sabato 8 marzo 2014

Senza il cappello in mano

Purtroppo c’è solamente da prendere atto che dai propri errori non tutti riescono ad imparare, infatti la modalità di rapportarsi con i propri “alleati” della dirigenza del PD volterrano, non è cambiata. Si sa, la difficoltà rimane sempre quella, la non abitudine ad avere a che fare con alleati che hanno una propria ben marcata identità ed uno scarso attaccamento alle “seggiole” e ai diktat di partito. Cosa che rende molto rischioso qualsiasi confronto in campo aperto.
Mettendo definitivamente una pietra sopra alla possibilità di fare le primarie di coalizione insieme a PO, è sfumata la nascita di una coalizione di centrosinistra forte, rinnovata ed alternativa alla lista civica. UPV era nata per essere trasversale, in questo noi di PO avevamo creduto, finchè non è stata tradita nei suoi principi fondanti per ragioni di pura ambizione, fino a mettere l’amministrazione della città in mano ad una estrema destra bieca ed incapace.
L’orientamento reale dei vertici Pd è apparso chiaro e netto, la sera del 6 Febbraio quando, nella sede del PD, noi di PO siamo stati invitati, almeno così credevamo, per parlare delle regole per lo svolgimento delle primarie di coalizione, ovviamente subordinate ad un accordo programmatico, in cui, sintetizzando, chiedevamo tempi certi, che dessero la possibilità ai candidati di presentarsi a tutti i cittadini.
Dopo un iniziale discorso di Bernardini, in cui sono state espresse le idee di PO riguardo le modalità ed i tempi con cui si sarebbero dovute svolgere le primarie, l’intervento di Fidanzi ci ha subito chiarito quale aria tirasse. Secondo Fidanzi, infatti, il partito cardine dell'’alleanza era il PD per cui l’unico, vero candidato sindaco doveva essere Paterni ed anche noi di PO dovevamo accettarlo come candidatura naturale dell'alleanza. Le nostre ovvie perplessità si sono rafforzate nel momento in cui il segretario PD, Bettini, sollecitato da un suo compagno di partito, ha tenuto a precisare che il loro direttivo non aveva mai deliberato di celebrare le primarie, ma solo per la possibilità che vi fossero… L’intervento conclusivo di Paterni è stato ancora più esplicito. Secondo lui dovevamo approfondire dettagliatamente il programma ci fossero voluti anche tre mesi, e se fosse avanzato un solo giorno per la campagna elettorale delle primarie, andava bene lo stesso. Questo ha tolto ogni dubbio sulla reale volontà della dirigenza PD di effettuare un percorso comune. Dopo quella sera PO decise di interrompere gli incontri programmatici di coalizione, in attesa di un chiarimento sulla volontà del PD e degli altri alleati (IDV, SEL PRC) di effettuare vere primarie di coalizione. Risposta che non è arrivata, neppure dopo un ulteriore momento di confronto il 26 febbraio richiesto da PO.
Inutile girarci intorno, se Sonia Guarneri ed il gruppo di PO fossero stati di una pasta diversa, se fossero stati “disponibili” a glissare sulla necessità di un vero confronto democratico con gli elettori in cambio di qualcosa, la coalizione di centrosinistra con PO sarebbe nata senza problemi. Magari ottenendo un posto di vicesindaco e/o un importante assessorato. Sonia e PO avrebbero smesso di “scocciare” con questa idea bislacca di pretendere un vero confronto con i cittadini, mettendo avanti l’interesse pubblico al proprio (non so perché, ma mi vengono a mente per pura coincidenza, e solo per quella, il ruolo di presidente di Auxilium Vitae e quello del coordinatore della Casa della Salute). Ma la dirigenza del PD ha fatto male i propri conti. Pur di non mettere a rischio la propria candidatura PD doc ha preferito perseverare con i metodi che riescono solo ad allontanare l’elettorato (quello vero e disinteressato) dalle urne.
Il rammarico più grosso, è quello di aver perso l’occasione di un vero rinnovamento, che avrebbe potuto riunire tutto l’elettorato di centro-sinistra, offrendo a questa città una reale opportunità di cambiamento rispetto al passato ed al presente.
Purtroppo le logiche di partito hanno prevalso, così la dirigenza del PD ha tolto ai propri elettori la possibilità di esprimersi democraticamente sulla scelta del candidato Sindaco. Resta il fatto che a maggio gli elettori si esprimeranno direttamente nelle urne e potranno scegliere allora tra il passato ed un reale rinnovamento .

Simone Sabatini- Progetto Originario

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