Per
anni le politiche di risanamento dei conti dell’ ASP S. Chiara sono
passate attraverso la dismissione del suo patrimonio immobiliare. Per
gli immobili di pregio solo pochissimi anni fa il mercato era
fiorente e andavano a ruba, ma c'erano anche edifici assai poco
appetibili per il mercato che sono stati “provvidenzialmente”
acquistati da enti pubblici. E’ il caso dell’ex padiglione
Bianchi ceduto al prezzo di circa 700.000 milioni di vecchie lire al
Comune di Volterra, che da oltre un decennio vi ha aperto un cantiere
per costruirvi case popolari. Un cantiere che sembra proprio non
vedrà mai la fine.
Con
il senno di poi è lecito dubitare che vi fosse un reale interesse
del Comune di Volterra ad acquistare immobili così problematici per
fare case popolari proprio nella zona del Chiarugi. Viceversa, è più
probabile che vi fosse una certa urgenza dell’Asp S. Chiara di
disfarsene per realizzare la liquidità sufficiente a ripianare le
proprie costanti perdite.
Con
il mutamento dell’amministrazione della città non sono mancate
feroci critiche, anche giuste, a questo genere di scelte politiche
che nel tempo hanno determinato il depauperamento del patrimonio
immobiliare dell’Asp S. Chiara, senza però che venissero
seriamente affrontati (e men che meno risolti) i problemi posti alla
radice del suo disequilibrio economico.
Le
critiche alla politica delle alienazioni rivolte da Buselli e Bacci
alle amministrazioni del passato facevano sperare in un cambio di
rotta, invece pare proprio che la storia si ripeta. Recenti
dichiarazioni del Presidente Bacci apparse sulla stampa hanno
preannunciato la messa all’asta del prestigioso palazzo di via
Turazza e della ex scuola di S. Chiara con l’intento dichiarato di
porre un freno alle perdite di bilancio.
Per
mesi, ma potremmo dire per anni, abbiamo letto su tutti i quotidiani
un rincorrersi di sempre nuovi progetti che avrebbero finalmente
risanato la nostra ASP. S. Chiara. Si è parlato di una casa della
salute nell’ex scuola S. Chiara prima, poi di un piano di rilancio
aziendale che prevedeva un socio privato e svariati milioni di euro
di investimenti per una nuova struttura ed infine di un progetto per
accogliere degenti dall’ex ospedale psichiatrico giudiziario di
Montelupo.
A
parte i proclami, le polemiche e le attribuzioni di responsabilità,
è evidente che non è andato in porto assolutamente nulla di quanto
annunciato. Tutto sembra irrimediabilmente sfumato. E non ci resta
che vendere quel poco che rimane.
Progetto
Originario
Nessun commento:
Posta un commento