venerdì 25 febbraio 2011

Sul caso Rinnovabili

Sono rimasto interdetto e sconcertato dalle notizie apparse in questi giorni in merito alle questioni legate all’impiego delle energie rinnovabili sul territorio comunale. Nessuno mi ha mai parlato di un’azienda che stava prendendo contatti per realizzare istallazioni eoliche. Il Regolamento per l’impiego di queste tecnologie fu oggetto di un paio di colloqui tra me e il sindaco e di qualche approfondimento in giunta. Riguardando le note riportate nella mia agenda dello scorso anno, trovo che il dr Meneguzzo, che senza dubbio è persona qualificata e competente, mi fu presentato dal sindaco Buselli il 26 di Agosto scorso. Il sindaco in quel periodo aveva assunto la delega all’Urbanistica e, poiché il Regolamento sulle Rinnovabili è un documento già previsto dal Regolamento Urbanistico vigente, la materia si accavallava tra le sue competenze e le mie. Dell’esistenza della Società Scout srl di San Miniato, invece, ho appreso soltanto attraverso i giornali in questi ultimi giorni. Nel curriculum di Meneguzzo, che conservo nella mia casella di posta elettronica, non è riportata la collaborazione con questa società. Nel corso del mese di Settembre, mi pare che scrissi la prima stesura degli indirizzi politici ai quali proponevo di ispirare il regolamento. Da quel momento in poi non sono potuto intervenire significativamente sulla materia, perché i passaggi salienti e istituzionali del procedimento sono avvenuti dopo le mie dimissioni, a partire dall’approvazione della delibera risalente a Gennaio. Mi auguro di cuore che venga fatta chiarezza in merito a quanto è stato scritto e non voglio proprio credere che siano intercorsi rapporti di collaborazione tra amministratori e aziende del ramo. So bene che il settore è in grande fermento, infatti, anch'io nei mesi scorsi ho incontrato molti progettisti e rappresentanti di società venuti in assessorato per esporre le loro idee e le loro proposte. Alcune delle quali anche molto interessanti. Ma in mancanza del Regolamento specifico, mi sono trovato quasi sempre costretto a fornire risposte non esaustive. Spesso infatti dovevo chiedere ai miei interlocutori di pazientare, almeno fino all’approvazione di quel documento che avrebbe rimesso in ordine la materia e offerto i necessari elementi di certezza. Se i fatti narrati venissero accertati, mi sentirei realmente mortificato dovendo constatare che, sopra la mia testa, una particolare impresa godesse vantaggi tutti speciali, essendo stata messa a conoscenza in anticipo delle aree idonee all'istallazione degli impianti. E' chiaro che un'azienda che avesse ottenuto di un simile privilegio sarebbe stata messa in condizione di sbaragliare la concorrenza, stabilendo in anticipo contatti con i proprietari dei terreni e predisponendo perfino progetti di massima ad hoc. Se fosse vero, la risposta non credo che starebbe nell'istituzione dell'ennesima commissione comunale, perché avremmo a che fare non tanto con un problema tecnico o politico, ma etico. Nei propositi del gruppo di Progetto Originario la lista civica nacque anche in contrapposizione alle logiche dei favoritismi e delle scorciatoie, perciò episodi del genere risulterebbero doppiamente inammissibili. D’altra parte se le ipotesi ventilate si rivelassero false o infondate, le tante illazioni di questi ultimi giorni costituirebbero una grave offesa a chi è stato chiamato ingiustamente in causa. Dunque, a mio parere, è interesse di tutti ma specialmente dell’Amministrazione Comunale fare chiarezza fino in fondo, anche ricorrendo a tutti gli strumenti legali a disposizione.


Fabio Bernardini, Progetto Originario

Scenari

Fa bene il Sindaco Buselli a dichiarare nel suo comunicato sulla costituzione del gruppo autonomo Progetto Originario che oggi si “crea una situazione completamente nuova” e si aprono “scenari finora non presenti”. Con la formazione del gruppo consiliare autonomo la maggioranza si riduce a 9 consiglieri comunali più il Sindaco, per un totale di 10. Se si sommano i consiglieri di Progetto Originario e delle tre forze di opposizione si arriva ad 11. Progetto Originario, per voce  del proprio capogruppo Bernardini, ha spiegato in modo limpido quale sarà la sua posizione, ovvero non avrà problemi a votare con la maggioranza quando si dovranno approvare decisioni prese in modo trasparente, con la dovuta condivisione e avendo perfettamente chiaro il percorso che ha condotto a tali scelte piuttosto che a soluzioni alternative, e sempre in linea col programma elettorale che Progetto Originario ha condiviso ed a cui tuttora intende attenersi. Così come non esiterà a votare contro in tutti gli altri casi.
Tuttavia anche se in consiglio comunale Progetto Originario terrà questo  atteggiamento "laico" ed al Sindaco non mancherà di certo, al bisogno, l'appoggio da destra di Antonella Bassini, è un dato di fatto che la giunta Buselli sta governando la città senza più avere quella “legittimità” scaturita dal voto democratico del 2009. La trasversalità della maggioranza e della giunta è palesemente venuta a mancare, venendo così meno anche il primo dei criteri su cui si fondò la lista civica e che la condusse alla sua clamorosa vittoria. Al tempo stesso sono venuti a mancare molti dei principali fondatori del progetto lista civica, coloro che ne hanno delineate le linee guida e buona parte del programma.  Infine si sommino tutte le vicende di dimissioni e revoche da parte del Sindaco dei suoi stessi nominati, lo  “scandalo  Orsi” e le recenti notizie di presunta collaborazione del nuovo assessore all’ambiente con la società che opera nelle fonti rinnovabili, che gettano altre ombre sull’amministrazione e rendono sempre meno credibile questa maggioranza ed il Sindaco.
Si, lo scenario politico è davvero cambiato. A questo punto si aprono a mio avviso solo due possibilità: o il Sindaco si dimette e si torna alle urne, oppure, se non vuole mettere il Comune in mano ad un commissario, che lo ingesserà sulla normale amministrazione per molti mesi, dovrebbe fare un grosso, ma grosso passo indietro, azzerando tutto. Dovrebbe cambiare completamente registro (trasparenza e condivisione assolute) e dare vita ad un governo allargato, con ampie aperture verso le posizioni di Progetto Originario e con l'ascolto e la collaborazione con le opposizioni. Sia chiaro che Progetto Originario a questo punto non sarebbe più disponibile a rimpolpare le fila di una zoppicante maggioranza, ma potrebbe sostenerla dall’esterno se vi fosse davvero una coraggiosa operazione di pulizia e di condivisione nelle scelte. Questo consentirebbe probabilmente di giungere a fine mandato senza snaturare irreversibilmente il soggetto politico presentato agli elettori e cercando di limitare i traumi alla città. Sarebbe un gesto di umiltà e di grande responsabilità, unica alternativa alle dimissioni e ad un responsabile ritorno alle urne.


Manola Rosa – Progetto Originario

sabato 19 febbraio 2011

La trasparenza come scelta

La lista civica Uniti per Volterra si è spaccata in due per molte ragioni, ma principalmente per la forte esigenza di trasparenza e condivisione sentita e rivendicata da tempo da quei membri che si rifanno a Progetto Originario. All’inizio una parte significativa di cittadini faceva fatica a comprendere perché per noi fossero così importanti nella conduzione dell’amministrazione comunale il gioco di squadra e la chiarezza di metodi e di intenti. Col passare del tempo, però, le profonde ragioni che stanno alla base del disagio che abbiamo vissuto all’interno dell’amministrazione prendono sempre più corpo e le nostre riflessioni vengono avvalorate da esempi concreti, sinceramente preoccupanti. Amministrare una città in piena crisi economica non è facile e quando manca l’esperienza diventa indispensabile il gioco di squadra, la completa collaborazione tra gli amministratori sia nell’assumere le decisioni sia nel portare avanti i progetti più importanti. Perché solo la collaborazione piena del gruppo avrebbe potuto compensare le insufficienze di competenza, di avvedutezza e in qualche caso d’ingegno che riconoscevamo esserci nei singoli. Questo era anche l’impegno preso verso gli elettori, ma una volta arrivati alla guida dell’amministrazione le cose hanno assunto un corso diverso. Si è preferito seguire la strada del decisionismo e dell’accentramento, forse anche lusingati dai suggerimenti di consiglieri interessati e ambiziosi. Molte decisioni rilevanti venivano prese da pochissimi in riservata sede, per poi essere portate alla ratifica del gruppo all’ultimo momento, quando rimetterle in discussione avrebbe significato creare situazioni di scompenso o di crisi vera e propria. Fu così per il bilancio di previsione 2010 e fu ancora così per l’ultimo Piano triennale delle opere pubbliche. Due atti importanti piuttosto malriusciti a causa del ricorso a questi espedienti. Con pari logica le nomine al consiglio di amministrazione del Santa Chiara vennero completate dal sindaco appena prima della discussione in Consiglio Comunale, cosicché l’assemblea arrivasse a cose fatte. Per fare un esempio ancora più recente il protocollo d’intesa sull’ospedale di Volterra fu portato all’attenzione del gruppo di maggioranza soltanto a metà novembre scorso, quando era già stato discusso diversi mesi prima con i rappresentanti di altre amministrazioni ed enti. Questo modo di fare, oltre ad essere improprio, è stato e rischia di essere ancora causa di notevoli errori e problemi. Inoltre costituisce un pessimo esempio per tutti, perché va in cerca della scorciatoia anziché dell’approfondimento, preferisce la forzatura all’accordo e, infine, pretende riserbo e sfugge la trasparenza. Se questa è la linea scelta dal vertice dell’amministrazione comunale essa finisce per diventare il metodo a cui rischiano di conformarsi anche i consiglieri e gli assessori meno prudenti o meno avveduti. Col pericolo di incorrere in inquietanti svarioni. A questo proposito speriamo vivamente che si rivelino del tutto prive di fondamento le notizie apparse nei giorni scorsi sulla stampa relative all’assessore Costa e ad un suo eventuale rapporto di collaborazione con una società operante nel settore delle energie rinnovabili. Costituirebbe uno spiacevole episodio a cui, dopo il caso Orsi, davvero nessuno sente il bisogno di assistere.

Progetto Originario Lista Civica

Una scelta inopportuna

Sentite le richieste effettuate dai gruppi di minoranza durante lo scorso consiglio comunale, cercherò di fare un po' di chiarezza sulle dichiarazioni che ho rilasciato alla stampa riguardo al tentativo di incaricare l'ex dirigente del settore tecnico del Comune di Camaiore per la progettazione dell'ampliamento del Museo Guarnacci. L'ingegnere in questione ci venne presentato come esperto di lavori pubblici a cavallo tra novembre e dicembre del 2009, fu accompagnato da un consigliere di maggioranza e all'incontro erano presenti anche altri consiglieri ed assessori. Prima ancora di iniziare a parlare, sfilò il cellulare di tasca e smontò la batteria, facendo anche una battuta sul fatto che oggi siamo tutti intercettati. Quel gesto ci colpì e non ci apparve una presentazione rassicurante. In una chiacchierata di circa un'ora ci spiegò che il Comune di Volterra aveva una capacità di spesa di oltre sei milioni di euro e che lui era stato dirigente al Comune di Camaiore oltre che un professionista qualificato collaboratore di aziende private. Qualcuno di noi lo guardava incredulo e qualche altro fiducioso. Ci rendemmo conto successivamente che i sei milioni di cui parlava altro non erano che i soldi vincolati dal patto di stabilità. Per chi non lo sapesse queste ingenti somme possono essere impegnate dall'Amministrazione, ma per legge non possono venire liquidate a chi effettua i lavori. Un'Amministrazione seria non può permettersi, grazie a degli escamotage finanziari, di far effettuare i lavori alle ditte sapendo in partenza di non poterle pagare. Infatti, se per realizzare le opere si portano al fallimento le imprese costruttrici, il risultato è quello di mettere in crisi le famiglie dei dipendenti: questa per noi era un'azione inaccettabile ed inconcepibile. Dopo quella volta non ricercammo l’ingegnere; solo l'assessore Moschi continuò a collaborarci.
Una mattina, dopo qualche mese, girando in Comune tra un ufficio e l'altro, ci rendemmo conto che i dipendenti erano in agitazione, ci raccontarono di aver visto per giorni l'assessore e il solito ingegnere che, senza alcun ruolo preciso, veniva a chiudersi nell’ufficio del primo per delle ore, lavorando a qualche ipotesi di progetto. Ad uno dei dipendenti comunali venne in mente di fare una ricerca su internet per vedere di trovare qualche informazione in più sul professionista di cui fino ad allora era noto solo il nome. Le notizie trovate sul web risultarono tutto tranne che rassicuranti. Emerse la storia dell'operazione denominata “affari sporchi” che coinvolse il Comune di Camaiore e nella quale l'ingegnere fu arrestato. La Procura della Repubblica contestò reati che andavano dalla corruzione, alla turbativa d'asta, dal falso ideologico all'abuso d'ufficio in concorso e continuato, a partire dall'anno 2004: anche se la magistratura non era arrivata ancora ad un giudizio definitivo, il quadro ci apparve abbastanza preoccupante. Decidemmo con gli altri di affrontare la questione in giunta e in quella sede vennero chiesti i dovuti chiarimenti all'assessore Moschi. Tentò di rassicurarci tutti, affermando che l’ingegnere era un ottimo professionista a cui stava per fare firmare l'incarico per l'ampliamento del Museo Guarnacci. Con tanti professionisti al di sopra di ogni sospetto in circolazione, la scelta ci parve quanto meno avventata. Si scatenò un'aspra discussione sull'opportunità di un simile incarico e alla fine riuscimmo a spuntarla. Credo che a questo punto risultino più chiari i motivi delle nostre incessanti richieste di condivisione e di trasparenza. Esse derivano da forti preoccupazioni, maturate nei mesi, riguardanti una gestione della macchina amministrativa priva della cautela che, a nostro avviso, è richiesta a chiunque sia investito di un ruolo pubblico.


Luigi Cocucci - Progetto Originario

domenica 13 febbraio 2011

Piano parcheggi: né A, né B, né C

Sicuramente fino al 31 Dicembre scorso, giorno in cui gli assessori di Progetto Originario hanno lasciato la Giunta, non esisteva alcun piano parcheggi, né A né  B né C.... Credere che la mancanza di parcheggi si possa risolvere semplicisticamente con una indicazione topografica è l'errore che l'Amministrazione porta avanti da quando fu nominato assessore alle Opere Pubbliche il sig. Paolo Moschi. Da allora le poche idee che gli sono state estorte, dopo ripetute ed incessanti richieste della Giunta, del Gruppo Consigliare e dalla stessa Lista Civica, si sono rilevate il prodotto di una cronica incompetenza basata sul “sentito dire”, sempre irrealizzabili, vuoi perché in contrasto con il Piano Regolatore e, cosa più grave, con le norme di legge. A garanzia di queste poche idee strampalate fino a Settembre è sempre stato presente il suo personale consulente politico Emanuele Orsi che, dall'alto dei suoi “titoli accademici”, lo supportava con progetti di società pubbliche e non, fondazioni ecc. ecc.. Sempre legalmente inattuabili.
Questa ignoranza in tema di amministrazione e di urbanistica ci ha costretti ad apprendere, quasi sempre dai giornali, di fantomatici megaparcheggi interrati, quando a Docciola quando in Via Trento e Trieste, che, nel migliore dei casi, nascevano da una progettualità raccattata, priva di una visione organica e realistica del problema, prodotto di una inconsistente casualità. 
Per l'Assessore Moschi gli studi di fattibilità sono oggetti sconosciuti e giudica del tutto trascurabile la lettura, anche sommaria, della normativa regionale che parla di valutazioni economiche e di impatto ambientale prima ancora che di metri quadrati o di volumi.
Noi non possiamo aver sposato aprioristicamente alcun progetto di parcheggi, semplicemente perché non ce ne sono. Attendiamo quindi con  interesse  l'annunciato  piano parcheggi nella speranza che finalmente ci venga proposto uno strumento serio e utile, prodotto da un esauriente e approfondito lavoro di pianificazione, così come merita una città complessa e preziosa qual è Volterra.

    Progetto Originario Lista Civica


Il Tirreno


La Nazione


venerdì 11 febbraio 2011

I guastatori

La settimana scorsa su La Spalletta a pagina 24 ho trovato un articolo interessante di Alessandro Raffa dal titolo “La cinematografia è l'arma più forte”. L’articolo tratta la strategia di comunicazione utilizzata dall'attuale Amministrazione Comunale di Volterra ai fini della raccolta del consenso, in altre parole di alcune tecniche di propaganda utilizzate. Raffa sottolinea alcuni aspetti rilevanti del problema e svela un paio di episodi a mio avviso molto gravi. Da sottolineare che Raffa ne parla per averli vissuti dall’interno, avendo in un certo periodo preso parte ad un piccolo gruppo interamente dedicato alla comunicazione che si era messo a servizio di una parte della lista civica. Tenendo completamente allo scuro la restante parte, peraltro, per gli ovvi motivi che si chiariranno facilmente nel corso della lettura. I due esempi specifici narrano di due casi di raggiro a mezzo stampa, di cui il secondo mi riguarda personalmente. Dico subito, a scanso di equivoci, che mi sento di complimentarmi con Alessandro Raffa per aver avuto il coraggio a distanza di tempo, di rivelare la strategia che guida un certo tipo comunicazione aggressiva e mistificatoria. Il primo esempio cita una lettera al giornale ideata per pura propaganda, ovvero per corroborare l’immagine positiva di lavoratore indefesso di un ben determinato assessore. In quel pezzo dal titolo “Nessuno tocchi Paolino” ben 16 amici dell’assessore (quasi tutti di fantasia) lamentavano, con accenti accorati, la sua dolorosa assenza dalla loro comitiva, a causa dello straordinario e inarrestabile impegno profuso a vantaggio dell’amministrazione comunale e per il bene di Volterra.    
Nel secondo esempio, invece, si accenna di come lo stesso gruppo addetto alla comunicazione si adoperasse per campagne di propaganda detrattiva mirata. Stando a quanto è stato riportato nell’articolo, una parte ben precisa della lista civica Uniti per Volterra, tra cui io e il mio assessorato in particolare, doveva essere costantemente e scientemente bersagliata con lettere a La Spalletta firmate con pseudonimi oppure con nomi e cognomi dal suono locale ma di fantasia e molto più raramente da prestanome. Queste lettere, che naturalmente dovevano sembrare scritte da comuni cittadini o comunque da lettori non riconducibili ad una forza politica, venivano invece approntate sotto la supervisione di alcuni gentili colleghi di maggioranza o dei loro consulenti politici, per criticare aspramente e pretestuosamente le attività intraprese dai quei membri dell’esecutivo destinati ad essere affossati. Una delle attività prese di mira, ad esempio, fu il Piedibus, inaugurato sotto il mio assessorato e realizzato in collaborazione con Sonia Guarneri, assessore alle Politiche Sociali. Ma si potrebbe citare nel mio caso anche la campagna per la disinfestazione delle zanzare o il Regolamento per le Energie Rinnovabili (completato recentemente) e altri edificanti esempi. Da rimarcare che queste ineffabili prove di “affetto” e collaborazione tra colleghi di maggioranza non sorsero dopo anni di ravvicinata e magari scomoda convivenza, ma all’indomani dell’insediamento della nuova amministrazione ovvero solo dopo pochissimi mesi. Evidentemente qualcuno non aveva affatto sposato la causa della trasversalità della lista, ma l’aveva soltanto usata come mezzo per giungere in un secondo momento ad un diverso assetto. Per questo occorreva sostenere sui media locali una ben precisa parte della maggioranza e tartassare la restante parte, formata dalle persone ritenute scomode (spesso ma non sempre riconducibili alle sensibilità di sinistra). Mentirei, se sostenessi che le rivelazioni di Alessandro Raffa mi hanno colto di sorpresa, perché nel tempo avevo già raccolto molti indizi e anche qualche prova a questo riguardo. Senza contare che l’inveterata abitudine di lettore de La Spalletta e la conoscenza ravvicinata di certi polli, mi hanno ormai insegnato a decifrare con sufficiente chiarezza la provenienza di tanti articoli a sfondo politico, anche quando sono dissimulati sotto mentite spoglie. Infatti, allarmato da queste avvisaglie, in almeno due o tre occasioni provai ad affrontare il problema col sindaco Buselli, nel tentativo di renderlo consapevole del pericolo insito in certi espedienti ai fini della tenuta della sua stessa amministrazione. Evidentemente non fui convincente perché non sortii alcun effetto pratico, a parte un sopracciglio inarcato e una tenue scrollata di spalle. Molto più sensibile al problema si rivelò, invece, il precedente consiglio direttivo della Lista Civica, costituito dai fondatori del progetto. Quel gruppo di persone perlomeno tentò di affrontare il problema nel corso di un paio di riunioni con la Giunta, ma fatalmente fu destituito proprio per la sua indipendenza di giudizio. Naturalmente non fui il solo ad essere sottoposto a questo trattamento “di riguardo” a mezzo stampa da parte di alcuni componenti della mia stessa lista, ben presto anche il professor Furlanis e l’architetto Fambrini, in qualità di assessori alla Cultura e all’Urbanistica, ritenuti ormai scomodi per l’autonomia dimostrata, divennero oggetto di ricorrenti e “graziose” attenzioni sulla stampa di fantomatici cittadini dalla penna facile e velenosa. Prima vennero accuratamente tartassati con attacchi brutali in stile populistico nel tentativo di fiaccarne la resistenza e se possibile screditarli. Successivamente Fambrini fu allontanato dalla Giunta per licenziamento, mentre Furlanis dette le dimissioni. Penso che molti lettori, anche quelli più digiuni di politica, a questo punto si chiederanno se non sia del tutto folle una simile strategia, per le straordinarie tensioni che va inevitabilmente a provocare all’interno di una stessa compagine. Infatti, lo è. Altrimenti non sarebbe stato possibile destabilizzare e poi smembrare in soli 18 mesi una lista civica reduce da una squillante e inattesa vittoria elettorale.     



Fabio Bernardini, Progetto Originario

Ortoparking

E' il miracolo dell'orto degli ulivi, accaduto questa volta non in Palestina ma a Volterra. Quand’abbiamo capito che non si trattava di una manifestazione del Supremo, una folata di vento gelida e sporca ci ha risvegliato da quel sogno paradisiaco che ci avvolgeva, rigettandoci nel fango della vecchia politica di democristiana memoria. E' stato il primo passo verso il baratro, l'inizio della fine della Lista Civica Upv. Il buon Fambrini, ex assessore all'urbanistica ed edilizia privata, quando si tratteneva sul Poggio per motivi istituzionali, era uso dormire al Seminario in Sant’Andrea e la mattina, quando usciva, contemplare lo splendido panorama. Un bel giorno (si fa per dire!) , accapandosi un po' di più dalla spalletta a mattoni che delimita il piazzale, subito lì sotto, vide un nuovissimo parcheggio tutto inghiaiato…  Ancora insonnolito, si chiese perchè lui non ne sapesse nulla, e, una volta in Palazzo, ad una prima verifica s’accorse che lì non era previsto proprio niente del genere. Chiese allora spiegazioni: niente! Continuò a tormentare e tormentarsi: si scatenò un putiferio. La sua richiesta di immediata ispezione ufficiale venne soddisfatta, anziché di buon mattino, inspiegabilmente, solo nel tardo pomeriggio. Durante la giornata avvenne il miracolo a cui accennavo. Scomparve la ghiaia e nacquero di una trentina di piccoli ulivi (tutto documentato da provvide fotografie). Fambrini però è un tipo tosto e fece il diavolo a quattro in Lista Civica, risultando evidente che non era bastata la richiesta in qualità di assessore per un’operazione di routine, quale una verifica di conformità: voleva una risposta! Voleva sapere come era stato possibile! Il “blasfemo” però non poteva passarla liscia:  il Sindaco, ben consigliato, dopo poco tempo, lo licenziò su due piedi per “scarsa produttività e incompatibilità di carattere”. La notizia del licenziamento in tronco venne appresa da assessori e consiglieri solo il mattino seguente dalle pagine del Tirreno. Quant’è bella la condivisione delle scelte! La cosa fu talmente riprovevole che l'allora consiglio della Lista Civica, come coordinamento politico, prese le distanze dell'operato del Sindaco per mezzo di un comunicato stampa visto che era stato impossibile comunicare in modo efficace de visu con lui. Verba volant, scripta manent. Il consiglio non poteva tacere di fronte a quella madornale ingiustizia anche perché il Sindaco, con un'unica mossa era riuscito a mettere alla porta un assessore (allora il  terzo della serie…) nominato da lui in tutta indipendenza -dandosi quindi dell'incompetente nello scegliere e mettendo l’amministrazione nel ridcolo-, non era pronto un successore, (ma grazie alla sua umiltà, avocò la delega di Fambrini, che ancora detiene, dati i fantastici risultati da lui ottenuti), e per di più utilizzò un metodo dittatoriale per coprire una magagna che ancora non ha trovato giustizia. Passano pochi giorni e con il solito metodo democristian/autoritario venne azzerato il consiglio della Lista, reo di aver svolto il suo compito politico di impulso e controllo sull'amministrazione. Il controllo proprio non piace, non va giù. (Vi ricorda qualcuno?)
Per di più a quel tempo, in seno alla Lista Civica si discuteva animatamente sulle cene carbonare per la nascita all'interno della stessa di un gruppo autodefinitosi “Volterra Moderata”, una sorta di santa alleanza di scudi crociati, facente capo a Moschi, per tenere a bada “i soliti comunisti” e “gli ostinati”. Intanto sul sito dell'Udc si leggevano (e si leggono anche oggi!) i nomi di Moschi, Caruso e Costa come amministratori comunali del partito. Moschi addirittura nel frattempo era divenuto per nomina membro del direttivo provinciale. Orrore! Gli amministratori di Uniti per Volterra non avrebbero potuto - per gli accordi preventivamente presi e sottoscritti - occupare ruoli politici nei partiti tradizionali. Si palesò così la deriva inarrestabile della Lista verso un nuovo partito, fatto di spregiudicatezza democristianeggiante, condita con una grossolanità prima sconosciuta. I malumori si fecero veramente pressanti. Poi scoppiò il caso Orsi, che qui non mi va di ricordare, anche perché è cronaca pressoché costante e mi ha stufato. Ma Moschi, che aveva introdotto Orsi in amministrazione come proprio consigliere politico (grazie a curriculum veramente significativi) in quell’occasione, invece di assumersi le proprie responsabilità, si defilò lasciando il suo sindaco, e tutta l’amministrazione, in balia della stampa.
Quando il troppo stroppia… Nacque allora Progetto Originario. Molti iscritti alla lista civica, da destra a sinistra, e soprattutto quelli della prim'ora, non potevano più riconoscersi in questo modo inqualificabile di far politica. Non è stata ne' eversione, ne' tradimento. Progetto Originario si chiama così proprio perchè vuole che siano rispettati i principi fondanti della lista civica così come impostati in campagna elettorale. Trasversalità, prima di tutto, e condivisione. Quando l'attuale direttivo della lista civica chiede ai consiglieri comunali “ribelli” che cosa intendono fare, formulano una domanda pleonastica. Si rileggano il documento d'adesione, lo statuto ed il programma elettorale: cose da fare e metodi sono già stabiliti. Ma forse, essendo in molti di loro approdati dopo la vittoria elettorale, non hanno mai letto questi documenti nemmeno la prima volta. Quindi che li leggano! Un direttivo serio, visto che dovrebbe essere stimolo e controllo dell'amministrazione, chiederebbe che intenzioni hanno gli iscritti Udc, se lasciare le cariche e rientrare in carreggiata, rispettando il voto dei cittadini, oppure fare outing e palesare la deriva democristiana della lista Upv. Questo non avverrà. Infatti la richiesta di dimissioni al consigliere Cocucci, che tutti hanno letto sulla stampa, per pretesi conflitti d'interesse si dice sia strumentale all'ingresso in amministrazione di Bruni (primo dei non eletti). Costui, candidato lista civica, è un altro caso curioso: si era “dimenticato” di dirci allora di essere al tempo stesso candidato per l’Udc alle elezioni provinciali, cosa incompatibile con le nostre regole interne. Si potrebbe scrivere molte pagine, ed ancora più scabrose; mi fermo qui, prendendo le distanze, in modo assoluto, da ciò che è diventata l’esperienza politica nella quale avevo riposto così tante speranze.
Mi congedo con tutto il mio rammarico.

Giacomo Giustarini - Progetto Originario

La fede nel civismo


Nelle ultime settimane abbiamo letto su questo settimanale diversi articoli a firma Uniti per Volterra (o singolari se non ridicole equazioni che ad essa si riferiscono). Molti di questi articoli risultano conditi pateticamente di richiami al cosiddetto “civismo”, quasi si trattasse di una ideologia o meglio dell’anti-ideologia o dell’antipartitismo a cui vuole ispirarsi Uniti per Volterra. Addirittura si parla di “fede nel civismo”! Questa visione che si vuol dare della lista civica in antitesi ai partiti tradizionali sulla base di questo concetto è una forzatura bella e buona e non ha niente a che fare con la trasversalità che era stata una delle caratteristiche della lista. Ogni schieramento politico, qualsiasi sia il colore della sua bandiera, dovrebbe agire per senso civico ed a maggior ragione dovrebbe farlo ogni persona eletta in rappresentanza dei cittadini. La politica intesa come servizio è un concetto che dovrebbe essere radicato nel DNA di chiunque voglia fare politica. Il fatto che nella realtà questo non accada o accada sempre più raramente e che le logiche di potere o gli interessi privati prevalgano sul concetto di bene comune è una “patologia diffusa della politica” da cui purtroppo non può sentirsi esente neppure la lista civica. Non voglio con questo difendere l’operato dei partiti tradizionali, specie di quelli volterrani, che hanno mostrato negli anni tutte le loro debolezze. E non mi riferisco solo a chi ha governato per molti decenni, ma anche a chi ad essi ha fatto opposizione, senza evidentemente mai offrire un’alternativa credibile e di conseguenza la possibilità di una reale alternanza di governo. Nelle ultime amministrative la possibilità del cambiamento era stata data dalla lista civica, che con una eclatante vittoria elettorale  aveva dato speranza a molti Volterrani. Speranza che è andata sempre più sbiadendo. Personalmente, però, non ho mai pensato che la lista civica avrebbe dovuto sostituire per sempre i partiti tradizionali né tanto meno le loro ideologie. Non lo pensavo prima delle elezioni e non lo penso adesso, così come credo molti altri volterrani. La lista civica è nata con l’intento di cambiare il modo di fare politica, di favorire il rinnovamento della classe dirigente locale ripartendo dalla società civile, per avvicendare un sistema vecchio e logoro. Per stimolare a rinnovarsi anche quei partiti che avevano in qualche modo perso la propria spinta propulsiva. A nessuno è stato chiesto di convertirsi alla non-ideologia del “civismo” - che semplicemente non esiste - ma solo di accantonare per un po’ di tempo, nel raggio di azione dell’amministrazione comunale, il proprio credo. Cosa che purtroppo proprio coloro che oggi inneggiano al “civismo” come fede non hanno saputo fare. Come dimostra il continuo riferimento alle “malefatte” delle amministrazioni di sinistra, con l’appellativo PCI-PDS-DS-PD: alla maniera del quotidiano “Libero”, con un attacco alla bandiera in quanto tale e privo di contenuti. Come dimostrano ancora tendendo la mano ad Antonella Bassini, vicina a Storace, richiamandola candidamente al suo senso di responsabilità e chiedendole di fatto un appoggio per tenere in piedi l’amministrazione Buselli. Per non parlare di quello che resta della maggioranza (coloro che agirebbero per fede nel civismo) che, a differenza di chi viene appellato come l’ala massimalista, estremista e di sinistra, porta per lo più in tasca la tessera dell’UdC o del PdL, se non addirittura riveste incarichi di partito contravvenendo al primo dei requisiti che erano stati richiesti ai candidati di Uniti per Volterra. La loro scarsa comprensione del concetto di trasversalità, confusa con la parola “civismo”, li porta addirittura ad additare come strana l’intesa di Cocucci e Bernardini in Progetto Originario. Chi non è capace di tollerare la diversità di opinione, non è evidentemente capace di comprendere che l’intelligenza e l’onestà politica si misurano sui fatti. La nostra trasversalità è il segno dell’aderenza al progetto sottoposto agli elettori della lista civica, basato sul rispetto reciproco e dei patti, secondo un percorso virtuoso che genera fiducia reciproca e che consente di lavorare efficacemente, fianco a fianco, pur mantenendo le proprie diversità e le proprie idee personali.
Si contraddice Uniti per Volterra, perchè non ha argomenti con cui contrastare da una parte la posizione di Progetto Originario e dall’altra non può giustificare la parabola discendente in cui si è infilata l’amministrazione Buselli. Inneggiano ad una ritrovata e risicata unità, ma senza crederci. Unità di chi? Di una ex maggioranza che, falliti tutti i tentativi di far fuori qualche consigliere comunale scomodo, resta maggioranza solo con l’arruolamento della Bassini? Si appellano ai complotti, ripropinano la minestra riscaldata dei 60 anni di governo della sinistra ed essenzialmente danno la colpa agli altri per giustificare se stessi per i danni che stanno riversando sulla città. Dopo oltre un anno e mezzo di amministrazione, ci ritroviamo di fronte ad una ex maggioranza inconcludente ed a un soggetto politico ormai svuotato e stravolto, che affoga nelle proprie contraddizioni e nell’inconsistenza.
Manola Rosa – Progetto Originario

domenica 6 febbraio 2011

Una forte delusione

Ho partecipato fin dalla nascita alla lista civica – allora non si chiamava neppure Uniti per Volterra – e dopo le elezioni vinte ho esultato pensando che i giovani proiettati dalle elezioni alla guida di Volterra potessero portare la nuova politica sul poggio. Auspicavo che la nuove forze avrebbero avuto la capacità di cambiare la mentalità di governo che aveva gestito Volterra per tanti anni, andando a scardinare i vecchi e logori principi della gestione partitica applicata alla città. Alla luce dei fatti m sbagliavo, eccome se mi sbagliavo!
Non solo i vecchi metodi non sono scomparsi ma, sembra, che siano stati corroborati dalla “politica del fare”, e su questo altare “del fare” viene giustificato tutto, qualsiasi assurdità.
Avevamo sostenuto che le decisioni politiche della Lista potessero nascere e svilupparsi con la partecipazione di tutti, perseguendo il bisogno (l’urgenza) di trasparenza e partecipazione. Metodi sentiti indispensabili nelle corrette gestioni amministrative del bene pubblico, almeno da una parte di noi, e solo apparentemente abbracciati da tutti. In campagna elettorale l’accordo su questi principi resse, poi tutto è cambiato.
Avevamo pensato che la Lista civica e il suo nuovo modo politico di porsi, di gestire, di condividere potesse fungere da esempio alle forze politiche tradizionali e che, con il tempo, le inducesse ad una seria riflessione sul loro passato per poter vedere anche nella nostra città una efficace e più corretta gestione amministrativa. Invece, già dall’inizio dello scorso anno i problemi di trasparenza e partecipazione hanno portato a notevoli discussioni e divisioni interne, che hanno avuto ripercussioni gravi nella maggioranza. Fino alla nascita di Progetto Originario, il movimento che si richiama proprio a queste prime ispirazioni della lista civica. Nonostante i membri di Progetto Originario abbiano lasciato tutte le loro cariche amministrative, la controparte non è soddisfatta. Evidentemente perché è proprio la trasparenza, il controllo democratico che si intendono evitare e contrastare. Da qui le rabbiose aggressioni al Consigliere Comunale, Luigi Cocucci: un grave episodio di inciviltà politica e umana, mai visto prima nella nostra cittadina. Per quale scopo?. Qual è il fine di questa aggressione personale per una partecipazione societaria di minoranza su delle regole scritte da terzi 25 anni fa? Una vergognosa lotta per la conservazione del potere, senza il fastidio di contrappesi democratici. Per questi motivi non posso riconoscermi più in questa lista civica, così barbara e lontana dalle sue impostazioni iniziali. Oggi, con vivo rammarico,  ritengo l’esperienza lista civica miseramente fallita e penso che – per evitare di fare danni alla città, oggi seriamente ipotizzabili – sia meglio pensare responsabilmente di ritornare alle urne.
     

Giovanni Mangini, Progetto Originario

sabato 5 febbraio 2011

Autonomi

E’ ormai divenuto un passaggio inevitabile, Progetto Originario si costituirà gruppo autonomo in Consiglio Comunale. Da molti mesi sono emerse in tutta la loro evidenza le profonde differenze di impostazione e di metodo col residuo gruppo della lista civica. Differenze di impostazione e di metodo che spesso si traducono inevitabilmente in discordanze sul merito dei problemi. Oggi, dopo tante discussioni rimbalzate sulle pagine dei giornali, è superfluo ricordare uno ad uno i motivi che hanno progressivamente allargato la divaricazione tra il gruppo di Progetto Originario e il resto di Uniti per Volterra. All’origine del problema resta l’idea posta a fondamento della lista civica che, in mancanza di un cemento ideologico comune, si ripromise di procedere con spirito di squadra, prendendo collegialmente tutte le decisioni principali. Se così fosse avvenuto, si sarebbero evitati i numerosi traumi in cui è incappata l’Amministrazione Comunale di Volterra. Certamente si sarebbe conservata ancora intatta la Giunta dei primi mesi di governo, avremmo formulato un Piano Triennale delle Opere Pubbliche molto più credibile, avremmo conservato un atteggiamento disincantato rispetto alla Società della Salute, avremmo individuato una proposta per l’Ospedale di Volterra più centrata sui servizi e sul personale che sulle opere edilizie. Certamente il signor Orsi non sarebbe stato gratificato con così tante e prestigiose cariche. Avremmo cercato di allacciare una reale rete di reciproco sostegno tra le amministrazioni vicine, a partire dai piccoli comuni limitrofi e, per quanto possibile, ragionando su progetti concreti indipendentemente dal colore politico delle maggioranze in carica. Insomma avremmo lavorato diversamente, forse producendo risultati diversi. Non è stato possibile. Avremmo commesso comunque alcuni errori, ma probabilmente meno gravi di quelli perpetrati e in ogni caso non si sarebbe spaccato il gruppo, così come avvenuto seguendo la strada delle decisioni unilaterali.  L’ultimo rimpasto di Giunta ci vide in disaccordo col sindaco oltre che sui metodi adottati principalmente su due punti: l’Urbanistica e le Opere Pubbliche. La prima, avrebbe avuto bisogno di un assessore competente e interamente dedicato alla materia, dati un Regolamento Urbanistico insoddisfacente e una situazione stagnante nel settore dell’edilizia privata.  Il sindaco, invece, preferì assumere su di sé la delega nonostante il poco tempo che potrà dedicare alla materia. L’altro punto nodale fu quello delle Opere Pubbliche, che avremmo voluto ricoperto da un assessore più esperto, più competente e più cauto. Ma anche in questo caso non fummo ascoltati, nonostante l’esperienza di un anno  mezzo di amministrazione avesse fornito molti argomenti a favore delle nostre tesi. Di conseguenza gli assessori di Progetto Originario lasciarono le loro deleghe per prendere le opportune distanze da un’amministrazione diversa da quella che avevamo concordato, poco trasparente, pericolosamente centralistica e sempre più orientata verso una parte politica. Pur avendo lasciato nella piena disponibilità della controparte tutti gli incarichi di giunta, recentemente abbiamo assistito ad uno spregiudicato attacco personale al Consigliere Cocucci, finalizzato a sovvertire anche gli attuali equilibri in Consiglio Comunale sanciti dalle elezioni amministrative. Questo episodio ha definitivamente consumato ogni residua fiducia in quelli che sono stati finora i nostri compagni di viaggio. Dal prossimo Consiglio Comunale, Progetto Originario sarà un gruppo autonomo. Ispirato ai valori e agli intenti fondativi della lista civica, così come la concepimmo fin dall’inizio: plurale, trasversale, aperta e dialogante. Eviteremo qualsiasi preclusione aprioristica, ricercando per quanto possibile intese sul merito dei temi trattati, secondo il programma stilato nel 2009 e l’esperienza accumulata fino ad oggi.

Progetto Originario       


venerdì 4 febbraio 2011

Intervento fuori Consiglio Comunale

Non ho potuto per ragioni di lavoro essere presente fin dall’inizio al Consiglio Comunale del 27 gennaio scorso incentrato su S. Chiara e Protocollo Ospedale. Il primo punto all’ordine del giorno mi investiva particolarmente. Non solo per l’importanza oggettiva che l’argomento riveste sui servizi sociali, ma anche per le difficoltà che da assessore avevo incontrato a capire quale via si stesse percorrendo per arginare le difficoltà crescenti dell’azienda, senza dimenticare le varie vicende passate agli onori della cronaca.
Il mio intervento scritto, affidato alla lettura del Consigliere Cocucci, chiaramente non poteva che essere un po’ generico, mancandomi l’ascolto della relazione dell’attuale Presidente Bacci. Desidero dunque precisare la questione Mondo Nuovo rispetto all’intervento che Bacci ha reso, per evitare la solita strumentalizzazione politica. Sia chiaro, non certo da parte del Presidente. 
Non credo di aver mai detto né scritto che l’azienda S. Chiara  dovesse “caricarsi sulle spalle” il peso dei costi di un’associazione di volontariato con progetti e servizi alla disabilità. Conosco bene i principi su cui si regge la gestione amministrativa di un’azienda di servizi alla persona, peraltro non così dissimili da quelli su cui si regge l’amministrazione del Comune di Volterra.
Dirò di più, uno dei primi argomenti che approfondii con l’allora Direttore Generale Nuzzi fu proprio la questione circa le modalità corrette con le quali occorre rapportarsi alle associazioni di volontariato e quindi l’individuazione delle strade utilizzabili per sostenere la loro sopravvivenza e operatività sul territorio.
Ben consapevole di quali fossero i miei margini di manovra di bilancio (veramente molto risicati) e quali fossero gli strumenti a mia disposizione,  ragionai sulle voci di bilancio di Mondo Nuovo e sul progetto “Mobilità Gratuita” promosso dal Ministero delle Pari Opportunità a cui l’assessorato aveva aderito. Ipotizzai una via per offrire la possibilità di abbattimento del costo sui trasporti sociali dell’associazione e consentirle di destinare quelle risorse rese disponibili a copertura del costo del canone della villa. Senza che questo avesse alcun peso sul bilancio del Comune e neppure sul bilancio del S. Chiara, trattandosi di un progetto quadriennale, finanziato dal Ministero e a cui si sarebbe potuto dare attuazione solo attraverso un maggiore impegno dei volontari di Mondo Nuovo. E’ vero, si trattava di un risparmio che andava appena sulle diecimila euro, ma intanto il divario tra quanto richiesto e l’offerto si sarebbe ridotto sensibilmente. In aggiunta allo strumento della controperizia sul canone d’affitto, ipotizzato dalla stessa Giunta, avrebbe potuto colmare il divario tra le aspettative delle due parti.
Oggi si ribatte che la controperizia fosse un’idea di Orsi. Tanto meglio, vuol dire che almeno su questo eravamo d’accordo. Mi chiedo allora come mai ha fatto commissionare all’associazione una controperizia tecnica, per poi non tenerla in considerazione. Tanto valeva che le facesse risparmiare tempo e denaro. Casomai sarebbe stato ragionevole che i due tecnici incaricati si confrontassero sulle differenze di stima a cui erano giunti.
 Il senso di questa precisazione non è certo il tentativo di addossare costi e responsabilità altrove e neppure avanzare la pretesa di aver individuato la soluzione universale e perfetta. E’ solo per rimarcare che quando la volontà politica è chiara, le vie corrette si possono trovare. Magari con difficoltà e con parziale soddisfazione di tutte le parti, ma si trovano. Diverso è se si usano le difficoltà tecniche per dissimulare una diversa volontà politica.
 Non va dimenticato, inoltre, che anche altre importanti associazioni del territorio vivono la difficoltà di mantenere il costo delle strutture nelle quali operano e attraverso le quali offrono servizi essenziali nel settore sociale.  Se non troviamo la via per ristabilire una rete tra tutti gli enti pubblici e privati del territorio, si assottiglierà fin quasi a scomparire la possibilità di sostenere il mondo del volontariato con le minori risorse messe a disposizione del sociale, visti i forti e progressivi tagli che la politica nazionale impone.
Sonia Guarneri, Progetto Originario

Una storia personale, ma non troppo.

Il mio carattere  libero e un po' anarchico  mi ha sempre fatto sentire a disagio in ambienti politici poco aperti alle critiche ed alle opinioni diverse. Dopo varie vicissitudini e dopo essermi reso conto che la politica dei partiti  non faceva per me, mi sono ritrovato ad ingrossare le fila dei cosiddetti "cani sciolti" a sinistra. Ho trascorso tanti anni fuori dal sistema tradizionale, fino a due anni fa quando intravidi un'altra via che imboccai con tanta speranza. Una strada nuova, fatta da giovani con tante idee ed entusiamo. Lo scopo era cambiare, rinnovare, fare pulizia in un sistema chiuso, ormai incancrenito, guidato da sempre nello stesso modo e dalle stesse persone. Le classiche ideologie e provenienze politiche avrebbero dovuto essere messe da parte per collaborare insieme nella Lista Civica, c'era solo da raggiungere scopi comuni per risollevare questa città e dare concrete prospettive ai nostri ragazzi. Ebbi fiducia e, come tanti, detti la mia convinta adesione, mi impegnai, e tutti insieme, riuscimmo ad ottenere una storica vittoria elettorale.
Purtroppo gli idealisti e gli onesti sono i primi a correre il rischio delle trappole poste da chi trama in malafede. E puntualmente loschi individui  hanno tramato, prima e dopo le elezioni (le cene di Volterra Moderata, interessi nascosti, ecc).  Una grande quantità di elementi  estranei alla nostra lista si sono insinuati, addirittura alcuni di loro sono stati chiamati a "dare consigli"  senza che nessuno, tanto meno consiglieri comunali e direttivo della Lista Civica, ne sapessero  nulla. Sono così riusciti ad istaurare un sistema di potere oligarchico che per molti versi si è dimostrato peggiore di quello abbattuto.
Trasversalità, trasparenza, condivisione, partecipazione, correttezza, onestà intellettuale, che furono i nostri cavalli di battaglia, sono stati immolati sull'altare della propaganda del "fare" e sono rimaste solo  belle parole scritte nello statuto della Lista Civica e nei volantini della campagna elettorale.
Il potere è stato progressivamente concentrato nelle mani di pochi (iscritti e dirigenti di partiti di destra), di personaggi quasi unanimemente ritenuti avidi, millantatori, intrallazzatori, incompetenti e ciarlatani.
Alle ripetute e giuste critiche del vecchio consiglio direttivo della Lista Civica, di cui anche io facevo parte, non fu mai data alcuna considerazione. Il Sindaco stesso, ormai in pugno ai suoi vecchi e nuovi amici, anzi "fratelli", restava in silenzio. Molti validi "dissidenti" con  incarichi rilevanti nell'amministrazione (ed anche tutto il consiglio della lista) sono stati ingiustamente denigrati ed "eliminati". Uno dopo l'altro, sistematicamente, utilizzando metodi propri di regime, adducendo oltretutto misere motivazioni. L'epurazione ad oggi è stata quasi completata, restano solo poche teste ancora da tagliare, ma sarà fatto non appena anche loro oseranno cantare, anche una sola volta, fuori dal coro.
Sulla stampa è tutto un susseguirsi di attacchi sconsiderati ed ingiustificati contro assessori e consiglieri comunali, che pur avendo svolto egregiamente il loro dovere, sono stati  rei di non essere disposti a sottomettersi al triumvirato al potere.
La (ex) maggioranza sta addirittuta facendo la corte agli amici di Tilgher  e di Storace per  restare in piedi. Movimenti come la Lega, una volta loro amici, oggi li attaccano apertamente.
Tanti cittadini, come me, non si sentono più rappresentati da questa combriccola al governo di Volterra, pur non rinnegando affatto i nostri principi, valori e scopi originari. Ecco quali sono i motivi per cui è nato il gruppo Progetto Originario che si distingue, non avalla questi metodi  e cerca di contrastare scelte e persone deleterie. Progetto Originario rappresenta la speranza di una città che, nonostante il fallimento  di questa esperienza, non vuole vedere come unica via d'uscita il ritorno al passato.
Sono contento di far parte di questo gruppo ed invito chi condivide ad aggiungersi a noi.
Insieme, mantenendo le nostre idee interiori e il nostro impegno sociale, senza alcun preconcetto o interesse personale, potremo finalmente dare a Volterra quel futuro che le abbiamo promesso e che si merita.

                                                                                                          Luigi Buselli, Progetto Originario

Il direttivo di Volterra Moderata


Ho visto la lista civica nascere, fin dai primi germogli nell’autunno del 2008. Adesso ne vedo solo la morte. Lo dico con molto amaro in bocca.  Non avrei mai pensato di dovermi vergognare di essere ancora in qualche modo associata a questa compagine che non ha più nulla a che fare con quello che era la lista civica. Invece tutti gli articoli che leggo a firma Uniti per Volterra mi fanno sentire così. Per questo desidero prendere personalmente le distanze dagli autori di questi scritti, e non intendo rinnovare la mia adesione alla Lista Civica per il 2011, almeno che non capiti un miracolo. In questi mesi ho visto degenerare la politica del consiglio direttivo nel grottesco, appiattendosi in modo plateale sulle posizioni di Moschi, ma non avrei mai pensato che si potesse arrivare a tanto. Mi ha lasciata sbigottita l’assurda richiesta di dimissioni dal Consiglio Comunale di Luigi Cocucci, escogitata al solo scopo di sostituirlo con Edoardo Bruni, primo dei non eletti di area UdC, per garantire a Buselli una maggioranza remissiva indipendentemente dall’appoggio da destra di Antonella Bassini.  La polemica innescata sul parcheggio della Dogana, calunniando Luigi e cercando di mettere in cattiva luce la sua famiglia per colpirlo perfino nei suoi affetti, è risultata un atto platealmente vile. Per rincarare la dose la scorsa settimana sono arrivati ad affermare che Luigi Cocucci si sarebbe aggregato “stranamente” alla lista civica all’ultimo momento, alla fine della campagna elettorale, per pura opportunità. Non c’è niente di più falso e posso sostenerlo con certezza, dati alla mano, essendo stata prima segretaria e poi membro del consiglio della lista civica fin da prima delle elezioni. Luigi Cocucci approdò nella lista civica qualche mese prima della votazione per la scelta del capolista (le nostre primarie) e precisamente il 25 marzo del 2009. Lo stesso non si può dire per gli attuali membri del consiglio direttivo della lista civica. Solo Cardellini e Martolini fanno parte del primo gruppo dei fondatori. Mauri e Bruni provengono dall’associazione “Volterra nel Cuore” che si aggregò al comitato promotore della lista civica a febbraio 2009, dopo un’estenuante trattativa che vide Moschi tra i più accaniti sostenitori dell’accordo con Granchi e compagni. Pierella, anch’esso vicino a “Volterra nel Cuore”, aderì il 25 aprile 2009, e fu tra i tanti iscritti dell’ultima ora arrivati giustappunto per partecipare alle “primarie” per il capolista. L’attuale coordinatrice, Lisa Perugino, e i restanti membri del direttivo, Bellacchini e Fidanzi, si iscrissero solo dopo la vittoria elettorale della lista civica e precisamente il 1 luglio del 2009. Pochissime settimane dopo, Fidanzi raccolse i primi frutti del suo impegno politico venendo nominato nel CdA  del S. Chiara a fianco di Orsi, Cardellini, Favilli e Giacomi. Quindi la predica viene dal pulpito sbagliato: gli iscritti dell’ultima ora e anche quelli del giorno dopo si trovano semmai nell’attuale direttivo di Uniti per Volterra.
Non c’è bisogno che come altri esprima pubblicamente anche la mia solidarietà a Luigi Cocucci e alla sua famiglia, da solo ha dimostrato di essere uno dei migliori amministratori che la lista civica ha prodotto, come ebbe a dire in varie occasioni lo stesso Sindaco. Di diverso avviso è il direttivo della lista  che, per cercare di giustificare i forti tagli che Moschi impose ai capitoli di bilancio destinati alle Manutenzioni, addirittura gli rimprovera di non aver saputo amministrare il suo budget. Il sindaco naturalmente per il momento si è dimenticato di smentire.
Concludo con una un’ultima considerazione. Mi chiedo cosa ne pensino gli aderenti della lista civica delle posizioni assunte dall’attuale direttivo. Il precedente consiglio fu cacciato per molto meno, bruciato sul rogo solo per aver messo in discussione la disinvoltura con cui il sindaco licenziava assessori e direttori generali. Quindi pagammo l’esercizio dell’elementare diritto di critica. Ora si richiedono espressamente le dimissioni di un candidato regolarmente eletto alle amministrative. Ma evidentemente allora era diverso, non si trattava del consiglio direttivo di Volterra Moderata.

Manola Rosa - Progetto Originario