venerdì 11 febbraio 2011

I guastatori

La settimana scorsa su La Spalletta a pagina 24 ho trovato un articolo interessante di Alessandro Raffa dal titolo “La cinematografia è l'arma più forte”. L’articolo tratta la strategia di comunicazione utilizzata dall'attuale Amministrazione Comunale di Volterra ai fini della raccolta del consenso, in altre parole di alcune tecniche di propaganda utilizzate. Raffa sottolinea alcuni aspetti rilevanti del problema e svela un paio di episodi a mio avviso molto gravi. Da sottolineare che Raffa ne parla per averli vissuti dall’interno, avendo in un certo periodo preso parte ad un piccolo gruppo interamente dedicato alla comunicazione che si era messo a servizio di una parte della lista civica. Tenendo completamente allo scuro la restante parte, peraltro, per gli ovvi motivi che si chiariranno facilmente nel corso della lettura. I due esempi specifici narrano di due casi di raggiro a mezzo stampa, di cui il secondo mi riguarda personalmente. Dico subito, a scanso di equivoci, che mi sento di complimentarmi con Alessandro Raffa per aver avuto il coraggio a distanza di tempo, di rivelare la strategia che guida un certo tipo comunicazione aggressiva e mistificatoria. Il primo esempio cita una lettera al giornale ideata per pura propaganda, ovvero per corroborare l’immagine positiva di lavoratore indefesso di un ben determinato assessore. In quel pezzo dal titolo “Nessuno tocchi Paolino” ben 16 amici dell’assessore (quasi tutti di fantasia) lamentavano, con accenti accorati, la sua dolorosa assenza dalla loro comitiva, a causa dello straordinario e inarrestabile impegno profuso a vantaggio dell’amministrazione comunale e per il bene di Volterra.    
Nel secondo esempio, invece, si accenna di come lo stesso gruppo addetto alla comunicazione si adoperasse per campagne di propaganda detrattiva mirata. Stando a quanto è stato riportato nell’articolo, una parte ben precisa della lista civica Uniti per Volterra, tra cui io e il mio assessorato in particolare, doveva essere costantemente e scientemente bersagliata con lettere a La Spalletta firmate con pseudonimi oppure con nomi e cognomi dal suono locale ma di fantasia e molto più raramente da prestanome. Queste lettere, che naturalmente dovevano sembrare scritte da comuni cittadini o comunque da lettori non riconducibili ad una forza politica, venivano invece approntate sotto la supervisione di alcuni gentili colleghi di maggioranza o dei loro consulenti politici, per criticare aspramente e pretestuosamente le attività intraprese dai quei membri dell’esecutivo destinati ad essere affossati. Una delle attività prese di mira, ad esempio, fu il Piedibus, inaugurato sotto il mio assessorato e realizzato in collaborazione con Sonia Guarneri, assessore alle Politiche Sociali. Ma si potrebbe citare nel mio caso anche la campagna per la disinfestazione delle zanzare o il Regolamento per le Energie Rinnovabili (completato recentemente) e altri edificanti esempi. Da rimarcare che queste ineffabili prove di “affetto” e collaborazione tra colleghi di maggioranza non sorsero dopo anni di ravvicinata e magari scomoda convivenza, ma all’indomani dell’insediamento della nuova amministrazione ovvero solo dopo pochissimi mesi. Evidentemente qualcuno non aveva affatto sposato la causa della trasversalità della lista, ma l’aveva soltanto usata come mezzo per giungere in un secondo momento ad un diverso assetto. Per questo occorreva sostenere sui media locali una ben precisa parte della maggioranza e tartassare la restante parte, formata dalle persone ritenute scomode (spesso ma non sempre riconducibili alle sensibilità di sinistra). Mentirei, se sostenessi che le rivelazioni di Alessandro Raffa mi hanno colto di sorpresa, perché nel tempo avevo già raccolto molti indizi e anche qualche prova a questo riguardo. Senza contare che l’inveterata abitudine di lettore de La Spalletta e la conoscenza ravvicinata di certi polli, mi hanno ormai insegnato a decifrare con sufficiente chiarezza la provenienza di tanti articoli a sfondo politico, anche quando sono dissimulati sotto mentite spoglie. Infatti, allarmato da queste avvisaglie, in almeno due o tre occasioni provai ad affrontare il problema col sindaco Buselli, nel tentativo di renderlo consapevole del pericolo insito in certi espedienti ai fini della tenuta della sua stessa amministrazione. Evidentemente non fui convincente perché non sortii alcun effetto pratico, a parte un sopracciglio inarcato e una tenue scrollata di spalle. Molto più sensibile al problema si rivelò, invece, il precedente consiglio direttivo della Lista Civica, costituito dai fondatori del progetto. Quel gruppo di persone perlomeno tentò di affrontare il problema nel corso di un paio di riunioni con la Giunta, ma fatalmente fu destituito proprio per la sua indipendenza di giudizio. Naturalmente non fui il solo ad essere sottoposto a questo trattamento “di riguardo” a mezzo stampa da parte di alcuni componenti della mia stessa lista, ben presto anche il professor Furlanis e l’architetto Fambrini, in qualità di assessori alla Cultura e all’Urbanistica, ritenuti ormai scomodi per l’autonomia dimostrata, divennero oggetto di ricorrenti e “graziose” attenzioni sulla stampa di fantomatici cittadini dalla penna facile e velenosa. Prima vennero accuratamente tartassati con attacchi brutali in stile populistico nel tentativo di fiaccarne la resistenza e se possibile screditarli. Successivamente Fambrini fu allontanato dalla Giunta per licenziamento, mentre Furlanis dette le dimissioni. Penso che molti lettori, anche quelli più digiuni di politica, a questo punto si chiederanno se non sia del tutto folle una simile strategia, per le straordinarie tensioni che va inevitabilmente a provocare all’interno di una stessa compagine. Infatti, lo è. Altrimenti non sarebbe stato possibile destabilizzare e poi smembrare in soli 18 mesi una lista civica reduce da una squillante e inattesa vittoria elettorale.     



Fabio Bernardini, Progetto Originario

Nessun commento:

Posta un commento