martedì 30 aprile 2013

Canone concordato virtuale



L'interrogazionepresentata all'inizio di aprile da Cocucci se non altro ha riportato il tema del canone concordato nell'agenda del Comune dopo mesi di letargo. Infatti, nel Consiglio Comunale del 16 di aprile tra i documenti all'ordine del giorno è arrivata l'introduzione di nuove aliquote IMU, tra le quali quella dedicata alle seconde case concesse a canone concordato. Come è stato più volte ricordato, il canone concordato è un equo canone istituito a livello di zona. Quando presentammo la proposta per l'introduzione del canone concordato, intendevamo riferirci ad uno strumento che potesse rivelarsi efficace per immettere nel mercato locale una riserva di alloggi con prezzi degli affitti convenienti. L'obiettivo in concreto non sarà raggiunto, purtroppo, per il modo in cui l'Amministrazione Buselli ha tradotto in pratica la nostra proposta. Infatti, per invogliare i proprietari di seconde case a cedere i loro immobili a canone concordato, era necessario riconoscere loro una specifica aliquota IMU sensibilmente ridotta, per rendere economicamente allettante l'iniziativa. Invece la scelta dell'Amministrazione è stata davvero molto poco coraggiosa. Diminuendo l'aliquota da 0,89 a 0,76%, infatti, il risparmio dei proprietari risulta troppo esiguo per invogliarli seriamente a partecipare ad un accordo per l'equo canone. Un'imposta sulla seconda casa ridotta di poco più dell'uno per mille significa, per un immobile di media rendita catastale, un risparmio inferiore a 100 euro all'anno per il proprietario. Un incentivo solo simbolico: troppo poco per invogliare chiunque ad accettare di stipulare contratti a canone ridotto, anziché mantenere i prezzi di mercato. Che l'Amministrazione Buselli non facesse sul serio sul canone concordato, lo avevamo dedotto anche da un'altra circostanza. Infatti, perché l'aliquota agevolata sia realmente istituita, occorre attivare e portare a termine una ben determinata procedura prevista per legge. Questa comporta una serie di passaggi con le associazioni dei proprietari di immobili e con le associazioni inquilini, per addivenire ad un accordo condiviso sottoscritto dalle parti. Finora l'Amministrazione volterrana di questo percorso non ha intrapreso neppure il primo passo, per cui il canone concordato di fatto ancora non c'è. Dunque abbiamo un'aliquota ridotta (di pochissimo) per abitazioni che per adesso nel nostro Comune non esistono (dato che il canone concordato non è stato ancora istituito).
Sempre in tema di nuove aliquote Imu, un piccolo aiuto arriverà per le famiglie con disabili che abitano una casa di proprietà. La proposta dell'ex assessore Dei ha prodotto la riduzione dallo 0,5 al 0,4% per questa tipologia di famiglie. Si tratta di una modesta agevolazione, ma quantomeno questa non sarà solo virtuale.
Una patacca tipicamente buselliana ci sembra, invece, l'introduzione della terza aliquota agevolata inserita nel nuovo regolamento sull'Imu. Questa sarà esclusivamente rivolta ai proprietari freschi di residenza: i nuovi volterrani d'importazione. Se vengono da fuori, per 3 anni godranno di aliquota Imu agevolata per la prima casa: pagheranno lo 0,4%, anziché lo 0,5% richiesto a noi indigeni. La proposta ci sembra una patacca, perché tutti i dati confermano che le nuove residenze in grandissima parte sono costituite da famiglie di persone di età avanzata, provenienti dall'estero e generalmente abbienti. Insomma, gente che, per censo, non ha affatto bisogno dell'incentivo di qualche decina di euro. Occorre sottolineare peraltro che l'aliquota “prima casa” al 4 per mille risulta “aliquota agevolata” giusto qui a Volterra, perché negli altri comuni della Val di Cecina è la normale aliquota della prima casa applicata ai residenti. Ma è il contesto a rendere questa scelta inaccettabile. In questi ultimi anni, abbiamo assistito al rapido allargamento ed aggravamento del bisogno sociale. Molte famiglie tradizionali sono costituite da pensionati al minimo, esodati, disoccupati o sottoccupati che stanno scivolando in condizioni economiche critiche. Per questi casi, il cui numero cresce di mese in mese, il Comune non è in grado di fornire quasi nessuna alternativa o supporto. Di fronte all'incapacità di offrire risposte concrete alle famiglie che incontrano problemi gravi e urgenti, ci è sembrata davvero ingiusta e inaccettabile l'elargizione di un incentivo economico rivolto a nuclei familiari di anziani olandesi o milanesi benestanti, che vengono ad acquistare un costoso podere nella campagna volterrana.  

                                                                                   Progetto Originario

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