venerdì 22 luglio 2011

Grazie ASL 5!

Passano pochi giorni dalla chiusura del Punto Nascita volterrano e la Asl 5 se ne esce con un bel manifesto dal titolo “La Gravidanza in Alta Val di Cecina”, che pubblicizza il percorso nascita e dà indicazioni sui servizi offerti e sulle strutture a cui rivolgersi. La prima cosa da chiedersi è: perché solo adesso? Perché negli anni trascorsi non si è mai ed in nessun modo pubblicizzato il Punto Nascita di Volterra, anzi è stato mantenuto un rigoroso silenzio sul progetto sperimentale affidato al Dottor. Srebot, mai infranto negli ultimi tre anni trascorsi prima della chiusura? Ma andiamo nel dettaglio. Il manifesto esordisce dicendo che la Asl garantisce a tutte le donne dell’Alta Val di Cecina l’assistenza durante tutto il percorso nascita. Ci mancherebbe che non  lo facesse! Altrimenti sarebbe disatteso l’articolo 32 della Costituzione, che sancisce la tutela del diritto alla salute. Si percorrono poi i vari steps del percorso nascita. Si nota il riferimento all’accesso a visite ed esami gratuiti durante la gravidanza. Su questo dobbiamo soffermarci infatti non è del tutto vero: le liste di attesa per le ecografie costringono spesso le donne ad usufruire del servizio a pagamento o in alternativa a rivolgersi ad altre strutture della Toscana, anche molto distanti, con tutti i disagi connessi.
In caso di dubbi si suggerisce di rivolgersi al consultorio aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20. E dopo le 20? Chi ha scritto questo manifesto ha una benché minima idea dello stato d’animo e delle condizioni di una donna a fine gravidanza, quando il minimo segnale mette in allarme e spesso si corre in ospedale per fare un tracciato o una visita di controllo? Dove bisognerà rivolgersi in questi casi, visto che il reparto la sera è chiuso? Al 118? Al pronto soccorso? Oppure si dovrà partire direttamente con la valigia in macchina verso il Punto Nascita più vicino (o per meglio dire, meno distante), col rischio di essere rimandati a casa per falso allarme?
Riguardo all’evento parto, si indirizzano le donne a partorire presso l’ospedale Lotti di Pontedera, dichiarando che il trasferimento potrà essere fatto “naturalmente” con mezzi propri (a proprie spese e a proprio rischio e pericolo, ci sarebbe da aggiungere) oppure chiamando il 118 che provvederà all’attivazione del servizio. Più avanti si legge però di rivolgersi al 118 ma per le emergenze. Viene da chiedersi da dove parta l’ambulanza che dovrà trasferire la donna al Lotti in condizioni diciamo normali. Come al solito, da Calci? Bisognerà attendere che questa arrivi magari (come è prassi) per poi ripartire per Pontedera? Nella migliore delle ipotesi forse in due ore ce la caveremo. Che tipo di assistenza si troverà poi sull’ambulanza? Un’ostetrica o un ginecologo pronto ad intervenire in caso di complicanza del travaglio o per aiutare la donna in un eventuale parto urgente? Nessuno lo specifica. In tutto questo non vengono ovviamente contemplati i problemi che potrebbero mettere in difficoltà il trasferimento in caso di maltempo, strade ghiacciate, neve, ecc… Cause di forza maggiore, si dirà. Sì, ma le conosciamo bene, sappiamo a quale rischio si espongono le donne e se domani qualche incidente dovesse accadere, non si potrà dire che arrivi inatteso.
Chiuso il Punto Nascita ci viene gentilmente offerto questo bel manifesto. Riteniamoci fortunate, donne dell’Alta Val di Cecina! C’è chi pensa a noi. Un pezzo di carta al posto di un reparto accogliente, efficiente e sicuro. Grazie ASL 5!

Manola Rosa – Progetto Originario

martedì 19 luglio 2011

Un vento sempre più sporco

Più vanno avanti le indagini della Guardia di Finanza di Pisa sugli intrecci tra politica e affari legati ai grandi investimenti sulle energie rinnovabili in Toscana, più aumentano le perplessità sui criteri finora applicati e su un sistema che non sembra all'altezza dei compiti prefissati. L’oggetto è un enorme parco fotovoltaico di 70 ettari in procinto di essere realizzato su terreni agricoli nei pressi di San Miniato. In teoria avrebbe dovuto trattarsi di 32 impianti diversi per una produzione complessiva di 30 megawatt: progetti appena sotto un megawatt ciascuno, in modo da eludere la procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale prevista per impianti al di sopra di quel limite. In pratica la stretta vicinanza tra i lotti farebbe invece apparire l'insieme come un enorme distesa di pannelli, circostanza che ha fatto scoppiare una serie di conflitti con gli abitanti e nascere un apposito comitato di protesta. La vicenda sta sollevando una serie di aspri conflitti che non risparmiano il sindaco di San Miniato, Gabbanini, che fin dalla campagna elettorale avrebbe legato la sua immagine a megaprogetti sulle rinnovabili e l'assessore all'Ambiente della Provincia di Pisa, Valter Picchi. La procedura di autorizzazione istruita in Provincia è particolarmente discussa, perché dalle pratiche pare si deduca con chiarezza che le società richiedenti i permessi erano tutte riconducibili alle medesime persone e che i terreni oggetto delle richieste erano contigui. Si tratta dello stesso assessore Picchi dai cui uffici è scaturita la previsione di una nuova cava sulla collina boscata di Ulignano nonostante il parere negativo del Comune e della Sopraintendenza. Non un alfiere dell’ambiente e del territorio, per intenderci. La vicenda di San Miniato ha innescato una guerra interna al PD pisano, specialmente in merito alla richiesta di dimissioni del consigliere provinciale, Francesco Giani, quello che secondo gli articoli de Il Tirreno avrebbe sottoscritto assieme ad Emanuele Orsi, a Meneguzzo e Grossi una scrittura privata per spartirsi gli utili dei futuri impianti eolici da realizzarsi nel Comune di Volterra. Le dimissioni di Giani sarebbero state per il momento evitate in ragione di una levata di scudi della componente ex Margherita del partito, di cui fa parte anche l'assessore Picchi nonché il consigliere regionale Tognocchi, sceso direttamente in campo per difendere un suo pupillo. Nel mezzo alle polemiche le ultime richieste di autorizzazioni sono state sospese dalla Provincia di Pisa, ufficialmente «per meglio valutare gli indirizzi regionali,  per consentire approfondimenti aggiuntivi e una rafforzata tutela dell’ambiente, del paesaggio e delle tradizioni agroalimentari locali». Vista la delicatezza dell'indagine sul caso eolico che sta proseguendo a San Miniato ma anche su Volterra e relativa agli stessi soggetti, di fronte alle nuove circostanze emerse, viene da chiedersi se non sia opportuno superare definitivamente la bozza di lavoro predisposta per il Comune da parte dell'ingegner Meneguzzo, affidando ad altri apposito incarico. Per arrivare a ultimare in ogni caso un Regolamento per le energie rinnovabili di cui c’è comunque bisogno ma che non dia adito a nessun dubbio circa eventuali interessi di parte.

Progetto Originario - Lista Civica

Acqua bene pubblico?

Sulla scia dell'ottimo risultato conseguito dalla tornata referendaria riteniamo utile mantenere viva l’attenzione sugli scenari apertisi, perché l'esperienza insegna che  talvolta lo spirito col quale sono stati proposti i quesiti referendari può essere travisato dalle leggi successive. Come è noto i referendum abrogativi per loro natura lasciano un vuoto legislativo che dovrà essere colmato dal Parlamento. Per questo la fase successiva, quella in cui la classe politica si dispone a riempire quel vuoto, è particolarmente delicata, tanto da meritare la stretta vigilanza da parte della pubblica opinione. E’ evidente che gli elettori non sono soddisfatti della gestione di alcuni servizi essenziali, come ad esempio il servizio idrico, per come sono stati portati avanti negli ultimi anni. La progressiva privatizzazione e la conseguente introduzione di criteri di mercato, infatti, nel caso dei servizi essenziali non si sposa né con l’aumento di efficienza né col contenimento delle tariffe. Anche nella nostra zona i 10 anni di gestione Asa hanno pienamente dimostrato questo assioma: prezzi aumentati dal 40 al 63 % sia per la fornitura d’acqua che per i servizi di fognatura e depurazione (spesso ancora assente), accompagnati da investimenti irrilevanti e specialmente sulle reti (ormai tanto malridotte da perdere circa il 40% della risorsa). Dunque il sistema non funziona nel suo impianto e sulla spinta della volontà popolare espressa dai referendum va radicalmente cambiato. Per questi motivi il gruppo consiliare di Progetto Originario ha discusso di buon grado l’ordine del giorno portato da Sinistra per Volterra all’ultimo Consiglio Comunale che, sulla scorta di una bozza di mozione già diffusa in molte altre amministrazioni, proponeva come tema di discussione la “ripubblicizzazione dell’acqua”. Il nostro gruppo ha condiviso lo spirito della proposta tesa all’affermazione del principio che vede l’acqua un elemento essenziale da annoverarsi tra i beni comuni, ma per renderla operativamente più efficace ha proposto tre emendamenti, due dei quali sono stati accolti. Il primo degli emendamenti accettati chiede all’Amministrazione di “agire presso la Regione affinchè valuti la definizione degli Ambiti Territoriali Ottimali con i criteri ispirati alle unità fisiche-naturali, dato che l’acqua è un bene naturale, anziché ispirate a criteri meramente amministrativi”. Questo enunciato intende ricondurre la Regione a ragionare sui beni naturali in termini ambientali e territoriali e quindi pensare che gli ambiti territoriali ottimali per l’acqua non possono che essere i bacini idrografici. Mentre le unità amministrative (Comuni, Province, Regioni) che finora hanno fornito la base per disegnare gli Ambiti Territoriali Ottimali traggono origine da ragioni storiche e politiche che hanno ben poco da spartire con una gestione razionale ed efficace dei beni naturali. Un principio di ragionevolezza scientifica introdotto e sancito anche dalla L. 183/89.
Il secondo emendamento che il gruppo di Progetto Originario ha introdotto nel documento approvato impegna l’Amministrazione Comunale “a sviluppare nei confronti del Governo e della Regione Toscana un'azione tesa a riformare il sistema di gestione del servizio idrico, superando il modello attuale di gestione che, mediante l’affidamento a soggetto giuridico privato nella forma di s.p.a. assieme alla coesistenza tra enti pubblici e soggetti privati,  ha sancito la pericolosa dicotomia proprietà-gestione, provocando una serie di problemi inerenti la regolazione, i controlli e dunque l’efficienza del servizio”. Con questo impegno si intende rilanciare il principo espresso dal primo referendum sull’acqua (scheda rosa), che ha abrogato l’art. 23bis della legge 133/’08 che obbligava a concedere la gestione del servizio idrico ad aziende private individuate mediante gara pubblica oppure a società a capitale misto pubblico-privato nelle quali i privati detenessero almeno il 40% delle quote. A nostro avviso lo spirito del voto in questo caso richiede che venga restituita dignità ai soggetti pubblici e in particolare ai piccoli Comuni che negli anni recenti sono stati di fatto progressivamente privati delle loro competenze anche in contrasto con alcuni principi costituzionali (art. 5 e 118). Il modello che dunque dovrà scaturire dalle nuove normative dovrà prevedere che la gestione dei servizi essenziali, quale quello idrico, possa tornare ai Comuni, proprietari delle infrastrutture (le reti idriche), per sottrarlo a logiche esclusivamente mercantili e speculative.
Al termine della discussione il documento sulla ripubblicizzazione dell’acqua è stato approvato dal Consiglio Comunale all’unanimità.


Il Gruppo Consiliare di Progetto Originario

domenica 17 luglio 2011

Chi non ci sta

Abbiamo letto con soddisfazione ed interesse la coraggiosa presa di posizione, diramata nei giorni scorsi dall’Italia dei Valori, con  la quale il partito di Di Pietro rompe le fila del centrosinistra volterrano per contestare l’ingiustificata chiusura del Punto Nascita. Niente da dire, si tratta di una battaglia giusta per difendere l’elementare diritto alla salute di chi abita le nostre zone. Una scelta che fino a qualche anno fa sarebbe apparsa scontata soprattutto per la sinistra, ma che adesso, in un panorama politico sempre più piatto e impoverito, spicca per risolutezza. Il nuovo dirigismo presente al vertice dei partiti miscelato con la condiscendenza fiorita in molte sezioni locali, impediscono di fatto la nascita di posizioni autonome e quindi di un vero dibattito sui temi importanti come la sanità che, all’ombra di una grave crisi economica, rischia di essere modificata pesantemente nei suoi assetti, in assenza di una seria discussione di merito. La riforma sanitaria del 1978 ci appare molto più lontana dei trent’anni trascorsi, quando la legge quadro del settore emerse da una ricchissima discussione di merito tra le diverse visioni dei principali partiti (DC, PCI, PSI, PLI), che infine trovarono una ragionevole sintesi. Oggi, profonde modifiche degli assetti sanitari vengono attuate in sordina, senza alcuna reale discussione di merito. La presenza di ospedali sul territorio toscano è stata dimezzata negli anni, ma a seguito di quale progetto e dopo quale confronto  politico? Oggi molti reparti vengono soppressi e altri vengono accorpati e coordinati per intensità di cure, attraverso modifiche organizzative spesso discutibili, ma in assenza di un doveroso dibattito franco. Frutto avvelenato di una stagione di dirigismo, penetrato nelle politiche sanitarie con la figura dei direttori generali nominati direttamente dai vertici della politica regionale. Direttori generali che rispondono solo e soltanto a chi gli ha nominati e non ai territori dove operano le Asl. In questa situazione, per riportare i partiti politici a ragionare in maniera diversa e più aperta sui cambiamenti che si stanno verificando a spese degli utenti, è necessario che i cittadini si mobilitino direttamente, per dimostrare che la sanità pubblica sta a cuore a ciascuno. La prima proposta di Progetto Originario in merito è dunque questa. Non teniamo scollegate le varie vertenze che sono sbocciate in giro per la Toscana. Abbiamo già cominciato a lavorare ad un coordinamento da realizzarsi nei prossimi mesi tra i soggetti interessati a parlare di ciò che sta avvenendo alla sanità pubblica. Ma allargando lo stesso principio che poi è anche principio di solidarietà, invitiamo a collaborare tra loro i soggetti mobilitatisi per alcune recenti vertenze locali, quali la scuola media di Saline, la discarica di Riotorto presso Villamagna e i tagli all’ospedale. Per difendere più efficacemente l’insieme dei diritti messi in discussione ultimamente nel nostro territorio e purtroppo non soltanto qui. Ma anche per cercare di arrivare a comprende tutti assieme quali nessi vi siano tra le diverse crisi, solo apparentemente scollegate, che stanno colpendo diritti fondamentali quali la sanità, l’istruzione, la qualità dell’ambiente in cui viviamo e il lavoro. 


Progetto Originario

Fiocchi rosa e celesti in una notte di festa

Iniziativa “coi fiocchi”. Sabato 8 luglio 600 fiocchi rosa e celesti hanno colorato la notte bianca Volterrana.
Un’iniziativa simbolica con cui si è voluto ribadire il “No” alla chiusura del Punto Nascita coinvolgendo i cittadini e i tanti  visitatori  incuriositi da quelle piccole coccarde colorate  appuntate sulle t.shirt
Un momento  che ha permesso anche di raccogliere le impressioni di quelle mamme e di quei  cittadini  che si sentono derubati di un servizio essenziale che da sempre ha fornito la possibilità di partorire e di nascere  a Volterra. Oggi occorre dirigersi altrove, coprendo almeno 50 km di distanza e sperando di fare a tempo.
Un fiocco non basta, lo sappiamo bene. Serve però a ricordare a chi prende la  decisione di privare una comunità dei suoi servizi essenziali, che quella comunità ha una dignità e una voce.
Ringraziamo il Sindaco e le forze politiche e sociali presenti che hanno aderito all’iniziativa di Progetto Originario   sostenuta da molte mamme e da semplici cittadini.
Qualche passante ha commentato “Con questa Usl ci vorrebbero i forconi” . Ancora non siamo a questo punto. Ci aspettiamo però un ritorno alla ragionevolezza e un drastico ripensamento che vada a sanare scelte unilaterali che mettano in pericolo la sicurezza delle donne e dei bambini della Val di Cecina.

Commissione sanità - Progetto Originario

Un momento dell’allestimento del banco per i fiocchi

martedì 12 luglio 2011

Il mio parto sul Colle? Eccellente.


Il vero giudizio delle donne: i risultati del questionario sul parto

A maggio scorso la Commissione Sanità di Progetto Originario, insieme al Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Volterra per sondare l’opinione delle utenti lanciò un questionario sulla gravidanza, l’allattamento ed il parto in Val di Cecina. In un mese e mezzo molte ottanta donne hanno compilato le 14 domande proposte restituendo il questionario in forma cartacea o tramite internet. I risultati ci danno modo di fare un ragionamento su come si partorisce in Val di Cecina e sarebbe stato auspicabile che la ASL stessa avesse promosso almeno un sondaggio del genere prima di pretendere di parlare per bocca delle donne della nostra zona. Infatti, il direttore generale della Asl 5, Damone, (poi ripreso anche da alcuni partiti locali, Sinistra per Volterra e PD) parlò per primo di bocciatura da parte delle donne della Val di Cecina, ma senza mai aver sentito la necessità di interpellarle durante la sperimentazione del Punto Nascita di Volterra. Verosimilmente l’opinione delle donne non gli interessata sul serio. Nel caso comunque che qualcuno volesse saperne di più, ecco i risultati emersi dal nostro sondaggio, analizzati da una dottoressa laureata in statistica.
Al campione di donne intervistate sono state sottoposte 14 domande per capire dove sono state seguite durante la gravidanza, dove hanno partorito e quale sia stata la qualità delle strutture di cui hanno usufruito. Le donne intervistate hanno un’età compresa tra i 21 ed i 51 anni, l’84% di loro ha 1-2 figli, il 16% più di 2. L’84% ha effettuato almeno una visita mensile di controllo a Volterra durante la gravidanza e quasi il 76% di coloro che hanno effettuato almeno una visita a Volterra ha poi partorito nella nostra città. Vista l’alta percentuale di mamme che sono venute in contatto con i servizi volterrani posiamo considerare significativo il dato relativa al giudizio sulla qualità di tali servizi. Esattamente per i pareri espressi con il giudizio “buono” si ha una prevalenza di risposte positive per Volterra rispetto alle altre città della zona e considerando il totale delle risposte positive e molto positive (“buono” ed “eccellente”) Volterra ha un 94,5% contro l’ 83,3% dell’insieme delle strutture presenti nelle altre città. Nello specifico i giudizi riguardano le diverse fasi della gravidanza. I dati restituiti sono i seguenti: durante la fase del travaglio per Volterra abbiamo ottenuto un giudizio di eccellenza per il 55% delle donne intervistate, contro un 38% di coloro che hanno avuto il travaglio nelle altre città; al momento del parto un 57% delle intervistate ritiene Volterra eccellente a fronte del 46% che ha espresso lo stesso giudizio per le altre città; per ciò che riguarda il periodo post partum, riguardo l’assistenza alla donna, le mamme giudicano eccellente la struttura di Volterra nel 40% dei casi, contro il 38% registrato nelle altre città; sempre per il dopo parto ma rispetto alle necessità del bambino, Volterra ha ottenuto giudizi di eccellenza per il 51% delle mamme contro il 46% delle altre città. Questi sono solo una parte dei dati analizzati, scaturiti dal questionario, ma presto forniremo le percentuali di tutte le 14 domande formulate. Possiamo, tuttavia, già da adesso sintetizzare le deduzioni emerse dalle moltissime considerazioni che le donne hanno riportato all’interno del questionario, in cui c‘erano spazi per esprimere con proprie parole giudizi e valutazioni. Le donne che hanno usufruito dei servizi di Volterra ed in particolare coloro che hanno partorito nella nostra città esprimono nella stragrande maggioranza dei casi un giudizio di eccellenza sia per ciò che concerne la professionalità che per quel che riguarda i rapporti umani instaurati col personale. Sappiamo bene che tutti i dati sulla qualità del servizio raccolti non serviranno a convincere la Direzione Generale della ASL 5, visto che il criterio applicato dal Dott. Damone è solo e soltanto quello economico, ma ci sembra opportuno che i cittadini di Volterra sappiano che ciò che viene loro tolto non è il frutto di una sperimentazione fallita, ma un servizio giudicato buono o eccellente nella stragrande maggioranza dei pareri espressi da chi ne ha effettivamente usufruito.  


Commissione Sanità di Progetto Originario













La linea d’ombra



Rieccoci. Puntuale come non mai è scoccata di nuovo l’ora dei tagli. Come succede ormai ritualmente da diversi anni, torna la fatidica scure a minacciare quel che resta dei servizi pubblici della Val di Cecina. La Val di Cecina, come sicuramente tante altre aree agricole o montane moderatamente popolate, ha cominciato a pagare prima di altre e a caro prezzo le conseguenze di un riassetto economico di cui non si vede la fine. Come già fu in passato il momento peggiore cade d’estate, quando la gente s’illude di potersi distrarre magari con una settimana o due di vacanza. Per gli smaliziati managers pubblici la distrazione degli elettori viene considerata un’opportunità, tanto che questa è da sempre la stagione delle chiusure più feroci, dei generi più disparati: scuole, reparti ospedalieri, linee di mezzi pubblici, uffici… Un servizio disponibile fino a primavera in autunno semplicemente non c’è più: è chiuso già da qualche mese ormai e, nel tran tran delle giornate di lavoro invernali, chi ha la forza di indignarsi se non gli sfortunati che hanno bisogno solo adesso di quella prestazione che fino a ieri c’era?  Pochi, anche perché di grane quotidiane ne abbiamo tutti fin troppe di questi tempi. Dunque, tanto vale lasciar perdere, sperando che prima che quel servizio cancellato torni utile proprio a me, qualcosa di nuovo accada. Ma è proprio questo il punto: da troppo tempo nessuna novità positiva viene a confortarci dall’esterno, e se non ci riscuotiamo per primi noi che viviamo in queste zone, non abbiamo alcun motivo per illuderci che qualcuno da fuori si interessi della nostra sorte per risollevarla. Certo, non è comunque facile. Sarebbe un gran successo se almeno le forze politiche locali fossero disposte a fare fronte comune contro i tagli, quando sono troppi, pesanti, ingiustificati e magari conditi da raggiri piuttosto biechi. Evidentemente si tratta di una prospettiva oggi impossibile. Di fronte al pesante scenario attuale, sarebbe tuttavia già molto se le forze politiche locali riuscissero almeno a mettere momentaneamente da parte i più accesi spiriti di competizione reciproca. Ma anche questo augurio suona decisamente utopico. Continua a prevalere, immutabile, lo spirito di fazione, che schiaccia tutto e per prima la verità. L’attualissimo taglio al reparto maternità ne è un esempio emblematico. Nel Consiglio Comunale che venti giorni fa affrontò la materia, i rappresentanti di tutte le forze politiche presenti – nessuna esclusa - si accordarono, durante una conferenza dei capigruppo, con il direttore generale della Asl 5, dr Damone, affinché venisse approntato urgentemente un Tavolo di confronto sulla sanità plurale e aperto. In quella sede venne espressamente rimarcata la necessità di includere tra gli argomenti di confronto da inserire nell’agenda del Tavolo anche e prioritariamente il reparto materno-infantile e il punto nascita volterrano, tanto che in questo preciso senso venne predisposta la delibera di Consiglio votata quella sera stessa all’unanimità.  Per trovare il più largo accordo, il gruppo di Progetto Originario ritirò la mozione che aveva precedentemente depositato, molto più esplicita nei riguardi della conservazione del servizio, e Uniti per Volterra fece altrettanto. Certo, il dr Damone si impegnò solo sulla parola, non essendo quella la sede per un suo impegno formale. Ma anche la parola per alcuni vale pur qualcosa. Per questo è risultata particolarmente spiacevole la sua dichiarazione inaugurale alla prima riunione del Tavolo con la quale ha smentito il suo precedente impegno, dichiarando che non avrebbe accettato di tornare in nessun modo sull’argomento punto nascita.  I gruppi consiliari, invece, presero un impegno formale, attraverso il loro voto in Consiglio, nei confronti degli elettori e dei loro colleghi consiglieri; se oggi per non urtare il direttore della Asl nominato dalla Regione sono disposti a rimangiarselo significa che in loro domina sopra ogni altra cosa lo spirito di fazione. Infatti, sentite al Tavolo le parole del dr Damone, io stesso chiesi ai capigruppo un momento di verifica per arrivare a scrivere un documento congiunto con cui richiamarlo fermamente al rispetto degli impegni assunti la sera del Consiglio. Purtroppo, dopo aver atteso una settimana, mi sono scontrato con l’esplicita indisponibilità di Cucini (Sinistra per Volterra) e Rosa Dello Sbarba (Città Aperta). Devo dire che non me lo aspettavo. Pensavo che, al di là dei diversi, conclamati punti di vista sul tema, almeno sul rispetto dei patti potessimo trovarci d’accordo. Non è stato così. Evidentemente quando la controparte (in questo caso la Asl 5) è un’emanazione di  un’Amministrazione considerata “amica” (nello specifico la Regione Toscana), in qualche modo si materializza una linea d’ombra ancora impossibile da superare. Una linea oltre la quale i locali rappresentanti degli attuali partiti non possono muovere critiche né sollevare obiezioni. Me ne dispiaccio. Perché proprio adesso, proprio qui a Volterra, ci sarebbe un gran bisogno di tornare a parlare civilmente tra le parti e prima di tutto di regole di comportamento: da riprecisare, fissare e difendere. Ma come è noto le regole possono dirsi tali soltanto se si è disposti ad applicarle a tutti. Anche agli “amici”, anche agli alleati politici. Altrimenti si cade nel penoso, ingiustificabile, furfantesco campo della doppia morale. 
Fabio Bernardini, Progetto Originario

Per amore dei numeri



Quelli che sono sempre pronti a fare carte false pur di magnificare il governo della Regione in questi ultimi tempi fanno finta di credere che la soppressione del reparto di ostetricia sia dovuta all'esiguità del numero dei parti registrati negli ultimi sei mesi. Si tratta di un pretesto patetico e palesemente falso perché il modello messo in atto in questi ultimi anni stabiliva il principio della rete tra gli operatori ginecologi di Pontedera e Volterra, consentendo di annoverare nel numero dei parti l'insieme eseguito nei due ospedali, i 1200 all'anno di Pontedera più i 70 di Volterra. Il modello della rete tra i due punti nascita fu già predisposto nel 2004 dal direttore generale, Cravedi, pur se osteggiato da alcuni medici ginecologi di Pontedera, che arrivarono a scrivere una lettera di protesta dai toni paleocorporativi alla Asl 5. Oggi molti fingono di non ricordare che il nostro sistema si è basato, con indubbi vantaggi, sulla rete tra presidi, perché in realtà i tagli previsti servono alla Asl 5 per perpetrare la proverbiale politica di ristrutturazione economica ai danni del presidio ospedaliero più periferico presente in provincia di Pisa; quello di Volterra appunto. L'eliminazione del punto nascita, infatti, viene obbligatoriamente accompagnata dalla soppressione del reparto aperto 24 ore su 24, che interromperà di colpo anche i ricoveri ginecologici di qualunque tipo. Del resto, come è stato spiegato in altri precedenti interventi, lo scopo vero della Asl 5 è tagliare ulteriormente le spese di personale e ciò può verificarsi principalmente sopprimendo i reparti aperti a ciclo continuo. In fondo si tratta del vecchio modello che il Comitato per la difesa dell'ospedale di Volterra aveva denunciato anni fa: ospedali come il nostro nelle intenzioni della Regione dovranno essere trasformati in un pronto soccorso accompagnato da qualche ambulatorio e al massimo da un repartuccio di bassa qualità di medicina generale destinato per lo più al ricovero di pazienti anziani: una struttura molto più economica, ma che non potrà certo dirsi un ospedale. I tagli erano previsti da anni, ma oggi nell'agenda politica regionale sono divenuti urgenti e inderogabili per il forte sbilanciamento dei conti registrato dalla sanità toscana. Infatti il bilancio 2009 ha fatto registrare una perdita complessiva delle Asl di 300 milioni di euro, in cui spicca il caso della Asl 1 di Massa Carrara dove è emerso improvvisamente un deficit di 220 milioni circa. All'inizio di una terribile stagione di tagli, costretti a fare i conti coi numeri, pensiamo che da qui occorra cominciare per fare chiarezza con la matematica. Finora la Regione Toscana vantava bilanci della sanità in pareggio, purtroppo fasulli. Il buco della Asl 1 di Massa pare sia andato allargandosi nell'arco di un decennio in cui i conti ufficiali sarebbero stati alterati ad arte. Il direttore generale della Asl 1, dr Scarafuggi, avrebbe gravi responsabilità così come il collegio dei revisori dei conti, assai inadeguato o compiacente; ma non bisogna mai dimenticare che in Italia è la classe politica, per mezzo degli assessori alla sanità o dei presidenti di Regione, che – purtroppo - nomina i managers sanitari. Quindi il presidente Rossi, per dieci anni assessore competente, non può chiamarsi fuori dalle responsabilità avendo nominato direttamente personale dirigenziale di propria fiducia. Si teme già per i prossimi bilanci 2010 e 2011 e c'è chi sussurra di altri casi analoghi a Massa che potrebbero verificarsi nella Asl 6 di Livorno e in quella di Pistoia. Intanto il “risanamento” è cominciato principalmente ai danni degli ospedali minori, quelli ricadenti in aree abitate da numeri abbastanza contenuti di elettori. La risposta prevedibile potrebbe risultare, però, ancora sbagliata se farà ricorso alla solita ricetta: aumento del dirigismo e maggior controllo politico sul sistema. Si ricordi che nell'arco del solo anno 2010, a fronte del totale blocco delle assunzioni del personale sanitario, in smaccata controtendenza i dirigenti vennero aumentati del 9% (dati Cisl). Concludiamo riportando le recenti considerazioni diramate dal “Circolo tematico Diritto alla Salute Rosa Parks”, di Massa Carrara, l'area messa particolarmente sotto torchio per il pesante buco nel bilancio della sua Asl: “Il servizio sanitario della nostra provincia sta conoscendo uno sconquasso che solamente eufemisticamente potremmo definire preoccupante: reparti e servizi che scompaiono da un giorno all'altro perché oggetto di semi accorpamenti, prestazioni ridotte con la creazione di disagi per il trasferimento di alcune funzioni ad altre Asl o Aziende ospedaliere (come ad esempio sta succedendo per dermatologia), operatori del settore costretti a fare i salti mortali per garantire livelli di efficacia ed efficienza degni di essere tali, interi reparti (ad esempio psichiatria) che hanno difficoltà ad attuare il programma terapeutico per scarsità di farmaci; intere popolazioni costrette a sobbarcarsi viaggi di oltre 50 chilometri per poter partorire; distretti socio-sanitari in sofferenza a causa della carenza di personale; accertamenti diagnostici e clinici caratterizzati da liste di attesa abnormi; senza parlare poi dei pronto soccorso intasati all'inverosimile, con tempi di attesa francamente inaccettabili... tutto questo mentre la Regione e il (nuovo) direttore generale (De Lauretis) continuano a sbandierare ai quattro venti che non ci sono disagi se non marginali e, per così dire, fisiologici per i cittadini. Mentre a fare le spese di una situazione paradossale e insostenibile sono soprattutto le fasce più deboli e disagiate.”.

Progetto Originario – Lista Civica

venerdì 8 luglio 2011

Ancora una iniziativa per salvare il Punto Nascita


un fiocco per ogni Bambino che non nascerà più a Volterra...

portate con voi durante la Notte Bianca di sabato 9 Luglio a Volterra un fiocco, azzurro o rosa non importa, l'importante è che allo scoccare della mezzanotte...

tutti in piazza dei Priori!