Il
programma elettorale della lista civica in tema di urbanistica prevedeva
l'impiego esteso e diffuso del metodo partecipato. Anche in questo caso, fatta
la festa gabbato lo santo, e una volta conquistata l'amministrazione le azioni
di Buselli hanno palesato il metodo opposto: completamente autoreferenziale.
Infatti, il giorno 16 aprile al Consiglio Comunale sono stati messi ai voti la
Variante al Piano Regolatore vigente e il Piano Complesso d'Intervento riferito
allo Schema Direttore 2 (SD2, zone di Docciola, La Stazione, Piazza XX
Settembre, la Badia, ecc.), senza neppure aver espletato un passaggio
illustrativo nella competente Commissione Ambiente e Territorio. Ad essere
precisi, secondo il parere del suo presidente, Lonzi, i due temi sarebbero
stati sufficientemente trattati dalla commissione consiliare perché in
occasione di una sola riunione, nel giugno 2012, ne fu fatto accenno: dal
verbale risultano 4 righe appena di menzione in tutto. Da notare che nel giugno
2012 non erano stati predisposti ancora gli elaborati dei due strumenti
urbanistici. La stessa legge regionale n. 1/2005 prevede che il Comune attui un
percorso partecipativo, informando e confrontandosi con la città, il territorio
e le sue variegate realtà (associazioni, professionisti, imprenditori,
cittadini, ecc.), prima dell'adozione di strumenti urbanistici. Ma i modi sono
lasciati sostanzialmente alla sensibilità degli amministratori. Secondo il
sindaco, che da 3 anni gestisce personalmente la delega all'urbanistica, tutti
gli adempimenti necessari sarebbero stati abbondantemente espletati,
organizzando 2-3 passeggiate nel corso di un anno. Gli stessi professionisti
del settore sono stati di fatto esclusi. Una riunione con geometri, architetti
e ingegneri è stata indetta dall'amministrazione appena il giorno precedente il
Consiglio Comunale, invitando solo alcuni professionisti ed escludendo altri.
Evidentemente un'operazione di microtrasparenza riservata a pochi: una vergogna
che resterà per molti anni nella memoria di quei professionisti di cui
evidentemente ci si ricorda solo quando debbono pagare tasse e tributi.
Di
fronte ad una simile gestione e visto che agli stessi consiglieri comunali il
materiale tecnico (733 pagine solo di relazioni, escludendo le tavole e gli
atti) su cui erano chiamati a esprimersi era stato inviato loro solo con 4
giorni di anticipo rispetto alla data del Consiglio, tutti i gruppi di
minoranza hanno chiesto un rinvio del voto per poter valutare con un minimo di
cognizione di causa e per confrontarsi con cittadini ed elettori su un tema
così importante. Il sindaco, come nel suo stile, ha rifiutato e di conseguenza
i tre gruppi di minoranza al momento del voto sono usciti dall'aula. Ovviamente
è ridicolo, dopo aver impiegato 4 anni a predisporre uno strumento di
pianificazione, sostenere di non poter concedere due settimane alle minoranze.
Ma Buselli è terrorizzato dal confronto in Consiglio: ha collezionato troppe
figuracce in questi anni. Nei prossimi giorni avremo modo di tornare nel merito
dei due strumenti urbanistici appena adottati perché non rinunciamo a fare le
nostre osservazioni, ma alcune ulteriori valutazioni di ordine generale le
possiamo sviluppare fin d'ora. Intanto sui tempi. Un Regolamento Urbanistico si
sviluppa su un periodo di 5 anni. Il nostro ne ha compiuti 4 questo mese.
Adottare adesso la variante, svolgendo tutte le operazioni previste dalla
legge, tra osservazioni e confronto con le amministrazioni sovraordinate,
significherà approvare le modifiche al Regolamento Urbanistico alla sua
scadenza. Quando comunque andrà redatto il nuovo. Un modo come tanti per
buttare soldi pubblici, tempo ed energie. Un discorso molto simile lo possiamo fare per il
Piano Complesso d'Intervento relativo allo SD2 . Prima però va rimarcato che il
programma elettorale della lista civica Uniti per Volterra prevedeva di
abbandonare l'idea dei Piani Complessi, preferendo i più agili Piani Attuativi.
In particolare il programma elettorale con cui noi di Progetto Originario e
Uniti per Volterra ci presentammo agli elettori criticava l'adozione dei Piani
Complessi, perché la complicazione e l'entità delle operazioni urbanistiche
previste finisce per tagliare fuori le ditte ed i professionisti locali. Ma
anche su questo tema Buselli ha fatto l'esatto contrario di quanto predicava.
Inoltre adottare questo Piano a quattro anni dall'insediamento
dell'Amministrazione è assurdo, perché la LR 1/2005 all'art. 57 chiarisce:
“l'efficacia del Piano Complesso D'intervento è limitata alla permanenza in
carica della giunta che l'ha promosso”. Prorogabile al più per 18 mesi e non
oltre. Dunque un altro strumento urbanistico candidato alla totale inefficacia,
che verrà lasciato come un inutile ma costoso relitto nei cassetti
dell'amministrazione che andrà ad insediarsi il prossimo anno.
Progetto Originario, il gruppo consiliare
Nessun commento:
Posta un commento