Ho
scoperto di recente che i programmi elettorali vanno depositati in
comune un mese prima delle consultazioni elettorali, e che quindi
sono dei documenti ufficiali che la macchina amministrativa richiede
ai contendenti per informare ufficialmente gli elettori. In pratica i
programmi elettorali sono l’unico strumento ufficiale di scelta e
controllo dei propri candidati. Di scelta perché attraverso i
programmi è spiegato che cosa le liste intendono fare; di controllo
perché al termine del mandato è possibile controllare l’operato
dei propri rappresentati e, sulla base di questo, decidere se
rivotare o no le stesse persone. Credo che questo strumento sia
decisamente sottovalutato dagli elettori e talvolta anche dagli
eletti. Andiamo a confrontare i 4 programmi elettorali delle 4 liste
che il 25 Maggio si contenderanno la poltrona di sindaco. Cercherò
di essere il più oggettivo possibile, e poi concentrerò il mio
confronto solo sui temi a me più cari e su cui ritengo di essere
preparato. Tra i grandi temi non commenterò l’ospedale ed il
sociale, sui quali ritengo di non avere competenze.
Come
dato ineluttabile dico subito che Volterra Futura vince la classifica
del programma più lungo, con ben 62 pagine, segue Progetto per
Volterra con 41, al terzo posto Uniti per Volterra con 29 pagine e
fanalino di coda la Lista Alleanza per Volterra con 9 pagine.
Andiamo
più nello specifico. Volterra Futura apre il programma con premessa
lunghissima in forte contrapposizione con la giunta uscente,
sottolineando come non basti “fare” ma bisogna “saper fare”.
Prioritario per Paterni è riaprire il dialogo con tutte le
istituzioni ed una forte politica del territorio, parla di rilanciare
l’occupazione tramite lo sviluppo di attività produttive, scrive
(in grassetto) che la città deve investire in servizi sociali,
educativi, sanitari, culturali... Ammonisce che il rilancio delle
attività produttive passa attraverso la creazione di una area
intercomunale, ma senza dire come e quale; infatti afferma che dovrà
essere concordata con gli altri comuni. La ricetta per individuare
aree di sviluppo è la creazione di una consulta; il traino per
rilanciare l’occupazione è portare il teleriscaldamento a Saline
per ridurre i costi dell’energia, ma anche qui dire come e con
quali soldi. Per quanto riguarda la cultura gli intenti a medio
termine sono condivisibili, infatti si limitasi a caldeggiare un
cartellonistica per i percorsi turistici in città. Ciò che lascia a
desiderare è che il fulcro di tutto il progetto poggia sulla
creazione del polo museale del “Grande Guarnacci”. Nel programma
di Paterni è chiaramente identificato col conservatorio di San
Pietro, il luogo per dare forma al nuovo Museo, ma in seguito è
anche scritto che se non arrivano finanziamenti da commissione
europea, regione, stato, etc. etc. Volterra non ha i soldi per farlo.
In pratica il baricentro del programma si regge su qualcosa che non
dipende dal sindaco e dalla giunta, ma dalla benevolenza di enti
esterni. Governare un comune per 5 anni equivale ad un progetto per
una grande industria di medie dimensioni. Ma - da definizione - “un
Progetto è uno sforzo delimitato nel tempo e nei costi, diretto a
creare dei prodotti o servizi o risultati specifici che comportano
dei benefici o del valore
aggiunto”. Spesso e volentieri i politici dimenticano che il
loro mandato non è infinito e che le risorse disponibili sono
limitate. Questa secondo me è la pecca più grossa del programma di
Volterra Futura: l’aver messo in un grande calderone una serie
infinita d’azioni, anche teoricamente condivisibili,
decontestualizandole dalle reali capacità di spesa del comune.
Il
programma di Lista civica uniti per Volterra è un libro dei sogni, e
non lo dico io, è lo stesso Buselli che nella prefazione dice di
avere un sogno che non vuole che rimanga a metà. Piccola nota a
margine, Buselli si autocita, riprendendo quanto da lui scritto nel
programma di 5 anni fa. Il programma riprende in linea generale
quello che la giunta ha fatto finora, anche se spesso cade in
contraddizione dicendo di voler fare quello che nel passato ha
espressamente negato. Mi riferisco ad esempio alla creazione di un
albo di professionisti da cui pescare a rotazione per le necessità
più urgenti del comune. Questa proposta fu portata in consiglio
comunale da PO e bocciata proprio dalla giunta Buselli con
l’astensione del Pd. Essendo un libro dei sogni, anche il programma
di UpV manca di considerazioni economiche, per cui non si spiega mai
come realizzare gli interventi che sono descritti nelle sue 29
pagine. Uniti per Volterra come Volterra Futura esibisce una
programmazione slegata dalla reale capacità di spesa del comune, ma
invece che confidare nella bontà degli enti sovraordinati come fa
Paterni, affida i maggiori interventi, ad esempio i parcheggi, al
project financing.
Il
programma di Progetto per Volterra è molto pratico su tutto ciò che
riguarda il Comune ma sorvola su alcune realtà del territorio, per
esempio non dice niente su come sviluppare l’industria. E’ però
un programma decisamente figlio della candidata sindaco: solido, che
non lascia niente al caso. I progetti e le iniziative descritti sono
spiegati nei dettagli e una cura particolare è riservata al
reperimento dei fondi necessari a realizzarli. Data la poca
disponibilità di risorse del Comune, i progetti sono meno grandiosi
di quelli descritti negli altri programmi e sicuramente lascia meno
spazio ai sogni e all’immaginazione. E’ ben curato il capitolo
dedicato al risparmio e alla riduzione dei costi della macchina
comunale. Progetto per Volterra identifica chiaramente il percorso da
intraprendere per rendere virtuoso il nostro comune. Credo che
tratteggi i progetti più credibili, anche se forse non sarà un
potente strumento di propaganda. Perché questa richiede mire
altisonanti e progetti grandiosi, magari affidando il raggiungimento
degli obiettivi a fattori indipendenti dalla volontà della giunta.
Tutto dipenderà dagli elettori: se prevarrà la maturità e la
concretezza dei percorsi tracciati o la grandiosità degli obiettivi
e la voglia di farsi illudere.
Alessio
Pennati, Progetto per Volterra
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