venerdì 11 ottobre 2013

Sfiducia, non troppa

In tutta la Toscana è noto che, all’indomani della scoperta dei trucchi di bilancio messi in atto dai dirigenti della Asl di Massa, per tappare una falla economica molto seria fu spostata dalla Asl 5 alla Asl 1 la direttrice De Lauretis, donna caratterizzata da un’estrema rigidità ragioneristica ma sicuramente abile nel far quadrare i conti. C’è però una piccola enclave, annidata proprio qui a Volterra, che conosce un’altra verità, ignorata nel resto della Regione. E’ l’enclave della lista civica, Uniti per Volterra, degli Amici del bar, degli Sos-ini. In questa ristretta cerchia di persone si propugna e si tramanda un’altra versione dei fatti. Secondo il loro credo, la dott.ssa De Lauretis non sarebbe stata spostata per sanare la falla di bilancio alla Asl di Massa, questo sarebbe solo un mero pretesto ufficiale, in realtà la dottoressa sarebbe caduta vittima della funeste ire del sindaco Buselli, materializzatesi sotto forma di dichiarazione di sfiducia. Qualcuno infatti ricorderà la lettera di sfiducia che Buselli, senza neppure consultarsi con la sua Giunta, inoltrò nel 2010 all’allora direttore generale. Che tra la consegna della lettera e il trasferimento della direttrice alla Asl 1 siano trascorsi alcuni mesi di assoluta quiete sarebbe un fatto assolutamente irrilevante per gli affiliati buselliani. Anzi, il lungo periodo di sonnolento nulla che seguì l’atto di sfiducia, a loro avviso, fa parte della perversa macchinazione messa in atto dalla Regione per dissimulare (e negare perfino!) l’efficacia del provvedimento preso dal nostro lungimirante sindaco. Questa esoterica versione dei fatti, propagandata in ogni occasione da Buselli stesso all’interno della sua cerchia, a lungo andare gli si è rivoltata contro. Infatti, dopo i ripetuti, sonori schiaffi affibbiatigli dal successore della De Lauretis, il direttore Damone, che in due anni ha manomesso l’ospedale di Volterra come nessun altro prima, qualcuno dei suoi ex colleghi ha cominciato a scalpitare, chiedendo ripetutamente al sindaco di tirar fuori di nuovo dal suo arsenale il terribile strale delle grandi occasioni: la fulminante lettera di sfiducia al direttore. Buselli, in effetti, almeno dentro di se deve aver dubitato un bel pò dell’effettivo potenziale di questa mossa, poiché prima di decidersi ha lasciato chiudere Ostetricia, Pediatria e Ginecologia senza colpo ferire, quindi ha consentito di accorpare Medicina, Cardiologia e UTIC nonché di ridimensionare ai minimi termini il laboratorio d’analisi. Infine, dopo che Damone ha del tutto ignorato le sue indicazioni sulla Casa della Salute, Buselli non ha più potuto temporeggiare, soprattutto davanti ai suoi che, fiduciosi e assetati di rivincita, lo incitavano a sbarazzarsi di questo temerario direttore. Ecco, quindi, che il sindaco, preso nella trappola delle sue stesse fanfaronate, non ha più potuto rimandare l’appuntamento con la “Storia” e, durante una conferenza stampa appositamente indetta - come si conviene nelle occasioni più solenni - ha annunciato l’invio della fatidica lettera di sfiducia al direttore generale Damone. Questa volta l’atto è risultato perfino più patetico del precedente, dato che non è stato neppure condiviso dagli altri sindaci dell’Alta Val di Cecina e non reca le firme dei sindaci Martignoni e Cerri, a riprova dell’aura di inconsistenza politica e istituzionale guadagnata dall’amministrazione volterrana. Dunque abbiamo la guida di un’azienda ospedaliera che opera su un territorio dove vivono oltre 410.000 abitanti che ha ricevuto la sfiducia di sindaci che ne rappresentano ben 14.000 (Volterra e Castelnuovo): il 3,4% dell'utenza. Indubbiamente un’azione così goffa indebolisce ulteriormente il nostro Comune dilapidando la sua residua credibilità istituzionale, perché ne mette a nudo l’attuale, desolante incapacità di trovare soluzioni meditate e il profondo isolamento politico. Infatti, Damone ha replicato affrettando la realizzazione della sua Casa della Salute e annunciandone la pronta inaugurazione. Che lezione possiamo trarne? A chiunque abbia un briciolo di buonsenso appare chiaro che non si possono aggredire direttamente, in stato di quasi perfetta solitudine, istituzioni che ci sono soverchianti. O si costruiscono alleanze e collaborazioni efficaci (ma per far questo serve un pò cervello) o s’impara a trattare (e anche qui serve l’ingrediente di cui sopra). La terza alternativa è la strada intrapresa da Buselli: quella delle fanfaronate ridicole a beneficio di un titolo di giornale, ma che ben presto ci si ritorcono contro accelerando vertiginosamente il declino della zona.


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