Nel
corso del consiglio comunale del 14 marzo scorso è stato dato avvio al procedimento
di approvazione di una Variante al Regolamento Urbanistico avente come oggetto
la programmazione di una serie di interventi edilizi di natura “pubblica”. La
variante si caratterizza per individuare una serie di interventi sporadici
completamente scollegati tra loro, nonché una sfilza di vere e proprie
contraddizioni.Tra gli interventi che si vorrebbero inserire nella
programmazione urbanistica troviamo inaspettatamente opere già realizzate, che
non ci sarebbe alcuna ragione logica di disfare e riprogrammare: è il caso
dell’isola ecologica appena completata, che all’indomani dell’inaugurazione si
vuole già demolire e spostare, senza aver minimamente ancora ammortizzato
l’investimento e ipotizzando di comprare una nuova area, affrontando la spesa
di una nuova realizzazione. Ugualmente
contraddittoria è la previsione di interventi di potenziamento dell’area
artigianale di Pian dei Gelsi (presso Prato d’Era). Tutti ricorderanno che per
quanto riguarda le attività produttive, il verbo dell’amministrazione Buselli è
stata la realizzazione del PIP a Saline
di Volterra, accompagnata da feroci critiche alle precedenti
amministrazioni che avevano puntato sull’infelice area di S. Quirico. Eppure,
realizzata un’area artigianale a Saline nuova e deserta, adesso
l’amministrazione ha deciso di dare improrogabile urgenza alla programmazione di
non meglio precisati interventi di natura pubblica a corredo dell’area artigianale
di Pian dei Gelsi, da localizzare proprio su una striscia di terreno che
costeggia il fiume. Area ad elevato rischio di alluvionamento e con
significativi problemi di accessibilità. Ugualmente criticabile è l’inserimento
di molteplici interventi pubblici su Saline di Volterra, in aree anch’esse a
pericolosità idraulica elevata che ancora non sono state oggetto di interventi
di messa in sicurezza. Si sa infatti che anche laddove certi progetti di messa
in sicurezza esistono, la loro realizzazione richiederà tempi lunghi e risorse
ingenti e incerte. Prevedere, sin da ora, per qualcosa che è ancora di là da
venire vuol dire non avere consapevolezza dei limiti delle pubbliche
amministrazioni, di cui il Comune di Volterra dovrebbe invece essere ben conscio,
visto che ha nel suo curriculum diversi esempi di progetti che in fase di
realizzazione si sono definitivamente impantanati o hanno magicamente visto
moltiplicare il proprio costo. Certi progetti di regimazione delle acque sono
talmente complessi e richiedono talmente tante risorse che bisognerebbe
adoperare adeguata cautela prima di darli per già completati e immaginare
addirittura di far sorgere campi sportivi o parcheggi in aree esondabili. Che
dire infine dell’edilizia residenziale pubblica? L’amministrazione Buselli non
ha mai avuto le idee chiare su dove posizionare nuovi alloggi popolari e ogni
2-3 anni continua a spostare l’ubicazione delle future e immaginarie nuove
unità abitative. Nel 2012 impose a colpi di maggioranza una variante nella quale
le individuava nell’area di S. Felice, addirittura permutando aree pubbliche
con aree private sulla base di questa previsione. Fummo tra i più critici
riguardo questa scelta per la delicatezza dell’area, affacciata su un versante
che non ci pareva il caso fosse appesantito da ulteriori interventi edilizi di
questa natura. Adesso, forse c’è stato un sogno premonitore, si è ravveduto
pure il sindaco che cancella tutto e va ad immaginare l’edilizia pubblica fuori
S. Lazzaro, accanto alla chiesa. Quale siano i criteri in base ai quali vengono
programmati gli interventi, poi cancellati e infine spostati rimane un mistero.
Di certo possiamo affermare che sta volgendo al termine il secondo mandato Buselli
e non si vede all’orizzonte neppure un nuovo alloggio di edilizia popolare
nonostante sulla carta fosse tra gli interventi prioritari da portare a termine.
Progetto per Volterra
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