venerdì 17 gennaio 2014

Il dormiglione

Aver letto le esternazioni di Buselli riguardo al punto nascita, diramate con “soli” tre anni di ritardo rispetto alla chiusura del reparto, è come essere catapultati al cinema durante la proiezione del film di Woody Allen, “Il dormiglione”. Avete presente? Dove il protagonista pensa di essersi svegliato a poche ore da un'operazione per l'ulcera e invece si ritrova proiettato 200 anni più avanti, nel 2173, poiché è stato ibernato a sua insaputa. Buselli, ripresosi tardivamente da un fatale stato di ibernazione, s'indigna con tre anni di ritardo, “dimenticandosi” di aver fornito il suo totale avallo a quella chiusura in Consiglio Comunale nel dicembre del 2011. La storia del reparto Materno-Infantile e più in generale dell'ospedale di Volterra, infatti, è troppo seria per correre dietro alle giravolte mediatiche del sindaco. Buselli usa il tema come propellente elettorale, ma mentre trattava la stesura del Protocollo sulle Politiche Sanitarie in Val di Cecina non si fece scrupolo di voltare clamorosamente le spalle alla battaglia sul punto nascita. Vale la pena ricordare che questo signore nel giro di pochi mesi, mentre portava avanti in prima persona trattative riservate con la direzione della Asl 5, stravolse completamente il paragrafo già scritto sul punto nascita, senza confrontarsi con nessuno. Infatti, la prima stesura del Protocollo, risalente al marzo 2011, su cui convergemmo anche noi di Progetto Originario, puntava esplicitamente a preservare il progetto punto nascita, “curandone l’integrazione nell’ambito della presenza di un’area materno infantile – pediatrica”. Non solo, contemplava il miglioramento dell’offerta consultoriale e il potenziamento dei servizi di mediazione culturale per “le esigenze connesse alla preparazione della donna nei percorsi pre e post parto”, prevedeva il “potenziamento delle attività di prevenzione collegate alle patologie che oggi hanno una rilevante incidenza nella donna” e – fondamentale - il mantenimento dei letti pediatrici all'interno dell'area.
Sorprendentemente a dicembre dello stesso anno, dopo qualche mese di trattative a porte chiuse, Buselli portò al Consiglio Comunale una versione completamente diversa del Protocollo, in cui tutte le garanzie appena illustrate erano state platealmente cancellate. Non solo: scoprimmo che erano state eliminate anche le clausole a salvaguardia del Reparto di Cardiologia e UTIC presenti nella versione precedente e, infine, era stata cancellata la proposta di attivazione della guardia attiva anestesiologica, punto cardine del programma elettorale 2009. Il sindaco anche in quell'occasione dimostrò davanti al Consiglio Comunale la sua completa inaffidabilità, mentre le sue odierne lacrime di coccodrillo mostrano con che razza di faccia di bronzo abbiamo a che fare.
Il comunicato della direzione della Asl di replica sullo stesso tema, affibbiando la colpa della chiusura del punto nascita alle donne della Val di Cecina, tiene sicuramente testa a Buselli in fatto d'ipocrisia. E' noto che i numeri del reparto calarono proprio in ragione degli innumerevoli requisiti che l'azienda richiedeva alle mamme per poter accedere alla sala parto. Bastava un filo di pressione alta, un precedente cesareo, un mezzo raffreddore e la gestante era dirottata d'imperio altrove. La direzione, quindi, costituì consapevolmente un collo di bottiglia verso l'accesso fatalmente destinato ad abbattere i ricoveri. Tuttavia, salvo i parti, il reparto aveva conservato i numeri in tutte le altre attività e in particolare per le interruzioni volontarie di gravidanza. Chiuderlo fu una scelta di natura politico-economica camuffata da scelta tecnica, come in tempi di spending review hanno dimostrato le successive manovre dei governi Monti e Letta ai danni dei piccoli ospedali.

Progetto Originario


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