domenica 6 febbraio 2011

Una forte delusione

Ho partecipato fin dalla nascita alla lista civica – allora non si chiamava neppure Uniti per Volterra – e dopo le elezioni vinte ho esultato pensando che i giovani proiettati dalle elezioni alla guida di Volterra potessero portare la nuova politica sul poggio. Auspicavo che la nuove forze avrebbero avuto la capacità di cambiare la mentalità di governo che aveva gestito Volterra per tanti anni, andando a scardinare i vecchi e logori principi della gestione partitica applicata alla città. Alla luce dei fatti m sbagliavo, eccome se mi sbagliavo!
Non solo i vecchi metodi non sono scomparsi ma, sembra, che siano stati corroborati dalla “politica del fare”, e su questo altare “del fare” viene giustificato tutto, qualsiasi assurdità.
Avevamo sostenuto che le decisioni politiche della Lista potessero nascere e svilupparsi con la partecipazione di tutti, perseguendo il bisogno (l’urgenza) di trasparenza e partecipazione. Metodi sentiti indispensabili nelle corrette gestioni amministrative del bene pubblico, almeno da una parte di noi, e solo apparentemente abbracciati da tutti. In campagna elettorale l’accordo su questi principi resse, poi tutto è cambiato.
Avevamo pensato che la Lista civica e il suo nuovo modo politico di porsi, di gestire, di condividere potesse fungere da esempio alle forze politiche tradizionali e che, con il tempo, le inducesse ad una seria riflessione sul loro passato per poter vedere anche nella nostra città una efficace e più corretta gestione amministrativa. Invece, già dall’inizio dello scorso anno i problemi di trasparenza e partecipazione hanno portato a notevoli discussioni e divisioni interne, che hanno avuto ripercussioni gravi nella maggioranza. Fino alla nascita di Progetto Originario, il movimento che si richiama proprio a queste prime ispirazioni della lista civica. Nonostante i membri di Progetto Originario abbiano lasciato tutte le loro cariche amministrative, la controparte non è soddisfatta. Evidentemente perché è proprio la trasparenza, il controllo democratico che si intendono evitare e contrastare. Da qui le rabbiose aggressioni al Consigliere Comunale, Luigi Cocucci: un grave episodio di inciviltà politica e umana, mai visto prima nella nostra cittadina. Per quale scopo?. Qual è il fine di questa aggressione personale per una partecipazione societaria di minoranza su delle regole scritte da terzi 25 anni fa? Una vergognosa lotta per la conservazione del potere, senza il fastidio di contrappesi democratici. Per questi motivi non posso riconoscermi più in questa lista civica, così barbara e lontana dalle sue impostazioni iniziali. Oggi, con vivo rammarico,  ritengo l’esperienza lista civica miseramente fallita e penso che – per evitare di fare danni alla città, oggi seriamente ipotizzabili – sia meglio pensare responsabilmente di ritornare alle urne.
     

Giovanni Mangini, Progetto Originario

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