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mercoledì 20 dicembre 2017

Cucù, S. Girolamo non c'è più



Il convento di San Girolamo, per come lo abbiamo sempre conosciuto almeno da vent’anni a questa parte, sembra destinato a chiudere e probabilmente a cambiare completamente volto. Il Vescovo pare deciso a mettere la parola fine ad un’esperienza di accoglienza con la A maiuscola, creata e animata per anni da Don Vincenzo, da sempre parroco fuori dagli schemi e, forse proprio per questo, non sempre pienamente sostenuto nella sua infaticabile attività di aiuto agli emarginati e a chi avesse bisogno. Oggi i maggiori beneficiari dell’accoglienza del convento di  San Girolamo sono le famiglie delle persone ricoverate nel vicino ospedale di Volterra e i familiari dei reclusi del carcere volterrano. Ma chiunque ha avuto il privilegio di conoscere Don Vincenzo e di vivere almeno un po’ le iniziative di San Girolamo sa che la struttura è stata per anni aperta a chiunque ne avesse il bisogno, a prescindere dalla capacità di contribuire alle spese. Lo sanno anche l’ASL e i Comuni della Val di Cecina, che spesso si sono appoggiati a questa casa di accoglienza per far fronte ad emergenze sociali ed abitative a cui non riuscivano a dare un’altra risposta. Non è la prima volta che si discute della sua chiusura. La motivazione ufficiale è sempre stata quella degli alti costi per il mantenimento della struttura, a cui probabilmente oggi si aggiunge il bisogno di qualche intervento di manutenzione straordinaria. Tempo fa la si voleva trasformare in “Osservatorio per l’immigrazione”, suscitando la schietta replica di  Don Vincenzo, che dichiarò di non voler osservare proprio nessuno, perché il suo scopo era aiutare concretamente chi aveva bisogno.  Offrendo un letto, un pasto caldo e qualcosa di più: un po’ di amicizia e vera solidarietà. Dalla sua morte, le cose si sono fatte sempre più difficili, fino all’ attuale arrivo ad un passo dalla chiusura. Le fonti di finanziamento pubblico scarseggiano e si sa che con i piccoli contributi delle famiglie disagiate non c’è da scialare e difficilmente i conti possono tornare. In questi anni di sicuro, si è perso l’occasione di valorizzare questo centro di accoglienza, coinvolgendolo nella gestione di alcune emergenze che invece un finanziamento lo avevano e poteva contribuire a sostenerne l’equilibrio economico. Ci riferiamo ad esempio all’accoglienza dei profughi che oggi smuove un po’ di denaro e che ben avrebbe potuto trovare qui il luogo ideale per essere attuata, magari per piccoli gruppi e coinvolgendo più associazioni. Gli appelli rivolti al Vescovo da parte delle istituzioni, delle associazioni, dei cittadini e delle famiglie che a San Girolamo hanno trovato accoglienza fino ad adesso sono caduti nel vuoto. Eppure davvero non si può lasciare che Volterra perda ancora una volta esempi così importanti della sua storia di accoglienza ed inclusione sociale. Se si vogliono creare le basi affinché una realtà come S. Girolamo rimanga sul territorio e continui ad operare, occorre davvero ricreare intorno a lei una rete di collaborazione tra le istituzione, le associazioni e la Chiesa che si sostanzi in progetti con un minimo di sostegno economico. Il punto, però, è se la Diocesi è disponibile in questo senso e ritiene importante il contributo che la casa di accoglienza di San Girolamo ha offerto in questi anni. Perché se la tanto sbandierata sostenibilità economica fosse l’unico faro, ci potremmo d’ora in poi scordare molte delle più importanti esperienze conosciute in quest’angolo di Toscana.
Progetto per Volterra

venerdì 30 agosto 2013

Il turismo e una maggiore equità fiscale

Abbiamo appreso da Il Tirreno di martedì 7 agosto scorso che anche gli operatori del settore, rappresentati dal Consorzio Turistico di Volterra, Valdicecina e Valdera, sono favorevoli all'ipotesi di una tassa di soggiorno comunale. Qualcuno ricorderà che, all'approvazione del bilancio previsionale 2012, il gruppo consiliare di Progetto Originario propose in questo senso un emendamento al bilancio, che fu respinto senza tanti complimenti dall'attuale maggioranza. Fa dunque piacere apprendere adesso che una simile ipotesi sia presa in seria considerazione da un soggetto competente e “terzo”, dove sono coinvolti direttamente gli operatori del settore. Un anno fa, quando formulammo la proposta, tentavamo di offrire all'amministrazione di Volterra una via alternativa che le consentisse di applicare un'aliquota IMU più leggera sulla prima casa. Infatti, spigavamo che sarebbe bastata una tassa di soggiorno leggera, in media di 1,5 €/giorno, considerati i flussi turistici storici, per consentire di portare dal 5 al 4 per mille l'aliquota IMU sulla prima casa. Una simile scelta avrebbe ridato una boccata d'ossigeno ai cittadini residenti, togliendo al Comune di Volterra il triste primato per l'aliquota IMU prima casa più elevata di tutta la Val di Cecina. I calcoli illustravano la possibilità concreta di risparmio per le famiglie residenti sensibile, in media 70-80€ all'anno, a fronte di una tassa di soggiorno tranquillamente sopportabile dal turista. Nell'ipotesi che avevamo formulato – conti alla mano confermati sia dal Sindaco Revisore che dal Ragioniere Comunale - questa operazione, dell'importo complessivo di 300.000 mila euro, avrebbe richiesto l'introduzione di una tassa di soggiorno (alberghiera) da 1,5 euro/giorno di media a persona (solo per gli adulti); variabile naturalmente in base alla categoria alberghiera. Sul turista questa novità avrebbe inciso all'incirca per il 2% sui costi di pernottamento. Esemplificando, per una vacanza di un fine settimana una famiglia di due persone avrebbe speso 6 € in più. Un aggravio sicuramente sopportabile che, per contro, avrebbe consentito di alleggerire l'IMU prima casa sui residenti in misura sensibile (70-80€ a famiglia).
La maggioranza, bocciando il nostro emendamento al bilancio, giustificò il proprio voto, appellandosi alla funzione strategica del turismo nell'economia volterrana, che rendeva impensabile l'introduzione di una tassa di soggiorno. Questa estate abbiamo avuto conferma che si trattava dell'ennesima bufala. L'amministrazione, abituata ad amministrare improvvisando, si è contraddetta platealmente una volta di più con la recente delibera di Giunta che ha riorganizzato i parcheggi vicini al centro storico, secondo uno schema che penalizza duramente proprio quei turisti che si predicava di voler tutelare come “risorsa strategica”.
Oggi l'apertura sull'argomento offerta dall'intervento dei membri del Consorzio Turistico, che citano l'esempio di quasi tutte le città turistiche principali, fa sperare che si possa tornare a ragionare sul tema delle imposte e del turismo con maggiore lucidità rispetto ad un anno fa. Se l'amministrazione fosse disponibile a fare qualche passo indietro dimostrando finalmente la reale volontà di correggere almeno i propri errori più macroscopici, saremmo sicuramente disponibili ad offrirle il nostro contributo su questo tema.

Progetto Originario