venerdì 28 gennaio 2011

RISPOSTA AD UNA CURIOSA RICHIESTA DI DIMISSIONI di Luigi Cocuccci

Vorrei, prima di tutto, chiedere scusa ai cittadini per lo squallido spettacolo a cui sono costretti ad assistere, situazione che, mio malgrado,  ho contribuito a generare decidendo di buttarmi nell’avventura della Lista Civica, convinto che potesse essere la strada giusta per rilanciare la nostra città. Purtroppo il progetto che avevamo in mente è stato completamente sovvertito.  Sento, però, anche il bisogno di ringraziare tutti coloro che in questi giorni mi hanno dimostrato affetto e solidarietà, comprendendo il grottesco tentativo di strumentalizzazione che è stato architettato nei miei confronti, tirando in ballo anche la mia famiglia e gli affetti a me più cari. L’abbiamo già sperimentato, chi ragiona con la propria testa deve essere allontanato mentre gli ubbidienti vengono premiati.
Il tentativo di linciaggio mediatico che è stato messo in atto nasce proprio dalla contrapposizione, non tanto con l’effimera politica di Buselli, che vive con tutte le sue insicurezze condite dalla fobia della stampa, quanto con Moschi e Orsi che erano, e probabilmente sono tutt’ora, al timone del governo cittadino.
Purtroppo per loro eliminare me, a differenza di coloro che ingiustamente sono stati allontanati finora, è un po’ più difficile. Non è sufficiente una lettera di licenziamento fatta firmare dal Sindaco per mettermi alla porta. Il Consiglio Comunale è l’espressione del voto dei cittadini, se uno degli eletti dovesse lasciare, questo modificherebbe l’assetto del Consiglio stesso, alterando l’esito delle elezioni. A meno che per far posto a Bruni non si dimetta Moschi, in questo caso, essendo tutti e due U.D.C., non cambierebbe granché.
Avevano provato a “farmi fuori” dal Consiglio Comunale con le buone, offrendomi la poltrona di amministratore unico di ASAV, ma rifiutai. Strano che fino al mese scorso fossi idoneo a ricoprire deleghe importanti (trasporti pubblici, strade consorziate e manutenzioni) e perfino dirigere un’azienda strategica per la Val di Cecina ed oggi, invece, venga dipinto come l’origine di tutti i mali.
La questione del parcheggio “La Dogana” non sarei io a doverla discutere ma per rendere onore alla verità qualche parola è dovuta. L’opera in questione venne realizzata con un regolare bando pubblico al quale parteciparono più ditte. Le regole furono uguali per tutti. Vinse il progetto più ambizioso, rischioso e costoso, tanto che nessuno credeva che l’opera potesse essere completata. In città erano tutti convinti che la cordata vincente si dirigesse verso un sicuro fallimento. In realtà ci mancò poco. Il Comune, una volta chiusa l’operazione, sarebbe rimasto proprietario del 7% circa della struttura. Non solo, contestualmente, il Comune pubblicò un bando che permise  a tutti coloro che ne fecero richiesta di comprarsi il posto auto ad un prezzo “politico”, concordato con l’amministrazione. Come di fatto avvenne. Dunque non è stata regalata nessuna opera pubblica, è stato concesso un diritto di sfruttamento del sottosuolo a chi ha vinto una gara pubblica,  rischiando il proprio capitale. Se il Comune decidesse di vendere un terreno e l’acquirente ci costruisse un albergo o una qualsiasi altra attività, si potrebbe parlare di opera pubblica regalata dal Comune? 
La verità sulla questione  parcheggi è che l’assessore Moschi non ha mai portato l’argomento all’attenzione della Giunta; sembra che ne abbia parlato spesso nelle hall degli alberghi e nei salotti a casa di amici, sembra anche che sponsorizzasse un noto imprenditore locale caldeggiando la sua partecipazione non solo all’ipotetica società che avrebbe dovuto realizzare e gestire le opere, ma anche per la fornitura di materiali.  Di  certo non ha mai portato in Giunta un documento ufficiale. La sua incapacità amministrativa è sempre stata mascherata scaricando la colpa sugli altri. Lo ripeto in maniera inequivocabile: Moschi non ha mai portato un piano parcheggi, mai uno straccio di progetto neppure alla stadio preliminare, prova ne sia che agli atti del Comune non esiste nulla.
D’altronde che non fosse adeguato al ruolo di amministratore lo avevamo capito pochi mesi dopo l’insediamento, quando portò in Giunta il Bilancio senza averlo concertato con nessuno se non con il suo consulente Orsi. Il lavoro in questione tagliava i fondi alla cultura, alle associazioni e (guarda alle volte le coincidenze) alle “mie” manutenzioni. Per contro, metteva a disposizione del suo assessorato alle opere pubbliche circa 120.000,00 euro, “soltanto” per consulenze. Un bilancio che risultò così malfatto da generare uno scaricabarile tra Sindaco, Moschi e Orsi, finchè la responsabilità venne fatta ricadere sull’incolpevole dirigente Biagiotti.
Subito dopo, scavalcando come sempre la Giunta, cercò di affidare direttamente il progetto di ampliamento del museo all’ ex dirigente del settore tecnico del comune di Camaiore.  L’ingegnere in questione, per chi non lo sapesse, venne arrestato per un giro di tangenti dalla Procura della Repubblica nell’ambito “dell’operazione affari sporchi”. I  reati che vennero contestati dagli inquirenti andavano dalla corruzione, alla turbativa d'asta, dal falso ideologico all'abuso d'ufficio in concorso e continuato, a partire dall'anno 2004. Il tecnico gli era stato segnalato da una ditta locale che se ne avvaleva abitualmente e ne garantiva la professionalità, dimenticando che vi è una differenza notevole tra spendere i soldi propri e quelli pubblici.
Chiudo con un piccolo pensiero, se davvero fossi stato in grado di condizionare l’operato dell’Amministrazione, che motivi avrei avuto di rimettere le deleghe e prendere le distanze per fondare Progetto Originario? Comunque voglio rassicurare tutti: la mia lettera di dimissioni vi arriverà ad ore. Ma solo dalla lista civica o da quel poco che ne resta.  


 LUIGI COCUCCI

QUELLI DELLA BOCCIOFILA di Silvia Sestini

Nelle ultime settimane il gruppo di Progetto Originario è uscito sulla stampa per discutere e avanzare proposte sui temi più significativi del momento: l’ospedale, i possibili tagli al reparto materno-infantile, la sentenza del TAR regionale relativa al progetto Solvay, gli scenari futuri per l’uso delle risorse acqua e sale, l’azienda Santa Chiara. Mentre noi cercavamo di approfondire questi temi, entrando nel merito delle principali questioni che interessano la nostra zona, la relitta lista civica non trovava niente di meglio da fare, invece, che sbraitarci contro. Articoli su articoli di critiche e attacchi mirati sia sui singoli sia all'intero gruppo. Spesso di livello infimo. Chiacchiere da bocciofila al posto dei ragionamenti che ci si aspetterebbe da una forza politica. Ma di quelle bocciofile dove il pettegolezzo impera. In omaggio alla famigerata “Politica del fare”, appunto. Evidentemente i problemi reali per i reduci della lista civica non esistono, mentre trovano interesse per la battaglia corpo a corpo contro chi ha idee diverse o un diverso senso delle istituzioni o una diversa coscienza etica. Vale la pena parlare di corpo a corpo, perché l’aggressione sguaiata portata attraverso la stampa al consigliere Cocucci è di quelle che si commentano da sole. Ma anche quando parlano di Progetto Originario i concetti che esprimono sono davvero di tutto rilievo e vale la pena soffermarcisi un attimo. In un notevole articolo della scorsa settimana (La Spalletta 22/1/2011, pag. 7 “Il controllo dall'interno”) di chiara ispirazione moschiana, la lista civica inveisce contro i consiglieri di Progetto Originario perché hanno dichiarato di voler appoggiare ancora la maggioranza. Ma per quale motivo inveire contro chi vuole continuare a fornirti suo appoggio? Semplice. Perché il controllo che potrebbero esercitare dall’interno preoccupa. Non solo preoccupa. Inquieta, non fa stare tranquilli, fa arrabbiare forte... stizzisce, perfino. Con una grazia istituzionale degna del miglior Trota, si accusano proprio papale papale i consiglieri di “Progetto” di voler fare le “spie”, di voler svolgere “un ruolo più adatto a chi, in tempo di guerra, si propone di creare scompiglio nelle file del nemico”. Parole testuali, giuro. Da notare che si sta parlando delle funzioni di indirizzo e di controllo che ciascun Consigliere Comunale non ha solo la facoltà di esercitare ma ne ha il preciso dovere, secondo quanto previsto dal Testo Unico (art. 42, 43 e 44 D.Lgs 267/2000). Andrebbe spiegato a quel che resta della lista civica che queste regole rappresentano l’Abc della democrazia. Evidentemente nessuno di loro ha mai studiato educazione civica a scuola e tanto meno dopo. Francamente il controllo che è possibile esercitare dall’aula del Consiglio Comunale, in definitiva, non è poi molto. Ma perfino quello sembra troppo: un’ingerenza senza pari. Questa insofferenza per le regole vi ricorda qualcuno? Pensateci su.
E poi perché tutta questa smania di governare in assenza di controllo? Se si rispetta la legge, se si seguono le norme, non c’è ragione di volersi nascondere. Forse c'è qualcosa che ci sfugge. Infatti, la domanda che riecheggiava da cima a fondo nell'articolo della lista civica della scorsa settimana era: ma perché non se ne vanno? Ma cosa aspettano a fare fagotto? Riferendosi a Progetto Originario, naturalmente. Tanto Antonella Bassini è stata acquisita almeno dalla scorsa estate, si potrebbe aggiungere. Nessuno ha informato gli elettori né della lista civica né del Popolo per Volterra, ma è così. In tutta evidenza. Via, ammettiamolo, c’è voluto poco! E' bastato seguire le orme dei nostri maggiori. L'onorevole Domenico Scilipoti non è un uomo, è un'ideale. Che trascende il tempo, il luogo e perfino il genere.
Non basta dunque che i nostri rappresentanti abbiano lasciato ogni incarico di Giunta. Anche l’esercizio delle loro funzioni di controllo in qualità di Consiglieri Comunali di maggioranza disturba. Chi disturba? Ma come chi? Quelli della bocciofila, naturalmente.
Ma se il fastidio arrecato a questa maggioranza dalla presenza dei nostri rappresentanti è troppo, chissà che non siano a breve accontentati. Tutti questi attacchi presto o tardi qualcosa provocheranno. In ogni caso, attenzione a fare bene i calcoli. L'ex assessore al bilancio, per sua stessa ammissione, è persona allergica ai numeri. I conti alla fine potrebbero non tornare.
 
Silvia Sestini, Progetto Originario

DUE CHIACCHIERE CON LUIGI di Fabio Bernardini

Caro Luigi, questo non è un attestato di solidarietà. So che hai le spalle grandi, e poi sai già di poter contare su di me: fra noi non c’è bisogno di convenevoli. Queste righe vogliono invece contribuire a fare un po’ di chiarezza, contrastando chi sta provando a ingannare con ignobili espedienti i nostri concittadini. Anche se sono certo che la stragrande maggioranza delle persone, a questo punto, ha capito benissimo di cosa si tratta. Intendo quindi provare a ricapitolare la storia del recente “scandalo” del parcheggio di Piazza Martiri, perché ne emerge in tutta evidenza il filo conduttore che porta agli autori di questa penosa messa in scena. Emanuele Orsi, dopo essere letteralmente scappato abbandonando la presidenza del S. Chiara e la guida di Asav, ben presto riappare sulla stampa locale, avanzando su più fronti accuse, insinuazioni, avvertimenti. Un comportamento in linea con il personaggio che, nostro malgrado, per lunghi mesi ha avuto in questa amministrazione molto più peso di qualsiasi assessore. Tra i primi temi toccati dal consulente politico di Moschi quello dei parcheggi (“I parcheggi di Volterra”, La Spalletta 31/12/2010), in cui già inserisce un chiaro riferimento al parcheggio della dogana. Correda il tutto l’immancabile allusione a “qualcuno che teme di perdere questa rendita di posizione”. Passano appena due settimane e alla redazione de Il Tirreno arriva una Relazione sul quello stesso parcheggio del dirigente comunale, Biagiotti, richiesta espressamente da Paolo Moschi all’indomani del suo insediamento (si noti bene è il Settembre 2009). Questa relazione, di cui a me in Giunta nessuno parlò mai, se a giudizio del sindaco, dell’assessore o di Orsi avesse messo in luce irregolarità, credo che avrebbe dovuto provocare una qualche denuncia. Quella relazione invece rimane 15 mesi in un cassetto, per poi essere inviata al giornale solo tre settimane fa. Il quotidiano fa un titolone: < Quel parcheggio, “regalo” del Comune >, per rimarcare a voce spiegata i contenuti del bando pubblico del lontano 1986 (sindaco era Brunale) con cui veniva messa a gara la realizzazione dell’opera interrata. Nell’articolo vengono accuratamente elencati tutti i proprietari del parcheggio, molti tuoi familiari e anche te, Luigi, che detieni 1000 euro di azioni. Sembra di capire che l’accusa sia quella di aver alienato l’uso del sottosuolo, mentre col meccanismo del project financing questo genere di collaborazione tra pubblico e privato concede l’uso del bene al soggetto privato soltanto per 30 anni. Peccato che la legge che introdusse il meccanismo del project financing in Italia è Merloni-ter (L. 415 del 1998) e quindi venga “solo” 12 anni dopo il bando in oggetto. A quel punto, però, chi fosse minimamente introdotto nell’ambiente di questa Amministrazione Comunale aveva capito benissimo la strumentalità con cui veniva sollevato questo “caso” e dove presto sarebbe andato a parare. Sapevamo dei precedenti espedienti, andati a vuoto, per indurti a lasciare il seggio di Consigliere Comunale. Quando provarono inutilmente ad allettarti col posto di Amministratore Unico di Asav, pensando che la convenienza economica sarebbe bastata a piegarti. Ma se la carota non va, c’è sempre il bastone. Infatti, non passano che una manciata di giorni e “lo scandalo” del parcheggio induce qualcuno a chiedere a Luigi Cocucci addirittura di dimettersi da Consigliere Comunale. La cosa “aggiusterebbe” il risultato di un’elezione democratica che, dopo un anno e mezzo, qualcuno vorrebbe ritoccare. Almeno un pochino, quel tanto che basterebbe. Ma chi sono gli indignati, le opposizioni di sinistra o di destra, forse? No, quelle si guardano attonite per un simile spettacolo. E’ lo stesso direttivo della lista civica che chiede dai giornali le tue dimissioni, per far posto ad Edoardo Bruni, un ragazzino di marca Udc, figlio di Alberto, uno dei membri dello stesso direttivo della lista civica. Perché dovresti lasciare? Qui la logica non ci assiste. Se ci fossero stati errori nel bando del 1986, la responsabilità non sarebbe certo attribuibile ai soggetti privati che vi parteciparono (i tuoi parenti e altri, quando tu avevi 11 anni), semmai a chi ne redasse il testo (l’Amministrazione Comunale). Ma se manca il sostegno della ragione, la forza di volontà non difetta. Infatti, il direttivo della lista civica cerca di rimediare all’assenza di un nesso logico, affastellando alla meno peggio motivi di incompatibilità cervellotici e finora sconosciuti, quasi esoterici: gestisci un’agenzia immobiliare… e poi il piano parcheggi in Comune proprio non va avanti. Ma il piano parcheggi chi avrebbe dovuto realizzarlo se non l’assessore alle Opere Pubbliche? La lista civica non sa evidentemente che tu, Luigi, da semplice consigliere, avevi ricevuto ben altre deleghe. Tutte rognose per giunta: Strade consorziate, Manutenzioni e Trasporti. Tra l’altro hai dimostrato di essere uno dei pochissimi capaci di portare avanti il lavoro di amministratore, nonostante ti venissero (inspiegabilmente?) ridotte all’osso le risorse. Ma a questo punto bisogna svelare al direttivo della lista civica l’arcano: l’assessore con delega alle Opere Pubbliche, fin dal primo giorno di questa amministrazione (un vero record di longevità), è Paolo Moschi. Dunque, chi ritenga che il piano dei parcheggi debba forzatamente essere ormai ultimato, è a lui che dovrebbe rivolgersi.
Conclusioni. Anche se c’è del ridicolo in tutto ciò, il retrogusto di questa storia è amaro. Fino a un po’ di tempo fa non avrei mai creduto di dover assistere a simili bassezze. Devo ammettere che le classi dirigenti del passato, saranno state maldestre e magari opportuniste, ma a quanto ne so non sono mai scese a questi livelli di brutalità, non hanno mai fatto ricorso ad aggressioni così stupide e volgari come questa e altre a cui malauguratamente abbiamo assistito. Durante questo anno e mezzo, purtroppo, abbiamo dovuto nostro malgrado renderci conto fino a che punto possa rivelarsi velenosa l’ambizione. Anche in individui a prima vista insospettabili. Come ti ho già detto in altre occasioni parlando della lista civica, ciò che più mi stupisce non è tanto la malignità attiva di una minoranza di persone. Neppure le parole ipocrite di chi fa del cerchiobottismo la sua divisa istituzionale. E’ il silenzio complice dei molti, che mi colpisce e m’indigna di più.     

Fabio Bernardini  

La nuova classe dirigente

Per settimane il consiglio direttivo di quanto rimane della lista civica di Uniti per Volterra ha incalzato il PD locale chiedendo a gran voce che pubblicassero il loro organigramma. Condivisibile l’intento: ogni cittadino deve sapere chi sono le persone alla guida dei partiti. Quando si tratta, però, di loro stessi e del loro “partito” l’esigenza verso la trasparenza scema un po’, l’impeto tutto ad un tratto s’arresta. La buona norma di comunicare le decisioni e le attività del Consiglio tramite mail o tramite il sito internet a tutti gli aderenti, pratica che veniva portata avanti quotidianamente dal vecchio consiglio è stata del tutto abbandonata da quando è in carica questa nuova compagine. Non ci pare, poi, di avere letto su nessun giornale delle dimissioni del coordinatore della lista, Luca Mauri, di cui si sussurrava da molti mesi, ma che hanno trovato definitivo coronamento da circa un mese. Il coordinatore nella lista è la figura di primo piano, quello che per i normali partiti è il segretario. Mauri è stato sostituito nel suo ruolo, senza far ricorso ad alcuna assemblea, da Lisa Perugino (area PDL) per decisione dello stesso direttivo in carica. Perugino divenne simpatizzante nell’ultimo spezzone di campagna elettorale a cui partecipò attivamente e s’iscrisse alla lista subito dopo la vittoria elettorale. Il consiglio quindi oggi è composto da nove persone, quelli che negli articoli della lista civica si autodefiniscono la “nuova classe dirigente”, elencati di seguito. Lo stesso Luca Mauri, proveniente dall’associazione Volterra nel Cuore che dette vita alla lista civica costruita attorno a Rossano Granchi. Massimo Fidanzi, l’ex membro del CdA del Santa Chiara dei tempi di Orsi e già esponente della CISL locale. Andrea Cardellini, anch’egli proveniente dal CdA del S. Chiara guidato da Orsi. Alberto Bruni, salinese, anche lui proveniente dall’associazione Volterra nel Cuore e padre di Edoardo, primo dei non eletti in Comune e candidato per l’UdC alle ultime provinciali. Altro membro del direttivo è Martolini Mario, attivo membro di SOS Volterra. Chiudono le fila del consiglio di Uniti per Volterra Daniele Pierella e Diego Bellacchini, appartenenti alla nuova generazione della lista civica. I membri del consiglio sono coloro che si occupano degli articoli pubblicati a firma Uniti per Volterra. Ribadiamo la nostra totale estraneità ai pezzi pubblicati e prendiamo le distanze dalla becera politica messa in atto dal suddetto consiglio. Ci chiediamo inoltre quanto le posizioni da esso assunte rispecchino il sentire della maggioranza degli aderenti della lista civica e soprattutto degli elettori che col proprio voto ne hanno consentito la vittoria elettorale. Questo organo direttivo ha recentemente, senza che vi sia stata nessuna discussione interna alla lista, richiesto le dimissioni del Consigliere Comunale, Luigi Cocucci, dopo aver sperimentato l’impossibilità di allontanarlo dal municipio, attraverso la sua nomina in Asav. La nuova classe dirigente si presenta.

Progetto Originario Lista Civica

sabato 22 gennaio 2011

Sulla richiesta di dimissioni di Cocucci

L'articolo integrale:


Una lista imbarazzante


Quando la mala fede si miscela alla dabbenaggine, la mistura che ne deriva è esplosiva. L’attuale consiglio della lista civica, chiedendo le dimissioni del consigliere Cocucci, ha oltrepassato i confini del grottesco, fornendo chiara riprova della propria inconsistenza morale e cognitiva. La spiegazione fornita, infatti, manca completamente dei nessi logici ma denota un’evidente ambizione che l’articolista de La Nazione non ha fatto fatica a comprendere, svelandola sul finale dell’articolo. Questa richiesta di dimissioni è del tutto strumentale e finalizzata a consentire l’ingresso in Consiglio Comunale di Edoardo D. Bruni, figlio di un membro del consiglio della lista civica e primo dei non eletti, nonché ennesimo candidato di area UdC e quindi in tutta evidenza vicino all’assessore Moschi. Purtroppo in questo Paese per far parte del Consiglio Comunale occorre ancora conquistare un numero sufficiente di voti. Quindi, a meno che il consigliere Moschi non rassegni anzitempo le proprie dimissioni per scarsa produttività, il nostro giovane candidato dovrà ancora aspettare. Onestamente sembrano poco credibili anche le parole del sindaco, quando si dichiara all’oscuro della richiesta avanzata pubblicamente dal consiglio della lista. Infatti, già nel passato le stesse persone avevano avanzato un serio tentativo per allontanare surrettiziamente dal Consiglio Comunale un membro di Progetto Originario quando, dopo il caso Orsi, proposero di offrire la carica di Amministratore Unico di Asav proprio a Cocucci che, se avesse accettato, avrebbe dovuto lasciare il Consiglio per Statuto. La richiesta fu avvallata dal sindaco Buselli, ma venne prontamente rifiutata dal diretto interessato, che preferì onorare il proprio impegno istituzionale a fronte della convenienza economica dell’offerta. Del resto un analogo espediente fu perpetrato dal sindaco anche nei confronti di Elisa Tonelli, quando le venne proposta la nomina al Santa Chiara.  
Se poi il sindaco o l’assessore Paolo Moschi avessero ravvisato qualche irregolarità riguardo al parcheggio di Piazza Martiri avrebbero semplicemente il dovere di denunciarla. Vero è che la pianificazione delle opere pubbliche, dopo un anno e mezzo di amministrazione e nonostante ripetute esortazioni ribadite in Giunta, risulta carente di un serio piano dei parcheggi. Ma a chi attribuirne la responsabilità se non all’assessore alle Opere Pubbliche, Paolo Moschi? La responsabilità, in uno stato di diritto, non s’irradia a caso né in base al credo politico, ma ha un terminale preciso che coincide con chi detiene la specifica competenza. La richiesta della lista civica, firmata da Alessandro Pineschi, scade poi ben oltre i confini del ridicolo, quando motiva le dimissioni di Cocucci da Consigliere Comunale perché gestisce un’agenzia immobiliare. Inaugurando un nuovo tipo di ineleggibilità, che andrà prontamente segnalata alle due Camere e ai costituzionalisti, affinché aggiornino la legge fondamentale dello Stato Italiano.     
Resta comunque l’imbarazzo per un consiglio della lista civica evidentemente al di sotto di ogni standard di decenza. A riprova del danno perpetrato quando, per troppa indipendenza, vennero scacciati i fondatori del progetto, sostituendoli con entusiasti del giorno dopo.   

 Progetto Originario –Lista Civica

Il Tirreno

La Nazione



venerdì 21 gennaio 2011

Acqua e sale, i nuovi scenari

Apre nuove prospettive la sentenza con la quale il TAR della Toscana dà sostanzialmente ragione al WWF riguardo l’inadeguatezza delle prescrizioni richieste dalla Regione Toscana per l’approvazione del progetto di sfruttamento dei giacimenti salini degli ex Monopoli di Stato. Una volta stabilito che le indicazioni regionali per la salvaguardia della risorsa idrica non furono coerenti con gli scopi perseguiti, potrebbe avviarsi una nuova importante fase di discussione tra le amministrazioni competenti e le società industriali coinvolte, che promuova in Regione l’avvio di un lavoro di approfondimento sui progetti di sfruttamento dei giacimenti della Val di Cecina. Adesso, infatti, è necessario “aiutare” la Regione ad individuare nuove e più efficaci prescrizioni, realmente capaci di salvaguardare la risorsa idrica per l’uso civile, ma che orientino anche l’attività mineraria in un’ottica di sviluppo sostenibile affinché venga evitato uno sfruttamento insensato e si restituisca un pò di ricchezza ad un territorio troppo a lungo depauperato. La crisi annunciata dell’azienda Ati-Sale conferma con tutta evidenza la gravità di alcuni indirizzi politici seguiti nell’ultimo decennio in Alta Val di Cecina. In questa fase potrebbe rivelarsi, dunque, determinante il ruolo del Comune di Volterra e degli altri Comuni della zona, in gran parte sotto una diversa guida politica rispetto agli anni passati, che, se questa volta agissero con determinazione e lungimiranza, potrebbero giocare fondamentale ruolo di stimolo verso la Regione Toscana. Tanto più che, Bramerini, l’attuale assessore all’ambiente in Regione appare una persona intelligente e dinamica, dotata di un’incisività molto maggiore rispetto ai colleghi che occuparono il suo posto nel recente passato.
Oggi si presenta, quindi, l’occasione per riprendere un treno in corsa che nel 2005 sembrava ormai passato per sempre. Occorre però dimostrare capacità di fare sistema tra le amministrazioni dell’Alta e Bassa Val di Cecina, facendo perno in particolare sul problema della scarsità della risorsa idrica. Ma dovrebbe essere tentato anche il coinvolgimento di tutte le forze politiche locali che si dimostrassero interessate ad una ridefinizione più stringente delle prescrizioni imposte a Solvay. Perché la partita è molto importante e per ottenere risultati servirà il contributo di tutti. Inutile, quindi, dare peso alle parole di chi, come Irene Ricotti (Rifondazione comunista e Sinistra per Volterra), invece di guardare alle prospettive apertesi, cerca di utilizzare la sentenza del TAR soltanto come pretesto per sollevare la più strumentale delle polemiche con l’attuale Amministrazione Comunale di Volterra. Che avrà pure tutti i suoi limiti, ma per quanto sappiamo è stata l’unica nella zona ad aver approvato in Consiglio un documento ufficiale contrario all’accordo ETI-Solvay, interrompendo un silenzio che durava da anni.

Progetto Originario – Lista Civica

I numeri del punto nascita

Come la nuova influenza stagionale, come un ritocco stagionale delle tasse, si ripresenta periodicamente sulla stampa la notizia di una eventuale chiusura del punto nascita dell’ospedale di Volterra. Questo avviene a pochi mesi dal termine del progetto del parto naturale in Val di Cecina, affidato al dottor Srebot nell’estate del 2008, ed in concomitanza con il cambio della direzione generale della ASL 5, che passa dalla dottoressa De Lauretis al Dottor Damone, già direttore sanitario della stessa ASL. Seppur con la  limitazione di accesso alle sole gravidanze fisiologiche, il progetto ha di fatto scongiurato la chiusura del punto nascita, già data per certa nel 2006. Allora, partendo da questo caso, nacque il Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Volterra che dette il via ad una forte agitazione popolare sulla questione del reparto materno-infantile e non solo, conducendo la ASL all’apertura di un tavolo tecnico e alla proposta della soluzione poi applicata nel 2008. Riteniamo che il progetto debba andare avanti, accogliendo semmai quei potenziamenti e miglioramenti adatti a farlo passare da un progetto sperimentale ad un modello stabile e riconosciuto dalla Regione, disegnato sui piccoli ospedali come il nostro che si trovano distanti dagli altri centri ospedalieri. Non si può infatti richiamare il basso numero di parti a giustificazione di una eventuale chiusura, quando è il modello sperimentale stesso, disegnato di proposito dalla Regione, che limitandosi ad accogliere le sole gravidanze fisiologiche prevede l’allontanamento di molte partorienti.  Infatti, anche molte donne volterrane e dei luoghi vicini,  presentatesi in questi due anni al nostro punto nascita, sono state spinte a ricorrere ad ospedali di secondo livello, anche per motivi di poco conto, come un periodo di gravidanza che uscisse dal range 37-41 settimane.  E’ chiaro che, dal momento che per questo punto nascita sono stati inseriti particolari elementi di filtro che allontanano molti parti, tale modello non possa essere paragonato ai punti nascita di primo livello, che hanno protocolli diversi e molto più aperti. E’ questa invece l’operazione che abbiamo osservato in questi giorni sui giornali, dove il punto nascita sperimentale di Volterra veniva correlato, sulla base di dati offerti della Regione, con il punto nascita di Piombino, Cecina, Barga ed altri, tutti organizzati in modo tradizionale. Inoltre, per favorire l’accesso al punto nascita di Volterra sarebbe servita una campagna di informazione, promossa necessariamente dalla ASL 5, in favore del parto naturale e di questo centro sperimentale. Purtroppo abbiamo visto tutt’altro. Sul sito internet della ASL 5, se si va alla pagina dei punti nascita, il link che dovrebbe rimandare al progetto di parto naturale a Volterra da tempo non funziona e gli utenti non possono ricevere le informazioni necessarie.

Proprio a Volterra, dove dovrebbe essere promosso il parto naturale, è stata diffusa la percezione del parto come un evento rischioso, da vivere al riparo di strutture ospedaliere pesanti più che accoglienti. Anche in alcuni settori dell’ospedale di Volterra stesso viene proposta quasi ad arte l’immagine del parto come un momento di estrema fragilità sanitaria. A questo modo un certo numero di donne sono state indotte ad andare a Poggibonsi o a Cecina, riducendo ulteriormente il numero dei parti presso il punto nascita di Volterra, già di per se piuttosto contenuto a causa della scarsa popolazione. Questo nonostante lo standard di assistenza a Volterra sia da considerarsi se mai migliorato, per la presenza di personale medico ed ostetrico adeguato, estremamente preparato ed in costante rotazione con l’ospedale di Pontedera. Se si ricercano numeri più alti, occorrerà affiancare il progetto ad una corretta informazione sui vantaggi del parto naturale, ma soprattutto sulle garanzie di sicurezza fornite dall’ospedale di Volterra.
Finora è mancata, insomma, da parte della ASL 5 la volontà di invogliare a partorire presso il punto nascita volterrano, a differenza di altri reparti dell’ospedale di Volterra che invece hanno subito una crescita anche grazie alla politiche di attrazione verso il nostro nosocomio. Non vorremmo trovarci tra pochi mesi ancora con lo spettro della chiusura davanti agli occhi in ragione dei numeri registrati, quando l’organizzazione prevista dalla Regione e la scarsa informazione diramata dalla Asl 5 sono stati fattori determinanti per il calo delle nascite. In questo caso la ASL ha solo raccolto quanto ha di proposito seminato.
Progetto Originario Lista Civica

venerdì 14 gennaio 2011

Mondo Nuovo e la vicenda di Villa Giardino

In queste settimane imperversano gli esposti dell’ex Presidente del S. Chiara e altrettanti articoli sulla stampa che lo vedono protagonista di attacchi anche molto spregiudicati, nei confronti del Sindaco e dei consiglieri che hanno fondato Progetto Originario. Non entro neppure nel merito delle reali motivazioni che spingono questa persona ad intervenire continuamente dopo quanto accaduto nei mesi scorsi e ad essere così sollecito nei confronti degli organi giudiziari su questioni a cui lui è tutt’altro che estraneo.
In merito alla vicenda della locazione di Villa Giardino e dei laboratori annessi, oggetto dell’ennesimo esposto, sulla quale Orsi mi tira in ballo desidero invece precisare alcuni passaggi e soprattutto ricordare, anche all’ex Presidente, aspetti che mi pare gli siano sfuggiti. L’associazione Mondo Nuovo opera da anni presso Villa Giardino, immobile di proprietà dell’ASP S. Chiara. Fino al 31 dicembre 2009, in conseguenza dei molteplici e consistenti lavori di ristrutturazione degli edifici, Mondo Nuovo ha potuto fruirne gratuitamente, come da accordo intercorso con l’Azienda.
Tutti eravamo consapevoli che a quella data si sarebbe proceduto alla stipula di un regolare contratto di locazione, il cui canone doveva essere concordato sulla scorta di una perizia tecnica.
E’ assolutamente falsa e tendenziosa l’affermazione di Orsi che l’associazione e io fossimo contrari alla stipula del contratto di locazione. Semplicemente, come prevedibile, si aprì una discussione sulla entità del canone d’affitto. L’allora Presidente del S.Chiara riteneva di applicare il criterio rigido di mercato, incompatibile con le possibilità di un’associazione senza fini di lucro. Mondo Nuovo per contro offriva una cifra minore ma più che dignitosa, in ragione soprattutto dell’insieme dei servizi che rende al territorio.
In questa presa di posizione delle parti, il Sindaco, come spesso gli succedeva, si dimostrò  nettamente a favore della tesi di Orsi. La mia posizione di assessore alle politiche sociali mi ha sempre obbligata a tener conto anche del importante ruolo che l’Associazione svolge  sul territorio e dell’utilità delle attività esercitate a sostegno dei ragazzi affetti da handicap e delle loro famiglie. Un’Associazione che ha dimostrato negli anni di possedere la capacità di calamitare sul nostro territorio numerosi finanziamenti sul versante sociale, grazie alle proprie riconosciute competenze e all’attitudine a fare rete con le scuole, con i servizi sociali e con gli enti.  Così come mi era assai chiara l’importanza di Villa Giardino nei progetti di inclusione sociale portati avanti da Mondo Nuovo con il sostegno degli enti pubblici e dell’azienda sanitaria.
Mi parve assolutamente sbilanciata la presa di posizione rigida assunta da Sindaco e Orsi e, al fine di favorire il confronto e ricercare con il contributo di tutti gli assessori una soluzione positiva,  portai la questione all’attenzione della Giunta. Tutti gli assessori presenti concordarono circa l’opportunità di ricercare una mediazione che consentisse la permanenza dell’associazione presso Villa Giardino e fu individuata una possibile soluzione per avvicinare le parti e favorire l’accordo. In questo percorso  rientrava anche l’effettuazione di una contro-perizia a carico dell’Associazione.
A riprova del ruolo marginale a cui era stata relegata la Giunta, quella proposta venne totalmente ignorata e nei successivi incontri avvenuti anche alla presenza di rappresentanti di altre amministrazioni ed enti  ( Regione, Provincia di Pisa, Comuni di Pomarance e Castelnuovo, Cesvot, Fondazione e Cassa di Risparmio), Orsi  ribadì la sua rigida posizione con l’avvallo del Sindaco. La contro-perizia presentata da Mondo Nuovo non fu tenuta in alcuna considerazione.
Contemporaneamente i rappresentanti dell’associazione mi riferirono che la Villa era oggetto di continue visite da parte di un fiduciario di Orsi che accompagnava piccoli gruppi di persone, per lo più  stranieri, a visionare l’immobile. Mai fu chiarito, nonostante molteplici sollecitazioni, se queste visite rientrassero in un progetto di alienazione della Villa. Quando avvenne la rimozione di Orsi dal suo incarico, la trattativa si interruppe.
In tutta la vicenda notai un accanimento eccessivo nei confronti di Mondo Nuovo e un tentativo anche abbastanza scoperto di lasciare all’associazione i soli locali dei laboratori. La mera questione economica non giustificava affatto tale atteggiamento. Basti pensare che la totalità di tutti gli affitti derivati dagli immobili di proprietà del S. Chiara rappresenta, secondo la “Relazione sulla gestione dell’esercizio 2009”  dell’ASP, appena il 2% dei ricavi. L’eventuale applicazione di un canone di affitto più contenuto per la Villa non poteva dunque rappresentare un mancato introito tale da risanare il bilancio dell’ente, il cui equilibrio andrà ricercato agendo su voci molto più consistenti.
La responsabilità del danno economico per l’Ente derivato dai mancati introiti che Orsi, a suo insindacabile giudizio, attribuisce alla mia persona, mi pare dunque un’assurdità. Infatti, le mie posizioni sulla questione sono sempre state improntate alla mediazione e perfettamente aderenti al mio ruolo. Non soltanto, ma sono state condivise da tutti gli assessori presenti in Giunta al momento in cui fu affrontato questo argomento, anche da quelli più lontani per competenza dalle Politiche Sociali che compresero i diversi profili che la questione investiva. Forse la vera responsabilità del mancato raggiungimento di un accordo è da ricercare nella ristrettezza di vedute di Orsi, che spesso è risultato incapace di gettare uno sguardo complessivo sui problemi, che tenesse conto non solo del mero profilo ragionieristico ma anche dei numerosi risvolti sociali e umani inclusi nella vicenda. Proprio quello sguardo d’insieme richiesto dal ruolo istituzionale che gli venne affidato, quando fu posto alla guida della principale azienda di servizi alla persona della zona.

Sonia Guarneri
Progetto Originario

Teatro di guerra

Questa settimana un quotidiano locale ha pubblicato un’intervista a Simone Migliorini che, intervenendo da osservatore volterrano sul “clima” che si respira in città in questi ultimi tempi, esprime tutta la propria disapprovazione per l’accanimento e il malanimo con cui tenacemente si affrontano le diverse fazioni. Concordiamo sia con questa opinione sia con la necessità di rafforzare in ciascuno di noi la disponibilità a tollerare le altrui opinioni, ma dobbiamo aggiungere che al fondo di questa detestabile condizione, oltre allo scadimento culturale che viviamo, probabilmente c’è almeno un’altra evidente ragione. Una visione della politica, largamente diffusa in tutti gli schieramenti, interamente votata alla logica di “fazione”, in cui non sono quasi mai previsti obiettivi di interesse generale intesi a favorire l’intera comunità. Strettamente concatenata a questa visione sta l’idea dell’attività politica, non come servizio prestato alla comunità e nemmeno ai propri ideali, ma come conquista e mantenimento di posizioni di potere. Se questo è lo scopo, quasi tutti i mezzi allora sono leciti per perseguirlo. Facciamo qualche esempio a nostro avviso illuminante. Non appena il professor Bacci ha accettato di divenire Presidente dell’Azienda Santa Chiara, ha iniziato a subire un’infinità di aggressioni mediatiche, specialmente da parte di PD e Rifondazione. Non aveva ancora neppure potuto iniziare ad operare alla guida del Santa Chiara, ma rappresentava un atto di tradimento soltanto il fatto che avesse accettato di provare a rimettere in sesto l’Azienda quando alla guida dell’Amministrazione Comunale c’era la lista civica. Il ragionamento, espresso in parole povere, è stato: “Caro Bacci, non andare a aiutare un’amministrazione avversa, lascia che cuociano nel loro brodo”; senza tener in nessun conto che se il Santa Chiara affonda, ci rimette l’intera città ma forse sarebbe meglio dire tutta la zona. D’altra parte l’attuale lista civica in questo ha dimostrato di non differire affatto dagli altri partiti, a dispetto del principio di trasversalità troppo spesso ostentato ma quasi mai praticato. Infatti, la parabola del professor Giuseppe Furlanis all’Assessorato alla Cultura e Istruzione rappresenta bene come anche in questa Amministrazione alligni più lo spirito di fazione che la ricerca del bene comune. Il professor Furlanis, infatti, predicava costantemente la necessità, per un’Amministrazione degna di questo nome, di mantenere un atteggiamento super partes, e di conseguenza un approccio il più obiettivo possibile ai problemi. Di conseguenza intendeva giudicare gli eventi artistici proposti all’attenzione dell’Amministrazione Comunale soltanto in base alla loro qualità, e non in base al colore politico di chi li presentava. Il suo risultò un orientamento troppo nobile per questa Amministrazione e finì per scontrarsi nel giro di pochi mesi con Orsi, Moschi e lo stesso Sindaco. La storia è nota: il Sindaco nel giro di sei mesi preferì perdere il suo assessore più accreditato, colui che avrebbe potuto ottenere una legge speciale per il rilancio del museo Guarnacci, piuttosto che rinunciare a proseguire una serie di schermaglie politiche, che avevano per terreno di scontro VolterraTeatro e  le istallazioni di Staccioli. Questo purtroppo è il clima avvelenato che ammorba la nostra città, dove il mantenimento o la conquista di posizioni di potere prevale su qualsiasi altro valore. Certamente anche la condizione politica e culturale in cui si trova questo Paese è tra le più infelici tra quelle che si ricordino negli ultimi 50 anni: dunque anche in provincia si risente di questo generale degrado. Noi cerchiamo di non arrenderci e di non conformarci all’andazzo comune. Per quanto difficile, vogliamo continuare a proporre una visione diversa e alternativa della politica. Almeno in questa città.

 Progetto Originario – Lista Civica

sabato 8 gennaio 2011

Ancora annullato il rinnovo delle concessioni a Solvay

L'ultimo frammento del 2010 ha portato una buona notizia per la Val di Cecina. Il TAR della Toscana ha annullato i decreti della Regione per il rinnovo delle concessioni degli ex Monopoli di Stato alla Società Chimica Solvay. La sentenza è stata depositata il 23 Dicembre scorso. E' già la seconda volta che la Regione Toscana promulga il decreto di rinnovo delle concessioni dei giacimenti minerari di Saline, ma in entrambi i casi il TAR è intervenuto a bloccare il provvedimento su ricorso del WWF. Perché nel dispositivo finale della Valutazione d'Impatto Ambientale che di fatto assegnò le concessioni minerarie dei Monopoli di Stato a Solvay ci sono una serie di vizi, il principale dei quali riguarda l'uso dell'acqua in Val di Cecina. La produzione mineraria di Solvay, come è noto, utilizza quantitativi enormi di acqua dolce, che stridono con la limitatezza delle disponibilità per gli usi civili nella nostra zona. Specialmente durante le stagioni estive. Il TAR non ha considerato ragionevole l'idea della Regione Toscana di concedere a Solvay l'uso degli estesi scavi posti in località Il Fiorino, presso Cecina, per accumulo di acqua a scopo civile, quale misura di compensazione per il depauperamento idrico della Val di Cecina. Tale idea venne battezzata progetto Idro-s e fin dal suo concepimento fu causa di accese discussioni. In quella località infatti, esattamente al di sotto di quegli scavi, nati come cave di argilla, si trova l'unica falda d'acqua di buona qualità rimasta in questo tratto di costa. Lo stoccaggio dell'acqua superficiale proveniente dal fiume Cecina, in corrispondenza della falda sotterranea, metterebbe dunque in serio pericolo la qualità dell'ultima falda apprezzabile rimasta tra Bibbona e Rosignano. Il TAR non ha accettato neppure la successiva trovata della Regione a riguardo, che per rimediare un po' frettolosamente alle contraddizioni del progetto Idro-s, tentò di modificare le prescrizioni relative all'acqua per gli usi civili, sostituendole con una parziale partecipazione al finanziamento da parte di Solvay della realizzazione del lago di Puretta. Il TAR, infatti, osserva che il progetto di Puretta è in “fase tutt'altro che avanzata”, e soprattutto che questo prefigura “lo sganciamento tra la parte industriale e quella idropotabile” nella pianificazione sugli usi dell'acqua. Prospettiva che la stessa Amministrazione Regionale ha dichiarato di voler evitare. Nel dispositivo della sentenza del TAR si fa riferimento anche ad una Conferenza dei Servizi del Febbraio 2008, in cui il rappresentante della Provincia di Pisa dichiarò, a sorpresa, che nella Bassa Val di Cecina frequenza e intensità delle crisi idriche si erano ridotte rispetto al passato e che la situazione stava andando progressivamente migliorando. Sulla base di questa dichiarazione, che a chi scrive non appare affatto realistica, sembra che la Regione Toscana sia stata orientata a cancellare quegli interventi volti alla creazione di una riserva per i consumi civili della Bassa Val di Cecina, preservando soltanto le quantità previste per la parte alta della valle. In definitiva, questa sentenza conferma tutte le preoccupazioni di chi a suo tempo criticò l'accordo Solvay-Monopoli di Stato, sottolineando le gravi prospettive che il progetto solleva riguardo alla carenza d'acqua in Val di Cecina. Il TAR per la seconda volta ha ribadito che gli interventi di mitigazione del problema previsti non sono convincenti. A questo punto non ci resta che sperare che le amministrazioni tutte, a cominciare dalla Regione Toscana, prendano seriamente atto del problema, cercando di formulare per il futuro soluzioni diverse, maggiormente fondate, che forniscano sufficienti garanzie ai cittadini e al loro prioritario diritto di accesso alla risorsa acqua. Per amore di giustizia, occorre infine sottolineare l'importanza del ruolo svolto dalle associazioni e dai comitati per la difesa del territorio a tutela degli interessi diffusi dei cittadini. In questo caso specifico è stato il WWF che, sostenendo anche finanziariamente una serie di ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, probabilmente determinerà la revisione di un progetto troppo sbilanciato in favore dei particolari interessi di un'azienda. Un'azienda sicuramente strategica e importante, ma che altrettanto sicuramente non può scavalcare gli interessi generali di chi abita la zona.


Fabio Bernardini, Progetto Originario 

domenica 2 gennaio 2011

La bolla

Ciò che mesi fa mi fece decidere per l’impegno politico fu la convinzione che non ci si potesse arrendere allo stato delle cose e che fosse prima di tutto compito di noi giovani offrire un contributo per promuovere e portare avanti un progetto innovativo per la città. Credetti che tutti fossimo in buona fede quando a fondamento di questo progetto ponemmo l’impegno serio, la voglia di condivisione interna e con i cittadini sulle scelte politiche importanti, cose per le quali occorre far ricorso a sincera modestia e ad una buona dose di spirito di sacrificio.
Il progetto, per come lo avevo inteso io, è decisamente naufragato. Ciò a cui ho assistito in un anno e mezzo di governo è stato il rifiuto di ogni complessità e di conseguenza la banalizzazione di ogni problema. Ho trovato che una parte dei miei compagni di squadra vive come dentro la bolla di sapone descritta da Curzio Maltese: “si sente leggero, avvolto, protetto come un bambino, in un mondo pieno di colori, dove sono scomparse le faccende complesse, noiose”(…) “Nella bolla ogni tema serio perde di gravità. E’ sospeso, rinviato a data da destinarsi”.
Per questo modo strampalato di intendere l’attività amministrativa abbiamo perso professionalità importanti quali il Prof. Furlanis, l’Arch. Fambrini e il Direttore Generale Dott.ssa Nuzzi. Ci ponevano troppi problemi e affrontavano le questioni in maniera troppo seria e complicata.
Dalla teoria per la quale occorresse un assessore competente almeno per le materie più complesse, siamo passati in pochi mesi alla teoria che “ un assessore-tecnico è incapace di sognare, perché vede solo ostacoli”. Traduco: se sei troppo ferrato nella materia, vedi i problemi e mi costringi ad affrontarli. Meglio chiudere gli occhi e andare avanti, gettando cuore (e cervello) oltre l’ostacolo. Poi chi vivrà vedrà.
In compenso, una bella parte di lista civica e di amministrazione ha speso e sta spendendo fior di energie sul versante dell’informazione. Ogni piccolezza è divenuta oggetto di articoli sulla stampa. Non parlo certo dei piccoli comunicati informativi sulle attività promosse dall’amministrazione comunale, ma di quei continui articoli con tanto di interviste per ogni minima sciocchezza. Compresi i progetti non realizzati e di là da venire. Il tutto in omaggio delle supreme ragioni dell’auto-propaganda, vanagloriosa e incessante. Un agire che ricalca il modello di una politica frivola e scadente, sebbene molto praticata ed attuale purtroppo. 
Per non parlare della teoria del complotto: ciò che accade è sempre frutto dell’azione traditrice di assessori o consiglieri dissidenti, di funzionari bighelloni o incapaci, di direttori generali infedeli e ambiziosi.
Ricordo che l’evocazione costante della presenza di nemici e traditori, l’abolizione delle complessità, il vivere di certezze e il controllo sistematico dell’informazione definiscono il populismo nella sua accezione più classica. Un sistema a cui non intendo rassegnarmi perché costituisce la morte della democrazia, “che si nutre di dubbi e verifiche, di libera circolazione di notizie e di teorie complesse”. Ancora una volta sto citando da “La Bolla” di Curzio Maltese, che consiglio a tutti di leggere.

Sonia Guarneri