venerdì 11 febbraio 2011

La fede nel civismo


Nelle ultime settimane abbiamo letto su questo settimanale diversi articoli a firma Uniti per Volterra (o singolari se non ridicole equazioni che ad essa si riferiscono). Molti di questi articoli risultano conditi pateticamente di richiami al cosiddetto “civismo”, quasi si trattasse di una ideologia o meglio dell’anti-ideologia o dell’antipartitismo a cui vuole ispirarsi Uniti per Volterra. Addirittura si parla di “fede nel civismo”! Questa visione che si vuol dare della lista civica in antitesi ai partiti tradizionali sulla base di questo concetto è una forzatura bella e buona e non ha niente a che fare con la trasversalità che era stata una delle caratteristiche della lista. Ogni schieramento politico, qualsiasi sia il colore della sua bandiera, dovrebbe agire per senso civico ed a maggior ragione dovrebbe farlo ogni persona eletta in rappresentanza dei cittadini. La politica intesa come servizio è un concetto che dovrebbe essere radicato nel DNA di chiunque voglia fare politica. Il fatto che nella realtà questo non accada o accada sempre più raramente e che le logiche di potere o gli interessi privati prevalgano sul concetto di bene comune è una “patologia diffusa della politica” da cui purtroppo non può sentirsi esente neppure la lista civica. Non voglio con questo difendere l’operato dei partiti tradizionali, specie di quelli volterrani, che hanno mostrato negli anni tutte le loro debolezze. E non mi riferisco solo a chi ha governato per molti decenni, ma anche a chi ad essi ha fatto opposizione, senza evidentemente mai offrire un’alternativa credibile e di conseguenza la possibilità di una reale alternanza di governo. Nelle ultime amministrative la possibilità del cambiamento era stata data dalla lista civica, che con una eclatante vittoria elettorale  aveva dato speranza a molti Volterrani. Speranza che è andata sempre più sbiadendo. Personalmente, però, non ho mai pensato che la lista civica avrebbe dovuto sostituire per sempre i partiti tradizionali né tanto meno le loro ideologie. Non lo pensavo prima delle elezioni e non lo penso adesso, così come credo molti altri volterrani. La lista civica è nata con l’intento di cambiare il modo di fare politica, di favorire il rinnovamento della classe dirigente locale ripartendo dalla società civile, per avvicendare un sistema vecchio e logoro. Per stimolare a rinnovarsi anche quei partiti che avevano in qualche modo perso la propria spinta propulsiva. A nessuno è stato chiesto di convertirsi alla non-ideologia del “civismo” - che semplicemente non esiste - ma solo di accantonare per un po’ di tempo, nel raggio di azione dell’amministrazione comunale, il proprio credo. Cosa che purtroppo proprio coloro che oggi inneggiano al “civismo” come fede non hanno saputo fare. Come dimostra il continuo riferimento alle “malefatte” delle amministrazioni di sinistra, con l’appellativo PCI-PDS-DS-PD: alla maniera del quotidiano “Libero”, con un attacco alla bandiera in quanto tale e privo di contenuti. Come dimostrano ancora tendendo la mano ad Antonella Bassini, vicina a Storace, richiamandola candidamente al suo senso di responsabilità e chiedendole di fatto un appoggio per tenere in piedi l’amministrazione Buselli. Per non parlare di quello che resta della maggioranza (coloro che agirebbero per fede nel civismo) che, a differenza di chi viene appellato come l’ala massimalista, estremista e di sinistra, porta per lo più in tasca la tessera dell’UdC o del PdL, se non addirittura riveste incarichi di partito contravvenendo al primo dei requisiti che erano stati richiesti ai candidati di Uniti per Volterra. La loro scarsa comprensione del concetto di trasversalità, confusa con la parola “civismo”, li porta addirittura ad additare come strana l’intesa di Cocucci e Bernardini in Progetto Originario. Chi non è capace di tollerare la diversità di opinione, non è evidentemente capace di comprendere che l’intelligenza e l’onestà politica si misurano sui fatti. La nostra trasversalità è il segno dell’aderenza al progetto sottoposto agli elettori della lista civica, basato sul rispetto reciproco e dei patti, secondo un percorso virtuoso che genera fiducia reciproca e che consente di lavorare efficacemente, fianco a fianco, pur mantenendo le proprie diversità e le proprie idee personali.
Si contraddice Uniti per Volterra, perchè non ha argomenti con cui contrastare da una parte la posizione di Progetto Originario e dall’altra non può giustificare la parabola discendente in cui si è infilata l’amministrazione Buselli. Inneggiano ad una ritrovata e risicata unità, ma senza crederci. Unità di chi? Di una ex maggioranza che, falliti tutti i tentativi di far fuori qualche consigliere comunale scomodo, resta maggioranza solo con l’arruolamento della Bassini? Si appellano ai complotti, ripropinano la minestra riscaldata dei 60 anni di governo della sinistra ed essenzialmente danno la colpa agli altri per giustificare se stessi per i danni che stanno riversando sulla città. Dopo oltre un anno e mezzo di amministrazione, ci ritroviamo di fronte ad una ex maggioranza inconcludente ed a un soggetto politico ormai svuotato e stravolto, che affoga nelle proprie contraddizioni e nell’inconsistenza.
Manola Rosa – Progetto Originario

Nessun commento:

Posta un commento