lunedì 8 luglio 2013

Sanità incendiaria

La seduta di Consiglio Comunale tenutasi venerdì 28 giugno scorso è stata notevole per varie ragioni: per l'assurdità della sua estenuante durata (oltre 14 ore), così come per l'approvazione di sempre più assurdi bilanci di previsione in cui l'incertezza dei conti del governo si abbatte come una clava sulle spalle delle amministrazioni locali. Forse però il Consiglio Comunale del 28 sarà soprattutto ricordato per il dibattito sulla Casa della Salute, un confronto già “preparato” da polemiche incrociate sviluppatesi sulla stampa locale, spesso sostenute da una certa parte del Pdl che tende a dimenticare la maniera talvolta disastrosa in cui viene amministrata la materia sanitaria nelle regioni rette dal partito di Berlusconi.
La maggioranza (UpV) presentava all'ordine del giorno una mozione che, a tergo di una serie di considerazioni sulla sanità regionale e locale, chiedeva di inserire il progetto della futura Casa della Salute nel palazzo comunale sito in Via Roma, presso l'edificio che ospita la ludoteca. Il documento paventava il timore che una sede della Casa della Salute all’interno dell’area ospedaliera potesse in qualche modo danneggiare l’attività specifica del presidio o una parte di essa.
Per contro il gruppo di Rosa Dello Sbarba, Città Aperta (Pd), depositava un suo documento, in cui si sosteneva che l’impianto normativo regionale accompagnato dal Protocollo per le politiche sanitarie locali fornisse già tutte le garanzie necessarie al mantenimento dei servizi ospedalieri.
Anche noi di Progetto Originario portavamo una nostra mozione i cui cardini erano dati da due valutazioni e due principi. Le valutazioni erano: a) una preoccupazione di fondo di futuri e ulteriori tagli all’attività ospedaliera sulla scorta di quelli portati a termine negli ultimi 4 anni; b) la necessità di ospitare l’assessore regionale al diritto alla salute Marroni per chiarire la portata delle novità connesse al progetto Casa della Salute. Invece, i due principi affermati nel nostro documento intendevano ribadire: a) la necessità di salvaguardare prioritariamente l’attuale capacità operativa del presidio ospedaliero di Volterra; b) l’esigenza di attivare un confronto tra rappresentanti della Regione e amministratori locali, per addivenire in ogni caso a soluzioni concordate circa eventuali processi di riorganizzazione nel quadro dell’intero comparto sanitario della Val di Cecina. Quest’ultimo concetto ovviamente intendeva preservare l’ospedale da eventuali colpi di mano da parte della Asl 5. Dopo una estenuante trattativa in sede di conferenza dei capigruppo, con pochi emendamenti non sostanziali, era stata raggiunta l’unanimità dei consensi su quest’ultima mozione. Gli emendamenti, semplificando, tendevano a sfumare un po’ il giudizio espresso in premessa sul Protocollo per le Politiche Sanitarie dell’Alta Val di Cecina, recepito dalla Giunta Regionale con delibera n. 800/2012, ma non mutavano affatto la sostanza politica della mozione. Tuttavia, nonostante gli accordi presi nella conferenza dei capigruppo, dal momento in cui è stata riaperta la discussione in aula, la maggioranza ha rilanciato la discussione aggiungendo un ulteriore emendamento mirato a chiedere il congelamento del progetto Casa della Salute fino a quando non fosse stata esperita la concertazione con i rappresentanti del territorio. Questa richiesta finale, avanzata a tempo quasi scaduto, ha prodotto l’effetto di far retrocedere dal consenso sul documento Città Aperta e Sinistra per Volterra, frantumando un equilibrio faticosamente raggiunto. Noi di PO non avevamo nessun particolare problema ad accettare la richiesta della maggioranza nel merito, però, crediamo che in definitiva non abbia prodotto un risultato positivo. Dal momento in cui con essa è venuta lacerandosi l’unità del Consiglio Comunale, la posizione dell'’assemblea è stata resa più netta in termini di concetti espressi ma contemporaneamente più debole in termini politici. Pensiamo, infatti, che in tempi di crisi e tagli della spesa, le prossime battaglie sui servizi a difesa della salute in Val di Cecina siano realisticamente molto difficili, tanto da richiedere il dispiegamento di un ampio fronte comune, che vada ben oltre quello del panorama volterrano. Sapendo quanto questo sia faticoso da raggiungere in materia di sanità, avevamo sperato che la sintesi raggiunta potesse tenere fino alla fine, in modo tale da fornire la base per un lavoro (sicuramente duro) da realizzarsi nei prossimi mesi. Non è stato così e il documento è passato anche col nostro voto ma in definitiva con una maggioranza ristretta. Se non altro è passato il principio che il naturale interlocutore politico della zona in tema di sanità dovrà essere l’assessore regionale e non tanto il direttore generale della Asl 5. Speriamo che sia sufficiente per poter convincere i rappresentanti della Regione a mettersi ad un tavolo con i sindaci. Ovviamente nessuno ignora quale forza politica sia al governo di Firenze e quanto avrebbe potuto rivelarsi utile un accordo col Pd locale.


Progetto Originario

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