venerdì 11 ottobre 2013

Museo, un episodio su cui riflettere

Come amministratori del Comune di Volterra, seppure dai banchi delle minoranze, innanzi tutto sentiamo il dovere di rivolgere le nostre scuse più sentite alla famiglia di Chicago, che ha denunciato l'episodio di intolleranza in cui è incappata durante una visita al museo Guarnacci. I fatti sono quelli ormai noti della coppia omosessuale americana con un bambino che, all’ingresso del museo, alla richiesta di poter usufruire del biglietto per famiglie, si è sentita rispondere sgarbatamente da una addetta urlante.  
Naturalmente, poiché il caso ha avuto molta risonanza, si è presto diffusa tutta una gamma di interpretazioni. Abbiamo sentito che qualcuno solleva dei dubbi sulla veridicità dell'episodio pubblicato prima su Tripadvisor e poi sui giornali locali e nazionali. Da un lato verrebbe da augurarsi che si tratti davvero di una bufala o di una burla, ma resta difficile immaginare che persone che abitano in un altro continente, a migliaia di chilometri di distanza da qua, non abbiano niente di meglio da fare che inventarsi di punto in bianco la falsa storia di una disavventura vissuta nel museo etrusco di Volterra per screditarci. Altri, invece, si appellano alle leggi italiane per sostenere che la signora addetta alla biglietteria avrebbe agito bene; ma in questo caso vale il regolamento del museo che parla di biglietto per famiglia nel caso di bambini (fino a un massimo di tre) accompagnati da “due adulti”. Dunque, la coppia aveva diritto allo sconto, che in definitiva si sarebbe tradotto in un semplice ingresso gratuito per il bambino. Per meglio chiarire il concetto facciamo presente che non c’è nessuna legge che distingua i volterrani dai milanesi o dai romani, eppure i primi non pagano per entrare nei musei del Comune di Volterra mentre gli altri sì, perché appunto questo prevede il regolamento dei nostri musei. 
Ma il punto principale è un altro. E’ ora che le istituzioni comunali, a cominciare da quelle culturali, siano ricordate dai visitatori  per la gentilezza e per l'accoglienza ricevuta, prima ancora che per la qualità delle opere esposte. Su questo terreno c’è ancora molto da fare. Purtroppo in questi anni è andata diffondendosi in questo paese, e Volterra non fa eccezione, la sottocultura dell’intolleranza che come sempre accade si accompagna anche con la grossolanità delle parole e dei comportamenti. Motivo di più per prendere posizione e non passare sotto silenzio episodi come questo che, se avvenuto nei termini esposti, deve essere decisamente biasimato, in primo luogo per aver negato il diritto a un bonus dovuto alla famiglia in questione, ma in particolar modo per la maleducazione e l’intolleranza dimostrate dalla dipendente. Con questo non chiediamo assolutamente interventi disciplinari sull’addetto, ma un chiarimento evidentemente si rende necessario. Per far capire che cortesia e disponibilità in certi luoghi non sono tanto tratti caratteriali opzionali, sono anche e soprattutto requisiti professionali indispensabili per svolgere questo tipo di lavoro.


Fabio Bernardini, Progetto Originario

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