All'indomani del Consiglio
Comunale del 16 aprile, dove fu portata in discussione la Variante al
Regolamento Urbanistico, denunciammo su questo giornale le modalità incivili
con cui era stato affrontato un argomento così delicato e pieno di implicazioni
per la città. Il materiale (733 pagine di argomenti strettamente tecnici senza
contare le tavole grafiche e gli atti) era stato recapitato ai consiglieri
delle minoranze soltanto 4 giorni prima del Consiglio, impedendo loro, di
fatto, di approfondire il tema. Contro ogni logica anche la Commissione
Consiliare Ambiente e Territorio fu completamente estromessa da una reale
discussione sui nuovi strumenti di pianificazione territoriale comunali. Del
resto anche il processo di partecipazione dei cittadini e dei tecnici
qualificati, previsto dalla LR 5/2005, è stato carente ed del tutto
estemporaneo. A fronte di queste evidenze, durante la discussione in Consiglio
Comunale, tutti i gruppi di minoranza chiesero al sindaco di rinviare
l'argomento di due settimane, per poter approfondire adeguatamente un tema così
importante ma anche per realizzare un minimo di confronto con le realtà più
coinvolte. In quell'occasione sostenemmo che due settimane di attesa fossero
una bazzecola in confronto ai 4 anni che l'amministrazione Buselli aveva
impiegato per predisporre la Variante. Al solito Buselli negò ogni dilazione, a
motivo dell'estrema urgenza del provvedimento.
Peccato che, al momento in cui
scriviamo, ad un mese di distanza da quella solenne dichiarazione di urgenza
del sindaco, apprendiamo che il provvedimento di adozione non è ancora
efficace: è rimasto fermo, perché da allora giace in Segreteria in attesa della
pubblicazione. La legge, infatti, prevede che l'adozione della Variante abbia
inizio dalla data della sua pubblicazione. Una pubblicazione che procede a
ritmi di lumaca, visto che manca ancora perfino all'albo pretorio. Ecco,
quindi, sbugiardata una volta di più una maggioranza che s'inceppa
continuamente lasciando incagliare gli atti per mesi nei propri uffici, salvo
poi appellarsi ad una falsa urgenza per negare agli interlocutori legittimi il
diritto ad essere informati.
Progetto Originario, il
gruppo consiliare
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