Il Tirreno 30 gennaio 2014 |
Progetto per Volterra è una derivazione del gruppo Progetto Originario, nato dalla scissione della Lista Civica Uniti per Volterra. Si è candidato alle amministrative del 2014. Sarà rappresentato in Consiglio Comunale da Sonia Guarneri.
giovedì 30 gennaio 2014
lunedì 27 gennaio 2014
sabato 25 gennaio 2014
La scelta ai cittadini
Apprendiamo
che questa settimana il Partito Democratico, dopo una serie di
consultazioni interne ed esterne, ha scelto il suo aspirante
capolista, individuando l'ex direttore del Consorzio Turistico Paolo
Paterni. Una persona che negli anni ha dimostrato di saper fare
l'amministratore ma anche di saper prendere decisioni personali
difficili nei momenti opportuni. Detto questo riteniamo che debbano necessariamente essere valutate anche altre opzioni.
Come
abbiamo già avuto modo di puntualizzare in precedenti interventi, il
gruppo di Progetto Originario in questa prima fase di consultazioni
con le altre forze politiche ha preferito focalizzare la sua
attenzione sul programma elettorale e sugli indirizzi politici della
futura coalizione. Possiamo tranquillamente chiarire che i temi
sviluppati (e in parte ancora in fase di discussione) sono: il futuro
della sanità locale, la gestione del territorio e delle sue risorse,
la necessità di maggior trasparenza e imparzialità da parte
dell'amministrazione.
Se
riusciremo ad accordarci su presupposti programmatici comuni, insieme
dovremo affrontare anche la scelta definitiva del capolista, in modo
aperto e plurale. Poiché le diverse forze politiche esprimono una
oggettiva pluralità di sensibilità, ma soprattutto per
rivitalizzare il rapporto di fiducia tra politica e cittadini,
riteniamo sia indispensabile, nella scelta del capolista, fare
ricorso alla forma più democratica, ovvero alle primarie di
coalizione. Anch'esse non sono uno strumento privo di difetti, ma
probabilmente restano il metodo meno imperfetto. Quantomeno, nell'era
delle alchimie elettorali e delle liste bloccate, serviranno a
mettere alla prova e perfezionare la sintonia tra rappresentanti e
rappresentati.
Progetto
Originario
Un ospedale da 200 posti letto
L'area ospedaliera di Volterra |
Già
nella prima bozza di spending review del governo Monti comparve
ufficialmente la minaccia di chiusura per obbligo di legge dei
cosiddetti “piccoli ospedali”, quelli al di sotto dei 100 posti
letto. Più di recente, col governo delle larghe intese, sono
trapelate su tutti i giornali indiscrezioni sul taglio in blocco di
175 piccoli ospedali. Nella lista figurava anche il S. Maria
Maddalena di Volterra, con i suoi 55 posti letto ufficiali. Questi
allarmi per il momento sono rientrati sulla scorta delle reazioni
seguite ad una simile ipotesi. Tra cui ricordiamo le ferme posizioni
di alcuni presidenti di regione, non ultima quella di Enrico Rossi.
Tuttavia, col perdurare della crisi economica, con un debito pubblico
che non accenna a calare, non possiamo sottovalutare il rischio che
un prossimo piano di revisione della spesa pubblica finisca per
mettere in pratica la chiusura di molti nosocomi, incluso l'ospedale
di Volterra.
Eppure,
noi volterrani sappiamo che da anni il nostro comparto sanitario nel
suo insieme va ben oltre i 55 posti letto dell'ospedale, perché
affiancato e integrato alle due strutture per le riabilitazioni
cittadine, Auxilium Vitae e Inail, arrivando complessivamente a
gestire poco meno di 200 posti letto. Questa realtà composita, che
annovera riconosciute punte di eccellenza a livello regionale, è di
fatto molto di più di un “piccolo ospedale”. Da qui, dalla
consapevolezza del valore delle esperienze maturate in questi anni,
formuliamo una proposta alla città, alla Asl 5, alla Fondazione CRV
e alla Regione, per mettere definitivamente al riparo il comparto
sanitario volterrano da futuri colpi di mano sui piccoli ospedali,
ormai sempre più verosimili. Chiediamo di ragionare assieme
all'ipotesi di riportare il comparto delle riabilitazioni all'interno
dell'ambito Asl, così come accade già presso la Asl 1, in modo tale
da “compattare” e rafforzare tutte le risorse del settore.
D'altra parte, se domani un provvedimento di governo dovesse
sacrificare l'ospedale, anche il settore delle riabilitazioni
vedrebbe di conseguenza la sua sorte segnata a breve termine.
Abbiamo
deciso di portare all'attenzione della città questa proposta anche a
seguito dei tavoli di discussione e approfondimento intrapresi nelle
scorse settimane con le altre forze politiche cittadine, in cui
abbiamo trovato elementi incoraggianti di apertura e convergenza. Da
più parti si avverte ormai la necessità di rilanciare il tema del
futuro della sanità a Volterra attraverso uno scatto in avanti, dato
che gli atteggiamenti solo e soltanto difensivistici si sono rivelati
inadeguati e perdenti.
Sappiamo
che il percorso potrebbe non essere semplice e non ci nascondiamo
alcune oggettive difficoltà, ma nella fase attuale questa soluzione
ci sembra una via realistica per garantire un futuro importante e
duraturo alla sanità di Volterra e della Val di Cecina.
Progetto
Originario
Il canone concordato messo in freezer
Tra
le proposte concrete che in questi anni abbiamo avanzato al Consiglio
Comunale vi è quella relativa all'istituzione anche nella nostra
zona del canone concordato, ovvero di una sorta di equo canone di
cui potranno beneficiare gli inquilini e per certi versi anche i
proprietari di seconde case. Difatti da un lato il canone concordato
consente l’applicazione di canoni di affitto calmierati, dall’altro
i proprietari degli appartamenti beneficerebbero di importanti
agevolazioni fiscali, tra le quali la riduzione dell'IMU sulle
seconde case, attualmente fissata dal Comune al massimo di aliquota
consentita.
Nonostante
l’amministrazione Buselli abbia a suo tempo accolto in Consiglio
questa nostra proposta, impegnandosi formalmente a portare avanti le
attività necessarie alla sua attivazione, nei fatti quell’impegno
è rimasto lettera morta. Eppure per dare le gambe a questa soluzione
occorreva poco. Il Comune avrebbe dovuto sottoscrivere un'intesa con
le associazioni dei proprietari e degli inquilini presenti sul
territorio, come previsto dalla legge, stipulando un accordo
condiviso. Evidentemente la questione non interessava realmente la
maggioranza, che difatti non ha neppure provveduto a convocare le
associazioni per ricercare l'accordo previsto dalla legge.
Di
questi tempi, una soluzione di questo tipo, ben congegnata, avrebbe
potuto sicuramente dare respiro a molti inquilini in difficoltà
economiche, alleviando il costo del contratto di affitto del 25-35%.
Ricordiamo che nel Comune di Volterra ci sono 70-80 famiglie che da
molti anni chiedono inutilmente risposte al Comune sul tema della
casa. Purtroppo nuove case popolari non sono state né progettate né
tanto meno realizzate. E ovviamente le case popolari storiche sono
poche e tutte occupate, mentre non si vedono all'orizzonte i nuovi
alloggi. Di fronte ai legittimi bisogni di molte famiglie, con una
crisi economica così grave e persistente, come può un Comune
accantonare proposte come questa per anni, visto che in fin dei conti
sarebbe servito soltanto un po’ di impegno?
Progetto
Originario
I buchi con la strada intorno
L'ultimo buco comparso a S. Stefano |
Qualche
settimana fa si è aperto un nuovo buco nell'asfalto nella zona di
Borgo S. Stefano. Stavolta non nella via principale, ma nella
diramazione che conduce all'albergo Villa Nencini. Sabato è stato
eseguito un primo tamponamento provvisorio da parte di Asa, mirato a
coprire la cavità con una piastra di acciaio segnalata da birilli.
In questi giorni è stato ultimato il “rattoppo” con la solita
pezza d'asfalto, ma ormai è chiara a tutti la necessità di un
intervento complessivo sulle infrastrutture sepolte della zona. In
particolare si rende necessaria la sostituzione della vecchia
fognatura che non riesce più a garantire la tenuta dei reflui,
provocando con le sue continue perdite erosione nel terreno
circostante con buchi che improvvisamente si aprono sull'asfalto. La
circostanza che negli ultimi 6 mesi il fenomeno si sia ripetuto in
almeno 4 occasioni in punti diversi evidenzia quanto sia ormai
improrogabile mettere mano a questa situazione. Asa e il Comune dai
giornali hanno promesso che avrebbero provveduto con un intervento
congiunto e risolutivo nel mese di febbraio. Ormai ci siamo.
Aspettiamo fiduciosi.
Progetto
Originario
venerdì 24 gennaio 2014
giovedì 23 gennaio 2014
venerdì 17 gennaio 2014
L'antisociale
Dalle
più recenti notizie apparse sulla stampa abbiamo appreso che, dopo
l'abbandono del presidente Pierluigi Dei, anche gli altri 11
componenti della Consulta del Sociale hanno rassegnato le proprie
dimissioni. Siamo, quindi, giunti all'azzeramento di fatto di uno
degli organi più importanti del Comune, quello che funge da raccordo
tra l’attività del Settore Sociale dell’ente e la società
civile, articolata nelle numerose aggregazioni attivamente impegnate
nel settore.
La
Consulta svolge da sempre un ruolo di coordinamento
dell'associazionismo sociale, del
volontariato,
delle cooperative e del privato sociale presenti sul territorio, al
fine di esaminare le tante problematiche del settore, promuovere le
iniziative, delineare le strategie comuni per far fronte alle
emergenze sociali. Negli anni, la nostra Consulta si è dimostrata
assai efficace perché ha consentito all’assessore del sociale di
fare rete con tutti i soggetti direttamente coinvolti nei diversi
ambiti che questo delicato settore esprime. La Consulta ha avuto,
inoltre, un ruolo attivo in molte occasioni. Ricordiamo che fu
proprio dalla discussione nata in seno alla Consulta del sociale che
nacque lo Sportello Casa, così come fu ancora la Consulta, pochi
anni fa, a far emergere l’esigenza di favorire la formazione di
nuove cooperative sociali per operare gli inserimenti lavorativi dei
soggetti più svantaggiati.
Dalle
motivazioni alle proprie dimissioni fornite dai membri della Consulta
emerge chiaramente quale è stato il ruolo che l’attuale assessore
Lonzi le ha ritagliato. La Consulta, organo naturale dove dovrebbero
essere discusse preventivamente le problematiche e proposte afferenti
l’organizzazione dei servizi sociali, apprese solo dai giornali che
l’assessore intendeva rivoluzionare l’organizzazione dello
Sportello Immigrati, che da anni si era distinto per l’ottima
attività svolta. Nella riunione convocata solo a seguito di
richiesta delle associazioni, la Consulta all’unanimità si
dichiarò contraria all’idea di Lonzi di far gestire il servizio
attraverso la Asp S. Chiara, priva di competenze specifiche,
chiedendo con energia che venisse mantenuta la modalità di gestione
esistente. Una modalità dimostratasi efficace e soprattutto molto
apprezzata dagli utenti, anche per l’ottimo rapporto umano
instaurato negli anni con l’operatrice.
Dopo
aver nicchiato per qualche settimana elargendo un po' di false
promesse qua e là, l’amministrazione, nel più completo dispregio
delle indicazioni ricevute dalla Consulta, ha tirato dritto per la
sua strada, senza peraltro offrire neppure argomentazioni valide. Di
fatto dimostrando che l’assessore intende la Consulta come un
organo fantoccio, le cui indicazioni non meritano di essere tenute in
alcun conto.
A
questo punto le dimissioni sono arrivate a pioggia da parte della
stragrande maggioranza delle componenti della Consulta, precedute
appena qualche settimana prima da quelle del suo Presidente: lo
sbocco naturale per chi da anni aveva instaurato un rapporto con
l’amministrazione di tutt’altra natura e con essa aveva
efficacemente collaborato.
Un
atto così grave e significativo, assunto da un organo così
composito per estrazione e sensibilità, farebbe riflettere
l'assessore al Sociale di qualsiasi amministrazione “normale”,
tanto da indurlo alle decisioni conseguenti riguardo le proprie
responsabilità. Ma naturalmente un simile gesto non si addice
affatto né a questo assessore, né tanto meno all'amministrazione
che lo ha espresso.
Progetto
Originario
Il dormiglione
Aver
letto le esternazioni di Buselli riguardo al punto nascita, diramate
con “soli” tre anni di ritardo rispetto alla chiusura del
reparto, è come essere catapultati al cinema durante la proiezione
del film di Woody Allen, “Il dormiglione”. Avete presente? Dove
il protagonista pensa di essersi svegliato a poche ore da
un'operazione per l'ulcera e invece si ritrova proiettato 200 anni
più avanti, nel 2173, poiché è stato ibernato a sua insaputa.
Buselli, ripresosi tardivamente da un fatale stato di ibernazione,
s'indigna con tre anni di ritardo, “dimenticandosi” di aver
fornito il suo totale avallo a quella chiusura in Consiglio Comunale
nel dicembre del 2011. La storia del reparto Materno-Infantile e più
in generale dell'ospedale di Volterra, infatti, è troppo seria per
correre dietro alle giravolte mediatiche del sindaco. Buselli usa il
tema come propellente elettorale, ma mentre trattava la stesura del
Protocollo sulle Politiche Sanitarie in Val di Cecina non si fece
scrupolo di voltare clamorosamente le spalle alla battaglia sul punto
nascita. Vale la pena ricordare che questo signore nel giro di pochi
mesi, mentre portava avanti in prima persona trattative riservate con
la direzione della Asl 5, stravolse completamente il paragrafo già
scritto sul punto nascita, senza confrontarsi con nessuno. Infatti,
la prima stesura del Protocollo, risalente al marzo 2011, su cui
convergemmo anche noi di Progetto Originario, puntava esplicitamente
a preservare il progetto punto nascita, “curandone
l’integrazione nell’ambito della presenza di un’area materno
infantile – pediatrica”. Non solo, contemplava il miglioramento
dell’offerta consultoriale e il potenziamento dei servizi di
mediazione culturale per “le esigenze connesse alla preparazione
della donna nei percorsi pre e post parto”, prevedeva il
“potenziamento delle attività di prevenzione collegate alle
patologie che oggi hanno una rilevante incidenza nella donna” e –
fondamentale - il mantenimento dei letti pediatrici all'interno
dell'area.
Sorprendentemente
a dicembre dello stesso anno, dopo qualche mese di trattative a porte
chiuse, Buselli portò al Consiglio Comunale una versione
completamente diversa del Protocollo, in cui tutte le garanzie appena
illustrate erano state platealmente cancellate. Non solo: scoprimmo
che erano state eliminate anche le clausole a salvaguardia del
Reparto di Cardiologia e UTIC presenti nella versione precedente e,
infine, era stata cancellata la proposta di attivazione della guardia
attiva anestesiologica, punto cardine del programma elettorale 2009.
Il sindaco anche in quell'occasione dimostrò davanti al Consiglio
Comunale la sua completa inaffidabilità, mentre le sue odierne
lacrime di coccodrillo mostrano con che razza di faccia di bronzo
abbiamo a che fare.
Il
comunicato della direzione della Asl di replica sullo stesso tema,
affibbiando la colpa della chiusura del punto nascita alle donne
della Val di Cecina, tiene sicuramente testa a Buselli in fatto
d'ipocrisia. E' noto che i numeri del reparto calarono proprio in
ragione degli innumerevoli requisiti che l'azienda richiedeva alle
mamme per poter accedere alla sala parto. Bastava un filo di
pressione alta, un precedente cesareo, un mezzo raffreddore e la
gestante era dirottata d'imperio altrove. La direzione, quindi,
costituì consapevolmente un collo di bottiglia verso l'accesso
fatalmente destinato ad abbattere i ricoveri. Tuttavia, salvo i
parti, il reparto aveva conservato i numeri in tutte le altre
attività e in particolare per le interruzioni volontarie di
gravidanza. Chiuderlo fu una scelta di natura politico-economica
camuffata da scelta tecnica, come in tempi di spending review hanno
dimostrato le successive manovre dei governi Monti e Letta ai danni
dei piccoli ospedali.
Progetto
Originario
mercoledì 15 gennaio 2014
martedì 14 gennaio 2014
Ogni cosa a suo tempo
Sonia Guarneri |
Abbiamo
letto con interesse le indiscrezioni uscite domenica sulla stampa in
cui tra i nomi dei possibili candidati a sindaco, emersi dalle prime
consultazioni interne al PD, figurerebbe anche quello di Sonia
Guarneri. Viste anche le interpretazioni riportate dai giornali sulle
possibili alleanze di Progetto Originario con altre forze politiche,
ci corre l’obbligo di fornire alcune precisazioni. Innanzi tutto
ringraziamo chi ha espresso il proprio apprezzamento, in qualsiasi
forma sia stato fatto, sul nome della consigliera di PO, che incarna
la novità principale di questi ultimi anni, avendo fornito ampie
prove delle sue indubbie qualità. Tuttavia, è giusto precisare a
chi legge che nella fase attuale è sicuramente prematuro ogni salto
in avanti relativo al nome del futuro candidato sindaco di una
coalizione che di fatto ancora non c’è. Confermiamo che stiamo
portando avanti una serie di incontri con le altre forze politiche
cittadine in prospettiva delle prossime elezioni amministrative, ma
l’ordine di priorità che ci siamo dati prevede la ricerca di un
accordo preventivo sui temi da affrontare e quindi sul programma.
Lavoro, questo, che non si è ancora concluso. Su sanità, gestione
del territorio e altre questioni spinose stiamo facendo importanti
passi avanti, ma una vera sintesi non è ancora matura. Se tutto
andrà bene, se su un programma forte riusciremo a compattare una
coalizione importante, allora saremo autorizzati a discutere tutti
assieme i nomi dei candidati. Nella maniera più aperta possibile,
estendendo lo sguardo a tutti gli alleati e auspicabilmente anche a
forze della società civile, puntando per prima cosa sulla qualità
delle persone. Attualmente, la dialettica interna al PD sui
candidati, con le inevitabili indiscrezioni sulla stampa, è quindi
assolutamente legittima e comprensibile, ma resta comunque solo
interna al partito. In quanto tale è da intendersi come parziale
rispetto ad una possibile futura coalizione, e fuori dalla nostra
sfera d’influenza.
Progetto
Originario
venerdì 10 gennaio 2014
Nella calza della Befana
Grazie
alla sciagurata scelta dell'Amministrazione volterrana di fare cassa
con l’aumento dell’aliquota IMU prima casa, elevandola oltre il
minimo di legge, i cittadini volterrani sono tra i pochissimi in
tutta la Provincia di Pisa a dover pagare entro il prossimo 24
gennaio anche la mini IMU. Difatti per l’abolizione dell’IMU
prima casa il Governo Letta non è riuscito a trovare la copertura
completa del mancato gettito, dunque ai contribuenti è stato chiesto
un ulteriore esborso. Non tutti i contribuenti vi sono però tenuti:
solo quelli residenti nei Comuni che deliberarono una
aliquota superiore a quella base del 4 per mille indicata a suo tempo
da Monti.
Nella
Provincia di Pisa su 39 comuni, solo 9 scelsero di fare cassa
attraverso un aumento delle imposte ai cittadini residenti. Volterra
non solo figura tra questi nove, con un aliquota del 5,00 per mille,
ma oltretutto si classifica al terzo posto per maggiore entità
dell'aumento, dietro solamente a San Giuliano Terme (6,00 per mille)
e Montopoli Val d’Arno (5,20 per mille). Tra l'altro la richiesta
di questo ulteriore e imprevisto esborso, arrivata così a ridosso
della scadenza e a seguito di numerosi altri balzelli, rischia di non
essere colta da molte famiglie, specialmente quelle composte da
persone anziane. Questi soggetti, che spesso coincidono con quelli
economicamente deboli, finiranno per vedersi arrivare in un secondo
tempo le poco simpatiche cartelle esattoriali, dove oltre alla
mancata aliquota saranno conteggiate pure le more. A questo punto,
forse qualcuno tra i lettori ricorderà che nel 2012 proponemmo
all'Amministrazione Comunale un modo concreto per evitare di
aggravare l'IMU prima casa al di sopra l'aliquota base. Proponemmo
infatti di introdurre una piccolissima tassa di soggiorno, che
ripartisse il peso del disagio economico del Comune su una base ben
più ampia rispetto ai circa 10.000 residenti attuali. La scelta
politica dell'Amministrazione di tassare solo quest'ultimi, dunque,
non fu inevitabile ma consapevole e deliberata.
Di
fatto per noi volterrani l'IMU sulla prima casa che lo scorso anno,
tra mille polemiche, il governo ha cercato di cancellare totalmente,
rispunta oggi con un piccola e irritante coda. Per
cui… di nuovo tutti in fila venerdì 24 gennaio, per la prima
stangatina dell'anno.
Progetto
Originario
S. Stefano protomartire
La
toponomastica a volte è più illuminante di quanto si creda. Si
narra che Santo Stefano fu il primo martire cristiano, ucciso
mediante lapidazione intorno al 36 dopo Cristo. Una leggenda del
cattolicesimo più popolare parla addirittura di un bambino nato da
una pietra. Una pastorella che era tra la folla che accorse alla
grotta di Betlemme la notte del 25 dicembre di oltre 2000 anni fa,
vide in quel giorno prodigiosamente esaudito il suo desiderio di
maternità, con la trasformazione di una pietra in un lattante. Nato
da pietra e morto a colpi di pietra, forse non sarà del tutto un
caso se la via di S. Stefano a Volterra è così malridotta da
sembrare la più sassosa delle mulattiere di montagna. Come è
abbastanza noto, la causa reale dei frequenti dissesti risiede nella
fognatura sottostante, piena di buchi e origine di numerosi
smottamenti del terreno destinati ad evolvere in piccole voragini che
improvvisamente finiscono per inghiottire pezzi di asfalto, lasciando
buchi di 60-70cm. Già a dicembre, segnalammo pubblicamente il
problema e le sue cause, spiegando che rattoppare di volta in volta i
nuovi buchi non serve a nulla, se non si interviene sulla fognatura,
origine vera dei continui danni. Abbiamo preso atto della risposta
fornitaci da Asa dalle colonne di un quotidiano locale il 20 dicembre
scorso, in cui l'azienda ha preso l'impegno di sostituire la
fognatura e riparare la strada in collaborazione con il Comune.
Vogliamo, però, ricordare - e per tempo - che la stagione più
propizia per eseguire un lavoro così necessario e impegnativo è
proprio quella attuale. Perché in queste settimane sulla strada non
grava la pressione dei tanti turisti primaverili o estivi diretti
verso la Balze o verso le numerose strutture ricettive della zona.
Già la scorsa estate abbiamo assistito all'inizio di alcuni cantieri
in punti strategici della città nel periodo meno indicato, quando
durante la cosiddetta stagione morta nessuno aveva mosso un dito. Su
S. Stefano, quindi, è nostra intenzione monitorare la situazione e
agire da pungolo, affinché l'annuncio diramato da Asa a questo punto
si traduca in indispensabili azioni concrete. E, a questo riguardo,
invitiamo l'azienda a tenere presenti i tempi dell'intervento,
affinché siano ben calibrati, tenendo possibilmente conto anche
delle legittime esigenze espresse dai tanti soggetti che gravitano su
quell'arteria.
S.
Stefano, nato da pietra e morto per pietra, non poteva che essere
patrono dei tagliapietra, scalpellini e dei muratori. Ci auguriamo sia di buon
auspicio, affinché i lavori promessi trovino pronta esecuzione.
Progetto
Originario
Strade vicinali: così vicine, così lontane
Alcuni
cittadini direttamente interessati ci hanno chiesto di riprendere il
discorso sulla vicenda delle strade vicinali consorziate, perché non
tutti hanno capito cosa sia accaduto il 20 dicembre scorso
nell'ultimo Consiglio Comunale tenutosi a Palazzo dei Priori.
Effettivamente la logica dei fatti non è immediata da comprendere,
perché l'Amministrazione Buselli in quella sede ha contraddetto nel
modo più totale le decisioni che assunse e sostenne con vigore nel
2011. Dunque, vogliamo fin da subito tranquillizzare tutti i
cittadini appartenenti ai consorzi stradali di Pinzano,
Poggio Marzocchio, Rioddi, Villa, Doccia, Cerbaiola, Magiona,
Vallelunga e Venzano: i consorzi di queste strade da oggi tornano ad
essere partecipati dal Comune di Volterra, che ha finalmente
riconosciuto l'utilità pubblica per tutte queste arterie secondarie,
senza eccezione. L'amministrazione Buselli ha, quindi, finalmente
capitolato: l'utilità pubblica di tali strade che nel 2011 rifiutò
perfino di riconsiderare, è stata costretta a riconoscerla adesso, a
valle di una nuova istruttoria. E' chiaro che il terrore di perdere
le imminenti, prossime elezioni amministrative ha giocato un ruolo
chiave nel provocare questo improvviso e clamoroso dietrofront. Tutta
la vicenda ebbe fin da subito una forte connotazione politica, quindi
è logico che si concluda adesso per ragioni tutte politiche (lo
spettro delle prossime elezioni). Il declassamento nel 2011 fu deciso
dalla Giunta attraverso una propria delibera, a seguito dei risultati
delle riunioni della Commissione Strade, non a caso presieduta da un
politico, l'assessore Costa. Quella decisione ebbe ben poco di
tecnico, infatti non distinse le varie strade vicinali caso per caso,
come avrebbe dovuto ma le declassò in blocco, dietro il mini
paravento di un'istruttoria la cui evanescenza denunciammo fin da
subito. In realtà, fu il tentativo dell'Amministrazione di liberarsi
in un colpo dal peso delle strade di campagna, che ovviamente
richiedono qualche denaro per la manutenzione e soprattutto un po'
d'impegno nel raccogliere e raccordare le varie esigenze dei
frontisti. Effettivamente si tratta di un ruolo un po' scomodo, che
tuttavia ad oggi solo le Amministrazioni Comunali sono in grado di
sostenere efficacemente. Nel 2011 le elezioni sembravano lontane, per
cui Buselli e Costa non si fecero scrupoli a prendere una decisione
così drastica e impopolare, tanto da mettersi contro una bella fetta
dei propri cittadini, che ovviamente fecero ricorso al TAR. La
spavalderia dell'Amministrazione si è improvvisamente volatilizzata
lo scorso 20 dicembre, quando, a costo di buttare dalla finestra i
soldi per l'avvocato da tempo ingaggiato per fronteggiare i cittadini
consorziati, si è finalmente ravveduta, ritornando sui propri passi
fino a riammettere all'uso pubblico tutte le strade a suo tempo
declassate. Ma proprio tutte, tutte. Ammettendo così candidamente di
non aver azzeccato neppure una delle decisioni di declassamento
assunte nel 2011. Per cui potremmo fissare questo nuovo teorema di
fisica, valido per le strade consorziate, ai tempi
dell'amministrazione Buselli: l'utilità pubblica delle strade
vicinali è variabile, e cresce in misura direttamente proporzionale
alla vicinanza temporale delle elezioni amministrative.
Progetto
Originario
martedì 7 gennaio 2014
venerdì 3 gennaio 2014
La lunga vacanza
Ormai
sono quasi cinque anni che noi di Progetto Originario viviamo
dall'interno le dinamiche del Consiglio Comunale e più in generale
della vita politica della zona. Sono stati anni densi, ricchi di
esperienze intense e coinvolgenti, ma sono stati anche anni duri,
costellati da impegni, asprezze e scontri.
I
quasi 18 mesi passati all'interno della maggioranza per noi sono
stati sicuramente il periodo più nero, quello in cui abbiamo
scoperto progressivamente quanto poco potessimo contare su un
programma elettorale condiviso solo sulla carta e su una piattaforma
di valori sottoscritti dai più senza alcuna reale intenzione di
tener fede all'impegno. La rottura con la restante parte della lista
civica se non altro ha segnato un punto di chiarimento necessario e
definitivo, che ci ha consentito di vedere le cose da un'altra
prospettiva: un'esperienza faticosa ma assai utile. Durante questo
periodo pensiamo di aver imparato qualcosa di più su come funzioni
l'amministrazione comunale e l'ente pubblico in generale. Molto ci
resta sicuramente da imparare, ma di sicuro abbiamo vissuto in tutta
la loro durezza i problemi di cui soffrono le amministrazioni
oggigiorno, ma anche la politica e la società nel suo complesso, a
cominciare dal disprezzo per le regole dimostrato in tutte le
occasioni possibili da alcuni degli stessi amministratori. Il
disprezzo di chi si rifiuta perfino di concordare la data dei
Consigli Comunali con gli altri gruppi, per alterare gli equilibri a
proprio favore anziché ricercare la massima partecipazione. Questi
modi di fare, insieme ad un'indifferenza diffusa tipica di questi
anni, hanno contribuito ad allontanare molte persone dalla politica
cittadina, intesa nel suo senso migliore, come sistema di regole e di
processi in cui si organizza una comunità. Spesso, durante questi 5
anni, non siamo stati in molti a portare avanti la discussione sui
principali problemi che hanno coinvolto la città e il suo
territorio. E dire che le occasioni importanti non sono mancate, come
ad esempio le varie riorganizzazioni dell'ospedale, la formazione
dell'Unione dei Comuni, la Variante Urbanistica, la crisi economica
del S. Chiara, la sentenza del TAR che ha rimesso in discussione il
contratto ETI-Solvay, il varo dell'IMU, ecc. ecc.. Nonostante
l'importanza dei temi incontrati, poche per non dire pochissime
persone hanno offerto il loro contributo di idee, di analisi e di
conoscenze in questi anni. Per questo motivo a qualcuno potrebbe
apparire sorprendente il fervore che da 2 o 3 mesi si respira in
città attorno alla politica e alle prossime elezioni amministrative.
Oggi sembrano tutti morsi dalla tarantola: chi fonda la prima sezione
cittadina di un nuovo partito, chi aderisce ad una nuova corrente,
chi giura fedeltà a questo o a quel leader. Il rischio è che le
vicine elezioni siano sentite da molti soltanto come un'occasione per
farsi largo e per guadagnare posizioni in proprio, anziché come un
passaggio lungo un percorso di impegno ben più serio e continuo, e
non necessariamente gratificante sotto il profilo personale. Mentre
già s'intravedono i soliti gruppi d'interesse (molto materiale)
camuffati da movimenti politici o (improbabili) gruppi d'opinione.
Progetto
Originario
Strade vicinali: l’epilogo
L’epilogo
della vicenda del declassamento delle strade vicinali ad uso
pubblico, potrebbe riassumersi con una battuta: ci vorrebbero le
elezioni ogni 6 mesi! Infatti è fuori dubbio che il rinsavimento in
zona cesarini della giunta Buselli su questa vicenda non sia affatto
causale ma derivi dal forte dissenso che ha provocato sulle famiglie
che abitano lungo le strade consorziate. Un dissenso certo non si
sposa bene con l’avvicinarsi delle elezioni comunali. Ricordiamo
brevemente la vicenda. Era il luglio 2011 e, a sorpresa, furono
pubblicate sull’albo pretorio alcune delibere con le quali
l’Amministrazione Buselli, in barba alle leggi vigenti, quindi
senza l’avvio di alcun procedimento e senza il coinvolgimento dei
diretti interessati, dichiarava l’assenza di interesse pubblico per
una miriade di strade secondarie, cioè e strade di Pinzano,
Poggio Marzocchio, Rioddi, Villa, Doccia, Cerbaiola, Magiona,
Vallelunga e Venzano. Il provvedimento, quindi, sanciva la
trasformazione di queste arterie in strade vicinali private. In
pratica, si decideva di ritirare l’impegno del Comune dalla
gestione di gran parte della viabilità secondaria. Decisione
pesantissima che non teneva in alcun conto le conseguenze per ampie
parti del territorio, spesso molto fragile e problematico, con
preoccupanti ripercussioni sulla circolazione, l’agricoltura ed il
turismo. Su questo tema il nostro gruppo dette battaglia insieme a
molti cittadini che fecero la loro parte nelle sedi opportune ma,
come sempre succede in questi casi, Sindaco e Giunta risposero con
una serie di giochi di prestigio per illudere i frontisti più
sprovveduti e far credere loro che nulla di ciò che era scritto in
quelle delibere fosse vero ed efficace. Si susseguirono dichiarazioni
ai giornali contraddittorie, richieste di incontri di mediazione,
sino alla celebrazione del Consiglio Comunale del 28 novembre 2011,
dove davanti ad una sala gremita di cittadini, tra cui i Presidenti
dei Consorzi Stradali e sotto il fuoco di fila delle opposizioni, il
Sindaco dovette buttare giù la maschera: non intendeva rivedere le
delibere che declassavano le strade. Dopodiché ci furono altri
comunicati ed altri incontri conditi da vaghe promesse di rivedere le
decisioni. Fu evidente fin da allora che un’amministrazione seria e
ragionevole se cambia idea, si ferma, riflette e casomai riparte
dall’inizio, eliminando gli atti viziati già compiuti. Questa
amministrazione no: da un lato lasciò in piedi tutti gli atti
assunti compresi i più indifendibili, dall’altro cercò di
imbonire i frontisti più ingenui, dando ad intendere che se fossero
stati remissivi e non avessero creato troppa confusione, in cambio
avrebbero ricevuto in regalo un probabile ripensamento. I frontisti
più coraggiosi, consapevoli che allo scadere dei 60 giorni dalla
loro pubblicazione quelle delibere sarebbero diventate definitive e
senza possibilità di appello, le impugnarono davanti al TAR. Quella
mossa coraggiosa è stata decisiva. L’amministrazione messa a nudo
di fronte ad un Tribunale, non ha avuto il coraggio di dare
esecuzione ai suoi provvedimenti per non incorrere nella censura del
giudice. Oggi, il rocambolesco epilogo di uno scontro durato ben tre
anni. Giunti alla scadenza del mandato elettorale, Buselli & c.
hanno rivisto completamente le loro decisioni, confermando l’uso
pubblico per tutte le nove strade che precedentemente avevano
declassato. Nessuna strada è stata esclusa, evidentemente si erano
sbagliati in tutte le decisioni assunte. Incuranti della figuraccia a
cui li espone questa marcia indietro totale, hanno preferito
rabbonire questa fetta di elettori elettori alla vigilia delle
prossime amministrative. Chissà se tornerebbero di nuovo sulla
propria decisione se fossero confermati per 5 anni?
La
svolta è stata annunciata durante il Consiglio del 20 dicembre, dove
non è mancato il tentativo, per la verità assai goffo, di
scaricare tutta la responsabilità delle proprie improvvide decisioni
sui dipendenti nel frattempo pensionati o trasferiti, indicati da
Sindaco e Assessore come gli unici responsabili degli errori
compiuti. Un atteggiamento che si commenta da solo. Possiamo
replicare, certi di non poter essere contraddetti, che gli atti
approvati dalla Giunta comunale parlano chiaro e ci raccontano di una
amministrazione che non rispettò né regole né buone maniere. E che
oggi con disinvoltura ha esibito un clamoroso dietrofront, senza
neppure chiedere scusa per l’inutile perdita di tempo a cui ha
costretto i cittadini e diversi uffici comunali, nonché per aver
dissipato altri soldi pubblici in capricci rivelatisi inutili e senza
fondamento.
Progetto
Originario
I panni smessi
E'
praticato da secoli, e ancora oggi nelle famiglie numerose, l'uso di
passare di mano in mano i cosiddetti panni smessi. Gli abiti ancora
buoni vengono trasmessi dai fratelli più grandi ai più piccoli,
seguendo una scala di valori in cui l'economia domestica e il rifiuto
dello spreco sopravanzano il bisogno di sfoggio funzionale
all'ideologia della società dei consumi. Dunque, non è una critica
ad un diverso impiego delle cose utili quella che ci accingiamo a
esporre. Perché nel caso della fontanella di acqua di alta qualità
spostata da Le Colombaie a Saline il principio è del tutto diverso.
Qui, non c'è traccia della perdita di funzionalità del fontanello
per gli utenti di Volterra, come sarebbe accaduto al giubbino di un
fratello maggiore ormai troppo cresciuto. In questo caso la
funzionalità della fonte è esattamente la stessa sia per Volterra
che per Saline. Solo che l'attuale amministrazione comunale, in un
eccesso di campanilismo davvero patologico, non poteva sopportare
l'idea di acquistare un fontanello nuovo per Saline, lasciando a
Volterra il modello del 2010. Già da anni nel piano delle opere
pubbliche era previsto l'impegno di installare un fontanello di acqua
di alta qualità a Saline e, in vista delle elezioni amministrative,
avendo la Giunta stabilito che i tempi erano ormai maturi, hanno
pensato bene di rivedere un po' l'idea iniziale seguendo una
strategia davvero geniale. Ovvero, anziché installare il fontanello
nuovo nella frazione, hanno studiato di spostare a Saline quello
ormai in uso da 4 anni alle Colombaie, per poi impiantare quello
nuovo di zecca a Volterra. Non sia mai che il capoluogo potesse
perdere il primato dell'ultimo modello! Una scelta così gretta da
far vergognare perfino i bambini della scuola materna. Talmente
ridicola da sembrare presa di peso dal soggetto scritto per un film
di Antonio De Curtis: “Totò, Peppino e il fontanello più
sopraffino”.
Progetto
Originario
Il festival delle tessere
Da
un po' di tempo lo sport più praticato in città è quello del
riposizionamento politico. Alcuni che sapevamo arroccati da una vita
su posizioni più che ortodosse scopriamo che improvvisamente si sono
svegliati innovatori, altri che manifestavano posizioni radicali sono
confluiti al centro, in un festival di spostamenti, aggiustamenti e
ricollocazioni che francamente fatichiamo a prendere sul serio.
Questa settimana abbiamo appreso che l'assessore Costa si è iscritto
al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano perché, dice l'assessore “i
cittadini ci chiedono di risolvere i loro problemi quotidiani e
questa nuova sfida va proprio nell'ottica della vicinanza al popolo”.
A quale velocità proceda verso la sua “nuova sfida” e quanto
carburante consumi questa sua nuova vettura l'assessore Costa non lo
dice. Certo è che finora lo sapevamo esponente dell'UDC, assieme a
Moschi e Caruso; come sapevamo che con l'adesione alla lista civica
avrebbe dovuto fare un deciso passo indietro nei confronti dei
partiti. Ma è noto che questo impegno, scandito a più riprese nei
confronti degli elettori alla vigilia delle elezioni del 2009, non è
stato mai rispettato dalla gran parte dei consiglieri di maggioranza,
forti del consenso dello zigzagante sindaco Buselli. Cominciò fin da
subito proprio Moschi a infrangere il patto sancito col resto della
maggioranza e con gli elettori. Infatti, anziché mantenere le
distanze dal suo partito di provenienza, approfittò subito della
vittoria alle elezioni per accreditarsi e farsi nominare dopo pochi
mesi nel direttivo provinciale dell'UDC. Da allora è stata tutta una
rincorsa alla tessera più all'ultima moda, condita da strizzate
d'occhio a Matteoli e Berlusconi, a Storace, a Grillo, a Renzi...
senza dimenticare quasi nessuna forza dell'arco costituzionale.
Ultimamente due consiglieri della nuova maggioranza formatasi nel
2011, Antonella Bassini e Riccardo Leonetti, sono stati insigniti
dall'esponente regionale, Celesti, della titolarità del nuovo
circolo di “Forza Italia, forza Silvio”. Un partito che non
poteva certo mancare tra le fila dei sostenitori buselliani, e
infatti a Volterra è stato varato a tempo di record (primi in tutta
la provincia!). Anche se - ci par di aver capito - si è aperto un
conflitto di legittimità con Costanzi ed altri, che rivendicano a
loro stessi primogenitura e titolarità del partito fondato nel nome
di Silvio (a livello nazionale) e a sostegno di Buselli (a livello
locale).
Nella
stessa maggioranza altri assessori - Gazzarri e Lonzi - hanno puntato
sul ricollocamento all'interno dell'affollatissima barca di Renzi,
non sappiamo ancora con quali esiti. La lega è da sempre degnamente
rappresentata in Uniti per Volterra, dunque adesso non poteva certo
mancare qualcuno che salisse sul carro (forse un carrettino) di
Alfano. E' toccato a Costa, forse il più digiuno politicamente di
tutta la compagnia ma ben pronto a seguire le dritte dei più
smaliziati. Qualcuno doveva pur riempire la casella di Alfano e
Schifani, casomai tra qualche mese potesse calamitare qualche decina
di voti. In politica come nella nobile arte della norcineria non si
butta mai via nulla, ma spesso è un peccato.
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