In politica
non è mai possibile un confronto onesto e leale quando le informazioni fornite
sono volutamente parziali. Chi riuscirebbe a sviluppare un ragionamento sensato
sull’urbanistica vedendosi scaricate centinaia e centinaia di pagine di
documentazione, schede tecniche e diagrammi
appena 4 giorni prima del consiglio comunale? Si badi bene, quelle
pagine già pronte da molte settimane, solo che l'Amministrazione ha
deliberatamente scelto di trasmetterle ai consiglieri all'ultimo minuto.
Un’amministrazione che adotta simili strategie per evitare la discussione,
l’approfondimento e il confronto in sala consiliare mostra tutti i suoi limiti
e palesa i suoi complessi. Neppure ci si può nascondere, come fa ipocritamente
Buselli, dietro la convocazione di una commissione vecchia di un anno, dove
furono fatti appena dei cenni a idee in
parte appena abbozzate e in parte ancora di là da venire. Che dire poi della
riunione indetta per illustrare il lavoro svolto ai tecnici del territorio il giorno
precedente il consiglio comunale e in cui gli invitati sono stati solo pochi
fortunati? Chissà a quale criterio si sarà ispirata l'amministrazione per
selezionare i professionisti “graditi”, a cui è stato inoltrato l'invito, e
lasciare fuori gli altri? Ci chiediamo in quale altro Comune si sono visti
episodi così volgari di parzialità e arroganza. Forse nel paesotto amministrato
da Cetto La Qualunque, non certo in una “città”. E' chiaro che nella Volterra
dell'era Buselli non si possa parlare seriamente di trasparenza e ancor meno di
partecipazione. Urbanistica e opere pubbliche sono settori complessi e
delicati, caratterizzati da pericolosi punti di contatto tra interessi pubblici
e privati, dove più che in altri settori si annida il pericolo di favoritismi e
clientele. Un’amministrazione sana, dopo 4 anni di gestazione, mai e poi mai
avrebbe imboccato la via dell’opacità, ma avrebbe dato conto a viso aperto
delle proprie proposte. Un’opacità che ritroviamo anche nell’altro grande
settore dove circolano fior fiore di denari pubblici: gli appalti e gli
incarichi. Ovviamente non può essere un caso. Questa amministrazione ha scelto
di snobbare sia formalmente che nei fatti il ricorso al principio di rotazione
degli operatori economici, facendo ricorso agli affidamenti diretti e agli
incarichi fiduciari fino all'estremo limite consentito dalla legge. Niente di
peggio in un momento in cui tutti avrebbero bisogno di lavorare. Più volte
abbiamo richiesto l'introduzione di un sano principio di avvicendamento, sintomo
non solo di equità e parità di trattamento, ma anche di solidarietà con
l’intero settore imprenditoriale in anni di crisi. Non c'è stato nulla da fare.
Lavori, incarichi e consulenze passano spesso per l'incarico diretto, ricadendo
su una ristretta cerchia di professionisti e ditte. Sempre le stesse. Una
mancanza di trasparenza che si respira anche in taluni uffici comunali, dove il
semplice accesso agli uffici dei consiglieri comunali finisce sempre per
incontrare difficoltà, rinvii, nervosismi. Spesso le richieste di accesso
vengono osteggiate, rimandate e talvolta perfino eluse. Tanto che siamo ancora
in attesa di consultare documenti richiesti nel giugno scorso. Eppure politici
e funzionari sanno perfettamente che il consigliere comunale, proprio perché
eletto direttamente dai cittadini, per legge ha pieno e libero accesso a tutti
i fascicoli del Comune. Perché tanto ostruzionismo?
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