venerdì 4 ottobre 2013

I gioielli di famiglia

Per anni le politiche di risanamento dei conti dell’ ASP S. Chiara sono passate attraverso la dismissione del suo patrimonio immobiliare. Per gli immobili di pregio solo pochissimi anni fa il mercato era fiorente e andavano a ruba, ma c'erano anche edifici assai poco appetibili per il mercato che sono stati “provvidenzialmente” acquistati da enti pubblici. E’ il caso dell’ex padiglione Bianchi ceduto al prezzo di circa 700.000 milioni di vecchie lire al Comune di Volterra, che da oltre un decennio vi ha aperto un cantiere per costruirvi case popolari. Un cantiere che sembra proprio non vedrà mai la fine.
Con il senno di poi è lecito dubitare che vi fosse un reale interesse del Comune di Volterra ad acquistare immobili così problematici per fare case popolari proprio nella zona del Chiarugi. Viceversa, è più probabile che vi fosse una certa urgenza dell’Asp S. Chiara di disfarsene per realizzare la liquidità sufficiente a ripianare le proprie costanti perdite.
Con il mutamento dell’amministrazione della città non sono mancate feroci critiche, anche giuste, a questo genere di scelte politiche che nel tempo hanno determinato il depauperamento del patrimonio immobiliare dell’Asp S. Chiara, senza però che venissero seriamente affrontati (e men che meno risolti) i problemi posti alla radice del suo disequilibrio economico.
Le critiche alla politica delle alienazioni rivolte da Buselli e Bacci alle amministrazioni del passato facevano sperare in un cambio di rotta, invece pare proprio che la storia si ripeta. Recenti dichiarazioni del Presidente Bacci apparse sulla stampa hanno preannunciato la messa all’asta del prestigioso palazzo di via Turazza e della ex scuola di S. Chiara con l’intento dichiarato di porre un freno alle perdite di bilancio.
Per mesi, ma potremmo dire per anni, abbiamo letto su tutti i quotidiani un rincorrersi di sempre nuovi progetti che avrebbero finalmente risanato la nostra ASP. S. Chiara. Si è parlato di una casa della salute nell’ex scuola S. Chiara prima, poi di un piano di rilancio aziendale che prevedeva un socio privato e svariati milioni di euro di investimenti per una nuova struttura ed infine di un progetto per accogliere degenti dall’ex ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo.
A parte i proclami, le polemiche e le attribuzioni di responsabilità, è evidente che non è andato in porto assolutamente nulla di quanto annunciato. Tutto sembra irrimediabilmente sfumato. E non ci resta che vendere quel poco che rimane.

Progetto Originario

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