A due anni dall’esito referendario sull’acqua, dopo una
pioggia di sentenze e pareri resi dai più alti organi giudiziari italiani che
hanno ribadito la necessità di rispettare il voto dei cittadini, la maggioranza
dei comuni toscani (inclusa Volterra) ha acconsentito all’approvazione di una
nuova tariffa dell’acqua che concede all’investitore privato di continuare a
lucrare profitti con questo bene primario. Calpestando platealmente la volontà
espressa da 27 milioni di italiani con il referendum del 2011. Il tutto
semplicemente cambiando nome alla voce che garantisce loro il profitto:
dall’abrogata “remunerazione del capitale investito” siamo passati al
riconoscimento di un “interesse sul capitale investito e remunerazione del rischio
di mercato”. Un po’ quello che successe nel 1993, quando gli italiani votarono
l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti e la nostra classe politica
introdusse nel 1994 “i rimborsi
elettorali”, più esosi della prima, facendo rientrare dalla finestra ciò che
era uscito dalla porta.
Pochissimi sindaci, tra i quali ricordiamo il sindaco di
Pistoia, hanno sostenuto fino da ultimo ed in tutte le sedi l'illegittimità di
questa manovra, asserendo che si sta aggirando l’esito di un referendum. Voci
isolate, emarginate e ridotte al silenzio da un sistema politico ipocrita.
Resta degno di essere menzionato il comportamento farsesco
del nostro sindaco Buselli. Nei momenti salienti della protesta dei cittadini
si è di nuovo tirato indietro, allineandosi in maniera decisa a difesa della
gestione privata dell’acqua. Ha votato contro tutte le mozioni con le quali
abbiamo tentato di impegnarlo a portare le istanze dei cittadini nelle sedi
competenti, dove il Comune di Volterra ha pieno titolo per esprimere il suo
parere. Addirittura il 17 aprile scorso, alla prevista votazione in sede di
Autorità Idrica Toscana della nuova tariffa dell’acqua, neppure si è degnato di
partecipare, facendo così mancare la rappresentanza del nostro comune. Eppure
lo avevamo avvisato dell'importanza dell'appuntamento appena il giorno
precedente durante il Consiglio Comunale, ricevendo vane rassicurazioni. Parole
al vento, dato che il giorno dopo ha preferito non presentarsi
all'appuntamento.
Il 30 aprile, in compenso, il sindaco Buselli ha avuto il
coraggio di farsi bello, diffondendo un suadente comunicato con il quale, a
tariffa oramai approvata, invita a ”sospendere l'adozione del provvedimento di determinazione
della tariffa sull'acqua, almeno fino a che non ci siano maggiori certezze di
governo, peraltro appena insediato, e chiari percorsi legislativi”.
Ci
chiediamo se il sindaco in questi casi abbia la consapevolezza della gravità
della propria condotta. Quando è stato il momento di far sentire la propria
voce, si è fatto paladino delle ragioni di Asa, dichiarando addirittura che
“non ci fossero le condizioni” per accogliere le istanze dei cittadini. Solo
quando è stato sicuro che tutti i processi decisionali che lo coinvolgevano
erano conclusi e tutti i provvedimenti approvati, ha chiesto la sospensione
postuma della decisione! Insomma, si precipita a chiudere la porta della stalla
solo quando è ben certo che i buoi siano tutti scappati. Un bell’esempio di
buona politica e di coerenza. Ma Buselli non è nuovo a tali ipocrisie. Fece la
stessa cosa in materia di sanità. Non dimentichiamo che firmò un vergognoso
protocollo sulle politiche sanitarie della zona assieme al direttore Damone,
per precipitarsi a manifestare “indignato” solamente qualche giorno dopo.
Peccato che il direttore Damone avesse messo in atto quanto avevano concordato
assieme nel protocollo!
Praticamente
la stessa cosa successe in materia di accorpamento della gestione dei rifiuti:
Volterra votò a favore, quando si trovò a esprimersi al cospetto di tutti i
comuni della provincia… ma incredibilmente votò contro, quando quello stesso
provvedimento venne portato in discussione nella più ristretta assemblea del
consiglio comunale cittadino!
Quale
credibilità può pensare di essersi conquistato un sindaco che firma e avvalla
tutto quello che gli viene messo sotto il naso nei consessi più alti e poi
batte (anzi fa finta di battere) i piedi a casa propria? Ragionevolmente
nessuna: né presso i suoi concittadini e neppure presso le altre istituzioni,
che lo vedono mutare continuamente orientamento a seconda dei contesti.
Progetto
Originario
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