Sono
occorsi più di 20 giorni di tempo per stanare i dirigenti del Pd volterrano, ma
alla fine hanno dovuto ammettere le loro vere intenzioni: non hanno
nessunissima voglia di misurare i rispettivi candidati con le primarie di
coalizione. La decisione contraddice quanto deliberato dallo stesso partito
democratico appena un mese fa, ma il voltafaccia di Bettini e soci era
nell'aria da tempo. Il giorno 27 febbraio il vertice del Partito Democratico ha
deliberato che le primarie di coalizione non si faranno, punto. A dispetto
degli accordi, nessuna comunicazione ufficiale è stata recapitata a noi di
Progetto Originario, che abbiamo appreso dell'esito del voto avvenuto in sede
PD solo attraverso le solite indiscrezioni. Che il PD si preparasse ad un
clamoroso dietrofront era però ormai chiaro. Già il discorso di Paterni in
conclusione della prima riunione di “coalizione”, il 6 febbraio, fu piuttosto
esplicito. Disse che intendeva avvalersi di una “maggioranza blindata”, per cui
le diverse forze politiche avrebbero dovuto lavorare esclusivamente al
programma fin nei più minuti dettagli, “anche per 3 mesi filati, se occorreva”.
La conclusione del ragionamento di Paterni fu, poi, molto “umana”: dopo quel
lungo percorso, solo se fosse avanzato anche un giorno per occuparsi delle
primarie di coalizione, quello avrebbe dovuto bastarci (rivolgendosi
naturalmente a noi di PO). In
quell'occasione nessun rappresentante del Pd smentì o corresse la linea
annunciata in modo così reciso dal proprio candidato.
Eppure,
noi di Progetto Originario avevamo messo in chiaro da molto tempo al segretario
Bettini, che la celebrazione di primarie di coalizione era tra le nostre
condizioni irrinunciabili per far parte della coalizione, ricevendo in un primo
tempo, di rimando, timide rassicurazioni. Quell'impegno, alla prova dei fatti,
ha retto per meno di un mese.
Cambiando
opinione, la direzione del Pd volterrano a noi ha dato prova di inaffidabilità;
ma ha anche dimostrato quanto poco si fidi dei propri concittadini, negando la
possibilità di una libera consultazione popolare sul nome del prossimo
candidato sindaco. Segno evidente che i vertici del partito non hanno ancora
maturato la cultura del confronto aperto con la propria base elettorale, come i
più onesti di loro a quattr'occhi ammettono apertamente.
Va
detto che la decisione finale assunta dai vertici del Pd non ci meraviglia più
di tanto: chiunque abbia avuto occasione di parlare con la gente per strada,
avrà abbondantemente constatato quanti malumori abbia suscitato l'investitura
di una figura come Paterni, carattere controverso e con un passato politico fin
troppo lungo alle spalle. Non a caso i buselliani sono apparsi subito
entusiasti per la scelta compiuta dagli avversari.
E'
chiaro che l'esito delle primarie con un candidato forte come Sonia Guarneri ha
preso mano a mano i contorni di un'avventura troppo rischiosa per chi non è
abituato a vedersi scavalcare nelle decisioni finali.
Dal
giorno dopo, come c'era da attendersi, il Pd non ha avuto il coraggio per
assumersi pubblicamente la responsabilità della propria decisione ed ha
iniziato ad accampare scuse, avverse alle più elementari regole della logica.
Non è certamente Progetto Originario che poteva avere interesse ad evitare le
primarie. Per quale motivo, se le abbiamo sostenute a gran voce in ogni sede?
Adesso
constatiamo che, malgrado tutti i tentativi per raggiungere un'intesa, il dado
è tratto. Noi di PO andremo alle elezioni da soli, con la nostra lista
alternativa a Buselli e a Paterni. Abbiamo già sperimentato una volta, 5 anni
fa, cosa significhi stringere i denti, per cercare di tenere insieme una
maggioranza con chi dimostra di non meritare fiducia. Se commettessimo di nuovo
un simile errore, non ci sapremmo perdonare.
Progetto
Originario
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