sabato 22 marzo 2014

Altri 6 pozzi sul Cecina per Solvay?

La domanda è stata presentata in Regione, siamo in fase di valutazione d’impatto ambientale ma pochi sono informati su quanto sta avvenendo. Solvay ha abbandonato il progetto Idro-S e adesso punta ad ottenere in cambio altri pozzi lungo il Cecina, per prelevare l’acqua dal subalveo anche durante l’estate. Lo studio idrogeologico di supporto al progetto porta la firma del dr Squarci e del dr Pier Francesco Rossi, ex assessore all’ambiente del Comune di Volterra nella Giunta Bartaloni. I nuovi pozzi andrebbero ad interessare il tratto di fiume compreso tra Ponteginori e Casino di Terra, quello in cui il materasso alluvionale conserva ancora, sporadicamente, caratteristiche idonee alla circolazione idrica sotterranea (nel subalveo). Va ricordato che il progetto Idro-S fu richiesto dalla Regione Toscana a Solvay come misura di mitigazione nell’ambito della procedura di VIA del 2004, per attenuare i forti prelievi idrici funzionali alla coltivazione delle concessioni minerarie ex ETI. Il progetto Idro-S prevedeva, infatti, il reimpiego sotto forma di laghi delle cave di argilla realizzate in località Il Fiorino, presso Cecina, per stoccare l’acqua delle piene invernali da utilizzare in estate nelle concessioni minerarie in sostituzione dei prelievi dal subalveo del fiume. Insomma nei disegni della Regione Idro-S era l’unica misura di compensazione individuata contro il depauperamento idrico estivo della Val di Cecina. Una misura compensativa ritenuta da molti carente e per certi versi controproducente, ma di sicuro la sola indicata dalla Regione a tutela della risorsa idrica del bacino in estate.
A chi non conosca la storia della presenza Solvay in Val di Cecina potrà sembrare strano, per non dire assurdo, che un progetto nato da una prescrizione regionale, dopo 10 lunghi anni di gestazione, venga abbandonato senza l’individuazione di una misura sostitutiva, col dichiarato intento di tornare alla situazione di partenza: prelevare l’acqua direttamente dal fiume sia in inverno che in estate. E’ ovvio che la Regione smentirebbe se stessa e la fondatezza di quanto aveva deliberato nel 2004 se oggi concedesse a Solvay quanto le aveva negato dieci anni fa. Ovvero la realizzazione di altri pozzi lungo il corso del fiume a scopo di emungimento nella stagione estiva. Ma non ci sarebbe da meravigliarsi troppo, perché quando si tratta di decidere sulle attività della multinazionale della chimica, la Regione Toscana fatica sempre a cavarsi dagli impicci decorosamente. Basti pensare alla lunga serie di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato sul tema persi dalla Regione contro le associazioni ambientaliste WWF e Italia Nostra. Speriamo dunque che in questa occasione l’amministrazione regionale tenga presenti la tutela dell’ambiente e il diritto di accesso alla risorsa acqua dei cittadini, imponendo alla società chimica di alleggerire finalmente la pressione sul fiume. Almeno durante i mesi estivi. Altrimenti finirà che anche in annate piovose come questa ci troveremo l'acqua razionata in agosto.
Insomma Solvay è e rimane un’azienda importante per la zona, ma non può scavalcare gli interessi generali di chi vive e lavora in Val di Cecina.


Progetto Originario, il gruppo consiliare






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