sabato 1 marzo 2014

Quanto deve attendere S. Stefano?


Voragine in S. Stefano

 In risposta a nostre ripetute sollecitazioni a mezzo stampa, il 20 dicembre 2013, dalle colonne de Il Tirreno Asa annunciò che entro febbraio sarebbero iniziati i lavori per la sostituzione della fatiscente fognatura posta sotto via S. Stefano a Volterra. Asa parlava dell'imminente sostituzione di 180m di tubazione, riconoscendo finalmente l'urgenza di questo intervento. Il cantiere avrebbe dovuto vedere la collaborazione attiva tra il Comune e l'azienda per la gestione dei servizi idrici per arrivare a sistemare definitivamente sia la strada che l'infrastruttura fognaria, ormai inservibile e, a conti fatti, pericolosa.
Purtroppo, febbraio è ormai passato senza che l'impegno preso da Asa abbia trovato riscontro nei fatti. Da tempo sulla via lungo la quale si sviluppa il borgo di S. Stefano appaiono, improvvise e e ricorrenti, profonde buche scavate nel sottosuolo dalle acque nere che fuoriescono dalla fognatura colabrodo. Nell'ultimo anno più volte le auto sono state costrette a fare la gincana, per evitare queste piccole voragini, in attesa dell'ennesimo rattoppo. Ovviamente il rattoppo può andar bene nell'immediato, ma non incide sulla causa del danno. Volterra quest'anno ha ampiamente sperimentato le conseguenze di una troppo prolungata assenza di manutenzioni. Le fognature e gli acquedotti corrosi, che perdono liquidi per settimane o per mesi, in un territorio così fragile, sono quasi sempre causa di pericolosi processi di dissesto che, a ridosso del centro abitato, possono finire per coinvolgere fabbricati, opere murarie e altri manufatti.  E' noto a tutti: con l'incuria i rischi e i danni provocati dalla mancata manutenzione possono  moltiplicarsi, facendo lievitare il pericolo incombente sulle cose, sulle persone e, infine, i costi per il ripristino, che generalmente ricadono sulla spesa pubblica. Dunque la buona amministrazione è quella che gestisce opere e denari pubblici muovendosi per tempo, prima che si producano conseguenze troppo gravi e costose.
Va detto che, a differenza di quanto accaduto per esempio per Pomarance, Asa ha investito ben poco su Volterra in questi ultimi anni. Manca ancora il depuratore dato per urgente ben 14 anni fa, l'acquedotto proveniente dalle Carline, spezzato da una frana nel 2006, non è mai stato riparato, i problemi storici dell'acquedotto e di alcuni rami della fognatura sono rimasti tutti intatti, anzi probabilmente si sono aggravati. Casomai Buselli non lo sapesse, ci teniamo ad informarlo che nel 2013 Asa ha venduto la propria società per la commercializzazione del gas, incamerando oltre 21 milioni di euro. Senza entrare nel merito di un'operazione societaria probabilmente azzardata, segnaliamo che - per una volta – Asa quest'anno ha in cassa i denari necessari per fare determinati lavori. Molti Comuni si sono già fatti avanti, cosa aspetta l'amministrazione comunale di Volterra per pretendere il rispetto degli impegni presi da parte dall'ente gestore dei servizi idrici?
 
Progetto Originario


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