domenica 19 maggio 2013

Forse belli, sicuramente addormentati



All'indomani del Consiglio Comunale del 16 aprile, dove fu portata in discussione la Variante al Regolamento Urbanistico, denunciammo su questo giornale le modalità incivili con cui era stato affrontato un argomento così delicato e pieno di implicazioni per la città. Il materiale (733 pagine di argomenti strettamente tecnici senza contare le tavole grafiche e gli atti) era stato recapitato ai consiglieri delle minoranze soltanto 4 giorni prima del Consiglio, impedendo loro, di fatto, di approfondire il tema. Contro ogni logica anche la Commissione Consiliare Ambiente e Territorio fu completamente estromessa da una reale discussione sui nuovi strumenti di pianificazione territoriale comunali. Del resto anche il processo di partecipazione dei cittadini e dei tecnici qualificati, previsto dalla LR 5/2005, è stato carente ed del tutto estemporaneo. A fronte di queste evidenze, durante la discussione in Consiglio Comunale, tutti i gruppi di minoranza chiesero al sindaco di rinviare l'argomento di due settimane, per poter approfondire adeguatamente un tema così importante ma anche per realizzare un minimo di confronto con le realtà più coinvolte. In quell'occasione sostenemmo che due settimane di attesa fossero una bazzecola in confronto ai 4 anni che l'amministrazione Buselli aveva impiegato per predisporre la Variante. Al solito Buselli negò ogni dilazione, a motivo dell'estrema urgenza del provvedimento.
Peccato che, al momento in cui scriviamo, ad un mese di distanza da quella solenne dichiarazione di urgenza del sindaco, apprendiamo che il provvedimento di adozione non è ancora efficace: è rimasto fermo, perché da allora giace in Segreteria in attesa della pubblicazione. La legge, infatti, prevede che l'adozione della Variante abbia inizio dalla data della sua pubblicazione. Una pubblicazione che procede a ritmi di lumaca, visto che manca ancora perfino all'albo pretorio. Ecco, quindi, sbugiardata una volta di più una maggioranza che s'inceppa continuamente lasciando incagliare gli atti per mesi nei propri uffici, salvo poi appellarsi ad una falsa urgenza per negare agli interlocutori legittimi il diritto ad essere informati.

Progetto Originario, il gruppo consiliare




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