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lunedì 3 aprile 2017

Il gioco del Monopoli



Nel corso del consiglio comunale del 14 marzo scorso è stato dato avvio al procedimento di approvazione di una Variante al Regolamento Urbanistico avente come oggetto la programmazione di una serie di interventi edilizi di natura “pubblica”. La variante si caratterizza per individuare una serie di interventi sporadici completamente scollegati tra loro, nonché una sfilza di vere e proprie contraddizioni.Tra gli interventi che si vorrebbero inserire nella programmazione urbanistica troviamo inaspettatamente opere già realizzate, che non ci sarebbe alcuna ragione logica di disfare e riprogrammare: è il caso dell’isola ecologica appena completata, che all’indomani dell’inaugurazione si vuole già demolire e spostare, senza aver minimamente ancora ammortizzato l’investimento e ipotizzando di comprare una nuova area, affrontando la spesa di una nuova  realizzazione. Ugualmente contraddittoria è la previsione di interventi di potenziamento dell’area artigianale di Pian dei Gelsi (presso Prato d’Era). Tutti ricorderanno che per quanto riguarda le attività produttive, il verbo dell’amministrazione Buselli è stata la realizzazione del PIP a Saline  di Volterra, accompagnata da feroci critiche alle precedenti amministrazioni che avevano puntato sull’infelice area di S. Quirico. Eppure, realizzata un’area artigianale a Saline nuova e deserta, adesso l’amministrazione ha deciso di dare improrogabile urgenza alla programmazione di non meglio precisati interventi di natura pubblica a corredo dell’area artigianale di Pian dei Gelsi, da localizzare proprio su una striscia di terreno che costeggia il fiume. Area ad elevato rischio di alluvionamento e con significativi problemi di accessibilità. Ugualmente criticabile è l’inserimento di molteplici interventi pubblici su Saline di Volterra, in aree anch’esse a pericolosità idraulica elevata che ancora non sono state oggetto di interventi di messa in sicurezza. Si sa infatti che anche laddove certi progetti di messa in sicurezza esistono, la loro realizzazione richiederà tempi lunghi e risorse ingenti e incerte. Prevedere, sin da ora, per qualcosa che è ancora di là da venire vuol dire non avere consapevolezza dei limiti delle pubbliche amministrazioni, di cui il Comune di Volterra dovrebbe invece essere ben conscio, visto che ha nel suo curriculum diversi esempi di progetti che in fase di realizzazione si sono definitivamente impantanati o hanno magicamente visto moltiplicare il proprio costo. Certi progetti di regimazione delle acque sono talmente complessi e richiedono talmente tante risorse che bisognerebbe adoperare adeguata cautela prima di darli per già completati e immaginare addirittura di far sorgere campi sportivi o parcheggi in aree esondabili. Che dire infine dell’edilizia residenziale pubblica? L’amministrazione Buselli non ha mai avuto le idee chiare su dove posizionare nuovi alloggi popolari e ogni 2-3 anni continua a spostare l’ubicazione delle future e immaginarie nuove unità abitative. Nel 2012 impose a colpi di maggioranza una variante nella quale le individuava nell’area di S. Felice, addirittura permutando aree pubbliche con aree private sulla base di questa previsione. Fummo tra i più critici riguardo questa scelta per la delicatezza dell’area, affacciata su un versante che non ci pareva il caso fosse appesantito da ulteriori interventi edilizi di questa natura. Adesso, forse c’è stato un sogno premonitore, si è ravveduto pure il sindaco che cancella tutto e va ad immaginare l’edilizia pubblica fuori S. Lazzaro, accanto alla chiesa. Quale siano i criteri in base ai quali vengono programmati gli interventi, poi cancellati e infine spostati rimane un mistero. Di certo possiamo affermare che sta volgendo al termine il secondo mandato Buselli e non si vede all’orizzonte neppure un nuovo alloggio di edilizia popolare nonostante sulla carta fosse tra gli interventi prioritari da portare a termine.
Progetto per Volterra

venerdì 31 marzo 2017

The show must go on



Lo scorso 14 marzo in Consiglio Comunale è stato avviato, nel più assoluto e generale disinteresse, un nuovo procedimento di Variante al Regolamento Urbanistico di Volterra. Il fatto che venga modificato lo strumento di pianificazione territoriale del territorio senza una reale, seppur minima, discussione pubblica la dice già lunga sul grado di impoverimento culturale a cui siamo giunti dopo decenni di declino, e sullo stato di prostrazione in cui, purtroppo, versa la comunità volterrana. Ricordiamo che il Regolamento Urbanistico vigente, ultimo atto della Giunta Bartaloni, venne varato ormai ben otto anni fa e già allora sembrò campato completamente in aria: basti pensare al ridicolo presupposto di crescita demografica su cui faceva perno o ai famigerati Piani Complessi di Intervento, che avrebbero dovuto snodarsi in una serie di “grandi opere”, in uno sfolgorio di (immaginarie) collaborazioni pubblico-privati. In un contesto sano, che vedesse germogliare qualche processo di sviluppo reale, sarebbero le spinte provenienti dai vari settori della società ad esigere che uno strumento così mal concepito, vecchio per giunta di otto anni, fosse urgentemente riscritto da cima a fondo. Invece, l’affondamento lento e inesorabile di tutta la zona ha ormai intorpidito ogni organo vitale del tessuto sociale, rendendo ogni cosa superflua e in fin dei conti indifferente.Tra le varie assurdità riportate nel provvedimento di Variante in corso ci piace comunque segnalare, per antiche convinzioni, la previsione di trasferimento dell’isola ecologica dalla località La Fornace alla zona de Il Cipresso (presso la SIAF). E’ noto che l’isola ecologica comunale è stata finalmente completata e messa a norma recentissimamente, dopo anni di interventi costati un patrimonio alla comunità. All’atto di previsione, nel 2011, il costo dei lavori sarebbe dovuto rimanere sotto il limite dei 180mila euro ma, a cantiere aperto, variante dopo variante, l’esborso è progressivamente lievitato fino a 400mila. Una cifra che avrebbe abbondantemente coperto la realizzazione di due isole ecologiche nuove di zecca, attrezzate in stile altoatesino. Ora che l’opera è stata finalmente completata, per quanto pagata a peso d’oro, non abbiamo neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo che subito ci viene sbattuto sotto il naso lo spettro di un nuovo cantiere per demolire l’isola ecologica appena finita e costruirne un’altra. Con l’ulteriore, prevedibilissima serie di varianti incorso d’opera e la conseguente emorragia pluriennale di denaro pubblico all’italiana maniera. Se non bastasse, è interessante notare che quest’assurdità si appoggia su un’altra ancora più notevole e scriteriata. Vale a dire il progetto di Mr Desaur Kuldeep Kumar di trasformare l’area di Poggio alle Croci in un fortilizio blindato per ricchi turisti stranieri. Ricchi turisti che, non tollerando neppure la sporadica presenza dei cittadini volterrani, si presumeva tollerassero ancora meno quella della loro spazzatura (ancorché differenziata). Ma dopo dieci anni di favole, persino i muri si sono accorti che quella previsione, nata sulla base di numerosi appetiti che il profumo della grossa speculazione edilizia aveva solleticato, è ormai inesorabilmente (e fortunatamente) sfumata. Tuttavia, e questo è il bello, quasi nessuno in città lo può dire. Non lo possono dire quelli del PD, che furono i primi promotori del progetto, e hanno continuato a propagandarlo accanitamente per due intere legislature. Non lo possono dire quelli della lista civica (o delle liste) che fanno capo a Buselli. Perché il sindaco, dopo essersi scagliato nella sua campagna elettorale del 2009 contro il progetto, diventò ben presto un suo acceso sostenitore, approvando una sfilza di atti di pianificazione territoriale cuciti al dettaglio sui desiderata di Mr Desaur. E, infine, non possono dire niente dirigenti e dirigentelli della Asl, che hanno fatto di tutto per disfarsi di Poggio alle Croci con l’intento esclusivo di far cassa. Ovviamente nessuno di questi soggetti vuole ammettere di essersi fatto prendere per il naso per dieci lunghi anni, contribuendo a far sì che l’intera città fosse raggirata, al punto da trovarsi con una normativa comunale scritta sulla base di un progetto tanto faraonico e decontestualizzato, quanto immaginario e fasullo. Allora, si faccia finta di niente: the show must go on! Spostiamo in tutta fretta l’isola ecologica appena finita e si chiami la fanfara a intonare l’inno di Mameli! I turisti britannici carichi di sterline sono in vista al porto di Livorno, ormai, mordono il freno e non vedono l’ora di arrivare!
Progetto per Volterra 

martedì 13 agosto 2013

Osservazioni presentate da PO per la variante al Regolamento Urbanistico



GRUPPO CONSILIARE
PROGETTO ORIGINARIO LISTA CIVICA

Spett. Sig. Sindaco Comune di Volterra, Marco Buselli



OGGETTO: OSSERVAZIONI (AI SENSI DELLA L. R. 1/2005) ALLA VARIANTE GESTIONALE DEL RU DI VOLTERRA adottata con Del. N° 30 C.C. Del 16/04/2013 e pubblicata sul B.U.R.T. In data 29/05/2013



Considerazioni Generali

La prima considerazione generale scaturisce dal contenuto della relazione della curatrice del processo partecipativo: “ Il processo partecipativo intitolato “L’urbanistica a piedi per Volterra” ha previsto più appuntamenti, articolati con metodi e impegni orari diversi, così da consentire ai cittadini di poter scegliere forma di coinvolgimento più gradita; nonostante questo la partecipazione dei “semplici cittadini” è stata piuttosto bassa (una decina di persone in tutto). Difficile capire se le motivazioni siano attribuibili al fatto che l’urbanistica è solitamente percepita come una materia un po’ ostica, da addetti ai lavori, oppure alla fiducia comunque riposta nell’operato dell’Amministrazione, più semplicemente, a una scarsa pubblicizzazione dell’iniziativa.”. Una decina di persone in tutto può essere considerato  un numero assolutamente insignificante rispetto alla comunità volterrana e va effettivamente ricercata la ragione per la quale così pochi cittadini si siano interessati ai temi in questione. Possono essere fatte alcune ipotesi: la prima è che, come conferma l'opinione espressa su vari mezzi di comunicazione della categoria dei tecnici dell'edilizia volterrani, gli incontri conoscitivi non siano stati pubblicizzati. Un'altra è che i cittadini non ripongano fiducia nell'amministrazione che li ha promossi oppure che i temi trattati nella variante non siano temi sentiti da chi abita il territorio. Ognuna di queste ipotesi dovrebbe fornire spunti di riflessione.

Un 'altra osservazione generale, che deriva direttamente dall'ultima ipotesi espressa sopra riguardo alla scarsa partecipazione concerne uno dei temi che in campagna elettorale era molto sentito dagli elettori e su cui il candidato Buselli si spese nel programma, dicendo che li avrebbe cancellati: gli SD (Schemi Direttori). Essi erano considerati dalla Lista Civica strumenti non adatti alla realtà di Volterra perchè implicavano interventi coordinati pubblico-privati poco plausibili nella nostra piccola realtà. Dal programma amministrativo “ Affinché non vengano esclusi i soggetti locali che lavorano nell’ambito dell’edilizia dai principali progetti previsti nelle aree a trasformazione (le nuove zone edificabili), si dovrà ripensare il ricorso all’uso dei Piani Complessi d’Intervento, limitandone l’uso solo ove davvero necessario (SD 1 ed SD 3). Per le restanti aree dovrà essere previsto il ricorso di strumenti più agili, quali i piani attuativi,guidati attraverso le linee di eventuali schede normative (con le quali si potranno predisporre progetti alla portata degli operatori edilizi volterrani)”. Una variante del genere non è coerente con ciò che era stato annunciato nel programma elettorale. Non è stato modificato nulla di rilevante: ci si è limitati a deperimetrare alcuni pezzi di territorio e a toglierli dagli SD assegnando loro un intervento diretto.

Ultima, breve, considerazione di carattere generale riguarda i tempi della Variante: è noto che il vigente RU è stato approvato nel 2009 e che, quindi, secondo le procedure canoniche indicate nella L.R. 1/2005, l'Amministrazione avrebbe già dovuto avviare le procedure per la sua revisione quinquennale. Tale revisione, che prevede la valutazione di ciò che è stato realizzato e di ciò che è rimasto sulla carta è un momento molto importante per apportare modifiche al RU e per aggiornarne il quadro conoscitivo in modo da approdare ad uno strumento attualizzato e auspicabilmente utile. In questa ottica si sarebbe dovuto procedere ad una revisione accurata del RU e utilizzare quel momento progettuale per inserire i contenuti che invece si sono voluti esplicitare con una variante gestionale tardiva ed onerosa dal punto di vista delle risorse pubbliche impiegate.

Osservazioni specifiche sulle norme variate:

OSSERVAZIONE N°1 :

Art. 51 bis c. 1  delle Norme di Attuazione del RU
Ampliamento cimitero: l'area in cui si prevede l'ampliamento presenta notevole delicatezza dal punto di vista geologico, per l'orografia del versante e soprattutto perché non risulta siano stati fatti studi di approfondimento per verificare la presenza di una falda idrica e la sua eventuale profondità. Si chiede, quindi, di portare avanti uno studio geologico accurato prima di progettare l'ampliamento dell'area cimiteriale.


OSSERVAZIONE N°2 :

Art. 95 bis c. 2  delle Norme di Attuazione del RU
Rispetto alle schede per gli edifici agricoli non classificati indicare il "risanamento conservativo" come attuale  intervento ammissibile è francamente poco tutelativo: con il risanamento si ammette, infatti, un intervento che può comprendere anche il cambio di destinazione d'uso. Sarebbe meglio inserire norme di salvaguardia che ammettessero interventi fino alla “manutenzione straordinaria” e se il proprietario ritiene di poter ottenere una abilitazione per interventi ulteriori dovrebbe presentare istanza per classificare il suo immobile, come prevedono le norme alla fine del medesimo comma 2.

OSSERVAZIONE N°3 :

Art. 95 bis c. 3  delle Norme di Attuazione del RU
Per la presentazione di istanza di classificazione dell'edificio da parte del privato non sembra corretto affermare che “In caso di approvazione della classificazione proposta, essa verrà ratificata dal Consiglio Comunale senza che tale procedura costituisca variante al presente RU
La ratifica del Consiglio Comunale di per sé significa che lo strumento urbanistico è stato variato e  questo implica l’obbligo di affrontare l'iter canonico di una variante con adozione, osservazioni dei privati (magari i confinanti a quell'edificio da schedare avrebbero qualcosa da ridire.....), controdeduzioni e approvazione.


OSSERVAZIONE N°4 :

Art. 98  c.4 delle Norme di Attuazione del RU
Non si capisce come mai si inserisca un progetto così fumoso all'interno della variante e perchè non si decida di sottoporre l'area a un piano di recupero. La giunta non è un organo che possa decidere in autonomia “...procedure da seguire, i contenuti e le caratteristiche degli interventi e delle funzioni ammissibili, le priorità di interesse generale e in particolare la funzionalità del sistema degli spazi pubblici e di uso pubblico, con specifico riguardo al sistema della mobilità e della sosta”. In simili ambiti è utile che le decisioni politiche siano integrate da competenze tecniche specifiche e che il piano fosse inserito in un più ampio ragionamento urbanistico. L’obiettivo può essere raggiunto predisponendo  un piano di recupero ad hoc.

OSSERVAZIONE N°5 :

Art. 122 delle Norme di Attuazione del RU
La  SS 68 fa parte delle grandi vie di comunicazione che vengono individuate nello strumento urbanistico sovraordinato al RU, quindi nel Piano Strutturale: per inserire ex novo o variare il percorso di una arteria del genere si deve far ricorso a variante al PS.

OSSERVAZIONE N°6 :

Art. 127 delle Norme di Attuazione del RU
Nuove edificazioni

Come considerazione generale a questo articolo si può affermare che non è giustificabile la previsione di ulteriore nuova edificazione dal momento che il mercato immobiliare è fermo da diversi anni, che non sono partiti neppure gli interventi di realizzazione di nuovi alloggi che erano già inseriti nel RU e che in Volterra sono presenti numerosissimi appartamenti vuoti.
La variante prevede nuova edificazione per un totale di 5.550 mq di SUL  per un numero max di 32 alloggi: numeri francamente eccessivi per essere inseriti in una variante gestionale che (lo dice il nome) ha lo scopo di migliorare l'operatività dello strumento urbanistico e non di ripianificare o ampliare l'offerta abitativa del comune. Per fare questo sarebbe necessaria una analisi mirata ad aggiornare il quadro conoscitivo del RU e verificare se ci sono le condizioni sociali e di mercato che giustifichino un incremento delle volumetrie da realizzare all'interno di questo RU. Se si considera che ogni 5 anni il RU deve essere revisionato per legge, era auspicabile attendere la naturale fase di revisione per prevedere eventuali volumi nuovi.

NE16
Area residenziale in zona San Felice:
l'area interessata dalla variazione è adiacente all'attuale polo scolastico di San Felice che, con la previsione di variante, vedrà per sempre compromessa ogni opportunità di un ampliamento, nel caso in cui in futuro ci fosse bisogno di ulteriori attrezzature scolastiche. Per tale motivo risulta urbanisticamente irrazionale occupare con edilizia residenziale, ancorchè PEEP, questa area.


NE 20
Costruzione della caserma della Guardia di Finanza: non sembra una collocazione urbanisticamente coerente, perchè l'area, che si trova vicinissima allo Stadio Comunale, presenta una vocazione ad impianti sportivi. Ne è conferma il fatto che il campo da calcio presente attualmente sull'area è molto frequentato e non sarebbe certamente gradita una sua soppressione, visto il suo uso come campo di calcio complementare allo Stadio.


OSSERVAZIONE N°7

Art. 129 comma 15 delle Norme di Attuazione del RU
Area a trasformazione dei  Macelli

L'individuazione dell'area ex Macelli come polo ad attrezzature pubbliche o di uso pubblico merita uno studio più approfondito e delle specifiche più chiare: cosa si vuole inserire in questi immobili? Se si pensa ad un quartiere fieristico per mostre o eventi (come l'amministrazione ha talvolta ipotizzato in via informale) si deve stare molto attenti nella valutazione degli accessi all'area. Attualmente la viabilità che conduce ai Macelli non è in grado di contenere grossi flussi e la zona non è nemmeno in grado di soddisfare necessità di sosta aggiuntive.

OSSERVAZIONE N°8

Art. 137 c. 5delle Norme di Attuazione del RU
Nuovo impianto di distribuzione di carburante sulla SS 68 nei pressi del podere Sasso Gianni

Non a caso all'interno della norma che prevede questa nuova infrastruttura si parla di mitigazione degli impatti paesaggistici: l'area presenta, infatti, un notevole pregio dal punto di vista del paesaggio e dell'ambiente naturale. A fronte di queste peculiari caratteristiche e considerando che un impianto di distribuzione carburanti, secondo le normative vigenti, deve essere realizzato su ampi spazi e deve prevedere ampie distanze dalla viabilità, viene da chiedersi se è davvero necessaria la sua previsione in quest'area. Sicuramente sarebbe urbanisticamente più coerente posizionare il nuovo impianto più vicino al centro abitato o comunque presso zone già urbanizzate. Considerazioni del genere sono decisamente ovvie e ampiamente consolidate: infatti, sono state mosse anche da cittadini e tecnici che hanno preso parte agli incontri conoscitivi in sede di predisposizione della variante, ma di essi finora non è stato tenuto conto.


OSSERVAZIONE N°9

Art. 19 delle Norme di Attuazione del RU
Realizzazione di un invaso artificiale

Si chiede di cancellare la previsione riportata all'Art. 19 delle Norme di RU per le sopravvenute conoscenze derivate  dallo studio condotto dai professori Molli e Cerrina, scaturito dalla Convenzione tra WWF e CNR di Pisa, che hanno evidenziato carenze nel quadro conoscitivo di supporto al progetto del Lago di Puretta e significative fragilità dell'area fino a poco tempo fa non considerate. 
Inoltre di recente sono state individuate soluzioni per l’approvvigionamento idrico alternative decisamente meno impattanti e meno costose, tali da poter considerare del tutto superata questa previsione.



I consiglieri

Fabio Bernardini


Luigi Antonio Cocucci


Sonia Guarneri


Vera Trinciarelli


venerdì 26 luglio 2013

Il patatrac della Variante Urbanistica

Quando la lista civica approdò all'Amministrazione di Volterra i nuovi eletti erano ancora un po' confusi circa il funzionamento dell'amministrazione e ai loro occhi solo poche cose ben chiare. Tra queste forse la più chiara di tutte era la necessità di dotarsi di competenze esterne di buon livello (meglio se ottimo) nei settori strategici della cultura e dell'urbanistica per i rispettivi assessorati. Fu così che vennero prima contattati e poi nominati gli assessori Furlanis e Fambrini nei ruoli che avrebbero dovuto risultare propulsivi nel prossimo futuro. E' noto come siano andate in seguito le cose: la competenza è passata in second'ordine, poi è stata del tutto sacrificata alla necessità di poter fare e disfare senza tanti complimenti. I due assessori esterni da risorse vennero considerati da Buselli ostacoli, fino al loro allontanamento. Dopodiché alla Cultura Furlanis è stato sostituito da un'insegnante in pensione e alla guida dell'urbanistica si è autoinsediato lo stesso Buselli; che della materia non crediamo abbia mai letto non diciamo un testo specialistico ma neppure un opuscolo. Oggi la città paga lo scotto di questa infantile presunzione. In realtà non sarebbe occorsa neppure troppa competenza per limitare i danni: sarebbe bastato mantenersi coerenti rispetto agli impegni assunti col programma elettorale. Ma come è noto la coerenza non abita a Palazzo dei Priori. Infatti, la Variante al Regolamento Urbanistico che sta per essere approvata lascerà sostanzialmente tutte le cose come stanno. Nessuna delle gravi contraddizioni presenti in questo Regolamento Urbanistico è stata risolta, anzi alle vecchie ne sono state aggiunte di nuove. L'assurdità più evidente è che, dopo 4 anni di lavoro alla Variante, sono stati lasciati in piedi gli arcivituperati Piani Complessi d'Intervento, contro i quali s'incentrarono tanti affondi della lista civica nella scorsa campagna elettorale. Rileggendo il programma della lista civica, si trova: “Affinché non vengano esclusi i soggetti locali che lavorano nell’ambito dell’edilizia dai principali progetti previsti nelle aree a trasformazione (le nuove zone edificabili), si dovrà ripensare il ricorso all’uso dei Piani Complessi d’Intervento, limitandone l’uso solo ove davvero necessario (SD 1 ed SD 3). Per le restanti aree dovrà essere previsto il ricorso di strumenti più agili, quali i piani attuativi, guidati attraverso le linee di eventuali schede normative (con le quali si potranno predisporre progetti alla portata degli operatori edilizi volterrani)”. Non sappiamo se prima di essere assunto dalla Asl Buselli lavorasse su qualche bastimento, fatto sta che queste si sono rivelate promesse da marinaio perché, assunta su di sé la delega all'urbanistica, gli operatori edilizi volterrani sono stati dimenticati in un baleno. I Piani Complessi d'Intervento venivano giustamente criticati, perché inadatti al caso di Volterra; sono strumenti pensati per grandi realizzazioni e infatti rimandano la pianificazione urbanistica di parti della città e del territorio a complicati progetti in cui interessi pubblici e privati dovrebbero incardinarsi secondo percorsi decisamente intricati. Non a caso si chiamano Piani Complessi. Bene, nonostante si tratti di strumenti così poco adatti alla nostra realtà, questi sono stati tutti confermati. Infatti dopo 4 anni di lavori, la Variante predisposta si limita a deperimetrare pezzettini di territorio dagli Schemi Direttori, assegnando loro un intervento diretto, lasciando intatto, per giunta, il vuoto di programmazione dei Piani Complessi. Portare un risultato simile quasi a fine mandato è indice di manifesta incapacità di programmazione, ma anche di scarso rispetto dei tanti soldi pubblici spesi inutilmente in consulenze. Infatti, se il Palazzo non è in grado di fornire ai tecnici incaricati indirizzi precisi per vuoto di idee e incompetenza, alla fine viene partorito il proverbiale topolino che rinuncia perfino a pianificare l'uso delle aree circostanti il capoluogo. Anche l'unico Piano Complesso “progettato”, quello di Docciola, segna un totale fallimento. Poiché la LR 1/2005 all'art. 57 afferma: “l'efficacia del Piano Complesso D'intervento è limitata alla permanenza in carica della giunta che l'ha promosso”. Prorogabile al più per 18 mesi e non oltre. Dato che dopo alcuni mesi dall'approvazione il suo sviluppo è completamente fermo, possiamo essere certi di trovarci di fronte ad un altro (costoso) strumento urbanistico candidato alla totale inefficacia.
Infine, merita rilevare il sostanziale ostracismo che questa amministrazione ha ancora una volta dimostrato rispetto ai processi partecipativi, in questo caso previsti espressamente dalla legge. A tale proposito basta riferirsi a quanto scritto dalla curatrice del processo partecipativo, che nella sua Relazione a commento dell'unica iniziativa di partecipazione prevista, “L’urbanistica a piedi per Volterra”, è stata costretta ad ammettere: “la partecipazione dei “semplici cittadini” è stata piuttosto bassa (una decina di persone in tutto)”. E conclude: “Difficile capire se le motivazioni siano attribuibili al fatto che l’urbanistica è solitamente percepita come una materia un po’ ostica, da addetti ai lavori, oppure alla fiducia comunque riposta nell’operato dell’Amministrazione, o più semplicemente a una scarsa pubblicizzazione dell’iniziativa”.
Chissà, davvero, se i volterrani avranno evitato appositamente di interessarsi al futuro della loro città per la fiducia cieca che ripongono nell'operato dell'amministrazione Buselli? Come fai a non fidarti di un sindaco che ha detto che avrebbe portato l'IKEA a Saline, avrebbe realizzato la nuova 68 fino a Colle e che oggi si appresta a strappare il quartier generale di Dolce & Gabbana alla città di Milano?
                                                                                                                            Progetto Originario