domenica 26 maggio 2013

La saga delle consulenze


Primavera è tempo di bilanci, e in Consiglio Comunale è stato da poco approvato il bilancio consuntivo 2012 con l'appoggio incondizionato della “semper fidelis” consigliera Bassini.

Nel bilancio appena archiviato – come per gli anni precedenti -  tra le deliberazioni della Giunta ed i provvedimenti dirigenziali “brilla” il picco della spesa per le consulenze. Questa volta il ricorso alle professionalità esterne è costato al Comune quasi 110.000,00 euro.
Le costanti sono sempre le stesse:
A) elevato spezzettamento degli incarichi, formula che consente di soddisfare le esigenze di una più vasta platea di professionisti (quasi mai volterrani);
B) utilizzo frequente dello strumento dell’affidamento diretto, attraverso il quale si esercita la più ampia discrezionalità dell'amministratore pubblico, evitando le più eque, trasparenti ed economiche procedure di gara.
Nei 4 anni di amministrazione Buselli, dal 2009 al 2012, sono stati dilapidati quasi 500.000,00 euro (avete capito bene, mezzo milione) in incarichi, tra studi di fattibilità, progettazioni, pareri legali ed altre simili. Una cifra così imponente lascerebbe pensare ad un miriade di ditte impegnate in opere pubbliche e manutenzioni, ma guardandoci intorno possiamo notare solo una trentina di lampioni e un paio di marciapiedi riasfaltati. Un bilancio decisamente misero a meno di un anno dalla fine della stagione Moschi-Buselli.
Un uso razionale delle risorse avrebbe dovuto essere il faro della giunta, in linea con i principi di sobrietà e rigore richiesti di questi tempi nella gestione della finanza pubblica. L'assoluta mancanza di progettazione ed i continui cambiamenti di strategia hanno invece portato allo sperpero di ingenti risorse, disperse in mille rivoli, senza concretizzare nemmeno un'opera pubblica degna di essere ricordata. Lasciando al contrario grossi problemi aperti sul fronte della viabilità territoriale, dei cimiteri comunali, della riqualificazione degli edifici pubblici.
In quattro anni abbiamo assistito al taglio di decine di inutili nastri, letto centinaia di titoli a nove colonne ma non siamo riusciti a vedere nemmeno un mattone posato. L'ospedale è al collasso, la nuova 68 da 40 milioni come è comparsa è sparita di scena, tantissime strade sono quasi impraticabili, il geotermico è stato inabissato, il PIP di Saline resta un piazzale deserto ed il nuovo asilo sembra un'utopia.
Se non avessimo gettato al vento tanti soldi per una miriade di incarichi vuoti (dall'avvocato assunto per far rimuovere le bacheche dal centro storico all'incarico per il nuovo addetto stampa esterno) oggi avremmo risorse sufficienti per permettere ai nostri bambini di godere di un nuovo asilo nido, sicuro ed a norma di legge. Occorreva un'amministrazione più attenta ai problemi dei cittadini, scrupolosa nella gestione delle risorse e coerente nel portare avanti poche e chiare scelte di fondo. Abbiamo avuto, invece, un'amministrazione votata allo spot, perennemente indecisa a tutto. Tranne per assoldare di anno in anno un esercito di consulenti e professionisti incaricati, rivelatosi alla fine dei conti molto costoso e in gran parte inutile.
Progetto Originario



Attenta gallina... la volpe s’avvicina!



L’articolino a piè di pagina 11 nella scorsa Spalletta a firma Uniti per Volterra è, di fatto, uno spot elettorale pro Società Civica per Montecatini: la lista “gemella”, delle persone giovani, motivate e dalle molte energie: stesse parole d’ordine e stesso logo!
A pagina 15 del medesimo giornale, anche il PDL-Volterra pubblica un trafiletto in favore della medesima lista, connotata nell'articolo come la sola “alternativa credibile”.
Ora, visti i noti pulpiti da cui vengono le prediche, le domande che sorgono subitanee sono: 1)  quale ventata di “nuovo”, “fresco”, “spontaneo”, “apolitico” può rappresentare una lista che candida capolista il “generoso” signor Fiorini, PD da quando il PD è nato, e PD fino al suo recentissimo voltafaccia con conseguente logica espulsione dal partito?
2) Che garanzie di credibilità, serietà, onestà e un filino di disinteressato impegno può dare il signor Fiorini capolista che ha ricoperto il ruolo di vicesindaco (targato PD) fino allo scorso febbraio per poi dimettersi, a tre mesi dalla scadenza del mandato, quando il suo partito gli ha preferito il sindaco uscente Cerri, per andare a cercar fortuna in una lista “apartitica” già bell’e confezionata e sponsorizzata dalla più sciatta accozzaglia politica volterrana in circolazione?
Noi che siamo tra quei volterrani “scottati” dal sedicente nuovo che avanza, dai “giovani e inesperti ma di buona volontà”, dagli “SOS del decoro urbano”, dai dinamici salvatori di scuole e ospedali, di ospizi e di giudici di pace, dai costruttori di strade e di insediamenti produttivi ecc. ecc., guardiamo con simpatica apprensione il colle dirimpettaio, invitando sommessamente i nostri vicini ad un prudente: attenti… alle volpi e alle faine!

Progetto Originario

La bruma del lago



Non ci meravigliano più di tanto le conclusioni a cui è approdato un recente studio del CNR, da cui emergerebbero approssimazione e grossolani errori di valutazione nel progetto del lago di Puretta e soprattutto negli elaborati di supporto che hanno portato all'individuazione di quel sito. In parole povere gli approfondimenti dei professori del CNR hanno evidenziato che gli studi che accompagnano il progetto del cavo di Puretta avrebbero preso a più riprese lucciole per lanterne, individuando unità geologiche inesistenti, paleofrane immaginarie, ricostruendo una stratigrafia del sito “non compatibile con i sondaggi ASA”, per non parlare di altri errori di valutazione e di interpretazione. L'analisi del progetto, eseguita dal CNR, individua un lungo, impressionante elenco di svarioni; davvero raggelante se si pensa al pregio dell'area individuata (il Masso delle Fanciulle e la zona circostante), la funzione attribuita a quest'opera e il suo elevato costo stimato (circa 12 milioni di euro). Impressionante, ma non sorprendente. Perché fin dalla sua nascita  il progetto del cavo di Puretta è sembrato reggersi su un intreccio di interessi economici e politici piuttosto che su evidenze tecniche e tanto meno sull'interesse pubblico.
Già più volte abbiamo sottolineato la tragica funzione di sdoganamento dell'accordo ETI-Solvay attribuita dalla Regione al progetto di Puretta. Infatti, dopo che varie sentenze hanno messo a nudo  le incongruenze delle prescrizioni che la Regione dettò a Solvay nel corso del procedimento di VIA per lo smodato uso dell'acqua nei cantieri minerari, la Regione è corsa prontamente ad “aggiustare” una vicenda imbarazzante per la multinazionale belga. Lo ha fatto promuovendo il progetto del cavo di Puretta come opera idraulica in qualche modo compensativa degli insaziabili prelievi che Solvay mantiene lungo il corso del Cecina da Saline fino al mare. Qui, sta uno dei nodi politico-economici su cui si regge questo progetto. D'altra parte anche l'Amministrazione Comunale di Volterra ha letteralmente spianato la strada al cavo di Puretta, sconfessando gli indirizzi assunti nel periodo in cui la componente di Progetto Originario faceva parte della maggioranza. Infatti, pur di agevolare l'approvazione rapida del progetto, l'amministrazione comunale arrivò nel 2011 a ritirare le sue stesse prescrizioni, come dichiarato dal sindaco Buselli nella risposta all'interrogazione n° 9741/2011. Nel documento ad una specifica domanda del consigliere Bernardini, il sindaco replica riferendosi alla richiesta avanzata in sede di VIA dal Comune per ottenere una parte delle ghiaie provenienti dallo scavo (per il non trascurabile valore stimato di 450.000€): “l’Amministrazione Comunale ha rinunciato a ripresentare la richiesta per non ostacolare la procedura di rilascio dell’autorizzazione, lasciando gli inerti estratti nella disponibilità di ASA per ricoprire le spese di indennità al proprietario dei terreni necessari alla realizzazione dell’opera”. Ed ecco emergere un secondo interesse privato su cui poggia Puretta: le ghiaie. Peccato che i proprietari dei terreni risultassero già ampiamente indennizzati nel computo degli espropri previsti dal progetto. Ma evidentemente le parole d'ordine imposte erano divenute: “acconsentire”, “agevolare”, “non ostacolare”. E a forza di agevolare, ci si è dimenticati perfino di controllare che gli elaborati progettuali fossero rispondenti alla realtà, come dimostrano le risultanze messe in luce dallo studio del CNR. Ecco, quindi, che ci ritroviamo un progetto basato su presupposti errati, che abbiamo sempre denunciato come costoso, impattante e probabilmente interminabile, concepito soprattutto per garantire il proseguimento dei forti prelievi idrici di Solvay in Val di Cecina anche per il futuro. A meno che il TAR non ci metta di nuovo una pezza.

Progetto Originario, Commissione Ambiente



Puretta



Da "Il Tirreno" del 25/05/2013

domenica 19 maggio 2013

La lunga interruzione di Via Pisana



Sono ormai molte settimane che la strada provinciale per Pisa, la  Via Pisana, è interrotta all'altezza di Mulino d'Era da un esteso dissesto franoso. Il traffico in arrivo è stato deviato lungo la 439 dir per poi risalire a Volterra da Santa Margherita o da Roncolla, attraverso un aggiramento alternativo che come ben sappiamo risulta stretto e tortuoso. Aggravando la già complicata accessibilità a Volterra e alla Val di Cecina. In piena stagione turistica questa interruzione costituisce un danno, che ci penalizza un po' di più ogni giorno che passa. Senza contare che questa strada è la naturale via d'accesso ai principali presidi ospedalieri della nostra Asl, alla sede universitaria di riferimento della zona, all'aereoporto Galilei e a tante altre strutture di importanza primaria.
E' vero che il dissesto che incombe sulla strada è piuttosto imponente, ma è anche vero che da alcuni anni ormai il versante in quell'area risulta instabile e che il primo intervento, eseguito dalla Provincia di Pisa nel 2010, fin dall'inizio non fornì i risultati sperati. Il rimodellamento superficiale, i drenaggi parziali, i teli protettivi ben presto si mostrarono insufficienti a garantire un ritrovato equilibrio del versante, manifestando segnali di dissesto incipiente. Nulla è stato fatto negli ultimi tre anni per migliorare la situazione. Fino al cedimento definitivo di questa primavera, al termine di una stagione piovosa particolarmente intensa e prolungata.
Data l'importanza della strada provinciale nella rete di collegamento della nostra cittadina e dei paesi limitrofi, ci pare chiaro che la Provincia questa volta dovrà garantire la realizzazione di un intervento ben più impegnativo e duraturo. Il versante, per essere reso sicuro, ha bisogno di lavori di consolidamento importanti, affinché il dissesto non si riattivi alle prime gocce di pioggia mettendo di nuovo a rischio la strada e gli automobilisti che la percorrono. E bisogna procedere sollecitamente, per non danneggiare ad oltranza una popolazione e un'economia già duramente provate.
Certo, serviranno fondi abbastanza ingenti. Ma questa è sicuramente una priorità e crediamo che i fondi necessari dovranno essere reperiti, così come lo sono stati in altri casi analoghi occorsi proprio in questo stesso periodo.

Progetto Originario

Riflessioni sul processo Orsi



L'ultima udienza del processo Orsi e recenti rivelazioni giornalistiche hanno riportato sotto i riflettori una vicenda dolorosa e mai del tutto chiarita. Dati per buoni gli stralci del verbale riportati da Il Tirreno con la deposizione del sindaco Buselli rilasciata al cospetto dei magistrati nell'ambito del processo, non possiamo evitare di interrogarci sulle ripetute incongruenze che affiorano dalle azioni e dalle parole del sindaco. Al processo il sindaco, interrogato sul valore del curriculum falsificato di Emanuele Orsi, ha risposto: “Sì il curriculum, però, alla fine quello che conta è la persona, era una nomina fiduciaria: quando l'ho portato nei contesti anche economico-bancari ha fatto, faceva bella figura”.  Affermazioni stupefacenti per un sindaco che, proprio per la vicenda del curricum falso, ha sporto denuncia contro lo stesso Orsi e ha fatto costituire parte civile l'amministrazione comunale. L'incoerenza emerge chiaramente anche rispetto a quanto Buselli aveva dichiarato negli interrogatori precedenti. Infatti, dai verbali del processo risulta che il pm, cogliendo l'incongruenza, chiama il sindaco a precisare: “Questi titoli hanno influito o no sulla nomina? Che poi è quello che ha detto nella fase delle indagini” Buselli, così incalzato, risponde: “Sì, cioè.” E poi di nuovo rettifica: “Voglio essere più chiaro, lui non aveva bisogno di avere un titolo per essere nominato”. A quel punto interviene il Presidente del tribunale: “Vogliamo sapere se è stato fondamentale il titolo di studio per la nomina” E il sindaco: “No, fondamentale no”.
Il sindaco è tornato più volte a rimarcare che la nomina di Orsi era di natura fiduciaria, tanto da spingere il presidente a chiedergli: “Aveva delle regole di riferimento da seguire nella nomina fiduciaria, o poteva nominare una signora che passava e le era simpatica?” Buselli non sa rispondere e cita a sproposito lo statuto del S. Chiara che nella fattispecie non c'entra niente.
Alla luce di queste dichiarazioni del sindaco, ci chiediamo perché abbia prima deliberato in Consiglio Comunale e poi avviato, tramite l'avvocato Altavilla, l'azione a tutela dell'Amministrazione nei confronti di Emanuele Orsi con richiesta dei “danni morali e materiali sofferti”, da cui è scaturito l'attuale procedimento penale?
Scorrendo i verbali processuali riportati dal quotidiano di Livorno emerge il solito Moschi, prontissimo a scaricare sugli altri ogni responsabilità. Infatti, alla precisa domanda dell'avvocato di Orsi, che gli chiede: “Lei ha scelto Orsi come collaboratore senza mai chiedergli neppure un curriculum?”, l'assessore prontamente replica: “Io non l'ho scelto, l'individuazione è stata collegiale, non era solo un mio supporto, era un po' della giunta”. Il che è in tutta evidenza falso e contraddetto da tutti i documenti ufficiali del Comune.
La sensazione che si ricava dall'atteggiamento processuale del sindaco è che permangano molte  ambiguità sui rapporti che legavano lui, Moschi e Orsi. Oggi non ci stupiremmo se la verità  processuali rivelasse che i tre fossero più solidali di quanto è stato detto in un primo momento e che Orsi sia stato soltanto “scaricato” dagli altri due nel momento in cui è emersa platealmente la verità sui suoi falsi titoli.

Progetto Originario













Forse belli, sicuramente addormentati



All'indomani del Consiglio Comunale del 16 aprile, dove fu portata in discussione la Variante al Regolamento Urbanistico, denunciammo su questo giornale le modalità incivili con cui era stato affrontato un argomento così delicato e pieno di implicazioni per la città. Il materiale (733 pagine di argomenti strettamente tecnici senza contare le tavole grafiche e gli atti) era stato recapitato ai consiglieri delle minoranze soltanto 4 giorni prima del Consiglio, impedendo loro, di fatto, di approfondire il tema. Contro ogni logica anche la Commissione Consiliare Ambiente e Territorio fu completamente estromessa da una reale discussione sui nuovi strumenti di pianificazione territoriale comunali. Del resto anche il processo di partecipazione dei cittadini e dei tecnici qualificati, previsto dalla LR 5/2005, è stato carente ed del tutto estemporaneo. A fronte di queste evidenze, durante la discussione in Consiglio Comunale, tutti i gruppi di minoranza chiesero al sindaco di rinviare l'argomento di due settimane, per poter approfondire adeguatamente un tema così importante ma anche per realizzare un minimo di confronto con le realtà più coinvolte. In quell'occasione sostenemmo che due settimane di attesa fossero una bazzecola in confronto ai 4 anni che l'amministrazione Buselli aveva impiegato per predisporre la Variante. Al solito Buselli negò ogni dilazione, a motivo dell'estrema urgenza del provvedimento.
Peccato che, al momento in cui scriviamo, ad un mese di distanza da quella solenne dichiarazione di urgenza del sindaco, apprendiamo che il provvedimento di adozione non è ancora efficace: è rimasto fermo, perché da allora giace in Segreteria in attesa della pubblicazione. La legge, infatti, prevede che l'adozione della Variante abbia inizio dalla data della sua pubblicazione. Una pubblicazione che procede a ritmi di lumaca, visto che manca ancora perfino all'albo pretorio. Ecco, quindi, sbugiardata una volta di più una maggioranza che s'inceppa continuamente lasciando incagliare gli atti per mesi nei propri uffici, salvo poi appellarsi ad una falsa urgenza per negare agli interlocutori legittimi il diritto ad essere informati.

Progetto Originario, il gruppo consiliare




sabato 11 maggio 2013

Nostra signora dell'ipocrisia



A due anni dall’esito referendario sull’acqua, dopo una pioggia di sentenze e pareri resi dai più alti organi giudiziari italiani che hanno ribadito la necessità di rispettare il voto dei cittadini, la maggioranza dei comuni toscani (inclusa Volterra) ha acconsentito all’approvazione di una nuova tariffa dell’acqua che concede all’investitore privato di continuare a lucrare profitti con questo bene primario. Calpestando platealmente la volontà espressa da 27 milioni di italiani con il referendum del 2011. Il tutto semplicemente cambiando nome alla voce che garantisce loro il profitto: dall’abrogata “remunerazione del capitale investito” siamo passati al riconoscimento di un “interesse sul capitale investito e remunerazione del rischio di mercato”. Un po’ quello che successe nel 1993, quando gli italiani votarono l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti e la nostra classe politica introdusse nel 1994  “i rimborsi elettorali”, più esosi della prima, facendo rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta.
Pochissimi sindaci, tra i quali ricordiamo il sindaco di Pistoia, hanno sostenuto fino da ultimo ed in tutte le sedi l'illegittimità di questa manovra, asserendo che si sta aggirando l’esito di un referendum. Voci isolate, emarginate e ridotte al silenzio da un sistema politico ipocrita.
Resta degno di essere menzionato il comportamento farsesco del nostro sindaco Buselli. Nei momenti salienti della protesta dei cittadini si è di nuovo tirato indietro, allineandosi in maniera decisa a difesa della gestione privata dell’acqua. Ha votato contro tutte le mozioni con le quali abbiamo tentato di impegnarlo a portare le istanze dei cittadini nelle sedi competenti, dove il Comune di Volterra ha pieno titolo per esprimere il suo parere. Addirittura il 17 aprile scorso, alla prevista votazione in sede di Autorità Idrica Toscana della nuova tariffa dell’acqua, neppure si è degnato di partecipare, facendo così mancare la rappresentanza del nostro comune. Eppure lo avevamo avvisato dell'importanza dell'appuntamento appena il giorno precedente durante il Consiglio Comunale, ricevendo vane rassicurazioni. Parole al vento, dato che il giorno dopo ha preferito non presentarsi all'appuntamento.
Il 30 aprile, in compenso, il sindaco Buselli ha avuto il coraggio di farsi bello, diffondendo un suadente comunicato con il quale, a tariffa oramai approvata, invita a ”sospendere l'adozione del provvedimento di determinazione della tariffa sull'acqua, almeno fino a che non ci siano maggiori certezze di governo, peraltro appena insediato, e chiari percorsi legislativi”.
Ci chiediamo se il sindaco in questi casi abbia la consapevolezza della gravità della propria condotta. Quando è stato il momento di far sentire la propria voce, si è fatto paladino delle ragioni di Asa, dichiarando addirittura che “non ci fossero le condizioni” per accogliere le istanze dei cittadini. Solo quando è stato sicuro che tutti i processi decisionali che lo coinvolgevano erano conclusi e tutti i provvedimenti approvati, ha chiesto la sospensione postuma della decisione! Insomma, si precipita a chiudere la porta della stalla solo quando è ben certo che i buoi siano tutti scappati. Un bell’esempio di buona politica e di coerenza. Ma Buselli non è nuovo a tali ipocrisie. Fece la stessa cosa in materia di sanità. Non dimentichiamo che firmò un vergognoso protocollo sulle politiche sanitarie della zona assieme al direttore Damone, per precipitarsi a manifestare “indignato” solamente qualche giorno dopo. Peccato che il direttore Damone avesse messo in atto quanto avevano concordato assieme nel protocollo!
Praticamente la stessa cosa successe in materia di accorpamento della gestione dei rifiuti: Volterra votò a favore, quando si trovò a esprimersi al cospetto di tutti i comuni della provincia… ma incredibilmente votò contro, quando quello stesso provvedimento venne portato in discussione nella più ristretta assemblea del consiglio comunale cittadino!
Quale credibilità può pensare di essersi conquistato un sindaco che firma e avvalla tutto quello che gli viene messo sotto il naso nei consessi più alti e poi batte (anzi fa finta di battere) i piedi a casa propria? Ragionevolmente nessuna: né presso i suoi concittadini e neppure presso le altre istituzioni, che lo vedono mutare continuamente orientamento a seconda dei contesti.
Progetto Originario


L'ultima chance



Fin dall'inizio l'amministrazione Buselli ha sofferto di vari difetti, ma quello forse più costante e incurabile si è rivelato nell'incapacità di portare a termine opere pubbliche utili. Tutti gli anni assistiamo all'approvazione di piani triennali delle opere pubbliche che riportano liste interminabili di opinabili priorità, che immancabilmente non vedono mai la luce. L'ultimo piano triennale portato in Consiglio Comunale, nel giugno 2012, prevedeva entro un anno la realizzazione della ormai nota rotatoria sulla via Pisana, il superamento delle barriere architettoniche per accedere al Parco Fiumi, una pista di pattinaggio, una piscina all'aperto, ecc. Niente di tutto questo è stato realizzato. La programmazione è saltata completamente, come è sempre accaduto da quando l'assessore Moschi ha ricevuto la delega alle opere pubbliche.
Di fatto siamo entrati nell'ultimo anno dell'amministrazione Buselli e speriamo che almeno durante il 2013 venga colta l'ultima chance per lasciare qualcosa di positivo alla città. Abbiamo sempre sostenuto che un Comune come Volterra, date le sue risorse tecniche ed economiche, ha bisogno di concentrarsi su pochissime priorità per volta per riuscire portarle a termine con ragionevole sicurezza. In questa fase, a nostro avviso le priorità in materia di opere pubbliche sono: il restauro e l'ampliamento dei cimiteri di Saline e Volterra e la realizzazione dell'asilo nido. I campi cimiteriali hanno bisogno urgente di interventi, perché le proiezioni fornite dagli stessi uffici comunali confermano che tra pochi mesi saranno raggiunte condizioni di saturazione. Dato che si tratta di interventi gravosi e complessi, è evidente che non possono essere rimandati ulteriormente senza incorrere in una dolorosa situazione di blocco. Rimandare è da incoscienti. L'altra priorità è costituita dal progetto per un nuovo asilo nido. Abbiamo appreso che pochi mesi fa è stato ammesso ai finanziamenti regionali il progetto dell'asilo nido presso le Colombaie. Significa che il Comune ha tempi contingentati per riuscire a sciogliere gli ultimi problemi rimasti ancora irrisolti, nonché per aprire il cantiere: pena la perdita di un prezioso contributo regionale quasi da 350.000 euro. Dopo aver dovuto restituire alla provincia i finanziamenti già ottenuti per la progettazione museale e quelli per l'ascensore per il Parco Fiumi alla Fondazione, sarebbe una mazzata tremenda perdere anche questi denari.
Praticamente è l'ultima chance per realizzare qualcosa di buono. Speriamo di non  sciuparla disperdendosi nella solita, vana rincorsa a caccia di rotonde stradali, pensiline, lampioncini, ecc..
Progetto Originario 
 

Cani da asporto?



E' stata una vera manifestazione con quasi 200 partecipanti, quella che domenica 4 maggio ha sfilato per le vie di Volterra chiedendo a Buselli e all'amministrazione comunale di rivedere l'esito provvisorio della gara d'appalto per la custodia dei cani randagi. Infatti, dal bando pubblicato nel marzo scorso, per come era stato concepito, era emersa tra quelle pervenute l'offerta “economicamente più vantaggiosa” di un canile privato di Matera, che ha richiesto soltanto 2,2€ al giorno per cane. Su questa base l'aggiudicazione provvisoria della gara era stata, quindi, assegnata al canile della Basilicata. Nella valutazione però non è stato tenuto in alcun conto l'evidente problema dell'enorme distanza che separa Volterra da Matera. Ben 720 km, che rendono praticamente impossibili i controlli periodici e ogni tipo di eventuale collaborazione tra le associazioni della nostra zona e la struttura. E poi c'è la legge regionale n. 59 del 2009 per la tutela degli animali di affezione, che all'art. 32 comma 9, prevede esplicitamente che i Comuni debbano utilizzare “i canili presenti sul territorio regionale o di Comuni limitrofi anche se appartenenti ad altre regioni”. Da rilevare che il bando prevedeva una spesa complessiva rilevante, visto che partivamo da una cifra stimata per tre anni di servizio pari a 246.375€. 
L'episodio ha sollevato prima la preoccupazione, poi l'indignazione di molti cittadini nonché di associazioni animaliste e ambientaliste, che hanno contribuito a diffondere la notizia sul web, promuovendo petizioni ed altre azioni di pressione sull'amministrazione comunale. Fino alla manifestazione di domenica scorsa con cui si chiedeva all'amministrazione di rivedere radicalmente l'esito della gara, tenendo in maggior conto il problema della eccessiva distanza del canile dal nostro territorio anche alla luce della legge regionale vigente. Secondo le ultime notizie ricevute, sembra che la manifestazione sia servita perché nella fase di aggiudicazione definitiva della gara, l'esito è cambiato e, grazie anche al parere dell'ufficio veterinario della Asl 5, pare che il canile di Matera sia stato valutato non idoneo. E' una buona notizia, anche se resta da vedere se i rappresentanti della struttura presenteranno ricorso. 
In ogni caso, a nostro parere, anche per questo tema sarebbe stato di gran lunga preferibile intraprendere la strada di una comune politica di zona da condividere con i Comuni limitrofi. Negli ultimi anni, infatti, sono stati disponibili consistenti finanziamenti regionali a fondo perduto (nell'ordine del 50%) per la realizzazione di canili comunali. Volterra avrebbe potuto sfruttare questi finanziamenti, individuando un sito adatto allo scopo con la variante al suo Regolamento Urbanistico attualmente in fase di adozione. E' stato scelto deliberatamente di farne a meno. Se poi l'amministrazione fosse ricorsa allo strumento dell'Unione dei Comuni, avrebbe potuto centrare quasi certamente il finanziamento regionale per la realizzazione di un canile idoneo ai bisogni del territorio dell'Alta Val di Cecina. Certo, occorreva mettere in campo una politica di programmazione più seria, calibrata su periodi medio-lunghi, producendo un progetto destinato a soddisfare un bisogno reale. Siamo sicuri che  avrebbe sicuramente incontrato il favore dei cittadini e delle associazioni, evitando di indirizzare lontano dal nostro Comune risorse economiche ingenti e restituendo almeno uno o due posti di lavoro al nostro territorio.

Progetto Originario

Dietrofront del Comune sulla deportazione a Matera

da "Il Tirreno" del 09/05/2013

Lo studio del CNR affonda Puretta

da "Il Tirreno" 09/05/2013



domenica 5 maggio 2013

L'elisir del Presidente

Sono d'accordo con Marco Revelli quando sostiene che la vicenda del secondo mandato a Napolitano, per come è andata, più che a un golpe assomiglia ad una resa. Una resa del Parlamento che ha rinunciato alle sue prerogative costituzionali, consegnando i propri destini nelle mani di un Presidente di 88 anni, praticamente scaduto nel proprio mandato. Di fatto sotto il profilo istituzionale si è consumato un disastro, germinato per molte ragioni, la prima delle quali aver voluto collegare direttamente l'elezione del Presidente all'assetto del nascente governo. Rinnovato l'incarico a Napolitano, fin dall'inizio fautore del governissimo, lo svolgimento successivo degli eventi è stato quasi ovvio. Come il ritorno in primo piano nell'agenda dei principali partiti di governo della ricetta presidenzialista e, contemporaneamente, l'uscita dalla lista delle priorità delle norme anticorruzione e sul conflitto di interessi. Da giorni risuona nitido il canto delle solite sirene, accompagnato dal consumato richiamo alla “governabilità”. Il presidenzialismo viene usato come la formuletta giusta verso cui incanalare la voglia di cambiamento di tanti italiani esasperati dall'impoverimento e dalla mancanza di prospettive.
Lo schema è collaudato. Nella primavera del 1993 l'introduzione per via referendaria del maggioritario fu presentata come il toccasana che avrebbe spazzato via la corruzione dal sistema politico italiano, che la stagione di Mani Pulite aveva portato in piena luce un anno prima. Si disse: tutta colpa del proporzionale: le trattative prolungate, gli inciuci (allora si chiamavano consociativismo), gli accordi con partiti e partitini fomentano di fatto la spartizione e la corruzione del sistema. Quello che abbiamo visto e vissuto in seguito c'ha insegnato che la corruzione politica è prosperata più vispa che mai col maggioritario, durante la Seconda Repubblica, mostrandosi più sfacciata di prima. La Corte dei Conti nel 2012, infatti, ha stimato in 60 miliardi di euro all'anno i maggiori costi imputabili al malaffare appolpato sul corpo e nelle membra dell'attuale amministrazione pubblica.
Oggi, contro i dolorosi morsi della crisi e la conseguente sfiducia in questi partiti, molti politici e commentatori brandiscono l'elisir del presidenzialismo. Si prescrive un ulteriore accentramento del potere in un momento in cui il baratro tra rappresentati e rappresentanti è già molto profondo, e in una prevedibile prospettiva di ulteriori manovre economiche impopolari. Come dire agli zoppi calci negli stinchi. In un Paese come il nostro dove i conflitti d'interesse prosperano rigogliosi e la sovrapposizione dei poteri politico, economico e mediatico assume tratti più sudamericani che europei, proposte simili rischiano di disarticolare ciò che resta di una democrazia già declinante e malata. E si annunciano foriere di ulteriori crisi.

Fabio Bernardini

E che lo sperpero continui


Abbiamo poco più di un anno davanti prima di essere chiamati al voto per il rinnovo dell’amministrazione comunale volterrana e, se il buon giorno si vede dal mattino, continuerà lo sperpero di denaro pubblico in funzione della campagna elettorale di Buselli & co. Ricordiamo che la spesa corrente del Comune (il costo solo per il nudo sostentamento della macchina amministrativa) nell'ultimo anno è cresciuta di 400.000 euro, raggiungendo la bella cifra di 10.770.000 euro all'anno.
L'ultima novità è che l’amministrazione ha deciso di inaugurare una nuova voce di spesa: 5.000 euro extra per un addetto stampa esterno a disposizione del sindaco e della giunta come succede nei grandi comuni. Tutti sanno che per una campagna elettorale che si rispetti ci vuole un buona dose di propaganda, cosa di meglio che finanziarla con i soldi dei cittadini?
Poi, non può mancare l’entrata trionfale per la città. Per cui cadano pure a pezzi cimiteri, franino pure le strade piene di buche… ma l’assessore Moschi vuole inaugurare una bella rotatoria sulla via Pisana! Come disse una volta in Consiglio Comunale, una rotatoria c'è ormai perfino a Ponsacco, come può Volterra restare indietro? Ovviamente non mancherà una degna cerimonia di inaugurazione, come quella celebrata per la sostituzione di un metro di corrimano lungo le scale di Palazzo Pretorio, con tanto di sindaco agghindato in fascia tricolore. Si sa, questa amministrazione ama tanto le inaugurazioni col nastro, le forbici e lo spumante, tanto da cogliere qualsiasi occasione: perfino i lavoretti di manutenzione ordinaria sono un buon pretesto per le cerimonie. In mancanza d'altro, ci si accontenta.
Non poteva mancare, poi, un premio speciale per i neo-residenti: per loro l'Imu sarà al 4 per mille per i primi tre anni. Per i vecchi residenti, magari pensionati al minimo, esodati, famiglie monoreddito, disoccupati, invece, nessuno sconto. Rimane l’aliquota del 5 per mille, perché questi non sono funzionali alla futura grandezza della città. Pensando che i neo residenti, proprietari di immobili, capitati negli ultimi anni a Volterra, sono perlopiù abbienti cittadini stranieri oppure ricchi milanesi, c’è da chiedersi che bisogno avessero di una aliquota agevolata.
Eppure la crisi economica è evidente e nessuno può negare che molte famiglie volterrane siano in difficoltà. Nonostante ciò, per loro non c’è spazio per alcuno sconto sul costo dei servizi né alcun alleggerimento dell’imposizione fiscale comunale. Neppure si investe nelle opere pubbliche di primaria necessità oppure per quelle che farebbero ridurre la spesa pubblica e quindi le tasse (per esempio installando pannelli solari sugli edifici pubblici). Niente di tutto questo, si pensa alla propaganda elettorale, ai benestanti russi neo residenti o alle opere decorative da inaugurare con nastro tricolore e spumante.
Un atteggiamento infantile e fanfarone, che mal si concilia con un momento così difficile e con le promesse elettorali del 2009, in cui si rivendicava il cambiamento e l’attenzione ai cittadini ed ai loro bisogni. Acqua passata evidentemente. Dunque, che la festa continui... per un altro anno almeno.
Progetto Originario