La
domanda è stata presentata in Regione, siamo in fase di valutazione
d’impatto ambientale ma pochi sono informati su quanto sta
avvenendo. Solvay ha abbandonato il progetto Idro-S e adesso punta ad
ottenere in cambio altri pozzi lungo il Cecina, per prelevare l’acqua
dal subalveo anche durante l’estate. Lo studio idrogeologico di
supporto al progetto porta la firma del dr Squarci e del dr Pier
Francesco Rossi, ex assessore all’ambiente del Comune di Volterra
nella Giunta Bartaloni. I nuovi pozzi andrebbero ad interessare il
tratto di fiume compreso tra Ponteginori e Casino di Terra, quello in
cui il materasso alluvionale conserva ancora, sporadicamente,
caratteristiche idonee alla circolazione idrica sotterranea (nel
subalveo). Va ricordato che il progetto Idro-S fu richiesto dalla
Regione Toscana a Solvay come misura di mitigazione nell’ambito
della procedura di VIA del 2004, per attenuare i forti prelievi
idrici funzionali alla coltivazione delle concessioni minerarie ex
ETI. Il progetto Idro-S prevedeva, infatti, il reimpiego sotto forma
di laghi delle cave di argilla realizzate in località Il Fiorino,
presso Cecina, per stoccare l’acqua delle piene invernali da
utilizzare in estate nelle concessioni minerarie in sostituzione dei
prelievi dal subalveo del fiume. Insomma nei disegni della Regione
Idro-S era l’unica misura di compensazione individuata contro il
depauperamento idrico estivo della Val di Cecina. Una misura
compensativa ritenuta da molti carente e per certi versi
controproducente, ma di sicuro la sola indicata dalla Regione a
tutela della risorsa idrica del bacino in estate.
A
chi non conosca la storia della presenza Solvay in Val di Cecina
potrà sembrare strano, per non dire assurdo, che un progetto nato da
una prescrizione regionale, dopo 10 lunghi anni di gestazione, venga
abbandonato senza l’individuazione di una misura sostitutiva, col
dichiarato intento di tornare alla situazione di partenza: prelevare
l’acqua direttamente dal fiume sia in inverno che in estate. E’
ovvio che la Regione smentirebbe se stessa e la fondatezza di quanto
aveva deliberato nel 2004 se oggi concedesse a Solvay quanto le aveva
negato dieci anni fa. Ovvero la realizzazione di altri pozzi lungo il
corso del fiume a scopo di emungimento nella stagione estiva. Ma non
ci sarebbe da meravigliarsi troppo, perché quando si tratta di
decidere sulle attività della multinazionale della chimica, la
Regione Toscana fatica sempre a cavarsi dagli impicci decorosamente.
Basti pensare alla lunga serie di ricorsi al Tar e al Consiglio di
Stato sul tema persi dalla Regione contro le associazioni
ambientaliste WWF e Italia Nostra. Speriamo dunque che in questa
occasione l’amministrazione regionale tenga presenti la tutela
dell’ambiente e il diritto di accesso alla risorsa acqua dei
cittadini, imponendo alla società chimica di alleggerire finalmente
la pressione sul fiume. Almeno durante i mesi estivi. Altrimenti
finirà che anche in annate piovose come questa ci troveremo l'acqua
razionata in agosto.
Insomma
Solvay è e rimane un’azienda importante per la zona, ma non può
scavalcare gli interessi generali di chi vive e lavora in Val di
Cecina.
Progetto
Originario, il gruppo consiliare
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