarlo significa non affrontare seriamente il problema. Circa un anno fa il TAR della Toscana con una coraggiosa sentenza dette ragione al WWF contro la Regione, sostenendo che le misure di cautela previste per gli usi civili dell'acqua in Val di Cecina erano inadeguate e per questo motivo i lavori nei cantieri delle concessioni degli ex Monopoli di Stato sono stati inibiti. Oggi, sappiamo con certezza che il progetto del cavo di Puretta verrà utilizzato per aggirare la sentenza del TAR e quindi per consentire a Solvay di prelevare il sale a pieno regime da tutte le concessioni poste attorno a Saline. Questa situazione non permetterebbe a nessuno di ricontrattare nulla e tanto meno alle amministrazioni locali. Per questo non è serio parlare  delle concessioni sorvolando sul progetto del lago Puretta. Su questo punto il nostro documento intendeva far esprime al sindaco e alla Giunta una posizione chiara ed è quanto abbiamo chiesto alla maggioranza e agli altri gruppi. E' noto infatti che l'amministrazione all'inizio del 2011 mutò la propria posizione sul progetto Puretta, rinunciando a chiedere le più elementari cautele su un intervento così impattante rinunciando perfino a richiedere i materiali ghiaiosi prodotti dallo scavo a cui avrebbe avuto pieno diritto. Dunque la mozione che il gruppo di Progetto Originario ha presentato al Consiglio del 20 Dicembre chiedeva al sindaco “di impegnarsi a rivedere la propria posizione riguardo al progetto di un invaso a Puretta, fintanto che questo non sia stato ufficialmente svincolato dalle prescrizioni alla VIA del 2004 e in particolare da qualsiasi possibilità di sostituzione delle prescrizioni relative alla parte potabile del progetto Idro-s con un contributo finanziario alla realizzazione dell'invaso di Puretta”. E' finita che la maggioranza ha votato contro questo documento per non assumersi tale impegno. Città Aperta si è astenuta, così come la lista di Bassini e Sinistra per Volterra (che ha presentato un proprio documento autonomo). Su Puretta purtroppo continua a pesare un intreccio di molteplici interessi che non avrebbero dovuto intersecarsi con i problemi idrici della Val di Cecina. Si è sviluppata quindi una matassa difficile da districare per chi non ha saputo da subito porre solidi paletti di principio. Il rischio, quindi, è di ritrovare la stessa situazione che vediamo svilupparsi sull'ospedale, dove le parole si sprecano ma mancano terribilmente atti istituzionali coraggiosi.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

Il dovere di informare

Venerdì 18 Progetto Originario ha tenuto nella sua sede un incontro pubblico dove è stato illustrato nel dettaglio il protocollo d’intesa per le politiche della salute in Alta Val di Cecina, recentemente approvato a maggioranza dal Consiglio Comunale con i voti di Uniti per Volterra, Popolo per Volterra e Città Aperta. Ringraziamo i cittadini che hanno partecipato, sfidando una serata spaventosa e nonostante l'incalzante clima natalizio che distrae un po’ tutti dai problemi.  Le persone intervenute si sono dimostrate molto sensibili ed interessate all’argomento ed hanno partecipato attivamente alla discussione (protrattasi fin quasi alle 2 del mattino), recepita come  molto stimolante per il nostro gruppo. Abbiamo fatto il nostro dovere, come movimento politico, offrendo l’opportunità ai cittadini di essere informati su una argomento di vitale importanza per il futuro della nostra sanità. Crediamo che l’unico modo per poter comprendere e valutare in modo oggettivo la situazione e le ripercussioni di determinate scelte sia la conoscenza e l’approfondimento. Troppo spesso, invece, temi importanti come quello della sanità vengono affrontati in modo superficiale a suon di slogan, evitando accuratamente di penetrare le questioni nel loro merito. Il grave problema dell'accorpamento di Cardiologia in Medicina non si risolve però a suon di slogan. Potev risolversi semmai inserendo idonee misure di salvaguardia nei documenti ufficiali di programmazione come il Protocollo recentemente siglato, così come avevamo suggerito con la proposta di emendamento bocciata dalla maggioranza in Consiglio Comunale. Serve quindi un maggiore consapevolezza anche da parte dei cittadini, per non  doversi accontentare, come sta succedendo sempre più spesso, di inscenare finte proteste perfettamente inutili.

Commissione Sanità – Progetto Originario

CAMBIO DELLA GUARDIA

Rivolgiamo il nostro caloroso benvenuto al nuovo portavoce  dell’Assessore Paolo Moschi. Dopo l’uscita di scena del consulente politico Emanuele Orsi il testimone passa a tale Alessio Berni, che per ora cura, sembrerebbe, i rapporti con la stampa per l'amministrazione comunale di Volterra. Il portavoce Berni con il consulente monzese condivide il fatto di non essere volterrano  (i consulenti nostrani proprio non piacciono) e di adottare lo stesso linguaggio con frasi ad effetto spesso dal  sapore denigratorio prese a prestito dal gergo leghista, ma confuse e improprie nella sostanza.
Non abbiamo avuto ancora il piacere di fare la sua conoscenza ma siamo certi che capiterà presto. Lo ringraziamo comunque per l’appellativo di “analfabeta amministrativo” che rivolge al nostro capogruppo,  dato che lui, dall’alto della sua preparazione ed esperienza politica, corre prontamente in soccorso della gestione Moschi sostenendo che diciamo fesserie. Per inciso il signore in questione è coordinatore della Federazione Civica che - dice lui – racchiude alcune liste civiche toscane, nonché portatore di una ragguardevole esperienza di amministrazione politica in Poggibonsi, dove attualmente è unico consigliere comunale rappresentante della Lista Civica Liberamente (all'opposizione). Un po' pochino, ma forse siamo noi in difetto di conoscenza. Quindi visti i precedenti del duo Moschi-Buselli in materia di consulenti e dato che anche questo signore è saltato fuori dal nulla, gli saremmo grati se esibisse il suo straordinario curriculum. Pronti a ricrederci in caso possedesse credenziali rispettabili e pregiati titoli di studio. La sua lista civica, da quanto si apprende da internet, si qualifica come l'ennesimo “partito del fare” (secondo lo slogan felicemente coniato da B. e già fatto proprio da Buselli e da un mare di altri politicanti), una lista “tendenzialmente”  trasversale … insomma né più né meno come la versione bassiniana di Uniti per Volterra.
Dunque ripercorriamole le nostre “fesserie” per capire se nel merito sono contestabili. Abbiamo detto che esiste un piano delle opere pubbliche che contiene una lunga lista di progetti ipotetici da realizzarsi nel 2011 (nella testa di Moschi), ovvero: i bagni pubblici, la piscina all’aperto, i pannelli solari sulla piscina coperta, una pista di pattinaggio, una nuova pensilina sui Ponti ma anche nuovi lampioni (sempre in piazza della Dogana), infine interventi generici di risistemazione delle frazioni di Saline e Villamagna. Visti i limiti di patto, avevamo segnalato fin dall’approvazione del bilancio 2011 che si trattava di una lista di sogni, buona per gettare un po' di fumo negli occhi ai più creduloni. Infatti, il Comune aveva consumato la sua capacità di spesa per l’anno 2011 già con le opere appena avviate, per quelle urgenti e per quelle abbandonate (Cappuccini) nel 2010. Difatti non ne ha conclusa neppure una, e non ci pare che ci siano cantieri in giro relativi a simili progetti.
Non contenta l’amministrazione ad ottobre ha ampliato i propri sogni di gloria con un ulteriore atto di Giunta, aggiungendo alla lista dei sogni pure una rotonda sulla Via Pisana, l'abbattimento delle barriere architettoniche per accedere al parco Fiumi dal Piazza XX Settembre, un fontanello  a Saline  e il primo lotto di un nuovo museo dell'alabastro. Adesso l’elenco delle opere da farsi per il 2011 – manca una settimana - è veramente affollato e slittando andrebbe a sommarsi ad atri, più grandiosi sogni di gloria previsti nel 2012. Può essere, dunque, che il nostro non dare credito a tali atti di pianificazione dipenda dalla nostra breve esperienza amministrativa o forse dal fatto di essere tanto, ma tanto cattivi. Ci pare però che i limiti di patto di stabilità siano ancora al loro posto e dunque che di tali opere il Comune non ne possa in concreto pagare quasi nessuna.
Naturalmente simili ragionamenti valgono solo per chi creda che i fatti contino più delle parole. Chi governa chiacchieri meno, per di più per interposta persona, e realizzi le opere pubbliche pianificate. Per favore senza confonderle con le semplici manutenzioni. Tappare una buca è cosa diversa da realizzare la SR 68. Contiamo che Berni lo faccia presente al nostro assessore, in attesa di fare la sua conoscenza.
Progetto Originario

IL RIPIEGO

Scorrendo  il programma elettorale dei Sindaco Buselli nel paragrafo “ Politiche Intercomunali” , non può non prendere lo  sconforto. La promessa di gestire in maniera integrata i servizi promuovendo la formazione dell’Unione dei Comuni (poi addirittura un Circondario) sta scritta nero su bianco. Due anni e mezzo dopo è sparita (per legge) la Comunità Montana, l’Unione dei Comuni la fanno solamente Pomarance, Montecatini e Monteverdi, ereditando le deleghe su agricoltura, foreste e bonifica, il personale, la struttura e attivando ulteriori funzioni oltre ad  intercettare le risorse pubbliche già previste. Volterra mestamente ripiega su una convenzioncina con Castelnuovo, per la gestione integrata di Istruzione e Urbanistica. Con la precisazione che Castelnuovo è costretta a farlo per legge, mentre Volterra no.
L'Amministrazione Comunale ha, dunque, ritenuto che spaccare in due l’Alta Val di Cecina fosse la scelta più intelligente del momento. Avremmo atteso almeno una qualche cura nella stesura della convenzione con Castelnuovo, l'alternativa di ripiego che andrà inaugurata da Gennaio. Il Consiglio Comunale del 20 dicembre scorso ha dimostrato l’esatto contrario. La convenzione è stata scritta senza alcuna considerazione per chi a quei servizi lavora giornalmente, i dipendenti comunali. Anzi, ai suddetti non è stato concesso neppure l'onore di poterla leggere prima del Consiglio per fornire un doveroso contributo tecnico. Sono dunque dovuti venire in Consiglio Comunale a sedersi tra il pubblico per capire di che si tratta. In questo modo quantomai inusuale molti dipendenti comunali hanno appreso di ciò che riguarderà il loro lavoro tra non più di una settimana.. Inutile precisare che dietro quelle 6 paginette della convenzione scritta non ci sta alcun approfondimento e neppure una bozza di organizzazione. Si procede con la solita approssimazione, senza uno straccio di ragionamento sui servizi. Niente che sembri rivolto a ricercare qualche vantaggio o utilità per il nostro Comune. Che senso ha, per esempio, gestire in forma associata il trasporto scolastico con un Comune così distante come Castelnuovo, caratterizzato per di più da un territorio vasto e impervio. La risposta alla fine è sempre la stessa e sta nella affinità politica tra le due amministrazioni; l'esatto contrario di quell'approccio laico e trasversale che la lista civica di Volterra si riprometteva di adottare in campagna elettorale. Inutile chiedersi se il servizio funzionerà oppure no, se le ricadute sui cittadini saranno positive o meno, se questa forma associata risulterà conveniente o no... Di tutto questo non importa nulla all'amministrazione comunale. Si adeguino i cittadini; e anche i dipendenti comunali, della cui esperienza non sembra volersi valere una Giunta che, evidentemente, pensa di essere già sufficientemente istruita in proprio. Con questo atteggiamento arrogante, però, si prosegue imperterriti nella direzione della mala amministrazione, delle tensioni con i dipendenti e del caos per i cittadini. Inutile allora che tra gli esponenti della Giunta emerga irritazione se dalla platea dei dipendenti sorge spontaneo un applauso per l’intervento di Bernardini, che altro non ha fatto che formulare ad alta voce queste semplici considerazioni.
Luigi Cocucci- Progetto Originario

lunedì 19 dicembre 2011

TENTANDO UN’OPPOSIZIONE SERIA

Riconosco che non è facile per chi legge orientarsi nella discussione politica relativa alle questioni che investono Volterra. Il primo elemento di confusione è rappresentato dal tentativo, neppure troppo nascosto, di metterla sempre sul personale, screditando le persone nella propria professione o perfino attaccando la famiglia. Sistema ideale, forse, per dare colore a certi scritti privi di qualsiasi esame serio dei problemi, ma francamente discutibile nel metodo.
L’altro elemento di confusione è senz’altro rappresentato dall’appartenenza politica che fa spesso assumere posizioni “contro” o comunque induce chi legge a pensare che siano posizioni che nulla hanno a che vedere con il merito delle questioni. Mi sono sforzata fin dall’uscita dal gruppo di maggioranza di mantenere un’attenzione costante ai problemi, lasciando da parte quel naturale sentimento di avversione verso chi lungi dal lavorare sulle “cose” si è  dato da fare per smontare quel progetto elettorale sul quale la Lista Civica ottenne la fiducia dei cittadini e per trasformarlo in un veicolo per fare posto ad alcuni partiti da sempre in minoranza. Devo dire comunque, a onor del vero, che non ho condiviso con Buselli principalmente il metodo raffazzonato e superficiale di affrontare i problemi e la tendenza ad assumere decisioni importanti d'istinto, per poterle sparare il giorno dopo sui quotidiani, senza mai uno straccio di approfondimento sulle prospettive e sulle conseguenza di certe azioni.
Da fuori mi sono liberata dal fardello di scelte che non ho condiviso e mi posso permettere di portare avanti una critica che parte dalla conoscenza delle cose. E’ lavoro costante dei consiglieri di Progetto Originario quello di affrontare la discussione partendo dall’esame dei provvedimenti e della documentazione. Un lavoro che richiede tempo e energie, fortemente osteggiato dall’Amministrazione,  ma dovuto a chi ci ha eletto consiglieri e certo non ci tireremo indietro.
Non merita replica, dunque, chi lamenta genericamente che l’opposizione è troppo dura e implacabile e comunque faziosa. Avrei preferito viceversa una discussione sul merito delle nostre posizioni, visto che i recenti argomenti sui quali come gruppo siamo intervenuti (protocollo sanità e viabilità minore) sono partiti dall’esame dei provvedimenti assunti e non certo dagli  slogan del sindaco spesso in contraddizione con quei provvedimenti . Un esempio? Se si vuol valutare cosa sta facendo Buselli per la difesa dell’ospedale, partiamo dalla discussione sui contenuti di ciò che firma e concerta ai tavoli di trattativa. E’ assai istruttivo.
Sonia Guarneri- Progetto Originario

venerdì 9 dicembre 2011

Sanità: incontro pubblico venerdì 16


Venerdì 16 dicembre alle ore 21,15 nella sede di Progetto Originario in via Ricciarelli N° 35, si terrà un incontro pubblico sul tema dell’ospedale e della sanità. L'intento è quello di illustrare i contenuti del Protocollo per le Politiche Sanitarie dell’Alta Val di Cecina, recentemente approvato in Consiglio Comunale con il voto favorevole della lista civica Uniti per Volterra, il Popolo per Volterra e Città Aperta, contrario il nostro gruppo consiliare, astenuta la Sinistra per Volterra.  Questo documento, che costituisce l’accordo di riferimento tra le istituzioni locali, la ASL e la Regione che guiderà le politiche sanitarie del nostro territorio per i prossimi anni, rappresenta il risultato di un percorso che l'Amministrazione Comunale ha deciso di condurre in modo unilaterale con la direzione della ASL, senza coinvolgere né le altre forse politiche, né i sindacati, né il consiglio comunale, né tanto meno la popolazione. Un percorso autoreferenziale che è culminato col rifiuto di inserire perfino pochi emendamenti volti alla tutela di servizi e reparti di base. 
Il Protocollo nella sua stesura definitiva non contiene pertanto, a nostro avviso, sufficienti garanzie per salvaguardare la piena funzionalità del nostro presidio ospedaliero, esponendolo nel prossimo futuro ad ulteriori riorganizzazioni, ridimensionamenti e tagli. Già sul breve periodo Cardiologia, Ostetricia e Pediatria potrebbero farne le spese. Avendo constatato che gran parte dei cittadini e degli stessi operatori del settore ospedaliero non conoscono i contenuti del Protocollo, riteniamo nostro dovere fornire un contributo all'informazione illustrando il documento e proponendo una discussione sul tema. Invitiamo pertanto tutti a partecipare all’incontro.

sabato 3 dicembre 2011

IL CENTRO TRASFUSIONALE NEL PROTOCOLLO PER LE POLITICHE SANITARIE

Nell’ultima versione del protocollo sulle politiche sanitarie per l’Alta Val di Cecina siglato pochi giorni fa dal sindaco e dal direttore della Asl 5 è riportato un paragrafo dedicato alla sezione immunotrasfusionale, che recita così: “La sezione di Volterra deve garantire gli standard organizzativi e professionali necessari per mantenere l’attuale alto numero delle donazioni – circa 2.600/anno. Qualunque operazione di riordino organizzativo e gestionale del settore trasfusionale dovrà essere eventualmente effettuata nel rispetto delle direttive regionali contenute anche nel PSR che espressamente invita ad organizzare le attività di raccolta sangue nei territori con la più ampia capillarità possibile in coerenza con le caratteristiche orografiche degli stessi, e garantendo la massima accessibilità da parte dei donatori, favorendo e sviluppando l’accesso programmato dei donatori.” Ho notato che rispetto alla precedente versione del protocollo approvata a marzo dal Consiglio Comunale di Volterra, qualcosa era cambiato. Ad esempio la frase “Fondamentale si configura il mantenimento degli attuali standard organizzativi e professionali (…)”, presente nella prima stesura, è stata cancellata e sostituita da “(…) deve garantire gli standard organizzativi e professionali necessari per mantenere l’attuale alto numero delle donazioni (…)”. Ma la cosa che forse più mi ha colpito, è stata la frase a fine capitolo: “favorendo e sviluppando l’accesso programmato dei donatori.” inserita solo nell’ultima stesura. Apparentemente una riorganizzazione delle donazioni per appuntamento potrebbe per i più non costituire un problema. Anzi per com’è impostata nel protocollo potrebbe sembrare un'operazione fatta apposta per facilitare in qualche modo i donatori. Al momento la sezione trasfusionale di Volterra è aperta 6 giorni su 7, i donatori di sangue possono accedere liberamente mettendosi in coda in ordine di arrivo, mentre per le donazioni di plasma ed altri emoderivati è necessario l’appuntamento, trattandosi di procedimenti più lunghi e legati alla disponibilità della strumentazione. In Alta Val di Cecina c’è una cultura decennale della donazione diffusa su tutto il territorio, grazie soprattutto all’azione dell’AVIS Intercomunale e del suo Presidente Mario Dominici. Il numero delle donazioni è estremamente alto in relazione alle caratteristiche della popolazione dell’Alta Val di Cecina. Occorre coltivare questa tradizione che fa dell’Alta Val di Cecina un esempio per tanti altri territori, nonché una preziosa risorsa per l’intera ASL 5, per sopperire alla richiesta di sangue. Non dobbiamo dimenticarci che i donatori sono volontari che compiono un gesto di generosità verso il prossimo, conciliando il momento della donazione con gli impegni personali, di famiglia e lavorativi. Irrigidire troppo l’accesso al centro trasfusionale potrebbe già di per sé avere l’effetto di veder calare le donazioni. Ma soprattutto quella frase mi ha fatto tornare a mente un episodio che mi fu narrato qualche mese fa dal mio babbo, vicepresidente della sezione AVIS Intercomunale. Anche il Presidente Mario Dominici, di cui abbiamo letto un’importante testimonianza sul precedente numero di questo settimanale, ha accennato, nel descrivere la sua storia legata alla cardiologia volterrana, a questo episodio avvenuto qualche mese fa durante una riunione a livello provinciale con associazioni di volontariato e ASL 5. Qualcuno in quella sede auspicava che il centro trasfusionale di Volterra rimanesse aperto solo tre giorni la settimana organizzandosi per appuntamento. In modo tale da poter liberare risorse per la sezione di Pontedera, “penalizzata” a parer suo, dalla lunga assenza del medico della sezione volterrana che, avendo subito un gravissimo incidente doveva essere sostituito da medici di Pontedera. Alla faccia della solidarietà! Guarda caso leggo nel protocollo “favorendo e sviluppando l’accesso programmato dei donatori”. C'è il serio pericolo che mettendo in atto un sistema rigidamente programmato, si arrivi alla chiusura del centro trasfusionale per qualche giorno la settimana. Con ripercussioni potenzialmente gravissime sul servizio sia in termini di fruibilità del centro sia in termini di personale. Per sventare questo rischio, nel Consiglio Comunale di lunedì 28 novembre, il gruppo di Progetto Originario ha proposto un emendamento al paragrafo sul centro immunotrasfusionale – accolto - che ribadisce la necessità di “mantenere l'apertura giornaliera del servizio”. Mi auguro che il direttore Damone non rifiuti questo emendamento. Sarebbe un brutto segno per la sezione trasfusionale: la spia certa che una delle tante “riorganizzazioni” rivolte verso il nostro ospedale, presto potrebbe colpire anche questo servizio. In ogni caso siamo costretti a contare su ben fragili garanzie. Speriamo costituiscano una difesa sufficiente per il nostro centro trasfusionale, in questo pesante clima di tagli che non risparmia quasi nulla.



Manola Rosa

Un protocollo che non va

Leggendo nei dettagli l'ultima stesura del protocollo d'intesa siglata dai rappresentanti del Comune di Volterra e della Asl 5, si può comprendere perché negli otto mesi trascorsi dalla voto del Consiglio Comunale, il sindaco non abbia mai aggiornato i consiglieri sullo stato delle trattative. Nel documento sono stati cancellati molti dei punti cardine che avevamo concordato durante la seduta del 2 marzo e, a nostro avviso, con tali emendamenti il futuro dell'ospedale entra definitivamente in crisi. Non soltanto sono state cancellate le garanzie per mantenere “gli attuali livelli di operatività e di assistenza in Cardiologia”, che il gruppo di Progetto Originario aveva fatto inserire nella precedente versione. Adesso lo stesso termine “Cardiologia” sparisce dal documento e, su questa base, diviene difficile difenderne la collocazione. Oltretutto sono stati cancellati numerosi altri passaggi fondamentali. Uno di questi riguarda la guardia attiva anestesiologica. Tutti gli specialisti su questo concordano: per mettere in sicurezza il presidio, in mancanza di una vera unità di terapia intensiva, occorrere attivare il servizio di guardia attiva anestesiologica, per la quale a Volterra manca soltanto l'assunzione di uno specialista anestesista. Su questo punto avevamo molto insistito, tanto che sul documento che votammo, il paragrafo specifico era chiarissimo e recitava: “La risposta in termini di sicurezza del Presidio Ospedaliero è strettamente collegata all'attivazione irrinunciabile del Servizio di Guardia Attiva Anestesiologica.” Oggi scopriamo che tutto il paragrafo relativo a questo servizio è stato cancellato nella versione sottoscritta dall'Amministrazione Comunale e dalla Asl 5. Per sostituirlo con una sola frase inserita nel paragrafo del Pronto Soccorso: “Il servizio di anestesia e rianimazione dell'ospedale di Volterra mantiene l'operatività e gli standard di dotazione di personale attuali”. Dunque, una delle poche cose che chiedevamo di potenziare resta al palo, mentre tutto il resto è a perdere. Per il laboratorio di analisi avevamo concordato la difesa degli standard presenti a inizio 2011, invece l'ultima versione del protocollo parla di una “sezione che dovrà operare all'interno dell'Area Funzionale di Laboratorio a valenza aziendale”. Per Chirurgia, il documento che votammo a marzo recitava: “Potenziare l'attività chirurgica ambulatoriale”. Era inteso che si trattasse di quella di presidio. Il nuovo documento parla invece di attivare da gennaio un ambulatorio di Chirurgia Generale col personale medico di Volterra a Pisa. Potrà forse servire a per stimolare l'utenza, ma non è proprio la stessa cosa. Tutto quanto avevamo stabilito per difendere l’attività Materno-Infantile risulta cancellato, per rimandare il discorso all’ennesimo Tavolo istituzionale. Su Pediatria addirittura, mentre avevamo richiesto di ricondurre la degenza nell'ambito del settore Materno-Infantile, il documento siglato dal sindaco recita: “Rimane al momento invariata la collocazione dei due posti letto di pediatria (in Medicina). In attesa di un modello alternativo.” L'abbattimento dei ricoveri provocato dall'attuale collocazione dei letti pediatrici non lascia dubbi sul modello alternativo inteso: la chiusura definitiva. Per questi motivi lunedì 28 abbiamo votato contro questa versione del protocollo, essendo stati respinti dalla maggioranza i principali emendamenti che avevamo proposto in Consiglio. Votandolo avremmo dato la nostra benedizione a scelte contro le quali abbiamo lottato per anni, come il mantenimento dei letti pediatrici all'interno di Medicina Generale. L'amministrazione comunale, invece, il suo benestare lo ha dato. Entrando in aperta contraddizione con quanto predicato finora. Il futuro, purtroppo anche a breve, ci mostrerà i frutti di questo accordo.



Progetto Originario – Gruppo Consiliare

No al Protocollo, le nostre ragioni

Al Consiglio Comunale di lunedì è stata sottoposta al voto l'ultima versione del protocollo sulle politiche sanitarie in Alta Val di Cecina, già siglata dal sindaco e dal direttore della Asl 5 Rocco Damone. Rispetto al documento precedente che avevamo votato a marzo, le modifiche introdotte sono molte e tutte orientate ad indebolire le capacità operative e livelli di assistenza erogati dall'ospedale locale. Per questa ragione abbiamo chiesto all'assemblea di introdurre almeno sei emendamenti, volti a rafforzare alcune elementari misure di salvaguardia dei servizi, per riavvicinare la struttura del documento a quella che avevamo approvato a marzo. Riporto in estrema sintesi i contenuti degli emendamenti e l'esito del voto in aula.



1)     Il primo riguardava l'attivazione in prospettiva della guardia attiva anestesiologica, che definiamo irrinunciabile per la sicurezza del paziente nel presidio. Questo emendamento stato bocciato dall'insieme dei sostenitori di Buselli (Uniti per Volterra e il Popolo per Volterra).

2)      Il secondo era relativo al centro Immunotrasfusionale. Chiedevamo fosse inserito un capoverso a garanzia del mantenimento dell'apertura giornaliera del servizio. E' stato approvato all'unanimità.

3)     Il terzo emendamento che abbiamo proposto riguardava la salvaguardia della Cardiologia, per la quale si richiedeva il mantenimento dei livelli attuali di operatività e di assistenza, così come avevamo introdotto nel protocollo di marzo. Questa proposta di modifica è stata bocciata dal voto di Uniti per Volterra e Popolo per Volterra.

4)     Il quarto si riferiva al servizio di oncologia, per il quale abbiamo richiesto la stabilizzazione della figura dello psicologo a sostegno dei pazienti. Questo emendamento è stato ammesso all'unanimità.

5)     Il quinto emendamento intendeva cancellare la previsione di mantenere i letti pediatrici nel reparto di Medicina Generale. E' stato bocciato dal voto di Uniti per Volterra e Popolo per Volterra.

6)     Il sesto ed ultimo emendamento si riferiva al settore Materno-Infantile per cui richiedevamo di studiare un modello compatibile con l'obbligo di mantenere un servizio ospedaliero adeguato alle necessità del nostro territorio e in particolare quelle legate al parto, alle patologie ginecologiche e alle patologie pediatriche. Modello da perfezionarsi in altra sede.  Questo emendamento è stato bocciato dal voto di Uniti per Volterra e Popolo per Volterra.

 

Dato l'esito complessivo del voto sugli emendamenti proposti, abbiamo ritenuto che la versione conclusiva del protocollo non contenesse garanzie sufficienti per salvaguardare un livello di assistenza sanitaria necessaria alla nostra zona. Dunque il gruppo di Progetto Originario non ha approvato il documento, che è passato col voto congiunto di Uniti per Volterra, Città Aperta e Popolo per Volterra; Sinistra per Volterra si è astenuta. Va detto che durante gli otto mesi trascorsi da marzo ad oggi, il sindaco ha evitato di informare i gruppi consiliari sullo stato delle trattative che stava portando avanti con l'azienda. E quando gli è stato richiesto di riferire, come è accaduto in conferenza dei capigruppo, ha dissimulato l'importanza delle trasformazioni che il documento di marzo stava subendo. Questo è stato il suo primo grave errore: non fare partecipi dello stato delle trattative i gruppi consiliari, le forze politiche e sindacali. Agire isolatamente ha messo l'Amministrazione Comunale in condizioni di estrema debolezza rispetto al direttore generale della Asl 5. L'altro errore decisivo consiste nel non aver preteso la sospensione dei tagli durante la discussione sul protocollo. Prima regola di ogni trattativa è che si conduca a bocce ferme. E' chiaro che l'aver consentito che Damone potesse agire sul Punto Nascita, sul Laboratorio d'Analisi durante le trattative, indeboliva progressivamente la posizione dell'Amministrazione al tavolo con la Asl 5.  Il vicesindaco l'ha candidamente ammesso più volte: il livello di risposta alle chiusure avvenute in questi ultimi mesi è stato modesto, perché da parte dell'Amministrazione non si voleva pregiudicare la trattativa sul protocollo. Col risultato finale di trovarsi a discutere su un ospedale sempre diverso da un mese all'altro. Sempre diverso e sempre più fragile.



Fabio Bernardini, Progetto Originario


PROTOCOLLO SANITA’: PEDIATRIA CANCELLATA

La questione pediatria è sempre stata un cavallo di battaglia di questa amministrazione comunale. Lo testimoniano il programma elettorale della lista civica e numerosi interventi infuocati dell’Assessore Fedeli in proposito. Nel 2009, in uno dei primi consigli comunali dopo l’insediamento della lista civica UPV Fedeli definì addirittura una “vergogna nazionale” la sistemazione delle degenze pediatriche in medicina generale. Nel 2010 già la vergogna era diventata un po’ meno vergogna, perché erano state ristrutturate quelle due stanzine, ma riportare la pediatria nel sito più idoneo ovvero l’area materno-infantile restava una prerogativa irrinunciabile. Tant’è che nel protocollo per le politiche sanitarie dell’alta Val di Cecina, approvato unanimemente, con la sola astensione della Sinistra per Volterra, dal consiglio comunale lo scorso 2 marzo, nel capitolo intitolato “Area Materno-Infantile e Pediatrica”, veniva previsto il mantenimento del Punto Nascita volterrano, prevedendo la possibilità “di ricondurre la degenza pediatrica all’interno dell’area materno infantile, con conseguente implementazione anche dei servizi in ambito territoriale”. Nell’ultima versione del protocollo su cui si sono accordati il Sindaco e la direzione ASL poche settimane fa la parola “Pediatrica” scompare dal titolo e perfino dal contenuto del capitolo, che diventa: “L’analisi di un modello organizzativo possibile e il monitoraggio delle attività implementate sia a livello ospedaliero che territoriale è legata all’avvenuta attivazione di un tavolo istituzionale permanente (un altro!) sulle politiche socio sanitarie in Alta Val di Cecina. Nelle more della conclusione dei lavori dell’organismo di cui sopra ,l’organizzazione attuale dell’area è articolata in base alla Delibera del DG della Usl % di Pisa n°353 del 1/06/2011”. Durante la seduta del consiglio comunale aperto di giovedì 24 novembre, dopo l’intervento di Susanna Calastri che metteva in luce proprio queste incoerenze, il Sindaco ha tenuto a precisare che invece nel protocollo si parla ancora della pediatria. E ha ragione Buselli, infatti se ne parla, ma nel capitolo intitolato “Area medica”! E in questi termini: “Rimane al momento invariata la collocazione dei due posti letto di pediatria. In  attesa  di  definire  un  modello  alternativo  di gestione  dell’assistenza sanitaria”. Inserire la pediatria nel capitolo dell’area medica, a nostro avviso significa solo una cosa: accettare la definitiva soppressione del comparto pediatrico ospedaliero, collocandolo come specialistica medica di un reparto che si avvia verso l’organizzazione per intensità di cure – qualcuno lo chiama reparto minestrone - rinunciando alla possibilità di ricondurre le degenze accanto al Day Service nell’originaria area materno-infantile. Mentre “modello alternativo di gestione dell’assistenza sanitaria”, stando anche alle dichiarazioni di Damone sul logico numero dei ricoveri che deriva da questa organizzazione, non potrà che essere la definitiva chiusura del servizio. Forse servirà a far spazio in medicina generale ai letti della cardiologia.
Nel consiglio comunale aperto inoltre, sebbene la discussione si sia concentrata prevalentemente sull’ipotesi di accorpamento cardiologia-medicina, il Sindaco, che pure lo aveva messo nell’ordine del giorno, non ha accennato alla questione delle reperibilità pediatriche per il pronto soccorso che rischiano la soppressione. Eventualità per altro mai smentita dalla direzione ASL 5. Questa impostazione del protocollo a nostro avviso spiana la strada alla soppressione delle reperibilità di una specialistica oramai ridotta ad un ambulatorio diurno, dirottando qualsiasi altro caso, anche di emergenza, direttamente a Pontedera. Si tratta di un protocollo dall'evidente carattere mutevole. Questa amministrazione comunale, arrivata a governare la città anche grazie alle battaglie per l’ospedale condotte dai suoi rappresentanti, dimostra tutte le sue debolezze proprio in questo settore, trovandosi sempre impreparata ad affrontare all’ultimo minuto le criticità (vedi punto nascita). Del resto dove sta la credibilità di un sindaco che ignora il mandato del consiglio comunale, stravolgendo un protocollo approvato quasi all'unanimità. Un sindaco mutevole, che esulta per l’accordo raggiunto con la ASL 5, e dopo 24 ore annuncia le barricate contro la stessa azienda.


Commissione Sanità – Progetto Originario

venerdì 2 dicembre 2011

PROTOCOLLO POLITICHE SANITARIE AVC (prima e dopo la “cura” del Sindaco)


OSPEDALE: cambio di rotta incomprensibile


Abbiamo letto sul giornale di ieri l'intervento di Tonelli per giustificare la bocciatura da parte di Buselli e della maggioranza degli emendamenti che avevamo proposto al Protocollo sulle politiche sanitarie in Val di Cecina. Continuiamo a non comprendere le ragioni di un così evidente cambio di rotta da parte loro. Le nostre proposte miravano ad inserire nel documento clausole di salvaguardia per Cardiologia, per l'attivazione in prospettiva della Guardia Anestesiologica, a riformare un'Area Materno-Infantile, magari più snella, ma che evitasse di abbandonare i letti pediatrici in Medicina. Tutti contenuti coerenti con il programma elettorale della lista civica, sottoscritto da noi di PO e da UpV. Tonelli sa che Ostetricia, Pediatria e Guardia Anestesiologica sono stati gli assi portanti della nostra comune proposta elettorale in materia sanitaria. Ma anche riguardo al reparto di Cardiologia avevamo assunto l'impegno di mantenere un servizio che “rispondesse ai bisogni della popolazione locale”, casomai “potenziando le sinergie con gli altri PO”. Sulla base di questi argomenti, nel 2009 siamo andati a chiedere la fiducia degli elettori e l'ottenemmo. Oggi, a metà mandato, nessuno può arrogarsi il diritto di rivedere arbitrariamente queste posizioni. Approvando un protocollo che stabilisce di mantenere i posti letto pediatrici nel reparto di Medicina Generale, la maggioranza  concede la sua benedizione e con essa quella del Comune ad una “soluzione” per la quale insieme abbiamo più volte, secondo me giustamente, gridato allo scandalo. Un gesto di incoerenza inaccettabile. Aggiungiamo che il valore di interi reparti ospedalieri così come del laboratorio d'analisi, ormai ridotto ai minimi termini, non sia minimamente confrontabile con contropartite tipo l'automedica. Riteniamo, quindi, che il testo approvato del Protocollo sancisca un accordo debole e privo di garanzie, le cui ripercussioni sui destini della nostra struttura ospedaliera non tarderanno a farsi sentire.