Il
dibattito sull’opportunità di scompaginare l’attuale
organizzazione del servizio dello Sportello stranieri, il 14 novembre
si è arricchito dell'intervento dell'Assessore al sociale Simone
Lonzi pubblicato dal quotidiano Il Tirreno. Le parole di Lonzi hanno
confermato le nostre preoccupazioni. Da una parte l’intervento
dell’assessore ha ribadito la volontà dell’Amministrazione di
smantellare l’attuale gestione associata dello Sportello per
ripiegare su di una gestione particolaristica del servizio,
secondariamente si è confermato che l’amministrazione comunale
intende effettivamente affidare il servizio all'ASP S. Chiara.
Lonzi,
nel merito delle osservazioni che abbiamo avanzato in ordine
all'assenza di adeguate professionalità all'interno dell'ASP S.
Chiara, afferma che a suo parere l’ASP possiede tutti i requisiti
necessari, perché avrebbe maturato una specifica professionalità
nei due anni e mezzo di gestione dell'emergenza profughi. Questa
affermazione non è veritiera ed è anche fuorviante.
Il
S. Chiara ha svolto sì l’attività di accoglienza dei profughi in
questi mesi, ma senza occuparsi direttamente alcuna attività
relativa al disbrigo delle pratiche burocratiche relative al loro
soggiorno in Italia, ovvero le richieste di asilo, il rilascio dei
permessi, ect. Queste attività sono state svolte in parte dallo
stesso Sportello Stranieri per quanto di sua competenza ed in parte
dall’Associazione Welcome in Val di Cecina con apposita
convenzione stipulata con il S. Chiara stesso.
Ma
vi è di più. L’assessore Lonzi confonde la condizione particolare
di un profugo con quella di un immigrato. Anche volendo ipotizzare
che il S. Chiara abbia acquisito una qualche professionalità nella
gestione delle richieste di asilo, di sicuro non ha invece mai
trattato alcuna pratica relativa al rilascio o rinnovo di un permesso
di soggiorno o carta di soggiorno, né effettuato un ricongiungimento
familiare. E’ chiaro quindi che occorre in primo luogo intendersi
circa la presunta professionalità che l’Asp S. Chiara ha realmente
maturato sul delicato terreno dell’immigrazione e se possa
avvalersi di operatori muniti di adeguata qualificazione
professionale, con una formazione specifica ed un’esperienza di
servizio. Ovvero se possieda i requisiti che sino ad oggi si è
preteso possedesse il gestore del servizio a garanzia di un’azione
efficiente ed efficace. Il vuoto di competenza specifica dell’azienda
S. Chiara, che a noi sembra evidente, verrà scontato dagli utenti, a
cui nessuno evidentemente intende chiedere un parere. Eppure, sarebbe
assai semplice se l’amministrazione volesse cercare un riscontro
dagli stessi fruitori del servizio che finora sono stati sempre
accolti con competenza e profonda umanità. Solo l’Assessore al
sociale di Volterra sembra ignorare questo dato di fatto.
Infine,
sottolineiamo che l’Assessore Lonzi ammette che l’operazione non
porterà alcun beneficio economico all'Asp S. Chiara e tira
nuovamente in ballo la questione dell'apertura di un nuovo centro per
ragazzi in difficoltà a Larderello che l’Asl ha accordato al
Comune di Pomarance. L’argomento non ha attinenza con quanto detto
sopra, ma per allietare i sonni dell’assessore torniamo volentieri
a ribadire quanto già sostenemmo in sede di Consiglio Comunale.
Anche per noi sarebbe stato assai opportuno che tale tipologia di
servizi avesse trovato sede a Volterra, se non altro per la
compresenza di altri importanti servizi alla persona su questo
territorio. Ma di questo risultato Lonzi non può che incolpare se
stesso e l’amministrazione di cui fa parte, visto che i nostri
vicini di Pomarance, seppur sotto l’insegna di una lista civica
alternativa al Pd, si sono dimostrati assai più abili di loro nel
condurre in porto la trattativa con la Asl 5. Evidentemente c’è
chi sa far fruttare i propri argomenti anche se deboli, e chi butta
alle ortiche tutte le occasioni anche disponendo di argomenti ben più
solidi.
Progetto
Originario
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