Lo
scoop lo ha fatto Paolo Russo, giornalista de La Stampa, che domenica
8 dicembre ha pubblicato l'inedita lista dei piccoli ospedali da
chiudere, già allestita dal Ministero della Salute. Sono 175 nel
Paese, 12 nella nostra Regione e tra questi troviamo il S. Maria
Maddalena, l’ospedale di Volterra a cui sono attribuiti 55 posti
letto. L’articolo è stato ripreso da varie altre testate nei
giorni successivi, che hanno amplificato la notizia dando il via a
una serie di reazioni. Come sempre accade in questi casi, dopo la
pubblicazione della lista nera degli ospedali da chiudere, sono
seguite polemiche, rettifiche e smentite.
Al
di là del solito chiasso, della propaganda e delle
strumentalizzazioni, un punto ci pare evidente: la sanità pubblica
da anni viene progressivamente aggredita, ridimensionata,
disarticolata, secondo un programma generale che da lungo tempo viene
calato dall’alto sulle nostre teste. Il numero delle strutture
pubbliche ed equiparate viene costantemente defalcato, con velocità
impressionante: da 942 strutture che erano nel 1997 su base
nazionale, già nel 2009 erano ridotte a 638. La spesa sanitaria
italiana (la spesa pubblica) risulta ormai del 21% inferiore al dato
complessivo dell’Unione Europea. Naturalmente all’erosione della
sanità pubblica corrisponde l’avanzamento della sanità privata e
molti soggetti economici di primo piano spingono con forza in tal
senso. I tagli hanno condotto il servizio sanitario di molte Regioni
al collasso e non si tratta del solito Mezzogiorno, anche la regione
Lazio è in ginocchio e il Piemonte segue a ruota. Altre Regioni, tra
le quali la Toscana, finora in qualche modo hanno tenuto, ma siamo
ormai al limite.
PD
e Forza Italia su questo tema non sono uguali, ma rivelano comunque
una vicinanza d’intenti assai più spiccata di quanto vogliano far
apparire. Non a caso la lista dei piccoli ospedali da chiudere,
pubblicata pochi giorni fa, è stata elaborata dal governo delle
larghe intese. Chi conserva un briciolo di memoria ricorderà che
poco più di un anno fa, con Monti Presidente del Consiglio sostenuto
da PD, PDL e UDC, saltò fuori la solita ricetta: chiudere gli
ospedali con meno di 100 posti letto perché “costosi e
pericolosi”.
Berlusconi
nel 2008, quando si sentiva ben in saldo sulla sella, lo disse
chiaramente al congresso dei Liberali Popolari di Todi: “Per
diminuire la spesa la soluzione è il federalismo fiscale e la
privatizzazione di molti ospedali pubblici”. Con quale credibilità
il neonato circolo volterrano “Forza Italia, Forza Silvio” può
dirsi difensore della sanità pubblica in Toscana? E' un mistero.
Poi, va da se, che il solito, inveterato gioco delle parti consista
nel cavalcare il malessere a Regioni alternate, per raccattare
comunque il voto degli sprovveduti: il PD s’indigna per i tagli
alla sanità in Piemonte e in Lombardia, mentre il centrodestra si
straccia le vesti per la medesima ragione in Toscana e in Emilia.
Quanto a Renzi, al 42° posto nei suoi famosi 100 punti programmatici
della Leopolda (qualcuno li ha letti?), si afferma testualmente:
“chiudere gli ospedali con meno di 100 posti letto”.
Il
quadro, dunque, per chi ha ancora una testa per pensare è chiaro e
allarmante: ormai siamo al limite ma questi partiti non se ne danno
per intesi. Se in una famiglia a medio-basso reddito qualcuno oggi si
ammala di un morbo grave e cronico, al disastro in termini di salute
si aggiunge il tracollo economico per tutto il nucleo familiare.
Segnaliamo a questo riguardo la bella inchiesta condotta Michele
Farina sul Corriere.it relativa ai malati di Alzheimer e ai loro
familiari, in cui è illustrata in 4 puntate l’odissea a cui sono
sottoposte oggi circa un milione di famiglie in Italia, quasi
nell'indifferenza delle istituzioni. Di queste cose bisogna
ricominciare a ragionare, senza farsi incantare dai professionisti
dallo slogan facile. E serve anche una politica diversa da quella che
più o meno furbescamente ci stanno proponendo da oltre 20 anni, che
torni a parlare di diritti dei cittadini, di ripartizione del
benessere e di riduzione delle disuguaglianze.
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