domenica 27 gennaio 2013

Il teatro dell’assurdo





Se il mondo girasse nel verso giusto, oggi troveremmo scritto sul giornale che un assessore coinvolto nell’utilizzo improprio delle carte di credito del Comune (per sua stessa ammissione) ha rassegnato le dimissioni. Seguirebbero poi dei ringraziamenti a quel funzionario che svolgendo le sue mansioni, si è reso conto che qualcosa non quadrava e ha segnalato il tutto a  sindaco e alla giunta. Infine, troveremmo in calce, come minimo,  delle scuse del sindaco alla sua città, per essersi circondato di persone che non hanno ben compreso il rigore con cui si dovrebbero usare le risorse pubbliche. Tutto questo, si diceva, se il mondo girasse nel verso giusto. Pare invece di trovarsi in un teatrino dell’assurdo: Buselli, al di fuori di ogni ragionevolezza, minaccia azioni legali non verso chi abusando del suo ruolo cerca di trarne un profitto… ma verso chi ha consentito che le notizie sugli usi impropri dei soldi pubblici uscissero dal Palazzo! Come se non bastasse, al funzionario che gli mette sotto il naso numeri, circostanze ed abusi, rivolge un invito minaccioso: continua pure a fare le verifiche, ma qualsiasi conclusione tu decida di formulare lo  fai “a titolo personale”.  Come a dire che può raccogliere i dati che vuole, ma non deve interpretarli perché questa è cosa sgradita all’amministrazione. Eppure un sindaco dovrebbe sapere che non è un affare privato il modo in cui vengono spesi i soldi pubblici da soggetti che hanno un ruolo pubblico, ma è qualcosa che riguarda ogni singolo cittadino che paga le tasse. Dovrebbe, altresì, sapere che quando si ravvisano prove evidenti di usi impropri di risorse pubbliche sia i dipendenti che gli amministratori hanno l’obbligo di assumere tutte le iniziative necessarie per la salvaguardia della cosa pubblica. Entrambi i soggetti, ciascuno nel ruolo che gli spetta. Il sindaco ha (dovrebbe avere) l’obbligo di garantire che ogni centesimo che esce dalle casse comunali sia rendicontato e destinato solo a fini pubblici. Ed invece che fa? Esercita il suo potere per ristabilire non la legalità, ma il silenzio. Sono dunque  l’omertà e la minaccia i veri tratti salienti di questa amministrazione. I dipendenti non devono fare verifiche, ma limitarsi ad eseguire gli affari correnti. Non devono parlare con nessuno, tanto meno con i consiglieri delle minoranze. Infatti per quest’ultimi esercitare il mero controllo che è loro funzionale, qui a Volterra è divenuto un affare di stato, da vagliare preventivamente ad opera del segretario e da documentare con istanze scritte. Il tutto in completo dispregio della legge che stabilisce libertà di accesso ai consiglieri. Chi non si adegua rischia grosso: il sindaco promette querele a destra e a manca (a spese dei cittadini che pagheranno il conto degli avvocati), minaccia più o meno velatamente i dipendenti, fino all'allontanamento del personale sgradito dagli uffici “scomodi”. Tutti ricorderanno, a questo proposito, le vicende del precedente dirigente del settore tecnico: segnalò con relazione motivata l’irrealizzabilità del piano triennale delle opere pubbliche per i noti problemi legati al patto di stabilità e fu messo alla berlina; successivamente si rifiutò di firmare il blocco del cantiere Boschini di Solvay, perché si riteneva incompetente per materia e ne seguì l’allontanamento dall’ufficio. In entrambi i casi i fatti successivi dettero piena ragione al dirigente e torto al sindaco: il piano delle opere pubbliche è rimasto un bel sogno dell’assessore  Moschi e il blocco del cantiere Solvay è stato dichiarato illegittimo dal Tar proprio per difetto di competenza del Comune. Una fortuna che non sia stata accolta la domanda di risarcimento danni di Solvay, che avrebbe comportato per il Comune  ed il vice-dirigente firmatario un bell’esborso in denaro. Ma procedere con queste azioni di forza, in un continuo braccio di ferro, ciechi e sordi di fronte le precise responsabilità che discendono da certi comportamenti, dove sta portando? Buselli non è più minimamente credibile, perché è chiaro che non ha alcun interesse a ristabilire la correttezza dell’azione amministrativa essendo  più interessato a rimanere sullo scranno di primo cittadino a tutti i costi. La struttura comunale dal canto suo è oramai un campo di battaglia, tra uffici in perenne “riordino”, spostamento forzato del personale “ribelle” e via vai di segretari comunali, con i quali  il sindaco non sembra trovare pace (si va per 4 in 4 anni, un bel record!). Tra un anno e mezzo ci aspettano nuove elezioni e le macerie di un’amministrazione spregiudicata e arrogante saranno un’eredità difficile da gestire per chiunque.
Sonia Guarneri,  Progetto Originario




Nessun commento:

Posta un commento