L'iter
tecnico-amministrativo con cui da quasi tre anni va avanti, anzi sta
fermo, il progetto del futuro asilo nido comunale è un esempio da
cui si potrebbe trarre la trama di una commedia. Il nostra brillante
amministrazione comunale, dopo aver acquistato da privati per 160
mila euro la presella dove realizzare l'opera, ha scoperto che lì
non si può costruire per la presenza di ingenti resti archeologici,
quindi, senza nessun approfondimento ha spostato la previsione con un
semplici tratto di penna: si farò l'asilo nel fazzoletto di terra
che attualmente ospita il parcheggino sotto la Jacopo. Sindaco e
Giunta hanno già messo il disco: è solo sfortuna, chi poteva sapere
che l'area non era adatta? Risposta ovvia: la Soprintendenza ai Beni
Archeologici. Che, guarda caso, aveva avvisato per tempo e in maniera
formale l'amministrazione dei rischi connessi alla scelta di un'area
di particolare interesse archeologico (vedi Il Tirreno di domenica 20
giugno). Ma quando l'amministrazione mise mano al progetto eravamo
sotto elezioni e, per mostrare ai volterrani che le cose procedevano
(si fa per dire) spedite, fece orecchie da mercante agli avvertimenti
della Soprintendenza, e andò avanti lo stesso come niente fosse.
Detto fatto, furono spesi 160 mila euro di soldi pubblici per un
campo urbanisticamente inservibile. Per fortuna di Buselli dei soldi
pubblici gettati al vento nessuno si preoccupa, ma forse qualcuno
potrebbe accorgersi che il piano B, rimediato ed esibito in fretta e
furia da sindaco e soci per minimizzare l'effetto boomerang sulla
stampa, è un'ennesima ciofeca. La nuova previsione dev'essere stata
individuata perché urbanisticamente già destinata agli usi
scolastici, visto che insiste sui terreni circostanti la Jacopo da
Volterra, ma, classificazione urbanistica a parte, è uno
strafalcione. Lo spazio è troppo ristretto per un asilo nido che -
nel 2015 - richiederebbe un giardino degno di questo nome. Inoltre,
l'edifico andrebbe ad appesantire una scarpata già fragile per i
delicati equilibri geomorfologici che più volte hanno creato
problemi. Infine la struttura verrebbe inserita quasi in adiacenza ad
altri edifici di interesse pubblico: le scuole elementari e medie, al
palestra, ecc., che potrebbero risentirne negativamente. A che
servono i tecnici, gli urbanisti, i consulenti architetti di grido
pagati profumatamente per anni, se poi le previsioni di edifici così
importanti vengono tirate fuori dal cilindro da amministratori
ottenebrati dalla voglia di apparire, dall'ansia da figuraccia e
dalla propria incompetenza?
Progetto
per Volterra
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