sabato 8 marzo 2014

No primarie, no party



Sono occorsi più di 20 giorni di tempo per stanare i dirigenti del Pd volterrano, ma alla fine hanno dovuto ammettere le loro vere intenzioni: non hanno nessunissima voglia di misurare i rispettivi candidati con le primarie di coalizione. La decisione contraddice quanto deliberato dallo stesso partito democratico appena un mese fa, ma il voltafaccia di Bettini e soci era nell'aria da tempo. Il giorno 27 febbraio il vertice del Partito Democratico ha deliberato che le primarie di coalizione non si faranno, punto. A dispetto degli accordi, nessuna comunicazione ufficiale è stata recapitata a noi di Progetto Originario, che abbiamo appreso dell'esito del voto avvenuto in sede PD solo attraverso le solite indiscrezioni. Che il PD si preparasse ad un clamoroso dietrofront era però ormai chiaro. Già il discorso di Paterni in conclusione della prima riunione di “coalizione”, il 6 febbraio, fu piuttosto esplicito. Disse che intendeva avvalersi di una “maggioranza blindata”, per cui le diverse forze politiche avrebbero dovuto lavorare esclusivamente al programma fin nei più minuti dettagli, “anche per 3 mesi filati, se occorreva”. La conclusione del ragionamento di Paterni fu, poi, molto “umana”: dopo quel lungo percorso, solo se fosse avanzato anche un giorno per occuparsi delle primarie di coalizione, quello avrebbe dovuto bastarci (rivolgendosi naturalmente a noi di PO).  In quell'occasione nessun rappresentante del Pd smentì o corresse la linea annunciata in modo così reciso dal proprio candidato.
Eppure, noi di Progetto Originario avevamo messo in chiaro da molto tempo al segretario Bettini, che la celebrazione di primarie di coalizione era tra le nostre condizioni irrinunciabili per far parte della coalizione, ricevendo in un primo tempo, di rimando, timide rassicurazioni. Quell'impegno, alla prova dei fatti, ha retto per meno di un mese.
Cambiando opinione, la direzione del Pd volterrano a noi ha dato prova di inaffidabilità; ma ha anche dimostrato quanto poco si fidi dei propri concittadini, negando la possibilità di una libera consultazione popolare sul nome del prossimo candidato sindaco. Segno evidente che i vertici del partito non hanno ancora maturato la cultura del confronto aperto con la propria base elettorale, come i più onesti di loro a quattr'occhi ammettono apertamente.
Va detto che la decisione finale assunta dai vertici del Pd non ci meraviglia più di tanto: chiunque abbia avuto occasione di parlare con la gente per strada, avrà abbondantemente constatato quanti malumori abbia suscitato l'investitura di una figura come Paterni, carattere controverso e con un passato politico fin troppo lungo alle spalle. Non a caso i buselliani sono apparsi subito entusiasti per la scelta compiuta dagli avversari.
E' chiaro che l'esito delle primarie con un candidato forte come Sonia Guarneri ha preso mano a mano i contorni di un'avventura troppo rischiosa per chi non è abituato a vedersi scavalcare nelle decisioni finali.
Dal giorno dopo, come c'era da attendersi, il Pd non ha avuto il coraggio per assumersi pubblicamente la responsabilità della propria decisione ed ha iniziato ad accampare scuse, avverse alle più elementari regole della logica. Non è certamente Progetto Originario che poteva avere interesse ad evitare le primarie. Per quale motivo, se le abbiamo sostenute a gran voce in ogni sede?
Adesso constatiamo che, malgrado tutti i tentativi per raggiungere un'intesa, il dado è tratto. Noi di PO andremo alle elezioni da soli, con la nostra lista alternativa a Buselli e a Paterni. Abbiamo già sperimentato una volta, 5 anni fa, cosa significhi stringere i denti, per cercare di tenere insieme una maggioranza con chi dimostra di non meritare fiducia. Se commettessimo di nuovo un simile errore, non ci sapremmo perdonare.

Progetto Originario

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