sabato 10 maggio 2014

Programmi elettorali a confronto

Ho scoperto di recente che i programmi elettorali vanno depositati in comune un mese prima delle consultazioni elettorali, e che quindi sono dei documenti ufficiali che la macchina amministrativa richiede ai contendenti per informare ufficialmente gli elettori. In pratica i programmi elettorali sono l’unico strumento ufficiale di scelta e controllo dei propri candidati. Di scelta perché attraverso i programmi è spiegato che cosa le liste intendono fare; di controllo perché al termine del mandato è possibile controllare l’operato dei propri rappresentati e, sulla base di questo, decidere se rivotare o no le stesse persone. Credo che questo strumento sia decisamente sottovalutato dagli elettori e talvolta anche dagli eletti. Andiamo a confrontare i 4 programmi elettorali delle 4 liste che il 25 Maggio si contenderanno la poltrona di sindaco. Cercherò di essere il più oggettivo possibile, e poi concentrerò il mio confronto solo sui temi a me più cari e su cui ritengo di essere preparato. Tra i grandi temi non commenterò l’ospedale ed il sociale, sui quali ritengo di non avere competenze.
Come dato ineluttabile dico subito che Volterra Futura vince la classifica del programma più lungo, con ben 62 pagine, segue Progetto per Volterra con 41, al terzo posto Uniti per Volterra con 29 pagine e fanalino di coda la Lista Alleanza per Volterra con 9 pagine.
Andiamo più nello specifico. Volterra Futura apre il programma con premessa lunghissima in forte contrapposizione con la giunta uscente, sottolineando come non basti “fare” ma bisogna “saper fare”. Prioritario per Paterni è riaprire il dialogo con tutte le istituzioni ed una forte politica del territorio, parla di rilanciare l’occupazione tramite lo sviluppo di attività produttive, scrive (in grassetto) che la città deve investire in servizi sociali, educativi, sanitari, culturali... Ammonisce che il rilancio delle attività produttive passa attraverso la creazione di una area intercomunale, ma senza dire come e quale; infatti afferma che dovrà essere concordata con gli altri comuni. La ricetta per individuare aree di sviluppo è la creazione di una consulta; il traino per rilanciare l’occupazione è portare il teleriscaldamento a Saline per ridurre i costi dell’energia, ma anche qui dire come e con quali soldi. Per quanto riguarda la cultura gli intenti a medio termine sono condivisibili, infatti si limitasi a caldeggiare un cartellonistica per i percorsi turistici in città. Ciò che lascia a desiderare è che il fulcro di tutto il progetto poggia sulla creazione del polo museale del “Grande Guarnacci”. Nel programma di Paterni è chiaramente identificato col conservatorio di San Pietro, il luogo per dare forma al nuovo Museo, ma in seguito è anche scritto che se non arrivano finanziamenti da commissione europea, regione, stato, etc. etc. Volterra non ha i soldi per farlo. In pratica il baricentro del programma si regge su qualcosa che non dipende dal sindaco e dalla giunta, ma dalla benevolenza di enti esterni. Governare un comune per 5 anni equivale ad un progetto per una grande industria di medie dimensioni. Ma - da definizione - “un Progetto è uno sforzo delimitato nel tempo e nei costi, diretto a creare dei prodotti o servizi o risultati specifici che comportano dei benefici o del valore aggiunto”. Spesso e volentieri i politici dimenticano che il loro mandato non è infinito e che le risorse disponibili sono limitate. Questa secondo me è la pecca più grossa del programma di Volterra Futura: l’aver messo in un grande calderone una serie infinita d’azioni, anche teoricamente condivisibili, decontestualizandole dalle reali capacità di spesa del comune.
Il programma di Lista civica uniti per Volterra è un libro dei sogni, e non lo dico io, è lo stesso Buselli che nella prefazione dice di avere un sogno che non vuole che rimanga a metà. Piccola nota a margine, Buselli si autocita, riprendendo quanto da lui scritto nel programma di 5 anni fa. Il programma riprende in linea generale quello che la giunta ha fatto finora, anche se spesso cade in contraddizione dicendo di voler fare quello che nel passato ha espressamente negato. Mi riferisco ad esempio alla creazione di un albo di professionisti da cui pescare a rotazione per le necessità più urgenti del comune. Questa proposta fu portata in consiglio comunale da PO e bocciata proprio dalla giunta Buselli con l’astensione del Pd. Essendo un libro dei sogni, anche il programma di UpV manca di considerazioni economiche, per cui non si spiega mai come realizzare gli interventi che sono descritti nelle sue 29 pagine. Uniti per Volterra come Volterra Futura esibisce una programmazione slegata dalla reale capacità di spesa del comune, ma invece che confidare nella bontà degli enti sovraordinati come fa Paterni, affida i maggiori interventi, ad esempio i parcheggi, al project financing.
Il programma di Progetto per Volterra è molto pratico su tutto ciò che riguarda il Comune ma sorvola su alcune realtà del territorio, per esempio non dice niente su come sviluppare l’industria. E’ però un programma decisamente figlio della candidata sindaco: solido, che non lascia niente al caso. I progetti e le iniziative descritti sono spiegati nei dettagli e una cura particolare è riservata al reperimento dei fondi necessari a realizzarli. Data la poca disponibilità di risorse del Comune, i progetti sono meno grandiosi di quelli descritti negli altri programmi e sicuramente lascia meno spazio ai sogni e all’immaginazione. E’ ben curato il capitolo dedicato al risparmio e alla riduzione dei costi della macchina comunale. Progetto per Volterra identifica chiaramente il percorso da intraprendere per rendere virtuoso il nostro comune. Credo che tratteggi i progetti più credibili, anche se forse non sarà un potente strumento di propaganda. Perché questa richiede mire altisonanti e progetti grandiosi, magari affidando il raggiungimento degli obiettivi a fattori indipendenti dalla volontà della giunta. Tutto dipenderà dagli elettori: se prevarrà la maturità e la concretezza dei percorsi tracciati o la grandiosità degli obiettivi e la voglia di farsi illudere.

Alessio Pennati, Progetto per Volterra


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