sabato 3 maggio 2014

Leggende

Quando si parla di politica, specialmente sotto elezioni, sono tante le filastrocche fasulle che saltano fuori ripetutamente. In questi giorni ne abbiamo risentita una che è in auge da tempo immemorabile pur essendo secondo la nostra esperienza completamente infondata, insomma falsa. Assume forme un po' variabili, ma sostanzialmente recita così: “anche se l'apparato è marcio, entra a farne parte perché le cose si cambiano dall'interno!”. Parlando di politica il riferimento agli attuali partiti è del tutto intenzionale e ovvio.

Non è dato sapere quale partito di massa nella storia sia stato riformato - in meglio - dall'interno. Non è accaduto alla Democrazia Cristiana, che quando fu sciolta aveva ancora tra i propri maggiorenti Giulio Andreotti; non è accaduto al PSI, crollato a causa di tangentopoli (o meglio della conduzione craxiana e di tutte le sue implicazioni giudiziarie); né al PCI, stroncato dal crollo del muro di Berlino. Per venire ai giorni nostri, non appare riformabile Forza Italia, ancora legata mani e piedi al suo padre padrone, Berlusconi; né si vedono tracce di miglioramento nel Pd, che trovandosi col suo nuovo segretario a capo del governo, alla vigilia delle elezioni europee, non sa fare di meglio dello spot degli 80€ in più in busta paga a chi ha già uno stipendio, al prezzo di pesanti tagli alla sanità e introducendo l'IMU sui terreni agricoli nelle zone montane.

E' illusorio pensare di riformare un apparato fortemente accentrato, burocratizzato, corazzato come quello di un partito di massa nella sua attuale concezione. Al massimo se ne può scalare il vertice. Ma al prezzo di tanti e tali compromessi, di scivolose alleanze e di quintali di pelo sullo stomaco che, quando uno arriva alla cima, non si distingue più da chi lo ha preceduto.

Le cose si cambiano partendo magari da qualcosa di piccolo, ma che sia qualcosa di sano nelle persone e nelle intenzioni. Almeno in partenza.

Gandhi diceva: “se vuoi un giardino di rose, devi piantare i semi delle rose”. Quando il seme è pieno di gramigna, il giardino di rose non viene. In altri termini, per realizzare qualcosa di buono, il materiale di partenza da impiegare dev'essere necessariamente buono. Non c'è modo di fare diversamente.

Per questo invece che prendere la tessera di qualche partito, attaccandoci ad uno dei tanti carri in circolazione nel mondo della politica italiana, abbiamo preferito costruire una nuova formazione nostra, “Progetto per Volterra”, una lista aperta a tutti coloro che non usano la politica per altri fini, fatta da cittadini della cui correttezza siamo perfettamente sicuri. Nessun finanziamento pubblico, nessun imprenditore alle spalle, nessuna consorteria, nessuna organizzazione al di fuori dalla nostra. Vale a dire, nessuno che possa presentarci il conto domani per gli eventuali favori avuti in pegno oggi, in campagna elettorale.

In un Comune delle dimensioni di Volterra - se la gente vuole - può decidere di non dipendere da nessuno e di riappropriarsi semplicemente del proprio destino.



Progetto per Volterra, Sonia Guarneri Sindaco




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