Chi
può dimenticare che durante il periodo elettorale tutti i candidati
a sindaco, Buselli in primis, hanno giurato e spergiurare che se
fossero stati eletti “mai più” avrebbero affidato lavori o
servizi e acquistato beni senza un fermo rispetto del principio di
trasparenza, rotazione e economicità? In campagna elettorale se ne
dicono tante, ma, come si dice... passata la festa, gabbato lo santo!
Ad appena 6 mesi dalla vittoria elettorale la nostra Amministrazione
si è precipitata a modificare l’art. 15 del Regolamento
sull’acquisizione di beni e servizi, per fare l’esatto contrario
di quanto promesso. Se è vero che la politica si misura dai fatti,
allora partiamo dal fatto che i consiglieri di Uniti per Volterra
hanno deciso di eliminare, per l’amministrazione volterrana, la
buona pratica di chiedere almeno i preventivi prima di scegliere da
chi acquistare beni e a chi affidare servizi sotto 40.000 euro. Col
nuovo Regolamento non si bada più a spese: gli amministratori si
sono auto concessi la licenza di decidere chi far lavorare e chi no,
senza vincoli di economicità. Si fa presto, spendendo i soldi di
tutti. Ma del resto sono stati appena votati, nonostante segnali di
questo tipo ne avessero già dati anche negli anni passati.
Ovviamente,
in campagna elettorale avevano preso l’impegno di comportarsi
diversamente con i soldi pubblici, ma la spiegazione
dell'imbarazzante dietrofront in Consiglio Comunale è arrivata
direttamente dalle parole dell'assessore ai lavori pubblici, Moschi.
Questi ha testualmente dichiarato che loro - gli amministratori - non
possono lavorare con tutti questi “lacci e lacciuoli” e che il
loro “fare, fare, fare” non tollera vincoli. Insomma se
l’italiano è la lingua che abbiamo in comune non si può che
concludere che per Moschi, a capo di un assessorato che assorbe la
stragrande maggioranza dei nostri soldi, nell'era di internet,
chiedere dei preventivi per capire chi renderà un servizio al Comune
ad un prezzo migliore è un “laccio” insopportabile. Un laccio a
che cosa? Per noi la risposta è ovvia. E’ un vincolo alla libertà
di scegliere liberamente l’operatore economico secondo il proprio
gusto, quindi senza regole di economicità per il Comune e di pari
opportunità per tutti gli operatori. Mantenere il testo del
“vecchio” Regolamento costringerebbe, infatti, gli uffici a
limitare la propria discrezionalità, imponendo la buona pratica di
chiedere almeno 3 preventivi prima di affidare un incarico. In questa
piccola, miseranda, vicenda di provincia, c’è un chiaro riflesso
dei mali di questo Paese. E’ evidente la ragione per cui noi
spendiamo per le opere pubbliche, spesso scadenti, molto di più
rispetto al nord Europa. Fatti i debiti rapporti, si capisce
benissimo perché ad un cittadino austriaco realizzare un metro di
autostrada costa 6.800€, mentre noi, cittadini dello stivale,
arriviamo a spendere fino quattro volte di più: 24.446 €/m (terza
corsia dell'A4, tutta in pianura). Perché quelli che i nostri
amministratori considerano insopportabili “lacci e lacciuoli”,
all'estero sono considerati criteri minimi di garanzia per il
rispetto dei soldi pubblici ma anche un deterrente contro la
tentazione di rapporti di corruttela.
Progetto
per Volterra