Non vorremmo che, per piccoli
opportunismi o per la scarsa attitudine al confronto manifestata da
alcune forze politiche, venisse frettolosamente riposto come uno dei
tanti chiacchiericci estivi il tema essenziale delle future forme di
rappresentanza dell'Alta Val di Cecina, rilanciato in luglio dall'ex
sindaco Pacini con la proposta del Comune Unico. A nostro parere,
invece, è utile mantenere vivo e aperto un dibattito molto attuale,
forse addirittura obbligato per le difficili condizioni economiche
del Paese, sulla necessità di ridare compattezza istituzionale alla
nostra zona. Prendiamo spunto da due episodi recenti che vedono
coinvolti i nostri Comuni. All'ultimo Consiglio Comunale tenutosi a
Volterra, è stata votata la presa d'atto del recesso, deciso dal
Comune di Montecatini nell'aprile scorso, dalla convenzione sul
servizio della mensa scolastica, finora gestito in collaborazione tra
i due Comuni. Da un certo punto di vista è naturale e quasi
scontato che il Comune di Montecatini, facendo parte integrante
dell'Unione dei Comuni, tenda a gestire attraverso questo strumento
collegiale alcuni servizi, come appunto la mensa scolastica. Il
problema è che Volterra, decidendo di restare fuori dall'Unione, sta
perdendo progressivamente le connessioni politiche e amministrative
con i propri vicini, andandosi a cercare problemi nuovi e non
necessari. Infatti, durante la stessa seduta del Consiglio, abbiamo
appreso che la prossima convenzione per la mensa scolastica Volterra
la stipulerà sicuramente assieme al Comune di Castelnuovo, senza che
ad oggi nessuno sappia quali ricadute questa scelta potrà avere
sulla qualità del servizio e sui suoi costi finali. Se si considera
che l'Istituto Comprensivo di Volterra raggruppa le scuole per
l'infanzia, primarie e secondarie proprio dei Comuni di Volterra e
Montecatini, mentre Castelnuovo dal punto di vista scolastico
appartiene allo stesso Istituto Comprensivo di Pomarance e
Monteverdi, si capisce come la situazione nel prossimo futuro rischi
di ingarbugliarsi per ragioni che non hanno niente a che fare con la
scuola, con la razionalità o con l'efficienza dei servizi.
Il
secondo esempio riguarda
la nascente comunità per adolescenti con problematiche
comportamentali, che Asl 5 e Comune di Pomarance hanno stabilito
verrà aperta nell'ex Villino Enel di Larderello, scatenando le
rivendicazioni del Comune di Volterra e del Presidente dell'ASP
S.
Chiara. E' chiaro che stride la maturazione di una simile decisione
al di fuori degli organismi socio sanitari collegiali. Soprattutto in
presenza di strutture per i servizi alla persona già esistenti,
quando si parla di attività che riguardano il bacino d'utenza
dell'intera Asl 5 e potrebbero svilupparsi su tempi lunghi, con
previsioni di budget assai rilevanti (oggi l'erogazione da parte di
enti terzi di questo specifico servizio costa alla Asl 5 circa
900.000€ all'anno). Però è difficile leggere in questa decisione
l'ultima conseguenza di una guerra ideologica, che vedrebbe
contrapporre la Asl 5 all'amministrazione Buselli, come sostengono
gli esponenti di Uniti per Volterra, dato che anche il Comune di
Pomarance è retto da una lista civica che ha spodestato dopo tanti
anni il Pd. Noi invece leggiamo in questo episodio uno dei frutti
dell'attuale disgregazione politica in cui versa l'Alta Val di
Cecina, iniziata con l'esplosione nel 2011 della ex Comunità
Montana. Da quel momento, la formazione di due blocchi (l'Unione da
una parte e Volterra-Castelnuovo dall'altra) ci ha spinti sul piano
inclinato della progressiva contrapposizione, allentando i legami
politici tra Comuni dell'Alta Val di Cecina e compromettendo molte
opportunità di collaborazione reciproca. E' abbastanza logico
pensare che l'eventuale formazione del cosiddetto Comune Unico
Geotermico fornirebbe altro propellente al processo in atto dal 2011,
cristallizzando ulteriormente le divisioni e offrendo nuovi spunti di
competizione. Pare chiaro che la lista civica Uniti per Volterra
abbia commesso un grave errore, decidendo di staccarsi dagli altri
Comuni, e che continui a sbagliare affermando di potersi concedere il
lusso di stare alla finestra a guardare cosa faranno gli altri,
aspettando gli eventi. Si pensi, per esempio, ai numerosi
finanziamenti regionali che generalmente vengono concessi anche su
base territoriale: se uno dei blocchi vince, giocoforza l'altro
perde. Ma più spesso, trattandosi di realtà numericamente modeste,
temiamo che finiremo per perdere tutti contemporaneamente. Riteniamo,
quindi, che sia necessario mettersi ad un tavolo quanto prima per
riunire assieme le forze disponibili, riprendendo a tessere vecchi e
nuovi processi di collaborazione e ritrovando unità di intenti.
Nel
fuoco delle polemiche di questi ultimi mesi, più volte abbiamo
sentito assessori o lo stesso sindaco esprimere giudizi sommari tesi
a bollare tutte le Unioni dei Comuni come inefficienti. E' falso.
Come tutte le cose umane, anche questa istituzione può fornire
diversi esiti: dipende dai presupposti su cui è costruita e da come
viene organizzata. Quando questi due pilastri - presupposti e
organizzazione - sono solidi, le Unioni funzionano. Per quanto
riguarda l'organizzazione la sua efficacia dipende dalle persone che
se ne fanno carico, ma per quanto riguarda i presupposti (geografici,
storici, infrastrutturali, ecc.) esistono principalmente due criteri
ufficiali per stabilire se sussistano. Quello dei Sistemi Locali del
Lavoro (SLL, utilizzato da Istat) e quello dei Sistemi Economici
Locali (SEL, impiegato da Irpet). Il primo lega Volterra con
Montecatini, mentre aggrega Pomarance con Castelnuovo e Monteverdi,
disegnando uno scenario abbastanza diverso da quello attualmente
costituito. Facendo riferimento, invece, al secondo criterio, quello
dei Sistemi Economici Locali, tutta l'Alta e Media Val di Cecina
appartiene ad un'unità omogenea, compresi i Comuni di Guardistallo,
Montescudaio e Casale M.mo. Forse è questa la prospettiva più
promettente alla quale dovremmo guardare.
Progetto
Originario