L'interrogazionepresentata all'inizio di aprile da Cocucci se non altro ha riportato il tema
del canone concordato nell'agenda del Comune dopo mesi di letargo. Infatti, nel
Consiglio Comunale del 16 di aprile tra i documenti all'ordine del giorno è
arrivata l'introduzione di nuove aliquote IMU, tra le quali quella dedicata
alle seconde case concesse a canone concordato. Come è stato più volte
ricordato,
il canone concordato è un equo canone istituito a livello di zona. Quando presentammo
la proposta per l'introduzione del canone concordato, intendevamo riferirci ad
uno strumento che potesse rivelarsi efficace per immettere nel mercato locale
una riserva di alloggi con prezzi degli affitti convenienti. L'obiettivo in
concreto non sarà raggiunto, purtroppo, per il modo in cui l'Amministrazione
Buselli ha tradotto in pratica la nostra proposta. Infatti, per invogliare i
proprietari di seconde case a cedere i loro immobili a canone concordato, era
necessario riconoscere loro una specifica aliquota IMU sensibilmente ridotta,
per rendere economicamente allettante l'iniziativa. Invece la scelta
dell'Amministrazione è stata davvero molto poco coraggiosa. Diminuendo
l'aliquota da 0,89 a
0,76%, infatti, il risparmio dei proprietari risulta troppo esiguo per
invogliarli seriamente a partecipare ad un accordo per l'equo canone.
Un'imposta sulla seconda casa ridotta di poco più dell'uno per mille significa,
per un immobile di media rendita catastale, un risparmio inferiore a 100 euro
all'anno per il proprietario. Un incentivo solo simbolico: troppo poco per
invogliare chiunque ad accettare di stipulare contratti a canone ridotto,
anziché mantenere i prezzi di mercato. Che l'Amministrazione Buselli non
facesse sul serio sul canone concordato, lo avevamo dedotto anche da un'altra
circostanza. Infatti, perché l'aliquota agevolata sia realmente istituita,
occorre attivare e portare a termine una ben determinata procedura prevista per
legge. Questa comporta una serie di passaggi con le associazioni dei
proprietari di immobili e con le associazioni inquilini, per addivenire ad un
accordo condiviso sottoscritto dalle parti. Finora l'Amministrazione volterrana
di questo percorso non ha intrapreso neppure il primo passo, per cui il canone
concordato di fatto ancora non c'è. Dunque abbiamo un'aliquota ridotta (di
pochissimo) per abitazioni che per adesso nel nostro Comune non esistono (dato
che il canone concordato non è stato ancora istituito).
Sempre in tema di nuove aliquote Imu, un
piccolo aiuto arriverà per le famiglie con disabili che abitano una casa di
proprietà. La proposta dell'ex assessore Dei ha prodotto la riduzione dallo 0,5
al 0,4% per questa tipologia di famiglie. Si tratta di una modesta
agevolazione, ma quantomeno questa non sarà solo virtuale.
Una patacca tipicamente buselliana ci sembra,
invece, l'introduzione della terza aliquota agevolata inserita nel nuovo
regolamento sull'Imu. Questa sarà esclusivamente rivolta ai proprietari freschi
di residenza: i nuovi volterrani d'importazione. Se vengono da fuori, per 3
anni godranno di aliquota Imu agevolata per la prima casa: pagheranno lo 0,4%,
anziché lo 0,5% richiesto a noi indigeni. La proposta ci sembra una patacca,
perché tutti i dati confermano che le nuove residenze in grandissima parte sono
costituite da famiglie di persone di età avanzata, provenienti dall'estero e
generalmente abbienti. Insomma, gente che, per censo, non ha affatto bisogno
dell'incentivo di qualche decina di euro. Occorre sottolineare peraltro che
l'aliquota “prima casa” al 4 per mille risulta “aliquota agevolata” giusto qui
a Volterra, perché negli altri comuni della Val di Cecina è la normale aliquota
della prima casa applicata ai residenti. Ma è il contesto a rendere questa
scelta inaccettabile. In questi ultimi anni, abbiamo assistito al rapido
allargamento ed aggravamento del bisogno sociale. Molte famiglie tradizionali
sono costituite da pensionati al minimo, esodati, disoccupati o sottoccupati
che stanno scivolando in condizioni economiche critiche. Per questi casi, il
cui numero cresce di mese in mese, il Comune non è in grado di fornire quasi
nessuna alternativa o supporto. Di fronte all'incapacità di offrire risposte
concrete alle famiglie che incontrano problemi gravi e urgenti, ci è sembrata
davvero ingiusta e inaccettabile l'elargizione di un incentivo economico
rivolto a nuclei familiari di anziani olandesi o milanesi benestanti, che
vengono ad acquistare un costoso podere nella campagna volterrana.
Progetto
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