venerdì 11 febbraio 2011

Ortoparking

E' il miracolo dell'orto degli ulivi, accaduto questa volta non in Palestina ma a Volterra. Quand’abbiamo capito che non si trattava di una manifestazione del Supremo, una folata di vento gelida e sporca ci ha risvegliato da quel sogno paradisiaco che ci avvolgeva, rigettandoci nel fango della vecchia politica di democristiana memoria. E' stato il primo passo verso il baratro, l'inizio della fine della Lista Civica Upv. Il buon Fambrini, ex assessore all'urbanistica ed edilizia privata, quando si tratteneva sul Poggio per motivi istituzionali, era uso dormire al Seminario in Sant’Andrea e la mattina, quando usciva, contemplare lo splendido panorama. Un bel giorno (si fa per dire!) , accapandosi un po' di più dalla spalletta a mattoni che delimita il piazzale, subito lì sotto, vide un nuovissimo parcheggio tutto inghiaiato…  Ancora insonnolito, si chiese perchè lui non ne sapesse nulla, e, una volta in Palazzo, ad una prima verifica s’accorse che lì non era previsto proprio niente del genere. Chiese allora spiegazioni: niente! Continuò a tormentare e tormentarsi: si scatenò un putiferio. La sua richiesta di immediata ispezione ufficiale venne soddisfatta, anziché di buon mattino, inspiegabilmente, solo nel tardo pomeriggio. Durante la giornata avvenne il miracolo a cui accennavo. Scomparve la ghiaia e nacquero di una trentina di piccoli ulivi (tutto documentato da provvide fotografie). Fambrini però è un tipo tosto e fece il diavolo a quattro in Lista Civica, risultando evidente che non era bastata la richiesta in qualità di assessore per un’operazione di routine, quale una verifica di conformità: voleva una risposta! Voleva sapere come era stato possibile! Il “blasfemo” però non poteva passarla liscia:  il Sindaco, ben consigliato, dopo poco tempo, lo licenziò su due piedi per “scarsa produttività e incompatibilità di carattere”. La notizia del licenziamento in tronco venne appresa da assessori e consiglieri solo il mattino seguente dalle pagine del Tirreno. Quant’è bella la condivisione delle scelte! La cosa fu talmente riprovevole che l'allora consiglio della Lista Civica, come coordinamento politico, prese le distanze dell'operato del Sindaco per mezzo di un comunicato stampa visto che era stato impossibile comunicare in modo efficace de visu con lui. Verba volant, scripta manent. Il consiglio non poteva tacere di fronte a quella madornale ingiustizia anche perché il Sindaco, con un'unica mossa era riuscito a mettere alla porta un assessore (allora il  terzo della serie…) nominato da lui in tutta indipendenza -dandosi quindi dell'incompetente nello scegliere e mettendo l’amministrazione nel ridcolo-, non era pronto un successore, (ma grazie alla sua umiltà, avocò la delega di Fambrini, che ancora detiene, dati i fantastici risultati da lui ottenuti), e per di più utilizzò un metodo dittatoriale per coprire una magagna che ancora non ha trovato giustizia. Passano pochi giorni e con il solito metodo democristian/autoritario venne azzerato il consiglio della Lista, reo di aver svolto il suo compito politico di impulso e controllo sull'amministrazione. Il controllo proprio non piace, non va giù. (Vi ricorda qualcuno?)
Per di più a quel tempo, in seno alla Lista Civica si discuteva animatamente sulle cene carbonare per la nascita all'interno della stessa di un gruppo autodefinitosi “Volterra Moderata”, una sorta di santa alleanza di scudi crociati, facente capo a Moschi, per tenere a bada “i soliti comunisti” e “gli ostinati”. Intanto sul sito dell'Udc si leggevano (e si leggono anche oggi!) i nomi di Moschi, Caruso e Costa come amministratori comunali del partito. Moschi addirittura nel frattempo era divenuto per nomina membro del direttivo provinciale. Orrore! Gli amministratori di Uniti per Volterra non avrebbero potuto - per gli accordi preventivamente presi e sottoscritti - occupare ruoli politici nei partiti tradizionali. Si palesò così la deriva inarrestabile della Lista verso un nuovo partito, fatto di spregiudicatezza democristianeggiante, condita con una grossolanità prima sconosciuta. I malumori si fecero veramente pressanti. Poi scoppiò il caso Orsi, che qui non mi va di ricordare, anche perché è cronaca pressoché costante e mi ha stufato. Ma Moschi, che aveva introdotto Orsi in amministrazione come proprio consigliere politico (grazie a curriculum veramente significativi) in quell’occasione, invece di assumersi le proprie responsabilità, si defilò lasciando il suo sindaco, e tutta l’amministrazione, in balia della stampa.
Quando il troppo stroppia… Nacque allora Progetto Originario. Molti iscritti alla lista civica, da destra a sinistra, e soprattutto quelli della prim'ora, non potevano più riconoscersi in questo modo inqualificabile di far politica. Non è stata ne' eversione, ne' tradimento. Progetto Originario si chiama così proprio perchè vuole che siano rispettati i principi fondanti della lista civica così come impostati in campagna elettorale. Trasversalità, prima di tutto, e condivisione. Quando l'attuale direttivo della lista civica chiede ai consiglieri comunali “ribelli” che cosa intendono fare, formulano una domanda pleonastica. Si rileggano il documento d'adesione, lo statuto ed il programma elettorale: cose da fare e metodi sono già stabiliti. Ma forse, essendo in molti di loro approdati dopo la vittoria elettorale, non hanno mai letto questi documenti nemmeno la prima volta. Quindi che li leggano! Un direttivo serio, visto che dovrebbe essere stimolo e controllo dell'amministrazione, chiederebbe che intenzioni hanno gli iscritti Udc, se lasciare le cariche e rientrare in carreggiata, rispettando il voto dei cittadini, oppure fare outing e palesare la deriva democristiana della lista Upv. Questo non avverrà. Infatti la richiesta di dimissioni al consigliere Cocucci, che tutti hanno letto sulla stampa, per pretesi conflitti d'interesse si dice sia strumentale all'ingresso in amministrazione di Bruni (primo dei non eletti). Costui, candidato lista civica, è un altro caso curioso: si era “dimenticato” di dirci allora di essere al tempo stesso candidato per l’Udc alle elezioni provinciali, cosa incompatibile con le nostre regole interne. Si potrebbe scrivere molte pagine, ed ancora più scabrose; mi fermo qui, prendendo le distanze, in modo assoluto, da ciò che è diventata l’esperienza politica nella quale avevo riposto così tante speranze.
Mi congedo con tutto il mio rammarico.

Giacomo Giustarini - Progetto Originario

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