sabato 15 novembre 2014

Passate le elezioni, gabbato lo santo

Chi può dimenticare che durante il periodo elettorale tutti i candidati a sindaco, Buselli in primis, hanno giurato e spergiurare che se fossero stati eletti “mai più” avrebbero affidato lavori o servizi e acquistato beni senza un fermo rispetto del principio di trasparenza, rotazione e economicità? In campagna elettorale se ne dicono tante, ma, come si dice... passata la festa, gabbato lo santo! Ad appena 6 mesi dalla vittoria elettorale la nostra Amministrazione si è precipitata a modificare l’art. 15 del Regolamento sull’acquisizione di beni e servizi, per fare l’esatto contrario di quanto promesso. Se è vero che la politica si misura dai fatti, allora partiamo dal fatto che i consiglieri di Uniti per Volterra hanno deciso di eliminare, per l’amministrazione volterrana, la buona pratica di chiedere almeno i preventivi prima di scegliere da chi acquistare beni e a chi affidare servizi sotto 40.000 euro. Col nuovo Regolamento non si bada più a spese: gli amministratori si sono auto concessi la licenza di decidere chi far lavorare e chi no, senza vincoli di economicità. Si fa presto, spendendo i soldi di tutti. Ma del resto sono stati appena votati, nonostante segnali di questo tipo ne avessero già dati anche negli anni passati.
Ovviamente, in campagna elettorale avevano preso l’impegno di comportarsi diversamente con i soldi pubblici, ma la spiegazione dell'imbarazzante dietrofront in Consiglio Comunale è arrivata direttamente dalle parole dell'assessore ai lavori pubblici, Moschi. Questi ha testualmente dichiarato che loro - gli amministratori - non possono lavorare con tutti questi “lacci e lacciuoli” e che il loro “fare, fare, fare” non tollera vincoli. Insomma se l’italiano è la lingua che abbiamo in comune non si può che concludere che per Moschi, a capo di un assessorato che assorbe la stragrande maggioranza dei nostri soldi, nell'era di internet, chiedere dei preventivi per capire chi renderà un servizio al Comune ad un prezzo migliore è un “laccio” insopportabile. Un laccio a che cosa? Per noi la risposta è ovvia. E’ un vincolo alla libertà di scegliere liberamente l’operatore economico secondo il proprio gusto, quindi senza regole di economicità per il Comune e di pari opportunità per tutti gli operatori. Mantenere il testo del “vecchio” Regolamento costringerebbe, infatti, gli uffici a limitare la propria discrezionalità, imponendo la buona pratica di chiedere almeno 3 preventivi prima di affidare un incarico. In questa piccola, miseranda, vicenda di provincia, c’è un chiaro riflesso dei mali di questo Paese. E’ evidente la ragione per cui noi spendiamo per le opere pubbliche, spesso scadenti, molto di più rispetto al nord Europa. Fatti i debiti rapporti, si capisce benissimo perché ad un cittadino austriaco realizzare un metro di autostrada costa 6.800€, mentre noi, cittadini dello stivale, arriviamo a spendere fino quattro volte di più: 24.446 €/m (terza corsia dell'A4, tutta in pianura). Perché quelli che i nostri amministratori considerano insopportabili “lacci e lacciuoli”, all'estero sono considerati criteri minimi di garanzia per il rispetto dei soldi pubblici ma anche un deterrente contro la tentazione di rapporti di corruttela.

Progetto per Volterra



ZTL : eroismo estremo



Ciò che si nota di più stando ad aspettare i bambini alle 13 fuori dalla scuola di S.Lino è l’ininterotta fila di macchine che segue e precede gli scuolabus. Auto che si insinua tra un bambino e l’altro, tra un genitore e l’altro, mentre ognuno tenta di evitare che i propri piedi vadano sotto una ruota o che un gomito sbatta contro gli specchietti. Per non parlare delle macchine ferme in una zona in cui dovrebbe valere il divieto di sosta e di fermata. Tutto ciò ad un’ora in cui la ZTL ufficialmente è chiusa!
Quello che ci piacerebbe sapere è il numero esatto di auto autorizzate a transitare dentro la ZTL, quando le telecamere sono in funzione, perché all’apparenza sembra che tutti, indistintamente, gli abitanti di Volterra, abbiano il permesso. Basta andare in vicini centri storici come San Gimignano, Fiesole o Siena (assai più ampia di Volterra!) per percepire, invece, cosa sia una vera ZTL. In una vera ZTL , sembrerà una cosa assurda, ma non transitano decine di auto a tutte le ore, e nelle ore di chiusura i pedoni, cittadini e turisti, sono liberi di lasciare la mano ai loro bambini senza temere che vengano investiti.
Per non cadere nel solito pessimismo, avremmo pensato a ben due proposte in positivo da avanzare all’Amministrazione della nostra città: 1) calcolare quante volte le auto che hanno il permesso entrano nel centro storico e premiare con una coppa di metallo prezioso, una medaglia al valore, una pergamena vergata d’oro chi entra per meno volte in un anno solare. Avere il permesso e limitare le proprie entrate sarebbe grande segno di coraggio, di prestanza fisica (poiché mostrerebbe che si può persino attraversare l’intero centro storico di Volterra a piedi senza morire di fatica), di rispetto per i pedoni (questa specie in via di estinzione). Non transitare davanti alla scuola nell’ora in cui escono i bambini sarebbe, poi, grande segno di civiltà e di rispetto per l’altrui sicurezza. Insomma, un premio ci vorrebbe, sarebbe davvero meritato.

2) La seconda proposta prende spunto da un’iniziativa che hanno avuto a Stoccolma per invogliare i pedoni a fare le scale, anziché prendere sempre e in ogni occasione, le scale mobili: si potrebbero trasformare le scale di Docciola in tasti di un immenso pianoforte e divertire così i passanti, facendo loro comporre, un gradino alla volta, una melodia musicale. Chissà che la magia della musica non possa costituire la molla per muovere le gambe e lasciare una volta tanto la macchina in garage.

Irene Nesi, Progetto per Volterra



venerdì 7 novembre 2014

Le zecche e i cani

Parassita è quella specie che vive totalmente a spese di un'altra. Caso esemplare, scolastico, le zecche e i cani. Il rapporto è totalmente asimmetrico: la zecca prospera e il cane, la specie ospite, deperisce. Talvolta il parassitismo è talmente estremo che l'organismo ospite viene indebolito ad un punto tale da raggiungere uno stato di completa prostrazione. Il cane, stremato dalle innumerevoli e incessanti vessazioni, si lascia andare, smette perfino di grattarsi, e infine inevitabilmente muore.
Chissà perché, tornando per l'ennesima volta a parlare della questione dell'acqua pubblica, siamo stati attraversati da questa reminiscenza della biologia del liceo. Chi avesse in questi giorni preso in mano l'ultima bolletta dell'acqua avrà forse notato l'avviso sul retro dove si dà notizia ai clienti, con toni rassicuranti e reticenti allo stesso tempo, che le tariffe risulteranno appesantite perché il gestore deve rifarsi dei “notevoli investimenti” compiuti nel triennio 2008-2010. Probabilmente pochi sanno che tra questi favolosi “investimenti” le aziende dell'acqua hanno conteggiato i rimborsi per il canone di depurazione mai eseguito che avevano illecitamente riscosso per anni da migliaia e migliaia di clienti e che la Corte Costituzionale le aveva obbligate a rimborsare. Dopo una resistenza di sei anni contro una sentenza della Corte Costituzionale, appena poco più di un mese fa, le aziende dell'acqua hanno dovuto rimborsare il maltolto, anche se non del tutto, purtroppo, a causa delle molte scappatoie che il sistema Italia garantisce loro. Neppure due mesi dopo quella che sembrava una bella notizia, ecco che, inevitabile come la morte, arriva la tradizionale furberia. Le aziende, lungi dal solo pensiero di riscattare di propria tasca quello che avevano illecitamente riscosso, hanno rispalmato sulla collettività dell'utenza i rimborsi versati, sotto la veste truffaldina di conguagli per investimenti pregressi. Chi ha consentito tutto ciò è l'AIT, l'Autorità Idrica Toscana, una tra le tante “Autorità” di pura emanazione partitica che si finge istituzione super partes. L'AIT è una delle tante trovate : fu inventata per aggirare il risultato del referendum 2011, quello che il PD aveva appoggiato tatticamente per godere una vittoria annunciata, ma che un minuto dopo il suo esito ha iniziato a boicottare in tutti i modi, renziani e non renziani. Infatti, la attuali aziende di gestione dei servizi idrici sono entità informi, inefficienti e inaffidabili, ma infarcite fino agli occhi di vecchia partitocrazia in tutte le sue peggiori forme. Per questo non lesinano colpi bassi pur di difenderle. Il PD si è distinto per ambiguità e gioco sporco contro la lunghissima partita per l'acqua pubblica portata avanti da tante associazioni e capitanata dal Forum per l'Acqua Pubblica. La puntata più recente della guerra in corso si è arricchita del capitolo sulla presidenza dell'AIT. Avrebbe dovuto essere il nuovo sindaco di Livorno subentrato all'ex Cosimi, ma – disdetta – le elezioni di maggio sono state vinte dal cinquestelle Nogarin, che nel proprio programma si è fortemente sbilanciato a favore dell'acqua pubblica. Dunque non stupisce che i membri del Consiglio Direttivo dell'AIT (tutti rigorosamente del PD) stiano facendo le barricate pur di non far entrare nel “sistema” il corpo estraneo, Nogarin, disconoscendo l'avvicendamento naturale e imponendo un reggente alla presidenza pro-tempore di loro fiducia. Il famoso senso delle istituzioni del PD è tutto qui: le occupano e guai a chi gliele tocca!
Contro i conguagli truffa e contro i numerosi, gravi atti di prepotenza istituzionale al Consiglio Comunale di mercoledì scorso è stata presentata una mozione da Progetto per Volterra. Affinché il Comune, anche in qualità di azionista ASA, faccia finalmente un gesto coraggioso, opponendosi alle tattiche truffaldine messe in atto nei confronti di quei cittadini che nel 2011 avevano espresso a larga maggioranza la volontà di tornare all'acqua pubblica. Ma che da allora ad oggi sono stati raggirati peggio che al tempo del referendum sul finanziamento dei partiti, rintontiti notte e giorno dall'informazione rassicurante dei talk show e dei Tg.


Progetto per Volterra

Senza fretta

Il Tirreno 7 novembre 2014

sabato 1 novembre 2014

Progetti Smart City e piccoli centri



Sono stati presentati in questi giorni a Bologna, nell’ambito della  Smart City Exhibition, i risultati delle città italiane che hanno messo in piedi un maggior numero di progetti  finanziabili con gli ingenti fondi europei destinati alle Smart City, cioè a quei progetti dedicati a servizi “intelligenti”, incentrati sulla riduzione dei consumi, sul risparmio e sulle politiche di condivisione. Spiccano in primo luogo le progettualità dei piccoli comuni, quelli che non hanno molte risorse proprie da investire e che  hanno ovviamente problematiche specifiche, diverse dai grandi centri urbani. Per fare qualche esempio, il Comune di Montechiarugolo (PR)  ha avviato un progetto per rendere più efficiente ed economico per i cittadini il sistema di illuminazione pubblica e un secondo progetto per la realizzazione di pannelli fotovoltaici pubblici per l’erogazione in «conto energia» e per servizi di «scambio sul posto» dell’energia elettrica prodotta. Entrambi i progetti prevedono di far rientrare nelle casse comunali circa 700.000 euro all’anno, che diventeranno 900.000 con i risparmi dei consumi ottenuti grazie al nuovo sistema di illuminazione pubblica. Il Comune di Pieve di Cento, invece, dopo aver sofferto le conseguenze del sisma del 2012 ha avviato, in sinergia con le istituzioni e gli imprenditori locali, una serie di progetti di ricostruzione del proprio territorio in chiave smart city, tra cui la cablatura del paese con la fibra ottica e l’apertura di uno spazio di co-working (utilizzo comune di spazi, beni e servizi tra più soggetti economici) dedicato ai giovani e alle neo imprese. E ancora, tra i finalisti spiccano realtà come il Gruppo Soelia, che, per incentivare la raccolta differenziata del materiale umido e sensibilizzare la popolazione a questa buona pratica, ha messo a punto, in collaborazione con Vodafone, nel comune di Argenta (FE), un sistema ‘intelligente’ di monitoraggio per i conferimenti delle singole famiglie. I cittadini più virtuosi e attenti all’ambiente ricevono benefici in termini economici, ottenendo uno sconto sui tributi comunali. Sempre incentrato sulla raccolta differenziata dei rifiuti è il caso del Gruppo Hera, azienda multiservizi con sede a Bologna, che ha implementato avanzati sistemi per ottimizzare la procedura di differenziazione dei rifiuti secchi e per la valorizzazione dei rifiuti organici. Per sensibilizzare i cittadini, Hera ha sviluppato l’applicazione definita ‘Il Rifiutologo’, da scaricare gratuitamente dal web, che aiuta a fare la raccolta differenziata trasformando lo smartphone (o il tablet) in un assistente personale sulle modalità corrette per destinare le diverse tipologie di rifiuti.
Vale la pena sottolineare che questi esempi confermano, semmai ce ne fosse bisogno, quanto fossero infondate le critiche di chi liquidò come “inattuabile” la nostra proposta elettorale, basata sulla progettazione smart di Volterra (fortemente finanziata dall’UE) e soprattutto quanto è arretrato, rispetto alle progettualità portate avanti altrove,  la modalità nostrale di amministrare la città. Mentre altre realtà, a fronte degli ingenti tagli del governo, cercano forme per rendere efficienti, economici e moderni i propri servizi ottenendo risparmi di spese, Volterra segna il passo. Quello che riesce a fare in materia di raccolta dei rifiuti è aumentare la Tari, quello che riesce a fare per contrastare i costi delle bollette di metano della piscina comunale è introdurre le docce a pagamento.
Progetto per Volterra




Siamo tutti renziani



A ciascuno il suo, di governo. Noi italiani, dopo quasi 20 anni di Berlusconi (dei cui buoni uffici godiamo meritati frutti), non potevamo sperare in niente di diverso dall'attuale governo guidato dal leader del Pd, Matteo Renzi. Un governo che, a fronte di un debito pubblico tra i più alti del pianeta, ha predisposto una manovra finanziaria con 11 miliardi di deficit (nuovo debito), senza peraltro aver progettato nessun intervento diretto del governo per il rilancio dell'economia del Paese. Abbiamo scavalcato il traguardo dei 6 milioni di poveri assoluti in Italia? Cosa c'è di meglio dell'annuncio in diretta tv di un bonus bebè per famiglie con reddito inferiore a 90 mila euro/anno? Champagne e pannolini, lo spot è servito. Naturalmente nella finanziaria 2014 il governo non ha dimenticato di applicare nuovi e sostanziosi tagli al trasporto pubblico, alla sanità pubblica e perfino ai fondi per la non-autosufficienza (disabilità e gravi malattie), confermando al tempo stesso l'intangibilità del finanziamento pubblico alla scuola privata (che restituisce un po' di consenso elettorale al profumo d'incenso).Dal vecchio al nuovo totem inviolabile, gli ottanta euro destinati a chi ha già uno stipendio sicuro e presumibilmente voterà per il mantenimento dello status quo, mentre non c'è assolutamente nulla per chi non ha niente, se non un implicito invito ad incanalarsi permanentemente nel limbo del non voto. Poiché tira aria di elezioni politiche per la prossima primavera, la copertura della nuova spesa ha in parte una provenienza ancora nebulosa, mentre un'altra parte è imputata all'aumento dell'Iva di altri 2 punti percentuali (24%, scritto nero su bianco); da attuarsi rigorosamente solo dopo il prossimo appuntamento elettorale, ovvero nel 2016. Prima il piacere, poi il dovere (o era il contrario?). Ai disoccupati, ai licenziati e cassaintegrati in attesa di un prossimo licenziamento la soddisfazione morale del “mal comune, mezzo gaudio”, con la prossima abolizione dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori, ormai ufficialmente dichiarato out nientemeno che alla fiera della Leopolda. Anche sul fronte ambientale il giovane presidente del consiglio, nonché segretario del Pd, non delude le attese dei tanti suoi fans bipartisan. Infatti, dopo aver - già a luglio - innalzato per decreto i limiti di tolleranza di varie sostanze pericolose col DL Competitività (in particolare nelle aree di esercitazione militare e per gli scarichi a mare industriali), si avvia ad estendere ulteriormente la deregulation in un Paese dove, si sa, il diffuso senso civico è più che sufficiente a tenere a bada il malcostume. E' così che l'art. 242 bis, inserito in questi giorni nel Testo Unico sull'Ambiente dall'apposita commissione parlamentare, prevede l'autocertificazione da parte dell'inquinatore del livello di contaminazione provocato sui terreni. Un settore già fortemente penetrato dalla criminalità – si pensi alla gestione di discariche e siti inquinati in certe regioni d'Italia - sostanzialmente sarà libero di auto assolversi a norma di legge. Basterà auto-certificare l'avvenuta pulizia del sito. Infatti, i controlli potranno tenersi esclusivamente sull'elenco delle sostanze e nei punti di prelievo proposti e indicati dall'inquinatore. Tutto ciò sarà infine suggellato dalla regola del silenzio-assenso, previsto dalle autorità competenti entro 45 giorni. Chi non fosse d'accordo con l'impostazione del governo, non si preoccupi. Può sempre mandare un twit al Tavolo per il Diritto all'Amore, inaugurato nell'edizione 2014 della fiera della Leopolda. Il primo estratto avrà diritto ad un tenero abbraccio da parte del ministro Boschi, mentre il secondo classificato riceverà un biglietto omaggio per la prossima edizione della Ruota della Fortuna.
                                                                                                   Fabio Bernardini, Progetto per Volterra