In tutta la Toscana è
noto che, all’indomani della scoperta dei trucchi di bilancio messi in atto dai
dirigenti della Asl di Massa, per tappare una falla economica molto seria fu
spostata dalla Asl 5 alla Asl 1 la direttrice De Lauretis, donna caratterizzata
da un’estrema rigidità ragioneristica ma sicuramente abile nel far quadrare i
conti. C’è però una piccola enclave, annidata proprio qui a Volterra, che
conosce un’altra verità, ignorata nel resto della Regione. E’ l’enclave della lista
civica, Uniti per Volterra, degli Amici del bar, degli Sos-ini. In questa
ristretta cerchia di persone si propugna e si tramanda un’altra versione dei
fatti. Secondo il loro credo, la dott.ssa De Lauretis non sarebbe stata
spostata per sanare la falla di bilancio alla Asl di Massa, questo sarebbe solo
un mero pretesto ufficiale, in realtà la dottoressa sarebbe caduta vittima
della funeste ire del sindaco Buselli, materializzatesi sotto forma di
dichiarazione di sfiducia. Qualcuno infatti ricorderà la lettera di sfiducia
che Buselli, senza neppure consultarsi con la sua Giunta, inoltrò nel 2010
all’allora direttore generale. Che tra la consegna della lettera e il
trasferimento della direttrice alla Asl 1 siano trascorsi alcuni mesi di
assoluta quiete sarebbe un fatto assolutamente irrilevante per gli affiliati
buselliani. Anzi, il lungo periodo di sonnolento nulla che seguì l’atto di
sfiducia, a loro avviso, fa parte della perversa macchinazione messa in atto
dalla Regione per dissimulare (e negare perfino!) l’efficacia del provvedimento
preso dal nostro lungimirante sindaco. Questa esoterica versione dei fatti,
propagandata in ogni occasione da Buselli stesso all’interno della sua cerchia,
a lungo andare gli si è rivoltata contro. Infatti, dopo i ripetuti, sonori
schiaffi affibbiatigli dal successore della De Lauretis, il direttore Damone,
che in due anni ha manomesso l’ospedale di Volterra come nessun altro prima,
qualcuno dei suoi ex colleghi ha cominciato a scalpitare, chiedendo
ripetutamente al sindaco di tirar fuori di nuovo dal suo arsenale il terribile
strale delle grandi occasioni: la fulminante lettera di sfiducia al direttore.
Buselli, in effetti, almeno dentro di se deve aver dubitato un bel pò
dell’effettivo potenziale di questa mossa, poiché prima di decidersi ha
lasciato chiudere Ostetricia, Pediatria e Ginecologia senza colpo ferire,
quindi ha consentito di accorpare Medicina, Cardiologia e UTIC nonché di
ridimensionare ai minimi termini il laboratorio d’analisi. Infine, dopo che
Damone ha del tutto ignorato le sue indicazioni sulla Casa della Salute,
Buselli non ha più potuto temporeggiare, soprattutto davanti ai suoi che,
fiduciosi e assetati di rivincita, lo incitavano a sbarazzarsi di questo
temerario direttore. Ecco, quindi, che il sindaco, preso nella trappola delle
sue stesse fanfaronate, non ha più potuto rimandare l’appuntamento con la
“Storia” e, durante una conferenza stampa appositamente indetta - come si
conviene nelle occasioni più solenni - ha annunciato l’invio della fatidica lettera
di sfiducia al direttore generale Damone. Questa volta l’atto è risultato
perfino più patetico del precedente, dato che non è stato neppure condiviso
dagli altri sindaci dell’Alta Val di Cecina e non reca le firme dei sindaci
Martignoni e Cerri, a riprova dell’aura di inconsistenza politica e
istituzionale guadagnata dall’amministrazione volterrana. Dunque abbiamo la
guida di un’azienda ospedaliera che opera su un territorio dove vivono oltre
410.000 abitanti che ha ricevuto la sfiducia di sindaci che ne rappresentano
ben 14.000 (Volterra e Castelnuovo): il 3,4% dell'utenza. Indubbiamente
un’azione così goffa indebolisce ulteriormente il nostro Comune dilapidando la
sua residua credibilità istituzionale, perché ne mette a nudo l’attuale,
desolante incapacità di trovare soluzioni meditate e il profondo isolamento
politico. Infatti, Damone ha replicato affrettando la realizzazione della sua
Casa della Salute e annunciandone la pronta inaugurazione. Che lezione possiamo
trarne? A chiunque abbia un briciolo di buonsenso appare chiaro che non si
possono aggredire direttamente, in stato di quasi perfetta solitudine,
istituzioni che ci sono soverchianti. O si costruiscono alleanze e
collaborazioni efficaci (ma per far questo serve un pò cervello) o s’impara a trattare
(e anche qui serve l’ingrediente di cui sopra). La terza alternativa è la
strada intrapresa da Buselli: quella delle fanfaronate ridicole a beneficio di
un titolo di giornale, ma che ben presto ci si ritorcono contro accelerando
vertiginosamente il declino della zona.
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