venerdì 5 aprile 2013

S. Chiara al bivio

E’ di appena qualche giorno fa la notizia che il Governo ha rinviato di un anno la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (opg) prevista per il prossimo 31 marzo. La proroga del termine per la cessazione al 1 aprile 2014 viene giustificata con la necessità di dare alle Regioni altro tempo per la realizzazione delle strutture sanitarie sostitutive. Per il superamento degli opg la legge prevede un finanziamento di 273 milioni di euro (93 per il personale e il resto per le strutture).
Con la proroga, però, di fatto va considerata rinviata di un anno la candidatura del nostro S. Chiara per l’accoglienza di almeno parte degli ospiti dell’opg di Montelupo. Al di là della effettiva realizzabilità del progetto e della compatibilità di questa delicata tipologia di pazienti con gli ospiti attuali, sembra sfumata l’opportunità di impiegare a breve la nostra azienda pubblica di servizi alla persona in attività aggiuntive rispetto alla sola assistenza delle persone anziane, che al momento non è purtroppo sufficiente a tenere in equilibrio il bilancio dell’azienda. Dopo questo brusco stop e vista l’urgenza rappresentata dal collegio dei sindaci revisori di trovare a breve termine soluzioni per l’ASP S. Chiara, è lecito domandarsi quale direzione prenderà il CdA dell’azienda. Proseguirà nel piano di rilancio approvato dall'attuale maggioranza di Buselli e Bassini nel dicembre 2011, che incentrava il risanamento dei conti investendo nella costruzione di una nuova struttura edilizia più compatta, moderna ed efficiente? Oppure congelerà il proprio piano per un altro anno in attesa di conoscere se il progetto di accoglienza dei pazienti di Montelupo è stato accettato, programmando l’adeguamento della struttura attuale magari assieme alla ex scuola di S. Chiara? L'alternativa è netta e la scelta urgente, visto che l'attesa di un altro anno senza assumere decisioni potrebbe avere conseguenze drammatiche sul bilancio.
La progettazione e l'eventuale costruzione di una nuova costosa struttura che non si saprebbe ancora come impiegare, visto che l’Asl sta sistematicamente ridimensionando le convenzioni per l’assistenza all’anziano, ci pare una volta di più un inutile spreco di soldi. Nemmeno è verosimile che si possa contare sull’assistenza ai privati, non potendo la maggior parte delle famiglie sostenere di tasca propria il costo della permanenza di un anziano nella ASP. A noi sembra chiaro che il piano di rilancio votato dalla maggioranza in Consiglio nel dicembre 2011 è definitivamente tramontato e quindi da accantonare. Dopo che è sfumata la possibilità di attivare una Rasd e Volterra, il fallimento della vendita della cubatura del Chiarugi, il fallimento del progetto di realizzazione del distretto Asl nella ex scuola S. Chiara e il calo dei ricoveri, è l'evidenza stessa delle cose a richiederlo. Andare avanti con una privatizzazione (già di per sé sbagliata), senza che sia stata realizzata neppure una delle condizioni considerate propedeutiche all'operazione, sarebbe come dare il via ad una catastrofe annunciata. 
Preso atto degli errori commessi finora, si torni a ridiscutere tutti assieme la grave situazione creatasi, mettendo attorno allo stesso tavolo tutti gli attori interessati alla permanenza di una struttura per anziani efficiente a Volterra. Noi crediamo che un percorso del genere potrebbe essere difficile ma non infruttuoso.
La strada peggiore sarebbe non fare niente, in attesa di passare la palla al prossimo CdA atteso per il 2014 con il rinnovo dell’amministrazione comunale di Volterra. Quando le sorti del S. Chiara potrebbero essere irrimediabilmente compromesse.

Progetto Originario

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