Quando
si parla di politica, specialmente sotto elezioni, sono tante le
filastrocche fasulle che saltano fuori ripetutamente. In questi
giorni ne abbiamo risentita una che è in auge da tempo immemorabile
pur essendo secondo la nostra esperienza completamente infondata,
insomma falsa. Assume forme un po' variabili, ma sostanzialmente
recita così: “anche se l'apparato è marcio, entra a farne parte
perché le cose si cambiano dall'interno!”. Parlando di politica il
riferimento agli attuali partiti è del tutto intenzionale e ovvio.
Non
è dato sapere quale partito di massa nella storia sia stato
riformato - in meglio - dall'interno. Non è accaduto alla Democrazia
Cristiana, che quando fu sciolta aveva ancora tra i propri
maggiorenti Giulio Andreotti; non è accaduto al PSI, crollato a
causa di tangentopoli (o meglio della conduzione craxiana e di tutte
le sue implicazioni giudiziarie); né al PCI, stroncato dal crollo
del muro di Berlino. Per venire ai giorni nostri, non appare
riformabile Forza Italia, ancora legata mani e piedi al suo padre
padrone, Berlusconi; né si vedono tracce di miglioramento nel Pd,
che trovandosi col suo nuovo segretario a capo del governo, alla
vigilia delle elezioni europee, non sa fare di meglio dello spot
degli 80€ in più in busta paga a chi ha già uno stipendio, al
prezzo di pesanti tagli alla sanità e introducendo l'IMU sui terreni
agricoli nelle zone montane.
E'
illusorio pensare di riformare un apparato fortemente accentrato,
burocratizzato, corazzato come quello di un partito di massa nella
sua attuale concezione. Al massimo se ne può scalare il vertice. Ma
al prezzo di tanti e tali compromessi, di scivolose alleanze e di
quintali di pelo sullo stomaco che, quando uno arriva alla cima, non
si distingue più da chi lo ha preceduto.
Le
cose si cambiano partendo magari da qualcosa di piccolo, ma che sia
qualcosa di sano nelle persone e nelle intenzioni. Almeno in
partenza.
Gandhi
diceva: “se vuoi un giardino di rose, devi piantare i semi delle
rose”. Quando il seme è pieno di gramigna, il giardino di rose non
viene. In altri termini, per realizzare qualcosa di buono, il
materiale di partenza da impiegare dev'essere necessariamente buono.
Non c'è modo di fare diversamente.
Per
questo invece che prendere la tessera di qualche partito,
attaccandoci ad uno dei tanti carri in circolazione nel mondo della
politica italiana, abbiamo preferito costruire una nuova formazione
nostra, “Progetto per Volterra”, una lista aperta a tutti coloro
che non usano la politica per altri fini, fatta da cittadini della
cui correttezza siamo perfettamente sicuri. Nessun finanziamento
pubblico, nessun imprenditore alle spalle, nessuna consorteria,
nessuna organizzazione al di fuori dalla nostra. Vale a dire, nessuno
che possa presentarci il conto domani per gli eventuali favori avuti
in pegno oggi, in campagna elettorale.
In
un Comune delle dimensioni di Volterra - se la gente vuole - può
decidere di non dipendere da nessuno e di riappropriarsi
semplicemente del proprio destino.
Progetto
per Volterra, Sonia Guarneri Sindaco
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