La legge regionale n. 28/2015 prevede il riordino della
sanità toscana. Neanche a dirlo verranno messi in atto nuovi tagli e
accorpamenti, facendo proprie le feroci riduzioni di spesa imposte dal Governo Renzi-Alfano,
che a livello nazionale ammontano ad 2,35 miliardi di euro alla sanità pubblica
(salvo revisioni dell’ultima ora). Il riordino, già avviato i primi di luglio, prevede in primo luogo l’accorpamento delle
Asl in 3 aziende di area vasta. L’Asl 5 è destinata dunque a scomparire e
confluire in un soggetto ancora più grande e lontano, denominato ASL Toscana
nord occidentale, insieme alle province di Livorno, Lucca, Massa, Carrara e
Viareggio. Tutti in un unico calderone.
La sanità non avrà più, quindi, nessuna autonomia locale,
ma sarà gestita dal primo luglio da commissari. In futuro avremo dirigenti di
area vasta a decidere, coordinati da un super direttore di programmazione.
Il “riordino” imposto dal governo PD-Nuovo Centrodestra
prevede un esubero che solo a livello regionale è di 1500/2000 operatori, che
non verranno sostituiti, e una centralizzazione che penalizzerà tutti, ma in
primo luogo le piccole realtà periferiche come la nostra. Del resto Renzi
questa volta, almeno, è rimasto coerente con il suo primo programma in cento
punti annunciato alla Leopolda, che già prevedeva il taglio definitivo di tutti
i piccoli ospedali.
Contro questo tipo di politica che ci porterà dritti
alla definitiva privatizzazione dell’assistenza sanitaria, il Comitato
Promotore Referendum Abrogativo Legge Regionale 28/2015 chiede:
• che la programmazione sanitaria e socio-sanitaria
faccia perno sui sindaci, che rappresentano l’Istituzione più vicina ai
cittadini ed in grado di meglio interpretare le istanze ed i bisogni della
propria area;
• che i bisogni delle persone siano il centro delle
riforme sanitaria;
• che si interrompa l’accentramento dei poteri
decisionali e il processo di mutamento delle aziende sanitarie in soggetti
dalle dimensioni gigantesche con bilanci milionari che finiscono per essere
difficilmente comprensibili e poco trasparenti;
• che la sanità rimanga pubblica sia efficiente e gratuita,
poiché già finanziata con le tasse e separata nettamente dagli erogatori
privati di servizi.
In questi ultimi anni, provvedimento dopo provvedimento,
taglio dopo taglio, abbiamo visto eliminare centinaia di ospedali su scala
nazionale, crescere le liste di attesa, introdurre e poi aumentare i ticket
sanitari e diminuire i posti letto negli ospedali. Ora verrà penalizzata drasticamente anche la
diagnostica, strumento principale della prevenzione. Tutta questa serie di operazioni ha messo in
crisi il sistema sanitario pubblico, spingendo forzosamente milioni di utenti a
dover ricorrere gioco forza alle strutture private, pagando di tasca propria.
Visto nella prospettiva degli ultimi anni, dunque, il fine è molto chiaro: può
non vederlo solo chi non vuole.
Appoggiamo quindi con convinzione il referendum
abrogativo e invitiamo tutti i cittadini a firmare i moduli presso gli uffici
comunali o contattandoci direttamente.
Progetto per Volterra
(progettopervolterra@gmail.com)
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