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lunedì 7 dicembre 2015

Un piccolo aiuto a chi è soffocato dalle tasse

Sonia Guarneri, esponente di “Progetto per Volterra”, al Consiglio Comunale del 30 di Novembre scorso, ha presentato e fatto approvare un documento che impegna il Comune a dotarsi di uno strumento per aiutare tutti coloro che, indeboliti dalla crisi, non riescono a sostenere il peso crescente delle tasse comunali. Infatti, il cosiddetto decreto “Sblocca Italia” (convertito in L. 164/2014) all’art. 24 prevede che il Comuni possano agevolare cittadini, singoli e associati, che si trovano temporaneamente in difficoltà a provvedere al pagamento delle tasse e tributi locali, sostituendo il versamento in denaro con prestazioni di pulizia e/o di manutenzione dei beni e proprietà pubbliche. In pratica, il provvedimento scritto e presentato dalla consigliera Sonia Guarneri, istituisce il “baratto amministrativo”. Alle persone concretamente in difficoltà economica il Comune verrà incontro, consentendo di “pagare” le tasse comunali, lavorando alla manutenzione del territorio o dei beni immobili pubblici. L’idea è semplice e fa incontrare due esigenze gravi e sentite: quella di chi ha temporanei problemi di liquidità, sempre più spesso per carenza di lavoro, e quella del Comune che, in difetto di personale, non riesce a star dietro alle tante esigenze di manutenzione che la città e il proprio territorio richiedono. Si tratta di offrire una piccola boccata d’ossigeno alle tante persone e famiglie che, anche qui da noi, soffrono i morsi di questa prolungata crisi. E’ chiaro a tutti che l’aumento crescente della morosità nel pagamento delle tasse comunali non indica che sono aumentati i furbi, ma che in questi ultimi anni è decisamente cresciuto il numero dei cittadini che non ce la fa a star dietro ai continui aumenti delle tasse. I disoccupati, coloro che hanno perso il lavoro (si pensi alla recente vicenda della Smith), quelli che lavorano a singhiozzo (settore del turismo), i sottopagati o anche i tanti autonomi che hanno visto impoverire drammaticamente i propri bilanci negli ultimi anni  potranno chiedere al Comune di sostituire temporaneamente il pagamento in denaro con l’equivalente valore in prestazioni lavorative di manutenzione: il taglio dell’erba in zone pubbliche, per esempio o la verniciatura delle pareti di una scuola o tanti altri interventi necessari al Comune, ma che non si riescono a fare per mancanza di personale o di soldi.  Ci rallegriamo che il 30 novembre il provvedimento, targato Progetto per Volterra, è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale. Ora possiamo solo sperare che venga messo rapidamente in pratica dall’amministrazione, perché è già accaduto più volte in passato che dispositivi approvati in Consiglio, si arenassero in concreto per inefficienza degli amministratori. Ricordiamo, per esempio, l’istituzione “dell’equo canone comunale”, deliberata dal Consiglio Comunale di Volterra su richiesta sempre della Guarneri, ma arenata sul colle da anni per l’incapacità di sindaco e della giunta di organizzare i passaggi amministrativi successivi, previsti dalla legge. Passaggi peraltro non impossibili, visto che in comuni vicini sono riusciti ad eseguirli con esito positivo. Speriamo che questa volta la storia si svolga diversamente, e il dispositivo approvato dal Consiglio sia seguito da un procedimento amministrativo efficace e rapido in modo tale che anche i cittadini volterrani in difficoltà possano usufruire di questa opportunità.                                                                       Progetto per Volterra   


venerdì 14 marzo 2014

Il tempo dei debiti fuori bilancio

All'attenzione dello scorso Consiglio Comunale sono stati presentati 2 milioni di euro circa di debiti fuori bilancio per fare fronte agli interventi di messa in sicurezza conseguenti al crollo delle mura di Piazza dei Fornelli e altre frane minori su alcune (non tutte) strade secondarie. Veniva richiesto al Consiglio di avallare una serie di spese per appalti di lavori, ovviamente già iniziati, poiché in virtù della somma urgenza sono stati affidati in deroga alle procedure di gara. Fin qui tutto bene.
Purtroppo alla nostra attenzione è arrivato solo un decalogo molto sommario di prezzi e di soggetti beneficiari, sulla base del quale avremmo dovuto esprimere un giudizio di congruità circa la spesa per gli interventi. Diciamo che ci veniva chiesto un voto sulla fiducia.
La discussione ci ha riportato indietro di 4 anni, quando alcuni di noi facevano parte della Giunta Buselli. Oggi come allora il sindaco ha tirato fuori la questione dell'urgenza. Non c’era tempo di far vedere la documentazione, né di fare troppe domande, figuriamoci di convocare una specifica commissione bilancio che fosse messa in condizione di controllare i criteri di scelta e adeguatezza dei costi previsti. E' vero che il ripristino di alcune frane è questione urgente e prioritaria, ma la mancanza di approfondimento è per lo più dovuta ad una precisa responsabilità del sindaco, il quale ha convocato il Consiglio Comunale l’ultimo giorno utile previsto dalla legge per la ratifica dell'atto. Al quel punto ogni ulteriore iniziativa di approfondimento prima del voto è divenuta impossibile.   
Questo atteggiamento ci ha costretti ad un voto di astensione che francamente avremmo preferito evitare. Ovviamente la nostra posizione potrebbe essere attaccata dalla lista civica o dai soliti Amici del bar. Non ci meraviglierebbe risentire le solite frasi tipiche di chi non sa rispondere nel merito: non sono mai d’accordo, non si vogliono assumere responsabilità e idiozie simili. In verità sono anni che chiediamo un uso rigoroso delle risorse e un atteggiamento più serio e trasparente quando si tratta di spendere i soldi pubblici. Non perché ci diverta fare i pignoli, ma perché dall'uso rigoroso dei soldi pubblici, ancora di più quando effettuato in deroga alle procedure di gara, passa il vero salto di qualità di cui le amministrazioni hanno bisogno. Tanto più che è la legge a richiedere che gli atti siano accompagnati da una maggiore trasparenza sulle voci di spesa, in caso di eccezionale urgenza, quando per necessità di tempo vengono semplificate al massimo le procedure. Non costa niente e costituisce una garanzia che le risorse siano ben spese, senza sprechi.
Non ci voleva molto. Sarebbe bastato corredare le delibere da votare con la documentazione che consentisse di individuare con precisione i singoli casi e i requisiti delle spese in questione, in un'ottica di efficienza, efficacia e buona amministrazione. Né più né meno quanto richiesto dalla Corte dei Conti per procedure di questa natura.Il rischio, infatti, che somme così ingenti si disperdano in mille rivoli è tutt’altro che remoto. Basti leggere un po’ le pagine di cronaca sui giornali per averne la riprova. E’ facile dire che si vuole bene alla città, votando ad occhi chiusi. In fondo è il solito modo di amministrare, quello che tralascia volentieri ogni controllo efficace. Più difficile, se si richiede tempestività senza dimenticare il necessario rigore.

Progetto Originario - Il gruppo consiliare



sabato 7 settembre 2013

Strategie fatali

Il Consiglio Comunale aperto di martedì 3 settembre avrebbe dovuto essere l’occasione di un confronto con l’assessore regionale Marroni, per discutere e chiarire come il progetto della casa della salute verrà declinato a Volterra e in quale rapporto si porrà con l’ospedale cittadino. E’ chiaro infatti che la preoccupazione di una parte della popolazione, che condividiamo anche noi, è quella di assistere alla creazione di un modello assistenziale più leggero che introduca servizi che invece di aggiungersi ed integrarsi con quelli ospedalieri esistenti, vada a sostituirsi ad essi, rosicchiando ulteriori pezzi di ospedale.
Auspicavamo che l’incontro in sede istituzionale con l’assessore regionale alla sanità ci avrebbe dato l’opportunità di strappargli impegni formali davanti alla città e l’occasione per misurarne l’attendibilità sul campo successivamente.
L’assessore dopo una iniziale disponibilità per la data indicata ha comunicato che non sarebbe potuto venire, dimostrandosi disponibile per un incontro successivo. Per come avevamo inteso il senso di questo consiglio comunale e per l’importanza che per noi riveste il confronto con le istituzioni, ci sarebbe sembrato normale semplicemente proporre un’altra data. Il sindaco ha scelto, viceversa, di precedere ugualmente celebrando un consiglio comunale di tutt’altro segno. Alla fine è risultato chiaro il perché. Buselli infatti aveva preparato un consiglio comunale teso non tanto a ricercare un confronto con la Regione Toscana per giungere ad un punto di caduta comune, ma volto a preparare il terreno per uno scontro aperto fin da subito, facendo fronte comune con i territori periferici che da anni convivono con i tagli e col disagio della riduzione dei servizi.
Se da un lato è stato sinceramente interessante ascoltare ciò che accade o è accaduto in altri territori della Toscana perché ci ha offerto una visione più completa della situazione generale, è chiaro però che si è volutamente abbandonata senza neppure provare a percorrerla la strada del confronto con il nostro interlocutore principale che, volente o nolente, è e rimane la Regione. Questa scelta strategica unilaterale di Buselli, che ha platealmente disatteso il mandato che il Consiglio Comunale gli aveva affidato con delibera del 28 giugno scorso, può diventare pericolosa in questa fase rischiando ricadute controproducenti. Far saltare il tavolo della trattativa prima ancora di averlo riunito e prima ancora di conoscere compiutamente le posizioni altrui, di fatto ci ha bruciato da subito una possibilità importante che era quella di ragionare serenamente con l’interlocutore istituzionalmente competente.
Non si può dimenticare, infatti, che ad oggi il metodo esclusivamente rivendicativo, reiterato a più riprese, non ha sortito alcun effetto benefico sui nostri servizi ospedalieri. Anzi è un fatto incontestabile che dal 2009 ad oggi abbiamo perso irreversibilmente il punto nascita e la pediatria, abbiamo subito il doloroso accorpamento della cardiologia a medicina e il consistente ridimensionamento del laboratorio analisi. Forse questi pesantissimi tagli avrebbero dovuto far riflettere più a fondo sull’efficacia delle strade percorse finora. Per una volta ci pareva veramente opportuno farci promotori di un tentativo di confronto sereno con le istituzioni, sperimentando finalmente i percorsi della via politica che alla fine in questi casi dovrebbe essere la via maestra.

                                                                                                           
Progetto Originario

venerdì 12 luglio 2013

Acqua: contro la tariffa truffa

Finalmente, dopo ripetuti e prolungati tentennamenti da parte del sindaco e della sua maggioranza, anche il Consiglio Comunale di Volterra è riuscito in forma unanime a prendere posizione contro la nuova tariffa approvata dall'Autorità per il servizio idrico, la stessa che il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua definì “Tariffa Truffa” subito dopo la sua pubblicazione. La mozione che reca la firma di Sonia Guarneri e approvata all'ultimo Consiglio Comunale impegna il sindaco da ora in avanti ad “assumere posizione contraria al nuovo metodo tariffario in tutte le sedi in cui il Comune sarà chiamato a decidere”.
Si tratta infatti di contrastare l’artificio (che potremmo definire meglio raggiro) messo in piedi dalla nuova Authority per l'acqua e energia (AEEG). All'indomani dell'esito referendario del 2011 che sancì in maniera inequivocabile l’esclusione delle logiche del profitto dalla gestione e dal governo dell'acqua, l'AEEG ha reintrodotto sotto altra voce ciò che era stato appena abrogato, in esplicito contrasto con quanto voluto dalla maggioranza degli italiani. In sostanza l'Authority ha rispolverato la collaudata tecnica truffaldina che il sistema adoperò con successo già in passato, quando all'indomani dell'abrogazione per referendum del finanziamento pubblico ai partiti, fu approvata una legge che introduceva i “rimborsi elettorali”, facendo rientrare dalla finestra ciò che era stato messo fuori dalla porta.
Già dopo la sentenza del TAR Toscano del 21 marzo scorso, in cui è stato ribadito che la finalità, perseguita dal quesito referendario avente ad oggetto l’art. 154 del d.lgs. n. 152/2006, era di “rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua” (Corte Costituzionale, 26.1.2011, n. 26) e che questo risultato doveva essere dichiarato applicabile a partire dal 21 luglio 2011, si è cominciata a vedere qualche presa di posizione da parte dei sindaci. I più coraggiosi sono stati i comuni della provincia di Arezzo, seguiti a ruota da quelli dell'ex ATO 3 (Prato, Pistoia, Firenze), dove è stata messa in minoranza la volontà di Firenze e del suo sindaco Renzi di continuare a fare utili attraverso la gestione dell'acqua. In queste due zone della Toscana è stato difeso il principio affermato dal referendum, secondo il quale l'acqua dovrà essere considerata un bene comune anziché una merce qualsiasi. Gli altri Ato della Toscana, compreso il nostro (Livorno, Val di Cecina e Val di Cornia), hanno visto invece i sindaci allinearsi senza sussulti alla volontà dell'Authority.
Il percorso verso la revisione tariffaria e verso la predisposizione di una gestione dell'acqua finalmente libera dalle logiche del profitto resta dunque tutt’altro che in discesa, perché nonostante il fiorire del dissenso la tariffa confezionata dall’AEEG gode del favore delle lobby che gestiscono l’acqua e che non vogliono perdere le posizioni conquistate ma anche di molti comuni importanti (Firenze in primo luogo in Toscana) oltre che delle Regioni e dei principali partiti di governo.

Gli stessi comuni che oggi stanno manifestando un qualche dissenso per l’approvazione della “tariffa truffa” non sempre hanno mostrato un atteggiamento cristallino. Come dimenticare ad esempio che la stessa amministrazione di Volterra bocciò lo scorso anno con il suo voto contrario quel documento che presentammo in Consiglio Comunale teso a pretendere che ASA restituisse ai cittadini la maggiorazione della bolletta dell'acqua, non più dovuta a partire dal luglio 2011. Eppure sono state le più alte sedi giudiziarie a dichiarare che queste somme devono essere restituite perché fatte pagare indebitamente ai cittadini. Ma ancora oggi il gestore idrico nicchia e prende tempo con l’assenso esplicito della maggioranza dei comuni, che invece di farsi portatori degli interessi dei cittadini continuano a preoccuparsi di salvaguardare i profitti delle imprese private! Così come non si può tacere che il sindaco di Volterra, quando è stato il momento di votare la nuova tariffa nelle sedi istituzionali preposte (la conferenza dei sindaci dell'ex ATO 5), ha pensato bene di non presentarsi facendo mancare il proprio voto. Esibendo un atteggiamento ambiguo, contraddittorio rispetto alle ultime prese di posizione, che dimostra quanto resti difficile portare avanti una battaglia sacrosanta e popolare, ma osteggiata da molti soggetti forti.
Dopo l'importante risultato emerso nello scorso Consiglio Comunale, ci auguriamo di vedere le affermazioni principio seguite da azioni concrete. Un buon esordio sarebbe promuovere la restituzione del maltolto ai cittadini da parte di Asa in questi ultimi due anni e la rapida abrogazione di una tariffa che promette solo di essere l’ultima, umiliante presa di giro per i cittadini.

Il Gruppo Consiliare - Progetto Originario



martedì 19 marzo 2013

I morti non votano

Sono ormai 15 giorni che abbiamo presentato al sindaco e all'assessore Moschi un'interpellanza per sapere che fine abbiano fatto i progetti e gli impegni assunti dalla maggioranza in tema di cimiteri comunali. Nel giugno scorso durante il Consiglio Comunale, in sede di approvazione di bilancio, fu ratificato un piano triennale delle opere pubbliche che prevedeva per il 2013 un investimento di ben 1.000.000 di euro per l'ampliamento del cimitero di Saline e per il 2014 un investimento addirittura da 6.000.000 di euro per l'adeguamento del cimitero di Volterra. All'atto di presentazione del programma delle opere pubbliche, simili previsioni furono giustificate sostenendo che la prolungata assenza di investimenti nel settore e l'attuale, grave la carenza di spazi nei principali cimiteri comunali avrebbero determinato per l'immediato futuro condizioni molto critiche, ai limiti di un vero e proprio allarme sociale. Di questo parlò il vicesindaco Fedeli al Consiglio Comunale il 22 Giugno scorso, quando affermò testualmente: “non si può non prevedere quello che per sessant'anni non è stato previsto: i cimiteri. Siamo con i cimiteri saturi!”. Nonostante ciò, andando a scorrere le delibere di Giunta dell'ultimo scorcio del 2012, abbiamo appreso che, dopo tanti allarmi, è stata cancellata la previsione degli interventi cimiteriali, definiti finora urgentissimi. O meglio, l'ampliamento del campo santo di Saline è stato fatto slittare al 2015, quando il problema scoppierà tra le mani della prossima amministrazione, mentre l'intervento su Volterra è definitivamente scomparso. E' chiaro che la programmazione di opere così importanti, delicate e costose richiede un impegno costante e una programmazione seria.  Tutto il contrario della programmazione a cui abbiamo assistito finora, fatta di progetti che appaiono e scompaiono ripetutamente dall'agenda del Comune, secondo le lune dell'assessore Moschi. Il (macabro) balletto degli investimenti sul cimitero di Saline appare purtroppo il caso più esemplare. Danneggiato gravemente, ormai da anni, per dissesti strutturali, aveva ottenuto lo stigma di intervento prioritario già nel 2010, quando furono previsti lavori di consolidamento per un impegno di spesa da 250.000 euro. Dopodiché tale previsione fu fatta ripetutamente slittare, fino alla nuova programmazione triennale del Giugno 2012, quando fu sostituita dall'indicazione di un nuovo ampliamento, che avrebbe dovuto essere realizzato quest'anno. Come abbiamo rivelato, però, anche questa idea nell'arco di 4 mesi è stata accantonata, o per meglio dire, ricacciata più in là di due anni. Eppure a quanto risulta la situazione a Saline è particolarmente grave per le cattive condizioni in cui versa il nucleo storico del cimitero, finora oggetto di vari e inefficaci interventi di rattoppo, costati complessivamente al Comune quasi quanto un progetto definitivo. Intanto la carenza di spazio comincia a farsi sentire, se è vero che alcuni cittadini segnalano recenti casi di macroscopiche difformità di trattamento per quanto riguarda il diritto delle famiglie di prolungare il periodo di tumulazione dei propri cari. Il timore è che l'emergenza, a forza di espedienti, venga ritardata di un paio di anni, per poi scoppiare quando potrebbe essere troppo grave e imminente per le forze del Comune. D'altra parte lavori di questo tipo non si prestano troppo alle fanfare né ai tagli dei nastri a favore di foto ricordo, che vanno tanto di moda in periodo elettorale. Attendiamo quindi fiduciosi la replica dell'amministrazione alla nostra interpellanza, sperando che fornisca l'occasione di un più pacato ragionamento.

Progetto Originario

venerdì 15 marzo 2013

Scomparsi gli investimenti per i cimiteri

Più volte negli ultimi due anni, in Consiglio Comunale, tecnici ed esponenti della maggioranza hanno rappresentato una situazione di pesante emergenza circa l'adeguatezza dei cimiteri comunali alle esigenze del presente e del prossimo futuro. Soprattutto il cimitero di Saline e quello di Volterra sono stati più volte descritti come prossimi alla completa saturazione. E sembra che anche a Villamagna la situazione non sia molto migliore. A Saline, poi, oltre ai problemi dovuti alla  mancanza di spazio si aggiunge una condizione di trascuratezza e decadimento strutturale delle principali opere murarie che si trascina da anni. Dunque, nel giugno scorso in Consiglio Comunale fu approvato un piano triennale delle opere pubbliche che prevedeva per il 2013 un investimento di ben 1.000.000 di euro finalizzato all'ampliamento del cimitero di Saline, mentre nel 2014 era previsto addirittura un progetto da 6.000.000 di euro per l'adeguamento del cimitero di Volterra. L'approvazione del piano triennale fu accompagnata da severe arringhe del sindaco, del vicesindaco e dell'assessore Moschi nei confronti delle passate amministrazioni, da cui avrebbero ereditato una situazione quasi ingovernabile per l'assenza di investimenti e di programmazione sul fronte dei cimiteri comunali. Dato che la necessità di grossi investimenti sui principali cimiteri comunali fu avallata in pieno anche dal responsabile del settore tecnico, non abbiamo ragione di pensare che il problema non fosse reale. Di recente, però, abbiamo scoperto che la Giunta Comunale ha approvato alla chetichella un nuovo Piano triennale delle opere pubbliche completamente diverso da quello di giugno. In soli quattro mesi, infatti, la programmazione delle opere pubbliche comunale è stata (per l'ennesima volta) completamente stravolta, proprio a partire dal capitolo dei cimiteri. L'ampliamento del cimitero di Saline è stato rimandato di due anni, al 2015, e quindi sulle spalle della prossima amministrazione, mentre l'investimento sul cimitero di Volterra è scomparso del tutto. Per questa ragione abbiamo presentato un'interpellanza al sindaco e all'assessore Moschi affinché chiariscano le ragioni di questo repentino cambio di rotta.
Proprio in questi giorni la Giunta comunale promuove una sorta di assemblee pubbliche, in cui chiede agli invitati di esprimere la loro preferenza rispetto ad un ristretto elenco di opere, preventivamente selezionate dall'assessore. In questo esiguo mazzo di progetti troviamo opere sportive o decorative di cui sentiamo parlare ormai da anni, ma anche qui gli interventi sui cimiteri non sono previsti.
Dato che i progetti necessari per il nostro Comune in materia di bisogni cimiteriali sono complessi e costosi, se la drammatica penuria di spazi che fu rappresentata in Consiglio Comunale nel giugno scorso corrispondesse anche solo in parte al vero, non sembra ragionevole trascurare il problema altri due anni. Rischiamo di arrivare ad una situazione di pericolosa emergenza, definitivamente ingovernabile.

Il gruppo consiliare di Progetto Originario

lunedì 31 dicembre 2012

S. Chiara, un'azienda che non possiamo abbandonare


Come di consueto è soltanto attraverso i giornali che il sindaco Buselli ha informato la popolazione e i consiglieri comunali allo stesso tempo del più completo naufragio del piano di sviluppo per il Santa Chiara,  approvato dal Cda dell'azienda e dall'amministrazione comunale soltanto un anno fa. Infatti, La Nazione dell'11 dicembre riportava le seguenti dichiarazioni del sindaco: “il direttore (della Asl) ha chiuso su tutta la linea: sono state tolte le quote in convenzione (ne rimarranno 42 più 2 posti per le cure intermedie) ed è definitivo il no alla realizzazione della Rasd, residenza per disabili gravi. No anche alla cessione della particella di terreno per allestire la nuova casa di riposo”. D'altra parte, lo stesso numero del quotidiano riferiva anche l'opinione del direttore Damone: “Le quote in convenzione sono state ridefinite in base agli indici di copertura ed alla compatibilità economica. Questa è la disponibilità che la Asl, in base alle proprie risorse, può garantire al Santa Chiara. La Rasd è un progetto non sostenibile sotto il profilo finanziario. L'attuale quadro economico non permette di mettere in piedi un progetto di quelle proporzioni”. Insomma, sarebbero venute a cadere molte delle premesse su cui avrebbe dovuto reggersi il cosiddetto piano di rilancio predisposto per la locale azienda di servizi alla persona S. Chiara, in crisi di bilancio da vari anni e sempre più lontana dal trovare soluzioni credibili per il suo risanamento. Più volte abbiamo sostenuto che la soluzione prospettata non fosse credibile. E' utile  ricordare - era solo il 20 febbraio scorso – che il Consiglio Comunale discusse dettagliatamente il piano di rilancio per il S. Chiara, un progetto alquanto spericolato predisposto dalla società Iris e già ratificato dal CdA dell’azienda. A parte il Popolo per Volterra della solita Bassini, tutti i gruppi consiliari di minoranza presenti in Consiglio espressero forti dubbi sulla concreta efficacia di quel piano, invitando coralmente il sindaco ad una sua profonda revisione. Prima ancora, identici dubbi e aperto scetticismo erano stati espressi dai dipendenti della struttura e dai sindacati al completo. Proprio perché si ipotizzavano nuove e costose strutture da pagarsi con i soldi di nuove convenzioni con l’azienda sanitaria, ma senza aver concluso alcuna intesa in merito con quest'ultima. Chiaramente era stato messo il carro davanti ai buoi con grande superficialità, ma la cosa non era passata inosservata e l'allarme fu dato immediatamente dalle minoranze e dalle parti sociali. Di fronte alle nostre richieste di rivedere e rettificare tale piano, passando anche attraverso una necessaria fase di trattativa con la Asl 5, Buselli decise per l’approvazione del progetto senza modifiche. Assumendosi con estrema leggerezza la responsabilità di un eventuale drammatico insuccesso, che avrebbe impantanato l'azienda in un vicolo cieco per molti mesi in un periodo cruciale di crisi economica e di tagli. Oggi, forse, siamo arrivati al dunque: al momento in cui il piano di rilancio tanto propagandato è giunto a scontrarsi con la realtà. Non possiamo accontentarci di un articolo di giornale, concepito soltanto per mandare in scena la solita farsa dello scaricabarile. E' necessario che la questione torni in Consiglio Comunale in maniera ufficiale. E che la situazione dell'azienda venga illustrata dettagliatamente. Vogliamo conoscere lo stato di attuazione del piano che fu approvato un anno fa e, in mancanza di una sua effettiva efficacia, vogliamo sapere quali alternative sono state messe in campo. Non possiamo permetterci di lasciare andare alla deriva nel silenzio e nell'inerzia un'azienda così importante per il territorio, bruciando altri 60 posti di lavoro e un servizio essenziale per le famiglie. Per questo abbiamo presentato una mozione per il prossimo Consiglio. Vogliamo che il Presidente Bacci, un anno dopo la presentazione del piano da lui approvato, torni a Palazzo dei Priori e ci spieghi come stanno effettivamente le cose.  

Progetto Originario

venerdì 9 novembre 2012

S. Chiara: tempo di parlare chiaro

Le dichiarazioni del Direttore ASL Damone sul Tirreno del 4 novembre scorso non sembrano lasciare spazio ad alcuna interpretazione: non si può ampliare l’offerta sanitaria più di così perché non ci sono le condizioni economiche e dunque il S. Chiara faccia il suo percorso di risanamento senza contare su nuove o più ampie convenzioni con l’azienda sanitaria.
Eppure era solo il 20 febbraio 2012 quando in un infuocato Consiglio Comunale discutemmo il piano di rilancio per il S. Chiara messo a punto dal Cda dell’azienda con la consulenza della società Iris. Tutti i gruppi consiliari di minoranza (Popolo per Volterra escluso), i dipendenti della struttura e  i sindacati al completo espressero forti perplessità sull’effettiva realizzabilità di quel piano, soprattutto si puntò il dito sul fatto che si fossero fatti i conti senza l’oste. Si ipotizzavano nuove e esose strutture che si sarebbero pagate con nuove convenzioni con l’azienda sanitaria, ma con quest’ultima non risultava conclusa alcuna intesa in merito.
Buselli , come vuole il suo stile politico, decise per l’approvazione senza modifiche a botte di maggioranza con l’ausilio scontato della consigliera Bassini. Per il sindaco occorreva agire in fretta: non c’era tempo per farsi troppe domande su percorsi e concretezza del piano. Al solito, secondo un canovaccio già visto, il Consiglio Comunale veniva chiamato solo a ratificare (o meno) un percorso di trasformazione radicale dell’azienda e un piano di investimenti da capogiro già deciso altrove. Non certo a discuterli.
Quel “piano di rilancio”, fatto passare come panacea di tutti i mali,  non ha ancora compiuto 10 mesi ed è già lettera morta.
Intanto il S. Chiara viene impiegato per fare di tutto di più: ospitare i profughi, gestire il servizio Informagiovani e addirittura la cancelleria del Giudice di Pace. Diversificare l’offerta delle proprie attività non è affatto un male, parliamoci chiaro. Ma si continua a ricorrere a dei palliativi eludendo il nodo della questione: che fine sta facendo il servizio di assistenza alla persona?
Se, come era prevedibile, il piano di rilancio tanto propagandato alla fine non ha le gambe per andare avanti, allora è il momento di correre ai ripari, questa volta in maniera chiara e assumendosi la responsabilità di decisioni serie.
La sensazione è che si stia procedendo cercando di tamponare i problemi più urgenti con soluzioni estemporanee, senza alcuna strategia di rilancio. In attesa probabilmente di fare esplodere il problema dopo le elezioni 2014. Quando i margini di intervento potrebbero essere esauriti.
Progetto Originario

L'esercizio del controllo

Da quando benzinopoli è arrivata sulle pagine dei giornali, ci è capitato varie volte di essere interpellati da nostri concittadini per chiarimenti, delucidazioni e soprattutto per avere aggiornamenti sul Consiglio Comunale appositamente convocato per parlarne. Alla fine il sindaco ha fatto retromarcia, rassegnandosi ad inserire all'ordine del giorno la discussione sulla vicenda. Buselli rischiava di essere platealmente preso per un orecchio dal prefetto, esponendosi a quel punto ad una figura davvero meschina. Così, dopo un paio di giorni di resistenza, ha abbandonato i suoi propositi di estromettere l'argomento dal Consiglio Comunale e, a denti stretti, ha finito per capitolare. Per venerdì 9, quindi, il tema è in agenda con possibilità di  mozioni. Comunque sarà l'occasione buona per proporre, finalmente in un confronto faccia a faccia, le domande in attesa di risposte da molte settimane su una gestione delle auto e delle relative carte carburante che dire inadeguata è un eufemismo.
Mettiamo in guardia in ogni caso tutti coloro che sperano in un momento di definitiva chiarezza da parte dell'amministrazione. Ci auguriamo di essere smentiti dai fatti, ma le precedenti esperienze hanno dimostrato che l'amministrazione Buselli, quando si trova di fronte a contestazioni imbarazzanti, si mantiene evasiva o tende ad alzare un muro di silenzio. Avvenne così per i fatti del tendone dell'ultimo dell'anno, quando contestammo all'amministrazione il mancato adempimento di alcune norme di sicurezza richieste dalla commissione competente. Formulammo le nostre domande in consiglio una per una, ma nessuno dalla maggioranza prese mai la parola per rispondere. Sembra assurdo, ma così andarono le cose. Infatti, un'amministrazione per essere limpida deve essere composta da persone che sentono per prime il dovere della chiarezza, della trasparenza e dell'onestà di amministrazione. Altrimenti esistono mille espedienti, perfino la disciplina del silenzio in Consiglio, per celare fatti e responsabilità. Non per questo una Giunta sarà commissariata. Magari la sua credibilità può andare in pezzi, ma le poltrone (temporaneamente) restano salve.
Si può immaginare, dunque, quanto sia faticoso l'esercizio del controllo da parte di chi siede sui banchi delle opposizioni con un'amministrazione di questo tipo. Per riuscire ad entrare nel merito delle cose occorre insistere per mesi attraverso interrogazioni, interpellanze e accessi agli atti. E molti passaggi sfuggono comunque. Il gruppo Progetto Originario, ad esempio, pur dedicando molte energie all'attività del Consiglio probabilmente non è in grado di controllare più del 5-10% di quanto accade all'interno dell'amministrazione comunale di Volterra. Fisiologicamente la mole di attività svolte all'interno di un Comune è grande e la massima parte di queste non passa dal Consiglio Comunale. Con un'amministrazione che spesse volte replica alle domande contenute nelle nostre interrogazioni con risposte evasive, talvolta nessuna risposta e perfino risposte false, la questione logicamente si complica. Quasi sempre siamo costretti a recarci negli uffici per capirci qualcosa e, secondo i casi, anche varie volte. Nella vicenda del tendone, per esempio, dovemmo andare direttamente a scartabellare il fascicolo negli uffici per scoprire che i versamenti di Etruria Promozione, rappresentata da Berni, erano fasulli, perché dalla prima risposta che ci rese il sindaco tutto risultava in regola.
Quasi impossibile, poi, è capire i criteri con i quali in Comune vengono assegnate le consulenze o gli incarichi alle ditte esterne, in presenza d'un ampio ricorso agli incarichi sotto soglia di gara e per giunta in assenza di elenchi di fornitori. In questo caso la legge consente un ampio grado di discrezionalità all'ente, che, se non vuole autoregolarsi verso la trasparenza come nel caso del Comune di Volterra, viene lasciato sostanzialmente con le mani libere.
La vicenda delle auto comunali è solo l'ultimo, più clamoroso esempio di un'amministrazione opaca e reticente. Né sorprende scoprire che, dietro la reticenza, prosperassero gli abusi e le irregolarità di gestione.

                                                                                                                      Il gruppo consiliare di Progetto Originario

martedì 8 maggio 2012

In piazza per l’Ospedale

Un corteo di qualche centinaio di persone ha sfilato pacificamente per le vie di Volterra sabato mattina per manifestare il proprio disappunto per i tagli che sta subendo il nostro Ospedale. Progetto Originario ha deciso di partecipare alla manifestazione, ovviamente portando in piazza il proprio punto di vista. I cartelli che abbiamo indossato manifestavano la nostra disapprovazione per i tagli alla sanità pubblica,  rivendicavano il diritto alla tutela della salute uguale per tutti, sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana. Abbiamo ritenuto giusto far parte del corteo, a fianco degli operatori e dei cittadini che sono scesi in piazza in totale buona fede, legittimati dai tagli subiti dalla sanità in generale e dal nostro ospedale in particolare. Tagli che negli ultimi mesi si sono abbattuti in misura mai vista sul reparto Materno-Infantile, di fatto ridotto ad un ambulatorio diurno-feriale e già annunciati per il reparto di Cardiologia, che, è ormai questione di giorni, verrà accorpato a Medicina, con inevitabile perdita di potenzialità, in particolare per i casi acuti. Altri striscioni e cartelli che abbiamo portato hanno però voluto testimoniare l’altra faccia della medaglia, quella che gli organizzatori della manifestazione (in testa l’associazione del sindaco SOS Volterra) non hanno voluto affrontare, a partire dalla fase preliminare alla manifestazione in cui è stata evitata appositamente qualsiasi occasione di pubblico confronto. L’altra faccia della medaglia, ovvero il pessimo Protocollo per le Politiche Sanitarie di Zona, siglato dal Sindaco e dal direttore generale della Asl 5, Damone. Il Sindaco Buselli ha infatti sottoscritto questo vacuo Protocollo d’intesa, approvato dalla sua maggioranza assieme alla consigliera  Bassini e al gruppo del PD. Un protocollo d’intesa che di fatto non ha posto nessun vincolo a tutela dei reparti a rischio tagli, nonostante le richieste di modifica avanzate in tal senso dal gruppo di Progetto Originario. Quelle proposte, infatti, furono inesorabilmente bocciate a fine novembre in Consiglio Comunale dal partito del sindaco, la lista civica Uniti per Volterra. Se quelle proposte fossero state approvate, oggi il direttore generale non potrebbe liberamente tagliare il personale del reparto di Cardiologia. Non solo, nel Protocollo approvato ha cancellato per l’ospedale di Volterra la previsione della guardia attiva anestesiologica 24 ore su 24, rivendicata da anni dai cittadini e da molti operatori per porre definitivamente in sicurezza l’intero presidio (obiettivo del programma elettorale della stessa lista civica). Per questo lo slogan “Protocollo truffa”, declinato in vari modi.
Ci è sembrato un gesto di coerenza e di chiarezza portare all’attenzione dei partecipanti anche questi passaggi politici, ignorati da tanti, eppure così importanti per il presente e il futuro prossimo dell'ospedale.  Probabilmente non sarà piaciuto agli organizzatori di SOS Volterra, ma la democrazia si esercita ovviamente  esprimendo pubblicamente il proprio punto di vista; tanto più se fondato su dati e episodi oggettivi. Avremmo di gran lunga preferito poter partecipare attivamente anche alla fase preliminare alla manifestazione, per dare il nostro contributo ad una discussione aperta, democratica e meno di parte, che probabilmente avrebbe dato vita ad una manifestazione molto più partecipata e di conseguenza più efficace. Purtroppo non ci sono stati i presupposti per farlo. E quindi l'occasione non è stata sfruttata a pieno. Non abbiamo però voluto mancare nell'offrire il nostro appoggio una volta di più a chi in piazza è sceso in buona fede, semplicemente a sostegno del nostro ospedale.
Commissione Sanità - Progetto Originario

lunedì 23 aprile 2012

Convivere con Solvay

In questi ultimi mesi in varie occasioni le cronache dei giornali sono tornate a parlare della società Solvay. Un'azienda che svolge attività così imponenti a cavallo delle province di Pisa e Livorno da suscitare numerose polemiche e perfino scontri tra istituzioni. La nostra convinzione è che spesso alle pubbliche amministrazioni, specie alla parte politica, manchi un’adeguata conoscenza dei fenomeni complessi come quelli connessi ad un'impresa chimica di tali dimensioni. Senza i dovuti approfondimenti, prendere decisioni su questi temi che avranno conseguenze di lungo periodo è quantomeno avventato. Per fortuna gli strumenti conoscitivi disponibili oggi sono più numerosi e completi rispetto al passato. Occorre però utilizzarli. Per questo motivo il gruppo consiliare di Progetto Originario e quello di Sinistra per Volterra, accogliendo l'invito del Comitato per i beni comuni, hanno proposto al sindaco Buselli di organizzare un Consiglio Comunale Aperto di Zona in cui invitare i professori Cheli e Luzzati dell'Università di Pisa, che recentemente hanno condotto un'approfondita indagine sull'attività Solvay in Val di Cecina e le sue ricadute. Lo studio, finanziato dalla Regione, è stato pubblicato dalle Edizioni Plus e porta il titolo “Ricadute economiche, sociali e ambientali della Solvay in Val di Cecina”. Vi sono illustrati dal punto di vista scientifico i costi/benefici di un'attività iniziata al principio del secolo scorso e progressivamente modificatasi. Mentre metodi e ricadute della produzione si sono evolute inesorabilmente, sono cambiate anche le condizioni ambientali. Per esempio, la disponibilità d'acqua è sensibilmente inferiore rispetto al passato. Ma le regole stabilite dalle amministrazioni non sembrano essere state adeguatamente aggiornate, infatti, per restare sul tema della disponibilità idrica, il canone provinciale di concessione per l'acqua prelevata dall'azienda si limita a un centesimo di euro al metro cubo. Lo studio oltre ad investire i temi ambientali si concentra molto sugli aspetti economici, evidenziando l'evoluzione del rapporto ricchezza prodotta e redistribuita sulla Val di Cecina e la prospiciente costa. 
La proposta dei capigruppo Bernardini e Cucini  mira quindi ad offrire un'importante occasione di approfondimento a tutte le amministrazioni coinvolte a vario livello dall'attività Solvay (Volterra, Montecatini VC, Pomarance, Castelnuovo VC ma eventualmente anche quelle dalla bassa Val di Cecina che vorranno partecipare). Occasione che potrebbe senz'altro essere impiegata anche per rinnovare la possibilità di uno scambio di opinioni, alla luce di  più estese ed approfondite conoscenze. Il sindaco Buselli si è detto disponibile ad ospitare nel Comune di Volterra l'iniziativa, che dovrebbe tenersi entro il mese di maggio. Vista l'importanza dei temi trattati, ci auguriamo la partecipazione di un cospicuo numero di amministratori e di cittadini.
 
Progetto Originario, Commissione Ambiente      

venerdì 16 marzo 2012

Solvay: Situazione difficile, usciamo tutti perdenti

Situazioni come quelle vissute ieri in Consiglio Comunale a Volterra sono proprio quelle che la politica dovrebbe sforzarsi di evitare a tutti i costi. La sensazione è che Comune e Regione non abbiano fatto abbastanza per  ricercare un confronto più pacato, dove fosse possibile comporre le diverse istanze attraverso una mediazione reale. Per noi è una sconfitta trovare nella stessa sala del Consiglio tanta gente comune contrapposta in fazioni: quelli che difendono i propri beni, l'ambiente e il territorio da una parte e coloro che difendono il proprio posto di lavoro dall'altra. In realtà, non c'è futuro se il mondo del lavoro smette di pensare all'ambiente e alla salute, come non c'è prospettiva per un ambientalismo che non pensi anche ai posti di lavoro. Per correttezza va detto, però, che non si sono mai sentiti rappresentanti del Comitato per la difesa della Val di Cecina o delle altre associazioni per l'ambiente chiedere che le industrie del territorio chiudano i battenti. Semmai viene chiesto che cambino i metodi, ridefinendo ricadute e impatti di attività come Solvay, da un secolo insediate sul territorio, dando lavoro certamente, ma provocando anche una serie di conseguenze negative tipiche di un grande polo industriale chimico. Purtroppo i gruppi di minoranza presenti in Consiglio non hanno avuto occasioni di incidere sulla trattativa che si è tenuta in questi ultimi mesi tra il Comune di Volterra, le altre istituzioni e le società Solvay e ATI-Sale, quindi oggi ci troviamo di fronte ad un vero e proprio scontro istituzionale senza aver potuto offrire il nostro contributo di idee e proposte. In parte il danno è fatto, ma non bisogna assolutamente perseverare, per esempio, estromettendo l'Amministrazione Comunale di Volterra dai prossimi tavoli di confronto, come minaccia di fare la Regione. Questo è il Comune maggiormente coinvolto territorialmente e per popolazione nelle attività delle concessioni minerarie: non sarebbe democratico tenerlo fuori dai tavoli di concertazione. In Consiglio Comunale la nostra proposta è stata incentrata proprio sul ritorno di tutti i soggetti coinvolti al tavolo della trattativa: per questo abbiamo chiesto al Comune che rinunci a progetto dell'invaso di Puretta, trasformato surrettiziamente nell'espediente per driblare le sentenze di TAR e Consiglio di Stato che impongono di rivedere gli impatti ambientali dell'attività estrattiva sulla risorsa idrica. Questa resta la sola strada per “obbligare” tutte le parti a rimettersi a discutere, speriamo su basi nuove. Dispiace che col voto di ieri in Consiglio non si sia voluta percorrere questa strada, perché al momento alternative valide non se ne vedono.

Fabio Bernardini (Progetto Originario)
Danilo Cucini (Sinistra per Volterra)

Consiglio comunale Solvay 14 marzo 2012: le mozioni presentate e gli esiti di voto




Mozione presentata da Progetto Originario e Sinistra per Volterra


Voto:
Favorevoli: Progetto Originario, Sinistra per Volterra (4)
Astenuti: Uniti per Volterra, Popolo per Volterra (11)
Contrari: Città Aperta (5)

Esito: RESPINTA

Mozione presentata da Uniti per Volterra

Voto:
Favorevoli: Uniti per Volterra, Progetto Originario, Popolo per Volterra (14)
Contrari: Città Aperta, Sinistra per Volterra (6)

Esito: APPROVATA

Mozione presentata da Città Aperta
che sostanzialemtne chiedeva di firmare il protocollo-ponte

Voto:
Favorevoli: Città Aperta (5)
Contrari: Uniti per Volterra, Progetto Originario, Popolo per Volterra, Sinistra per Volterra (15)

Esito: RESPINTA