sabato 25 gennaio 2014

Primarie di coalizione

La Nazione 25 gennaio 2014

La scelta ai cittadini

Apprendiamo che questa settimana il Partito Democratico, dopo una serie di consultazioni interne ed esterne, ha scelto il suo aspirante capolista, individuando l'ex direttore del Consorzio Turistico Paolo Paterni. Una persona che negli anni ha dimostrato di saper fare l'amministratore ma anche di saper prendere decisioni personali difficili nei momenti opportuni. Detto questo riteniamo che debbano necessariamente essere valutate anche altre opzioni.
Come abbiamo già avuto modo di puntualizzare in precedenti interventi, il gruppo di Progetto Originario in questa prima fase di consultazioni con le altre forze politiche ha preferito focalizzare la sua attenzione sul programma elettorale e sugli indirizzi politici della futura coalizione. Possiamo tranquillamente chiarire che i temi sviluppati (e in parte ancora in fase di discussione) sono: il futuro della sanità locale, la gestione del territorio e delle sue risorse, la necessità di maggior trasparenza e imparzialità da parte dell'amministrazione.
Se riusciremo ad accordarci su presupposti programmatici comuni, insieme dovremo affrontare anche la scelta definitiva del capolista, in modo aperto e plurale. Poiché le diverse forze politiche esprimono una oggettiva pluralità di sensibilità, ma soprattutto per rivitalizzare il rapporto di fiducia tra politica e cittadini, riteniamo sia indispensabile, nella scelta del capolista, fare ricorso alla forma più democratica, ovvero alle primarie di coalizione. Anch'esse non sono uno strumento privo di difetti, ma probabilmente restano il metodo meno imperfetto. Quantomeno, nell'era delle alchimie elettorali e delle liste bloccate, serviranno a mettere alla prova e perfezionare la sintonia tra rappresentanti e rappresentati.

Progetto Originario 

Un ospedale da 200 posti letto

L'area ospedaliera di Volterra
Già nella prima bozza di spending review del governo Monti comparve ufficialmente la minaccia di chiusura per obbligo di legge dei cosiddetti “piccoli ospedali”, quelli al di sotto dei 100 posti letto. Più di recente, col governo delle larghe intese, sono trapelate su tutti i giornali indiscrezioni sul taglio in blocco di 175 piccoli ospedali. Nella lista figurava anche il S. Maria Maddalena di Volterra, con i suoi 55 posti letto ufficiali. Questi allarmi per il momento sono rientrati sulla scorta delle reazioni seguite ad una simile ipotesi. Tra cui ricordiamo le ferme posizioni di alcuni presidenti di regione, non ultima quella di Enrico Rossi. Tuttavia, col perdurare della crisi economica, con un debito pubblico che non accenna a calare, non possiamo sottovalutare il rischio che un prossimo piano di revisione della spesa pubblica finisca per mettere in pratica la chiusura di molti nosocomi, incluso l'ospedale di Volterra.
Eppure, noi volterrani sappiamo che da anni il nostro comparto sanitario nel suo insieme va ben oltre i 55 posti letto dell'ospedale, perché affiancato e integrato alle due strutture per le riabilitazioni cittadine, Auxilium Vitae e Inail, arrivando complessivamente a gestire poco meno di 200 posti letto. Questa realtà composita, che annovera riconosciute punte di eccellenza a livello regionale, è di fatto molto di più di un “piccolo ospedale”. Da qui, dalla consapevolezza del valore delle esperienze maturate in questi anni, formuliamo una proposta alla città, alla Asl 5, alla Fondazione CRV e alla Regione, per mettere definitivamente al riparo il comparto sanitario volterrano da futuri colpi di mano sui piccoli ospedali, ormai sempre più verosimili. Chiediamo di ragionare assieme all'ipotesi di riportare il comparto delle riabilitazioni all'interno dell'ambito Asl, così come accade già presso la Asl 1, in modo tale da “compattare” e rafforzare tutte le risorse del settore. D'altra parte, se domani un provvedimento di governo dovesse sacrificare l'ospedale, anche il settore delle riabilitazioni vedrebbe di conseguenza la sua sorte segnata a breve termine.
Abbiamo deciso di portare all'attenzione della città questa proposta anche a seguito dei tavoli di discussione e approfondimento intrapresi nelle scorse settimane con le altre forze politiche cittadine, in cui abbiamo trovato elementi incoraggianti di apertura e convergenza. Da più parti si avverte ormai la necessità di rilanciare il tema del futuro della sanità a Volterra attraverso uno scatto in avanti, dato che gli atteggiamenti solo e soltanto difensivistici si sono rivelati inadeguati e perdenti.
Sappiamo che il percorso potrebbe non essere semplice e non ci nascondiamo alcune oggettive difficoltà, ma nella fase attuale questa soluzione ci sembra una via realistica per garantire un futuro importante e duraturo alla sanità di Volterra e della Val di Cecina.


Progetto Originario

Il canone concordato messo in freezer

Tra le proposte concrete che in questi anni abbiamo avanzato al Consiglio Comunale vi è quella relativa all'istituzione anche nella nostra zona del canone concordato, ovvero di una sorta di equo canone di cui potranno beneficiare gli inquilini e per certi versi anche i proprietari di seconde case. Difatti da un lato il canone concordato consente l’applicazione di canoni di affitto calmierati, dall’altro i proprietari degli appartamenti beneficerebbero di importanti agevolazioni fiscali, tra le quali la riduzione dell'IMU sulle seconde case, attualmente fissata dal Comune al massimo di aliquota consentita.
Nonostante l’amministrazione Buselli abbia a suo tempo accolto in Consiglio questa nostra proposta, impegnandosi formalmente a portare avanti le attività necessarie alla sua attivazione, nei fatti quell’impegno è rimasto lettera morta. Eppure per dare le gambe a questa soluzione occorreva poco. Il Comune avrebbe dovuto sottoscrivere un'intesa con le associazioni dei proprietari e degli inquilini presenti sul territorio, come previsto dalla legge, stipulando un accordo condiviso. Evidentemente la questione non interessava realmente la maggioranza, che difatti non ha neppure provveduto a convocare le associazioni per ricercare l'accordo previsto dalla legge.
Di questi tempi, una soluzione di questo tipo, ben congegnata, avrebbe potuto sicuramente dare respiro a molti inquilini in difficoltà economiche, alleviando il costo del contratto di affitto del 25-35%. Ricordiamo che nel Comune di Volterra ci sono 70-80 famiglie che da molti anni chiedono inutilmente risposte al Comune sul tema della casa. Purtroppo nuove case popolari non sono state né progettate né tanto meno realizzate. E ovviamente le case popolari storiche sono poche e tutte occupate, mentre non si vedono all'orizzonte i nuovi alloggi. Di fronte ai legittimi bisogni di molte famiglie, con una crisi economica così grave e persistente, come può un Comune accantonare proposte come questa per anni, visto che in fin dei conti sarebbe servito soltanto un po’ di impegno?

Progetto Originario




I buchi con la strada intorno

L'ultimo buco comparso a S. Stefano
Qualche settimana fa si è aperto un nuovo buco nell'asfalto nella zona di Borgo S. Stefano. Stavolta non nella via principale, ma nella diramazione che conduce all'albergo Villa Nencini. Sabato è stato eseguito un primo tamponamento provvisorio da parte di Asa, mirato a coprire la cavità con una piastra di acciaio segnalata da birilli. In questi giorni è stato ultimato il “rattoppo” con la solita pezza d'asfalto, ma ormai è chiara a tutti la necessità di un intervento complessivo sulle infrastrutture sepolte della zona. In particolare si rende necessaria la sostituzione della vecchia fognatura che non riesce più a garantire la tenuta dei reflui, provocando con le sue continue perdite erosione nel terreno circostante con buchi che improvvisamente si aprono sull'asfalto. La circostanza che negli ultimi 6 mesi il fenomeno si sia ripetuto in almeno 4 occasioni in punti diversi evidenzia quanto sia ormai improrogabile mettere mano a questa situazione. Asa e il Comune dai giornali hanno promesso che avrebbero provveduto con un intervento congiunto e risolutivo nel mese di febbraio. Ormai ci siamo. Aspettiamo fiduciosi.

Progetto Originario


venerdì 17 gennaio 2014

L'antisociale

Dalle più recenti notizie apparse sulla stampa abbiamo appreso che, dopo l'abbandono del presidente Pierluigi Dei, anche gli altri 11 componenti della Consulta del Sociale hanno rassegnato le proprie dimissioni. Siamo, quindi, giunti all'azzeramento di fatto di uno degli organi più importanti del Comune, quello che funge da raccordo tra l’attività del Settore Sociale dell’ente e la società civile, articolata nelle numerose aggregazioni attivamente impegnate nel settore.
La Consulta svolge da sempre un ruolo di coordinamento dell'associazionismo sociale, del
volontariato, delle cooperative e del privato sociale presenti sul territorio, al fine di esaminare le tante problematiche del settore, promuovere le iniziative, delineare le strategie comuni per far fronte alle emergenze sociali. Negli anni, la nostra Consulta si è dimostrata assai efficace perché ha consentito all’assessore del sociale di fare rete con tutti i soggetti direttamente coinvolti nei diversi ambiti che questo delicato settore esprime. La Consulta ha avuto, inoltre, un ruolo attivo in molte occasioni. Ricordiamo che fu proprio dalla discussione nata in seno alla Consulta del sociale che nacque lo Sportello Casa, così come fu ancora la Consulta, pochi anni fa, a far emergere l’esigenza di favorire la formazione di nuove cooperative sociali per operare gli inserimenti lavorativi dei soggetti più svantaggiati.
Dalle motivazioni alle proprie dimissioni fornite dai membri della Consulta emerge chiaramente quale è stato il ruolo che l’attuale assessore Lonzi le ha ritagliato. La Consulta, organo naturale dove dovrebbero essere discusse preventivamente le problematiche e proposte afferenti l’organizzazione dei servizi sociali, apprese solo dai giornali che l’assessore intendeva rivoluzionare l’organizzazione dello Sportello Immigrati, che da anni si era distinto per l’ottima attività svolta. Nella riunione convocata solo a seguito di richiesta delle associazioni, la Consulta all’unanimità si dichiarò contraria all’idea di Lonzi di far gestire il servizio attraverso la Asp S. Chiara, priva di competenze specifiche, chiedendo con energia che venisse mantenuta la modalità di gestione esistente. Una modalità dimostratasi efficace e soprattutto molto apprezzata dagli utenti, anche per l’ottimo rapporto umano instaurato negli anni con l’operatrice.
Dopo aver nicchiato per qualche settimana elargendo un po' di false promesse qua e là, l’amministrazione, nel più completo dispregio delle indicazioni ricevute dalla Consulta, ha tirato dritto per la sua strada, senza peraltro offrire neppure argomentazioni valide. Di fatto dimostrando che l’assessore intende la Consulta come un organo fantoccio, le cui indicazioni non meritano di essere tenute in alcun conto.
A questo punto le dimissioni sono arrivate a pioggia da parte della stragrande maggioranza delle componenti della Consulta, precedute appena qualche settimana prima da quelle del suo Presidente: lo sbocco naturale per chi da anni aveva instaurato un rapporto con l’amministrazione di tutt’altra natura e con essa aveva efficacemente collaborato.
Un atto così grave e significativo, assunto da un organo così composito per estrazione e sensibilità, farebbe riflettere l'assessore al Sociale di qualsiasi amministrazione “normale”, tanto da indurlo alle decisioni conseguenti riguardo le proprie responsabilità. Ma naturalmente un simile gesto non si addice affatto né a questo assessore, né tanto meno all'amministrazione che lo ha espresso.
Progetto Originario




Il dormiglione

Aver letto le esternazioni di Buselli riguardo al punto nascita, diramate con “soli” tre anni di ritardo rispetto alla chiusura del reparto, è come essere catapultati al cinema durante la proiezione del film di Woody Allen, “Il dormiglione”. Avete presente? Dove il protagonista pensa di essersi svegliato a poche ore da un'operazione per l'ulcera e invece si ritrova proiettato 200 anni più avanti, nel 2173, poiché è stato ibernato a sua insaputa. Buselli, ripresosi tardivamente da un fatale stato di ibernazione, s'indigna con tre anni di ritardo, “dimenticandosi” di aver fornito il suo totale avallo a quella chiusura in Consiglio Comunale nel dicembre del 2011. La storia del reparto Materno-Infantile e più in generale dell'ospedale di Volterra, infatti, è troppo seria per correre dietro alle giravolte mediatiche del sindaco. Buselli usa il tema come propellente elettorale, ma mentre trattava la stesura del Protocollo sulle Politiche Sanitarie in Val di Cecina non si fece scrupolo di voltare clamorosamente le spalle alla battaglia sul punto nascita. Vale la pena ricordare che questo signore nel giro di pochi mesi, mentre portava avanti in prima persona trattative riservate con la direzione della Asl 5, stravolse completamente il paragrafo già scritto sul punto nascita, senza confrontarsi con nessuno. Infatti, la prima stesura del Protocollo, risalente al marzo 2011, su cui convergemmo anche noi di Progetto Originario, puntava esplicitamente a preservare il progetto punto nascita, “curandone l’integrazione nell’ambito della presenza di un’area materno infantile – pediatrica”. Non solo, contemplava il miglioramento dell’offerta consultoriale e il potenziamento dei servizi di mediazione culturale per “le esigenze connesse alla preparazione della donna nei percorsi pre e post parto”, prevedeva il “potenziamento delle attività di prevenzione collegate alle patologie che oggi hanno una rilevante incidenza nella donna” e – fondamentale - il mantenimento dei letti pediatrici all'interno dell'area.
Sorprendentemente a dicembre dello stesso anno, dopo qualche mese di trattative a porte chiuse, Buselli portò al Consiglio Comunale una versione completamente diversa del Protocollo, in cui tutte le garanzie appena illustrate erano state platealmente cancellate. Non solo: scoprimmo che erano state eliminate anche le clausole a salvaguardia del Reparto di Cardiologia e UTIC presenti nella versione precedente e, infine, era stata cancellata la proposta di attivazione della guardia attiva anestesiologica, punto cardine del programma elettorale 2009. Il sindaco anche in quell'occasione dimostrò davanti al Consiglio Comunale la sua completa inaffidabilità, mentre le sue odierne lacrime di coccodrillo mostrano con che razza di faccia di bronzo abbiamo a che fare.
Il comunicato della direzione della Asl di replica sullo stesso tema, affibbiando la colpa della chiusura del punto nascita alle donne della Val di Cecina, tiene sicuramente testa a Buselli in fatto d'ipocrisia. E' noto che i numeri del reparto calarono proprio in ragione degli innumerevoli requisiti che l'azienda richiedeva alle mamme per poter accedere alla sala parto. Bastava un filo di pressione alta, un precedente cesareo, un mezzo raffreddore e la gestante era dirottata d'imperio altrove. La direzione, quindi, costituì consapevolmente un collo di bottiglia verso l'accesso fatalmente destinato ad abbattere i ricoveri. Tuttavia, salvo i parti, il reparto aveva conservato i numeri in tutte le altre attività e in particolare per le interruzioni volontarie di gravidanza. Chiuderlo fu una scelta di natura politico-economica camuffata da scelta tecnica, come in tempi di spending review hanno dimostrato le successive manovre dei governi Monti e Letta ai danni dei piccoli ospedali.

Progetto Originario


Notizie dall'assemblea del Pd

La Nazione 17 gennaio 2014

martedì 14 gennaio 2014

Ogni cosa a suo tempo

Sonia Guarneri
Abbiamo letto con interesse le indiscrezioni uscite domenica sulla stampa in cui tra i nomi dei possibili candidati a sindaco, emersi dalle prime consultazioni interne al PD, figurerebbe anche quello di Sonia Guarneri. Viste anche le interpretazioni riportate dai giornali sulle possibili alleanze di Progetto Originario con altre forze politiche, ci corre l’obbligo di fornire alcune precisazioni. Innanzi tutto ringraziamo chi ha espresso il proprio apprezzamento, in qualsiasi forma sia stato fatto, sul nome della consigliera di PO, che incarna la novità principale di questi ultimi anni, avendo fornito ampie prove delle sue indubbie qualità. Tuttavia, è giusto precisare a chi legge che nella fase attuale è sicuramente prematuro ogni salto in avanti relativo al nome del futuro candidato sindaco di una coalizione che di fatto ancora non c’è. Confermiamo che stiamo portando avanti una serie di incontri con le altre forze politiche cittadine in prospettiva delle prossime elezioni amministrative, ma l’ordine di priorità che ci siamo dati prevede la ricerca di un accordo preventivo sui temi da affrontare e quindi sul programma. Lavoro, questo, che non si è ancora concluso. Su sanità, gestione del territorio e altre questioni spinose stiamo facendo importanti passi avanti, ma una vera sintesi non è ancora matura. Se tutto andrà bene, se su un programma forte riusciremo a compattare una coalizione importante, allora saremo autorizzati a discutere tutti assieme i nomi dei candidati. Nella maniera più aperta possibile, estendendo lo sguardo a tutti gli alleati e auspicabilmente anche a forze della società civile, puntando per prima cosa sulla qualità delle persone. Attualmente, la dialettica interna al PD sui candidati, con le inevitabili indiscrezioni sulla stampa, è quindi assolutamente legittima e comprensibile, ma resta comunque solo interna al partito. In quanto tale è da intendersi come parziale rispetto ad una possibile futura coalizione, e fuori dalla nostra sfera d’influenza.

Progetto Originario


Indiscrezioni dal PD

Il Tirreno 12 gennaio 2014

venerdì 10 gennaio 2014

Nella calza della Befana

Grazie alla sciagurata scelta dell'Amministrazione volterrana di fare cassa con l’aumento dell’aliquota IMU prima casa, elevandola oltre il minimo di legge, i cittadini volterrani sono tra i pochissimi in tutta la Provincia di Pisa a dover pagare entro il prossimo 24 gennaio anche la mini IMU. Difatti per l’abolizione dell’IMU prima casa il Governo Letta non è riuscito a trovare la copertura completa del mancato gettito, dunque ai contribuenti è stato chiesto un ulteriore esborso. Non tutti i contribuenti vi sono però tenuti: solo quelli residenti nei Comuni che deliberarono una aliquota superiore a quella base del 4 per mille indicata a suo tempo da Monti.
Nella Provincia di Pisa su 39 comuni, solo 9 scelsero di fare cassa attraverso un aumento delle imposte ai cittadini residenti. Volterra non solo figura tra questi nove, con un aliquota del 5,00 per mille, ma oltretutto si classifica al terzo posto per maggiore entità dell'aumento, dietro solamente a San Giuliano Terme (6,00 per mille) e Montopoli Val d’Arno (5,20 per mille). Tra l'altro la richiesta di questo ulteriore e imprevisto esborso, arrivata così a ridosso della scadenza e a seguito di numerosi altri balzelli, rischia di non essere colta da molte famiglie, specialmente quelle composte da persone anziane. Questi soggetti, che spesso coincidono con quelli economicamente deboli, finiranno per vedersi arrivare in un secondo tempo le poco simpatiche cartelle esattoriali, dove oltre alla mancata aliquota saranno conteggiate pure le more. A questo punto, forse qualcuno tra i lettori ricorderà che nel 2012 proponemmo all'Amministrazione Comunale un modo concreto per evitare di aggravare l'IMU prima casa al di sopra l'aliquota base. Proponemmo infatti di introdurre una piccolissima tassa di soggiorno, che ripartisse il peso del disagio economico del Comune su una base ben più ampia rispetto ai circa 10.000 residenti attuali. La scelta politica dell'Amministrazione di tassare solo quest'ultimi, dunque, non fu inevitabile ma consapevole e deliberata.
Di fatto per noi volterrani l'IMU sulla prima casa che lo scorso anno, tra mille polemiche, il governo ha cercato di cancellare totalmente, rispunta oggi con un piccola e irritante coda. Per cui… di nuovo tutti in fila venerdì 24 gennaio, per la prima stangatina dell'anno.

Progetto Originario

S. Stefano protomartire

La toponomastica a volte è più illuminante di quanto si creda. Si narra che Santo Stefano fu il primo martire cristiano, ucciso mediante lapidazione intorno al 36 dopo Cristo. Una leggenda del cattolicesimo più popolare parla addirittura di un bambino nato da una pietra. Una pastorella che era tra la folla che accorse alla grotta di Betlemme la notte del 25 dicembre di oltre 2000 anni fa, vide in quel giorno prodigiosamente esaudito il suo desiderio di maternità, con la trasformazione di una pietra in un lattante. Nato da pietra e morto a colpi di pietra, forse non sarà del tutto un caso se la via di S. Stefano a Volterra è così malridotta da sembrare la più sassosa delle mulattiere di montagna. Come è abbastanza noto, la causa reale dei frequenti dissesti risiede nella fognatura sottostante, piena di buchi e origine di numerosi smottamenti del terreno destinati ad evolvere in piccole voragini che improvvisamente finiscono per inghiottire pezzi di asfalto, lasciando buchi di 60-70cm. Già a dicembre, segnalammo pubblicamente il problema e le sue cause, spiegando che rattoppare di volta in volta i nuovi buchi non serve a nulla, se non si interviene sulla fognatura, origine vera dei continui danni. Abbiamo preso atto della risposta fornitaci da Asa dalle colonne di un quotidiano locale il 20 dicembre scorso, in cui l'azienda ha preso l'impegno di sostituire la fognatura e riparare la strada in collaborazione con il Comune. Vogliamo, però, ricordare - e per tempo - che la stagione più propizia per eseguire un lavoro così necessario e impegnativo è proprio quella attuale. Perché in queste settimane sulla strada non grava la pressione dei tanti turisti primaverili o estivi diretti verso la Balze o verso le numerose strutture ricettive della zona. Già la scorsa estate abbiamo assistito all'inizio di alcuni cantieri in punti strategici della città nel periodo meno indicato, quando durante la cosiddetta stagione morta nessuno aveva mosso un dito. Su S. Stefano, quindi, è nostra intenzione monitorare la situazione e agire da pungolo, affinché l'annuncio diramato da Asa a questo punto si traduca in indispensabili azioni concrete. E, a questo riguardo, invitiamo l'azienda a tenere presenti i tempi dell'intervento, affinché siano ben calibrati, tenendo possibilmente conto anche delle legittime esigenze espresse dai tanti soggetti che gravitano su quell'arteria.
S. Stefano, nato da pietra e morto per pietra, non poteva che essere patrono dei tagliapietra, scalpellini e dei muratori. Ci auguriamo sia di buon auspicio, affinché i lavori promessi trovino pronta esecuzione.
Progetto Originario







Strade vicinali: così vicine, così lontane

Alcuni cittadini direttamente interessati ci hanno chiesto di riprendere il discorso sulla vicenda delle strade vicinali consorziate, perché non tutti hanno capito cosa sia accaduto il 20 dicembre scorso nell'ultimo Consiglio Comunale tenutosi a Palazzo dei Priori. Effettivamente la logica dei fatti non è immediata da comprendere, perché l'Amministrazione Buselli in quella sede ha contraddetto nel modo più totale le decisioni che assunse e sostenne con vigore nel 2011. Dunque, vogliamo fin da subito tranquillizzare tutti i cittadini appartenenti ai consorzi stradali di Pinzano, Poggio Marzocchio, Rioddi, Villa, Doccia, Cerbaiola, Magiona, Vallelunga e Venzano: i consorzi di queste strade da oggi tornano ad essere partecipati dal Comune di Volterra, che ha finalmente riconosciuto l'utilità pubblica per tutte queste arterie secondarie, senza eccezione. L'amministrazione Buselli ha, quindi, finalmente capitolato: l'utilità pubblica di tali strade che nel 2011 rifiutò perfino di riconsiderare, è stata costretta a riconoscerla adesso, a valle di una nuova istruttoria. E' chiaro che il terrore di perdere le imminenti, prossime elezioni amministrative ha giocato un ruolo chiave nel provocare questo improvviso e clamoroso dietrofront. Tutta la vicenda ebbe fin da subito una forte connotazione politica, quindi è logico che si concluda adesso per ragioni tutte politiche (lo spettro delle prossime elezioni). Il declassamento nel 2011 fu deciso dalla Giunta attraverso una propria delibera, a seguito dei risultati delle riunioni della Commissione Strade, non a caso presieduta da un politico, l'assessore Costa. Quella decisione ebbe ben poco di tecnico, infatti non distinse le varie strade vicinali caso per caso, come avrebbe dovuto ma le declassò in blocco, dietro il mini paravento di un'istruttoria la cui evanescenza denunciammo fin da subito. In realtà, fu il tentativo dell'Amministrazione di liberarsi in un colpo dal peso delle strade di campagna, che ovviamente richiedono qualche denaro per la manutenzione e soprattutto un po' d'impegno nel raccogliere e raccordare le varie esigenze dei frontisti. Effettivamente si tratta di un ruolo un po' scomodo, che tuttavia ad oggi solo le Amministrazioni Comunali sono in grado di sostenere efficacemente. Nel 2011 le elezioni sembravano lontane, per cui Buselli e Costa non si fecero scrupoli a prendere una decisione così drastica e impopolare, tanto da mettersi contro una bella fetta dei propri cittadini, che ovviamente fecero ricorso al TAR. La spavalderia dell'Amministrazione si è improvvisamente volatilizzata lo scorso 20 dicembre, quando, a costo di buttare dalla finestra i soldi per l'avvocato da tempo ingaggiato per fronteggiare i cittadini consorziati, si è finalmente ravveduta, ritornando sui propri passi fino a riammettere all'uso pubblico tutte le strade a suo tempo declassate. Ma proprio tutte, tutte. Ammettendo così candidamente di non aver azzeccato neppure una delle decisioni di declassamento assunte nel 2011. Per cui potremmo fissare questo nuovo teorema di fisica, valido per le strade consorziate, ai tempi dell'amministrazione Buselli: l'utilità pubblica delle strade vicinali è variabile, e cresce in misura direttamente proporzionale alla vicinanza temporale delle elezioni amministrative.
Progetto Originario





La chiusura del Punto Nascita

Il Tirreno 10 gennaio 2014

Manovre nel Pd

La Nazione 10 gennaio 2014

Il disastro di Lonzi

Il Tirreno 9 gennaio 2014

Dicono di noi

La Nazione 9 gennaio 2014

venerdì 3 gennaio 2014

La lunga vacanza

Ormai sono quasi cinque anni che noi di Progetto Originario viviamo dall'interno le dinamiche del Consiglio Comunale e più in generale della vita politica della zona. Sono stati anni densi, ricchi di esperienze intense e coinvolgenti, ma sono stati anche anni duri, costellati da impegni, asprezze e scontri.
I quasi 18 mesi passati all'interno della maggioranza per noi sono stati sicuramente il periodo più nero, quello in cui abbiamo scoperto progressivamente quanto poco potessimo contare su un programma elettorale condiviso solo sulla carta e su una piattaforma di valori sottoscritti dai più senza alcuna reale intenzione di tener fede all'impegno. La rottura con la restante parte della lista civica se non altro ha segnato un punto di chiarimento necessario e definitivo, che ci ha consentito di vedere le cose da un'altra prospettiva: un'esperienza faticosa ma assai utile. Durante questo periodo pensiamo di aver imparato qualcosa di più su come funzioni l'amministrazione comunale e l'ente pubblico in generale. Molto ci resta sicuramente da imparare, ma di sicuro abbiamo vissuto in tutta la loro durezza i problemi di cui soffrono le amministrazioni oggigiorno, ma anche la politica e la società nel suo complesso, a cominciare dal disprezzo per le regole dimostrato in tutte le occasioni possibili da alcuni degli stessi amministratori. Il disprezzo di chi si rifiuta perfino di concordare la data dei Consigli Comunali con gli altri gruppi, per alterare gli equilibri a proprio favore anziché ricercare la massima partecipazione. Questi modi di fare, insieme ad un'indifferenza diffusa tipica di questi anni, hanno contribuito ad allontanare molte persone dalla politica cittadina, intesa nel suo senso migliore, come sistema di regole e di processi in cui si organizza una comunità. Spesso, durante questi 5 anni, non siamo stati in molti a portare avanti la discussione sui principali problemi che hanno coinvolto la città e il suo territorio. E dire che le occasioni importanti non sono mancate, come ad esempio le varie riorganizzazioni dell'ospedale, la formazione dell'Unione dei Comuni, la Variante Urbanistica, la crisi economica del S. Chiara, la sentenza del TAR che ha rimesso in discussione il contratto ETI-Solvay, il varo dell'IMU, ecc. ecc.. Nonostante l'importanza dei temi incontrati, poche per non dire pochissime persone hanno offerto il loro contributo di idee, di analisi e di conoscenze in questi anni. Per questo motivo a qualcuno potrebbe apparire sorprendente il fervore che da 2 o 3 mesi si respira in città attorno alla politica e alle prossime elezioni amministrative. Oggi sembrano tutti morsi dalla tarantola: chi fonda la prima sezione cittadina di un nuovo partito, chi aderisce ad una nuova corrente, chi giura fedeltà a questo o a quel leader. Il rischio è che le vicine elezioni siano sentite da molti soltanto come un'occasione per farsi largo e per guadagnare posizioni in proprio, anziché come un passaggio lungo un percorso di impegno ben più serio e continuo, e non necessariamente gratificante sotto il profilo personale. Mentre già s'intravedono i soliti gruppi d'interesse (molto materiale) camuffati da movimenti politici o (improbabili) gruppi d'opinione.


Progetto Originario

Strade vicinali: l’epilogo

L’epilogo della vicenda del declassamento delle strade vicinali ad uso pubblico, potrebbe riassumersi con una battuta: ci vorrebbero le elezioni ogni 6 mesi! Infatti è fuori dubbio che il rinsavimento in zona cesarini della giunta Buselli su questa vicenda non sia affatto causale ma derivi dal forte dissenso che ha provocato sulle famiglie che abitano lungo le strade consorziate. Un dissenso certo non si sposa bene con l’avvicinarsi delle elezioni comunali. Ricordiamo brevemente la vicenda. Era il luglio 2011 e, a sorpresa, furono pubblicate sull’albo pretorio alcune delibere con le quali l’Amministrazione Buselli, in barba alle leggi vigenti, quindi senza l’avvio di alcun procedimento e senza il coinvolgimento dei diretti interessati, dichiarava l’assenza di interesse pubblico per una miriade di strade secondarie, cioè e strade di Pinzano, Poggio Marzocchio, Rioddi, Villa, Doccia, Cerbaiola, Magiona, Vallelunga e Venzano. Il provvedimento, quindi, sanciva la trasformazione di queste arterie in strade vicinali private. In pratica, si decideva di ritirare l’impegno del Comune dalla gestione di gran parte della viabilità secondaria. Decisione pesantissima che non teneva in alcun conto le conseguenze per ampie parti del territorio, spesso molto fragile e problematico, con preoccupanti ripercussioni sulla circolazione, l’agricoltura ed il turismo. Su questo tema il nostro gruppo dette battaglia insieme a molti cittadini che fecero la loro parte nelle sedi opportune ma, come sempre succede in questi casi, Sindaco e Giunta risposero con una serie di giochi di prestigio per illudere i frontisti più sprovveduti e far credere loro che nulla di ciò che era scritto in quelle delibere fosse vero ed efficace. Si susseguirono dichiarazioni ai giornali contraddittorie, richieste di incontri di mediazione, sino alla celebrazione del Consiglio Comunale del 28 novembre 2011, dove davanti ad una sala gremita di cittadini, tra cui i Presidenti dei Consorzi Stradali e sotto il fuoco di fila delle opposizioni, il Sindaco dovette buttare giù la maschera: non intendeva rivedere le delibere che declassavano le strade. Dopodiché ci furono altri comunicati ed altri incontri conditi da vaghe promesse di rivedere le decisioni. Fu evidente fin da allora che un’amministrazione seria e ragionevole se cambia idea, si ferma, riflette e casomai riparte dall’inizio, eliminando gli atti viziati già compiuti. Questa amministrazione no: da un lato lasciò in piedi tutti gli atti assunti compresi i più indifendibili, dall’altro cercò di imbonire i frontisti più ingenui, dando ad intendere che se fossero stati remissivi e non avessero creato troppa confusione, in cambio avrebbero ricevuto in regalo un probabile ripensamento. I frontisti più coraggiosi, consapevoli che allo scadere dei 60 giorni dalla loro pubblicazione quelle delibere sarebbero diventate definitive e senza possibilità di appello, le impugnarono davanti al TAR. Quella mossa coraggiosa è stata decisiva. L’amministrazione messa a nudo di fronte ad un Tribunale, non ha avuto il coraggio di dare esecuzione ai suoi provvedimenti per non incorrere nella censura del giudice. Oggi, il rocambolesco epilogo di uno scontro durato ben tre anni. Giunti alla scadenza del mandato elettorale, Buselli & c. hanno rivisto completamente le loro decisioni, confermando l’uso pubblico per tutte le nove strade che precedentemente avevano declassato. Nessuna strada è stata esclusa, evidentemente si erano sbagliati in tutte le decisioni assunte. Incuranti della figuraccia a cui li espone questa marcia indietro totale, hanno preferito rabbonire questa fetta di elettori elettori alla vigilia delle prossime amministrative. Chissà se tornerebbero di nuovo sulla propria decisione se fossero confermati per 5 anni?
La svolta è stata annunciata durante il Consiglio del 20 dicembre, dove non è mancato il tentativo, per la verità assai goffo, di scaricare tutta la responsabilità delle proprie improvvide decisioni sui dipendenti nel frattempo pensionati o trasferiti, indicati da Sindaco e Assessore come gli unici responsabili degli errori compiuti. Un atteggiamento che si commenta da solo. Possiamo replicare, certi di non poter essere contraddetti, che gli atti approvati dalla Giunta comunale parlano chiaro e ci raccontano di una amministrazione che non rispettò né regole né buone maniere. E che oggi con disinvoltura ha esibito un clamoroso dietrofront, senza neppure chiedere scusa per l’inutile perdita di tempo a cui ha costretto i cittadini e diversi uffici comunali, nonché per aver dissipato altri soldi pubblici in capricci rivelatisi inutili e senza fondamento.
Progetto Originario





I panni smessi

E' praticato da secoli, e ancora oggi nelle famiglie numerose, l'uso di passare di mano in mano i cosiddetti panni smessi. Gli abiti ancora buoni vengono trasmessi dai fratelli più grandi ai più piccoli, seguendo una scala di valori in cui l'economia domestica e il rifiuto dello spreco sopravanzano il bisogno di sfoggio funzionale all'ideologia della società dei consumi. Dunque, non è una critica ad un diverso impiego delle cose utili quella che ci accingiamo a esporre. Perché nel caso della fontanella di acqua di alta qualità spostata da Le Colombaie a Saline il principio è del tutto diverso. Qui, non c'è traccia della perdita di funzionalità del fontanello per gli utenti di Volterra, come sarebbe accaduto al giubbino di un fratello maggiore ormai troppo cresciuto. In questo caso la funzionalità della fonte è esattamente la stessa sia per Volterra che per Saline. Solo che l'attuale amministrazione comunale, in un eccesso di campanilismo davvero patologico, non poteva sopportare l'idea di acquistare un fontanello nuovo per Saline, lasciando a Volterra il modello del 2010. Già da anni nel piano delle opere pubbliche era previsto l'impegno di installare un fontanello di acqua di alta qualità a Saline e, in vista delle elezioni amministrative, avendo la Giunta stabilito che i tempi erano ormai maturi, hanno pensato bene di rivedere un po' l'idea iniziale seguendo una strategia davvero geniale. Ovvero, anziché installare il fontanello nuovo nella frazione, hanno studiato di spostare a Saline quello ormai in uso da 4 anni alle Colombaie, per poi impiantare quello nuovo di zecca a Volterra. Non sia mai che il capoluogo potesse perdere il primato dell'ultimo modello! Una scelta così gretta da far vergognare perfino i bambini della scuola materna. Talmente ridicola da sembrare presa di peso dal soggetto scritto per un film di Antonio De Curtis: “Totò, Peppino e il fontanello più sopraffino”.


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Il festival delle tessere

Da un po' di tempo lo sport più praticato in città è quello del riposizionamento politico. Alcuni che sapevamo arroccati da una vita su posizioni più che ortodosse scopriamo che improvvisamente si sono svegliati innovatori, altri che manifestavano posizioni radicali sono confluiti al centro, in un festival di spostamenti, aggiustamenti e ricollocazioni che francamente fatichiamo a prendere sul serio. Questa settimana abbiamo appreso che l'assessore Costa si è iscritto al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano perché, dice l'assessore “i cittadini ci chiedono di risolvere i loro problemi quotidiani e questa nuova sfida va proprio nell'ottica della vicinanza al popolo”. A quale velocità proceda verso la sua “nuova sfida” e quanto carburante consumi questa sua nuova vettura l'assessore Costa non lo dice. Certo è che finora lo sapevamo esponente dell'UDC, assieme a Moschi e Caruso; come sapevamo che con l'adesione alla lista civica avrebbe dovuto fare un deciso passo indietro nei confronti dei partiti. Ma è noto che questo impegno, scandito a più riprese nei confronti degli elettori alla vigilia delle elezioni del 2009, non è stato mai rispettato dalla gran parte dei consiglieri di maggioranza, forti del consenso dello zigzagante sindaco Buselli. Cominciò fin da subito proprio Moschi a infrangere il patto sancito col resto della maggioranza e con gli elettori. Infatti, anziché mantenere le distanze dal suo partito di provenienza, approfittò subito della vittoria alle elezioni per accreditarsi e farsi nominare dopo pochi mesi nel direttivo provinciale dell'UDC. Da allora è stata tutta una rincorsa alla tessera più all'ultima moda, condita da strizzate d'occhio a Matteoli e Berlusconi, a Storace, a Grillo, a Renzi... senza dimenticare quasi nessuna forza dell'arco costituzionale. Ultimamente due consiglieri della nuova maggioranza formatasi nel 2011, Antonella Bassini e Riccardo Leonetti, sono stati insigniti dall'esponente regionale, Celesti, della titolarità del nuovo circolo di “Forza Italia, forza Silvio”. Un partito che non poteva certo mancare tra le fila dei sostenitori buselliani, e infatti a Volterra è stato varato a tempo di record (primi in tutta la provincia!). Anche se - ci par di aver capito - si è aperto un conflitto di legittimità con Costanzi ed altri, che rivendicano a loro stessi primogenitura e titolarità del partito fondato nel nome di Silvio (a livello nazionale) e a sostegno di Buselli (a livello locale).
Nella stessa maggioranza altri assessori - Gazzarri e Lonzi - hanno puntato sul ricollocamento all'interno dell'affollatissima barca di Renzi, non sappiamo ancora con quali esiti. La lega è da sempre degnamente rappresentata in Uniti per Volterra, dunque adesso non poteva certo mancare qualcuno che salisse sul carro (forse un carrettino) di Alfano. E' toccato a Costa, forse il più digiuno politicamente di tutta la compagnia ma ben pronto a seguire le dritte dei più smaliziati. Qualcuno doveva pur riempire la casella di Alfano e Schifani, casomai tra qualche mese potesse calamitare qualche decina di voti. In politica come nella nobile arte della norcineria non si butta mai via nulla, ma spesso è un peccato.

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