martedì 30 aprile 2013

Canone concordato virtuale



L'interrogazionepresentata all'inizio di aprile da Cocucci se non altro ha riportato il tema del canone concordato nell'agenda del Comune dopo mesi di letargo. Infatti, nel Consiglio Comunale del 16 di aprile tra i documenti all'ordine del giorno è arrivata l'introduzione di nuove aliquote IMU, tra le quali quella dedicata alle seconde case concesse a canone concordato. Come è stato più volte ricordato, il canone concordato è un equo canone istituito a livello di zona. Quando presentammo la proposta per l'introduzione del canone concordato, intendevamo riferirci ad uno strumento che potesse rivelarsi efficace per immettere nel mercato locale una riserva di alloggi con prezzi degli affitti convenienti. L'obiettivo in concreto non sarà raggiunto, purtroppo, per il modo in cui l'Amministrazione Buselli ha tradotto in pratica la nostra proposta. Infatti, per invogliare i proprietari di seconde case a cedere i loro immobili a canone concordato, era necessario riconoscere loro una specifica aliquota IMU sensibilmente ridotta, per rendere economicamente allettante l'iniziativa. Invece la scelta dell'Amministrazione è stata davvero molto poco coraggiosa. Diminuendo l'aliquota da 0,89 a 0,76%, infatti, il risparmio dei proprietari risulta troppo esiguo per invogliarli seriamente a partecipare ad un accordo per l'equo canone. Un'imposta sulla seconda casa ridotta di poco più dell'uno per mille significa, per un immobile di media rendita catastale, un risparmio inferiore a 100 euro all'anno per il proprietario. Un incentivo solo simbolico: troppo poco per invogliare chiunque ad accettare di stipulare contratti a canone ridotto, anziché mantenere i prezzi di mercato. Che l'Amministrazione Buselli non facesse sul serio sul canone concordato, lo avevamo dedotto anche da un'altra circostanza. Infatti, perché l'aliquota agevolata sia realmente istituita, occorre attivare e portare a termine una ben determinata procedura prevista per legge. Questa comporta una serie di passaggi con le associazioni dei proprietari di immobili e con le associazioni inquilini, per addivenire ad un accordo condiviso sottoscritto dalle parti. Finora l'Amministrazione volterrana di questo percorso non ha intrapreso neppure il primo passo, per cui il canone concordato di fatto ancora non c'è. Dunque abbiamo un'aliquota ridotta (di pochissimo) per abitazioni che per adesso nel nostro Comune non esistono (dato che il canone concordato non è stato ancora istituito).
Sempre in tema di nuove aliquote Imu, un piccolo aiuto arriverà per le famiglie con disabili che abitano una casa di proprietà. La proposta dell'ex assessore Dei ha prodotto la riduzione dallo 0,5 al 0,4% per questa tipologia di famiglie. Si tratta di una modesta agevolazione, ma quantomeno questa non sarà solo virtuale.
Una patacca tipicamente buselliana ci sembra, invece, l'introduzione della terza aliquota agevolata inserita nel nuovo regolamento sull'Imu. Questa sarà esclusivamente rivolta ai proprietari freschi di residenza: i nuovi volterrani d'importazione. Se vengono da fuori, per 3 anni godranno di aliquota Imu agevolata per la prima casa: pagheranno lo 0,4%, anziché lo 0,5% richiesto a noi indigeni. La proposta ci sembra una patacca, perché tutti i dati confermano che le nuove residenze in grandissima parte sono costituite da famiglie di persone di età avanzata, provenienti dall'estero e generalmente abbienti. Insomma, gente che, per censo, non ha affatto bisogno dell'incentivo di qualche decina di euro. Occorre sottolineare peraltro che l'aliquota “prima casa” al 4 per mille risulta “aliquota agevolata” giusto qui a Volterra, perché negli altri comuni della Val di Cecina è la normale aliquota della prima casa applicata ai residenti. Ma è il contesto a rendere questa scelta inaccettabile. In questi ultimi anni, abbiamo assistito al rapido allargamento ed aggravamento del bisogno sociale. Molte famiglie tradizionali sono costituite da pensionati al minimo, esodati, disoccupati o sottoccupati che stanno scivolando in condizioni economiche critiche. Per questi casi, il cui numero cresce di mese in mese, il Comune non è in grado di fornire quasi nessuna alternativa o supporto. Di fronte all'incapacità di offrire risposte concrete alle famiglie che incontrano problemi gravi e urgenti, ci è sembrata davvero ingiusta e inaccettabile l'elargizione di un incentivo economico rivolto a nuclei familiari di anziani olandesi o milanesi benestanti, che vengono ad acquistare un costoso podere nella campagna volterrana.  

                                                                                   Progetto Originario

Trasparenza a Bananas



In politica non è mai possibile un confronto onesto e leale quando le informazioni fornite sono volutamente parziali. Chi riuscirebbe a sviluppare un ragionamento sensato sull’urbanistica vedendosi scaricate centinaia e centinaia di pagine di documentazione, schede tecniche e diagrammi  appena 4 giorni prima del consiglio comunale? Si badi bene, quelle pagine già pronte da molte settimane, solo che l'Amministrazione ha deliberatamente scelto di trasmetterle ai consiglieri all'ultimo minuto. Un’amministrazione che adotta simili strategie per evitare la discussione, l’approfondimento e il confronto in sala consiliare mostra tutti i suoi limiti e palesa i suoi complessi. Neppure ci si può nascondere, come fa ipocritamente Buselli, dietro la convocazione di una commissione vecchia di un anno, dove furono fatti appena dei cenni a  idee in parte appena abbozzate e in parte ancora di là da venire. Che dire poi della riunione indetta per illustrare il lavoro svolto ai tecnici del territorio il giorno precedente il consiglio comunale e in cui gli invitati sono stati solo pochi fortunati? Chissà a quale criterio si sarà ispirata l'amministrazione per selezionare i professionisti “graditi”, a cui è stato inoltrato l'invito, e lasciare fuori gli altri? Ci chiediamo in quale altro Comune si sono visti episodi così volgari di parzialità e arroganza. Forse nel paesotto amministrato da Cetto La Qualunque, non certo in una “città”. E' chiaro che nella Volterra dell'era Buselli non si possa parlare seriamente di trasparenza e ancor meno di partecipazione. Urbanistica e opere pubbliche sono settori complessi e delicati, caratterizzati da pericolosi punti di contatto tra interessi pubblici e privati, dove più che in altri settori si annida il pericolo di favoritismi e clientele. Un’amministrazione sana, dopo 4 anni di gestazione, mai e poi mai avrebbe imboccato la via dell’opacità, ma avrebbe dato conto a viso aperto delle proprie proposte. Un’opacità che ritroviamo anche nell’altro grande settore dove circolano fior fiore di denari pubblici: gli appalti e gli incarichi. Ovviamente non può essere un caso. Questa amministrazione ha scelto di snobbare sia formalmente che nei fatti il ricorso al principio di rotazione degli operatori economici, facendo ricorso agli affidamenti diretti e agli incarichi fiduciari fino all'estremo limite consentito dalla legge. Niente di peggio in un momento in cui tutti avrebbero bisogno di lavorare. Più volte abbiamo richiesto l'introduzione di un sano principio di avvicendamento, sintomo non solo di equità e parità di trattamento, ma anche di solidarietà con l’intero settore imprenditoriale in anni di crisi. Non c'è stato nulla da fare. Lavori, incarichi e consulenze passano spesso per l'incarico diretto, ricadendo su una ristretta cerchia di professionisti e ditte. Sempre le stesse. Una mancanza di trasparenza che si respira anche in taluni uffici comunali, dove il semplice accesso agli uffici dei consiglieri comunali finisce sempre per incontrare difficoltà, rinvii, nervosismi. Spesso le richieste di accesso vengono osteggiate, rimandate e talvolta perfino eluse. Tanto che siamo ancora in attesa di consultare documenti richiesti nel giugno scorso. Eppure politici e funzionari sanno perfettamente che il consigliere comunale, proprio perché eletto direttamente dai cittadini, per legge ha pieno e libero accesso a tutti i fascicoli del Comune. Perché tanto ostruzionismo?
Progetto Originario

Sale ancora la spesa del Comune



Siamo giunti alla quarta approvazione del bilancio da parte della giunta Buselli e non possiamo far altro che costatare il totale fallimento dell'amministrazione nella realizzazione degli obiettivi minimi di bilancio tra cui spicca il tracollo delle opere pubbliche programmate.
Da una parte avevamo un piano di opere pubbliche faraonico, un libro dei sogni che è sempre stato utilizzato dal sindaco e dall'assessore per tappezzare le pagine dei giornali di titoloni, ma che si scontra anno dopo anno con la cruda realtà. Dopo quattro anni di governo cittadino siamo sempre alle chiacchiere e agli annunci, ma i fatti latitano (a parte il P.I.P. di Saline – desolatamente vuoto - programmato, progettato e finanziato dall'ex Sindaco Bartaloni). L'amministrazione anche quest'anno aveva promesso quasi un milione e mezzo di euro (1.422.604) di opere pubbliche: è riuscita a spendere solo il 5% (75.417) di quanto aveva preventivato. Aveva individuato 6 nuove opere pubbliche e ne ha realizzate zero.
Quindi constatiamo il costante vuoto delle opere pubbliche, ma non basta. Dall'altra parte abbiamo un bilancio in cui la spesa corrente (il soldi spesi solo per mandare avanti la macchina comunale) sotto la guida di questa giunta è sempre cresciuta. Nonostante i molti pensionamenti di dipendenti e le convenzioni col comune di Castelnuovo, che secondo Buselli avrebbero dovuto ottimizzare i servizi abbattendo i costi, la macchina comunale anche quest'anno vede aumentare la spesa per il proprio funzionamento di ben 400.000 euro. Una cifra incredibile, che poteva e doveva essere dedicata a tutt'altro.
Aver associato il trasporto scolastico con il comune di Castelnuovo, distante 40 km dal nostro, si è rivelata una genialata che costa al cittadino il 40% in più, arrivando a pesare sulle casse del Comune ben 223.959,00€. Il costo per l'energia elettrica è letteralmente esploso, per un 19% di aumento di consumi che porta la spesa a quasi 500.000 euro/anno. L'affidamento del servizio di sorveglianza delle strutture museali è cresciuto di oltre 200.000,00 €. Per le due leggere nevicate di questo inverno, l'amministrazione è riuscita a spendere il 600% della cifra prevista (arrivando a dilapidare 63.300 €) con la soddisfazione di aver lasciato immutati i disagi per i cittadini.
Da più parti si chiedono interventi di manutenzione:  sulle strade (piene di buche e frane), nelle scuole e nei servizi (calati costantemente in 4 anni: dagli autobus con meno corse, pediatria e reperibilità pediatrica tagliate, cimiteri saturi, cardiologia accorpata, polizia stradale chiusa, punto nascita soppresso, ecc.).
Conti alla mano la giunta Buselli costa ad ogni famiglia 800 euro/anno in più dell'amministrazione precedente, perché ha portato al massimo tutte le aliquote su cui aveva il potere di deliberare (IMU, addizionale IRPEF, TARSU), aumentando nello stesso tempo il costo dei pochi servizi rimasti, senza che i cittadini abbiano minimamente beneficiato di migliorie.
Il sindaco, giustamente, grida allo scandalo e minaccia manifestazioni per impedire che la Provincia sperperi soldi pubblici per un'inutile rotonda a La Sterza ma, con atteggiamento schizofrenico, desidera ardentemente spendere i soldi dei cittadini per fare una bella rotonda alla Conad. Dopo quattro anni, non ha ancora capito quali siano le priorità per Volterra. Per fortuna i cittadini l'hanno capito: cambiare sindaco.
Progetto Originario

giovedì 25 aprile 2013

Non è un golpe, è una resa

Da oggi l'Italia non è più una democrazia parlamentare. Non c'è altro modo di leggere il voto di ieri se non come una resa. Una clamorosa, esplicita e trasversale abdicazione del parlamento. Per la seconda volta in poco più di un anno una composizione parlamentare maggioritaria si è messa attivamente in disparte. Ha dichiarato la propria impotenza, incompetenza e irrilevanza, offrendo il capo e il collo a un potere altro, chiamato a svolgere un ruolo di supplenza e, in prospettiva, di comando.  E se la prima volta poteva apparire ancora "umana", la seconda volta - con un nuovo parlamento, dopo un voto popolare dal significato inconfutabile nella sua domanda di discontinuità - è senz'altro diabolica, per lo meno nei suoi effetti. C'è, in quella triste processione di capi partito col cappello in mano, in fila al Quirinale per implorare un capo dello stato ormai scaduto di rimediare alla loro congiunta e collegiale incapacità di decisione, il segno di una malattia mortale della nostra democrazia. La conferma che la crisi di sistema è giunta a erodere lo stesso assetto costituzionale fino a renderlo irriconoscibile. Forse non è, in senso tecnico, un colpo di stato. Possiamo chiamarlo come vogliamo: un mutamento della costituzione materiale. Una cronicizzazione dello stato d'eccezione. Una sospensione della forma di governo... Certo è che questo presidenzialismo di fatto, affidato a un presidente fuori corso per un mandato tendenzialmente fulmineo, stravolge tutti gli equilibri di potere. Produce una lesione gravissima al principio di rappresentanza. Soprattutto fa scomparire la tradizionale forma di mediazione tra istituzioni e società che era incarnata dal parlamento, tanto più se questo venisse occupato e bloccato da una maggioranza ibrida e bipartisan, contro-natura e contrapposta al volere della stragrande maggioranza degli elettori. D'ora in poi - e in un momento socialmente drammatico - Governo e Piazza verranno a confrontarsi direttamente e frontalmente, senza diaframmi in mezzo, senza corpi intermedi per la banale ragione che il principale strumento di mediazione, il partito politico, si è estinto in diretta, travolto dalla propria incapacità di mediare non più, ormai, gli interessi e le domande di una società abbandonata da tempo ma le proprie stesse tensioni interne, le contraddizioni tra le sue disarticolate componenti. Di questo è morto il partito democratico: della sua incapacità a contenere la spinta centrifuga dei propri interiori furori, degli odii covati per anni, delle idiosincrasie personali (rispetto a cui, diciamolo sinceramente, un voto per Rodotà avrebbe costituito uno straordinario antidoto e il segno di una possibilità di cura). Né si può dire che il Pdl sia mai esistito come partito, incentrato com'è sulla esclusiva figura del suo leader e sulla difesa dai suoi guai giudiziari. Dopo questa ostentazione pubblica di dissennatezza e incapacità non basterà nessun accanimento terapeutico, nessun appuntamento tardivo o attesa di una figura salvifica per rimediare al rogo simbolico della residua capacità operativa del Pd e in generale del centro-sinistra. Così come non sarà sufficiente un'estemporanea cooptazione nei giochi di potere del Pdl con relativi cespugli per assicurargli una qualche capacità di «controllo sociale». Anzi, lo vedremo sempre più spesso soffiare sul fuoco. Il rischio che la crisi italiana, contenuta finora entro le sponde imprevedibilmente solide della dialettica elettorale, entri in una fase esplosiva è terribilmente alto. E non si riduce proclamando coprifuoco tardivi. Né maldestri tentativi di abbassare la pressione con betabloccanti predicatori, ma con un surplus di partecipazione. Favorendo, con tutti i mezzi legali disponibili, una collettiva presa di parola capace di surrogare in basso il vuoto di senso generatosi in alto.

Marco Revelli 

21 aprile 2013 su "Il Manifesto" 

domenica 21 aprile 2013

Urbanistica di fine corsa



Il programma elettorale della lista civica in tema di urbanistica prevedeva l'impiego esteso e diffuso del metodo partecipato. Anche in questo caso, fatta la festa gabbato lo santo, e una volta conquistata l'amministrazione le azioni di Buselli hanno palesato il metodo opposto: completamente autoreferenziale. Infatti, il giorno 16 aprile al Consiglio Comunale sono stati messi ai voti la Variante al Piano Regolatore vigente e il Piano Complesso d'Intervento riferito allo Schema Direttore 2 (SD2, zone di Docciola, La Stazione, Piazza XX Settembre, la Badia, ecc.), senza neppure aver espletato un passaggio illustrativo nella competente Commissione Ambiente e Territorio. Ad essere precisi, secondo il parere del suo presidente, Lonzi, i due temi sarebbero stati sufficientemente trattati dalla commissione consiliare perché in occasione di una sola riunione, nel giugno 2012, ne fu fatto accenno: dal verbale risultano 4 righe appena di menzione in tutto. Da notare che nel giugno 2012 non erano stati predisposti ancora gli elaborati dei due strumenti urbanistici. La stessa legge regionale n. 1/2005 prevede che il Comune attui un percorso partecipativo, informando e confrontandosi con la città, il territorio e le sue variegate realtà (associazioni, professionisti, imprenditori, cittadini, ecc.), prima dell'adozione di strumenti urbanistici. Ma i modi sono lasciati sostanzialmente alla sensibilità degli amministratori. Secondo il sindaco, che da 3 anni gestisce personalmente la delega all'urbanistica, tutti gli adempimenti necessari sarebbero stati abbondantemente espletati, organizzando 2-3 passeggiate nel corso di un anno. Gli stessi professionisti del settore sono stati di fatto esclusi. Una riunione con geometri, architetti e ingegneri è stata indetta dall'amministrazione appena il giorno precedente il Consiglio Comunale, invitando solo alcuni professionisti ed escludendo altri. Evidentemente un'operazione di microtrasparenza riservata a pochi: una vergogna che resterà per molti anni nella memoria di quei professionisti di cui evidentemente ci si ricorda solo quando debbono pagare tasse e tributi.
Di fronte ad una simile gestione e visto che agli stessi consiglieri comunali il materiale tecnico (733 pagine solo di relazioni, escludendo le tavole e gli atti) su cui erano chiamati a esprimersi era stato inviato loro solo con 4 giorni di anticipo rispetto alla data del Consiglio, tutti i gruppi di minoranza hanno chiesto un rinvio del voto per poter valutare con un minimo di cognizione di causa e per confrontarsi con cittadini ed elettori su un tema così importante. Il sindaco, come nel suo stile, ha rifiutato e di conseguenza i tre gruppi di minoranza al momento del voto sono usciti dall'aula. Ovviamente è ridicolo, dopo aver impiegato 4 anni a predisporre uno strumento di pianificazione, sostenere di non poter concedere due settimane alle minoranze. Ma Buselli è terrorizzato dal confronto in Consiglio: ha collezionato troppe figuracce in questi anni. Nei prossimi giorni avremo modo di tornare nel merito dei due strumenti urbanistici appena adottati perché non rinunciamo a fare le nostre osservazioni, ma alcune ulteriori valutazioni di ordine generale le possiamo sviluppare fin d'ora. Intanto sui tempi. Un Regolamento Urbanistico si sviluppa su un periodo di 5 anni. Il nostro ne ha compiuti 4 questo mese. Adottare adesso la variante, svolgendo tutte le operazioni previste dalla legge, tra osservazioni e confronto con le amministrazioni sovraordinate, significherà approvare le modifiche al Regolamento Urbanistico alla sua scadenza. Quando comunque andrà redatto il nuovo. Un modo come tanti per buttare soldi pubblici, tempo ed energie. Un discorso molto simile lo possiamo fare per il Piano Complesso d'Intervento relativo allo SD2 . Prima però va rimarcato che il programma elettorale della lista civica Uniti per Volterra prevedeva di abbandonare l'idea dei Piani Complessi, preferendo i più agili Piani Attuativi. In particolare il programma elettorale con cui noi di Progetto Originario e Uniti per Volterra ci presentammo agli elettori criticava l'adozione dei Piani Complessi, perché la complicazione e l'entità delle operazioni urbanistiche previste finisce per tagliare fuori le ditte ed i professionisti locali. Ma anche su questo tema Buselli ha fatto l'esatto contrario di quanto predicava. Inoltre adottare questo Piano a quattro anni dall'insediamento dell'Amministrazione è assurdo, perché la LR 1/2005 all'art. 57 chiarisce: “l'efficacia del Piano Complesso D'intervento è limitata alla permanenza in carica della giunta che l'ha promosso”. Prorogabile al più per 18 mesi e non oltre. Dunque un altro strumento urbanistico candidato alla totale inefficacia, che verrà lasciato come un inutile ma costoso relitto nei cassetti dell'amministrazione che andrà ad insediarsi il prossimo anno.

Progetto Originario, il gruppo consiliare




Morte a credito




Sono occorsi ben 42 giorni al sindaco Buselli per rispondere alle nostre domande sulla immotivata cancellazione degli impegni assunti solo nel giugno scorso per i cimiteri di Volterra e di Saline. Moschi, invece, pur chiamato in causa direttamente in qualità di titolare dell'assessorato alle opere pubbliche, non ha ritenuto di dover fornire alcuna spiegazione. L'interpellanza presentata da Bernardini il 4 marzo scorso, più volte rilanciata anche sulle pagine di questo giornale, chiedeva ragione dell'annullamento dei progetti di ampliamento dei due cimiteri, annunciati come impegni prioritari e urgentissimi dall'Amministrazione Comunale nel giugno 2012 e improvvisamente accantonati dalla Giunta dopo soli 4 mesi. La risposta scritta fornita dal sindaco nell'aula del Consiglio Comunale non spiega i motivi di una programmazione così balorda e contraddittoria, come quella operata dalla Giunta su questo delicato tema, anche se qualche ammissione si intravede nel rapido passaggio in cui afferma che “la questione della programmazione deve fare i conti con la capacità di spesa”. Evidentemente i 7 milioni di euro di investimenti per i cimiteri, annunciati al Consiglio Comunale da Moschi nel giugno scorso durante la presentazione del suo Piano triennale delle opere pubbliche, erano un bluff colossale o nel migliore dei casi un miraggio che, una volta ancora, non aveva fatto i conti con le reali possibilità del Comune. Purtroppo, la risposta del sindaco, pur annacquata tra mille distinguo, non ha dissolto affatto le nostre preoccupazioni sull'adeguatezza delle strutture cimiteriali comunali alle esigenze dell'imminente futuro. Tutt'altro. I dati forniti dai tecnici del Comune confermano una situazione di emergenza ormai alle porte, in cui non fare nulla appare irresponsabile. Infatti, secondo i calcoli eseguiti dagli uffici, gli ultimi spazi disponibili nel cimitero di Volterra saranno saturi già a marzo 2014, pur stringendo al massimo i loculi e operando un programma di riesumazioni accelerato. Spazio fino a marzo 2014 quindi, dopodichè il diluvio. Una bella tegola innescata sulla testa dell'amministrazione che si si insedierà dal prossimo anno a Palazzo dei Priori e sulla città. A Saline di Volterra la situazione sembra perfino peggiore, perchè secondo il sindaco, “si potrà arrivare a soddisfare le esigenze fino a fine anno, difficilmente oltre”. Appaiono molto brutte anche le condizioni del campo santo di San Cipriano dove, ci viene detto, la situazione “rimane critica” mentre, sempre secondo il sindaco, a Villamagna i problemi sarebbero minori.
Con la sua risposta il sindaco ha confermato la volontà di procrastinare a data da destinarsi anche gli impegni per il consolidamento del Cimitero di Saline, che versa in uno stato penoso da diversi anni. Difatti non parla più di quei 250.000 euro impegnati per l'intervento già nel 2009 e mai spesi, ma si limita a elencare una serie di piccole manutenzioni che restano ancora da fare, dopodichè - afferma - “si procederà al puntuale monitoraggio della struttura per la verifica della statica della stessa con successiva definizione di eventuali interventi di consolidamento”.
A fronte di risposte così inadeguate, abbiamo proposto al Consiglio Comunale del 16 una mozione che chiedeva al Sindaco e a Moschi l'impegno per reintrodurre nel calendario delle prossime opere pubbliche almeno gli interventi di adeguamento dei cimiteri comunali di Volterra e Saline. Per lasciare margine di trattativa e spazio di manovra alla maggioranza, il documento che abbiamo presentato al Consiglio non riportava cifre precise, tanto meno quelle fantascientifiche annunciate da Moschi nel Giugno 2012 (7 milioni di euro!), lasciando ai tecnici il compito di quantificare il valore delle opere più indispensabili. Ancora una volta, nonostante la nostra disponibilità alla trattativa su un tema così delicato, la mozione stata bocciata senza alcuna discussione di merito dal voto congiunto della lista Buselli e di Bassini, che confermano così una precisa volontà di continuare ad investire i soldi del Comune in lampioncini e altri orpelli. Lasciando indietro esigenze molto più concrete e, a nostro avviso, prioritarie.

Progetto Originario

Trasparenza zero



Al Consiglio Comunale del 16 aprile, per iniziativa del gruppo di Progetto Originario è stata presentata una mozione per introdurre la buona pratica di redarre il bilancio consolidato nella documentazione del bilancio comunale 2013. Il bilancio consolidato negli enti pubblici serve a rendere visibili i risultati di gestione delle numerose società dei servizi pubblici presenti sul territorio, introducendo un elemento di trasparenza e di controllo assai incisivo sul fenomeno delle partecipazioni societarie da parte del Comune. In parole povere, chiedevamo al sindaco e alla giunta di prevedere una forma di redazione del bilancio più completa rispetto a quella attuale, che evidenziasse tutte le attività e le passività interne ed esterne gravanti effettivamente sulle finanze municipali. Lo scopo è quello di rendere visibili a tutti i risultati annuali delle società partecipate e controllate dal Comune, come ad esempio: Asa, Asv, Cpt, Apes, S. Chiara, ecc. Organizzando anche uno spazio apposito sul sito web del Comune, dove fosse possibile documentarsi in modo semplice e accessibile a tutti. Come c'era da aspettarsi, il polo Buselli-Bassini ha detto no.
La ragione ufficiale ci è stata fornita dall'assessore Tonelli, che ha parlato di eccessivo impegno per gli uffici. Eppure le leggi nazionali renderanno obbligatoria la redazione del bilancio consolidato in tutti i Comuni tra soli 3 anni, dunque tanto valeva cominciare ad attrezzarsi fin d'ora. Come hanno già fatto molti Comuni italiani. Pisa, ad esempio, redige il bilancio in forma consolidata già da 8 anni.  Invece, niente. Dovremmo aspettare finché il Comune non sarà obbligato dallo Stato ad una maggiore trasparenza. Eppure anche dai dati desumibili dagli allegati al bilancio comunale del 2012 si può facilmente comprendere quanto sia indispensabile e urgente maggiore trasparenza nei rapporti tra enti locali e l'arcipelago di società di varia natura che provvedono ai servizi pubblici sul territorio. A titolo di esempio citiamo il caso Comune di Volterra-Asa. La situazione di esposizione debitoria di Asa rispetto al Comune di Volterra oscilla di una cifra vicina ai 103.000 euro, a seconda che si prendano per buoni i calcoli del Comune o quelli predisposti dagli uffici della stessa Asa. Una situazione assurda, che rende l'idea del caos che pervade i rapporti tra pubbliche amministrazioni e società partecipate. Visto che in definitiva tutti i guai ritornano sulle spalle dei contribuenti, in tempi così difficili, sarebbe stato un atto saggio introdurre un minimo di trasparenza e di chiarezza in un settore solitamente molto opaco. Per Buselli e soci, però, va bene così.

Progetto Originario

lunedì 15 aprile 2013

Presentata un'interrogazione sul canone concordato



Il 4 aprile è stata depositata al protocollo comunale dal consigliere Cocucci di Progetto Originario un'interrogazione sullo stato del procedimento per l'istituzione del canone concordato. Infatti, come qualcuno ricorderà, nel Consiglio Comunale del 9 gennaio scorso, il gruppo di Progetto Originario riuscì a far approvare dalla maggioranza l'impegno per l'istituzione del canone concordato nel Comune di Volterra. In parole povere, il canone concordato dovrebbe tradursi in un equo canone riconosciuto a livello di zona, per creare una riserva di alloggi con prezzi degli affitti calmierati rispetto ai prezzi di mercato, riconoscendo per contro ai proprietari delle case una specifica aliquota IMU sensibilmente ridotta.  Questa operazione è resa possibile dalla legge 431 del 1998, che fissa modalità e criteri della manovra, ma anche dal forte gettito che l'imposta IMU ha portato nel corso del 2012 nelle casse del Comune di Volterra:  3.298.000 euro. Oltre centomila euro in più rispetto alle attese della vigilia. A gennaio il Consiglio Comunale impegnò con una specifica mozione, dunque, l'amministrazione Buselli ad istituire sia il canone concordato che l'aliquota agevolata per le famiglie con disabili (su proposta del consigliere Pier Luigi Dei).
Trascorsi quattro mesi  senza che di queste operazioni si sia saputo più nulla, il consigliere Cocucci ha ritenuto utile stimolare di nuovo il sindaco e la Giunta con una precisa interrogazione. Infatti, l'esperienza con l'amministrazione Buselli ci ha ormai abituato a diffidare degli eccessivi tempi morti. Pena il mancato rispetto degli impegni assunti. Gli esempi che potremmo citare sono infiniti, ma in questo momento ci preme ricordarne almeno uno, oggetto di una nostra interpellanza in attesa di risposta da oltre un mese. Ovvero quello che chiede conto degli impegni di spesa sottoscritti da Buselli per l'ampliamento e il consolidamento dei cimiteri comunali, sancito nel giugno 2012 dal voto del Consiglio ma cancellato appena 4 mesi dopo un po' alla chetichella in sede di Giunta. Affinché non siano dimenticati e quindi disattesi anche gli impegni assunti dall'amministrazione di fronte al Consiglio per ridurre le aliquote IMU a favore delle famiglie con disabili e degli alloggi offerti a canone concordato, la scorsa settimana, abbiamo intrapreso l'iniziativa di questa nuova interrogazione da discutersi al prossimo Consiglio. Speriamo che aiuti l'Amministrazione a tenere presenti gli impegni presi.

                                                                                   Progetto Originario, il Gruppo Consiliare

Futuro del S. Chiara: le minoranze interpellano il sindaco




Già due settimane fa abbiamo scritto quanto l'incertezza sul S. Chiara sia aumenta. La risposta definitiva della Regione sulla possibilità che il S. Chiara possa in futuro ospitare almeno una parte delle persone oggi ricoverate nell'ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Montelupo è slittata di un anno. Almeno fino al 31 marzo del 2014 non ci saranno i fondi. Poi, chissà, visto i tempi che corrono. Però la relazione dei sindaci revisori dell'azienda S. Chiara parla chiaro: il tempo stringe e servono interventi importanti. Infatti, c'è poco da tergiversare, quando il collegio dei sindaci revisori esprime un parere sul bilancio previsionale del prossimo triennio e per l'anno 2013 “esprime grande preoccupazione per le previsioni del risultato economico fortemente negativo, pari ad una perdita d'esercizio di euro 562.895”. Un ammanco che sommato al debito già accumulato dall'azienda andrebbe a formare un buco di quasi due milioni di euro. Troppo, per prenderlo sottogamba, specialmente in tempi di tagli generalizzati come quelli attuali. Di fronte ad una situazione così delicata i gruppi di minoranza presenti in Comune - Città Aperta, Sinistra per Volterra e Progetto Originario – non possono accontentarsi delle affermazioni generiche, diramate dal Presidente Bacci attraverso la stampa, in cui parla del progetto presentato alla Regione per l’eventuale accoglienza dei degenti provenienti dall'ex ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo. Per questo, il giorno 9 aprile, è stata presentata al sindaco un'interpellanza congiunta e urgente. Per saperne di più, potendo contare su dati e impegni  precisi, se ce ne sono. Per esempio, vogliamo far luce sulla concreta possibilità di riadattare l’attuale struttura del Santa Chiara (spesa prevista di circa 300.000 €)  e di ristrutturare la ex scuola di Santa Chiara (per una spesa prevista di circa un milione di euro). Bacci ha dichiarato che la “ristrutturazione non peserà sulle casse dell'azienda ma che troverà copertura attraverso una serie di fondi pubblici già stanziati”; vorremmo che precisasse di quali fondi si tratta. E visto che secondo Bacci questa è l'ultima spiaggia per l'azienda, chiediamo anche di poter conoscere nel dettaglio i progetti di ristrutturazione predisposti dal S. Chiara, poiché finora ne abbiamo solo sentito accennare. L'interpellanza chiede quindi quali azioni siano al vaglio del Cda, nel breve termine, per evitare il deficit previsto dai revisori per l'anno in corso e su quali elementi il sindaco appoggi la sua opinione, quando afferma alla stampa che lo slittamento dei piani previsti per l'Opg avrà “un‘incidenza relativa” sulla salute dell'azienda. Infine, chiediamo risposte precise sul numero dei  profughi rimasti fino ad oggi in città e quali percorsi siano stati intrapresi dal Comune per garantire loro una prospettiva di inserimento nella comunità volterrana.

Alla luce del ritardo accumulato in questi anni nel percorso di risanamento dell'azienda e visti i recenti rinvii decisi dalle istituzioni sovraordinate, le minoranze confermano la necessità di riportare nell'aula del Consiglio Comunale tutti i passaggi salienti di questa fase. Data  l'importanza del tema, è stato chiesto al sindaco di inserire questo documento all'ordine del giorno del prossimo consiglio Comunale previsto il giorno 16 alle ore 15,00.


                                     Progetto Originario, il gruppo consiliare     

      

Più chiarezza sulle società del Comune



Non sappiamo più neppure dire quante volte, in questi ultimi due anni, abbiamo cercato di farci dire da sindaco e assessori lo stato di salute delle aziende partecipate e controllate dal Comune. Chiedere è lecito, e nel caso dei consiglieri comunali un diritto/dovere, ma ottenere risposte da Buselli si rivela sempre un calvario. Il caso più recente riguarda la nostra richiesta di aggiornamenti sull'enorme mutuo da 73,5 milioni di euro, che Asa spa contrasse con Monte dei Paschi Capital Services nel 2010. Soldi che in teoria avrebbero dovuto finanziare un cospicuo piano di investimenti su acquedotti, depuratori, ecc.. Però, vai a sapere quali investimenti sono stati compiuti nei primi due anni, cosa prevede il piano di rientro del debito e se questo viene rispettato. Di fatto non se ne sa più nulla. Se guardiamo sul sito web di Asa, il bilancio dell'azienda per il 2012 non risulta neppure pubblicato e d’altra parte neppure una volta il sindaco ha informato in merito il Consiglio Comunale. Eppure il Comune di Volterra è membro di Asa spa, società a maggioranza pubblica, e se quest'ultima andasse nei guai finanziariamente anche il nostro Comune sarebbe chiamato a risponderne attingendo alle proprie casse.
Negli ultimi anni le società partecipate dai Comuni e delle pubbliche amministrazioni in Italia sono proliferate e ciò ha reso la situazione dei conti pubblici ancora più incerta. Perché se il bilancio del Comune è reso noto a fine anno almeno ai consiglieri, spesso in pochi hanno notizie delle tante società partecipate e delle controllate. E non di rado quei pochi non si dimostrano neppure all’altezza di esercitare un controllo efficace. Altrimenti sarebbe difficile spiegare l’entità della crisi attuale dei conti pubblici. 
Per migliorare, nel nostro piccolo, una situazione a dir poco opaca, la scorsa settimana il gruppo di Progetto Originario ha depositato una mozione che richiede all'amministrazione di Volterra di adottare già da quest'anno la stesura del bilancio in forma consolidata. L’adozione del bilancio consolidato renderebbe visibili i risultati della gestione delle numerose società dei servizi pubblici sul territorio e introdurrebbe un elemento di trasparenza e di controllo assai incisivo sul fenomeno delle partecipazioni societarie. Una giungla che spesso si rivela formata da società ben poco virtuose. In pratica, chiediamo al sindaco e alla giunta di adottare per il Comune di Volterra una forma di redazione del bilancio che evidenzi tutte le attività e passività interne ed esterne, gravanti effettivamente sulle finanze municipali. Un unico documento che comprenda tutti i ricavi e i costi dell'ente, mettendo in luce, ad esempio, i risultati annuali di Asa, Asv, Cpt, S. Chiara, ecc.
Chiediamo anche che tutti i dati fondamentali delle varie società siano resi noti alla cittadinanza, sottoposta all'imposizione fiscale anche per l'erogazione dei beni e servizi gestiti da tali aziende. Per questo abbiamo proposto di individuare già da quest’anno per la rappresentazione del bilancio consolidato formati aperti, accessibili e intellegibili da inserire in forma digitale nel sito web del Comune.
Alcuni Comuni, anche a noi vicini, hanno già adottato questa pratica virtuosa. Il Comune  di Pisa, per esempio, che abbraccia un numero di società molto maggiore rispetto al Comune di Volterra. Del resto la stessa Corte dei Conti auspica l'adozione della contabilità in forma consolidata per gli enti locali, la cui assenza ha più volte messo in evidenza l'inadeguatezza del bilancio semplice di Comuni e Province a fornire informazioni esaustive sul reale stato di salute dei conti pubblici (Corte dei Conti, Sezione delle Autonomie, “Stato dei controlli della Corte dei Conti sugli organismi partecipati dagli enti locali”, Deliberazione n. 13/2008).
Questa in sintesi è la nostra più recente proposta. Attendiamo il Consiglio di martedì 16 per sapere cosa ne pensa la giunta Buselli.

Progetto Originario

domenica 7 aprile 2013

AAA... partito cercasi disperatamente



Apprendiamo dai giornali degli ultimi (vani) tentativi del sindaco Buselli di farsi accogliere nella costellazione delle liste a 5 stelle, le liste di riferimento dei grillini. Visto il buon risultato elettorale ottenuto dal movimento nel febbraio scorso, non era difficile immaginare che l'ondivago sindaco virasse repentinamente in questa direzione. Inutile chiedersi come Buselli pensasse di conciliare la sua novella sensibilità politica filo grillina con l'alleanza di ferro che a partire dal 2011 ha stretto col Pdl e La Destra di Storace che tengono in piedi la sua amministrazione. Buselli non si è mai posto problemi di coerenza: passa da una parte all'altra senza alcun problema. Al pari del polietilene tereftalato è riciclabile al 100%. Di conseguenza la “sua” lista civica, Uniti per Volterra, procede a zig zag navigando a vista. Ricordate la Federazione Civica a cui aderì con entusiasmo la lista Uniti per Volterra nel giugno del 2011, tanto da spendere l'assessore Paolo Moschi nel suo coordinamento regionale insieme al poggibonsese Berni? Da quanto tempo non se ne sa più nulla? Perfino il loro blog è fermo al maggio 2012. Tra le trovate più buffe di quella strampalata Federazione va segnalata la presunzione di dispensare nientemeno che la “Certificazione di Origine Controllata” alle numerose liste civiche italiane. Il civico “purissimo” Berni ha finito per fare campagna elettorale per il centrodestra, sostenendo a spada tratta il candidato Samorì e la coalizione berlusconiana. Moschi, per parte sua, fin dai suoi esordi mise in mostra la sua coerenza, conciliando a meraviglia la sua militanza nell'Udc con l'afflato civico e antipartitico della Federazione. Finché la contraddizione non gli fu fatta notare dalla colonne dei giornali e, mestamente, si dovette dimettere dal direttivo provinciale del partito di Casini.
Non meno tormentata la vicenda politica di Buselli. Dichiaratosi in origine di centrosinistra, diventato sindaco, ha subito sempre più il fascino del centrodestra. La passione per la destra si è decisamente rinvigorita dopo che, nel 2011, fu siglata la santa alleanza che puntella ancora la sua amministrazione. Da allora a più riprese ha partecipato ai congressi organizzati dal Pdl. Il culmine nel maggio 2012, quando si fece fotografare con Antonella Bassini e tutto il Pdl pisano in prima fila all'hotel Abitalia Tower Plaza, tutti intenti ad ascoltare l'onorevole Mantovano al convegno dal titolo - davvero irresistibile - “Il centro destra e i principi non negoziabili al tempo del governo tecnico”.
Dopo qualche mese, calate paurosamente le quotazioni del Pdl in tutta la penisola, Buselli riprende a guardarsi attorno. Il crollo dei consensi previsto per Berlusconi sembrava favorire il Pd, che si preparava alle elezioni organizzando le primarie. Primarie che verranno ricordate per il serrato testa a testa tra Renzi e Bersani. Figuriamoci se il sindaco Buselli poteva saltare un simile appuntamento! Ovviamente si schiera, appoggiando col suo proverbiale fiuto la candidatura di Valdo Spini. Purtroppo l'ex PSI fiorentino, nonostante il sostegno del novello lucumone volterrano, non è stato in grado di raccogliere il numero di firme necessario per far parte della sfida. E la sua partecipazione alle primarie è sfumata prima ancora di cominciare.
Il resto è storia recentissima. Le elezioni di febbraio certificano l'ottimo risultato del Movimento 5 Stelle e Buselli si riscopre grillino e corre a chiedere (a posteriori) la certificazione stellata per la sua lista: respinta, per adesso. Ma siamo quasi certi che Buselli “coerentemente” tornerà alla carica. In fondo il sindaco deve pur trovare qualcuno che lo appoggi prima di giugno 2014. Quando si terranno le prossime elezioni amministrative.  La ricerca continua.

Progetto Originario

Strade in abbandono



Il lungo e piovoso inverno appena trascorso ha evidenziato, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, lo stato di estrema incuria della viabilità di tutto il territorio comunale. Se da una parte è attualmente  interrotta la strada provinciale 439dir (via Pisana) per l’ennesima recidiva della frana presso Mulino D’Era, su cui almeno sono in corso dei lavori e vi è speranza che venga riaperta a breve, dall’altra abbiamo strade completamente abbandonate a se stesse, dove campeggiano da anni cartelli di segnalazione di pericolo. Pensiamo alla strada comunale per santa Margherita che è da mesi costellata in più punti da transenne e cartelli che segnalano frane, avvallamenti e chiusure parziali di carreggiata. Non è da meno la strada comunale  per Malarampa che conduce alla frazione di Villamagna, la quale lungo tutto il suo percorso è disseminata da tempo immemorabile da buche, avvallamenti e tratti oramai ritornati sterrati dove l’asfalto è un lontano ricordo. Infatti, è appena percettibile l’effetto dell’unico, misero intervento eseguito nel 2012 sulla strada di Malarampa per porre rimedio ad una frana che altrimenti ne avrebbe determinato la completa chiusura. Così come la strada che da Villamagna conduce verso Iano, che nel tratto di competenza del Comune di Volterra si distingue per il caratteristico, pessimo stato di manutenzione. Peraltro in contrasto con il vicino tratto di pertinenza del Comune di Montaione, che può dirsi almeno decente e al confronto del primo fa la sua figura. Ma a voler continuare si potrebbero citare molti altri esempi molto poco edificanti di come la viabilità nel nostro territorio non sia affatto valutata come una priorità e neppure come una cosa importante. Viceversa si è scelto di spendere somme consistenti per interventi a nostro avviso assai meno prioritari. Basti ricordare le ingenti spese sostenute per sostituire lampioni funzionanti o per posizionare i varchi elettronici alle porte della città, peraltro montati da novembre e non ancora attivi. Senza contare che anche nel 2012 si sono spesi ben 70.000 euro in incarichi e consulenze esterne. Non ci pare neppure plausibile che di fronte a queste emergenze si continui a pontificare la realizzazione di discutibili  rotatorie sulla via pisana, che detto per inciso dovrebbero semmai essere realizzate dalla Provincia e non dal nostro Comune con i pochi soldi a sua disposizione. Detto questo è notizia di oggi che il Governo abbia finalmente disposto lo sblocco di una parte del patto di stabilità per i comuni, che  per Volterra si concretizzerà in una capacità di spesa aggiuntiva rilevante. Ci auguriamo che questo regalo insperato possa finalmente liberare risorse da destinare alle opere di urgenza primaria lasciando da una parte i soliti lampioncini e le vagheggiate pensiline.

Progetto Originario

venerdì 5 aprile 2013

S. Chiara al bivio

E’ di appena qualche giorno fa la notizia che il Governo ha rinviato di un anno la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (opg) prevista per il prossimo 31 marzo. La proroga del termine per la cessazione al 1 aprile 2014 viene giustificata con la necessità di dare alle Regioni altro tempo per la realizzazione delle strutture sanitarie sostitutive. Per il superamento degli opg la legge prevede un finanziamento di 273 milioni di euro (93 per il personale e il resto per le strutture).
Con la proroga, però, di fatto va considerata rinviata di un anno la candidatura del nostro S. Chiara per l’accoglienza di almeno parte degli ospiti dell’opg di Montelupo. Al di là della effettiva realizzabilità del progetto e della compatibilità di questa delicata tipologia di pazienti con gli ospiti attuali, sembra sfumata l’opportunità di impiegare a breve la nostra azienda pubblica di servizi alla persona in attività aggiuntive rispetto alla sola assistenza delle persone anziane, che al momento non è purtroppo sufficiente a tenere in equilibrio il bilancio dell’azienda. Dopo questo brusco stop e vista l’urgenza rappresentata dal collegio dei sindaci revisori di trovare a breve termine soluzioni per l’ASP S. Chiara, è lecito domandarsi quale direzione prenderà il CdA dell’azienda. Proseguirà nel piano di rilancio approvato dall'attuale maggioranza di Buselli e Bassini nel dicembre 2011, che incentrava il risanamento dei conti investendo nella costruzione di una nuova struttura edilizia più compatta, moderna ed efficiente? Oppure congelerà il proprio piano per un altro anno in attesa di conoscere se il progetto di accoglienza dei pazienti di Montelupo è stato accettato, programmando l’adeguamento della struttura attuale magari assieme alla ex scuola di S. Chiara? L'alternativa è netta e la scelta urgente, visto che l'attesa di un altro anno senza assumere decisioni potrebbe avere conseguenze drammatiche sul bilancio.
La progettazione e l'eventuale costruzione di una nuova costosa struttura che non si saprebbe ancora come impiegare, visto che l’Asl sta sistematicamente ridimensionando le convenzioni per l’assistenza all’anziano, ci pare una volta di più un inutile spreco di soldi. Nemmeno è verosimile che si possa contare sull’assistenza ai privati, non potendo la maggior parte delle famiglie sostenere di tasca propria il costo della permanenza di un anziano nella ASP. A noi sembra chiaro che il piano di rilancio votato dalla maggioranza in Consiglio nel dicembre 2011 è definitivamente tramontato e quindi da accantonare. Dopo che è sfumata la possibilità di attivare una Rasd e Volterra, il fallimento della vendita della cubatura del Chiarugi, il fallimento del progetto di realizzazione del distretto Asl nella ex scuola S. Chiara e il calo dei ricoveri, è l'evidenza stessa delle cose a richiederlo. Andare avanti con una privatizzazione (già di per sé sbagliata), senza che sia stata realizzata neppure una delle condizioni considerate propedeutiche all'operazione, sarebbe come dare il via ad una catastrofe annunciata. 
Preso atto degli errori commessi finora, si torni a ridiscutere tutti assieme la grave situazione creatasi, mettendo attorno allo stesso tavolo tutti gli attori interessati alla permanenza di una struttura per anziani efficiente a Volterra. Noi crediamo che un percorso del genere potrebbe essere difficile ma non infruttuoso.
La strada peggiore sarebbe non fare niente, in attesa di passare la palla al prossimo CdA atteso per il 2014 con il rinnovo dell’amministrazione comunale di Volterra. Quando le sorti del S. Chiara potrebbero essere irrimediabilmente compromesse.

Progetto Originario

Acqua: la legge e l'arroganza

E tre! Dopo le sentenze della Corte Costituzionale prima e del Consiglio di Stato poi, anche il TAR della Toscana si pronuncia in favore di quanto sancito dai referendum del 2011. Sul ricorso intentato  dal “Forum toscano dei movimenti per l'acqua” contro le delibere delle assemblee consortili del Basso Valdarno, i giudici amministrativi hanno accolto le tesi del Forum. In particolare la sentenza del TAR ribadisce che “il criterio della remunerazione del capitale, essendo strettamente connesso al quesito referendario, viene inevitabilmente travolto dalla volontà popolare abrogatrice”, riaffermando in pieno quanto già sostenuto dalla Corte Costituzionale. In pratica viene riconfermato per l'ennesima volta che, dopo i referendum, non è più legittimo per i gestori fare profitti con l'acqua.
Intanto, dal luglio 2011 ad oggi, i vari gestori toscani hanno accumulato alcuni milioni di euro di profitti indebiti che dovrebbero restituire immediatamente ai cittadini. Se la copertura di tutti i principali partiti proseguirà immutata, le società di gestione probabilmente continueranno a fare orecchie da mercante. Facendo giustamente inferocire i cittadini che si vedono presi per il naso una volta di più. Ma perché la legge in questo caso, dopo ben due anni trascorsi, viene ostinatamente infranta su scala nazionale? Per l'evidente ragione che i soggetti gestori sono costituiti oltre che da soci privati (spesso aziende multinazionali molto influenti) anche da rappresentanti dei comuni provenienti da quasi tutti i partiti che hanno costruito l'attuale sistema per propri fini, tra cui la costituzione di nuovi apparati dove collocare il ridondante personale politico. Nelle strutture delle aziende di gestione, infatti, siedono direttamente sindaci, assessori e spesso membri esterni da loro nominati, che in questi anni si sono attaccati alle attuali e inefficienti società miste come cozze allo scoglio. E' così che anche il Comune di Volterra a guida lista civica Uniti per Volterra è presto diventato un puntello di Asa Spa nonché sostenitore delle sue discutibilissime modalità di gestione. Per esempio non sappiamo più nulla del macrofinanziamento (e del relativo piano di rientro) da 73,5 milioni di euro, che Asa sottoscrisse nel giugno 2010 con un pool di banche italiane guidato da Monte Paschi Siena Capital Service Spa. Un finanziamento su base di project financing che prevedeva un'operazione di sostegno finanziario da svilupparsi in tranches successive a partire dal 2011, in teoria mirato a sostenere un piano di investimenti spalmato sul periodo 2010-2026.  Piano di investimenti che rischia di rivelarsi l'ennesimo specchietto per le allodole, dato che, finora, non ha visto attuazione neppure il modesto ripristino dell'acquedotto che dalle Carline giunge a Volterra, interrotto da una frana presso Scornello nel 2006 e mai riparato. Intanto l'estate 2013 si avvicina e nessuna reale misura è stata presa per migliorare le condizioni della rete di distribuzione in Alta Val di Cecina onde evitare i soliti disservizi estivi. A maggior riprova della necessità immediata di tornare ad un sistema di gestione diverso, interamente pubblico e dimensionato a scala di bacino.

Progetto Originario

Cimiteri: silenzio di tomba



 Il 4 di marzo è ormai lontano, i canonici venti giorni sono abbondantemente passati senza che il sindaco Buselli o l'assessore Moschi si siano degnati di rispondere alle domande poste sui cimiteri comunali. L'interpellanza del capogruppo Bernardini resta ancora in attesa di risposta da parte dell'amministrazione, come le nostre ripetute domande dalle pagine di questo giornale. Ermanno Marconcini, salinese doc, ha ripreso l'argomento per quanto riguarda le pessime condizioni in cui versa il cimitero di Saline, ma temiamo senza maggior fortuna. Il solito copione. Questa amministrazione appare sempre molto concentrata nella comunicazione, ma unicamente per alimentare polemiche triviali o per autoincensarsi. Quando si tratta di rispondere alle legittime domande sulle sue attivita' piuttosto che su opere o soldi pubblici, invece, resta sempre rigorosamente muta. Sia che gli interlocutori abbiano ruoli istituzionali sia che si tratti di semplici cittadini, l'atteggiamento degli amministratori volterrani è lo stesso: il silenzio. E quando la legge impone loro di replicare, le risposte sono tardive e a dir poco reticenti. 
Eppure le domande in questo caso sono estremamente semplici e ragionevoli. Perché in soli quattro mesi stata prima programmata e poi cancellata la previsione di importanti interventi di ampliamento (per complessivi sette milioni di euro) sul cimitero di Saline e su quello di Volterra? Può un Comune programmare a giugno e sprogrammare a ottobre il grosso del suo Piano triennale delle opere pubbliche, senza rendere conto a nessuno delle sue azioni contraddittorie? Lo abbiamo scritto altre volte: l'incapacità di programmare è il peggiore difetto di un'amministrazione, dato che viene a costare salata in termini di tempo e soprattutto di denaro.
Dato l'allarme sui residui spazi a disposizione nei cimiteri comunali lanciato dallo stesso sindaco e dal suo assessore soltanto nel giugno scorso, abbiamo quindi richiesto che venissero resi noti i dati reali sulle effettive disponibilita' di spazi cimiteriali e i relativi tempi di saturazione previsti, alla luce delle proiezioni statistiche sulle dinamiche della popolazione. Due calcoli abbastanza rapidi da farsi e a quanto risulta aggiornati dall'ufficio tecnico anche di recente.
Ovviamente speriamo che sindaco e l'assessore rispondano in modo esaustivo anche alla nostra domanda sul cimitero di Saline. Ovvero se non ritengono le prolungate condizioni di degrado in cui versa la struttura ormai meritevoli di un intervento definitivo. Torniamo a chiederlo, ricordando loro che anche il Programma triennale delle opere pubbliche appena scaduto (triennio 2010-12) conteneva un impegno di spesa di 250.000 euro per il consolidamento del cimitero di Saline. Un impegno mai mantenuto, purtroppo, ma ogni anno che passa i danni crescono.
Infine, attendiamo di sapere per quali ragioni, presso alcuni cimiteri, si siano verificati spiacevoli episodi di difformità di trattamento per quanto riguarda il diritto delle famiglie al prolungamento del periodo di tumulazione dei propri cari.
Domande semplici, come facile comprendere, tutte incentrate sulle strette competenze del Comune e nulla più. Restiamo pazientemente in attesa di risposte. 

Il gruppo consiliare di Progetto Originario