
Qui,
sta il punto. Non avremmo nulla da obiettare al progetto, se la Casa
della Salute fosse una struttura aggiuntiva e complementare, tale da
non impattare sulle strutture ospedaliere esistenti, come di fatto
sarà a Pontedera e in molti altri casi analoghi. Ma vista dalla
nostra prospettiva, si può scommettere che la Casa della Salute, qui
a Volterra, si annuncia come preludio ad un ulteriore dimagrimento
forzoso di un ospedale già scheletrito dalle ripetute diete.
Pensando alla recente cancellazione dell’area materno-infantile e
all’ancor più recente accorpamento di cardiologia in medicina,
qualcuno potrebbe supporre che il nostro presidio abbia già dato
abbastanza, pagando un caro prezzo alla politica dei tagli. Purtroppo
è da ingenui crederlo. Ci pare questo il nodo centrale della
questione e vero pericolo per un piccolo ospedale come il nostro che,
se ulteriormente ridimensionato, scenderà sotto un livello per il
quale non si potrà più definirlo tale.
Ecco
perché, di fronte questo rischio concreto, sbaglia di grosso chi
sposta la discussione su dove si andrà a fare la Casa della Salute –
in centro o altrove - anziché soffermarsi sul pericolo di un
ulteriore taglio ai servizi e ai posti letto. Guardare al dito e non
alla luna è fuorviante e pericoloso. Peraltro non si capisce come
mai a Buselli fino a ieri andasse bene una Casa della Salute a S.
Chiara, seppure in periferia, mentre ora la vorrebbe nel centro
storico.
Serve,
quindi, urgentemente un chiarimento con i rappresentanti della
Regione, per definire in via ufficiale come questa riforma potrebbe
andare ad impattare su quanto resta del presidio ospedaliero locale.
Prima di dare fuoco alle polveri delle polemiche, prima dei pianti e
dei lamenti, va esplorata la strada del confronto istituzionale.
Questo è il primo dovere di un'amministrazione comunale che si
rispetti. Anzi, si è perso anche troppo tempo e spese anche troppe
parole vuote in diffide da operetta e minacce pro carta stampata.
Progetto
Originario
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